Domani, dopo un piacevole viaggio con Sofia e Cesare Pozzi, sarò a:
Euro, mercati, democrazia 2016: C’è vita fuori dall’euro(!/?)
1. Questo appuntamento annuale ha una crescente importanza e un particolare significato per una comunità sempre più vasta di persone che hanno scelto "le risorse culturali", piuttosto che il condizionamento mediatico, come via per il recupero della democrazia e del benessere: cioè di quei valori sociali "fondanti" che lo Stato democratico, quale previsto dalla nostra Costituzione (sociale e non liberale), assicura al popolo sovrano composto dalla comunità degli appartenenti al mondo del lavoro (art.1 Cost.).
E si intende il lavoro in ogni sua forma: quindi, purché non si fondi la propria "attività" sulla mera percezione di rendite, cioè evitandosi di "adempiere al proprio dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". Perché così recita, espressamente, l'art.4, secondo comma, sempre della Costituzione (quello sul diritto al lavoro che secondo gli "€uropeisti" non esiste o è solo una favoletta senza valore).
2. Ho richiamato queste due norme fondamentalissime della Costituzione non a caso.
Domani il mio (piccolo) contributo sarà su questi temi:
14:30–15:00– Squilibri, disuguaglianza e crescita: ripensare l'integrazione monetaria dell’Unione EuropeaLászló Andor (Corvinus University, Budapest)15:00–15:30– La migrazione come arma: le implicazioni per l’Unione Europea e non soloKelly Greenhill (Tufts University And Belfer Center for Science and International Affairs, Cambridge, Mass.)15:30 -16:30- Dibattito: Alberto Bagnai e Luciano Barra Caracciolo discutono con i relatori".
Sono temi che non paiono riguardare con immediatezza la Costituzione.
Ma questa mera apparenza può risultare fuorviante solo per chi non segua questo blog.
3. "Euro, mercati e democrazia", nel corso degli anni, si è caratterizzato come un fondamentale osservatorio della congiuntura economica prima di tutto €uropea ma anche, per inevitabile connessione, "globale".
Risulta perciò del tutto coerente che l'approccio nell'affrontare i vari temi muova dalle competenze scientifico-economiche di Alberto e degli importanti ospiti che, di anno in anno, ha saputo aggregare.
Ma questi stessi temi, come ci insegnano Caffè, Basso, e le commissioni, rispettivamente, per il lavoro e per l'economia che accompagnarono la redazione della nostra Costituzione, sono strettamente legati al modello economico prescelto come supremo vincolo normativo che realizza la sovranità popolare del lavoro.
Un modello, come noi sappiamo, per averlo documentato in molti modi, che è quello keynesiano e del c.d. Rapporto Beveridge.
4. Per questo i temi che mi troverò a trattare - e mai come quest'anno- implicano inevitabilmente di rammentare (almeno rammentare), il problema della compatibilità della nostra Costituzione con "l'attuazione delle politiche europee" che, con tanta ostinazione, si vuol introdurre come nuova mission del parlamento e come criterio di tipizzazione dell'attività legislativa. Questa, come abbiamo visto, verrà così subordinata ad un indirizzo politico-economico che non solo è esattamente quello ripudiato dalla nostra Costituzione, ma che, una volta in essa trasposto, ratifica una sovranità decidente, extraterritoriale ed estranea ai principi non revisionabili della stessa costituzione.
Una neo-sovranità formalizzata, la quale prescinde per definizione da qualsiasi espressione di voto del popolo italiano.
5. Con ciò, dunque, si costituzionalizza l'imposizione, finora avvenuta de facto, per cui l'indirizzo politico si forma e si attua "al riparo dal processo elettorale", come si compiaceva di dire Monti.
Questa precisazione, mai abbastanza ripetuta in questi giorni, al di là di quello che mi sarà consentito dire domani, - per i limiti stabiliti dai tempi e dalla pertinenza ai temi prescelti-, almeno accompagnerà quelli che, tra voi lettori di questo blog, ritroverò, con piacere ed affetto (mi si "conscienta"), all'appuntamento di Montesilvano.
Sarà un piacere riascoltare anche Cesare Pozzi. Ma non fatelo parlare immediatamente prima della pausa pranzo :-)
RispondiEliminaNon ci sarò nemmeno quest'anno. Non so perché non mi decido a venire. Vi guarderò nei video. Buon lavoro.
RispondiEliminaDEMOCRAZIA OLIGARCHICA
RispondiEliminaVoi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono
del vario stile in ch’io piango et ragiono
fra le vane speranze e ’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di Me Medes'Mo Meco Mi vergogno;
et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno
(Petrarca, Il Canzoniere , 1336-39 1373-74)
Per tutto il resto c'è Barba'nPapa.
sono andato all'appuntamento di Montesilvano e devo dire che dopo molti, ma indispensabili, tecnicismi, ho potuto ascoltare il suo intervento che ritengo essere stato particolarmente utile perché ha richiamato il punto fondamentale che rende irriformabile l'unione europea, ovvero che il suo obiettivo politico e il modello sociale che ne viene prefigurato è radicalmente antitetico a quello della nostra Costituzione, e che quindi chi da socialista propaga l'idea di sua riformabilità non sa, dal mio punto di vista, di cosa parla o sta prendendo tempo. Non si può lasciare ai banchieri centrali il compito di definire gli obiettivi politici.
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