Breaking! #Luxembourg proposes to kick #Hungary out of #EU for not accepting migrants... https://t.co/aUhMX3YlKU— Enrico Ivanov ☦ (@Russ_Warrior) 13 settembre 2016
Adde introduttivo: un tacchino che sa di essere tale, ha un enorme potere.
Dall'essere contributore netto del bilancio UE, a finanziatore delle banche tedesche e francesi via ESM, a terra di acquisizioni "forzadonnechemenevadotuttoamillelire!", a mercato di sbocco (di sangue), a esportatore di manodopera qualificata, a hub di discarica e riciclaggio immigrati da tutto il cosmo...Un grande potere, che NESSUNO sa-vuole sfruttare: preferiscono, gli spaghetti-ESSI, la legge dell'offerta e dell'offerta come panacea per il dominio imperituro (in conto terzi).
No, dico...
Ma visto che non rispettiamo "le regole €uropee" e che la Germagna è intrisa di tanto sussiegoso disgusto, da ritenere che "non possiamo permetterci l'euro";
- visto che la Francia produce orgogliona questi masterpiece di "satira", senza alcun accenno di scuse da parte del governo francese e alcuna minima obiezione delle nostre autorità diplomatiche (e guardate che il terremoto con un messaggio intitolato "Italiens" c'entra poco; mentre c'entrano molto gli italiani visti come mafia-spaghetti. Punto)...
che c'entra il tabù della morte col disprezzo razzista che non fa ridere e non fa emergere altro che se stesso?https://t.co/bAwtTJcbpT— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 13 settembre 2016
.@LucianoBarraCar ecco qui. Non è la stessa cosa, come prevedibile: pic.twitter.com/rJMG2AwHQf— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) 13 settembre 2016
.@AlbertoBagnai evidente: sarcasmo su "umanitarismo-spettacolo" non sulle vittime. Ma frame del disprezzo verso partner UEM è irresistibile— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) 13 settembre 2016
...Considerato tutto questo: non potrebbero buttare fuori pure noi? In fondo non era neppure una cattiva idea da parte nostra.
Comunque ci farebbero un piacerone (ma non a se stessi).
...Ad avere una massa critica di italiani in grado di comprendere il proprio interesse democratico, o almeno economico...
Data l'enormità del livore-razzismo-disprezzo-paternalismo d'accatto, riversato, se non lo fanno, cioè non ci buttano fuori (nè ora, né mai), ci sarà un motivo. No?
Anche la strategia del "farsi buttar fuori" richiedebbe soggetti politici pensanti - espressione di una massa critica pensante gli interessi democratici e le sue interconnessioni economiche scritte nella Carta - lontani dagli "emeriti" ordinanti i "nominati" restauratori, dai boschi cedui" della stabilità, dalle madie tarlate di vacua semplificazione.
RispondiEliminaSarebbe umana/mente più dignitosa l'uscita dalla porta principale del "castello" che ormai pochi vogliono condividere con "falchi" e "avvoltoi".
Chissà se domani germineranno i semi di sapiente saggezza ..
All'orizzonte non c'è, ovviamente, alcuna minima prospettiva di "sapiente saggezza". Ormai siamo ben "oltre": nessuno si illude che sia praticabile, tempestivamente, una strategia del "ci facciamo buttare fuori".
EliminaTutto rimane imperniato sul fatto che siamo dei tacchini da spennare.
La dignità è affogata da un pezzo nella disattivazione della Costituzione democratica e nella isteria collettiva e pelosa sulla scarsità di risorse, connessa alla moneta unica.
Magari, quando le riforme strutturali avranno finito di desertificare la penisola, gli USA diranno che del surplus tedesco ne hanno abbastanza. Ma non prima di ciò...
D'altronde, non potendo recuperare dagli USA le tonnellate di letame finanziario inesigibile, i crucchi vogliono recuperare da noi pro quota anche quel gruzzolo (con l'ovvio placet dell'impero). L'Ital-tacchino è anche uno strumento fideiussorio a prima richiesta rilasciato dagli americani ai nazisti
EliminaEppure a quanto pare non sono tare genetiche a impedire alle menti teutoniche di maturare aspettative un tantino più razionali in merito al probabile destino ultimo di una quota non trascurabile del loro inebriante surplus.
EliminaA proposito di aspettative razionali, segnalo in (relativo) OT una non scontata (almeno per me) proposizione delle in versione Keynes-compliant che, nonostante la fonte sempre degna di attenzione e considerazione, mi suscita qualche perplessità.
Eliminaoramai si è diffusa l'idea che è meglio fare il lavapiatti nel centro del (barcollante) impero, che essere qualcuno in Patria, e ovviamente mi riferisco ai nostri politici, non a chi deve farlo per sfuggire ad una disoccupazione cronica.
RispondiElimina"guardate che il terremoto con un messaggio intitolato "Italiens" c'entra poco; mentre c'entrano molto gli italiani visti come mafia-spaghetti. Punto
RispondiEliminaPerchè punto ? perchè questa affermazione è incontestabile o perchè non ne vuoi più parlare ?
Se è valida la prima cestina il post se non ne vuoi parlare lo stesso,ma se ho capito male..
Primo La satira n n è una cosa che deve necessariamente far ridere.
E' quanto di più vìcino ad una cura sul rincogionimento (mediatico) orwelliano...ti fa vedere le cose da un altro punto di vista, magari assurdo..
Se non ti colpisce le parti basse non funziona.
Non sono d'accordo che quell'"italians" sia sarcasmo sulle vittime...
Se al posto di mafia che ha costruito le vostre case ci fosse stato
ordoliberismo,vincolo esterno ecc sarebbe stata in linea con l' analisi "corretta" ?!
Puoi leggere mafia =cricca/corruzione ,ma anche mafia= potere non del popolo sovrano, ma l'importante è farsi domande,cercando forse si trovano quelle giuste e solo quando non sei anestetizzato,quando ti fa male, quando ti accorgi che l'acqua in cui sei immerso è gia troppo calda per essere una sauna e non la pentola con te dentro:
La satira è come le tue (bellissime) immagini prima del post... non possono contenere l'analisi corretta , ma rompere uno schema...
Ecco: ci sei (involontariamente) arrivato da solo, com'era inevitabile nello sviluppare il discorso.
EliminaLa satira rompe uno schema: quelle vignette invece lo rafforzano.
E rafforzano l'idea che gli italiani, quale che sia la vicenda che li colpisce, subiscono le giuste conseguenze di un loro presunto modo di essere.
Il modo di essere che conviene che gli italiani si autoattribuiscano in un delirio di autorazzismo; nonchè di razzismo estero, che è esattamente quella colpevolizzazione metodica che il neo-liberismo, come evidenzia Chang in "Bad Samaritans", instilla per agevolare le riforme strutturali e imporre il lavoro-merce.
Ma se non ci sei arrivato autonomamente, questo è molto grave: almeno per avere la facoltà di intervenire in questa sede e far perdere tempo con argomentazioni che non sono affatto interessanti, ma solo il frutto di un'ostinazione a non comprendere le priorità che convengono all'ordine sovranazionale dei mercati.
Che non fanno ridere, e sarebbe il meno, ma che sono uno schema rigidissimo: il neo-conformismo oligarchico della golden-straightjacket, a cui la becera retorica del conformismo neo-liberista di Charlie Hebdo si presta (per di più in implicita salsa sciovinista, per non farsi mancare nulla).
@Quarantotto
Elimina“…il neo-conformismo oligarchico della golden-straightjacket, a cui la becera retorica del conformismo neo-liberista di Charlie Hebdo si presta”.
Un certo senso di particolare gratitudine s’impossessa del sottoscritto nel leggere la precedente pennellata (si possono anche stendere due mani, come di consueto, così la vernice aderisce meglio). Non è il caso di star a tirare fuori la strumentale questione sulla libertà di satira, che invece regolarmente si presenta come il cacio sui maccheroni - che non sono i soliti italiani fannulloni – a chi ha esaurito gli argomenti; la satira è intelligente tanto quanto pungente (e le vignette di Charlie Hebdo non sono né l’una, né l’altra cosa) e questa è la sua migliore e autoctona censura (un tempo si definiva “discernimento”); se invece parla alle parti basse diventa avanspettacolo o grand guignol, il che fa presa sui palati facili e dozzinali, quelli che ben si prestano a subire la guerra tra poveri che i prepotenti impongono (e qui vediamo, ormai, col paravento della liberalità). Ma la libertà è una cosa seria, tale da non lasciare spazio alcuno alla retorica del liberismo: privi di comprensione per questa circostanza, si è già tre volte almeno schiavi. Ricordo l’affermazione d’un Cioran secondo cui anche l’anarchico, in un modo o nell’altro, addiviene a patti con l’autorità costituita, l’unico modo essendo d’essere rivoluzionari quello di saper porre in discussione e dubbio costante se stessi. Il che è un’altra grande antitesi confutativa dell’autorazzismo e di questo liberismo da tre soldi.
Altro esempio: guardavo l'ultima puntata dell'Heute Show. Il conduttore commenta i risultati di AfD in Meclemburgo-Pomeriania: "eh, sì, il governo ha proprio sbagliato ad aprire i confini...nel 1989!".
EliminaRapina e disprezzo, disprezzo e rapina: la logica coloniale.
Charly hebdo è semplicemnte una rivista per psicopatici. Prendere in giro un popolo dopo un terremoto è semplicemnte discustoso è scemo, punto.
EliminaPerchè allora non prendere in giro è rendere ridicole le vittime del attentato di charly hebdo.
Faccio presente che nel 92 in una cittatina sulla frontiera tra olanda è germania ci fu un terremonto di 5.4 sulla scala richter è di una durata di soli 10 secondi ed ha praticamente distrutto 1/3 della cittadina. Come per miracolo non ci furono vittime, tranne una donna per infarto. Ma ci furono ca. 100 ferite è danni incenti sulle case.
Certo, certo, la satira deve colpire le parti basse, se no non funziona.
EliminaA questo punto si puo domandarsi perchè charlie hebdo non abbia raffigurato come vignetta le vittime del concerto bataclan come fettuccine di Chateau-Briand belle sanguinose per far riflettere sul totale fallimento dei servizi secreti francesi.
Tra l'altro ho seri dubbi che il palazzo dove risiede charli habdo come la maggior parte delle case francesi sia a rischio terremoto che in caso di terremoto tipo amatrice trasformerebbe i psicopatici di charlie habdo in omlette.
L'Italia è situata in una zona sismica, punto. Adesso prettendere di radere al suolo tutto è costruire case anti-sismice che tra l'altro hanno costi estremamente elevati è semplicemente demenziale, stupido è utopico. In più non credo che risolverebbe assolutamente il problema mafia è malgoverno anzi avrebbe effetti controproduttivi.
Se si vuole far riflettere sulla mafia o il malgoverno non si rendono ridicole le vettimedi un terremoto o il popolo italiano in generale.
Con questa vignetta charlie merda si è completamente disqualificata. È adesso capisco anche il perchè prima del attentato questo cesso di rivista era sul orlo di fallimento. Charli merda è lo specchio del assoluta degenerazione è decadenza della società di oggi.
http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/automatic-gnrator-its-fun.html
RispondiEliminaUn ripasso non fa mai male per uscire dallo schema "italiani pizza e mandolino"
Il suvvisto commentatore probabilmente ascolta e condivide il geniale Cruciani
Eliminahttp://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/suo-esordio-come-firma-libero-cruciani-va-scontro-napoli-132019.htm
Cruciani sarebbe il peggio che gira per il mercato della cazzata se non ci fosse Parenzo.
EliminaLa satira, come ogni genere artistico, è un'espressione di libertà.
Ovvero, è un'espressione di qualcosa che nessuno sa che cazzo significhi se non in via negativa. Ossia nel caso di sconfitta politica.
Conclamata o meno.
Il riso è una reazione involontaria, quindi deve essere suscitato dall'esternazione comica di qualcosa sentito profondamente vero e contemporaneamente indicibile.
Appunto: «indicibile».
Il satiro - per Nietzsche preferibile al «santo» - dice ad alta voce ciò che tutti pensano ma nessuno può dire.
E per farlo usa delle tecniche artistiche - quelle proprie del comico - che permettono di esorcizzare tramite il riso il pubblico.
Se una battuta non fa ridere, ci potrebbero essere due grandi cause da analizzare:
1 - il satiro non padroneggia l'arte della comicità. (È meglio che faccia il santo)
2 - non pare aver nulla da dire.
Il secondo caso è ovviamente il più interessante, perché nasconde diversi scenari:
a) qualcosa da dire ce l'ha ma invece di far il re nudo ridicolizza il pubblico per far ridere il re; (come nel nostro caso)
b) prova più o meno sinceramente a far il re nudo ma ride solo una parte di pubblico;
Il caso b) è il più viscido ed apre a diverse congetture da cui estrapoliamo:
i) una parte di pubblico non ride perché non capisce la battuta;
ii) una parte di pubblico non ride perché la capisce ma non la coglie come verità, o, peggio, la coglie come una falsità con l'aggravante di rafforzare l'omertà sui "non detti" e la dissonanza cognitiva collettiva;
Il Piddino non ride a leggere i Facciamocome del Pedante (se dovesse ridere potrebbe essere un segno o di esorcismo positivo o di piddinismo all'ultimo stadio).
Io ridevo come un matto a vedere gli storici spettacoli di Grillo, finché non ne ho colto il frame.
L'artista è colui che esce dal frame.
Quando il satiro non esce dal frame significa che è un santo votato all'ortodossia.
Non ho capito la posizione di Piperinik: posso solo dire che dopo aver letto la Arendt mi è passata la voglia di ridere alle barzellette sugli ebrei.
Un comico non può non essere empatico: o meglio: un comico che faccia ridere il pubblico.
Altrimenti fa simpaticamente ridere solo Hayek, Einaudi, Padoa-Schioppa, Ciampi, Bognetti...
(Qualche riflessione sulla freddura british la farei...)
Meno male che esisti tu 48 e tutti i friends del blog. Senza di voi probabilmente mi sarei già suicidato tre volte per non sopportare questa coltre di luogocomunismo e di tecniche di marketing sapientemente indotte nelle menti dei sudditi.
RispondiEliminaC'è un macchina generatrice di frasi fatte, che fanno tanto presa nelle menti indifese dellaggente. I giorni scorsi leggevo su internet cose del genere: "Lo sanno tutti che gli italiani sono tutti lamentoni, basta, invece di piangervi addosso dovete riconoscere e cogliere le nuove opportunità!"
Questo pensiero paternalista, autoritario, negatore della realtà in cui si trova il paese, delle difficoltà dei più deboli e dei diritti negati, che fa tanto presa a livello emotivo, sembra quello uscito dal reparto di marketing dello staff di Matteo Renzi.
Insomma, se va tutto male, e siamo disoccupati è perché siamo tutti fannulloni, corrotti ed incapaci di cogliere le opportunità che l'€uropa sostenuta dai piddini ci offre. E uno dei più grandi €urosuccessi strombazzato su tutti gli €urocanali, e che noi minions italiani saremmo incapaci di valorizzare, è quello, lo sanno tutti, dell'abbattimento delle tariffe del roaming:
"L'Eurotariffa è il piano di tariffazione del roaming internazionale deciso dall'Unione europea per tutti gli operatori di telefonia mobile comunitari al fine di garantire agli utenti delle reti pubbliche di comunicazione mobile che viaggiano all'interno dell'Unione di non pagare prezzi eccessivi rispetto alle tariffe competitive nazionali per i servizi vocali di roaming intracomunitario quando effettuano e ricevono chiamate, inviano e ricevono SMS e utilizzano servizi di trasmissione dati a commutazione di pacchetto."
https://it.wikipedia.org/wiki/Eurotariffa
Lo sanno tutti che questa tariffazione ha salvato milioni di vite e dal baratro della miseria e fornito opportunità fino ad ora inconcepibili di lavoro e di guadagni stratosferici!!
Mi torna in mente anni fa quando andai in una di quelle agenzie private di outplacement che aveva vinto un bando del centro per l'impiego per fornire supporto ai disoccupati della mia città.
La prima cosa che mi disse la tipa di questa agenzia, una che aveva fatto un Master postlaurea alla Business School de Il Sole 24 ore, dopo aver letto il mio curriculum comprensivo di laurea, corsi ed esperienze specialistiche, fu che noi (sottinteso IO, non LEI) italiani siamo tutti viziati laureati fannulloni che non vogliamo sporcarci le mani con i lavori manuali, invece degli stranieri che sono contenti di venire qui in Italia a fare gli avvitabulloni (sì, ha detto così), mentre noi ricerchiamo solo lavori alti. Gli ho chiesto se avesse per caso letto le statistiche dei laureati italiani paragonate con quelle degli altri paesi europei e la tipa mi ha risposto che non le conosceva; ecco qua la vera competenza! Ho trattenuto a fatica le mie mani, ho consegnato un esposto al centro per l'impiego e ho sciolto immediatamente ogni rapporto con tale agenzia (avevo anche pagato una marca da bollo da 15 euro per partecipare a tale "nobile" iniziativa). Poi sono andato a vedere su internet i suoi colleghi e collaboratori, e, tra questi, ne ho trovato uno (si fanno chiamare COACH, fa tanto fico) che su YouTube sparava una serie di supercazzole del tipo:"Hai perso il lavoro? Sei disoccupato? Smettila di passare il tempo a lamentarti e piangerti addosso? Devi pensare positivo! Fai parte anche tu della rivoluzione prossima ventura del lavoro creativo, indipendente e autonomo! Sei tu adesso l'artefice del tuo destino! Finalmente adesso hai la possibilità di crearti tu il tuo lavoro invece di essere schiavo sotto padrone. Partecipa alla rivoluzione del lavoro indipendente. Sei finalmente libero di creare la tua attività. Ti aiuteremo a credere in te stesso, ad eliminare la tua timidezza e le tue paure, ed ad esprimere finalmente le tue potenzialità creative per far parte attiva di questa nuova rivoluzione." Steve Jobs era uno dei suoi miti!
Sicuramente sono creativi (solo) dei loro stessi posti di lavoro. In fondo funzionano come la Chiesa (intuitivamente): hanno tutto l'interesse al dilagare della disoccupazione, altrimenti finisce l'asset principale del loro business: a chi potrebbero "dare supporto"?
EliminaAllo stesso modo, se non ci fossero tanti poveri, come si potrebbe esercitare la carità?
Da qui l'esigenza oggettiva che tale categoria disagiata sulla Terra(ma in vista del regno dei cieli), cresca rigogliosa nella foresta darwinista, e altamente "morale", del neo-ordo-liberismo.
La prossima volta risparmia le 15 monetone forti e guardati Saul Goodman: almeno ti fai due risate quantomai necessarie in questo periodo.
EliminaMa il titolo dell'ultima serie televisiva con la Ferilli dove lo mettiamo? (diceva il grande Totò: "Nella vita ci sono le cose vere e le cose supposte: le cose vere le mettiamo da parte per il momento…
Eliminama le supposte… dove le mettiamo le supposte?")
Il suicidio non è la soluzione. Io credo che gli attuali governanti italiani ridono per ogni suicidio che succede.
EliminaOgni suicidio per causa della gestione devastante è catastrofica del attuale crisi italiana è una vittoria per i luridi è schiffosi soggetti che attualmente stanno governando l'Italia. (non li chiamo nemmeno persone). Sono contenti per il motivo che tutta la disperazione è rabbia viene canalizzate nel suicidio è non si scatena contro loro o ESSI.
Questi luridi soggetti hanno gettato il paese nella merda più assoluta con una superficialità vergognosa è spaventosa nello stesso tempo, lasciando il popolo completamente a se stesso.
La cosa assolutamente più discustosa per mè, è vedere questi soggetti in TV a ridere è scerzare mentre il paese sprofonda letteralmente sempre più nella merda. Non ho parole per questo tipo di atteggiamento, semplicemnte è di un arroganza è aggressività inverosimile.
OK, adesso la sparo grossa.
Ma penso che la soluzione migliore è mettere 1000 Kg di TNT dentro montecitorio è far saltare in aria tutto.
Il rapporto perverso dell'Italia con l'UE presenta i connotati di una relazione sadomasochista. L'abile torturatore non si limita a seviziare la vittima, ma cerca anche di convincerla di essere indispensabile. Il torturatore, dopo aver massacrato la vittima fisicamente e psicologicamente, finge di andarsene (o finge di cacciare la vittima), per verificare se la vittima lo trattiene (o per verificare se la vittima rimane), per verificare cioè se la vittima è ormai diventata succube del suo aguzzino.
RispondiEliminaL'affermazione secondo la quale “l'Italia non può permettersi l'euro” mi ha ricordato un capitolo del romanzo “le avventure di Tom Sawyer”, quello dello steccato da dipingere.
I genitori di Tom Sawyer impongono al figlio di dipingere una staccionata; si tratta di una noiosa punizione e Tom è tormentato dal pensiero che i suoi compagni sono in vacanza e si staranno divertendo quand'ecco che appare un amico.
Tom fa finta che dipingere la staccionata non sia un lavoro logorante ma una cosa bellissima, un'opera virtuosa che non tutti sono in grado di portare a termine e, tanto fa, che l'amico gli chiede di poter dipingere un pochino. Tom prima rifiuta, dicendo che il compito non è per tutti ma, dopo molte insistenze, alla fine acconsente. Presto arrivano anche altri amici recanti doni per Tom al fine di ottenere il privilegio di poter dare una mano di vernice. Lo steccato viene imbiancato dagli amici, Tom non ha fatto nemmeno un metro di tinteggiatura ed ha guadagnato dei doni mentre gli amici (che si sono fatti il mazzo) alla fine sono felici di aver pagato per lavorare.
Ma è solo un racconto per ragazzi, nessuno cadrebbe in un tranello da bimbo di scuola elementare come questo, o no?
Un paese europeo dalla moneta forte, con suo grandissimo disappunto, voleva svalutare la propria moneta rispetto a quelle degli altri paesi europei ma non poteva farlo, quand'ecco che appare un paese amico che utilizza una differente valuta.
Il paese europeo dalla moneta forte fa finta che svalutare sia immorale ed avere una moneta forte sia una cosa bellissima, che non tutti sono in grado di avere e, tanto fa, che l'amico gli chiede di poter aderire ad una unione monetaria. Il paese europeo dalla valuta forte prima rifiuta, dicendo che non è per tutti avere la moneta forte, ma alla fine, dopo molte insistenze, acconsente. Presto arrivano altri paesi amici disposti a pagare l'ESM pur di avere la moneta forte. Il paese europeo dalla valuta forte si dota quindi una moneta svalutata e si arricchisce dei doni provenienti dagli altri Stati mentre gli amici (che si sono impoveriti) hanno ottenuto ciò che (sono stati convinti che) gli serve: l'unione monetaria.
Rende l'idea con pertinenza e ironia: ovviamente, vale solo per la versione della storia risultante dalle frescacce propinate dai media nostrani in questi ultimi 3 decenni.
EliminaPer chi conosce il pensiero di Einaudi degi anni '40 e quello dei suoi vari epigoni successivi, purtroppo, la verità risulta ancora più crudele. E demenziale...
@Bazaar
RispondiEliminalibertà. Ovvero, è un'espressione di qualcosa che nessuno sa che cazzo significhi se non in via negativa
E'più in che posizione ti trovi. Il gentilissimo proprietario del blog ha il diritto e la la libertà di decidere che e mie argomentazioni non sono
far perdere tempo affatto interessantie fanno perdere tempo,mentre invece il tuo punto di vista sulla satira invece lo è
libertà ,nel senso di prendersi troppa libertà invece è supporre che io ascolti Cruciani
Se posso chiarire a Bazaar (bastava rispodere alla domanda sostituendo la parola Mafia)
puoi per es leggere qui
http://www.glistatigenerali.com/relazioni/la-vignetta-di-charlie-hebdo-spiegata-a-mia-madre/
e trovare che la RISPOSTa :
in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell’Italia un terremoto di non ti uccide.
E se in Italia ti uccide e’ perché, a causa della mentalità italiana – rappresentata con uno degli elementi più italiani di tutti, ovvero il cibo – da noi, come diceva Flaiano, tutto e’ grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
E' Sbagliata !
Ma rimane una domanda che ,senza vignetta (e sopratutto tutta l'indignazione)NON ti faresti !
Dopo questa confusa marea di generiche e superficiali notazioni (di cui il link inserito è testuale dimostrazione), accuratamente scollate da fatti e dati sulla incidenza dei terremoti in Europa e nel mondo, e sulla realtà edificatoria italiana, abbiamo la conferma che questo tipo di argomentazioni fanno perdere tempo.
EliminaCi sono tanti altri blog in cui andare a discutere "permeisticamente" e in base al micugginismo et similia criteria di satira e di terremoti-che-solo-in-Italia-perché-c'abbiamo-la-mentalità.
Non qui. Punto (in questo caso significa "non ulteriore spazio" a polemiche inutili in quanto basate sui contenuti sopra evidenziati).
Diciamo che a leggere Chang - «I cattivi samaritani» - passa la voglia di ridere alle barzellette o alle commedie hollywoodiane in cui vengono usate "le maschere" e gli stereotipi.
EliminaPurtroppo a leggere Chang si diventa pericolosi materialisti storici... ma ne vale la pena.
Dove si propagandano stereotipi c'è razzismo, dove c'è razzismo c'è imperialismo.
L'opinione che si condivide e che pare tu non colga, è che quella non è satira.
È propaganda, volontaria o meno, orientata ideologicamente per definizione.
L'ideologia del padrone, degli oppressori.
Sarò lapidario: non è la "razza" a plasmare una determinata condizione sociale, ma sono le condizioni sociali a plasmare la "razza".
Quello che promuove la vignetta è il medesimo frame colonialista degli oppressori.
Quindi quella vignetta non è satira.
Come non era satira quella dei fumetti nazisti che disegnavano gli ebrei come ricconi con il nasone.
Poi si apre un mondo a parlar di "libertà"...
Per ora ti suggerisco che la "libertà" è l'accezione negativa del "potere": è un espediente retorico per non cogliere la differenza tra "libertà da" e "potere di".
(È fuorviante dire "libertà di", "freedom to")
A nessuno verrebbe mai in mente di far l'apologia del "potere", del "kratos": l'idea di "potere".
Semplicemente "il potere dei forti limita la libertà dei deboli", quindi "la libertà dei forti limita il potere dei deboli".
Poiché il potere ai "deboli" si chiama "democrazia", queste liberalissime proposizioni sono antidemocratiche e oppressive.
E sono quelle del liberalismo classico.
Parlare di libertà non significa nulla, per il semplice fatto che non è un concetto universalizzabile.
Dare il "dieci punti percentuali" di libertà alla Bayer non è come darli a me e te.
Liberalizzare mercato e lavoratori non è la stessa cosa: sono due libertà che formalmente se promosse insieme sono di fatto esclusive: il lupo capitale si magna la pecora lavoro.
Il liberalismo è la legge della giungla: l'ordine sociale è eminementemente un ordine giuridico, come lo Stato è per definizione Stato di diritto (Schmitt, 1923) che, per distribuire potere, deve limitare per definizione le libertà.
La libertà sociale nasce dalla limitazione indistinta delle libertà individuali.
Parlare di libertà ideale paluda i rapporti di produzione che, essendo "kratos" puro al pari delle armi, possono essere limitati solo dall'archè giuridico.
Quindi chi raglia di una libertà non partigiana, paluda il conflitto politico e sociale.
La cosa sconcertante, aldilà della vignetta in sè, è il comportamento indegno di Charlie Hebdo. Passi la prima vignetta (anche se rimane di cattivo gusto). Scherzare sui morti, sinceramente, credo che sia appunto non satira (come spiegato giustamente nei commenti, essa è "contro" il potere vigente, non colpisce quindi chi il potere lo "subisce") ma caduta di stile. Ancor di più lo è però la seconda, che è di una pochezza intellettuale rivoltante. Perchè scade nel luogo comune, nello stereotipo, che chi ne sa di satira e la fa credo si astenga fortemente dal voler utilizzare. Dire che le case crollate durante il sisma, costruite in passato dove poco o nulla si sapeva dei terremoti (in confronto ad oggi), dando la colpa dei crolli alla nostra "mafia" è a mio modesto parere a dir poco infantile. Certo è che, dopo il familismo amorale, gli "italians", la pizza e il mandolino, la corrrruzzzzzione, tutto ci possiamo aspettare dagli stranieri fuorchè una comprensione corretta dei fatti.
EliminaRimane tuttavia da sottolineare ancora una volta come la redazione abbia sbagliato notevolmente a replicare quando sarebbe bastato stare zitti e, per una volta, magari chiedere scusa. Ma si sa, è sempre facile sparare sul bersaglio facile piuttosto che capire o cercare le cause (presunte o meno) di certi disastri...
Infatti è colpa della mafia se chi ha costruito le proprie abitazioni in quei luoghi colpiti dal sisma le ha poste proprio lì ad Amatrice, Pescara del Tronto, Arquata. E' la mafia che in Italia ha permesso la costruzione nei secoli scorsi dei nostri borghi arroccati sulle montagne per difendersi delle incursioni degli stranieri, è la mafia che ha tolto i soldi alla gente che non si è potuta permettere di adottare precauzioni antisismiche presso le proprie abitazioni. Tutti bravi col senno di poi, mi verrebbe da dire, di cui i nostri fossi sono pieni da anni...
Alla fine fine è sempre colpa nostra... il tacchino è da prendere col sacco in testa, perchè se si accorge che qualcosa va storto, son cavoli amari a domarlo..
Punto.
RispondiEliminaNel senso che dopo una sintesi tanto efficace, che vuoi aggiungere?
E la validazione di quanto sostieni è quotidianamente esperibile. E fa male.
Dunque grazie (anche a Quarantotto) e punto.
Ai liberali: da oggi rifiuto di parlarvi più. Di nuovo punto.
Ops... Pare brutto aggiungere qualcosa dopo tanti punto, ma vorrei emendare quella vignetta.
RispondiEliminaInizialmente la mia interpretazione era stata indulgente, ma in quanto arbitraria: prescindeva dalla strategia testuale e dunque non era, a rigore, interpretazione ma "uso" del testo - il lettore reale capita che vi proietti le proprie aspettative, che sono eteronome ergo infondate, quando un testo con quanto contiene sia perimetro e oggetto del discorso.
L'emendamento è questo: se l'autore non fosse stato razzista, avrebbe aggiunto un elemento: "Firmato: Un Italiano", trasformando un rutto venuto male nella devastante (perché sgradevole, in questo caso sì) denuncia dell'autorazzismo nostrano.
Non l'ha fatto e tanto basti. D'altra parte come avrebbe potuto, non sapendone niente? Ciò che ci è familiare ed abituale passa inosservato. Un razzista non denuncia altri razzisti.
Mi spiace per l'abbaglio: dovrò essere più spietato verso i "liberi di" (libberi de che?).
Considera che l'ideologia liberale è totalitaria, e in quanto tale non accetta niente al di fuori di se stessa.
EliminaPer arrivare ad aver sorosianamente inglobato il 90% del pianeta, non deve permettere neanche di lasciar pensare ad alternative (v. 1984).
Questa è - proprio come la neolingua orwelliana - semiofoga: le parole diventano abbreviazioni, acronimi, crasi esperantiane, oppure sostantivi fondamentali che significano sia la propria accezione che il suo negativo.
Questo è scolpito nella corteccia cerebrale sia dei subalterni ma anche in quella di gran parte dei dominanti, che finiscono per credere alle stesse scemenze che partoriscono quella quantità sterminata di think tank che finanziano.
Per chiunque (a parte in Russia, visto che quello che leggi di politologia e storia economica in questa nicchia, lì spesso finisce in prima serata TV), «liberalismo» significa una confusa ideologia contro «l'autoritarismo».
Questo è uno dei motivi per cui il celebre ed indecente best seller di Popper è diventato un'icona della "democrazia moderna".
"Democrazia moderna"?
Certo: «liberalismo» è diventato anche sinonimo di «democrazia».
Essendo il liberale avverso alla democrazia, può scegliere di farsi chiamare "democratico": basti vedere la tragica farsa statunitense.
Non è un caso che c'è chi crede che le democrazie europee siano tutte democrazie "liberali".
Che poi i "paesi più liberali e libertini" (nel significato inteso dal gregge dei consumatori) siano stati nella modernità i Paesi più socialisti al mondo dopo le repubbliche popolari del blocco sovietico, ovvero quelli scandinavi, non fa fare una piega alla massa culturalmente annichilita.
«Liberalismo» è tutto e il suo contrario: l'importante è che susciti idee ed emozioni positive.
Liberalismo è democrazia, libertà, uguaglianza (fratellanza...), prosperità che si ottengono con le riforme strutturali: rigorosamente "liberali" e "liberatorie" dai "lacci e lacciuoli"... del potere socializzato alle masse, ovvero della democrazia "sostanziale".
Ciò è incomprensibile, e stiamo parlando a livello di struttura, aka "liberismo" (nel suo senso strettamente economico-istituzionalista): figuriamoci se è comprensibile che pure tutta la sovrastruttura liberale ne è esclusivamente il riflesso.
Libertà di religione, di parola, di stampa, di associazione, ecc.
Schmitt fa una riflessione raffinata: perché, uno si può rispondere - «nella lotta della borghesia contro l'assolutismo monarchico e il potere religioso, era necessario porre un paletto, una "libertà da"» - in realtà, fa notare Schmitt, quello che frega alla borghesia, è esclusivamente «la proprietà» che passa dal «privato».
Il liberalismo si fonda sul "privato".
«...interessa il fatto che la la tendenza giusprivatistica presente nell'economico [Schmitt ce l'ha con "il pensiero economico", in quanto "impolitico", ndr] costituisce una limitazione della capacità di forma giuridica. Ci si aspetta che la vita pubblica si governi da sé; deve essere dominata dall'opinione pubblica, cioè dai privati, e l'opinione pubblica, d'altronde, è dominata da una stampa che sta in mano alla proprietà privata. In questo sistema nulla è rappresentativo [come nel "pubblico", ndr] e tutto è affare privato. Storicamente la «privatizzazione» comincia dal fondamento, cioè della religione»
EliminaIn questi spazi si è discusso del rapporto tra liberalismo e protestantesimo.
«Ma ovunque si collochi la dimensione religiosa, questa dimostra sempre la sua efficacia assorbente e assolutizzante, e quando la religione è privata, allora, di rimando, il "privato" viene santificato religiosamente»
«La proprietà privata, quindi, è sacra proprio in quanto affare privato»
«Anche nella società moderna c'è religione, quella del "privato"»
«Che la religione sia affare privato dà al "privato" una sanzione religiosa»
Come ricorda Marx, la questione della proprietà riguarda però un infimo numero di persone, visto che gran parte delle persone che abitano in questo pianeta non ha nulla.
Il liberalismo non è altro quindi che la religione dell'esclusivismo e della privazione dei molti a favore dei pochi.
La libertà di stampa (o di satira) è per i liberali, quindi, la libertà di indirizzare l'opinione pubblica in funzione degli affari privati dei proprietari.
Il contrario di "liberale", non è quindi "illiberale", "autoritario": è "democratico".
Mentre "liberale" è sinonimo di "pinochettiano".
Bene: come dimostra il luogocomunismo marcotravagliesco, ad oggi è impensabile fare questa riflessione ad un pubblico che non sia un gruppetto di persone che partecipa a questo dibattito con costanza e dedizione.
Da qui la grandezza politica di Keynes, non solo come economista "keynesiano", ma come intelligenza politica: "i valori" - ovvero la sostanza dell'ordine che si vuole difendere al di là dei nominalismi - possono anche essere portati avanti mantenendo un'agenda politica nominalmente conservativa ma strutturalmente rivoluzionaria...
la congiura delle polveri
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