martedì 22 dicembre 2015

DA FERRAGOSTO A NATALE. L'ART.47 COST. ANNEGATO NELL'ANNICHILIMENTO DELL'ART.21 COST.

https://pbs.twimg.com/media/CW0Yd6-XIAATWCQ.jpg:large 

ANTEFATTI

a) ACRONIMI DI FERRAGOSTO: UE-FREE TRADE, UEM-GOLD STANDARD, UEM-IDE E L'ITALIAN DOWNSIZING.

b) SVILUPPO INEVITABILE DI ADESIONE A TRATTATO FREE-TRADE CONTRARIO ALL'ART.11 della COSTITUZIONE:

"Insomma, per i tedeschi, va bene, fra 8 anni, compartecipare al sistema assicurativo dei correntisti-depositanti bancari: ma purchè, nel frattempo, POSSA INNESCARSI UN COLOSSALE TRASFERIMENTO FINANZIARIO - via interessi sul debito pubblico italiano a sottoscrizione "riservata" alle banche tedesche e "core"- DA PARTE DEI CONTRIBUENTI DEI PAESI DEBITORI VERSO LE BANCHE E I RISPARMIATORI DEI  PAESI CREDITORI. 

Cioè gli stessi tedeschi, in primis: che dovendo conservare la loro bella deflazione salariale competitiva e selvaggia, si trovano a dover proseguire a collocare il loro debito a rendimenti negativi o pressocchè pari a zero. Mentre la popolazione tedesca invecchia, gli immigrati lavoreranno "umanitariamente" a 1 euro all'ora (p.3), e, si sa, l'elettorato merkelian-schaubeliano, poi, "mormora".




1. Fatte queste premesse, vi focalizzo subito il quesito che discende per necessaria derivazione logica dalle premesse sopra sintetizzate: è possibile che un paese (che un tempo aveva sovranità costituzionale democratica, espressamente "fondata sul lavoro in tutte le sue forme"), sia governato, nella più pura schematizzazione della democrazia idraulica, ove l'opinione pubblica è rigidamente controllata onde predeterminare il risultato elettorale, esclusivamente da media funzionali agli interessi del capitale estero?

2. In fondo, non bastasse la Grecia, con la sua performance elettorale di settembre, anche in Spagna, siamo, in soldoni, di fronte alla stessa situazione: la democrazia idraulica, cioè l'inutilità sistemica del processo elettorale, irrilevante sul funzionamento continuo della macchina della restaurazione (ordo)liberista, dilaga in €uropa: e questo distrugge ogni prospettiva di correzione di un mondo occidentale votato ormai all'anestesia mediatica della sua stessa distruzione al rallentatore.

La Nota del FMI che ha aperto la strada alla Rivoluzione del Bail-In

3. Bazaar parla di "genocidio al rallentatore" e, in termini etnici, ciò è sempre più vero: potremmo parlare di pulizia etnica istituzionalizzata a livello sovranazionale, per via di vincolo esterno monetario e fiscale unito a una pianificata mondializzazione del mercato del lavoro (merce).
Persino la colonizzazione non arrivava a tanto. Qua è peggio, dato che è più irreversibile l'effetto materiale che impedisce il ripristino della democrazia.

Ci sto riflettendo, perchè pur avendolo in lungo e largo "divulgato", una prospettiva di realizzazione così assoluta, nei fatti della vita politico-economica del paese, pone dei problemi spaventosi.
E pone la gente spaventata di fronte all'insormontabile problema di capirlo: e questo perchè l'unica maniera che avrebbe di capirlo gli è preclusa proprio dalla funzione - di rilevanza costituzionale, ormai del tutto teorica- esercitata da coloro che, nei fatti, realizzano questa spaventosa prospettiva. 
Basta accendere la televisione e provare a seguire i programmi di "informazione" che vengono offerti a coloro che, tormentati da ansia e rabbia, cercano disperatamente di capirci qualcosa; e non ci riusciranno, perchè al 37° anno, o giù di lì (fate voi), di repliche della telenovela, ormai sono entrati definitivamente nel "trip duro" creato dagli spinners ordoliberisti.
Vi pongo un disperato quesito finale a cui non so dare risposta:
- come si fa a far capire (possibilmente) a tutti perchè ESSI vivono?

30 commenti:

  1. Non c'è dubbio che l'idea sia quella di avere un sistema che duri "per sempre", non più reversibile, con una massa povera, ignorante, senza alcuna identità (né religiosa, né etnica, né culturale, né sociale), e facilmente manipolabile dai media, chiamati non più al ruolo di informare ma a quello di "gestione ed indirizzo del consenso".

    "Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare", diceva Mark Twain. Questa frase, da qualche tempo, spopola (o quanto meno appare con una certa ricorrenza), nei social network. Eppure, dubito che coloro che la postano ne comprendano appieno il significato: probabilmente, la postano limitandosi ad un'interpretazione superficiale riguardo all'inutilità dei riti di una democrazia malata. In realtà, quell'aforisma dice, oggi, molto, ma molto di più.

    Quando, nell'estate del 2011, si è istituzionalizzata (in Europa) la crisi economica come metodo di governo, votare è diventato una cosa seria. E, guardacaso, in quel momento si è materializzata l'esigenza già richiamata da Mario Monti nel 1998 (nella celebre intervista a F.Rampini): in sostanza, la necessità di implementare le riforme ponendosi "al riparo dal processo elettorale". E' un caso che il pareggio di bilancio in costituzione sia stato votato da una maggioranza bulgara (grazie ricatto dello spread), proprio al fine di impedire che vi fosse una consultazione elettorale (quella prevista dalla Costituzione in assenza di maggioranza dei 2/3), e che quella stessa maggioranza sosteneva, nel frattempo, un governo con a capo quella stessa persona?

    Non so, onestamente (o forse tengo un approccio eccessivamente pessimista), se sia possibile far capire alla maggioranza delle persone il quesito finale che pone Luciano. D'istinto, la risposta è no. Allo stesso modo in cui era impossibile capire e far capire, alla fine degli anni '30 del XX secolo, che l'Italia doveva cambiare rotta per non finire nella catastrofe (Ciano ci provò, il Duce fece orecchie da mercante, e poi, accontentandosi -piddinamente?- di governare sulle macerie, lo fece fucilare a Verona), è impossibile oggi, sia per il popolo che per la classe dirigente, comprendere pienamente quello che sta accadendo (peraltro nella classe dirigente piddina di oggi non c'è nessuno che abbia quanto meno la statura e la lucidità profetica di un Ciano: tutti credono nella "vittoria finale"). Tutto, quindi, rimane affidato alle dinamiche della Storia: dovranno accadere eventi "duri", come dure erano le bombe angloamericane che piovevano sull'Italia, per far aprire gli occhi. E quando quegli occhi saranno aperti, sarà troppo tardi per salvare il salvabile. Si potrà solo ricostruire daccapo.

    Rimarranno delle domande. Forse più che politiche e/o economiche, di natura "umana". Come possibile che, in determinate circostanze storiche, si perdano la coscienza ed il senso di umanità? Come è possibile che, anche in persone dotate di una certa cultura, diventino così cieche? Anche in questo caso, sarà difficile, se non impossibile, fornire risposta. Soprattutto alla luce di quanto dice la Storia: i miei nonni e i miei bisnonni lottarono perché io non dovessi mai vedere una forma di fascismo risorgere. Siamo nel 2015 e io ho di fronte agli occhi buona parte di quello che loro vedevano nel 1922....

    Auspicando con fornza di essere clamorosamente smentito, auguro buon natale a tutto il blog

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    1. Buon Natale a te, Lorenzo.
      Concordo con te e, in fondo, siamo oggi alle battute iniziali di questo blog.
      Anzi, proprio al 1° post ed al suo incipit:
      "Questo blog nasce dall'esigenza di preparare un futuro ("migliore"? Vogliamo essere ottimisti?) per la democrazia. E fin qui, sembrerebbe quasi che non ci sia nulla di strano, dato che lo potrebbe sostenere, come scopo autodichiarato, qualunque "voce", pubblicazione, giornale, rivista o, naturalmente, partito politico.

      ...Siccome questo non sarà un blog di teoria e di discussioni "politiche" ma una fonte di conoscenza e di contributi scientifici, intrinsecamente democratica nel senso qui precisato, parleremo di problemi e questioni che sono all'attenzione di tutti i cittadini , nella loro vita molto concreta e molto angosciante, per trovare il modo di definire analisi, proposte e strumenti che possano portare a REGOLE E SOLUZIONI di rivitalizzazione della democrazia e del benessere generale.

      Questo, mi auguro, potranno aspettarsi i lettori e i commentatori del blog stesso, a cui si invia fin da ora un "in bocca al lupo", nell'intento di costruire il più possibile insieme una "mappa" per una nuova Costituente, tracciata nella consapevolezza e nella piena libertà di partecipazione del più grande numero possibile di persone, interessate alla "liberazione" della Costituzione del '48 dalle catene che, tristemente, sembrano, ora più che mai, vincolarla."

      Finora, purtroppo, circa il dover coltivare questa logica di preparazione a un "after shock" e ad un'auspicabile "ricostruzione", non abbiamo avuto smentita...

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  2. no , io non sono daccordo .
    io faccio il metalmeccanico sono uno della "gente" e su questo blog trascorro intere giornate .
    p.s. i programmi d'informazione televisiva non hanno per me nessuna "autorevolezza"
    saluti
    luigi

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    1. Ottimo per te, Luigi.
      Hai qualche idea da suggerire in risposta alla domanda finale, cioè con riguardo a qualche altra decina di milioni di nostri concittadini che devono ancora capire "perchè ESSI vivono?"

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  3. DISCLAIMER: No humans were harmed in the making of this comment.

    ESSI vivono perché NOI glielo permettiamo. Perché gli astanti applaudono alla fine del discorso? Perché, intimamente, la paura della perdita (inconsapevolezza individuale) è sempre più forte della serenità della vittoria (consapevolezza comune). Perché pria, più che l'avidità poté la grettezza.

    Chi vuol capire, capisce (tempo presente). Chi non vuol capire, capirà lo stesso (tempo futuro). Il resto è auto-dissimulazione.

    Il mio quesito finale è: chi è il vero eversivo? Chi impone leggi ingiuste o chi si impone di rovesciarle?

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    1. In questo caso però le leggi sono (erano?) pure giuste, quindi l'identificazione dell'eversore non lascia spazio a dubbi: "Occorre comunque affermare, più in generale, per quanto attiene alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute che venissero ad esistenza dopo l'entrata in vigore della Costituzione, che il meccanismo di adeguamento automatico previsto dall'art. 10 Cost. non potrà in alcun modo consentire la violazione dei principi fondamentali del nostro ordinamento costituzionale, operando in un sistema costituzionale che ha i suoi cardini nella sovranità popolare e nella rigidità della Costituzione (art. 1, secondo comma e Titolo VI della Costituzione)." (sent. n. 48 del 1979). (Per l'occasione mi sono anche cimentato col grassetto...senza danni, mi auguro:-)).

      Un caro augurio a tutti.

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  4. La domanda finale che Lei ha posto è “ingombrante” e mi ha bloccato tutto il giorno. Non sono riuscito a scrivere nulla di propositivo per paura di scrivere banalità; i tempi stringono e non possiamo permetterci banalità, che sarebbe un modo sia pure involontario perché ESSI continuino ad essere legittimati. La Sua è una domanda che tocca il momento pre-catartico, della catarsi intesa in senso gramsciano come prassi e, quindi, come transizione al momento etico-politico” dell’azione sociale (“strumento per creare una nuova forma etico-politica”, nel nostro caso un ritorno alla Costituzione ante litteram). Sempre che lo si voglia fare in modo civile ed avendo ancora una scelta che non sia quella (non sia mai) più cruenta. Pertanto, più che formulare una proposta (in fondo lo è), Le dico cosa faccio nella mia infima quotidianità, in famiglia, con amici, conoscenti e colleghi: nel limite del possibile, tento di non rimanere indifferente ai luoghi comuni che sento (e di cui anch’io non ero immune fino a qualche tempo fa; chissà peraltro quanta spazzatura ho ancora nei neuroni!), tento di spiegare all’interlocutore di turno il problema in modo razionale, citando rigorosamente dati e fonti e pretendendo, a mia volta, la giustificazione di quanto mi viene asserito.

    Per quanti giornali e televisioni possano avere e controllare, penso che ESSI non possano nulla di fronte ad un lavorìo quotidiano e capillare di questo genere. Ognuno si assuma, senza saccenza ma con fermezza, la responsabilità di non essere indifferente nell’ambito in cui si trova ad operare, per quanto ristretto esso sia. Gramsci odiava gli indifferenti e sull’indifferenza ESSI altresì càmpano.
    Non saprei dire altro, per il momento, tranne che augurare a Lei ed a tutti quelli che intervengono sul blog un sereno Natale.

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    1. Gramascianamente, e con pessimismo della ragione e ottimismo della volontà, cari auguri anche a te :-)
      Detto fra noi, la tua risposta è quella giusta.

      Ma mi si "conscienta" di quotare una spiegazione abbastanza semplice ma acuta dell'atteggiamento gramsciano, da assumere "mutatis mutandis", come esemplificativo:

      "La frase esatta di Antonio Gramsci recita : "Tutti i più ridicoli fantasticatori che nei loro nascondigli di geni incompresi fanno scoperte strabilianti e definitive, si precipitano su ogni movimento nuovo persuasi di poter spacciare le loro fanfaluche. D'altronde ogni collasso porta con sé disordine intellettuale e morale. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà". (Q28, III)

      L'intepretazione della "frase" di Antonio Gramsci si riferisce ad alcune teorie revisioniste del marxismo (in Italia per esempio Croce e Loria) che fondandosi su un ridicolo culto della scienza marxista pronosticavano la caduta "necessaria" del capitalismo in base alla legge della caduta tendenziale del saggio di profitto.

      L'assunto era: la scienza materialista storica ha predetto la caduta del capitalismo perciò vi è un "ottimismo intellettuale" (oppiomania dice Antonio) sul "progresso" che emargina la volontà (cioè (tradotto) l'impegno politico rivoluzionario nel partito degli operai) di costruzione del partito comunista.

      Gramsci critica tale posizione e sottolinea (giustamente) come Marx abbia parlato di "tendenziale" caduta del livello di profitto e perciò (in ultima analisi) non era (Marx) catastrofista ma poneva l'accento sulla volontà (coscienza di classe nel partito comunista) di costruire una organizzazione operaia.
      Quindi adottare un certo distacco (pessimismo) nei riguardi del "culto della scienza" assieme ad una volontà di sviluppare una "filosofia della praxis" antagonista al capitale (unica garanzia che la caduta tendenziale del saggio di profitto non sia una catastrofe sia per la borghesia che per il proletariato)."

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  5. Non si preoccupi caro quarantotto, tra un po ci sarà il Mondo Unito e tutto andrà APPOSTO.
    United World Project 2015
    https://www.youtube.com/watch?v=MUbWJkiWZD0
    I Giovani per un Mondo Unito
    https://www.youtube.com/watch?v=MLJOWLZisrQ

    http://www.focolare.org/movimento-dei-focolari/un-popolo/giovani-per-un-mondo-unito/
    http://www.unitedworldproject.org/it/chi-siamo.html
    "Siamo i Giovani per un Mondo Unito, viviamo in 180 Paesi dei cinque continenti e siamo di culture, religioni e nazionalità diverse. Ci unisce la scelta di vivere per la fraternità universale.
    Vogliamo che essa diventi il nuovo cardine della politica, dell’economia, del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente, dello sport, della comunicazione, della scienza, dell’arte."

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    1. Vollero, e vollero sempre, e fortissimamente vollero.

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    2. E poi sono giovani...Con lungimiranza preparano il futuro...migliore possibile...con tanta fede nel governo mondiale

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    3. Si, sono i nostri focolarini "amatissimi".
      Un altro nostro "amatissimo" italiano, GIUSEPPE ANTONIO BORGESE, cattolico, facente parte dei FEDERALISTI MONDIALI (i fratelli maggiori dei Federalisti Europei) si era anche spinto nell'elaborazione di una Costituzione Mondiale; da http://www.thefederalist.eu estraggo:
      Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952), italiano di nascita, era un professore di letteratura presso l’Università di Chicago ed è stato un autorevole fautore del governo mondiale globale. Nel 1945, egli diede vita alla Commissione per elaborare una costituzione mondiale, a cui aderirono Robert M. Hutchins, Mortimer Adler, Richard McKeon, Reinhold Niebuhr, Rexford Tugwell e altri importanti docenti americani ed emigrati politici. Egli diede un contributo alla redazione della bozza che poi divenne il Progetto preliminare di una costituzione mondiale, elaborato dalla Commissione di Chicago (1948)....

      STRUTTURA DI UNA COSTITUZIONE [2]

      Una costituzione, ogni costituzione, rappresenta tre cose in una. E’ un manifesto o una proclamazione di principi. E’ un organismo politico. E’ un meccanismo giuridico.
      In quanto manifesto o proclamazione di principi — quindi in quanto teoria — il progetto preliminare che oggi sottoponiamo alla pubblica e comune valutazione è basato su una convinzione fondamentale, che si articola in quattro punti:
      a) la guerra deve e può essere messa fuori legge e la pace può e deve essere realizzata universalmente;
      b) il governo mondiale è l’unica alternativa alla distruzione del mondo;
      c) «il governo mondiale è necessario, perciò è possibile»;
      d) la premessa del governo mondiale e della pace è la giustizia.
      La giustizia, a sua volta, è un’idea eterna ed universale, le cui manifestazioni storiche e le cui esigenze hanno assunto caratteristiche via via diverse a seconda delle epoche....
      Si ritiene (ed è un’opinione sostenuta oggi praticamente a tutti i livelli di pensiero e di progettazione politica) che il cosiddetto Stato-nazione sia per definizione e per sua natura il nemico e l’antagonista dello Stato mondiale… Dunque, se una costituzione mondiale vuole essere accettabile e nello stesso tempo realizzabile, essa deve mantenersi nel giusto mezzo, prevedendo la sopravvivenza degli Stati esistenti (in una struttura che garantisca delle iniziative e una autorità locali), privati, però, delle funzioni e dei poteri che sono fondamentali per il governo mondiale e che non possono essere affidati a entità portate per natura e per tradizione a distruggere, se ne avessero l’opportunità, qualsiasi unione mondiale (come hanno distrutto la Società delle Nazioni e quasi paralizzato l’ONU). Gli autori del progetto preliminare hanno ritenuto che una via di mezzo potrebbe consistere in un sistema elettorale fondato su nove collegi regionali…
      http://www.thefederalist.eu/site/index.php?option=com_content&view=article&id=398&Itemid=&lang=it
      -------------

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    4. È mai possibile che oramai, quando si fa riferimento a una certa località, le prime due cose che mi vengono in mente sono due nomi così distanti quali Al Capone e Aristotele? Ah, le aporie del pensiero!

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    5. Attenzione: il progetto del 1948, - come attesta anche un'attenta analisi dei concetti utilizzati che solo in parte assomigliano a quelli hayekian-ventoteniani-, si colloca in un'agenda sociale, cioè di visione economico-giuridica, ben diversa dalle tendenze mondialiste neo-liberiste, riattualizzate dal Washington Consensus.

      Basti verificare pensiero e opere di personaggi come Robert M. Hutchins e, specialmente, Rexford Tugwell.
      Persino McKeon, se rapportato ai suoi tempi, è qualcosa di diverso dai neo-liberisti che hanno preso, a partire dagli anni '70, un assoluto sopravvento (predicando un pensiero unico, qui a lungo analizzato, che McKeon avrebbe sicuramente combattuto e Hutchins aveva coraggiosamente osteggiato).

      Insomma, non ogni utopia nasce dalla "doppia verità" delle oligarchie liberiste: certo, si presta facilmente ad essere da esse strumenalizzata, come, in partenza, la pencolante e lacunosa esternazione del manifesto di Ventotene.
      Ma, in quel caso, era geneticamente un prodotto propagandistico del neo-liberismo dell'ordine internazionale dei mercati.

      Insomma, affinità estrinseche di concetti e percorsi non giustificano una immediata sovrapposizione e unificazione di ogni aspirazione utopistica alla pace mondiale in via istituzionalizzata. Per quanto, ripeto, a posteriori strumentalizzabile (l'UNESCO di McKeon aveva una natura ben diversa dall'attuale, come d'altra parte le stesse Nazioni Unite, fallite non per la cattiveria degli Stati nazionalisti guerrafondai, ma per la sua incapacità di resistere all'idea della "fine della Storia" e quindi all'imperialismo economico del FMI).

      Una cosa è pensare al governo mondiale della pace e della giustizia dopo la mattanza della II WW, e sotto la terrificante impressione creata dall'uso della bomba atomica (e mentre lo stalinismo era una dura realtà): altra, immaginarla come rimedio al sezionalismo e ai sindacati, contro l'INFLAZZZZIONE e, quindi, con evidente asservimento a interessi oligarchici paludati da pacifismo.

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    6. Quale sia il retroterra di Borghese è chiaramente indicato qui:
      " "Tuttavia, nel 1945, Borgese non considera più che monarchia, fascismo e Vaticano costituiscano un tutto inscindibile e pone invece le sue speranze in una Chiesa rigenerata:

      Oggi invece la Chiesa superstite in un’Europa che è tutta a terra, in un mondo dove tutto trema, è anch’essa, come ogni altra istituzione e dottrina, in un travaglio di adattamento e rinnovazione, i cui sbocchi rimangono problematici, ma il cui corso va osservato con mente attenta e aperta. Può essere che essa si avvii verso un domani, in politica ed economia, diverso dal suo ieri. [25]
      [25] G. A. Borgese, Golia, cit., p. 13.

      Borgese, consapevole del fatto che il lettore potrebbe ascrivere il suo astio nei confronti della Chiesa romana all’influenza culturale dell’ambiente anglosassone e protestante in cui è stato concepito il libro, precisa, dopo una professione di fede ‘gioachimita’ (ibid.), che il fatto di aver mosso pesanti critiche al Vaticano non significa che egli non si debba ritenere un buon cattolico e presume che Dante avrebbe inteso e condiviso i motivi della sua vituperazione (ibid., pp. 13-14)
      Prosegue distinguendo nettamente la lettura fascista della Monarchia dantesca (il progetto chimerico di ricostruzione imperiale smontato nel Golia) con l’interpretazione progressista da lui propugnata: il progetto di una « riforma e restaurazione dell’Occidente» attraverso la costruzione di una «repubblica universale». Conclude il suo discorso con accenti solenni affermando di aver fede nella vocazione direttrice dello spirito italiano (ibid., p. 17)."
      ...
      Dopo il referendum costituzionale, Borgese non prende più direttamente posizione nel dibattito politico nazionale e, sebbene nel 1948 faccia un breve soggiorno in Italia prima del suo ritorno definitivo nel 1949, si astiene dall’intervenire nella campagna elettorale del 18 aprile. Benché non ci siano tracce di una qualunque dichiarazione ufficiale dello scrittore a favore di un partito, è più che probabile che egli si riconosca in quel momento nella linea riformista e filo-occidentale del partito di Saragat, al quale aderì l’amico Piero Calamandrei che fu il principale promotore in Italia del progetto di Costituzione mondiale29.
      ...
      http://laboratoireitalien.revues.org/650

      Borghese si era semplicemente fatto l'idea che la Chiesa aveva sbagliato ad allearsi con il fascismo ed egli voleva rinnovarla all'interno di un Governo Mondiale. Ideale utopistico o freddo calcolo?
      Sappiamo che la Chiesa, specie dopo i Patti Lateranensi era diventata un'impresa capitalista internazionalista, specie con l'aiuto di Bernardino Nogara:
      "Dopo la firma dei Patti Lateranensi Nogara nel 1929, fu chiamato da Pio XI con motu proprio del 7 giugno 1929 a dirigere, quale suo Delegato, l'Amministrazione Speciale della Santa Sede, carica che conservò per 25 anni."
      https://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Nogara
      A me sembra piuttosto il classico predicare bene (pace mondiale, ecc.) per razzolare al solito modo. Che poi ci sia stato qualcuno che abbia avuto dei veri ideali di pace universale non lo metto certo in dubbio, ma riguardo a Borghese ho i miei dubbi.

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    7. Cioè, il dubbio che più mi assale, quando leggo le visioni idealiste di Borgese che vuole privare gli stati nazionali di funzioni da delegare al Governo Mondiale, è questo: Ma costoro, cioè questi idealisti utopistici, non avevano capito che i problemi non erano gli stati nazionali in sé, ma il fatto che, come si dice in cima al suo post "si è gettata nell'oblio la coscienza storica del fatto - ben chiaro a Chang - che le guerre sono innescate dall'imperialismo dominante dei "liberi" mercati (altrui)"??

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    8. Grazie per la precisazione, Quarantotto. :-)

      Sai che non sono convintissimo del fatto che l'aspirazione alla pace mondiale in via istituzionalizzata, per l'appunto sotto forma di un governo unificato e unificante, possa essere in qualunque circostanza considerata un'utopia quanto non una distopia?
      Senza addentrarmi nelle difficoltà pratiche che l'instaurazione di un simile regime implicherebbe, del tutto evidenti, ne contesto il fondamento ideologico. Contrariamente a ciò che molti ritengono, io considero la pace, al pari della guerra, un mezzo: magari mi sbaglio, ma penso che il miglioramento delle condizioni di vita degli uomini sia il fine: è prova di ciò il fatto che queste ultime possono peggiorare in tempo di pace (italiani nell'era dell'euro) e migliorare in tempo di guerra (americani durante la Seconda Guerra Mondiale); invertire i termini e perseguire la pace come fine, quindi, non implica necessariamente sviluppo lato sensu per chi non fa la guerra. Dovremmo forse concludere che non è l'allontanamento sempre maggiore dalla "durezza del vivere" il nostro primario obiettivo individuale perseguito a livello comunitario, bensì l'abolizione dell'omicidio?

      P.S. per eventuali malpensanti: non sto dicendo che la guerra è buona e auspicabile "sola igiene del mondo". Sto dicendo qualcos'altro, dunque se avete capito male vi prego di rileggere il commento prima di replicare "a muso duro". Grazie!

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    9. Caro Quarantotto una chiosa strettamente necessaria. Tuttavia quando sento parlare di giustizia (principio e virtù sociale) porto istintivamente la mano alla fondina.

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    10. Ma sì, tecnicamente parlando, sul piano giuridico, occorre sempre rammentare la felice sintesi di Kelsen, per cui la funzione della gerarchia delle fonti, e quindi delle Costituzioni comuni a tutto il popolo (inteso come compromesso dinamico di interessi, tra maggioranze e minoranze), è, in definitiva, quello di garantire la "pace sociale".
      https://books.google.it/books?id=GtPuEP1BFmwC&pg=PA514&lpg=PA514&dq=problema+della+giustizia+sociale+nel+diritto+costituzionale+Stati+uniti&source=bl&ots=T5v9IXV8Rf&sig=wLMPPg1fwPGBjc7freFBKyXq3zk&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi0jKWAx_HJAhULExoKHTYFA9YQ6AEIJzAC#v=onepage&q=problema%20della%20giustizia%20sociale%20nel%20diritto%20costituzionale%20Stati%20uniti&f=false

      Quindi, è proprio l'idea che l'ordinamento politico, in quanto mondializzato, debba principalmente garantire la "pace" tout-court, cioè l'assenza di conflitti armati tra i popoli, SENZA VERAMENTE INDAGARE SULLE CAUSE DI QUESTE (aspetto che porterebbe a individuare altre soluzioni, diverse dal mondialismo), che è intrinsecamente distopico e INEVITABILMENTE AUTORITARIO.

      Qualsiasi super-impero mondiale si presenterebbe come "del bene", ipostatizzando arbitrariamente tale "bene" nell'assenza di conflitto armato, che sarebbe per definizione evitato dalla nullificazione degli Stati e delle identità dei popoli: ma qualsiasi governo di tale tipo inevitabilmente riterrebbe sacrificabile alla "pace-non guerra", la pace sociale (e ogni altro valore democratico, potendo sempre e preferibilmente, dai tempi della restaurazione del Celeste Impero, prediligere un fondamento "spirituale").

      Cioè sacrificherebbe e negherebbe perennemente il compromesso tra gli interessi differenziati delle classi sociali contrapponibili all'interno della società - peggio se questa fosse di dimensioni tali da essere priva di confini- e, pertanto, la stessa funzione del diritto.
      E, dunque, altrettanto, ogni perseguimento della giustizia sociale, che è la sfera del diritto in senso moderno.
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/la-fine-delleuro-giustizia-nel-diritto.html

      Ma se teorie del genere prendono piede è perchè il diritto, a un certo punto, diventa affare di filosofi e professori di letteratura
      http://orizzonte48.blogspot.it/2015/12/democrazia-filosofica-diritti-sociali-e.html

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    11. Un progetto un po EXAGGERATED quello di Borgese
      https://www.youtube.com/watch?v=-bzWSJG93P8

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    12. Un paio di considerazioni base vanno fatte:

      1 - Un governo mondiale - per costruzione - non può che essere una tirannia.

      Chi parla di "governo mondiale" è uno psicopatico, citofonare al dott. Leo Strauss per conferma.

      2 - Ad una forma di mondialismo non ci si può non arrivare: è tendenza ed aspirazione naturale. Il mondo (specialmente per chi non lavora) è come una scarpiera di una donna: va riempita in tutti i suoi spazi.

      3 - Un governo mondiale è aspirazione imperialista, quindi ha vocazione unipolare.

      4 - Le guerre le fanno solo tre categorie di persone: gli imbecilli che fanno carriera nell'esercito servendo gli interessi dei privati, i malati di mente, e la carne da macello delle classi subalterne che la subiscono passivamente (aggressori ed aggrediti).

      5 - Le guerre - come "shock doctrine" - sono in questo momento strumento per il "governo mondiale" (delle corporation).

      (Come dimostra l'abbattimento dell'aereo russo, la Russia è posta di fronte a una scelta obbligata: o sceglie "responsabilmente" l'umiliazione della schiavitù e, di fatto, il "sui-genocidio", oppure cancella ogni forma di vita facendo da kamikaze nucleare)

      6 - Poiché i traumi sociali come crisi e guerre sono funzionali alle "riforme", apparentemente qualsiasi aspirazione di irenismo kantiano è una forma di universalismo totalitario: no!, non è così, ed era ben chiaro alla fine della seconda grande guerra.

      È sempre una questione di scelta politica e della gestione del conflitto tra classi: il governo unico mondiale è ovviamente parto della mente di una classe sociopatica per definizione.

      Un discorso diverso è lo spirito internazionalista con cui nasce la nostra Costituzione: cioè, lo Stato-nazione non è un fine, ma un mezzo per raggiungere un determinato ordine mondiale.

      Così come comuni, province e regioni sono funzionali all'unità nazionale.

      L'autodeterminazione dei popoli e la difesa naturale dell'eterogeneità, implica che lo Stato-nazione sia il tassello fondamentale per questa "organizzazione mondiale": che non potrà essere un "governo" mondiale, in quanto l'autodeterminazione non concepisce sovranità ceduta al di fuori dei confini nazionali.

      Concepisce invece una "limitazione" funzionale alla progressiva costituzione di organismi internazionali che detengono il potere di dirimere le controversie internazionali.

      Ora: tutto ciò ha un senso se ogni Stato nazionale si dota di una Costituzione e persegue progressivamente la democrazia.

      Poiché non esiste per definizione guerra imperialistica in democrazia, è evidente che il processo di integrazione internazionalista passa dagli stati nazionali che si dotano di programmi costituzionali democratici: nell'utopica condizione per cui si materializzasse una "rivoluzione democratica" a livello mondiale - concepita come risultato finale di un processo riformista di ogni Stato-nazione - è evidente che si arriverebbe ad una qualche forma "confederativa", in cui l'esercito nazionale non avrebbe altro ruolo che... di polizia.

      L'argomento del fascioelitista è: la tirannia è necessaria per gestire il rischio di catastrofe ecologico/nucleare.

      Senza governo mondiale non può esistere giustizia internazionale. Esiste solo la legge del più forte.

      Quindi scegli di che morte morire...

      In realtà le cose non stanno così: dipende dalla scelte del Paese più forte. Gli USA.

      Se ci fosse un gruppo sociale parte dell'élite americana che perseguisse gli interessi della maggioranza, magari riuscendo a far imporre una riforma costituzionale sulla falsa riga di quella italiana... potrebbe innescarsi un processo virtuoso per cui progressivamente tanto i conflitti internazionali quanto quelli sociali, vengono gestiti all'interno di istituzioni universalmente riconosciute...

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  6. Gran parte del merito della riuscita degli affari vaticani a partire dal 1929 va attribuito a questo ex studente di architettura. Nogara diede prova della sua abilità finanziaria quando ricevette da Pio XI la responsabilità dell'amministrazione della somma di novanta milioni di dollari assegnata da Mussolini alla Santa Sede come indennizzo. In precedenza era stato vice presidente della Banca Commerciale Italiana, e si era imposto all'attenzione degli ambienti ufficiali vaticani attraverso Papa Benedetto XV, il quale si era giovato dei preziosi suggerimenti del Nogara (allora direttore della filiale di Istanbul della Commerciale) nell'acquisto, a titolo personale, di titoli dell'impero turco. Posto a capo dell'Amministrazione speciale di nuova istituzione, il fedele Nogara ebbe carta bianca, e pur cavando dal proprio cappello molti degli affari del Vaticano, si rivelò uno straordinario amministratore. Intraprendendo una politica di investimenti a livello mondiale riuscì a moltiplicare più volte il capitale iniziale.

    Nella sua politica dei profitti Nogara si attenne a una regola, secondo cui il programma d'investimento del Vaticano non doveva essere condizionato da considerazioni religiose. Agli inizi degli anni cinquanta, per esempio, egli utilizzò i fondi pontifici per speculare sui buoni del tesoro della protestante Inghilterra, che gli apparivano più remunerativi di quelli della cattolica Spagna, allora in grave crisi economica. Morì a ottantotto anni, nel 1958, lasciando una “metodologia” alla quale si attennero con religiosa fedeltà i suoi successori, che in tal modo continuarono a realizzare profitti fantastici.
    http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2013/03/forsela-constatazione-piu-amara-e.html

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  7. le cose stanno evolvendo rapidamente e , insieme ai drammi, ci sono anche segnali positivi contro l'indifferenza. Fondamentali sono i risultati di divulgazione , informazione e formazione basati sulle azioni di ciascuno. Se cresce la consapevolezza e la sintonia tra le persone potranno nascere anche azioni alternative ( no TINA) e concrete, a vari livelli. Per questo serve INCLUSIONE e confondere lo Stato Vaticano, inteso come istituzione secolarizzata con la Chiesa tutta è un errore. Il messaggio di Gesù tramandato nei vangeli è molto di più.
    Ci sono persone che cercano di seguirlo, tendono in alto, e spesso operano in basso , molto in basso. Ma è questo che conta veramente.

    Contro gli indifferenti che sono molto utili a ESSI si esprime anche il Papa, ma non sembra molto evidenziato nei media, anche perchè quello che dice MINA ALLA RADICE LE CAUSE.

    Cit. "quest’Anno giubilare, formulare un pressante appello ai responsabili degli Stati a compiere gesti concreti in favore dei nostri fratelli e sorelle che soffrono per la mancanza di lavoro, terra e tetto. Penso alla creazione di posti di lavoro dignitoso per contrastare la piaga sociale della disoccupazione, che investe un gran numero di famiglie e di giovani ed ha conseguenze gravissime sulla tenuta dell’intera società.
    La mancanza di lavoro intacca pesantemente il senso di dignità e di speranza, e può essere compensata solo parzialmente dai sussidi, pur necessari, destinati ai disoccupati e alle loro famiglie."

    "Un’attenzione speciale dovrebbe essere dedicata alle donne – purtroppo ancora discriminate in campo lavorativo – e ad alcune categorie di lavoratori, le cui condizioni sono precarie o pericolose e le cui retribuzioni non sono adeguate all’importanza della loro missione sociale.";

    "In questa prospettiva, desidero rivolgere un triplice appello ad astenersi dal trascinare gli altri popoli in conflitti o guerre che ne distruggono non solo le ricchezze materiali, culturali e sociali, ma anche – e per lungo tempo – l’integrità morale e spirituale;

    alla CANCELLAZIONE o alla gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri;

    all’adozione di politiche di cooperazione che, anziché piegarsi alla dittatura di alcune ideologie, siano rispettose dei valori delle popolazioni locali e che, in ogni caso, non siano lesive del diritto fondamentale ed inalienabile dei nascituri alla vita."

    un abbraccio e Auguri di Buon Natale a Orizzonte48 e a tutti Noi

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    1. Caro Alberto,
      a Natale bisogna evitare di esacerbare gli animi, se non altro perchè è un antichissimo periodo solstiziale di tregua...

      Perciò non ripeterò quanto, in lungo e in largo e di traverso, chiarito sulla strumentalità del messaggio della Chiesa, come istituzione religiosa ecumenica "essoterica", rispetto alla sua essenza e fondamento, dichiarati (canonici e teologici), di Santa Sede-Ente-super-patrimoniale fra i più ricchi e potenti al mondo.

      Neppure, sottolineerò più di tanto ciò che è evidente per un qualsiasi lettore "consolidato" del blog e addestrato a studiare e conoscere criticamente: cioè, che la generica invocazione del Papa alla "inclusione" non è che un richiamo, - senza alcuna indicazione delle cause della crisi e la individuazione delle sue gravi e precise responsabilità (come avrebbe fatto Gesù rispetto ai mercanti del Tempio)-, alla misericordia caritatevole che tanto piace a ESSI (Ciò per la sua indubbia efficacia complementare al consolidamento dell'assetto sociale che ESSI perseguono, cui la Chiesa ha obiettivo interesse, di sua stessa sopravvivenza, a concorrere, svolgendo il ruolo strategico di "mitigatrice"...politico-morale: e ci va inclusa l'invocazione sulla insufficienza dei "sussidi"; come pure sul trattamento economico, delimitato alle donne e a "alcune categorie di lavoratori", perfettamente coerente con quanto in diversa sede spiegato...).

      D'altra parte, seppure "in via eccezionale", il Papa ha deciso di accettare il premio, già dato alla Merkel, a Juncker e al suo predecessore Woytila (e quindi tanto eccezione non è), conferito da una notoria associazione ordoliberista tedesca
      http://messaggeroveneto.gelocal.it/ora-per-ora/2015/12/23/news/Papa-ricevera-Premio-Carlo-Magno?id=4615217&ref=hfmvudbh-1

      Preferisco solo ricambiare gli auguri e l'abbraccio...

      Lasciamo dunque i "poveri" adoratori dell'ordine internazionale del mercato a bivaccare nel Tempio (se vuolsi così colà), e ripensiamoci dopo le Feste...

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  8. Ciao Quarantotto, un Augurio a te e a tutto il blog di Buone Feste.

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  9. Parto dal concetto di colpa che si vuole far forzatamente passare in questi giorni in modo secondo me assurdo... nostra, cioè dei risparmiatori...

    Mah, caro Quarantotto, ESSI vivono perchè sostanzialmente, se andiamo a vedere l'andamento della spesa per l'istruzione, in questi decenni abbiamo potuto assistere ad un suo calo sistematico. Così come per tutte le altre voci del welfare. Poche cose sono invece aumentate, ad esempio gli interessi, mentre la grancassa mediatica, finanziata dai soliti noti, inveiva ed inveisce ancora sullo "Stato Ladro". Hanno fatto assurgere lo Stato ad un qualcosa che incombe sulle nostre vite (lo Stato ladro appunto), che ci perseguita con le sue tasse, i suoi balzelli... Ma lo Stato, alla fin fine, siamo NOI. Ci hanno fatto credere che esso è una realtà immateriale che ci sottrae la libertà... Ma invece quello Stato che loro vogliono farci vedere, è in realtà la LORO maschera. E' con essa che si celano le peggiori malefatte, le peggiori angherie, i peggiori soprusi. E' con essa che si spinge la gente al suicidio, all'omicidio, all'insicurezza, all'ansia. E' con la COLPA (collettiva), che si governa un popolo di persone che non hanno che l'insicurezza come guida nel loro peregrinare giornaliero. "Vieni con me, io ti proteggo dallo Stato", di dicono ESSI "ma è colpa tua, hai vissuto aldilà delle tue possibilità. Ed è colpa tua ciò che è accaduto, che non conosci adeguatamente tutti gli strumenti finanziari che (noi) le banche ti sottoponiamo. Perchè se (noi) abbiamo, (attraverso i nostri burattini al governo), tagliato la spesa per l'istruzione rendendola una delle più basse rispetto al PIL d'Europa, era tuo dovere studiare di più per informarti, dopo le 10ore a contratto a progetto che fai sei giorni su sette dopo che (noi, sempre attraverso i nostri burattini) abbiamo cestinato il tempo indeterminato e le 35/40ore per rendere il lavoro più flessibile per competere nella globalizzazione. E' colpa tua inoltre se non hai trovato l'offerta giusta per la telefonia ed il web, dopo che (noi) abbiamo privatizzato l'aziendale statale telefonica, ed è colpa tua, sempre, che tu non sia riuscito a trovare un decente fondo pensionistico dopo che (noi) stiamo tagliando le pensioni".

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  10. Essi vivono perché ci hanno tolto l’istruzione, quello è vero, e la serenità di vivere in modo dignitoso. E’ scandaloso ed assurdo ciò che dice la Lusardi, ancor di più ciò che afferma Bernanke: è ridicolo oltremodo questo signore, in quanto non è un consumatore ben informato che scansa i prodotti pericolosi perché è chi li vende a nascondere tale caratteristica al consumatore stesso. Pertanto, come per le armi, anche i titoli pericolosi devono essere VIETATI dallo Stato. Le banche NON devono essere più miste, ma divise fra commerciali e d’investimento, e chi sgarra lo Stato lo deve mandare in gattabuia. Questo è lo Stato che vorrei io. Quello che tutela il cittadino, non il consumatore. Che tutela il risparmio, il lavoro, la maternità. Questo è lo Stato che la nostra Costituzione dipinge ed a cui io, e molti di noi, aspirano. Il resto è solo una macchietta, una maschera, che viene usata da chi ha interesse ad arraffare ancora quanto (poco) di buono rimane della nostra povera Italia.

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  11. L'unico modo per risolvere la sua domanda è costruire una forza politica che abbia come riferimento culturale quanto da lei scritto nel suo ultimo libro, che non ho ancora finito di leggere; ovviamente sono necessari gli uomini in grado di far valere le ragioni della riaffermazione dei principi contenuti nella Costituzione Italiana, i guiristi, gli storici, gli economisti che con competenza diffondano e rimarchino l'importanza del messaggio, e mi sembra che essi esistano e stiano lavorando; forse ciò che ancora manca è la coagulazione di tutto questo grande contenuto culturale, filosofico, economico ed il contesto, ma, prima o poi, il terreno sarà di nuovo fertile ed il seme attecchirà.

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  12. Buonasera a tutti. I migliori auguri ad personam, al grande Luciano ed a tutti i lettori di questo blog; purtroppo per motivi di lavoro (intenso lavoro) non riesco piu' a seguire decentemente i blog di punta...ma come si dice, l'importante e' la salute ed il lavoro...tanti auguri di felici feste.

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    1. Per attualizzare gli auguri proprio nella vigilia vi dò appuntamento comunque al prossimo post :-)

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