venerdì 12 settembre 2014

LA MACCHINA DEL LIVORE. (Ormai inarrestabile?)




Come spesso accade, Lorenzo Carnimeo segnala una tendenza sintomatica del collasso finale del sistema attuale.
Insomma, a un certo livello, gli stessi organi di stampa che hanno alimentato l'ondata livorosa che ha accecato l'opinione di massa ("pubblica", nel senso di "informata", come sappiamo, ormai non è più), distogliendola dal comprendere correttamente le cause effettive dell'ondata di impoverimento e di disoccupazione che ha colpito l'Italia, (in nome del "vincolo €st€rno"), paiono avere tracce iniziali di "orore di se stessi" (Petrolini dixit).

Ora, come molti (o almeno alcuni) sapranno, ieri insieme a Antonio Rinaldi, Marco Mori e Maurizio Gustinicchi (quali rappresentanti di Riscossa Italiana), ci siamo recati al Senato, all'aula riunioni del M5S, per parlare di Costituzione e piccole imprese.
La discussione che ci è stata consentita è stata apprezzabilmente aperta e approfondita. 
Nondimeno, tra gli intervenuti, non mancava chi riteneva, con toni accesi di constestazione, che, in definitiva, l'economia (e, se per questo, neppure la illustrazione del rispettivo significato di Costituzione e Trattati), non  spiegasse in termini "pratici" la crisi italiana, perchè, ci è parso di capire tra le acute grida, la sua causa principale sarebbe la corruzione.
Questa posizione è stata sostenuta in base all'argomento che ciascuno espone, sempre e comunque, mere opinioni personali, e, quindi, qualunque visione, a prescindere dai dati, dalle analisi economiche e giuridiche, dallo studio di variabili e loro correlazioni, avrebbe pari dignità
Di più: in pratica, poichè ogni approccio scientifico, - condotto su eventi e serie storico-economiche ed analisi giuridico-istituzionali- avrebbe l'effetto intollerabile di contrastare la conclusione soggettiva, ma a quanto pare inconstestabile, che la corruzione (ovviamente inclusa la "Mafia al potere") avrebbe una relazione causale decisiva con la crisi, e la disoccupazione, l'approccio stesso sarebbe colpevole di "inconciliabilità" con la tesi della corruzione, che è validabile a priori. 
Ciò in base all'essenziale argomentazione che tale tesi avrebbe valore "pratico" mentre le analisi scientifiche - e le politiche economico-fiscali auspicabili che ne scaturirebbero- sarebbero mera teoria.

Peccato che questa suggestiva tesi, ovviamente non teorica ma dotata di autoproclamata superiorità pratica, lasci intatta l'applicazione inesorabile della TEORIA ECONOMICA CHE E' ALLA BASE DELLE POLITICHE ATTUALMENTE SEGUITE IN EUROPA, fornendogli una gigantesca copertura politica e, date le sue premesse cognitive, oggettivamente sub-culturale. Cioè questa visione così pratica, è intrinsecamente ausiliaria e rafforzatrice di una specifica "teoria" e ne rigetta, a-prioristicamente, un'altra, quella legata alla Costituzione.

Sulla non quantificabilità della corruzione, in assenza della cui esatta stima sarebbe quantomeno avventuroso dargli questa efficienza causale, nonchè sulla funzione ed evoluzione del fenomeno corruttivo in relazione ai diversi modelli applicati in campo economico ed istituzionale, abbiamo detto qui e qui.
Sui rimedi, immediatamente perseguibili, eppure stranamente mai perseguiti, a questo sicuramente deprecabile fenomeno, abbiamo fatto cenno qui: e siamo sempre in attesa di poter approfondire il discorso con le numerose ulteriori soluzioni, che si attualizzerebbero in caso di risoluzione della crisi e di ritorno alla fisiologia della democrazia (sostanziale non come metodo "idraulico")..
Voi lettori, sicuramente li avrete letti, questi post, con occhio attento e desideroso di capire, ma disperiamo che proporli ad interlocutori così predisposti abbia una qualche forma di utilità.
Vedremo.

Intanto, persino da Nomisma, - con un ritardo rapportabile al fatto che le politiche di consolidamento fiscale, e di prevenzione-correzione degli squilibri commerciali dell'area UEM, non partono negli ultimi tre anni, ma dalla "convergenza" su Maastricht, cioè almeno da quando, in omaggio agli obiettivi fiscali di indebitamento e debito pubblico, "fruttano" all'Italia un saldo primario (risparmio pubblico sicuramente sottratto alla domanda) che, cumulativamente, non ha pari al mondo - si parla in modo fortemente critico di politiche ostinatamente deflattive e di conseguente output-gap.
[Verità 10] Dal 1996 ad oggi l’Italia ha prodotto il più alto avanzo primario statale cumulato della storia: 591 miliardi di euro correnti, ben 220 miliardi in più della virtuosa Germania (dati Commissione Europea).
Cosa che ha a che vedere con l'ammontare degli interessi sul debito conseguente a "vincolo esterno", combinato con l'anticipazione unilaterale della Banca centrale indipendente dovuta al divorzio tesoro-bankitalia del 1981.

Solo che, appunto, l'output-gap, che non è mai un fenomeno positivo in termini di utilizzazione e allocazione dei fattori della produzione nazionali, si è appunto manifestato molto prima, e sempre in termini negativi per occupazione e crescita, del periodo di consolidamento fiscale a carico dei soli paesi debitori culminato nel six-packs e nel fiscal-compact (e quindi nel pareggio di bilancio).
Insomma: se la disuguaglianza tra S e I si verifica in misura notevole per via di sistematico e prolungato intervento fiscale, non ci si può stupire se ciò, inevitabilmente, sfoci in una grave crisi da domanda. Irrisolvibile se la cura poi siano insistite supply side e inasprimento delle stesse politiche fiscali!
Tra l'altro, lo studio si azzarda a suggerire che la BCE dovrebbe procedere ad acquisti diretti - con relativa monetizzazione!- dei titoli del debito sovrano degli Stati UEM: con ciò sconfessando la clausola fondamentale dell'art.123 del TFUE, elemento pattizio che, senza ipocrisie, non è caduto casualmente dal cielo, ma è da considerarsi precondizione essenziale della partecipazione tedesca alla stessa UE!
Rimane che il contenuto di questo studio di Nomisma è indicativo che la "lezione livorosa" è abbandonata persino nelle roccaforti dell'europeismo e del "vincolo esterno".
Il problema, a livello politico come pure mediatico (v.sopra), è che scatenate le legioni della rabbia e della lotta tra impoveriti, come in ogni apocalisse che si rispetti, il successivo "esorcismo" può risultare quasi impossibile.
Ammesso che lo si voglia fare.

27 commenti:

  1. Ciao Luciano,
    prima o poi chi conosce la teoria economica, dovrà venire a patti con la realtà.
    Basta leggere quanto scritto da Nomisma, ma anche i vari Zingales, Giavazzi etc. anche se in varia misura temporale.
    Purtroppo la corruzione è lo specchietto per le allodole ( o i fessi, spiace ma è così ), attrae 2 categorie di non pensanti: 1) i perbenisti, e 2) i gli stolti ovvero chi sa di sapere.
    Personalmente non potrei mai aggiungere una sola parola al dibattito, zoprattutto per la qualità e quantità di materiale riportato da te e da altri readers del blog.

    Sulla spesa pubblica, c'é di tutto di più, ma tralasciando per un attimo il ruolo del vincolo esterno come peso sulla nostra economia, mi piacerebbe riportare quanto scritto da un nostro grande economista morto di recente: Augusto Graziani.
    Nel suo libro, Teoria Economica Macroeconomia, ad un certo punto del capitolo dedicato ai recdnti filoni ( Davidson e Minsky ) interpretativi ed estensivi del pensiero keynesiano, nella critica al modello di economia senza settore pubblico di Davidson, dice testualmente:

    "..il secondo aspettoriguarda la spesa pubblica e le sue funzioni monetarie. Si tratta di un aspetto strettamente concatenato con quello precedente, al punto a [ sul rapporto di dipendenza finanziaria delle imprese al sistema bancario ].
    Il modello di Davidson considera il solo settore privato, il che, in linea di principio è perfettamente legittimo. Tuttavia, come abbiamo visto, il modello conduce correttamente a concludere che l'indebitamento delle imprese verso le banche cresce ontinuamente.
    Di fatto, una delle funzioni della spesa pubblica effettuata in disavanzo,è proprio quella di fornire alle imprese la liquidità necessaria per rimborsare i debiti verso le banche.
    Il fatto di trascurare la presenza [ o nel caso ad una riduzione *] della spesa pubblica non rappresenta quindi una mera semplificazione del ragionamento, ma conduce a trascurare UNA DELLE FUNZIONI PIù RILEVANTI cui la spesa pubblica assolve in un'economia monetaria."
    Ora, secondo i puri e i livorosi, se hai una forte infezione al dito, non si deve curare ma è il dito che va tagliato!
    Più nazista di così si muore.

    Ps: * quanto scritto in parentesi quadra, è una mia aggiunta, anche se avulsa dall' analisi del contesto.
    L'importanza dello Stato come regolatore è troppo importante, e non certo un suo ridimensionamento , farebbe migliorare le cose, anzi grazie alla deregolamentazione finanziaria d3gli ultimi 30 anni, ne stiamo pagando le conseguenze.

    Dico quindi più stato, soprattutto nel settore bancario, con funzione anticiclica dello stesso.
    Ovviamente e soprattutto fuori dall'euro.

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    1. Aggiungerei Acocella, Fondamenti di politica economica, pagg.456-460.
      E Minsky sulle limitazioni al deficit (in quanto è anche la fondamentale garanzia pubblica sui depositi privati nel sistema bancario)
      Ma il problema della "irrettrattabilità" degli EFFETTI POLITICI della propaganda ordoliberista relativa alla "corruzione", come inevitabile pendant della spesapubblicaiproduttiva, rende il "prima o poi" un problema terribilmente serio. Per risolvere il quale temo che i tempi si riveleranno più lunghi di quanto non sia urgentemente ncessario...

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  2. come Galileo che va a spiegare che la Terra ruota intorno al Sole...

    prima fase: rifiuto.

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  3. Peraltro, l'articolo da me segnalato circoscrive -strumentalmente- a Renzi un fenomeno, "l'invidia sociale trasferita ai piani bassi", che va avanti almeno dal 2010, e con forte vigore a partire dall'insediamento di Monti.

    L'obiezione ricevuta in Senato si rifà poi a quella che Bagnai chiama "la legge di Travaglio". La corruzione (intesa in senso "tout court", come sinonimo di illegalità dilagante), spiegherebbe tutto.
    Ora, al di là delle analisi condotte qui e da Bagnai, la "legge di Travaglio" corruzione=crisi è un principio talmente debole che a demolirlo è sufficiente anche una obiezione "terra-terra".
    Se la legge di Travaglio fosse vera, infatti, il boom economico degli anni '60, ad esempio, non ci sarebbe mai stato: come avrebbe potuto esserci in un Paese dominato dalla speculazione edilizia (quei tempi, poi...), dalle mafie (c'erano anche allora), da tentativi di golpe (De Lorenzo & C.), e quant'altro?
    E come mai non siamo falliti negli anni '70 (Golpe Borghese, inflazione a due cifre, Sindona, P2 che faceva il buono ed il cattivo tempo, le procure che venivano chiamate "i porti delle nebbie"....a proposito di giustizia inefficiente), e nei primi '80 (Sotto il governo di un tale Forlani, si dovette addirittura chiudere la Borsa, se non erro....)?
    Possibile che stiamo fallendo, economicamente e moralmente, solo dopo 20 anni di moralizzazione €uropea? Non dovremmo, al contrario, essere migliori di allora?
    Allora, forse, la correlazione è proprio tra corruzione e la predetta moralizzazione €uropea. Del resto, per una politica de-sovranizzata e de-responsabilizzata che vive solo di consenso e costantemente preoccupata di sopravvivere giustificando se stessa, non è che di scelte ne rimangano molte, se non quella di indirizzare le risorse non dove serve, ma dove ti eleggono (o ti aiutano ad essere eletto)......

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    1. Non vorrei riciamare ancora una volta il post "'a corruzione e il fogno...".
      Ma ti assicuro che nessuna obiezione di nessun tipo pareva far minimamente breccia nel caso specifico...Assolutamente prevalente risultava il "permeismo"...

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    2. In un certo senso credo che i "corrrruzzzionisti" (potremmo chiamarli così), non siano tanto diversi dai fanatici religiosi. La loro "dottrina della corruzione" è un dogma, che nessuna verità scientifica può scalfire.
      Fossimo vissuti 4 secoli fa con "loro" al potere, adesso saremmo sul rogo condannati per eresia......

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    3. Immagine raccapricciante, ma molto efficace e condivisibile.
      In realtà, per taluni tizi, cambia il vestito ( ieri la religione, oggi altro ), ma la sostanza ( fanatismo ) è sempre la stessa.
      Solo uno shock devastante può indurre un fanatico a cambiare direzione.
      E presto arriverà inevitabilmente, se si continua a vedere la spesa pubblica come un costo e non come un componente positivo del pil, e l' euro come il salvatore dei nostri mali attuali e passati.

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    4. Col Ciardello ho una identità di vedute che mi sorprende sempre.
      Io sono fiducioso perché in questi ultimi anni "gli esperti della finanza globale" (ammanitici dai media) assomigliano sempre più a quel generale di Saddam che faceva un video per rassicurare gli irakeni mentre alle sue spalle, nonostante un disperato tentativo di stringere il primo piano, si vedevano nuvole di fumo.
      Osservando gli eurocrati e i loro lacché in tv ho avuto come l' impressione di capire cosa provassero tanti cittadini sovietici negli anni '80, tipo quando li "informavano" del disastro di Chernobil...

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    5. Il solito inguaribile romantico...
      Persino Sapir prende atto della euro-irrealtà (persino) di Montebourg, oggi...Siamo più indietro dei cittadini sovietici dell'epoca (a livello di senso condiviso almeno)

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    6. Indubbiamente ci mancano le barzellette antiregime, ma non saprei se la loro funzione fosse di critica o di sfogo; in ogni caso oggi ci chiedono di essere molto seri e cattivi... a volte conviene stare attenti a cosa si chiede...
      Interessante quanto riferisce Vito Lops (cito da un commento su Goofynomics).

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    7. Ma poi pensano di avere l'uomo giusto per battere i pugni sul tavolo.
      O gli altri sondaggi (preferenze elettorali) sono falsi, o le stesse persone non hanno fatto elementari collegamenti e denunciano generico malcontento...Anche se prima o poi, sarà inarginabile (specie se potranno constatare gli effetti dei tagli che invocano...dopo aver pagato TASI-IMU)

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    8. E comunque, si: il luogocomunismo corruzionista, è saldamente al comando ai "piani alti"...

      http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/24/pil-cantone-italia-a-crescita-zero-tutta-colpa-della-corruzione/1070221/

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  4. Ciao Quarantotto, premesso che fra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il mare, ti chiedo se a livello comunicativo ( io sono vicino allo zero assoluto) quando ti trovi dinnanzi ai corruzzionisti come li chiama Lorenzo, non sia meglio assecondarli, darli ragione, spostando però l'obiettivo dallo Stato alla Finanza.
    Per esempio il divieto alla banca cemtrale di monetizzare il debito ( sempre caldeggiato dai grandi media), permettendo così alla grande Finanza un indebito guadagno a danno dei contribuenti, in pratica un grande spostamento di ricchezza dal lavoro alla finanza, non è un grandissimo caso di corruzione?. Oppure un altro caso di corruzione ( sempre sostenuto dalla stampa per abbattere la corruzione) è stata la svendita delle imprese pubbliche italiane, che si tradusse in un grande obolo alla finanza internazionale? Un altro esempio ( sempre difeso dai grandi media per combattere la corruzione dei partiti) è stato la privatizzazione del sistema bancario. Una banca privata deve fare utili, una pubblica no e gli utili del settore finaziario sono le perdite del settore delle famiglie e delle imprese. Non è anche questo un grande caso di corruzione a favore della finanza?
    Se ho detto delle ingenuità chiedo venia

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    1. ....sfruttare la stessa forza d'urto dell'interlocutore/avversario, lo sbilanciamento, per volgerlo a tuo favore (un principio del judo)...quindi rispondere, pensi che per fare questo o quell'altro (le cose da te citate) , i politici non abbiano preso denaro? E far presente che, si mormora, il fmi abbia fondi riservati in nero.

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  5. A quei sapientoni che in sala attribuivano alla corruzione la causa principale della crisi, era sfuggito l'articolo http://economia.panorama.it/tedeschi-mazzettari-incalliti

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  6. Ciao Caposaldo sperando di non intorcigliarmi nel mio pensiero, lo schema potrebbe essere il seguente: prendendo atto che i corruzzionisti vedono solo una facciata della moneta, il corrotto, ed ignorano sempre l'altra faccia, il corruttore, li si potrebbe far notare:
    A) che il corruttore è la grande finanza
    B) che la grande finanza si è comprata la Politica, i media, l'Accademia e financo anche i sindacati
    C) se loro difendono Maastricht e suo figlio l' euro , sono schierati automaticamente con la Grande corruttrice, in quanto i trattatti istitutori dell'unione sono un abito fatto su misura del grande capitale e contro il lavoro
    D) per cui loro ( i corruzzionisti) si trovano nell'incomoda veste di essere i fustigatori della corruzione ( assomigliano alla Santa Inquisizione) e nello stesso tempo sono schierati a favore della grande finanza che è la Generatrice della corruzione.
    E) che si mettessero d'accordo con se stessi.

    Poi queste cose bisognerebbe avere la capacità di dirle con molta calma e con il sorriso in bocca, purtroppo io invece sono un Tir che ti viene adosso e sono così calmo che divento rosso dalla foga che ci metto..

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    1. Ah ah ah, naturalmente e' molto piu' facile convincere quelli delle classi piu' umili che hanno gia' sperimentato sulla propria pelle (edili, giardinieri ecc.) ,cito sempre il fondo salva banche tedesche e francesi spiegando il meccanismo. Anzi ieri, intervenendo in goofynomics, ho poi riflettuto che manca, da affiancare a questi meravigliosi blog di 48, Bagnai, Mazzalai, Carmen ecc., un'altro che potremmo chiamare ITALIACOLONIA....ci vorrebbe una persona ben preparata e con tempo, un caccoloso proprio, che andasse a cercare i trattati ed accordi capestro con i danni presumibili provocati...partendo dal fiscal compact, quote latte, trattati su pesca e agricoltura, infrangimenti tedeschi delle regole, e soprattutto della royalty coloniale per eccellenza, il fondo salva banche tedesche e francesi; bisognerebbe trovare le quote di interessi che poi le banche greche spagnole portoghesi girano annualmente alle consorelle bildelberg alemanne e francesi...gli ingressi stranieri negli azionariati italiani, e per contro i divieti tedeschi e francesi per le nostre imprese da loro, le strane regole eba e bce che penalizzano sempre solo il nostro sistema e mai la carta straccia di deutsche bank & c., e via via riportati, con articoli ad hoc attuali, i cedimenti del governo italiano passo dopo passo...in un angolo del blog ci vorrebbe un contatore tipo debito pubblico americano, che riporti in tempo aggiornato il conto danni e i nostri versamenti ai fondo salva banche, visto che li fanno di soppiatto tutti i mesi(o settimane?)....e quindi il contatore del vaso comunicante debito pubblico italiano che sale corrispondentemente....in pratica, poi, i "nostri " blog le scrivono queste cose, ci vorrebbe qualcuno che le riassumesse....

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    2. È una buona idea. Che esige pazienza certosina da entomologo. Ne parlerò al comitato scientifico di riscossa italiana. Magari puoi cooperare anche tu...

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    3. E servirebbe anche un blog dedicato alle mirabolanti privatizzazioni ad un settimo (secondo gli analisti più benevoli) del reale valore delle aziende cedute.

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    4. @ Marco di Felice e 48. Gia', a pieno titolo anche il triste capitolo delle privatizzazioni, magari anche nello stesso unico blog...Io sempre letto e mai riportato in un quaderno gli articoli interessanti, purtroppo. Ma ora voglio cominciare. In effetti poi cliccando su qualsiasi argomento, qualcosa viene sempre fuori...ad esempio googlando quote latte la fregatura http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CCMQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.trentinolibero.it%2Fmagazine%2Ftrentino-magazine%2Fattualita%2F7088-le-quote-latte-una-fregatura.html&ei=6SIWVM6CDYmJOPSwgNgD&usg=AFQjCNEnvrBwIZO88bkjKltE0j9fhoH7WQ&sig2=kiEo7v8VwW0aZS39fOyMSw&bvm=bv.75097201,d.ZWU
      si comprende le origini del problema e quanto e' costato (per fortuna questo sistema sovietico, decisamente fallito, finira' nel 2015). Se si trovasse una o piu' persone all'altezza, disposte a curare il blog ad hoc (dal titolo "provvisorio", Italiacolonia) ed a valutare e poi pubblicare articoli interessanti degli argomenti in questione, vari lettori potrebbero contribuire, segnalando i link o propri post prima di tutto sulla mail riservata del blog....un lavoro di squadra..

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  7. IL DITTATORE DEMOCRATICO

    “Apro un giornale e leggo che di giusti al mondo non ce nè”.

    Neppure il “volto silvano” di D’Annunzio si sarebbe inerpicato sul neologismo distopico del “re degli ignoranti” dato in pasto al popolo dal sacerdote interessato al “naufragar m’è dolce in questo mare”.

    Una Storia che diventa sempre più spessa e occorre dar fonda alla minima mercatalia concessa per dare un necessitato VERITIERO agli accadimenti che risultano essere sempre più ACCERTATIVI.

    In altre parole, a zia T.I.N.A. viene ora proposta l’idea che alla DITTATURA DEMOCRATICA, di qualunque colore e interesse, debba essere contrapposta una ululante DEMOCRAZIA DIRETTA veicolare come s’è avuto modo, ahimé, di evidenziare invece che una necessita DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA che coltiva un “sum” consapevole e cogitante.

    S'è perduto il padre (il capitalismo kantiano e l’impresa come luogo etico della mediazione degli interessi, il “regno dei fini”) e la madre (lo Stato costituzionale), alla generazione Telemaco l’augurio - ancora una volta - dell’intervento di Athena per porre fine a questo ingiusto massacro.

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    1. Sono soddisfatto e rasserenato che su Celentano e la sua sub-cultura pop ordoliberista, non possano più nutrirai dubbi. Ovviamente non fra i lettori del fq che sulla inversione dei rapporti causa-effetto e sul riduzionismo e la rimozione dei danni del vincolo esterno dormono sonni tranquilli

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  8. Vorrei porre una domanda in merito alla questione di costituzionalità (art 11)
    Concentrandoci sull'attualità , lasciando stare per un momento tutta la questione di incostituzionale adesione a maastricht , lo stato delle cose è che

    il governo italiano sta facendo leggi di stabilità che impediscano lo sforamento del tetto del 3%
    il governo di altri "contraenti" di maastricht (Francia e Spagna per esempio) non ottemperano a questa clausola

    Questa palese incostituzionalità non potrebbe essere sollevata dai parlamentari o da un giudice?

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    1. Il puntoi è se questa asimmetria di azione all'nterno della "organizzazione internazionale" rispetti o meno la condizione di parità "con gli altri Stati" partecipanti.

      La risposta è no, dato che le condizioni (strutturali e congiunturali) che si dichiarano essere legittimanti di tali differenti politiche, non sono affatto diverse al punto di giustificarle (tutt'altro). Lo attesta il fatto che il debito/PIL di questi paesi aumenta molto più del nostro e neppure la divergenza di crescita giustifica l'esenzione dal tetto al deficit e dalla stessa applicazione del fiscal compact pareggio di bilancio.

      La differenza è talmente eclatante che solo i nostri giornalisti non se ne rendono conto (vederre articolo oggi su La Repubblica che proclama i PIGS fuori pericolo - e non noi- mentre riporta i dati su indebitamento e debito di tali paesi).

      I primi ad opporre la violazione dell'art.11 dovrebbero essere i membri dell'Esecutivo impegnati in questa fase "negoaziale". Poi lo stesso Parlamento, constatando l'inerzia del governo; e ciò anche sollevando un conflitto tra poteri davanti alla Corte costituzionale.
      Ma dati i poteri mediatici e politici attualmente dominanti, si tratta di una pua speculazione teorica...

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    2. "Poi lo stesso Parlamento, constatando l'inerzia del governo; e ciò anche sollevando un conflitto tra poteri davanti alla Corte costituzionale."
      Proprio a questo stavo pensando . In vista della legge di stabilità i parlamentari che si trovassero a dover valutare e votare un provvedimento legislativo che incorre in questo evidente "attrito" costituzionale , non potrebbero sollevare il giudizio della Corte ?
      Quanti parlamentari sarebbero necessari ?

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    3. A proposito di art.11 Cost.... ci riprovo dopo "il riso del Paolo" per le mie poderose competenze giuridiche e la proprietà di linguaggio tipiche del costituzionalista: la sovranità richiamata dall'art.1 Cost. è della medesima "natura" di quella richiamata dall'art.11 Cost.? Nella forma repubblicana di una Democrazia costituzionale, la sovranità popolare costituente l'ente sociale chiamato Stato ed esercitata nei limiti della Costituzione, "coincide" con la sovranità dello Stato nazione esercitata nei limiti del diritto internazionale? Può essere "disgiunta", quindi, la sovranità popolare in una Democrazia costituzionale da quella "nazionale"? L'autonomia "esterna" può essere svincolata dalla "sovranità diffusa pro capite" dei cittadini? Una "cessione" di sovranità contraria all'art.11 non impatta conseguentemente l'art.1 inibendo nel contempo l'obbligo del secondo comma del terzo articolo?

      Se ha un senso - non dico giuridico, ma almeno vagamente politico - questa considerazione, è possibile pensare di risolvere per via democratica l'integrazione europea senza ritornare agli Stati nazionali sovrani, anche mettendo che tutti i governi europei inizino per grazia divina a cooperare?

      Il concetto di "sovranità" in una Democrazia costituzionale non può essere paragonato a livello sociale ciò che è a livello individuale il concetto di libertà?

      Riconoscere il "popolo" come soggetto di diritto positivo come da Carta di Algeri, non è l'unico espediente etico-giuridico in grado di "conciliare il diritto costituzionale con quello internazionale"?

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    4. Le domande sono più che legittime: speravo, nel mio piccolo, di avervi dato risposta con il libro "Euro e/o democrazia costituzionale". Per chi volesse una ripassata intra-blog:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/focus-3-redux.html (inclusa la questione delle "libertà" che assumono, nel costituzionalismo contemporaneo, putroppo in recessione anch'esso, il carattere di "diritti universali di terza generazione").

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