giovedì 23 febbraio 2017

LA NATO. E LA GERMANIA. E L'EURO.

http://www.lastampa.it/2017/01/07/esteri/trump-cerca-un-alleato-in-italia-per-rilanciare-la-partnership-con-gli-usa-QTYtmZagBagSkP456CvgYP/pagina.html

1. In un precedente post, avevamo esaminato, muovendo dal caso del terrorismo in Francia, la disciplina dei trattati UE in tema di "difesa comune", evidenziando come essa sia stata concepita al fine di non pregiudicare "il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri" e, in questa ottica, proprio per preservare il quadro Nato in cui sono inseriti i più importanti paesi-membri dell'Unione. Infatti (art.42, par.2, 2° cpv, TUE):
"La politica dell'Unione a norma della presente sezione non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri, rispetta gli obblighi di alcuni Stati membri, i quali ritengono che la loro difesa comune si realizzi tramite l'Organizzazione del trattato del Nord-Atlantico (NATO), nell'ambito del trattato dell'Atlantico del Nord, ed è compatibile con la politica di sicurezza e di difesa comune adottata in tale contesto."
La clausola di generale "compatibilità" così enunciata, comporta, nella materia, in pratica una prevalenza del trattato Nato su quello UE, lasciata alla discrezionalità politica dei singoli Stati, e dunque  una "genetica subordinazione ad esso di ogni iniziativa europea comune nel campo della difesa". 
Anche questa clausola ha una ragion d'essere che, nel complesso dell'art.42 citato, e del suo rinvio agli artt.43 e 46, si connette anche all'esigenza che l'appartenenza all'UE non pregiudichi la compartecipazione di singoli Stati UE alle missioni (militari) extraeuropee e alla "lotta al terrorismo", guidate dagli USA (appunto nel quadro Nato) (post citato, punto 9).
Vedremo poi, nell'articolo di Zero Hedge di seguito commentato, come questa parallela ragione giustificativa del quadro Nato, recepita nel trattato UE, sia ormai oggetto di dubbi e di "disappointment", sempre più evidente, da parte USA.

2. Risulta perciò una conclusione sufficientemente oggettiva: il federalismo €uropeo, in quanto originato e promosso dalla mano USA e, evidentemente, per un proprio prevalente interesse, si stempera, nei suoi effetti politico-economici, allorché gli USA stessi abbiano già provveduto a creare un quadro di alleanze militari che precedono e prevalgono su quelle euro-federate (che a tal fine vengono considerate meno utili se non superflue).
Ma se il quadro è sempre stato questo, - cioè quello dell'interesse geo-politico USA a "controllare" l'insieme delle ex potenze europee creando interlocutori unificati, servendosi di due strumenti separati, l'uno federalista liberoscambista per legare in blocco l'€uropa all'economia di mercato, l'altro più strettamente militare (e, opportunamente, più frammentato sul versante UE)- il mutare dell'interesse stesso degli USA non può non influire in modo decisivo su questo schema.

3. Questa influenza dei mutamenti, d'altra parte, è perfettamente naturale in tema di trattati internazionali che, non vengono mai intesi come scolpiti nella pietra, nonostante gli enunciati retorici ed ideologici, propri del momento in cui vengono conclusi, che li accompagnano. 
Oggi parlare di "difesa comune" €uropea, in preteso superamento dell'influenza e dell'interesse genetico degli USA, peraltro, significa in pratica creare un superorganismo militar-industriale sotto l'egida dell'egemonia tedesca: e questo, con ogni evidenza, tenendosi realisticamente conto dei limiti fiscali e di bilancio che caratterizzano l'eurozona e, sia pure in forma più attenuata, l'intera UE (in forma attenuata almeno fino a quando non verrà incorporato il fiscal compact nei trattati stessi). 
Insomma, anche allo stato delle principali direttive in materia di difesa e, specialmente, delle Comunicazioni n.764 del 5 dicembre 2007 e, ancor più, di quella n.542 del 24 luglio 2013, il disegno è, sempre in nome del risparmio e dell'efficienza, quello di una ristrutturazione del relativo settore industriale mediante creazione di grandi conglomerati incentrati sul controllo dei soggetti industriali più grandi, essenzialmente tedeschi,  ma accompagnato da investimenti nel settore della difesa dei singoli Stati (cedenti le proprie partecipazioni industriali!) a...giovamento di tali ridisegnati gruppi industriali (a trazione tedesca).

4. E se l'interesse USA si trovasse invece a essere mutato e a non più contare sul blocco Nato nel suo insieme, magari ridisegnato e amplificato mediante il consueto sistema dell'egemonia tedesca come strumento per unificare l'€uropa e farne l'interlocutore "unico e utile"? 
E se, più in generale, l'Europa, in particolare con l'eurozona, divenisse un fastidioso ostacolo al riequilibrio dell'economia USA, proprio per quell'aspetto di "manipolazione" del corso della moneta unica, addebitato principalmente all'espansionismo mercantilista tedesco, che costituisce un vero e proprio ostacolo alle politiche di ritorno alla autosufficienza industriale, che gli USA si trovano, giocoforza, a tentare di percorrere per ristabilire la propria coesione sociale?
  
5. Dare risposta a queste domande può anche spiegare come si stia profilando come inevitabile uno scontro tra USA e Germania, in cui la seconda si trincera dietro il politically correct del globalismo (della "pace") e parla a nome degli altri partners €uropei (che altrimenti, nei rapporti interni all'eurozona, disprezza e sottopone a crescenti condizionalità vessatorie,) e gli USA assumono una veste fortemente critica della moneta unica
Ma in modo più diretto viene anche affrontato, sul versante USA, il problema del rebus sic stantibus che ormai caratterizza la giustificabilità e la convenienza dello stesso trattato Nato. 

Infographic: Who's Contributing How Much to Financing NATO? | Statista

6. Questo articolo di Zero Hedge (in passato seguivo il NY Times ma ormai si è ridotto a un foglio di propaganda del Global Economic Order...in crisi) ci offre, con un eloquente incipit, un ragguaglio sull'agire della clausola rebus sic stantibus rispetto all'attuale assetto Nato (avvertiamo subito: la visione è un po' semplificatoria e cosparsa di brutalità senza sfumature relative alle implicazioni economiche):  
"...Come ha di recente notato George Friedman, gli Europei devono fronteggiare due fatti...
Anzitutto, le guerre che contano per gli USA sono combattute nel mondo islamico. In secondo luogo, l'Europa non sta lottando per la ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale.
Le sue capacità militari dovrebbero essere pari a quelle degli USA.
La NATO è obsoleta se si definiscono le sue responsaibilità principalmente nel respindere un'invasione russa. Specialmente in quanto (L'Europa) s'è rifiutata di creare una forza militare capace di farlo. E' obsoleta nel concepire gli USA come i garanti della sicurezza europea laddove l'Europa è sufficientemente capace di sostenere il costo dell'autodifesa.
Se la nazioni europee sono libere di seguire i propri interessi, allora lo sono pure gli USA.
Facendo un passo indietro, scorgiamo una più ampia verità.
Prima cosa,  l'Unione Europea is breaking (sta collassando). L'Europa non è in posizione di svolgere operazioni Nato supportate all'unanimità. Per gli europei, la Nato è importante perché significa che, nell'improbabile caso di una guerra europea, gli Stati Uniti devono essere presenti (ndr: sullo scenario).
Gli Stati Uniti vogliono  fermare l'egemonia russa sulla "penisola" europea. Ma possono gestire ciò dislocando forze limitate nei paesi baltici, in Polonia e Romania.
Gli europei hanno trasformato la Nato in un meccanismo che funziona tramite relazioni bilaterali tra gli USA e ciascun membro della Nato.
In tal modo, gli Stati Uniti, possono agire allo stesso modo.
Possono anche accettare lo status quo in Ucraina, scritto o non scritto. Gli USA non andranno in guerra in Ucraina. E la Russia neppure lo farà.

L'approccio di Trump alla Nato è stato imposto agli Stati Uniti dagli europei. 
La  Nato non funziona come un'alleanza. E' un gruppo di nazioni sovrane che risponde alle richieste americane se lo ritiene opportuno. Gli Stati Uniti lo sanno e a un certo punto, qualcuno evidenzierà che la Nato è obsoleta.
La questione può riassumersi nella seguente domanda. Qual è l'impegno dei paesi europei verso gli Stati Uniti? E qual è l'impegno USA vero l'Europa?
Non è più chiaro se ci sia la base geopolitica per questo impegno. Gli interessi sono divenuti divergenti. Nato non è più adatta alla realtà odierna".

7. Ora questo insieme di notazioni non sono scevre da lacune: ad esempio, sono svolte senza coordinare il quadro delineato alla concreta modalità con cui le "Comunicazioni" €uropee sopra menzionate vogliono sviluppare la difesa - e l'industria- militare in UE
Abbiamo visto che il prevedibile sviluppo di questo disegno si riveli un inevitabile rafforzamento dell'egemonia industriale, ma soprattutto politica, della Germania.
Zero Hedge non pare (esplicitamente) dar peso al fatto che un paese mercantilista, - che ricorre per di più al vantaggio abilmente dissimulato dell'euro, per commerciare con una moneta svalutata rispetto alla sua capacità esportativa individuale-, una volta preso il controllo politico-economico dell'intera eurozona (quantomeno: a questo può tra l'altro ricondursi il progetto dell'€uropa a 2 velocità, qui p.11, ferma l'intangibilità della moneta unica), accoppiando pure quello militar-industriale, non potrebbe che acuire la sua resistenza e le sue pretese di contrapporre i propri interessi a quelli USA. 
E questo anche in chiave di rapporto con la Russia (e di rapporto privilegiato per farne un ulteriore hub esportativo per beni strumentali, costruzione di infrastrutture e beni durevoli di consumo).

8. Zero Hedge, poi, non pare rendersi conto di un altro aspetto, ancora più inquietante: la prosecuzione degli indirizzi di politica industrial-militare progettati in sede europea, proprio perché soggetti all'imposizione de facto della preminenza politico-economica tedesca, rischiano di innescare non le mire russe sulla "penisola europea" quanto un conflitto interno alla stessa europa occidentale (si pensi alla prospettiva di una vittoria della Le Pen alle presidenziali francesi; ma non solo). 
La "minaccia" tedesca, oggi ammantata di europeismo (ipocritamente pacifista da parte del paese meno cooperativo della già non cooperativa UE-M), diverrebbe un rischio, sempre più concreto, di ritorno alle stesse ragioni che portarono gli USA a intervenire sul teatro europeo nella seconda guerra mondiale.

9. Questo ordine di problemi non può essere trascurato: se gli USA, con un nuovo corso di realpolitik, disinnescassero il pericolo "russo", linea del tutto ragionevole adombrata dall'Amministrazione Trump (e che l'articolo di Zero Hedge conferma), non per questo avrebbero risolto il problema tedesco. Questo, anzi, rischia di aggravarsi e proprio sul versante più pericoloso, quello militare, per la stabilità della pace in Europa e nel mondo.
Per questo, anche il disimpegno finanziario USA dalla Nato, e la connessa esigenza di ridisegno del trattato relativo, su basi che prendano atto di una maggior bilateralità, non possono evidentemente essere disgiunti dal risolvere la questione UE. E ancor più il presupposto della sempre più pericolosa egemonia tedesca, cioè la moneta unica. E questo può aversi solo attraverso uno smantellamento dell'eurozona attraverso la guida USA.
Ma certo, tutto sta in quel considerare come un "fatto" una circostanza alla quale gli USA non potrebbero mai considerarsi estranei:
"l'Unione Europea is breaking (sta collassando)"

15 commenti:

  1. Volevo segnalare questo articolo di un Costituzionalista che afferma che uscire dall'euro è un colpo di Stato anti Costituzionale perché viola un patto (di stabilità).

    Una cazzata colossale.
    Spero simili signori vengano un giorno condannati per alto tradimento (usando le loro cariche).
    http://www.opinione.it/economia/2017/02/21/granara_economia-21-02.aspx

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    1. A parte il delirio controfattuale dei due ultimi capoversi, è un autogroviglio che si autolegittima: aderire a un cambio fisso promuoverebbe la pace? La pace dei sepolcri! ma comunque come?
      Si promuove invece la guerra economica tra paesi e tra chi lavora. La pace non è lavorare di più, ma vivere meglio. Qualsiasi indicatore direbbe che oggi il maggior numero di persone non vive meglio e lo standard dei servizi non è più elevato. Di conseguenza sarebbe incostituzionale NON uscire!

      sisi lo so 48 l'art. 11 non prevede ecc. ma qui è proprio una questione di logica, prima che di interpretazione.

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    2. Ho letto l'articolo da Lei linkato. Presumo che quella espressa dal professor Granara sia un'opinione minoritaria in ambito accademico, perché, in caso contrario, dovrei buttare alle ortiche quanto appreso tanti anni fa all'università, studiando i lavori dell'Assemblea Costituente ed in particolare quelli riguardanti l'articolo 11.

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  2. Gli Stati Uniti per attuare la loro politica estera hanno assecondato il mercantilismo degli "aggressivi" della globalizzazione(Cina,Giappone,Germania) deindustrializzando e pagando un prezzo molto alto dal punto di vista della coesione sociale interna .A confermarlo è un attento osservatore come Marcello Foa assai colpito dalla povertà estrema della provincia degli Usa tanto da ripeterlo in varie occasioni nei filmati che ho visto su you tube.Spero che la necessità di un miglioramento della coesione sociale interna guiderà la politica statunitense verso gli "aggressivi"della globalizzazione .Così potremmo,come nazione che s' identifica nel lavorismo e keinesismo della propria Costituzione , avere anche noi uno spazio di manovra per evitare la colonizzazione definitiva da parte del paese "aggressivo" della nostra area geografica(non ne voglio ripetere il nome per non confondere i cittadini di quella nazione con l'abberrante strategia dell' elite che li domina).Il mio timore è,però,,invece che con un intervento sul conflitto distributivo che anche Trump non voglia o non possa mantenere quanto promesso in campagna elettorale riguardo alla reindustrializzazione in USA cercando di soddisfare il proprio elettorato,non intervenendo sul conflitto distributivo,ma con provvedimenti sui conflitti etnici ,di genere o religiosi mimando,così, la tattica diversiva che la fazione progressista delle elite attua con l'agitazione dei "diritti cosmetici".La permanenza in un' Unione nella quale poi il "Nord"possa trasformare la sua forza economica in forza militare ,utile per riscuotere i propri crediti con metodi molto più "diretti" dell' aumento degli spread,è sempre più pericolosa ed inquietante .

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    1. In effetti esiste la deprimente prospettiva che Trump annacqui l'apparente new-stream antiglobalista (globalismo che poi è una sociologia dell'ordine internazionale incentrata sui maggiori paesi mercantilisti in concordia con la maggior potenza militare) limitando il suo raggio d'azione ai conflitti sezionali.

      Credo che più delle ridicole richieste di impeachment, su di lui pesi il ricatto dei mercati finanziari, che minacciano di farne, presto, il presidente della prossima devastante crisi finanziaria.

      I livelli di subprime (settore auto e students loan, in particolare) sono ancora più altri del pre-2008, la riforma del mercato del lavoro esige una forte e immediata azione di disincentivazione delle produzioni delocalizzate e il rafforzamento della contrattazione collettiva, mentre il Glass-Steagall porrebbe un milite all'impatto sociale e fiscale della crisi potenziale.

      Ma tutto questo pare stentare a delinearsi e Trump finisce sempre più col circondarsi di elementi conservatori legati a oil&finance.
      A me pare che lui non possa uscire tempestivamente dal ricatto e che neppure sia "culturalmente" attrezzato per farlo.

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    2. Purtroppo condivido le conclusioni di 48 in merito a Trump. Forse, molto forse, si tratta di capire quanto si riuscirà a ottenere prima che la normalizzazione dell'improvvisato politico sia completa. Non c'è molto tempo, essi lo sanno meglio di noi.

      Quanto a Foa sinceramente la sua attenzione è un po' tardiva: la povertà negli Usa anche sotto la forma di working poor (cioè il nostro ja) è roba di cui si parla dal almeno 20-25 anni.
      La distruzione dei salari data dagli anni di Reagan che pero' ci piaceva per altri motivi, quindi guai dirne male.

      Purtroppo coloro che sperano nel nuovo angelo sterminatore si troveranno ben presto spaesati come coloro che oggi deridono.

      Eppure contrariamente a Laria ritengo che Grecia e Brexit abbiano svegliato non poche coscienze, insieme al JA si capisce. Là dove tutto questo perde efficacia è grazie allo smantellamento di qualsiasi consapevolezza della necessità di agire collettivo, dovuto non tanto all'incapacità di accordarsi nelle priorità degli interessi, ma prooprio nell'osare prendere l'iniziativa, per di più in un contesto in cui non è mai esistita la coscienza dei propri diritti.

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    3. È indispensabile tenere sempre a mente che non esiste il signor Stati Uniti d'America: all'interno della stessa oligarchia c'è malcontento per i risultati effettivi della globalizzazione.

      Ascoltate ad esempio questo video dell'Agosto 2014: Beware, fellow plutocrats, the pitchforks are coming | Nick Hanauer ovvero Attenti, amici plutocrati, stanno arrivando i forconi (trascrizione e traduzione dell'intervento). La partita fra le due (almeno) parti contrapposte all'interno dell'oligarchia sembra ancora tutta da giocarsi.

      Piuttosto è vero che osservato da qui Trump non sembra culturalmente preparato se (ed è sempre un grosso se) è vero quanto scrivono i giornali: Trump reportedly called his national security adviser at 3 a.m. to ask if the US wanted a strong or weak dollar (Trump, ci viene riferito, ha chiamato il suo consigliere per la sicurezza nazionale alle tre di notte per chiedere se gli Stati Uniti vogliono un dollaro forte o debole).

      Sembra un po' il Berlusconi della situazione, con intorno personaggi che cercano di confondergli le idee. Oppure potrebbe trattarsi della vecchia tattica del fare lo scemo per non andare alla guerra e fregare gli avversari.

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    4. Buona sera presidente e a tutti gli interlocutori, il mio ragazzo è spaventato perchè è convinto che Trump sia destinato a ripercorrere le orme di Eisenhower. nel senso che come il celebre predecessore (nonostante il lancio del NEW DEAL) non riuscirà a chiudere definitivamente la stagione del rigore di bilancio, dell'incubo del contabile e dell' impostazione liberista, alimentando cosi la grande crisi che ai tempi di Eisenhower fu spazzata via solo dall' entrata in guerra nel 41.

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    5. @correttore: le notizie della stampa su Trump ricordano talmente tanto i rotocalchi sulle famiglie reali da dare l'impressione di dover prenderla con le molle. Ma i suoi atti dicono altro, in primis la scelta dei collaboratori, incluse le dimissioni.
      Il che rende più che plausibile l'intepretazione di una moderatissima operazione sostanzialmente cosmetica che deluderà molti senza accontentare nessuno, con successiva rottamazione. Insomma una grande paura ma senza conseguenze.

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  3. NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE & TIRI MANCINI

    Viene da giuntare alle sempre lucide analisi di '48 qualcosa di cronaca nera accaduto lo scorso dicembre 2016 che potrebbe assomigliare all'incipit di una puntata del nazional-pop commissario di Camilleri ma anche ad una “burlesque” di Huxley: LO STRANO CASO DI YVES CHANDELON.

    Un alto funzionario NATO preposto al controllo delle spedizioni degli armamenti bellici in EU ritrovato suicida nella propria automobile nelle Andenne, a 100 km dal luogo di lavoro e 150 km dalla propria abitazione, lasciando una “lettera d'addio” e una rivoltella non registrata impugnata con la mano destra, lui che era mancino.

    Saranno state le festosità natalizie a risolvere frettolosamente il caso ma, come spesso accade, è utile migrare fuori dal MSM - ma neppure tanto, qui e la) per trovare qualche indizio rimbalzando la e qua dell'oceano e cominciare ad interrogarsi su cosa sta accadendo.

    Ma certo, come la storia insegna, le conquiste si fanno sia col debito che con pallottole - spuntate o meno - ma Riccardo, Federica, Claude, Joseph, Angela avranno da pur dire qualcosa oltre che persuadere il solito Paul Bäumer all'arruolamento volantario.

    Tiremm innanz !!

    Biblio
    (nel caso non s'aprissero i link, si sa, sono un emittente agli inizi):

    http://www.zerohedge.com/news/2017-01-18/angela-merkels-eu-army-poses-greatest-threat-world-peace-2017

    http://disobedientmedia.com/angela-merkels-eu-army-poses-the-greatest-threat-to-world-peace-in-2017/

    http://www.rischiocalcolato.it/2016/12/strane-morti-funzionari-nato-firme-apposte-nella-nebbia-strategia-ormai-palese.html

    http://www.express.co.uk/news/world/747259/NATO-Auditor-General-is-found-shot-dead-in-suspicious-circumstances

    http://www.express.co.uk/news/politics/734711/EU-army-agreed-strasbourg-defence-Britain-pays-bill-blame-Brexit-article-50-NATO-SHAPE

    https://www.rt.com/op-edge/240065-nato-us-europe-military-force/

    Ma si, siam massimalisti, giuntiamo anche questa ..

    https://www.credit-suisse.com/microsites/next/en/financial-literacy-expertise/articles/the-future-of-monetary-policy-shaped-by-the-past.html

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    1. Talora le cose sono ovvie esattamente come ci si può aspettare che siano.
      Anzi, tutto mi pare caratterizzato da una banale prevedibilità che solo la grancassa mediatica ai massimi livelli di pressione può oscurare (riuscendovi più che bene per i tanti che non sono in grado di produrre nessuno sforzo di consapevolezza sulla realtà strutturale in Occidente).

      ESSI, nel breve-medio periodo, hanno ancora un vantaggio di forza soverchiante: terrorismo islamico, corruzzzzione, inversione di senso del fenomeno fascismo (ovvero delle ragioni dell'autoritarismo dei mercati, in genere), violenza legata all'imposizione dei diritti cosmetico-malthusiani, hanno fiaccata l'opinione di massa.

      La nostra paradossale "fortuna" è che siamo talmente lontani da una reazione nazionale democratica che le "idee dominanti" potrebbero consentire, - sul piano istituzionale e elettorale autoctono e cioè senza neppure un intervento di forze esterne-, una normalizzazione delle pulsioni anti-€uropeiste che altrove potrebbe essere molto più difficile: senza quasi colpo ferire.

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  4. A proposito di “idee dominanti” a casa nostra, qualche giorno fa mi è capitato di leggere questo. Mentre procedevo nella lettura, all’esemplarmente irritante dipanarsi in primo piano delle frasi e delle sottese argomentazioni, automaticamente sullo sfondo prendeva forma, prima per sommi capi, e poi secondo una rete di corrispondenze sempre più dettagliata, un sottotesto parallelo che, nelle sue linee fondamentali, praticamente si scriveva da solo. Non so quanto, al di là della più o meno riuscita operazione deformativa, il risultato sia almeno in parte funzionale a evidenziare i binari mentali di fondo di chi pensa e scrive certe cose (da questo punto di vista Sergio Romano è già di per sé estremamente trasparente). Se tale non fosse, spero almeno che le corrispondenze siano sufficientemente centrate e la lettura scorrevole:

    Vi sono alcuni tra gli organismi dei soggetti sottoposti alla somministrazione controllata del mix di sostanze stimolanti ormai da qualche tempo in corso di sperimentazione (in particolare quelli del pensionato greco, dell’operatore di call center italiano, e per certi versi anche del panettiere francese) che sembrano incapaci di tollerare le dosi e gli schemi di assunzione previsti da protocollo. Il rimedio a queste crisi di rigetto è noto ed è quello che la Commissione di sorveglianza ricorda ogni giorno pazientemente ai soggetti: continuare ad assumere le sostanze con regolarità, evitando sospensioni che pregiudicherebbero il graduale processo di adattamento organico.

    Ma se questo rimedio venisse accettato e applicato da tutti fino in fondo, le prime a trarne vantaggio, nelle purtroppo ancora inevitabili pause tra una assunzione e l’altra, sarebbero le più primordiali e ferine pulsioni della psiche, quelle finalizzate all’assecondamento cieco dell’istinto di autoconservazione. Ad ogni allentamento del protocollo non mancherebbero di riprendere il sopravvento per indurre i soggetti a denunciare il trattamento «inumano» da parte della Commissione e l’atteggiamento «gregario» delle facoltà superiori nei confronti dell’ambizioso progetto di affinamento evolutivo di cui gli stessi soggetti sono protagonisti.


    [continua]

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  5. [segue]

    Nell’interesse dell’avanzamento di tale progetto, quindi, i soggetti capaci di rispettare il protocollo sperimentale, e che mantengono i parametri vitali e neurofisiologici a livelli sostenibili, farebbero bene ad adottare un’atteggiamento più comprensivo e solidale verso gli altri. Se lo facessero, tuttavia, diventerebbero anch’essi ostaggio delle rispettive pulsioni primordiali. Il caso del bancario tedesco è particolarmente eloquente. Il bancario tedesco ha un forte interesse a preservare l’applicazione di un programma di cui sente il bisogno per l’evidente capacità fin qui dimostrata di trarne giovamento. Ma a livello razionale sa bene che ogni assecondamento pro bono pacis delle istanze autoconservative dei soggetti più refrattari alimenterebbe lo spirito di rivalsa delle proprie pulsioni omeostatiche, sotto traccia persistenti ma finora efficacemente represse. Discorso analogo vale per gli altri soggetti a prevalente risposta positiva.

    Siamo quindi, apparentemente, in un vicolo cieco. Gli organismi dei diversi soggetti sperimentali hanno parametri di tolleranza e reazione diversi, ma uno stesso tipo di resistenza profonda, l’istinto di autoconservazione, che può manifestarsi contemporaneamente in tutti, anche se con meccanismi di innesco diversi. Vi è tuttavia in questa asimmetria un fattore che può giovare al nostro progetto. Mentre noi, bene o male, possiamo contare su un ambiente sperimentale omogeneo e strettamente controllato, sul piano delle reazioni istintuali non esiste alcun meccanismo di coordinamento inter-individuale capace di scardinare il nostro apparato di controllo tramite una strategia di reazione concordata. Non può esistere perché le pulsioni istintuali sono per loro natura strettamente individuali e quindi incapaci firmulare una strategia comune. L’avvocatessa francese, in una delle sue ultime levate di scudi, ha minacciato drastiche modificazioni unilaterali del protocollo, con espunzione della sostanza-base: ma i più importanti studi scientifici a livello internazionale sugli effetti delle interruzioni improvvise prevedono, in casi del genere, l’insorgere di crisi di astinenza potenzialmente letali. Il comico italiano ha ribadito che, quando avrà superato tutte le resistenze interne, testerà l’effetto dell’astinenza totale; ma non ci ha detto come pensa di disintossicare poi l’organismo ormai irreversibilmente assuefatto. La governante inglese ci ha confermato che non ne vuole più sapere; ma dai sei mesi passati da quando ha detto di volersi tirar fuori, non ci ha ancora spiegato come si fa a mollare di colpo un programma del genere senza ritrovarsi poi alienati dal consesso civile.

    Portare avanti il progetto, in queste condizioni, richiede certamente una straordinaria combinazione di ingegno, fantasia e pazienza. Ma nessuno di quelli che vorrebbero mandarlo a monte ci ha ancora detto come si fa a reincanalare bruscamente i parametri vitali degli organismi, strutturalmente alterati da anni di paziente ricondizionamento profondo, ai livelli fisiologici originari senza che il contraccolpo provochi danni irreparabili.

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  6. L'enorme surplus accumulato dalla Gemania. A cosa le serve?
    A Roma di persona molto ricca si dice: "quello c'ha i sordi pe' ffa na guera".

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    1. L'oro accumulato con il mercantilismo serve storicamente proprio per quello.

      Il libero scambio che, come ricardava Joan Robinson, è « una subdola forma di mercantilismo », è un sistema per aumentare il potere bellico tramite i "vantaggi comparati": tu cicala mediterranea ti occupi di turismo, io, ariano de me nona, mi occupo di chimica e meccanica con cui, al tempo giusto, ci faccio panzer e Lager.

      Ma il vero nazista non parla tedesco e, infatti, il suo mercantilismo è puro free trade, deregulation, e acronimi per menti acronime: e, mentre tu fai il bagnino, il pizzaiolo e la guida turistica, lui si occupa di nucleare e cyberwar.

      Chi ha le più grandi riserve auree del globo accumulate proprio... per l'irenismo kantiano degli imbecilli?

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