1. Dovrei forse impegolarmi nella complessa spiegazione giuridica di come e perché si configurino, O NON SI CONFIGURINO, gli "aiuti di Stato", allorchè sia coinvolto l'intervento di un meccanismo di impiego di risorse finanziarie provenienti dai contributi affluiti dagli operatori privati del settore considerato?
E' Natale, ma non solo per questa ragione (che da sola mi parrebbe ipocrita), non mi sento di farlo.
E d'altra parte, come vedremo, questo è un aspetto secondario rispetto all'intero fronte degli effetti della disciplina della "Unione Bancaria" e del suo indispensabile presupposto che è la stessa moneta unica.
Mi limito a farne una trattazione riassuntiva, "d'assieme", senza scendere nel dettaglio di tutti gli aspetti costituzionali, giuridico-internazionali ed economici che, pure, la tumultuosa situazione degli ultimi giorni sta facendo emergere in tardivi e ondivaghi risvegli.
2. Per facilità di comprensione di alcuni aspetti sistemici del c.d. "diritto dei trattati", in tema di "aiuti di Stato", procedo a linkarvi una "decisione" della Commissione e una decisione della Corte europea, tra loro conformi, che escludono, per analoghi fondi di categoria, a base contributiva obbligatoria, la ricorrenza dei presupposti dell'aiuto di Stato:
relativa al regime di aiuti di Stato SA.23257 (12/C) [ex NN 8/10, ex CP 157/07] a cui la Francia ha dato esecuzione
(Accordo interprofessionale stipulato nell'ambito dell'Associazione
francese per la valorizzazione dei prodotti e dei settori professionali
dell'orticoltura e del paesaggio — Val'Hor).
Questo il (criptico) dispositivo della decisione:
"Il finanziamento delle azioni di promozione, pubblicità, assistenza tecnica e di ricerca e sviluppo condotte dall'organizzazione interprofessionale Val'Hor mediante contributi volontari obbligatori nel periodo 2005-2014 non costituisce un aiuto di Stato ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 1, del TFUE, fatta salva la questione se le sovvenzioni dello Stato a un'organizzazione interprofessionale costituiscono un aiuto al settore interessato o se le sovvenzioni concesse a tali azioni costituiscono aiuti di Stato."
Queste le sue conclusioni:
"Gli artt. 92, n. 1 del Trattato CE (divenuto, in seguito a modifica, art. 87, n. 1, CE) e 93, n 3, del Trattato CE (divenuto art. 88, n. 3, CE) vanno interpretati nel senso che i regolamenti emanati da un'organizzazione di categoria di diritto pubblico ai fini del finanziamento di una campagna pubblicitaria organizzata a favore dei propri membri e dai medesimi decisa, mediante risorse prelevate presso i membri stessi e obbligatoriamente destinate al finanziamento di tale campagna, non costituiscono parte integrante di una misura d'aiuto ai sensi delle dette disposizioni e non sono soggetti all'obbligo di previa comunicazione alla Commissione, qualora risulti accertato che tale finanziamento è stato realizzato per mezzo di risorse in ordine alle quali la detta organizzazione di categoria di diritto pubblico non ha mai avuto il potere di disporre liberamente."
3. Siamo al di fuori della materia bancaria e della sua farraginosa e volutamente ambigua normativa europea ora recepita in Italia: ma questa non è un'attenuante, anzi, è un aggravante.
4. E' un'aggravante perchè, a monte della logica del diritto europeo, esiste e dovrebbe esistere, sempre e comunque, la salvaguardia dell'interesse costituzionale, sovrano e democratico, della nazione italiana, non sacrificabile ma solo "limitabile" per perseguire la "pace", cioè la non conflittualità, e la "giustizia", cioè l'equa, effettiva e razionale realizzazione dei diritti fondamentali, tra le Nazioni.
Vi invito a rifare la connessione di quanto appena detto con questa linea di pronunzie della nostra Corte costituzionale, più che mai attuale sul tema bancario, oggi tragicamente alla ribalta:
"Non v’è dubbio, infatti, ed è stato confermato a più riprese da questa Corte, che i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e i diritti inalienabili della persona costituiscano un «limite all’ingresso […] delle norme internazionali generalmente riconosciute alle quali l’ordinamento giuridico italiano si conforma secondo l’art. 10, primo comma della Costituzione» (sentenze n. 48 del 1979 e n. 73 del 2001) ed operino quali “controlimiti” all’ingresso delle norme dell’Unione europea (ex plurimis: sentenze n. 183 del 1973, n.170 del 1984, n. 232 del 1989, n. 168 del 1991, n. 284 del 2007), oltre che come limiti all’ingresso delle norme di esecuzione dei Patti Lateranensi e del Concordato (sentenze n. 18 del 1982, n. 32, n. 31 e n. 30 del 1971). Essi rappresentano, in altri termini, gli elementi identificativi ed irrinunciabili dell’ordinamento costituzionale, per ciò stesso sottratti anche alla revisione costituzionale (artt. 138 e 139 Cost.: così nella sentenza n. 1146 del 1988)."
5. L'irrigidimento, in materia bancaria, della Commissione rispetto ai precedenti da essa stessa affermati in tema di aiuti di Stato, pare volto a mettere l'Italia con le spalle al muro, per non si sa quali oscure colpe e bias punitivi o, peggio ancora, per realizzare un disegno non ben dichiarato e forse non dichiarabile.
A conferma di tale "confuso" ed incoerente irrigidimento, ecco qua:
Comunicato Stampa N° 260 del 23/12/2015
Per Banca Tercas nessuna conseguenza negativa perché è già pronto l’intervento di un fondo volontario del sistema bancario
La Commissione europea ha assunto in data odierna la propria
decisione sull’intervento di sostegno effettuato, nel 2014, dal Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) in favore della Banca
Tercas, in relazione all’acquisizione di questa da parte della Banca
Popolare di Bari. A seguito di una indagine approfondita, la Commissione
ha concluso che tale intervento costituisce un aiuto di Stato non
compatibile con la disciplina europea.
La Commissione europea, modificando il proprio orientamento, ha
parificato l'intervento del FITD a una misura di supporto pubblico.
Infatti la Commissione europea ha ritenuto, nonostante che il FITD sia
costituito da risorse private, che i suoi interventi siano imputabili
allo Stato italiano in ragione dell’approvazione ex post da parte della
Banca d’Italia delle decisioni che li dispongono e dell’obbligatorietà
dell’adesione al Fondo.
Affinché l’intervento del Fondo, qualificato
come aiuto di Stato, potesse essere considerato compatibile con la
disciplina europea, sarebbe stata necessaria la previsione di misure di
contenimento della distorsione alla concorrenza, tra le quali, in
particolare, la condivisione degli oneri da parte dei detentori di
obbligazioni subordinate (c.d. burden-sharing).
Il FITD, anche su suggerimento e impulso del Ministero dell’Economia e
delle Finanze, ha istituito un meccanismo completamente volontario, con
una gestione distinta da quella con cui sono assunte le decisioni a
tutela dei depositanti, e finanziato con risorse diverse dalle
contribuzioni obbligatorie. Il meccanismo volontario, per definizione
non assoggettabile ai vincoli previsti per gli aiuti di Stato,
provvederà a replicare il precedente intervento, restituendo alla Banca
Tercas l’intero ammontare delle risorse che questa dovrà retrocedere al
FITD in esecuzione della decisione della Commissione.
L’intervento del meccanismo garantirà la piena continuità finanziaria
e operativa di Banca Tercas, neutralizzando le conseguenze negative
della decisione della Commissione europea."
6. Rispetto a quanto "mutando di orientamento" ad Italiam, dice oggi la Commissione, i surriportati precedenti, infatti, presentavano maggior evidenza della possibile violazione del principio concorrenziale.
Ma anche risultavano, con tutta evidenza, di minor delicatezza sistemica.
Tra l'altro il precedente orientamento lassista sulle contribuzioni "volontarie-obbligatorie" (discernere, adesso e in concreto, le due ipotesi alternative, tramite mutamenti di disciplina apportati a posteriori, equivale a far assurgere alla dignità di principio di diritto l'aggettivo sarcastico "spintaneo"), riguarda altri Stati-membri (Francia e Olanda).
7. Da qui l'oggettiva impressione che, anche nella logica interna del diritto e della discrezionalità europei, si facciano "distinguo" farraginosi e discriminatori.
Ma quello che conta veramente, è ciò che la Commissione dovrebbe imparare a temere e considerare, come forma di rispetto delle democrazie e dei diritti fondamentali di cui, per trattato, NON ha competenza ad occuparsi: cioè dovrebbe rendersi conto che il diritto costituzionale democratico dei popoli condiziona sempre le determinazioni, per di più "ultra vires", di un'organizzazione internazionale liberoscambista (o di un'unione economica, per un "mercato unico", governata dalla "forte competizione" tra Stati, che è la stessa cosa...)
E cioè la Commissione, e ogni altro organo di tale organizzazione liberoscambista, dovrebbero imparare a RISPETTARE la pienamente legittima - e doverosa- facoltà dell'Italia di richiamarsi alla impossibilità di applicare soluzioni che contraddicono quei principi della Costituzione che non sono MAI derogabili dalla disciplina del trattato liberoscambista europeo.
8. Un trattato che, però, proprio in Italia, ci si ostina a confondere con qualcosa di vagamente attinente ad un'organizzazione lecita per l'art.11 della Costituzione, cioè univocamente e costantemente volta ALL'ESCLUSIVA FINALITA' del perseguimento della pace e della giustizia tra le Nazioni coinvolte, nel rispetto del PRINCIPIO DI PARITA' CON GLI ALTRI STATI (che certo non è rispettato assoggettandoci a un "mutato orientamento" ad Statum e "secundum Statum"..., bello o brutto, nell'insondabile logica del para-diritto €uropeo, ordoliberista e indifferente a giustizia, equità ed a ogni parvenza di rispetto della tradizione dei principi delle Nazioni civili, tra cui la non retroattività della espropriazione dell'assetto contrattuale originariamente voluto dalle parti).
Avrete notato quanto lo ripeto questo fondamentalissimo concetto. Ma avrete notato, altrettanto, quanto il concetto stesso sia lontano dalla sensibilità legalitaria costituzionale di chi dovrebbe possederla sopra ogni altra qualità "istituzionale".
9. E infatti, (senza volersi soffermare su una disamina in dettaglio che lascio a qualunque lettore dei documenti sopra linkati), risulta particolarmente evidente la labilità della influenza dell'utilizzazione dei fondi a contribuzione privata sul meccanismo concorrenziale interno al mercato unico - considerato anche cio' che e' già avvenuto nel settore bancario "salvato", negli altri paesi €uropei, con EFFETTI TUTT'ORA PERMANENTI PROPRIO SUL PIANO CONCORRENZIALE,- e quindi l'abnormità delle imposizioni normative o interpretative, (non cambia molto), delle istituzioni europee, con riguardo alla situazione del sistema del risparmio italiano.
Si trattava, nei richiamati precedenti, di agricoltura e, appunto, non del sistema bancario.
Nelle dinamiche industriali di quest'ultimo, salvo essere sommamente ipocriti circa la crescente presenza di oligopoli che si prestano all'abuso della posizione dominante- e non certo in Italia-, la questione della concorrenza è sicuramente meno importante che in campo agricolo (tradizionalmente protetto verso "l'esterno" all'UE e, come tale, da considerare essenzialmente, e con grande attenzione, nell'aspetto della corretteza dei reciproci rapporti concorrenziali tra Stati-membri!).
10. Nel settore bancario, la "concorrenza" in un (presunto) mercato unico transanazionale, e quindi la questione degli aiuti di Stato, va contestualizzata, tranne che, per motivi non chiari e non dichiarati, si voglia perseguire una totale indifferenza verso la realtà composita di tale settore, nella indispensabile graduazione della priorità degli interessi sociali coesistenti in tale attività economica.
Una graduazione logica che attiene ai diritti fondamentali della persona, considerati correttamente nell'intero arco della sua esistenza, che è propria della democrazia e non del liberismo (del FMI e della stessa UE-UEM).
Questa logica della democrazia moderna e dei diritti fondamentali, fa apparire il solo sollevare il problema degli aiuti di Stato, in materia di insolvenze e ricapitalizzazioni bancarie come meramente pretestuoso, se non grottesco, e radicalmente negatorio dei prevalenti interessi collettivi concorrenti nella materia.
Questa logica della democrazia moderna e dei diritti fondamentali, fa apparire il solo sollevare il problema degli aiuti di Stato, in materia di insolvenze e ricapitalizzazioni bancarie come meramente pretestuoso, se non grottesco, e radicalmente negatorio dei prevalenti interessi collettivi concorrenti nella materia.
11. Non dovrebbe sfuggire ai cittadini e ai governanti italiani, poi, che tale negazione, porta all'aggravamento, tramite questa via, di €uro-problemi irrisolvibili come:
a) il pareggio di bilancio: l'Italia anche se volesse, non potrebbe fare aiuti di Stato efficaci, per dimensione finanziaria, di salvataggio bancario, senza sacrificare pesantemente altri interessi fondamentali sanciti dalla Costituzione;
b) la connessa mistificazione che i salvataggi sarebbero a carico dei "contribuenti", quando ciò è valido solo se ci accetta l'€uro-imposizione dei punti a) che precede e c) che segue);
c) la ormai conclamata disfunzionalità democratica della "indipendenza"della Banca centrale, nazionale o europea (che sia), dai governi, esecutivi delle esigenze democratiche sancite dalla Costituzione.
12. Uno schema, quello descritto nei tre punti che abbiamo appena elencato, che è solo la trasposizione dell'ideologia monetarista assurta a potere insindacabile e antidemocratico, per via di sistematica violazione proprio del segnalato art.11 Cost, perpetrata attraverso l'ostinata adesione alla moneta unica e ai suoi vari inevitabili corollari, di cui si vuole negare la realtà lesiva e costituzionalmente illegittima.
Una realtà UE che nega radicalmente il clou della democrazia costituzionale: quello per cui l'interesse del lavoratore (art.4, 35, 38 Cost.) e del suo risparmio (in connessione di tali previsioni all'art.47 Cost.) non possono recedere rispetto a quello della fiducia e stabilità finanziarie, affidate al sistema della moneta unica e della Banca centrale indipendente che non emette moneta a favore degli Stati, vietando la funzione di tesoreria anche per le più gravi emergenze economiche e sociali che coinvolgono, drammaticamente e tragicamente, i lavoratori-risparmiatori italiani.
E', quest'ultima, una compresenza inscindibile di "qualità-status" della persona (cioè, la qualità di risparmiatore "in quanto" lavoratore libero e dignitoso), che la Costituzione vuole tutelare e che invece l'€uropa nega radicalmente, predicando la sostanziale eliminazione della tutelabilità di entrambe tali proiezioni dei diritti fondamentali.
13. Esiste cioè un interesse costituzionale di vitale importanza "sovrana", che rifluisce direttamente su diritti fondamentali della persona e del lavoro che risultano indeclinabilmente considerati dall'art.47 Cost: cioè quest'ultimo, stabilisce uno standard di "esistenza libera e dignitosa" (art.36 Cost. inteso sistematicamente nella sua connessione all'art.47 Cost.), da ritenere inderogabile, irrevisionabile, e resistente alle aggressioni delle organizzazioni internazionali che lo vorrebbero distruggere.
Ciò, - anche se può stupire chi si è occupato di negoziare i trattati e i vari vincoli europei, - ci racconta di un crescendo di autolesionimo "senza senso": l'aggressione programmatica all'interesse costituzionale della persona umana, innescato su quello lavoritistico, si sta sempre più rivelando come vera ed unica natura dell'UE-UEM, persino in rapporto ai settori economici italiani che ritenevano di non riceverne mai danno.
Ed invece, contrariamente a queste aspettative pro-euro, per lunghi anni coltivate, rinunciare, contro l'equilibrio armonico della Costituzione (cui si riferiva Lelio Basso), alla tutela assolutamente prioritaria del lavoro, del salario e del conseguente adeguato trattamento pensionistico, posti non casualmente alla base del concetto di risparmio diffuso accolto in Costituzione, che è un riflesso della sovranità fondata sul lavoro e sulla concreta, e non astratta, dignità della persona umana (artt.1 e 2 Cost.), si sta rivelando un danno irreversibile per ogni segmento della società italiana.
14. Inclusi quei "segmenti" che di tutto questo si accorgono (?) soltanto ora, troppo, troppo tardi:
impiccati al pareggio di bilancio saremo obbligati via troka a scegliere se salvare parte del risparmio italiano oppure sanità /istruzione /sistema pensionistico: il "banco ordoliberista" vince comunque
RispondiEliminaE’ LA BELLEZZA CHE SALVA IL MONDO
RispondiEliminaNon ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
(Natale - Giuseppe Ungaretti, 1916)
.. Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo, lassù; innanzi a un Presepe, laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena; eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori... E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini, eran deserte nella rigida notte. E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie, da questa casa a quella, per godere della raccolta festa degli altri; mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo:
- Buon Natale - e sparivo...
(Sogno di Natale e altri racconti - Luigi Pirandello, 1896 - 1935)
ps: così è, se vi pare, il mio augurio al Bel Paese e ai suoi abitatoti tutti – i belli ed i brutti – certo che dopo questo ignobile “tedio-evo” c’è iun nuovo rinascimento dello spirito dell’Uomo.
Auguri a te e a tutti i gentili lettori, carissimo Poggio!
EliminaAi "governanti" italiani dedico "Canto di Natale" di Charles Dickens.
EliminaAi cittadini italiani tutti - di cui anche i suddetti "governanti" fanno parte, fino a prova contraria - dedico "La piccola fiammiferaia" di Hans Christian Andersen.
Ringrazio in particolare Quarantotto per l'impegno costante proprio della sua opera divulgativa e per l'oasi intellettuale che ci mette a disposizione.
Ringrazio i commentatori del blog per gli stimolanti spunti di riflessione offerti, davvero in grado di allietare questo arduo cammino.
Buon Natale a tutti voi!
P.S.: che non si dica che non "vi siete magnati tutto!" sotto l'albero!
Mai come sulla vicenda delle banche emerge una volta di più la micidiale morsa mediatica che impedisce agli italiani di comprendere la realtà di questa Europa, che ormai possiamo tranquillamente definire criminale. La volontà della Germania di colpire il nostro paese non è stata mai così evidente e spudorata, con l'ostinato rifuto di costituire il fondo per tutelare i correntisti fino a 100.000 euro, per favorire un'applicazione massiccia e senza filtri del bail in per i probabili crack dell ebanche italiane, laddove quelle tedesche sono state a suo tempo messe in sicurezza con fondi pubblici, anche europei. Si sono comprati i porti e gli aeroporti greci, grazie alla resa di Tsipras, ed ora puntano dritti agli asset italiani, con l'appoggio delle potenti quinte colonne che ben conosciamo (da Monti in giù) e con la piena connivenza dei media, compattamente schierati sulla linea del 'dobbiamo fare ancora sacrifici' 'non possiamo più permetterci il tenore di vita degli anni scorsi', ecc..
RispondiEliminaComunque, oggi sembra anche a me importante ringraziare Quarantotto per l'opera impareggiabile cui si dedica, e fragli sinceri auguri di buon Natale.
Per restare al Dickens evocato da Winston, una citazione del fantasma dei Natali passati: "Ciò che l’art. in esame [l'art. 11] esige è che in linea di principio l’Italia non si trovi in una posizione di disparità; esso richiede in particolare che, se il trattato cui aderiamo opera delle differenziazioni di trattamento, queste siano in modo netto ed inequivoco giustificate dall'assoluta esigenza di promuovere o attuare la pace e la giustizia. In altri termini, la sola ipotesi in cui possono essere ammissibili diseguaglianze di trattamento che sfavoriscano l’Italia, è che esse siano rese indispensabili dalla necessità di attuare le due istanze testé accennate.”
RispondiElimina"È da escludere invece che l’art. in questione [sempre l'art. 11], autorizzi gli organi detti rispettivamente a concludere e a dare esecuzione — con legge ordinaria — a trattati internazionali che siano bensì conformi allo stesso, ma contengano tuttavia disposizioni contrastanti con norme costituzionali diverse da esso.
Se così non fosse, poiché il numero dei trattati suscettibili di ricadere sotto il disposto dell’art. in esame è cospicuo, ove siffatti trattati contenessero norme comportanti deviazioni rispetto alla Costituzione si verrebbe ad ammettere che attraverso leggi ordinarie (di esecuzione di quei trattati) vengano derogate norme costituzionali: il che equivarrebbe ad una palese e sistematica elusione dell'art. 138, il quale richiede, per la modifica della Costituzione, un procedimento aggravato rispetto a quello contemplato per la legge ordinaria."
Il fantasma in questione è Antonio Cassese, nel suo commento all'art. 11 nel celebre Commentario Branca (Bologna, Zanichelli, 1975, pagg. 582 e 584).
Certo che di Natali ne son passati tanti. Ancora auguri a tutti.
Questa chicca, (che nell'ottica "originaria" dello studioso di dritto internazionale ci dà un ambito dei controlimiti allargato quanto quello originariamente precisato da Mortati), l'avrei messa ne "La Costituzione nella palude" ad averla rinvenuta prima.
EliminaAuguroni a te e ancora a tutti...
Natale tempo di sfratto
RispondiEliminaA tutti voi sinceri auguri : buone feste!
Lettera di Bazaar ai Romani
RispondiEliminaCarissimi,
prima di portarvi gli auguri di buone feste dagli USA con il mitico Lyndon, e dalla Russia con il misterioso Dugin, ho dovuto girare per mezzo pianeta a portare carbone nero: è una bella soddisfazione fare da Babbo Natale in questi giorni di speranza e ottimismo.
La Genesi di Gesù e l'Apocalissi dell'Epifania: una volta si chiamava «Settimana bianca».
Poiché la realtà supera di gran lunga il pessimismo disto-cosmico di Orwell in depressa post-sbornia, sono giorni per me di gran festa.
Vivo come se l'ultimo giorno dell'anno sia l'Ultimo: ho imparato che quando Mosè ha spezzato le tavole della Legge le ha sostituite poi con quelle di Murphy.
Rido di continuo, mi lascio al più animalesco edonismo sfrenato, e fantastico su quali e quante calamità possono accadere contemporaneamente per battere i Maya e tutti i monoteismi e gli esoterismi messi insieme.
Capisco il senso metafisico della “situazione è grave ma non è seria”: voglio dire, come si fa a non stramazzare dalle risate? Insomma, io leggo Blondet che mi parla dei codici a barre delle carte di credito come “segni della Bestia”, di un ex-funzionario del KGB che farebbe da Katechon come rivelato ai pastorelli di Fatima. Altro che “folgorato” sulla strada di Damasco!
D'altronde il “fulmine” di Paolo di Tarso non aveva sicuramente un potere di conversione come quello di un missile di jet turco: tant'è...
Quindi, fratelli, vi esorto ad ascoltare gli antichi: carpe diem.
Cercate di passate il Natale in famiglia e, soprattutto, godetevi la cena dell'Ultimo... ;-)
Ma ti rendi conto che qua eravamo fermi da 50 anni a "nun me piace 'o presepe"?
EliminaIn fondo è rassicurante: sto presepe sta facendo diventare ex nichilisti (a loro insaputa), spaghetti-tea-party, dei crociati pieni di "valori" e rifluire il lugocomune più banalizzatore verso la "lotta per l'identità"..nazionale.
Ma tu Babbo Natale, rimani sempre super partes e universalmente consumistico: quindi intangibilmente pop.
Anche perchè tutti dimenticano, nella raffigurazione pop inventata dai magazzini sears (e qualcosa del genere), che, alla nascita, eri un siriano scuro di pelle, neppure martirizzato, ma noto essenzialmente per essere nato "ricco di famiglia", aver schiaffeggiato Ario e essersi autoridotto le imposte come vescovo.
Mi unisco nell augurio di un buon Natale a tutti.
RispondiEliminaE come solito ringrazio sia 48 che i commentatori per questo spazio di consapevolezza.
Auguri a tutti! Con un grazie a 48 per il suo prezioso lavoro!
RispondiEliminaAnche io mi unisco all'augurio di buon Natale a tutti! E colgo l'occasione per rinnovare i complimenti e la stima nei vostri confronti.
RispondiEliminaAprire questo blog ormai è come respirare, ed è diventato necessario farlo più volte al giorno, per uscire dal "villaggio del rincoglionimento globale" in cui quotidianamente viviamo.
Speriamo che la partecipazione cresca sempre di più!
Grazie 1000 per questo blog molto illuminante che leggo spesso e linko sul mio profilo facebook
RispondiEliminaAuguri a te :-)
EliminaSi possono riempire pagine e pagine sulla legalità e sul rispetto della dignità umana ma quando una madre va a scrivere a tutte le associazioni femminili nazionali perchè non sa cosa dar da mangiare al proprio figlio e non riceve risposta allora vuol dire che non esiste nessun rispetto e quella madre è costretta a rivolgersi altrove. Facile parlare di legalità per chi non ha mai provato la fame. Troppo facile...Se lo stato non esiste quando uno ne ha bisogno è inutile sprecare belle parole sulla legalità. Non esiste assistenza, non esistono aiuti e adesso non ci sono nemmeno i preti che danno qualcosa perchè quel qualcosa è destinato solo agli extracomunitari. Quindi quella madre che deve fare? Prima almeno, poverina, se ne andava in chiesa a chiedere una mano ma ora non ci sta nemmeno questo. Non si può parlare di legalità se non hai prima annusato l'odore della povertà che ci sta dentro certe case. Prima di riempire pagine e pagine qualcuno dovrebbe mangiare minestrone ogni giorno perchè è là che muore la legalità, dentro quel brodo fatto dalle madri che non hanno niente da dare ai figli.
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