Da Riccardo Seremedi riceviamo e pubblichiamo questa nuova puntata della sua accurata cronaca delle vicende Ucraine: raramente qualcuno si farà carico, specie in Italia, di una ricostruzione così profonda e documentata.
Si esce dal "sentito dire" e dalla "rimozione" suggestiva dei media e si connettono fatti pubblici ma "oscurati", dichiarazioni ufficiali, inchieste giornalistiche e tracce della diplomazia , collocando gli eventi in uno scenario impressionante.
DIES
IRAE
1. Forze oscure e potenti si sono mosse in
questi ultimi giorni in Maidan Nezalezhnosti a Kiev e, attraverso i loro
sgherri, hanno finalmente disvelato le vere intenzioni che le persone più
accorte avevano già compreso.
Ciò che è realmente in pericolo, oltre
all'integrità territoriale di una nazione sovrana, è la possibilità di
ponderare un modello di società alternativo al Pensiero Unico imperante, un
modello che preveda ancora “l'essere umano” - con i suoi bisogni e aspirazioni
– come il fulcro dell'azione politica.
Dietro ai turpi “Maidan puppets” abbiamo due modi
antitetici di vedere il mondo: da un lato c'è Vladimir Putin, l'uomo che ha
ricostruito la Russia
– dopo che il decennio Eltsin aveva relegato il Paese al rango di protettorato
americano, con un manipolo di oligarchi filo-occidentali che saccheggiò metà
della ricchezza nazionale – seguendo un modello che privilegia le risorse e
il benessere nazionale, non disgiunti da una visione comune e condivisa – e non
per questo demodé – della famiglia e della società civile; dall'altro abbiamo il binomio Stati Uniti –
Unione Europea, i tedofori del Washington Consensus e delle grandi
corporations economico-finanziarie globali – per le quali l'uomo è un mero
oggetto-merce funzionale al loro profitto – portatori della retorica dei“diritti cosmetici” e della “famiglia algebrica”.
2. La crisi ucraina – come si ricorderà -
è iniziata con il rifiuto del presidente Yanukovich di aderire all'Accordo di
Libero Scambio (DCFTA) di fine novembre a Vilnius; sono seguite giornate
convulse nelle quali la cosidetta “Euromaidan” si è popolata magicamente di persone,
spesso reclutate per pochi dollari l'ora, con migliaia di vessilli UE nuovi di
zecca spuntati da chissà dove... “Dietro garria co'l vento l'Imperial
bandiera”.
Questo è il periodo in cui vengono
seguiti i dettami del celeberrimo “Manuale Sharp”
e le “proteste” seguono un andamento intimidatorio e meno violento,
tralasciando le occupazioni e le scorribande delle squadracce di “Svoboda”.
La “proposta” europea – assolutamente
irricevibile per un paese normale, figuriamoci per l'attuale Ucraina – avrebbe
consegnato il Paese, “incaprettato” perbenino, all'orda mondialista già in
fiduciosa attesa.
A
rovinare loro i piani è arrivato Putin – proprio lui – il Mostro, che si
è permesso di negare un “radioso e prospero avvenire” al nobile popolo ucraino;
è successo che, verso la metà del dicembre scorso, il presidente russo hastaccato un assegno da 15 miliardi di dollari
per consentire al Paese di salvarsi dalla bancarotta ed ha ridotto il prezzo
del gas da 400 a
268,5 dollari per metri cubi, surrogando con i fatti le biascicate promesse di
aiuto finanziario dell'Unione Europea, sempre subordinate, va da sé, alle
famose “riforme strutturali”.
Apriti cielo!
3. Tutti i politicanti europei e americani
si sono stracciate le vesti accusando la Russia di voler ricostituire una nuova Unione
Sovietica, di voler interferire nelle vicende interne di un Paese sovrano,
aiutati in questo dalla zelante opera di “informazione” dei media occidentali;
sono veramente bizzarre e senza pudore le accuse di ingerenza nei riguardi di
Putin, quando questo stuolo di cortigiani si è presentato sulla piazza – un
giorno sì e l'altro pure – con “l'opposizione” per contestare un governo
democraticamente eletto su una legittima decisione in materia economica; “DEMOCRATICAMENTE
ELETTO” si badi bene, perché questo è un concetto che deve essere sempre
rimarcato con forza, indirizzato soprattutto verso il codazzo di lacchè e opportunisti
– specie nel “semenzaio” italiano - che
blaterano di “dittatura”.
Coloro i quali hanno ironizzato sulle
parole di Putin – che motivava l'aiuto concesso con il sentimento di
fratellanza russo-ucraino – dovrebbero studiarsi la storia della Russia, ne
trarrebbero utili ammaestramenti: apprenderebbero che i primi nuclei della
civiltà russa nascono verso la fine del IX secolo proprio intorno a Kiev, entro
i confini di uno stato che prese il nome di “Rus' di Kiev” e tale
legame è sempre rimasto molto forte, fatta forse eccezione per i territori più
vicini alla Polonia.
4. Nel suo libro “L'inganno e la paura”
(2009), Pino Arlacchi fa una serie di interessanti osservazioni: “[...]
Nella destra e nella sinistra europee dilaga oggi la moda del 'Putin-bashing'.
Dare addosso al Primo Ministro/Presidente russo e al suo – non importa quanto
vero o presunto – autoritarismo è uno sport iniziato nel 1999, con il suo
arrivo al vertice della Russia[...] La Russia odierna è una democrazia capitalistica che
nel corso degli anni Novanta ha assistito senza reagire al distacco di numerose
regioni della federazione che essa stessa guidava, e al crollo dei regimi
comunisti nella sua zona d'influenza in Europa orientale.Trasformare la Russia in una minaccia alla
sicurezza mondiale inventandone spinte imperialistiche e pulsioni
antioccidentali, spingendo la
NATO fino ai suoi confini, provocandola con l'installazione
di basi antimissilistiche in Polonia o nella Repubblica Ceca, o istigando e
armando contro di essa stati confinanti come la Georgia significa mettere
in pratica il grande inganno a spese di tutti noi[...]”.
Putin avrà sicuramente dei difetti e le
iniziative che ha compiuto saranno state valutate in base a futuri riscontri
politico-economici ma, trovando conforto nelle parole di Arlacchi, le accuse
mosse al Cremlino sanno di rancido: se c'è qualcuno che può permettersi di
parlare di fratellanza slava questo è proprio un figlio di quelle lande, non
certo un Kerry, o un Barroso con le sue incartapecorite scartoffie, nelle quali
i concetti di “fratellanza” e “democrazia” sono derubricati a puro lemma.
Basti vedere il malcelato livore e
l'acredine di cui politici e media occidentali hanno fatto mostra
nell'approcciarsi e nel presentare le Olimpiadi invernali di Sochi per comprendere
quanto la nuova Russia dia fastidio; si
è parlato di sperpero di denaro pubblico per un'ostentazione di potenza degna
di uno zar, della defezione di Obama - a cui ha fatto seguito quella del caudatario
Hollande e degli altri “valletti di palazzo”-
per le “discriminazioni” che il Cremlino eserciterebbe nei confronti dei
“diritti degli omosessuali”, e delle immancabili Pussy Riot.
Molto più gravi e volte chiaramente a
creare un artificioso clima di tensione sono state le notizie apparse sui media
anglosassoni: a fine gennaio, il governo inglese avvertiva “che
attentati in Russia (dopo l’attacco a Volgograd di
dicembre) molto probabilmente si verificheranno prima o
durante le Olimpiadi invernali di Sochi“. (BBC, 27 gennaio 2014);
anche la CNN
contribuiva ad alzare il polverone e pubblicava tempestivamente i risultati di
un “autorevole” sondaggio d’opinione (su un campione esiguo di 1000 persone): “il 57%
degli statunitensi pensa che un attacco terroristico sia probabile per i Giochi
di Sochi”.
Oltre al prestito e allo sconto sul
gas, Putin ha anche firmato 14 accordi che stabiliscono il quadrogiuridico per progetti nell'hi-tech (spazio, aeronautica, energia nucleare) e
un nuovo porto multimodale sullo Stretto di Kerch; per tutta risposta il
Ministro degli Esteri svedese Carl Bildt ha dichiarato che “i prestiti di
emergenza russi rischiano di ritardare ulteriormente le urgenti riforme
economiche e la necessaria modernizzazione dell'Ucraina nell'UE. Il declino
potrebbe continuare”.
Chapeau!
5. Più che proprio dell'Unione Europea – segnatamente
della Germania
– l'interesse occidentale nella querelle ucraina tende a confondersi con quello degli Stati
Uniti, in prospettiva NATO.
Nel suo libro “La Grande Scacchiera” (1997), il politologo polacco-statunitense Zbigniew Brzezinski scrive: “Senza l'Ucraina, la Russia non è altro che una grande potenza asiatica. Se la Russia riprende il controllo dell'Ucraina, dei suoi 52 milioni di abitanti, delle ricchezze del sottosuolo e del suo accesso al Mar Nero, essa ritornerà ad essere una grande potenza che si estende su Europa e Asia”.
Nel suo libro “La Grande Scacchiera” (1997), il politologo polacco-statunitense Zbigniew Brzezinski scrive: “Senza l'Ucraina, la Russia non è altro che una grande potenza asiatica. Se la Russia riprende il controllo dell'Ucraina, dei suoi 52 milioni di abitanti, delle ricchezze del sottosuolo e del suo accesso al Mar Nero, essa ritornerà ad essere una grande potenza che si estende su Europa e Asia”.
Ciò spiega la premura e le profferte
melliflue che arrivano d'oltreoceano affinché Kiev si risolva a entrare
nell'orbita UE; qualche ingenuo e candido sognatore potrebbe domandare: “Che
male c'è?! Gli americani hanno a cuore il benessere e la felicità di quel
popolo e l'Europa può essere la soluzione” .
Allora lasciamo che a rispondere sia
Hillary Clinton, quando più di un anno fa – nella veste di Segretario di Stato
– dichiarò che l'Unione Eurasiatica della Russia è “un movimento per
ri-sovietizzare la regione” e che “sappiamo qual'è l'obiettivo e
cerchiamo di capire i modi efficaci per rallentarlo o impedirlo”.
A riprova di ciò in piazza a Kiev, con
Chris Murphy (Dem.) e John McCain (Rep.) il Senato americano era rappresentato
da entrambi gli schieramenti, segno tangibile di un consenso condiviso sulla
strategia da adottare.
McCain, in particolar modo, si è fatto
apprezzare come oratore arringando la folla con boutade di questo
tenore: “A tutti gli ucraini, l'America è con voi. Il mondo libero è con
voi, io sono con voi. L'Ucraina farà un'Europa migliore e l'Europa farà
un'Ucraina migliore”.
Successivamente il novello Demostene ha incontrato i leader dell'opposizione, l'ex pugile Vitalij Klitschko, l'ex Ministro dell'Economia Arsenij Yatseniuk e l'estremista di “Svoboda” Oleh Tiahnybok.
Successivamente il novello Demostene ha incontrato i leader dell'opposizione, l'ex pugile Vitalij Klitschko, l'ex Ministro dell'Economia Arsenij Yatseniuk e l'estremista di “Svoboda” Oleh Tiahnybok.
Alcune settimane dopo questi avvenimenti, presso il Comitato per le relazioni estere del Senato
degli Stati Uniti si tenevano le audizioni parlamentari sugli sviluppi in
Ucraina; erano presenti – tra gli altri - anche i senatori Chris Murphy e John
McCain, freschi del loro recente viaggio a Kiev; nonostante l'uditorio fosse di
lignaggio e qualità ben superiori alla
piazza ucraina, la cifra stilistica dell'eloquio di McCain non si è conformata
all'illustre consesso; dopo aver rozzamente affermato che l’Ucraina “è un Paese
che vuole essere europeo, non russo” e che il popolo ucraino “grida il nostro
aiuto“, ha proseguito ancora peggio dicendo non una, ma due volte,
che la Russia
impone l’”embargo” sul cioccolato (!?) dell’Ucraina: tale embargo al cioccolato
sembra davvero suscitare la sua indignazione ma – come vedremo più avanti –
tutto si collega alle vicende di un oligarca ucraino che ha avuto un ruolo di
primissimo piano nel colpo di stato.
Tra le altre testimonianze ascoltate vi
erano quelle dell'assistente del Segretario di Stato, Victoria Nuland, e del
vice-assistente del Segretario di Stato, Tom Melia.
Quest'ultimo ha fornito parecchie
notizie interessanti; dalla dissoluzione dell'URSS nel dicembre del 1991,
gli USA hanno “investito” oltre 5 miliardi di dollari per l'assistenza
all'Ucraina.
La stessa amministrazione Obama, dal 2009 ha elargito 184
milioni di dollari per programmi presumibilmente destinati a società civile,
diritti umani et similia;
è lecito chiedersi se tutti questi soldi destinati a generiche “opere pie”
siano investiti in “Euromaidan”: un enorme palco con illuminazione e impianto
acustico, pasti caldi, internet ad alta velocità e chi ne ha più ne metta, sono
un rilevante impegno finanziario per quella che si suole definire “protesta
popolare”.
A suffragare questa ipotesi, i servizi
di sicurezza ucraini hanno pubblicato su Internet lo schema dei finanziamenti: “Ogni
caposquadra della resistenza ha avuto promessa una ricompensa in denaro. 200
dollari al giorno per ogni combattente attivo e altri 500 se il gruppo è di
oltre 10 persone. I coordinatori vengono pagati almeno 2000 al giorno per
alimentare gli scontri del gruppo controllato, eseguendo azioni offensive
contro agenti di polizia e rappresentanti delle autorità pubbliche.
L'ambasciata statunitense a Kiev ha ricevuto contanti. Combattenti attivi e
leader ricevono i pagamenti sui loro conti personali”.
Dennis J. Kucinich
membro del Congresso degli Stati Uniti ha rivelato i piani statunitensi: “Mentre
il piano dell'UE sull'Accordo di Associazione viene spacciato come
economicamente vantaggioso per i cittadini ucraini, in realtà appare come il
cavallo di Troia della NATO: una massiccia espansione della posizione militare
della NATO[...] Il premio è l'accesso ad un Paese che condivide una frontiera
di 1426 miglia
con la Russia. La
mappa geopolitica sarebbe drammaticamente rimodellata dall'Accordo, con
l'Ucraina come nuovo fronte della difesa missilistica occidentale alle porte
della Russia”.
6. E' dal 2007 che la Russia sta rimarcando il
carattere ostile della strategia NATO; gli americani sostengono che il progetto antimissile BMD
sia essenziale per proteggere le installazioni statunitensi e della NATO contro
la minaccia dei nemici mediorientali -
in particolare l'Iran; ma una
simile giustificazione risulta allo stato inverosimile, considerando che l'elevato numero
di ispezioni a cui è sottoposta la repubblica islamica non farebbe emergere la benché minima opportunità di allestire un programma nucleare di natura militare.
Il 25 novembre scorso, il Ministro degli
Esteri russo Lavrov – durante una conferenza stampa a Roma – ha commentato che “se
l'accordo con l'Iran viene attuato, il motivo dichiarato per la costruzione
dello scudo della difesa non sarà più applicabile”.
Washington sta bluffando?
Così pare, data la significativa risposta-ammissione data dal Segretario alla Difesa USA,
Chuck Hagel, che ha sottolineato che il concluso piano d'azione P5+1
riguardante il programma nucleare di Teheran “non elimina la necessità degli
Stati Uniti ed alleati europei di continuare ad attuare i piani della Difesa
missilistica in Europa”.
Quali siano le vere intenzioni del
Pentagono lo ha rivelato l'ex-capo del programma della difesa antimissile
nell'amministrazione Reagan, il colonnello Robert Bowman; l'ex ufficiale americano ha
dichiarato che lo sviluppo dello scudo antimissile attorno alla Russia è
prettamente offensivo ed è volto a creare la possibilità di conseguire la
“capacità di primo colpo”, ovvero attaccare il suo unico rivale nucleare senza
temerne la rappresaglia, avendo tale sistema la capacità di intercettare e
distruggere i vettori nemici in fase di lancio.
Sia come sia, le proteste da metà
dicembre cominciarono a registrare un progressivo calo d'intensità e
partecipazione, segno che la strategia fin lì adottata non aveva sortito gli
effetti sperati; “l'opposizione” si trovava spiazzata dall'atteggiamento cauto e pragmatico di Yanukovich, con un governo
che si era notevolmente trattenuto nell'affrontare i “manifestanti” anche
quando questi occupavano delle sedi istituzionali, impegnandosi in negoziati
con i leader dell'opposizione e offrendo concessioni politiche come le
dimissioni del premier Mykola Azarov.
In queste condizioni sarebbe stato
imprudente contribuire a rafforzare la narrazione occidentale del “dittatore”
che tiranneggia la popolazione, e l'uso di tattiche pesanti – anche in presenza
di gravi violazioni – avrebbe esasperato la situazione dando all'opposizione la
possibilità di “pescare nel torbido”.
A questo punto, visto che la strategia
del 2004 incentrata sulla sovversione mediante ONG non dava i risultati
sperati, è stato deciso un drastico cambio di passo.
Fermo restando l'imprinting egemonico
statunitense delle operazioni strategiche - Germania e Polonia per motivi opposti - hanno intensificato la loro opera sediziosa,
più latente quella tedesca, molto più sfacciata quella polacca.
Il governo del Primo Ministro Tusk –
coadiuvato dall'eminenza grigia Radoslaw Sikorski, Ministro degli Esteri – ha
rilasciato numerose dichiarazioni a sostegno dei manifestanti, dichiarando loro
“piena solidarietà” e rendendo pubbliche le conversazioni telefoniche
con Arsenij Yatseniuk, uno dei tre leader dell'opposizione.
Le missioni diplomatiche polacche in
Ucraina erano volte a sostenere istituzionalmente un colpo di stato e a
collocare Varsavia in una posizione privilegiata in vista di negoziati
multilaterali post-conflitto.
Tuttavia, quello a cui mira il governo
polacco è molto di più che una semplice egemonia sub-regionale: l'interesse
inconfessato è la Galizia,
una regione composta da tre provincie dell'occidente estremo dell'Ucraina
nonché oggetto di vecchia disputa territoriale.
Proprio nell'oblast di Lvov,
una delle tre province, alcuni rivoltosi occupavano il locale municipio e
costringevano il Governatore regionale Oleh Salo a dimettersi; era il segnale
che denotava il cambio di passo nelle operazioni destabilizzanti e che
radicalizzava i futuri scontri.
Con puntuale sincronismo anche“Euromaidan” vedeva l'inasprimento degli scontri con le prime vittime;
motivo scatenante delle proteste era l'entrata in vigore della legge
“antidemocrazia”, come veniva definita da Europa e Stati Uniti: taluno potrebbe
domandarsi che razza di governo liberticida sia quello che non ti consente di
erigere barricate, di occupare una piazza con tende e suppellettili, di
nasconderti il volto con un passamontagna e di occupare in massa un edificio
pubblico.
Facciamo alcuni esempi:
San Francisco (California, USA) 17 novembre 2011 - La polizia ha arrestato 95 manifestanti del movimento Occupy Wall Street che
erano entrati gridando slogan in una sede di Bank of America e avevano provato
a montare un accampamento nell'atrio dell'edificio;
San Francisco (California, USA) 7 dicembre2011 -
Almeno 70 manifestanti del gruppo Occupy Wall Street sono stati arrestati
durante lo sgombro di un loro accampamento […] precisando che oltre 100 agenti
in tenuta antisommossa hanno tirato giù le tende dei dimostranti, accampati in
un parco del centro della città;
New York (USA) 15 novembre 2011
-
La polizia newyorchese è intervenuta a Zuccotti Park per sgombrare il quartiere
generale di Occupy Wall Street […] Gli agenti hanno arrestato 200 persone che
si opponevano allo smantellamento delle tende e per proteste. La situazione a
Zuccotti Park era diventata “intollerabile” e costituiva un “rischio
per la sicurezza e la salute pubblica”, ha spiegato il sindaco Michael
Bloomberg;
Madrid (Spagna) 26 settembre 2012 -
A Madrid si è svolta la manifestazione del movimento degli Indignados che si è
conclusa con un bilancio di 64 feriti e 28 arresti […] Nel corso della protesta
la polizia ha sparato proiettili di gomma contro i manifestanti […] A quel
punto sono cominciati gli scontri, in una piazza gremita da qualche migliaio di
indignados che chiedevano le dimissioni del Governo per una manovra
economica giudicata durissima e iniqua[...]... e l'elenco potrebbe continuare
con centinaia di casi analoghi.
7. Viene da chiedersi perché ciò
che viene considerato normale fare –
per molto meno – negli Stati Uniti e in UE non sia invece
consentito all'Ucraina, in circostanze peraltro chiaramente più minacciose per il proprio ordine pubblico interno; dal
governo ucraino non abbiamo sentito strepiti e schiamazzi isterici a mezzo
stampa per queste operazioni di ordine pubblico occidentali, non si sono invocate sanzioni
internazionali per violazioni dei diritti umani, non abbiamo visto Yanukovich o
Azarov a braccetto con i leader del movimento, vero lady Ashton?!
Con che coraggio François Hollande
condanna le violenze “contro le manifestazioni pacifiche” quando
si danno ultimatum di questo tipo ad un governo legittimo, arrivando a minacciare “elezioni o
pallottole in fronte”, e constatando che queste “manifestazioni pacifiche”
vedono l'uso di molotov, spranghe, sanpietrini, una catapulta (!!)
e tutta l'oggettistica per una premeditata guerriglia urbana.
Nonostante i media atlantisti tacciano
servilmente su questa realtà, il fallimento di 2 mesi di “proteste” ha portato
gli USA e l'Unione Europea ad appoggiare politicamente e finanziariamente
gruppi neo-nazisti che avevano il preciso compito di provocare un “colpo di
stato mascherato”, da raggiungersi mediante lo spargimento di sangue in scontri
di piazza, attribuendo alle forze governative ogni sorta di nefandezze per far
poi scattare la condanna della “comunità internazionale”, con sanzioni e la
richiesta di un nuovo governo di “unità nazionale”, formula elegante per
definire un direttorio fantoccio.
Il 25 gennaio 2014, 29 leaders di
partiti politici e organizzazioni civili e religiose ucraine – tra cui l'ex
candidata alla presidenza e parlamentare Natalija Vitrenko – inviavano una
lettera aperta al Segretario dell'ONU e ai leader dell'Unione Europea e degli USA,denunciando il sostegno occidentale alla campagna neo-nazista finalizzata alrovesciamento cruento di un governo democraticamente eletto.
Nel documento si denunciavano “le
informazioni deliberatamente distorte dai media occidentali”, si
sottolineava che “la firma dell'Accordo di Associazione con l'Unione Europea
avrebbe portato al totale annichilimento delle proprietà statali […] e avrebbe
cancellato la sovranità nazionale dell'Ucraina […] trascinando il Paese nel
Joint Security and Defence Policy (l'integrazione dei sistemi di difesa
europei), un progetto anti-russo che prevede l'espulsione della Flotta del
Mar Nero della Federazione russa da Sebastopoli e dalla Crimea, portando
l'Ucraina nel blocco militare della NATO[...]”.
8. A giudicare dagli eventi, l'appello –
peraltro assai circostanziato – non smuoveva di un solo millimetro i
destinatari della missiva dal mettere in opera quello che avevano programmato;
come già detto, si contava di far sloggiare Yanukovich con l'eversione occulta
delle ONG e della pressione mediatica occidentale, ma l'esperienza del “golpe
arancione” del 2004 era stata maestra e tutte le provocazioni lanciate erano
state disinnescate.
Occorreva quindi – come extrema
ratio – avvalersi di tutta quella geldra di neo-nazisti dichiarati,
picchiatori di estrema destra e “afghansy”, veterani delle guerre in
Afghanistan, Cecenia e Georgia; secondo il parlamentare ucraino Oleh Tsarjov,
350 ucraini sono rientrati dalla Siria, nel gennaio 2014, dopo aver combattuto
con i ribelli siriani.
Già tra il 30 novembre e il 1 dicembre
2013, i rivoltosi lanciavano molotov e sequestravano l'ufficio del sindaco di
Kiev, dichiarandolo “quartier generale rivoluzionario”.
Questi “manifestanti” del partito
“Svoboda” (ex partito nazionalsocialista) marciano sotto la bandiera rossa e
nera dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini di Stepan Bandera (OUN-B),
collaborazionisti filo-nazisti durante la Seconda Guerra
Mondiale; fonti ucraine riferiscono che il partito “Svoboda” effettuava addestramento
paramilitare nell'estate del 2013, mesi prima che il presidente Yanukovich
decidesse di non aderire all'UE.
L'OUN-B fu fondata nel 1929 e quattro
anni dopo Bandera ne era già il leader.
Arrestato con altri sicari per
l'assassinio del Ministro degli Interni polacco Bronislaw Pieracki, Bandera fu
liberato dal carcere nel 1938 e subito cooptato dal comando di occupazione
tedesco e, all'invasione della Wehrmacht in Unione Sovietica nel 1941, ricevette
2,5 milioni di marchi per compiere azioni sovversive contro Mosca, con forze
paramilitari di circa 7000 combattenti coordinati dai tedeschi.
Poco dopo l'invasione tedesca Bandera
si recò a Lvov, in Galizia orientale, per dar vita a uno stato ucraino unito e
sovrano con un altro leader dell'OUN-B, Mykola Lebed. (http://en.wikipedia.org/wiki/Mykola_Lebed)
Per questo motivo Bandera fu arrestato
e inviato a Berlino, e nel 1943 fu il pianificatore dello stermino di 70.000
civili polacchi ed ebrei in Volinia e Galizia orientale, con Lebed esecutore
materiale a capo della “Sluzhba Bespeki”, la polizia segreta dell'OUN-B.
Dopo la guerra, Bandera fu reclutato
per lavorare nell'MI6, il servizio segreto di Sua Maestà, con una breve
parentesi nel BND (l'equivalente tedesco della CIA) prima di venire
assassinato, nel 1959, dal KGB in Germania Ovest; Lebed invece fu reclutato
dalla CIA, prendendo parte a numerose azioni di sabotaggio dietro la “Cortina
di Ferro”, tra cui “l'operazione Cartel”.
Nel 1985, il Dipartimento di Giustizia
statunitense avviò un'indagine sul ruolo di Lebed nell'opera di pulizia etnica
già ricordata, ma la CIA
bloccò tutto e la storia morì lì.
9. Questa piccola digressione storica
serve a comprendere che le reti create nel dopoguerra tra criminalità eversiva
e servizi segreti occidentali – retaggio di Bandera e Lebed – sono tuttora al
centro nel putsch di Kiev.
Il cambiamento “qualitativo” di
Euromaidan – passando dalle circa 200 mila persone delle prime settimane,
caratterizzate dalla prevalente presenza di bandiere nazionali e UE, alle
successive 40-50 mila, punteggiate da vessilli neo-nazisti – non poteva essere
taciuto da tutti i media occidentali: SIMON SHUSTER giornalista di “TimeMagazine”, il 28 gennaio, titolava
il suo articolo da Kiev: “Criminali di destra dirottano la rivolta
liberale in Ucraina”, indicando un gruppo di picchiatori neo-nazisti
chiamato “Spilna Prava” (Causa comune, ma le iniziali in ucraino
sono SS) al centro dei tafferugli.
Il giorno seguente, il 29 gennaio, il“Guardian”apriva con “In Ucraina, fascisti, oligarchi ed espansione occidentale
sono al centro della crisi”, con il catenaccio: “Le
storie raccontateci sulle proteste di Kiev sono sommarie rispetto
alla realtà”.
L'articolo poi proseguiva così: “Non
sapreste mai dalla maggior parte dei notiziari che nazionalisti di estrema
destra e fascisti sono al centro delle proteste e degli attacchi contro edifici
governativi. Uno dei tre principali partiti di opposizione che guidano la
campagna è l'estremista antisemita “Svoboda”, il cui leader Oleh Tiahnybok
sostiene che 'mafiosi moscoviti-ebraici' controllano l'Ucraina. Ma il senatore
americano John McCain era felice di dividere il palco con lui a Kiev, il mese
scorso. Il partito, che ora amministra Lvov, ha guidato una fiaccolata di 15
mila elementi all'inizio del mese, in memoria del leader fascista ucraino
Stepan Bandera, le cui forze combatterono con i nazisti durante la Seconda Guerra
Mondiale e che parteciparono al massacro di ebrei […] Ma adesso “Svoboda” è
stato affiancato nelle proteste da gruppi ancora più estremi, come 'Pravy
Sektor', che chiede una 'rivoluzione nazionale' e minaccia una
prolungata guerriglia”.
Counterpunch ha pubblicato il 29 gennaio un articolo
di Eric Draitser che chiosa: “[...] Nel tentativo di eliminare l'Ucraina
dalla sfera d'influenza russa, l'alleanza USA-UE-NATO, e non è la prima volta,
s'è legata ai fascisti” ; sarà interessante vedere gli azzimati Barroso e
Van Rompuy intavolare brillanti disquisizioni accademiche con i fini dicitori
di “Pravy Sektor”.
A tal proposito è rivelatore il breve
colloquio di SHAUN WALKER, giornalista del “Guardian”, con tal Andriy Tarasenko, uno dei coordinatori dei
tagliagole in oggetto: durante l'incontro – tenutosi in un caffè del centro, a
Kiev – egli afferma che “per noi il problema non è l'Europa, infatti
l'unione con l'Europa sarebbe la morte dell'Ucraina. L'Europa significa la
morte dello stato-nazione, della Cristianità. Vogliamo un'Ucraina per gli
ucraini, governata dagli ucraini e non servire gli interessi degli altri”,
affermando che l'obiettivo del gruppo è appunto una “rivoluzione nazionale”,
che si tradurrebbe in una “democrazia nazionale” senza le trappole del
“liberismo totalitario” dell'Unione Europea.
Sergey Kirichuk, un membro del gruppo “Borotba”, che pubblica una rivista antifascista in
Ucraina ha dichiarato che molti appartenenti a “Pravy Sektor” vengono reclutati
nell'ambiente calcistico tra i gruppi di hooligans di estrema destra, che sono
poi coloro che lanciano molotov e cercano di uccidere i poliziotti; anche i
paramilitari del gruppo “Patriota dell'Ucraina” - l'ex ala
militarizzata di “Svoboda” - sono stati presenti in tutti i tafferugli,
mascherati, indossando bracciali gialli e fotografati con catene e mattoni,
guidando gli attacchi contro i “Berkut”.
Già nel 2012, la presenza di un'estrema
destra violenta ed estremamente organizzata in Ucraina e Polonia era
diventata notizia globale in vista di EURO 2012; è probabile che già da allora
si siano gettate le basi per quello che è accaduto nelle ultime settimane a
Kiev.
Alcune fonti documentano che molti di questi gruppi eversivi sarebbero stati preparati in basi militari della NATO (guarda, alle volte, le
coincidenze!), come nel caso dell'UNA-UNSO (Ukrainska Natzionalna Asambleya
– Ukrainska Narodna Sambooborunu) in Estonia nel 2006; l'UNA-UNSO
fu fondata da veterani della guerra in Afghanistan ed è caratterizzata da un
radicale nazionalismo ucraino, sentimenti antisemiti e antirussi. Diversi membri hanno partecipato alla guerra in
Cecenia con i ribelli di Groznyj, con l'esercito georgiano nel conflitto con
l'Abkhazia filorussa e nel 2008
in Ossezia del Sud.
Durante la “rivoluzione arancione” del
2004 hanno supportato Viktor Yushenko contro Yanukovich e fungevano da guardie
del corpo a Yulia Tymoshenko.
Gli ultimi giorni di gennaio e i primi
di febbraio - oltre a moti di piazza –
vedono incrementarsi la pressione diplomatica e mediatica sull'esecutivo di
Kiev; il Segretario di Stato USA John
Kerry – evidentemente non trovando sconveniente la cosa – incontra a Monaco di Baviera
i rappresentanti dell'opposizione Vitalij Klitschko, Arsenij Yatseniuk, Petro
Poroshenko e, pensate un po', la cantante pop e ambientalista Ruslana
Lyzhychko, ai quali “conferma l'incrollabile sostegno degli Stati Uniti alle
aspirazioni democratiche ed europee dell'Ucraina” , sottolineando inoltre “la
preoccupazione per le notizie relative alle violazioni dei diritti umani, quali
sparizioni e omicidi”.
In concomitanza con le parole di Kerry, ecco apparire – con puntualità svizzera – uno degli scomparsi: si tratta del babbusco Dmitro Bulatov, leader del movimento dissidente “Automaidan” che racconterà di essere stato picchiato, di aver avuto mozzato un pezzo di orecchio, di essere stato crocefisso e di aver sentito che i suoi rapitori “avevano l'accento russo”.
La vicenda non è affatto chiara e le
immagini forniteci destano alcune perplessità: innanzitutto le mani (https://www.youtube.com/watch?v=yOOXFpK-HG4)
non sembrano recare ferite riconducibili a una crocefissione e i palmi delle
stesse – che potrebbero fugare ogni dubbio – non vengono mai mostrati; si
converrà che l'azione traumatica data dalla perforazione per mezzo di chiodi
debba produrre inevitabilmente danni importanti alle strutture tendinee, che
lascerebbero la morfologia e la funzionalità dell'arto assai compromesse e non
consentirebbero di manipolare alcunché; inoltre il volto non presenta tumefazioni
apprezzabili e le ferite con copioso sangue rappreso possono essere riprodotte
alla perfezione da un buon make-up artist: vedere per credere.(http://www.effettotrucco.com/pestaggi-ferite-e-contusioni/).
E' singolare il fatto che dopo una
settimana di oblio Bulatov riappaia a 5 Kanal, emittente privata del magnate PETRO
POROSHENKO - il “Re del cioccolato”
- proprietario del colosso dolciario Roshen;
è da questo particolare che - come anticipato poc'anzi - le preoccupazioni,
financo eccessive, del senatore McCain sull'embargo del cioccolato trovano una spiegazione plausibile: le ire del simpatico guascone erano – in
realtà - un interessamento dovuto per l'oligarca, un fedele alleato degli Stati
Uniti in momentanea difficoltà, e risulta quantomeno strana la coincidenza che
proprio il canale televisivo di Poroshenko – danneggiato dall'embargo russo –
riporti le prime parole del redivivo “attivista” che accusa dell'accaduto
fantomatici agenti russi.
Poroshenko, ex Ministro degli Esteri e poi del Commercio, è uno degli uomini più ricchi
ed influenti del Paese nonché un filo-occidentale di ferro e promotore
dell'ingresso dell'Ucraina nella NATO; a questo proposito, nel 2009 si espresse
in questi termini: “Credo che con la volontà politica, un pubblico auspicio
a farlo, il sostegno del popolo ai politici in carica e una chiara e giusta
consapevolezza politica, si potrebbe realizzare l'adesione a membro NATO entro
un anno o due”.
Oleh Tatarov, vice capo del
Dipartimento Indagini al Ministero dell'Interno, ha denunciato in una
conferenza stampa che nessuna delle persone vicino a Bulatov vogliano
collaborare, e resterebbe da capire e soprattutto da spiegare quale governo
possa essere così stolto da compiere un'azione palesemente suicida, addirittura
liberando successivamente il sequestrato e consentendogli di raccontare
l'accaduto anziché semplicemente eliminarlo, il tutto poi sotto la pressione di
USA, UE e di tutto l'apparato massmediatico atlantista; ecco che le immagini
cominciano a provocare le reazioni attese, con la Casa Bianca che si
dichiara
“allibita dai segni di torture sull'attivista” e la Ashton che si dice “inorridita
per gli evidenti segni delle prolungate torture e dei crudeli maltrattamenti”.
Il colpevole già si è trovato e
Yatseniuk
dice che “risponderà dei suoi crimini” ; si viene intanto a sapere
- proprio da Poroshenko (evidentemente
l'oligarca ne è diventato il portavoce) – che “l'attivista” Bulatov lascerà il
Paese per curarsi in un paese dell'Unione Europea (sarà la Lituania) “per
sfuggire al sicuro arresto e alla prigionia” ; anche questa affermazione
suona paradossale, considerando che lo status di ”martire” -
mediaticamente acquisito - ha fatto di
Bulatov la persona più al sicuro di tutta l'Ucraina.
Nel frattempo, per rincarare la dose,
fanno il giro del mondo le immagini di un prigioniero ucraino nudo nella neve, circondato da poliziotti che lo sbeffeggiano; peccato si
appare verosimlmente trattarsi di una montatura, evidenziata dalla presenza di un ex funzionario del
Ministero degli Interni – Andrej Dubrovik – che aveva lasciato da tempo il suo
incarico, diventando capo della sicurezza del partito pan-ucraino “Patria”
(Batkivshyna) della Tymoshenko: secondo “Vremja”, questo film è stato girato da
Andrej Kozhemjakin, regista televisivo che lavora anche per la Tymoshenko.
I primi giorni di febbraio, i servizi
segreti russi intercettano e rendono pubblica una conversazione telefonica tra
il vicesegretario di Stato Victoria Nuland e il suo ambasciatore a Kiev
Geoffrey Pyatt; è la famosa telefonata del “Fuck the EU”, dalla quale si
evince come l'amministrazione Obama voglia chiudere in fretta la “pratica
Ucraina”.
E' l'apoteosi dello sdegno, con tutti i giornali UE che parlano della maleducazione della funzionaria, della slealtà dei russi forse dimenticandosi dello scandalo clamoroso del “Datagate”
di pochi mesi prima; come al solito, tutto questo baccano è funzionale
all'occultamento della vera notizia: nella telefonata i due funzionari USA
pianificano la formazione del prossimo governo ucraino che dovrà vedere l'ex tecnocrate
Yatseniuk al timone e il come dovrà funzionare il coordinamento continuo con il
partito fascista “Svoboda”, progettando anche gli interventi dell'ONU e del
vicepresidente Biden per garantire il successo al progetto.
Lo scorso 13 dicembre, Victoria Nuland
ha tenuto un discorso al National Press Club - sponsorizzato da
US-Ukraine
Foundation, Chevron e Ukraine-in-Washington Lobby
Group - nel quale ella si compiaceva del
fatto che Washington avesse speso speso quei già citati 5 miliardi di dollari
per fomentare l’agitazione e per trascinare l’Ucraina nell’UE; (http://aurorasito.wordpress.com/2014/02/22/lucraina-alla-deriva-verso-la-guerra-civile-e-lo-scontro-tra-grandi-potenze/) una
volta preda dell’UE, l’Ucraina sarebbe “aiutata” dall’occidente attraverso il
FMI – presentato come il provvido soccorritore - che spremerebbe il Paese come
un limone.
Il
pubblico in sala era formato da oligarchi e persone che si arricchiranno con i
saccheggi e i legami con un governo ucraino nominato da Washington; basti
guardare il grande logo della Chevron sotto cui la Nuland parlava e si capisce
come finiranno le cose: con l'incipiente programma di “aggiustamento
strutturale” del FMI tutte le somme che i “manifestanti” hanno avuto da Stati
Uniti e Unione Europea saranno presto restituite più volte, con l’Ucraina
“dominata” dal saccheggio occidentale.
Victoria Nuland – che come si
ricorderà, venne fotografatamentre distribuiva tranquillamente panini ai “manifestanti” - è la moglie di Robert Kagan,
un neocon con il mito dell'”American Exceptionalism”, autore del famoso libro
“Paradiso e Potere. America ed Europa nel Nuovo Ordine Mondiale” (2003), nel
quale scriveva che “gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere”,
volendo significare l'immediatezza e l'aggressività statunitensi nel risolvere
“i problemi” che compromettono i loro interessi contrapposte all'inerzia e alla
scarsa propensione degli europei ai conflitti.
Kagan- in contrasto con Fareed Zakaria e Charles Kupchan – rigetta la possibilità di
un “declinismo” americano, in favore di un maggior coordinamento con le altre
potenze emergenti, e anzi afferma che:
[…] l'ordine internazionale non è un'evoluzione: è un'imposizione. E' il dominio
di una visione sulle altre, nel caso dell'America il dominio dei principi del
libero mercato e della democrazia, insieme ad un sistema internazionale che li
sostiene. L'ordine attuale durerà solo fino a quando coloro che lo favoriscono
e ne traggono beneficio manterranno la volontà e la capacità di
difenderlo[...]”; riguardo alle metodologie per mantenere sine die quest'ordine,
Kagan non potrebbe essere più chiaro: “ A qualcuno pare assurdo che gli
Stati Uniti debbano avere un apparato militare più grande di quelli delle altre
dieci prime potenze militari messi assieme. Ma probabilmente è proprio quel
divario nella potenza militare che ha giocato un ruolo decisivo nel mantenere
un sistema internazionale che è storicamente unico, e in modo unico benefico per
gli americani”.
11. Che gli americani dettino la linea in
Ucraina lo si capisce anche dalla pubblicazione, sempre su Youtube, di
una telefonata intercettata tra il numero due della diplomazia europea, Helga
Maria Schmid, (http://www.fanpage.it/tensione-tra-usa-e-unione-europea-una-nuova-intercettazione-svela-i-retroscena-della-crisi-ucraina/)
e il capo delegazione UE in Ucraina, Jan Tombinski; nella registrazione la Schmid si lamenta del
comportamento degli americani: “[...] Volevo solo dirti – in via del tutto
confidenziale – che gli americani stanno dicendo in giro che noi (europei) siamo
troppo morbidi, mentre loro si focalizzano su sanzioni più forti […] Ma devi
sapere, e questa è una cosa che davvero mi fa arrabbiare, che gli americani
vanno in giro e ci mettono alla berlina, mi hanno riferito alcuni giornalisti.
Quindi se hai modo di parlare con
l'ambasciatore americano, digli che noi non siamo troppo morbidi. Stiamo per
pubblicare una dichiarazione, molto forte, riguardante Bulatov.
Ma certo non lo stiamo andando a
sbandierare ai quattro venti. Secondo me, è molto meglio ed efficiente seguire
la strategia di cui abbiamo già discusso in precedenza [...]”.
Dalla telefonata pare di capire, tra le altre cose, che gli
americani avrebbero subito voluto un documento in cui l'Unione Europea –
condannando implicitamente Yanukovich per il “sequestro” Bulatov – si
sarebbe apprestata a comminare sanzioni all'esecutivo ucraino, ma che Bruxelles,
prendendo tempo e indisponendo l'alleato, non fosse del tutto sicura della
sua veridicità.
12. Il governo ucraino si è obiettivamente
trovato dinanzi a un'impresa disperata, impossibilitato a proteggere
l'incolumità dei propri agenti e delle sedi istituzionali, schiacciato tra il
diritto/dovere di ristabilire la legalità e l'impossibilità di farlo per la
costante minaccia di sanzioni, una strategia che doveva – per forza di cose –
condurre Yanukovich all'impotenza; la verità è che non si voleva giungere ad un
accordo compromissorio, nemmeno quando il 25 gennaio il presidente ucraino
offrì il posto di premier all'opposizione che rifiutò.
Con il supporto politico e mediatico
dell'”Invencible Armada” occidentale, i “pacifici manifestanti” potevano
fare il lavoro sporco chiesto loro ed alzare impunemente - sempre di più - la posta in gioco, visto che
il copione non scritto di “Euromaidan” aveva già assegnata la parte del
“cattivo” e qualsiasi tentativo di provare il contrario sarebbe stato
rintuzzato dalla propaganda, quello squallido megafono monodirezionale che
giustifica apoditticamente l'intromissione salvifica della NATO nelle gerenze
politiche di nazioni sovrane, quell'”interventismo umanitario” che Costanzo
Preve tanto deplorava.
Finanziare un colpo di stato è però
dispendioso; Sergey Glazyev – consigliere di Putin per la politica
estera – ha comunicato
che gli Stati Uniti stavano spendendo 20 milioni di dollari alla settimanaper l'opposizione ucraina, supportando i ribelli anche con le armi: di fronte
alle accuse – probabilmente frutto di un lavoro d'intelligence – l'ambasciata
americana a Kiev si è rifiutata di commentare la notizia.
Ne hanno ben donde, considerando che
gli stessi servizi segreti russi e ucraini parlano (qui il video)
dell'invio – a mezzo Lufthansa – di colli coperti da immunità diplomatica,
pesantemente sorvegliati dalla sicurezza del Dipartimento di Stato, con procedure analoghe a quelle previste negli
spostamenti di grandi quantità di denaro, come i pallet di banconote da 100
dollari che volavano in Iraq.
13. Come scritto la volta scorsa, uno dei maggiori finanziatori della rivolta ucraina del 2004 era il finanziere George Soros e anche questa volta i maneggi del “filantropo” magiaro-statunitense non si sono fatti attendere; già nel 2011 Alexandr Yefremov – parlamentare del Partito delle Regioni - parlava del progetto di spaccare l'Ucraina per arrivare ad un “Lybian scenario”, che Soros avrebbe preparato stanziando fondi per giovani ucraini in “progetti” sull'esempio delNord Africa.
Una delle creature di Soros è la pseudo
ONG “Open Dialog”, impegnata anch'essa tra i manifestanti
in piazza Indipendenza e Fausto Biloslavo – corrispondente da Kiev per “Il
Giornale” - (http://www.ilgiornale.it/news/esteri/e-tutto-manovrato-994003.html)
riferisce che nel Palazzo dei Sindacati, occupato da “Svoboda”, Open Dialog
aveva un manifesto poi fatto sparire, con il sito che invita a recarsi a Kiev
per “partecipare attivamente nel supportare i manifestanti”;( ) anche CANVAS (ex Otpor) - l'ONG diBelgrado, finanziata dal Dipartimento di Stato USA – è nel vivo dell'azione;
sono stati sequestrati degli opuscoli contenenti suggerimenti ai manifestantisu come vestirsi e le tecniche d'ingaggio da adottare con le forze dell'ordine, che – debitamente tradotti – ricalcano fedelmente quelli
usati da Canvas in Egitto nelle proteste in Piazza Tahrir del 2011, che
portarono alla caduta di Mubarak in favore dei “Fratelli Musulmani” sostenuti
dagli USA.
I tumulti di Kiev avrebbero visto anche
agenti - sia palesi che segreti - occidentali infiltrarsi tra i manifestanti ;
un video (https://www.youtube.com/watch?v=1_2qDrLotE8)
di “EuroMaidan” mostra un Berkut della polizia speciale ucraina
trattenere un uomo che portava una credenziale scaduta del 2012 dell’International
Police Association (IPA) di nome di Oleksandr Bojarchuk, oltre a un
distintivo dell’IPA ucraina: l’IPA è accusata di essere una copertura delle
agenzie d’intelligence occidentali.
Inoltre, il tiro dei cecchinineo-nazisti sui manifestanti di piazza Maidan – accusa rivolta ai repartianti-sommossa - è in odore di essere uno stratagemma e un’operazione false flag, con
l'intento di denigrare il personale di sicurezza ucraino con la morte di
manifestanti e presentarle, agli occhi dell'opinione pubblica occidentale, come
la prova della ferocia delle autorità governative.
Il giornalista investigativo russo
Nikolaj Starikov ha scritto un libro che tratta il ruolo dei cecchini
sconosciuti nella sovversione occulta dei paesi colpiti da un cambio di regime
da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati; nel 2002, la CIA ha tentato di rovesciare
Hugo Chavez, presidente del Venezuela, con un colpo di stato militare e l'11
aprile di quell'anno fu organizzata dall'opposizione venezuelana una marcia –
sostenuta dagli Stati Uniti – verso il palazzo presidenziale.
I cecchini nascosti negli edifici vicino al palazzo aprirono il fuoco
contro i manifestanti, uccidendone 18; i media venezuelani ed internazionali
affermarono che Chavez “uccideva il suo stesso popolo“,
giustificando così il colpo di stato militare, presentato come un intervento
umanitario: successivamente è stato dimostrato che il golpe era stato
organizzato dalla CIA, ma l’identità dei cecchini non è mai stata stabilita.
L’impiego di mercenari, squadroni della
morte e cecchini dalle agenzie di intelligence occidentali è ben documentato:
nessun governo razionale che volesse rimanere al potere, ricorrerebbe a
cecchini sconosciuti per intimidire i suoi avversari: sparare contromanifestanti innocenti sarebbe controproducente, di fronte alle pressioni deigoverni occidentali.
14. “Tetelestai” - il
cerchio ormai si stringe e arriviamo ai giorni che - dal 18 al 20 febbraio - rappresentano la capitolazione dello stato di
diritto in Ucraina e una delle pagine più nere della recente storia europea; le
falangi neo-naziste cercano di raggiungere il Parlamento e lo scontro con la
polizia è inevitabile, con gli estremisti armati di pistole che sparano ad alzo
zero costringendo i Berkut ad usare le armi per legittima difesa,
laddove – fino ad allora - si erano usati proiettili di gomma; in uno scenario da Inferno dantesco vengono
sequestrati e seviziati dei poliziotti, nonché assaltato un pullman di giovani
agenti del Ministero dell'Interno che verranno liberati successivamente: in
questa escalation di follia (http://www.repubblica.it/esteri/2014/02/20/news/ucraina_scontri-79117130/)
le cifre si rincorrono e il Ministero della Sanità ucraino parla di 75 persone
uccise e 571 ferite.
Nonostante le evidenti responsabilità
dell'estrema destra nello sconfinamento delle manifestazioni in pura guerriglia
urbana - cosa voluta, come abbiamo visto –
la cosiddetta “comunità internazionale” pensa bene di continuare a
minacciare il governo nel caso avesse deciso di usare la forza; il 18 febbraio l’ambasciatore statunitense in
Ucraina, Geoffrey Pyatt, dice che gli Stati Uniti credono che la crisi ucraina
si possa risolvere con il dialogo e che le sanzioni saranno imposte a chi
incoraggia l’uso della forza da entrambi le parti.
Il giorno successivo, l’ambasciatore
dichiara che il diritto alla protesta pacifica deve essere garantito e notifica
che ad alcuni funzionari ucraini sono stati rifiutati i visti: non ha mai
ricordato la responsabilità dell’opposizione nelle violenze e non ha mai detto
dove vedesse “la protesta pacifica”.
La
Casa Bianca
– per bocca del vicepresidente Biden – chiede a Yanukovich di ritirare le forze di sicurezza dalle strade e di esercitare
la massima moderazione e, ovviamente se Washington si muove, Bruxelles non
vuole essere da meno; parte così la gara a chi le spara più grosse e
“l'interventismo umanitario” dispiega le sue ali immacolate e si aderge verso
le vette del Sublime: Catherine Ashton, la “ragazza-copertina” di Bruxelles,
apre le danze dichiarando che “Tutte le opzioni saranno esplorate, comprese
misure restrittive contro i responsabili della repressione e delle violazioni
dei diritti umani” , con tutti i big continentali – dalla Bonino, passando
per Barroso – che partecipano a questa vorticosa quadriglia dell'indecenza; le
maggiori soddisfazioni - però, ci
arrivano da Twitter con il ministro britannico degli Affari
esteri William Hague che scrive, “La violenza contro i pacifici
manifestanti è inaccettabile e il governo ucraino dovrà risponderne”, e il
Ministro degli Esteri svedese Carl Bildt : “Dobbiamo essere
chiari: la responsabilità finale per le morti e le violenze è del presidente
Yanukovich. Egli ha le mani insanguinate”.
E' veramente "singolare" osservare
come uno strumento di condivisione -
tutto sommato utile - come Twitter sia diventato un'arma di
diplomazia coercitiva, con politici attempati che giocherellano con lo
smartphone come farebbe un brufoloso adolescente: purtroppo per loro, la chiave del successo di
questo new media ne amplifica
i loro limiti , poiché la necessità di essere stringati rende evidenti
l'inconsistenza e la falsità di cui sono permeati questi “gentiluomini”,
laddove un lungo e ampolloso discorso ufficiale riuscirebbe a camuffarne le
intime intenzioni; probabilmente – secondo
costoro – il presidente ucraino avrebbe dovuto lasciar scorazzare uomini
armati, magari dentro il Parlamento, liberi di disporre a piacimento di
Kiev: del resto, anche a Londra e
Stoccolma non usa così?
15. Dopo
Milosevic, Gheddafi e chissà quanti altri ancora, adesso il “dittatore di turno” è Yanukovich, del
quale viene mostrata la lussuosa villa e tutte le amenità di cui amava
circondarsi, fornendo alle sonnacchiose coscienze occidentali il più comodo
degli alibi ristoratori: viveva nel lusso, se
lo è meritato! Come osserva acutamente
Enrico Galoppini: “[...] a quando dei servizi speciali sulle regge dei grandi nomi della finanza, dell’economia e dell’editoria “italiane” ed“europee?[...]”.
C'è un segno che, passando spesso
inosservato, indica quanto il governo del Paese preso di mira sia prossimo alla
caduta: quando arriva la CNN
in forze, per quel paese è finita.
Marco Cannavicci - direttore della sezione psicologia militare
della Difesa – ha dedicato uno studio
alle operazioni di guerra psicologica
(PSYOPs) nei conflitti asimmetrici e un paragrafo è dedicato proprio al ruolo della CNN nelle cosiddette “guerre umanitarie”, vediamone il contenuto: “Anche il canale televisivo
internazionale CNN ha impiegato militari statunitensi specializzati in operazioni
psicologiche. La rivista 'Trouw' ne ha riportato più volte la notizia dopo aver avuto conferma da un
portavoce dell'esercito USA.
I militari potrebbero aver influito sulla maniera
in cui la CNN
forniva notizie sulla crisi nel Kosovo. Membri del personale psyop, soldati e
ufficiali, hanno lavorato alla sede della CNN ad Atlanta tramite il programma
di Formazione nelle Industrie, come ha riferito il maggiore Thomas Collins
della U.S. Army Information Service nel corso di alcune interviste alla stampa
internazionale.
I militari delle psyops lavorano come normali dipendenti della
CNN ed è possibile che abbiano lavorato alla preparazione di materiali
informativi durante la guerra nel Kosovo ed hanno aiutato a produrre delle
notizie.
La pratica di sistemare temporaneamente il personale militare coinvolto
nelle psyops in vari settori esterni della società risale ad alcuni anni fa. I
contratti hanno una durata che varia da due settimane a un anno.
La CNN è la fonte più grande e
più seguita di notizie al mondo. Il personale militare dislocato presso la CNN apparteneva al Quarto
Gruppo per le Operazioni Psicologiche, con base a Fort Bragg nella Carolina del
Nord. Uno dei principali compiti di questo gruppo di circa 1200 persone tra
soldati e ufficiali è di diffondere 'informazioni selezionate'. Le truppe americane
psyops cercano di influenzare l'opinione pubblica e dei media nei conflitti in
cui si dice che siano coinvolti interessi di Stato americani, adoperando
diverse tecniche. Questo gruppo propagandistico ha partecipato alla Guerra del
Golfo, alla guerra in Bosnia e alla crisi nel Kosovo”.
La CNN è stata presa con le mani nella marmellata anche in Siria,
con Anderson Cooper che è stato scoperto a fabbricare false notizie su Damasco
per giustificare l'intervento militare; è notizia di pochi giorni fa che il
presidente venezuelano Nicolas Maduro ha dato l'aut aut alla CNN, accusata
di fomentare le proteste, presentandole come una guerra civile.(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2014/02/21/Venezuela-Maduro-Cnn-propaganda-nera_10117228.html).
Il 22 febbraio, Yanukovich - per
evitare che la situazione esploda – è costretto a firmare una sorta di resa
incondizionata con i tre “paladini dell'opposizione”, nella quale è prevista l'amnistia generale, il ritorno immediato alla costituzione del 2004 che
ridimensiona i poteri presidenziali, e un governo di coalizione con elezioni da
svolgersi entro fine anno; inutile dire che per parlamentari e funzionari
governativi la situazione si fa pericolosa e lo stesso presidente ucraino
decide di lasciare Kiev a bordo di un elicottero.
Nulla più si frappone all'instaurazione
di un regime – questo sì – nato da un “colpo di stato mascherato”; con una
mossa prevedibile, “l’opposizione” ucraina usa la Verkhovna Rada
(il Parlamento ucraino) per
legittimare legalmente l'insurrezione; con la presenza di squadristi armati nei
palazzi delle istituzioni, prima viene fatto dimettere – sotto minaccia - il presidente della Rada, Volodymyr Rybak ,(http://www.voltairenet.org/article182321.html)
sostituito da un fedelissimo della Tymoshenko - Oleksandr Turchinov, avvocato
della stessa - violando ripetutamente la Costituzione in
diverse occasioni: (http://www.voltairenet.org/article182322.html)
l'opposizione ha inizialmente usato l’instabilità e la fuga del governo per
dichiarare opportunisticamente legittimi i contestati voti alla Rada.
Ciò è
accaduto mentre circa la metà dei parlamentari ucraini era assente o in
clandestinità per le violenze e i disordini a Kiev: in altre parole, i leader
dell’opposizione hanno usato l’assenza di circa la metà dei parlamentari nella
Rada per dare una finta legalità al loro colpo di Stato, cogliendo l’occasione
approvando una legge parlamentare che sarebbe stata respinta se tutti i membridella Rada fossero stati presenti e votanti.
16. Il colpo di mano parlamentare ha
consentito di formulare l'accusa di “strage” verso Yanukovich e la liberazione
di Yulia Tymoshenko, che è apparsa in Piazza Indipendenza su una sedia a
rotelle, dando ai più l'impressione di essere un abile escamotage mediatico
per avvalorarne l'immagine di perseguitata;
iI parlamento ucraino intanto designa all’unanimità il filoeuropeo Arsenyi
Yatseniuk primo ministro del governo di transizione; sarà lui a
guidare il governo di unità nazionale che terrà le redini del paese fino alle
elezioni presidenziali anticipate del 25 maggio ed ha già anticipato agli
ucraini ciò che gli darà in dote il “democratico” occidente: "Il tasso di disoccupazione va al galoppo, così come la
fuga degli investimenti. Non abbiamo altra strada che prendere misure
impopolari, come il taglio dei programmi sociali e delle sovvenzioni, la riduzione
delle spese di bilancio".
Ma
che bella coincidenza!
Nella
ormai nota telefonata intercettata della Nuland, il nome di Yatseniuk era il “Manchurian
candidate” degli Stati Uniti
per il governo ucraino, e le coincidenze
(http://www.ilmondo.it/esteri/2014-02-24/ucraina-appello-ban-preservare-unit-del-paese_415492.shtml) diventano
due se consideriamo che Robert Serry - il delegato ONU, ora in Ucraina - era il
nome prescelto dagli USA; le parole di Yatseniuk sono anche propedeutiche
all'arrivo del Fondo Monetario Internazionale – e le coincidenze sono tre
- e Christine
Lagarde fa sapere che la sua
ONLUS è pronta a rispondere alla richiesta d'aiuto avanzata dall'Ucraina: "Le
autorità ucraine mi hanno informato oggi della loro richiesta di aiuto dal Fmi.
Siamo pronti a rispondere e, nei prossimi giorni, invieremo un team a Kiev per
un dialogo preliminare con le autorità. Questo consentirà al Fmi di effettuare
la sua consueta valutazione tecnica e indipendente sulla situazione economica
in Ucraina e, allo stesso tempo, avviare il dialogo sulle riforme alla base
per un programma del Fmi" afferma Lagarde,
sottolineando che il Fmi sta inoltre "discutendo con i nostri partner
internazionali su come meglio aiutare l’Ucraina in un momento critico della sua
storia. Siamo incoraggiati dalle dichiarazioni di appoggio che sono state
espresse". Saprete presto cosa vi aspetta.
17. Il
quadro complessivo è veramente desolante e anche oltreoceano diversi ed
illustri analisti lo confermano; uno dei più autorevoli è Patrick J.
Buchanan - candidato repubblicano
per le Presidenziali del 1992 e 1996 – che in un articolo sul “The American
Conservative” (http://www.theamericanconservative.com/will-mobs-rule-in-ukraine/) trancia una serie di giudizi molto negativi
sull'operato occidentale in Ucraina; Buchanan osserva che gli americani,
nonostante blaterino all'infinito di democrazia, sono pronti a mettere sullo
scaffale la loro devozione ai principi democratici quando questi intralcino la
via al loro Nuovo Ordine Mondiale.
Viene
puntualizzato che Yanukovich vinse le elezioni del 2010 che osservatori
neutrali giudicarono “libere” e “leali”
e adesso - con il pretesto della mancata firma all'Accordo di Associazione -
Stati Uniti e Unione Europea stanno sollevano le folle per destituirlo, con
Kerry e gli europei che mettono sul piatto un “piano di aiuti” per strappare
l'Ucraina a Putin e Buchanan si chiede sarcasticamente: “Ma se l'offerta
di Putin per 15 miliardi di dollari era una tangente, cos'è questa?”
Buchanan
riconosce che il presidente ucraino “sta governando un Paese diviso e non può
essere affatto considerato un tiranno”, avendo dimissionato il Governo, offerto
il ruolo di Primo Ministro all'opposizione e abrogato le leggi contro le
manifestazioni; il politico americano
riconosce inoltre valide le rimostranze della Russia e ammette il ruolo
sovversivo degli USA in Ucraina, quando scrive: “La polizia di sicurezza che ha interrogato i rivoltosi
sembra credere che noi americani siamo dietro a quello che sta succedendo. E
dato il ruolo clandestino del National Endowment for Democracy nelle
“rivoluzioni colorate” di un decennio fa in Europa centrale e orientale, tale
sospetto non è ingiustificato.”
AncheRomano Prodi, dalle colonne del New York Times, ammette che le cause dei disordini a
Kiev sono imputabili a ”radical agents
began to attack police, start fires, seize buildings and create an environment
of destruction [...] which is occupying government buildings and attacking
police officers with guns and explosives. It includes far-right nationalist
groups like Right Sector, a new extremist movement, and Svoboda, an openly
anti-Semitic group that is now the country’s third-largest opposition party” .
Ma perché la
sostanza reale delle cose deve sempre essere relegata nelle pagine, magari
interne, di un quotidiano straniero e in Italia – e in buona parte d' Europa,
invero - tutto quello che ci viene
“spacciato” è roba come questa (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/01/24/il-sogno-di-putin-le-speranze-dei.html) o quest'altra? (http://www.repubblica.it/esteri/2014/02/20/news/obama_incubo_putin-79112484/)
Quando
assistete al crollo dei vostri fortilizieuro-atlantisti, la colpa non sarà stata solo dell'idiosincrasia italiana alla lettura
ma soprattutto della “qualità” dell'informazione offerta, sempre “appecoronata”
ai potenti e attenta a non contrastarne gli instabili umori.
18. Chi
della situazione ucraina ha capito tutto è Laura Boldrini, Presidente della Camera; dopo avere incontrato
Yevhenia Tymoshenko – figlia della pasionaria
– e averne elencate le superiori doti morali, la Boldrini ha affermato
che,”[...]
i giovani in piazza a Kiev ricordano a tutti noi, cittadini europei tra i quali
crescono l'euroscetticismo ed il distacco dalla vita politica, che il progetto
europeo è capace di suscitare grande entusiasmo e di mobilitare masse che
nell'Unione Europea vedono una prospettiva di diritti e sviluppo", serbando
una gragnuola di fuochi d'artificio per l'esaltato e funambolico finale: "La crisi
ucraina ha dimostrato che l'Europa può agire con forza ed in maniera unitaria
per difendere i diritti umani e per contribuire alla stabilità della regione.
Alla vigilia delle elezioni europee, in cui si leveranno le voci di chi predica
un ritorno ai nazionalismi, da Kiev e da Bruxelles giunge la risposta: l'Europa
c'è, e per farne parte c'è chi è disposto a battersi".
19. Dinanzi
ad un'analisi così impeccabile e puntigliosa, alziamo le mani; ci pregiamo – sommessamente, peraltro – ricordare
all'onorevole Boldrini che i NAZIONALISTI, quelli veri, sono già
tornati e stanno proprio a Kiev, ad Atene e in tante altre parti d'Europa;
suvvia Madame, non è elegante e non è nel Suo stile, assai raffinato,
paragonare tante persone dabbene a dei furfanti della peggior risma.
Sembra che Putin – rimasto silente per diversi giorni – abbia le idee
chiare su come muoversi e di quali siano le priorità;
a Sebastopoli, già mercoledì scorso, giravano per la città alcuni blindati
appartenenti al locale Reggimento indipendente di fanti di Marina composto da
1100 uomini a protezione delle istituzioni , e a Simferopoli – capitale della
Crimea – il Parlamento della Repubblica autonoma è presidiato da molti uomini
in mimetica verde, armati di mitragliatrici e privi di mostrine di
riconoscimento che ne garantiscono l'intangibilità; intanto il Primo ministro della Repubblica autonoma di
Crimea, Sergej Aksenov, ha preso il comando temporaneo di tutte le forze
militari ed ha invitato la
Russia a garantire la pace nella Repubblica autonoma di
Crimea: “Mi appello al presidente russo Vladimir Putin per
aiutarci a mantenere la sicurezza per i civili“,
ha detto il Primo ministro.
Nel
frattempo, il presidente russo ha chiesto l’approvazione dalla Camera alta del
Parlamento per inviare le forze armate russe in Ucraina e usare la forza
militare in risposta alle minacce contro i cittadini russi e il pericolo posto
alle basi navali russe in Crimea. Le truppe russe rimarranno fin quando la “situazione
politico-sociale nel Paese sarà normalizzata“, ha detto il
Cremlino. L’approvazione del Consiglio della Federazione è necessaria per
impiegare le forze russe al di fuori del Paese.
Il Consiglio della Federazione della Russia, quindi, ha approvato all’unanimità la richiesta del presidenteVladimir Putin di usare le forze militari russe in Ucraina, per risolvere le
turbolenze nel Paese diviso.
Molte
le reazioni a livello diplomatico; il
Canada ha infatti richiamato il proprio ambasciatore a Mosca e si è unito a
Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia nel condannare le azioni della Russia,
annunciando il boicottaggio dei prossimi incontri preliminari al G8; il segretario di Stato statunitense,
John Kerry, ha messo in guardia Mosca e avvertito che "gli effetti sulle
relazioni Usa-Russia e sullo status internazionale della Russia saranno
profonde".
Fonti accreditate
parlano dell'arrivo in Crimea di circa 6000 soldati russi e il “governo” di
Kiev ha già allertato i riservisti, con Yatseniuk che – in un appello stile “armiamoci
e partite” - ha
ribadito che “il Paese è sull'orlo del disastro” e che “la Russia ha dichiarato
guerra” ; resta da
vedere quanti generali e soprattutto quanti soldati siano disposti a muovere
guerra contro quelli che sono – per molti versi – fratelli, e a seguire gli
ordini di un esecutivo totalmente illegittimo che sta mostrando le prevedibili
contraddizioni; è stata data notizia che domani, 3 marzo, Julia Tymoshenko sarà
a Mosca per interloquire con Putin: è d'uopo ricordare che il Paese è
finanziariamente agli sgoccioli e il debito pregresso dell'Ucraina verso
Gazprom è arrivato a 1,55 miliardi di dollari, ai quali si aggiunge
l'esorbitante cifra di 35 miliardi di dollari necessaria al risanamento del
Paese.
La situazione è ancora estremamente fluida e solo le prossime ore ci
diranno che piega prenderanno gli eventi, ma una cosa è chiara: gli Stati Uniti
e l'Unione Europea hanno scelto un percorso pericoloso nel rovesciare un
governo di un Paese sovrano legato alla Russia da radici culturali,linguistiche
e storiche tanto profonde.
Come si
diceva all'inizio questa è molto più di una mera disputa territoriale, è lo
scontro tra due modi di pensare il Mondo Che Verrà: e se la scelta che ci è
data è quella tra il mondo perennemente deflazionato - incarnato nel TTIP -
presentato dagli ordoliberisti e quella di un moderato benessere nel
segno della sovranità nazionale indicata da Vladimir Putin, be', allora non c'è
proprio partita.
Copio e incollo sotto un commento di un lettore di icebergfinanza:
RispondiEliminahttp://icebergfinanza.finanza.com/2014/03/03/ucraina-crimea-e-la-gentile-sorgenia-la-lenta-reazione-renziana/#comment-44973:
"La situazione in Ucraina è in realtà molto chiara. Ve lo racconta tra gli altri questo signore:
Dr. Paul Craig Roberts – Economist, Co-Founder of Reaganomics
From early 1981 to January 1982 he served as Assistant Secretary of the Treasury for Economic Policy. President Ronald Reagan and Treasury Secretary Donald Regan credited him with a major role in the Economic Recovery Tax Act of 1981, and he was awarded the Treasury Department’s Meritorious Service Award for “outstanding contributions to the formulation of United States economic policy.” Roberts resigned in January 1982 to become the first occupant of the William E. Simon Chair for Economic Policy at the Center for Strategic and International Studies, then part of Georgetown University. He held this position until 1993.
...
bene, Roberts afferma che dopo avere organizzato la rivoluzione arancione del 2004 (fallimento totale) anche questo colpo di stato a Kiev è stato organizzato dai servizi USA come dimostrato dalla telefonata tra Victoria Nuland (Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs) e l’ambasciatore USA a Kiev nella quale discutevano su quali elementi ucraini “moderati” contare e a chi affidare il governo. Questi incompetenti, arroganti ideologi (parole di Roberts) non hanno previsto che l’unica forza organizzata dell’opposizione erano i due partiti neo nazisti che hanno immediatamente sfruttato la situazione per prendere il sopravvento ed emarginare i cosiddetti “moderati” che ora non contano nulla. Questi neo nazisti hanno ammazzato diversi poliziotti a sangue freddo, alcuni sono stati macellati altri bruciati. Il primo atto di governo è stato il divieto di uso della lingua russa e altre provocazioni, saccheggi alle case degli ex gerarchi e altre amenità. Ora il governo USA e i suoi lacchè si trovano nella situazione o di ammettere di essere degli idioti oppure di negare a oltranza mobilitando la propaganda e spingendosi sempre più in là nella provocazione verso i russi. Il 60% degli abitanti della Crimea non solo parla russo ma è cittadino russo in quanto hanno il doppio passaporto. In realtà Putin si sta comportando in modo razionale, vuole trattare con gli europei e spingerli data l’evidenza dei fatti a staccarsi dal “comportamento folle” (parole di Roberts) di una amministrazione USA in balia di idioti neocon. Il rischio è una escalation che metta Putin in condizione di non poter fare altro che andare a un confronto..."
PS:
L'originale articolo di Roberts:
http://www.paulcraigroberts.org/2014/02/20/ukraine-drifting-toward-civil-war-great-power-confrontation/
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47578 (articolo di Roberts tradotto)
Eppure qualcuno dice che gli statunitensi sono pragmatici, mentre i tedeschi sono idealisti...
EliminaE' che i primi sono liberoscambisti (cioè prediligono i rapporti di forza) e i secondi sono ordoliberisti (prediligono punire i popoli)
EliminaA me non sembra ci sia molta differenza: la subcultura statunitense è permeata dalla teologia calvinista, ad esempio il Destino Manifesto o l'eccezionalità.
EliminaInteressantissimo post, che aprirebbe la strada a circa un migliaio di considerazioni e domande. Mi limito a formularne alcune.
RispondiElimina- Questa volta, nella (probabile) nuova guerra fredda, le parti sembrano -incredibilmente- invertirsi. L'orso, quello che "mangia i bambini" (via deflazione), quello dell'informazione ridotta ad agit-prop e della propaganda che nega l'evidenza è -mi costa dirlo, educato per decenni a credere il contrario- proprio l'occidente ordoliberista. Un occidente ordoliberista che sembra veramente raccogliere il peggio del peggio dell'esperienza storica a partire dalla fine del XVIII secolo in poi. E il tutto, per la "cupidigia" di pochi.....
- La vicenda ucraina qui descritta pare dimostrare che ancorché "diversi nelle premesse", l'ordoliberismo e le teorie della "destra" a sfondo storicistico e tradizionalistico (i fascismi, in parole povere), andavano e continuavano ad andare straordinariamente d'accordo. I fascisti, alla fine, fanno sempre comodo e nella nascita della "nuova ucraina democratica" ne sembrano davvero il "braccio secolare".
- L'assalto ordoliberista all'Ucranina come una nuova "operazione barbarossa"? La convergenza di interessi sembra esserci: la NATO arriva alle porte di Mosca, e l'UE è pronta a trasformare il Paese nell'ennesima "zona economica speciale". Una cosa, però, non è stata messa in conto: di fronte, questa volta, c'è chi può reagire. Anche militarmente se necessario: non è forse la guerra, come detto da Clausewitz, la prosecuzione della politica con altri mezzi?
- Una sensazione, però, mi sento di esplicitarla è è su cosa dobbiamo aspettarci, veramente, dagli Stati Uniti. Ripercorrendo gli ultimi 30 anni di storia, ad "avanzare verso est", infatti, sembrano proprio loro! Ed una delle tappe di questa "avanzata", ben potrebbe essere stata la "corruzione ordoliberista" dell'Europa sociale (resa possibile dalle sinergie con le aspirazioni mercantilistiche tedesche). Europa che, una volta "corrotta", viene "usata" come perno per la nuova avanzata.......
Sto sbagliando tutto, o c'è qualcosa di plausibile???
Ultima parte del tutto condivisibile
EliminaSiamo tutti ameriCani....
EliminaIn realtà l'Occidente è sempre stato quello che vediamo oggi: ha solo finto, nella seconda metà del secolo scorso, democrazia e benevolenza per evitare che scoppiassero moti interni dei ceti popolari e venissero appoggiati militarmente dall'URSS.
EliminaGrazie.Cos'altro aggiungere?Al solito,one size fits all.
RispondiEliminaMi limito a fare i complimenti a Riccardo per questa ricca ed esaustiva esposizione. Grazie!
RispondiEliminaCome già fatto in passato contribuisco volentieri al dibattito se ho l'occasione di riportare testimonianze dirette oltre a mie considerazioni.
RispondiEliminaUna giovane collega Julia è di Donetsk Ucraina orientale, padre Ucraino e madre Russa, situazione peraltro non rara a est del paese, dove tutti si sentono profondamente Ucraini e vorrebbero vivere in pace nel loro paese unito.
Molti dei loro parenti vivono attualmente in Russia e gli stanno dicendo di scappare e andare presso di loro in Russia.
La crisi scoppiata il 30 Novembre 2013 con la mancata firma da parte del presidente dell'Accordo di Libero Scambio (DCFTA) con la EU è stata veramente una ferita per tutto il popolo Ucraino che desiderava avvicinarsi all'europa vista da loro come una democrazia parlamentare e foriera di diritti attualmente negati nel paese. Per uscire i cittadini ucraini hanno bisogno di visto e giornalmente devono sottostare a soprusi da parte di un regime presidenziale autoritario e molto corrotto.
Più democrazia e possibilità di scelta gli ucraini lo credono precondizione per migliorare le loro condizioni di vita. In Russia sempre secondo queste testimonianza solo il 30 % della popolazione vive bene mentre il restante 70% della popolazione vive in precarie condizioni economiche, ma nei media vengono mostrate immagini di lusso e benessere non corrispondenti alla realtà. Sempre nei media russi la crisi Ucraina viene descritta come un attacco nazista alla patria russa e ai suoi figli. Nei giorni della rivolta sono state mostrate in TV le immagini dei manifestanti armati di soli bastoni e scudi di lamiera freddati a decine dai cecchini , pare del governo, dopo queste uccisioni sia i poliziotti che i militari che il governo se ne sono andati ritenendo non possibile resistere alla reazione della popolazione sdegnata. Questo quanto riferito dall'Ucraina.
Quindi, secondo me, il popolo Ucraino che vorrebbe vivere in un paese unito e con maggiore democrazia e sovranità si trova strumentalizzato da est e da ovest , mantenuto in condizioni di disagio economico e oppresso da minoranze politiche che si richiamano al regime di Putin o a quello USA-EU, per gli ucraini non sentito come ordoliberista.
E' vero che al momento sia gli Ucraini che i Russi stanno peggio delle popolazioni europee occidentali, dei Greci non so (NDR).
Sicuramente questa situazione viene sapientemente sfruttata per interessi geopolitici sia dalla Russia che dagli USA ma al momento la vincitrice sembra la Germania per il suo metanodotto nordstream e per il ruolo di mediazione con Putin, l'Italia vaso di coccio tra vasi di ferro anche a questo giro perde, siamo alla canna del gas meno male che con l'aggravarsi della crisi non ne uscirà più :(
interessante l'analisi economica e strategica che gli inglesi fanno della situazione UK vs Germany
http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/liamhalligan/10670316/We-should-be-learning-from-Germanys-revival.html
alla fine se si segue l'energia si trovano le motivazioni
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/03/ucraina-una-guerra-per-il-gas-naturale/899897/
Comprendo l'aspirazione a più democrazia, identificandola come standard di libertà da Stato autoritario e corrotto.
EliminaMa è chiaro che se neppure la maggioranza dei cittadini UE si rende conto dell'origine dei suoi problemi nello svuotamento ordoliberista della democrazia, almeno finchè non si ritrova disoccupato o pignorato, è impensabile che gli ucraini se ne rendano conto dall'esterno. Tanto più che ci vuole un pò di tempo dopo l'entrata in UE per realizzare e quando lo si realizza, ci si ritrova in memorabile ondata migratoria
Io quasi quasi mi spingo oltre e, considerato il tutto, forse i Russi farebbero bene a spingersi fino a Kiev per difendere i propri fratelli (beati loro che qualcuno li protegge!); in pratica tralasciando di occupare solo i territori che erano Polonia. Non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto plaudire i carri armati Russi! Ulteriore considerazione: tra i nostri, la Boldrini e' il peggio, del peggio, del peggio del peggio.
RispondiEliminaOddio fino a Kiev magari non è che proprio tutti gli ucraini saranno contenti.
EliminaIn realtà la questione è come mantenere una sorta di stallo per cui l'Ucraina nel suo insieme non debba finire nell'influenza UE-west e, pur con formali democrazia e indipendenza, continui a gravitare nell'area economica (e in prospettiva doganale) creata dalla Russia.
Questa situazione si innesta su contrastanti influenze esterne (cioè attrarre UKR nella NATO vs. interesse militare russo a non essere minacciato ai confini da sistemi d'arma avanzati USA), a tensioni etnico-politiche mai risolte (da secoli), e alla concreta convenienza economica attuale ed in prospettiva.
Certo entrare nell'area UE non è una gran cosa per la schiacciante maggioranza (indipendentemente dall'etnia), ma non se ne possono rendere conto, finchè restano ad uno stadio di democrazia opaca e che fa avvertire diffusa mancanza di libertà.
In realtà, da noi come da loro, il progresso democratico dipende essenzialmente da quanto sia registrabile nelle basi sociali delle rispettive potenze egemoni.
Sempre che non si tenti - da noi- il difficile e almeno parziale recupero del modello costituzionale. Pare poco, ma di questi tempi di dominio finanziario sfrenato, è molto
E' una eccellente analisi, che però per me sopravvaluta un poco il ruolo degli USA nello scenario.
RispondiEliminaA me le loro dichiarazioni e i loro comportamenti non sembrano quelli di un governo che ha organizzato l'ennesima rivoluzione colorata, mi paiono trasudare un'impotenza e disperazione ragguardevoli, come questa manfrina:
http://rt.com/news/kerry-statement-ukraine-unacceptable-605/
La russia piuttosto, é totalmemente nella posizione di gestire un intervento disicuro successo in crimea. E l'UE mediaticamente e geopoliticamente sta facendo una figuraccia colossale. Appoggia esplicitamente movimenti e partiti neonazisti e non ha di fatto alcuna possibilità reale di incidere contro lo strapotere russo, sia strategico, sia militare sia economico (gas etc) in ucraina.
Vedo una russia tornare verso un ruolo di potenza, ma molto diverso da quello che ha rivestito durante la guerra fredda...
Sono d'accordo sulla posizione USA non riducibile al bieco interventismo stay-behihd delle frange neo-cons. Purtroppo, questa è una costante dell'Amm.ne Obama: non riesce a controllare un apparato messo su tra Reagan e Clinton to serve and protect WS e le sue mire.
EliminaA conferma di ciò
http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702304585004579417531612266214?mg=reno64-wsj&url=http%3A%2F%2Fonline.wsj.com%2Farticle%2FSB10001424052702304585004579417531612266214.html
WSJ: Obama admin now believes it made a big mistake by letting Europe take the lead on Ukraine
Il che ce la dice lunga sul lasciare il campo allo stile €uro-ordoliberista: troppa propaganda enfatica e troppa inclinazione a nascondere i fatti all'opinione pubblica. Troppa persino per gli USA
EliminaIo, se provo a far qualcosa e non ci riesco, rimango molto frustrato e nervoso, E se invece trovo 50 € per strada che si rivelano falsi mica mi dispero.
EliminaMa forse sono strano io...
Vi segnalo questo, è un po' lungo ma vale la pena leggerlo.
RispondiEliminaUna sintesi del discorso tenuto da Putin a Valdai segnalata dal lettore Marco S. poco sopra la potete leggere in italiano qui: Cosa-ha-detto-putin-a-valdai
EliminaIl contenuto conferma quanto ben compreso da Riccardo Seremedi.
Nel sito segnalato da luigiza potete trovare (molte a pagamento, ma alcune anche gratis) diversi articoli di politica internazionale molto interessanti. Se cercate nell'archivio troverete anche diversi articoli sulla guerra del 2008 fra Georgia e Russia (ricordate?).
EliminaAllora rilancio e segnalo un altro ottimo blog in italiano che si occupa di geo-politica gestito da persona, certo Antonio de Martini, che per ampiezza di orrizzonte intellettuale, sensibilità e conoscenza dei fatti eguaglia quello dell'ottimo Riccardo Seremedi.
EliminaLink al blog: Il Corriere della Collera
In questi ultimi giorni vi sono apparsi molti articoli che trattano della questione ucraina.
L'importante è che abbia "orizzonte" :-)
Eliminacomplimenti ad una documentata voce fuori dal coro!
RispondiEliminaCerto che lo schema è talmente trito e ritrito....
RispondiEliminaGheddafi e poi Assad (tutti in orbita russa, guarda caso) e oggi Yanukovich. Persino le veline per i giornalisti devono essere standard, visto che a "Prima pagina Mondo" su radio Tre qualche mattina fa la "brava" giornalista che leggeva e commentava i giornali stranieri parlava del deposto presidente apostrofandolo con l' appellattivo di "rais".
No, per dire il livello di zerbinaggio del nostro (e non solo nostro) giornalismo.
RispondiEliminaQualche giorno fa sentivo in tv l' inviato in Russia del Corriere.
Il sunto delle sue parole: "Putin non deve esagerare perchè tanto oggi -grazie allo shellgas- il petrolio e le materie prime di cui dispone la Russia non sono più molto importanti, ci sarà petrolio a basso costo per molto tempo in futuro"
(il che è forse pure vero, almeno in parte)...Ma come? Non ci hanno detto fino a ieri (e anche oggi) che con la nostra liretta non potremmo più permetterci di comprare il petrolio e il gas di cui non disponiamo, perché la globalizzazione/la Cina/"la sete di materie primedelle economie emergenti"/il pick-oil le risorse sarebbero state scarsissime?
Qualsiasi rappresentazione dei fatti interessante -e quella di Riccardo è ottima- ci fa capire che il problema della democrazia è l'informazione mediatica.
EliminaE il susseguente corto circuito con la base ordoliberista di ritorno, livorosa e cosmetizzata, che vive nel culto dell'internazionalismo europeista
Bellissimo pezzo. Grazie.
RispondiEliminaMo lo sfogo: lo vogliamo dire chi ci ha liberato dal nazismo? O facciamo tutti come quel Grillo di un Benigni che nella "Vita è bella" ha fatto liberare Auschwitz dagli Yankee?
Mia moglie, preoccupata dagli eventi di cui è costretta a occuparsene a causa dell'improvvisa contrazione della domanda russa e ucraina, si è presentata, commossa, con una foto che pochi al mondo possono vantare: suo nonno in centro al gruppo di commilitoni sul tetto del Reichstag e sul cui sfondo sventola la bandiera rossa appena issata. Qella bandiera ha un valore che quella pezza da kulo che sventola sulla luna dovrebbe impallidire dalla vergogna.
Carissimo 48, come sai non ho grande stima degli anglosassoni e in particolare degli statunitensi e, forse, son condizionato; ma nell'ipotesi frattalica, se ci sarà un qualche Roosvelt, credo che, anche questa volta, parlerà una gloriosa lingua slava.
p.s. Il discorso di Putin sembra scritto da un Bazaar in contemplazione mistica alla Florentzkj... ;-)
Essere visceralmente anti-USA non è nè ragionevole nè giustificato dai fatti complessivi dell'interazione con l'Europa.
EliminaPerò confesso che l'ipotesi frattalica ristagna: il segnale di democrazia e di new deal non arriva.
Roosvelt non pare all'orizzonte. Nemmeno Casablanca.
Però poi la storia non è semplificabile su eventi simbolo che ci raccontiamo estrapolandoli.
Bé, dai, anti-USA non mi sento... mi sento PRO-Europa in quanto rigetto il modernismo teconologico e "sradicato" e il liberismo anglosassone come strumenti anti-umani. Certo è che un'espressione di pathos, se fotografata nell'istante in cui si manifesta, non rappresenta un' "analisi equilibrata"... :-)
RispondiElimina(Un Bazaar con velleità impressioniste)
Trovo interessante questo commento : quando qualcuno , forte, mostra i muscoli, l'occidente batte in ritirata, troppe bolle, ha troppo da perdere http://www.rischiocalcolato.it/2014/03/la-fine-della-supremazia-occidentale-ovvero-la-fine-del-dollaro.html
RispondiElimina. Ma non è tutto qui. Continue tracce di vita dagli USA, puntualmente ignorate dagli €urofolli
Eliminahttp://www.nationspresse.info/mondialisme/atlantisme/ukraine-lex-ambassadeur-americain-en-russie-jack-matlock-critique-obama
+WSJ: Obama admin now believes it made a big mistake by letting Europe take the lead on Ukraine v. risposta a Mattia.
Insomma, il disastro a ogni costo rimane una prerogativa ordoliberista applicata con tutta l'ottusità dei crukki e truppe cammellate, che avrebbero puto benissimo evitarlose solo avessero richiamato, che dire l'art.4 par.2 TUE, invece di osffiare su un fuoco che non sanno/vogliono poi domare
Mi scuso per andare un poco fuori tema ma c'e' una puntualizzazione che vorrei fare da diverso tempo.
RispondiEliminaA volte mi sembra che il discorso dei diritti cosmetici, che formalmente condivido, sia fatto per argomentare non che la semplice concessione di diritti passivi non sia sufficiente, ma che questi diritti siano parte dell'armamentario del "Washington/Berlin consensus" per distruggere il tessuto sociale ed economico ed eliminare definitivamente la social-democrazia.
In questo senso l'opposizione a nuovi diritti e' conservatrice, non progressista, e non e' distinguibile da quella degli estremisti religiosi in Arizona, per dire.
Quello che io intendo per diritto cosmetico, invece, e la limitazione della lotta emancipatoria a una semplice "identity politics" che ottenuto il contentino piu' o meno simbolico (e in molti casi si tratta comunque di giganteschi passi in avanti, non dimentichiamolo) si ritira nella sua sfera personale e abbandona la lotta politica.
L'abbandono del diritto cosmetico vorrebbe quindi dire ritornare agli originali movimenti di liberazione (e.g. gay liberation movement) che vedevano la discriminazione di genere, di razza e via dicendo come necessariamente collegata agli squilibri di classe e quindi univano la lotta economica a quella emancipatoria.
Notare che questi movimenti erano molto piu' radicali nella ridefinizione ad esempio del concetto di famiglia, vedendo un certo complesso di valori sociali come espressione morale delle discriminazioni economiche e quindi una perpetuazione del potere neo-liberale.
In altre parole:
But there has never been a left case for gay marriage. Nothing that the left, progressives, or liberals have stated in support of gay marriage has ever been anything but a profoundly conservative argument. Gays and lesbians should be allowed to marry for healthcare? That simply shores up the power of the neoliberal state, compelling people to marry and take on the burden for their own care, instead of creating, for instance, a system that grants life-saving benefits to everyone, regardless of marital status. This is a matter of “simple equality?” How is a system that systematically denies those same benefits to single people ever anything but fundamentally unequal? Denying marriage to some is denying them their ability to love or to have their love affirmed? If your love depends upon the recognition of the state, your relationship is in greater trouble than you think.
http://www.yasminnair.net/content/gay-marriage-conservative-cause
Per me, una vera lotta di sinistra per il riprisitino della social-democrazia non puo' prescindere da queste radicali ridefinizioni di ruoli sociali che espandano diritti concreti a tutte le fasce oppresse della popolazione.
Non voglio certo il ritorno al PCI omofobo.
Ma non sono sicuro che questa posizione sia condivisa anche da chi si professa veramente di sinistra (e quindi anti-euro).
Scusate per la digressione.
Sull'Ucraina voglio dire una sola cosa: per me la situazione e' molto piu' sfumata, e non vedo certo questo paradiso in attesa fra le braccia dei Russi. Gli Ucraini che sono scesi in piazza a Maidan l'hanno fatto anche di fronte a questo:
https://www.google.co.uk/publicdata/explore?ds=d5bncppjof8f9_&met_y=ny_gdp_mktp_cd&hl=en&dl=en&idim=country:POL:UKR:NOR#!ctype=l&strail=false&bcs=d&nselm=h&met_y=ny_gdp_pcap_pp_kd&scale_y=lin&ind_y=false&rdim=region&idim=country:POL:UKR&ifdim=region&hl=en_US&dl=en&ind=false
I diritti di Quarta generazione hanno senz'altro piena dignità: essi però sono già contenuti nelle enunciazioni sulla eguaglianza sostanziale.
EliminaGià la loro attualizzazione in forma esplicita risente di un contagio propagandistico internazionalista-pop, funzionale al liberismo e che OSCURA ciò che con l'EVOLUZIONE DEL COSTUME SOCIALE, GIA' ERA RISOLVIBILE DALLA COSTITUZIONE. Già il fatto che si unifichi il discorso prescindendone e su un paradigma normativo immaginario e per lo più internazionalista (negli assunti), DOVREBBE FARCI INSOSPETTIRE.
Diventano cosmetici, cioè apparenti rivendicazioni, ipocrisia dissimulatoria di altre AZIONI POLITICo-ECONOMICHE, quando sono a costo zero (cioè non implicano spesa pubblica, e distraggono dalla distruzione del welfare generale di TUTTI), e quando sostituiscono, in forma di facciata ogni residua traccia di tutela effettiva del lavoro (di TUTTI).
Questo è in sintesi quanto qui affermato (nel blog) e sviluppato nel libro: forse non lo hai letto (per carità) altrimenti non avresti proposto queste obiezioni.
Che la sinistra, come reale rappresentanza partitica, sia anti-euro è un pò forte: che lo debba essere (teoricamente) è il vero problema. La propaganda mediatica rende ormai, anche rispetto alla base, non riconoscibili posizioni di sinistra in senso proprio. L'ordoliberismo si è radicato fino a divenire un fenomeno "di ritorno", di psicologia collettiva (livorosa anti-Stato burocrazia: quella stessa che gli ordoliberisti hanno stratificato e resa ingestibile, deliberatamente).
Sulla complessità (relativa: basta voler informarsi) della situaz ucraina, infine, invito a vedere la varietà delle posizioni espresse nei commenti.
Il post, a sua volta, mostra fatti rilevanti per farsi un'opinione, magari innescandola su adeguate conoscense storico-culturali. Ed è molto di questi tempi
Une petite intégration:
RispondiEliminaIl sempre impagabile Thierri Meyssan ha spulciato tra le "nuove proposte" del governo Yatseniuk: tralasciando l'ovvia preponderanza di "Svoboda", scopriamo che il vicesegretario del Consiglio nazionale sicurezza e difesa è Dmitrij Jarosh, colui che interpretava l'attivista nudo - umiliato dalla polizia - nel video fasullo di febbraio, a cui si aggiunge il neo Ministro della Gioventù e dello Sport, Dmitro Bulatov, che non ha bisogno di presentazioni.
Grazie a tutti per il vostro apprezzamento.
Una chicca: chi ha bisogno di fiction? Il codice da Vinci per pirla (ancora di più), Macchiavelli per propagandisti euro-puddini (cioè pronti sempre a volerci cascare)
EliminaPeriodicamente soggiorno in Russia, da 5 anni..poco certo, ma un'idea me la sono fatta. Problemi? Diversi...ma meno male che Vladimir c'è. Anche per noi. Grazie Seremedi per l'analisi in controtendenza come per tutto il blog veramente spessissimo e ricostituente.
RispondiEliminaMagistrale. Da studiare punto per punto.
RispondiEliminaA proposito di Ucraina: nel gruppo di discussione Fbook a cui appartengo, costituita in grandissima parte da piddini-pidini-pudini, circa dieci giorni fa ho chiesto al pià prolifico postatore, laico ecc ecc, come mai se in Ucraina ci sono proteste di piazza, chiamiamole così, va tutto bene e invece se i GRECI, così per partito preso da tempo scrivo, si ribellano, li si condanna.
La risposta, non contestata da alcuno tranne me, è stata che in Ucraina c'era la dittatura e invece la Grecia è una democrazia.
Ho ricordato fatti GRECI non tanto vecchi come la destituzione del governo, e in generale la differenza tra democrazia formale e una attuata e operativa, nella quale un governo NON affama e non ammazza i suoi cittadini.
Al momento non mi risultano risposte dal postatore laico, libertario, europeista and so on, con studi che qualcosa dovrebbero avergli insegnato - laurea in giurisprudenza - e anche assente alla presentazione genovese del 21 febbraio di un libro che, sul tema, "qualcosa" chiarisce ;)
Forse assente per lavoro che ha, e meno male, ma assente proprio sempre, anche di fronte a un discorsino semplice come il mio.
L'ultima perla è che alla GRECIA un po' di austerità ha fatto bene anche se si è esagerato, ma mi dici in quale altro modo avrebbero dovuto fare?
Eh, già.
"Ah be', sì be' / E sempre allegri bisogna stare...."
Sai Adriana, la questione della Grecia si riduce a "quanti puddo-piddini gli sono rimasti?" Se credono ancora a Tsipras non hanno ancora capito abbastanza. E cosa mai li dovrebbe ancora convincere?
EliminaProbabilmente anche lì il contollo mediatico è fortissimo. E probabilmente, a differenza dell'Ucraina, non hanno avuto agitatori esteri pronti a pagare lautamente movimenti di ribellione e dimostranti un tanto al kg.
La cosa è deprimente.
In pratica, come è sospettabile per le primavere arabe, a un certo livello di abbrutimento sociale, l'unico movimento popolare duraturo e potente è quello finanziato e manovrato dall'estero da chi ne ha le risorse finanziarie. E l'oscuro interesse a farlo.
Almeno finchè la fame/disperazione non sia vera e maggioritaria nella base sociale.
Certo in Italia, col travolgimento del bene-casa (ancora non abbiamo visto nulla) e la crescente disoccupazione, il sistema mediatico avrà difficoltà. E non solo su FB.
Eh già.
RispondiEliminaSaluti.
Scusa gli errori di battitura e ancora grazie per la bella giornata del libro.
Ogni cosa è illuminata, pensava un giovane ragazzo che andava in Ucraina in cerca della donna che aveva salvato suo nonno.....e aveva trovato le scatole della memoria. Perchè nelle scatole si mette tutto, anche le persone. Cosa sappiamo noi dell'Ucraina? Noi sappiamo quello che ci dicono le badanti ucraine :)
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