giovedì 23 luglio 2015

LA LOTTA AL FETICCIO E L'INDIFFERENZA SU BANCA CENTRALE INDIPENDENTE E COSTITUZIONE

https://assolocorale.files.wordpress.com/2011/11/pservillo_silouette_phppalmieri_2h.jpg

1. In margine all'analisi critica compiuta da Alberto Bagnai su Goofynomics, relativa alla presa di posizione di Luciano Gallino, così come ai tentativi di dialogo che, con grande pazienza e disponibilità, partono da Sergio Cesaratto, vale la pena di fare alcune riflessioni ulteriori.

In termini pratici, l'azione critica di Alberto e Sergio visualizza la radiografia di una sinistra non più riconoscibile come tale (proprio se riferita alle sue tradizionali coordinate: cioè comprensione dell'assetto dei rapporti di produzione e tutela effettiva della classe lavoratrice): il massimo che si può ottenere (faticosamente e con bassa probabilità di successo) è che da sinistra non  si aggredisca e non si rifiuti chi propone analisi razionali di recupero della democrazia sociale!

2. E' chiaro che chi si identifica, a livello di base, con queste ormai consolidate pulsioni e se ne sente rappresentato/a, soffre della stessa dissonanza cognitiva che abbiamo qui più volte illustrato e che risulta figlia del combinato tra antiberlusconismo inerziale come unico punto autolegittimante identitario e internazionalismo antisovranista, avulso da ogni comprensione effettiva della radice del fenomeno. 
Questi due fenomeni confluenti, infatti, hanno una radice comune: l'induzione mediatica che fa capo all'idea che i nostri problemi siano la corruzione, il clientelismo e le mafie, come fenomeni generatori incontestabili di una disoccupazione, e di una degenerazione del benessere, inarrestabili. 
E tutto ciò ovviamente,  insieme con la contraddittoria spiegazione che il capitalismo sia in sè, in modo generico e avulso dalle concrete condizioni storiche ed istituzionali in cui si manifesta, il male da estirpare. 
Si avversa così, in modo ingannevolmente identitario, un capitalismo astratto, un feticcio nominalistico, al massimo connotato dall'aggiunta "finanziario", avendo solo di  mira le remote ondate di Wall Street. 
Perciò il capitalismo "sfrenato" effettivamente risultante dal disegno di Maastricht, può godere del vantaggio politico, schiacciante, di non essere mai collegato (per precisa scelta politico-ideologica, non certo di sinistra nella sostanza) alle sue forme normativamente imposte dal "vincolo esterno": cioè le forme che effettivamente dobbiamo fronteggiare e che nella realtà agiscono come cause dei problemi che si denunciano, però, in tale modo generico.

3. Ma siccome è invece chiaro, sul piano storico, economico e costituzionale, che queste parole d'ordine esplicative della realtà sono le stesse tradizionalmente promosse dalla strategia ordoliberista - che è poi, appunto, ormai divenuto un liberismo sovranazionale "strategico"- ne dovremmo dedurre che la sinistra formalmente "in campo", non può, nella sostanza, più essere assunta come tale.
La mutazione è arrivata a un tale punto di (paradossale) coesione interna, nella contraddizione rispetto ai suoi originari presupposti e valori identificativi, che è la sua funzione storico-politica a non essere più materialmente presente. E d'altra parte, le condizioni dei lavoratori in Italia, come pure la tipologia di soluzioni messe in campo, forniscono l'evidente riscontro della concreta assenza di una tale funzione.
Rammentiamo, che la prova di questo, - cioè anzitutto, del venir meno di partiti di massa, capaci di rappresentare intere e organiche classi sociali tradizionali- è offerta dal livello di astensionismo nell'elettorato. Così come, anche, dal livello di "apertura" internazionale (avulsa dal saldo delle partite correnti!) di un'economia, allorché questa sia raggiunta attraverso la sistematica scelta politica di aderire a organizzazioni internazionali e ad assetti da trattato in assenza di comprensione del loro contenuto giuridico-economico.

Non è possibile parlare più di democrazia sostanziale, secondo i dettami della nostra Costituzione, e, a maggior ragione, di "sinistra", se non si collocano al primo posto il problema della sovranità costituzionale e del concetto di "indipendenza" della banca centrale.

"...Il grafico più sotto mostra come l'astensionismo sia un presupposto decisivo per consentire l'affermazione dello "Stato minimo", che disattiva la democrazia dei diritti sociali e del "pieno impiego" quali affermati dalle Costituzioni.
Non mi dilungherò oltre su questo fenomeno che rende operativa la dittatura del bis-linguaggio mediatico e la democrazia idraulica, servente del controllo totalitario del liberismo sulle (depotenziate) istituzioni costituzionali.
Sottolineerò, piuttosto, che l'astensionismo diviene, a un certo punto, un effetto perseguito sistematicamente. Esso rappresenta un sintomo dell'efficacia della strategia €uropea dell'ordoliberismo
Un indicatore la cui dimensione è direttamente proporzionale al rafforzamento di questa strategia.

Non a caso, l'astensionismo nasce, in Italia, proprio in relazione alle elezioni per il parlamento europeo, un falso parlamento che non ha alcun potere di effettiva determinazione dell'indirizzo politico, non controlla e non legittima alcun Esecutivo, corrispondente alla maggioranza formatasi in seguito alle elezioni - anche perchè i gruppi politici al suo interno non raccolgono il consenso a seguito di programmi comuni e omogenei in tutti i paesi coinvolti: i gruppi parlamentari sono formati tra forze che si riuniscono ex post, sulla base della mera convenienza dettata dal poter proseguire in sede europea una linea di (mera) visibilità, essenzialmente funzionale a convenienze politiche rivolte alla competizione elettorale interna. 
Quello €uropeo, poi, è un parlamento deprivato di effettivo potere di iniziativa legislativa e di determinazione vincolante dell'agenda politica della stessa Commissione. Prima ancora, tale parlamento non ha avuto alcun ruolo nella determinazione (rigidamente intergovernativa) del quadro dei trattati che, pur essendo accordi di natura liberoscambista, pretendono di assurgere a livello di super-Costituzione, prevalente su quelle nazionali (formatesi a seguito di Poteri Costituenti che riflettono la sovrana volontà popolare).

Dunque, il parlamento europeo, in termini di perseguimento dei valori democratici sostanziali, risulta inutile se non dannoso: dannoso se non altro perchè ha la funzione cosmetica di "ratificatore" - falsamente co-deliberante, cioè solo su aspetti secondari dell'agenda, essenzialmente elaborata al di fuori della sua limitata sfera di indirizzo- di un inesorabile programma liberoscambista, autoritario, a cui il voto euro-parlamentare non apporta alcun contributo sostanziale.

Stando così le cose, - e ciascun cittadino europeo è ormai abituato a constatarlo ogni giorno- è perfettamente spiegabile perchè proprio nelle c.d. elezioni europee si sia per la prima volta massicciamente manifestato l'astensionismo. Si è trattato dell'occasione primigenia ed eclatante a cui, giustamente, si è applicata quella reazione dell'elettorato incentrata sulla "constatazione della invariabilità delle politiche che qualunque maggioranza uscita dalle urne sarebbe scontatamente "vincolata" a perseguire."

Ora è ovvio che questo effetto percepito porta a una reazione, appunto l'astensionismo, che non ha alcuna efficacia neutralizzatrice del disagio sociale che provocano le politiche "invariabili" che vengono imposte dall'€uropa
Neppure quando, questa stessa imposizione di €-politiche, si afferma, assorbendole del tutto, rispetto alle scelte dei governi nazionali dei singoli paesi aderenti all'Unione; l'astensionismo è solo una reazione difensiva "automatica", disperata (nel senso più stretto della parola), alla riduzione di tutti i parlamenti nazionali al modello del parlamento europeo
Cioè all'attribuzione, anche ad essi, di un mero ruolo di "ratificatori cosmetici" degli assetti perseguiti dalle elites che hanno scritto i trattati e designano i "rappresentanti" governativi nelle istituzioni europee; tali rappresentanti, infatti, eseguono fedelmente in sede europea i desiderata delle stesse elites (che sono in effetti le uniche forze sociali che hanno la legittimazione e la forza di compiere tale designazione).

Una reazione inefficace e impotente che, d'altra parte, è solo il riflesso di un congegno che trascende la capacità di comprensione dell'ex cittadino/elettore
La crisi di identità di quest'ultimo, che porta ad un conflitto interiore da cui sorge la scelta di non votare, è perfettamente ragionevole: non è però "razionale", dato che il primo anello della catena dell'esproprio della volontà esprimibile dal corpo elettorale è l'istituzione delle banche centrali indipendenti.


5. Insomma, una sinistra effettiva sarà riconoscibile solo quando si porrà il problema del non senso (tra l'altro storicamente ed economicamente datato) della banca centrale indipendente e si porranno le condizioni tangibili affinchè si esca dalla situazione qui sotto rappresentata:

 

14 commenti:

  1. "... ne dovremmo dedurre che la sinistra formalmente "in campo", non può, nella sostanza, più essere assunta come tale."

    Deduciamolo, deduciamolo senz'altro.

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  2. Ciao Quarantotto, secondo me si potrebbe dire che uno dei problemi della sinistra è sempre stato quello di avere una classe dirigente che vuole rappresentare le grandi masse, ne vuole interpretare i loro bisogni, ma nel contempo le aborrisce, le detesta, le avversa e soprattutto non le conosce.

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    1. @mauro gosmin

      Hai l’animo gentile dei cavalieri scalzi e la bontà dei giusti che, come la Storia e i Poeti tramandono, sono le fondamenta della ri/scossa della consapevolezza umana e del suo vivere civco e civile.

      Una consapevolezza che non può prescindere dalla costante ricerca e conservazione del significato, del significante, del senso delle “parole” originarie.

      Chi s’arroca - per capacità, cultura, referenza, appartenenza, narrazione, suggestione, interesse o altro ancora – la rappresentanza di una parte qualsiasi di una comunità con propaganda demagogica e populista, mistificando la comunicazione delle verità deviandone i legittimi interessi, è da definire – con onestà intellettiva – TRADITORE.

      Di tanto in tanto, per il riprisino autentico dei segni e dei sensi varrebbe la pena di accompagnarsi a Virgilio e Dante verso “l’oriental zaffiro” (il Sole, la Luce) con la ragionevole dubbiosità verso chi ancora ne suggerisce uno “sagace” sbarco .. notturno.

      :-)

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  3. In un mondo di schiavi totali non può esistere pensiero critico, figuriamoci se può esistere una Sinistra democratica, che difende i più deboli.

    La sinistra partitica ha acquisito nel mondo il ruolo che ha da duemila anni la Chiesa Cattolica con il cristianesimo: fa da controtestimonianza.

    Purtroppo anche tra noi "superstiti" si sentono dire scemenze a proposito di destra e sinistra che cadono veramente le braccia (anche da parte di noti blogger...).

    Chi ha una sensibilità progressiva viene spinto nelle braccia o di banchieri che servono le salamelle alla festa dell'Unità, o di simpatici gatekeepers.

    Sono recentemente andato a mangiare con mio padre - ex-manager AIG, eurista e fascioliberista - alla festa di Rifondazione... fermate il mondo, voglio scendere: be', una serie di personaggi folcloristici cantavano Bella Ciao in versione Ska, quindi Bob Marley e via... al che ho chiesto a quella post-sovietica di mia moglie se le feste dei comunisti erano così anche in Russia.

    Mi gela con uno sguardo.

    Bob Marley? Ma ti ci vedi Trotskij o Lenin che assaltano Palazzo d'Inverno al ritmo di Redemption Song? Stalin che va a rapinare le banche per finanziare i bolscevichi con la verve di Manu Chao?

    Ma di che stiamo parlando? Sono già tutti morti. Siamo già in un mondo post-apocalittico dove corpi senz'anima abitano il pianeta come gli zombie un campo santo.

    Quello che ha fatto la TV, in particolare Hollywood, è mostruoso: non ha semplicente svuotato le costituzioni dall'interno, ma anche gli esseri umani.

    (Se il governo sovranazionale dovesse arrivare, senza avere alcun nemico esterno, tale sistema potrebbe esistere fino alla fine dei tempi. Aleksandr Aleksandrovich Zinovyev)

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  4. Consiglio agli affezionati del blog questa lettura.

    Al di là di alcune evidenti bestemmie filologiche di carattere ideologico, in particolare, se accosti Nietzsche a Marx, non puoi aver capito Menger, se non hai capito Menger non puoi comprendere perché il collante tra il capitalismo sfrenato e la "nobiltà nera" sia stato proprio permesso dal parto giuridico-economico della scuola ordoliberista, rigorosamente sostenuta da democristiani.

    Infatti l'autore dovrebbe accettare che quello scempio umano dei neocons trovano appoggio nella lobby cattolica dell'estrema destra tradizionalista (teocons) proprio perché l'etimologia di "cattolico" si confà bene al mondialismo e alla globalizzazione liberale. Ma si sa, le ideologie e le religioni vengono strumentalizzate per sopire la dissonanza cognitiva...

    Quindi, le contorsioni mentali le fa il nostro buon Luigi Copertino piuttosto che Kant, Fichte o Hegel, che, con l'"ordoliberismo" hanno ben poco a che fare, fatto salvo il "federalismo kantiano", vero Cavallo di Troia che ci ha portato ai figli di banchiere di Ventotene.

    "Contorsioni" che, però... non può non fare: d'altronde è Nietzsche stesso a dare per self evident che l'etica (giudaico)cristina è l'etica degli oppressi che trova fondamento prasseologico, per la prima volta nella storia proprio con i marxisti brutti: non avviamente nella Chiesa Cattolica, funzionalista e medievista, che proprio per il suo ruolo reazionario (astenersi distinguenti tra tradizionalisti e conservatori: è ovvio che Hayek non conserva un bel niente e vuole una "controrivoluzione"... proprio "affinchè nulla cambi e tutto si conservi come nella tradizione").

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    1. Caro Bazaar,

      lo scrivente non è tipo da contorsioni mentali. Per quanto è in lui prima di scrivere legge e studia. Arriva a conclusioni e le esprime. Del resto mi sembra che in quanto a contorsioni puoi dare lezioni a tutti: affermare, oggi, dopo innumerevoli studi storici in senso contrario (Marta Sordi, Ilaria Rmelli, Ennio Innocenti, etc.) che l'etica cristiana è etica degli schiavi (per "oppressi", dato che ti basi su Nietzsche, è questo che evidentemente intendi) che prepara il marxismo, non solo è ridicolo ed infondato (anche filosoficamente: dal punto di vista storico poi infondato più che mai dato che il cristianesimo ha fortemente attecchito nei primi secoli nelle classi aristocratiche romane più e prima che in altri ceti sociali subalterni) ma è anche segno di un approccio ideologico benché in senso nicciano. Un conisglio: Nietzsche va letto in controluce per capire che quanto lui contestava della società borghese non era certo frutto del cristianesimo (forse del protestantesimo, ma si tratta non tanto di una eresia ma di un rigurgito gnostico: cfr. Theobald Beer)e soprattutto che il suo immanentismo seppur oltre-umano è la versione "alta" della deriva de-umanizzante attuale sostenuta dal potere apolide e transnazionale della finanza globalista. Lascia perdere Nietzsche, come pure Kant ed Hegel. La Luce è altrove. Saluti.

      Luigi Copertino

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  5. Se accetti i Sacramenti accetti i suoi Ministri: se accetti i Ministri accetti il clero. Se accetti il clero accetti la storica ierocrazia. Punto. Se esiste una "dottrina sociale" della Chiesa, indistinguibile negli enunciati da quella ordoliberale - visto la bolscevicofobia - la prassi non può che essere reazionaria, con buona pace di Tommaso d'Aquino e dell'etica cristiana: un Valore è acquisito quando l'etica diventa prassi. E il primo passo è l'onestà intellettuale, che prevede lo scrollarsi di dosso tutte le ideologie.

    L'aconfessionalità, piuttosto che "ateismo" - nasce dalla banale constatazione che il potere ierocratico è sovrastruttura per far accettare i rapporti di produzione: alla prassi non piacciano i gatekeepers.

    C'è più profonda e umana spiritualità nell'hegelismo che nella controtestimonianza - stando con chi sarà poi papa Ratzinger! - del cattolicesimo moderno.

    Ma do atto, visto la rarità dell'evento, che l'autore comprende che:

    1 - il nichilismo e il relativismo trovano genesi nella relativizzazione del valore del lavoro: la trasmutazione dei valori nietzschiana è in "entanglement" con la rivoluzione marginalista di Walras, Jevons (che ci ha regalato pure il WWF dei neomalthusiani) e del medievista Menger, nonno di Hayek.

    2 - cerca una forma di "CLN", e comprende con l'unica sostanza che genera solidarietà e politica è l'etica, che se ne strafotte delle sovrastrutture ideologiche... se c'è. (Ma si sa, il progressista è colui che, a differenza del reazionario, crede che Atene e Gerusalemme siano le due facce della stessa medaglia).

    Ma mi chiedo: invece di quella supercazzola sull'RSI, per cercare di coprire la fisiologica collusione della Chiesa romana con il nazifascismo e l'antisemitismo, non può semplicemente far riferimento alla Costituzione, come ricordava Calamandrei "unico Programma comune a tutti i partiti", ricordando il lavoro di Fanfani che inseriva democristiani nei posti che contano per emarginare Confindustria? O Dossetti? O Mortati?

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    1. No, non può citarli, ammesso che abbia voluto comprendere quel "programma comune".

      Questi tuoi due post di ricco commento sono talmente densi da costituire materia di un libro!
      Ci pensi tu a spiegare ab imis Walras-Jevons, il marginalismo, e le loro connessioni con lavoro-merce e (in definitiva) gold-standard? Dai tuoi spunti c'è materiale per un libro: divulgativo e non metasemantico, hopefully :-)

      Per tornare alla trattazione di "isso", mi chiedo se non faceva prima a leggersi direttamente Roepke, in modo da non ritenere che l'ordoliberismo sia quello tratto dai "traduttori" da lui citati, avendo il buon R. esplicitamente risolto tutti i (falsi) problemi e le contraddizioni (apparenti) che sono indicati nel lungo articolo...

      Naturalmente anche la Costituzione li aveva "risolti", ma in un modo completamente opposto (e in esso includo, come sai, in base all'art.47 Cost. pure il divieto della banca centrale indipendente, di cui l'articolo pone in luce la fenomenologia ma non la genesi storico-politica nazionale, cosa che invece spiega molto, ma molto): solo che, evidentemente, in ambito "ierocratico", non sono mai e poi mai piaciute (e non si fatica a capire perchè. Basta una parola: aconfessionale).
      Credo che il punto sia questo..

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    2. @Baazar
      L’ONANISMO DI OLINDO
      Quando capita di passare per quei pertigi con l’olezzo umido di secreti urobori, verrebbe da ri/considerare l’esortazione di Virgilio “ .. non ragioniam di lor, ma guarda e passa” (Dante, Inferno c. III, 51).
      S’ha ben altro da fare ora .. quelli in una carpetta gialla nella pesante valigia nera.

      Un abbraccio, arcangelo .. ;-) 

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    3. @Poggio

      No, dai, "olezzo " no, se il cattolico medio facesse queste analisi andrei a vivere in Vaticano...

      A maggior ragione, però, sii "onesto " fino in fondo. Una mezza verità rimane una bugia.

      E il motivo è di tipo ideologico/confessionale: e lo dico da cristiano consapevole dell'importanza dell'istituzione religiosa, nonostante la sua inevitabile deriva teocratica.

      @48

      Divulgare è difficile... La passione per certi temi fa perdere di vista gli interlocutori.

      E tra te, Alberto, e molti altri che movimentano il dibattito, avete lievemente alzato il livello della discussione: fuori da qui non si può dar per scontato niente...

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    4. @Bazaar

      In effetti, l’uso dell’ “olezzo” al posto del “puzzo” è un poco forte nelle sale vaticane dove si conservano secolarmente i chiavistelli della spiritualità, gelosamente custoditi perché abbiano diffusione certificata, i vangeli apocrifii e agnostici.

      Dici bene che “una mezza verità rimane una bugia” quanto a ri/considerare l’apocrifo di Maria di Magdala – discendete di una stirpe copta, compagna e prediletta discepola del Cristo – relegata a ruolo di “penitente redenta” perché non avrebbe potuto assumere il ruolo di divulgatrice del messaggio originaio del Cristo.

      Conosci le radici gesuitiche e chiedendone al Loyola le ragioni .. una fraterna pacca sulla spalla e “una mezza verità rimane una bugia”.

      Olezzo e puzzo sono declinazioni di uno stesso odore nasato da narici diverse ma quello che rimane è .. il profumo dei fiori e dell’ara che c'è sempre da sentire.

      :-)

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  6. I problemi di questo Paese sono immensi.. per affrontarli - e risolverli -efficacemente sarebbe necessario inquadrarli correttamente. Non è possibile, come fanno molti, valutare, di volta in volta, il singolo aspetto senza avere presente il quadro d'insieme.
    Questo blog è unico, analizza il fatto mettendolo in relazione al tutto andando direttamente al cuore del problema e lo fa con grande competenza, meriterebbe il podio più alto.
    Detto questo mi fermo su un aspetto: l'astensionismo. E' vero che si tratta di una reazione del tutto sterile, ma, almeno per quanto mi concerne, mi consente di non sentirmi complice di questo sfacelo. Sfido chiunque a dimostrarmi che questa "democrazia" sia tale, io vedo solo minoranze organizzate tra loro per mantenere le proprie clientele e completamente subalterne a un cartello bancario. Il cittadino è completamente impotente e passivo, rimane per me un mistero questa mancanza di reazione a tutti i soprusi subiti, dopo tanti anni di crisi non si può andare ancora a votare gli stessi che invece di investire e rilanciare l'economia hanno deciso deliberatamente di lasciare senza lavoro, senza servizi adeguati milioni di persone. Forse sbaglio, anzi, sicuramente sbaglio, ma per quanto mi sia sforzata in questi ultimi sette anni (sono uscita dal Matrix nel 2008 durante una lezione tenuta da Massimo Fini e Valerio Del Monaco alla Bicocca , non li ringrazierò mai abbastanza), parlando, cercando di convincere quelli che mi stanno intorno di quello che poi si è rivelato essere, nessuno mi ha creduta.
    oggi mi ritrovo qui con la triste consapevolezza che nulla si risolverà in maniera democratica. …e a meno di non trovare Lei o un Bagnai o pochi altri candidati in una forza veramente rivoluzionaria continuerò ad astenermi.
    Grazie per i suoi contributi e grazie per l'interessantissimo intervento a Milano, è stato un onore ascoltarla.

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  7. Temo la questione da lei trattata trovi spiegazione nella psicologia cognitiva, e nello specifico nel concetto formulato da Martin Seligman di "impotenza appresa". L'astensionismo elettorale diffuso rispecchia il disagio psichico diffuso nella società, del resto confermato dai dati sull'abuso da parte di un'ingente parte della popolazione italiana di varie sostanze psicoattive (legali e non). Ovviamente, un tale stile attributivo di pensiero si accompagna all'elevato grado di ignoranza tipico del popolo italiano (un popolo che non legge e, a quanto sembra da alcune recenti ricerche, anche quando legge dei testi per lo più non capisce ciò che legge). Bisogna soffermarsi dunque anche sul fenomeno di questo "analfabetismo" tipico dell'era presente, l'era della rete internet. Solo comprendendo l'importanza della psicologia cognitiva nella propaganda dei media e le caratteristiche degli "io minimi" (per dirla con Lasch) si può azzardare qualche ipotesi corretta, comprendere come un ristretto gruppo di oligarchi possa dominare nazioni intere con menzogne inverosimili che non potrebbero incantare individui psichicamente evoluti. Cordiali saluti.
    Carlo

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  8. Per la prima volta ho visto questo blog,grazie a Orizzonte48 e agli intervenuti il livello é elevato e molte cose dette condivisibili.
    Credo sia utile una maggiore diffusione con attenzione ad alcuni problemi:
    1- Astensionismo, fine dei partiti di massa, cambiamento dell'organizzazione politica e dei sistemi di rappresentanza.
    2- Linguaggio come strumento di diffusione delle idee, chiaro, accessibile , attraente. La conquista degli organi di informazioneda parte del neoliberismoé stata una delle armi più potenti.
    3- Analisi dei problemi della crisi economica in termini comprensibili e divulgabili ( Bagnai é un buon esempio ).
    4- Superare la sindrome degli ultimi sopravvissuti e affrontare il mare aperto.
    Buon lavoro.

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