1. Dall'Huffington post traiamo questa traduzione del dialogo, ricavato da un video e diffuso da varie fonti, tra il presunto "terrorista" di Monaco e un "uomo sul balcone":
I media tedeschi continuano a diffondere le frasi pronunciate in dialetto bavarese dall'attentatore di Monaco di Baviera nel video girato dall'uomo sul balcone, che insulta più volte il 18enne chiamandolo "stronzo" e "coglione". "Sono stato in cura" e "a causa tua sono stato vittima di bullismo per 7 anni" e "ora ho dovuto comprarmi una pistola per spararti", dice l'autore della strage, secondo la Frankurter Allgemeine Zeitung, che ha pubblicato alcuni passaggi della conversazione.
Il quotidiano britannico The Guardian pubblica un link con la traduzione in inglese del dialogo fra l'attentatore e un uomo che lo filmava a distanza. Le parole "maledetti stranieri" sembrano essere pronunciate dall'uomo sul balcone, mentre il killer armato urla "maledetti turchi". Questa la traduzione del dialogo pubblicata dal giornale:
- Uomo sul balcone: "maledetto stronzo..."
- Sparatore: "grazie a te (incomprensibile)..."
- Uomo sul balcone: "sei un coglione"
- Sparatore: "...E ora ho comprato una pistola per spararvi"
- Uomo sul balcone: "una fottuta pistola, la tua testa non è a posto"
- Uomo sul balcone, apparentemente rivolto a un'altra persona che sta filmando: "ha una pistola, il ragazzo ha una pistola"
- Sparatore: "merda. Maledetti turchi!"
- Uomo sul balcone: "merda. Maledetti stranieri!"
- Uomo sul balcone rivolto a qualcun'altro: "hey! ha una pistola! l'ha caricata! chiama la polizia!"
- Sparatore: "io sono tedesco!"
- Uomo sul balcone: "sei un coglione, ecco cosa sei"
- Sparatore: "smettila di filmare!"
- Uomo sul balcone: "sei uno stronzo! ecco cosa sei"
- Sparatore: "sì, sono nato qui!"
- Uomo sul balcone: "si, e cosa c...o pensi di fare?"
- Sparatore: "sono cresciuto qui nell'area hartz 4", un riferimento al sussidio sociale
- Sparatore dice qualcosa a proposito di un "trattamento". Non è chiaro se si riferisca a un trattamento medico o a un modo di trattare le persone.
- Uomo sul balcone dice qualcosa del tipo "sì, un trattamento è ciò che ti serve".
- Sparatore: "non ho fatto nulla ancora (incomprensibile)..."
L'uomo sul balcone e lo sparatore continuano a insultarsi. Poi il giovane comincia a sparare. L'uomo sul balcone lo chiama ancora "stronzo".
L'uomo sul balcone poi si mette al riparo e gli urla qualcosa a proposito di "sparare qui".
- Sparatore risponde: "sì, hai ragione! sì, hai ragione! sì, hai ragione!". Il giovane lo minaccia.
Il video termina.
- Sparatore risponde: "sì, hai ragione! sì, hai ragione! sì, hai ragione!". Il giovane lo minaccia.
Il video termina.
2. Aggiungiamo, sempre dall'Huffington questo commento adiacente:
Il capo della polizia ha sostenuto che al momento non vi sono elementi che indichino una matrice islamica dell'attacco o un "parallelismo" con il recente attacco a colpi di ascia e coltello sul treno a Wuerzburg, anche se una testimone ha riferito alla Cnn che il killer, prima di sparare su bambini seduti al tavolo, ha gridato Allah Akbar. Saranno comunque indagini su contatti e parenti del giovane a dare elementi più certi, ha detto Andrae che in nottata si è limitato a parlare di "sparatoria".
Se questa è una guerra...
Inutilmente, dato lo stato "culturale" dell'opinione di massa, ho cercato di segnalare come il concetto di guerra debba rispondere a precisi presupposti, sul piano del diritto internazionale - il quale, a sua volta, corrisponde a modalità consuetudinarie di intendere, razionalmente, gli accadimenti fondamentali che si verificano nella comunità internazionale degli Stati e, quindi, l'esperienza storico-sociale fondamentale dispiegatasi nel corso di secoli.
3. Piuttosto, segnalai come il terrorismo, sempre in base all'esperienza storico-sociale della comunità internazionale, corrisponda, con grande frequenza (sempre qui, p.5), alla violazione del c.d. principio di non ingerenza.
"Come chiarisce l'art3, lett. g) della dichiarazione dell'Assemblea generale della Nazioni Unite del 14-2-1974...che fa un'importante precisazione: non
costituisce...aggressione armata, e quindi vero "atto di guerra",
la sola assistenza data (da uno Stato determinato) a forze ribelli che
agiscono sul territorio di un altro Stato, sotto forma di fornitura di
armi, di assistenza logistica e simili; siffatta assistenza infatti concreterebbe soltanto un'ipotesi di violazione del divieto di ingerirsi negli affari altrui e, sempre riportando quanto affermato dalla suddetta dichiarazione dell'Assemblea del 14-2-1974, "al contempo un'ipotesi di violazione minoris generis del divieto della minaccia o dell'uso della forza come tali non giustificanti una risposta armata"."
Tralasceremo quello che abbiamo aggiunto sulla possibile rilevanza della "reciprocità" (v. ibidem, p.7) nell'invocare il divieto di ingerirsi negli affari altrui, quale invocabile per vari eventi storico-politici da alcuni paesi mediorientali in particolare rispetto al c.d. Occidente (la controingerenza sarebbe in astratto scriminabile come ritorsione nell'ambito del controverso principio della "legittima difesa").
4. Quello che, invece, gli eventi di Monaco possono segnalare è come, di fronte ad ogni atto di follia omicida che possa presentare caratteri ricorrenti e riconducibili al terrorismo "islamico", occorra sempre un'accurata indagine, che riguardi gli antecedenti di vita e la vicenda psicologica di coloro che sono, nell'immediato, identificati come autori delle stragi.
Con riferimento alla identificazione di una matrice islamica, questi antecedenti possono, con una certa attendibilità, essere ricondotti ad un pattern, che, a sua volta, segna un percorso caratterizzato da elementi finanziari, anzitutto, organizzativi e di condizionamento religioso-psicologico, identificabili in modo alquanto costante.
Per comprendere quali siano tali elementi organizzativi e di condizionamento, andiamo ad attingere alla testimonianza di un giornalista del New York Times, Nicholas Kristof, esperto di rapporti internazionali e affari islamici.
5. In un recente articolo, ci fornisce, attraverso dirette testimonianze, gli elementi che contraddistinguono il "pattern":
"Ogni qualvolta si ha un attacco di estremisti islamici, guardiamo ai nostri nemici come lo Stato islamico o Al Qaeda. Ma forse dovremmo anche guardare a nostri "amici", come l'Arabia Saudita.
Per decenni, l'Arabia Saudita ha spericolatamente finanziato e promosso una dura e intollerante versione dell'Islam in tutto il mondo, in un modo che, piuttosto prevedibilmente, sta producendo terroristi. E non c'è miglior esempio di questa spericolatezza saudita di quello dei Balcani.
...L'Arabia Saudita e altri paesi del Golfo hanno riversato denaro nelle nuove nazioni del Kosovo e dell'Albania durante gli ultimi 17 anni e hanno nutrito l'estremismo religioso in una terra dove, originariamente, ce n'era poco.
Il risultato è che, secondo il governo del Kosovo, 300 kosovari sono andati a combattere in Siria e in Iraq, per lo più per unirsi allo Stato islamico...il denaro saudita ha trasformato una società islamica un tempo tollerante in una pipeline di jihadisti.
Nel segno dei tempi, il governo, l'anno scorso, ha dovuto sospendere temporaneamente la fornitura d'acqua nella capitale per il timore di un avvelenamento delle condotte ispirato dallo Stato islamico.
...Hajzeri (ndr. un imam moderato dell'antica moschea nella città di Peja) e altri moderati hanno risposto con un sito web, che critica la interpretazione saudita Wahabita dell'Islam. Ma dice che sono stati travolti dal flusso di denaro proveniente da Arabia Saudita, Kuweit, Qatar, Emirati Uniti e Barhain, versato in supporto delle varianti estreme dell'Islam attraverso una "bufera" (blizzard) di pubblicazioni, video e altro materiale.
"I sauditi hanno completamente cambiato l'Islam col loro denaro", dice Visar Duriqi, un ex-imam in Kosovo che è diventato giornalista che scrive delle influenze degli estremisti.
Lo stesso Duriqi...dice di essere stato sottoposto a lavaggio del cervello e di essere passato per una fase estremista in cui esigeva l'imposizione della Shariah e scusava le violenze...
Questo non è un problema del Kosovo ma globale.
Ho dapprima incontrato l'influenza perniciosa dei sauditi in Pakistan, dove il sistema scolastico è in stato pietoso e i sauditi riempiono il vuoto finanziando madrasse estremiste che attirano gli studenti con rette gratuite, pasti gratis e borse di studio che coprono interamente studi oltremare per gli studenti migliori.
Allo stesso modo, in paesi tradizionalmente moderati, come Mali, Burkina Faso e Niger, ho visto madrasse finanziate da stranieri introdurre l'interpretazione radicale dell'Islam. Nei balcani, la Bosnia, è particolarmente influenzata dal supporto del "Golfo" agli estremisti.
Non voglio esagerare. Ho visto meno veli nel mio viaggio attraverso la Macedonia, il Kosovo e l'Albania che a New York City, e qualunque jihadista si strapperebbe i capelli nel vedere donne con teste e spalle scoperte, per non parlare degli "shorts"...Inoltre, dopo una serie di arresti di imam radicali in Kosovo e Albania, la situazione può essersi stabilizzata, e i jihadisti non paiono più recarsi da qui in Siria.
...
Ma il mondo ha bisogno di un duro confronto con l'Arabia saudita sul suo ruolo. Non è che intenzionalmente stia diffondendo la devastazione (havoc); è più che sta comportandosi in modo incauto. Ha compiuto qualche doloroso progresso nel ridurre il finanziamento degli estremisti, ma troppo lentamente.
Risulta particolarmente scoraggiante perché molta parte dei fondi paiono provenire dalla carità.
Uno degli aspetti ammirevoli dell'Islam è la sua enfasi sulla carità; tuttavia nei paesi come l'Arabia Saudita, questo denaro è diretto non a combattere la malnutrizione o la mortalità infantile, ma a compiere il lavaggio del cervello dei bambini e a seminare il conflitto in paesi poveri e instabili."
6. Di molti di questi aspetti, così sconsolatamente testimoniati, abbiamo parlato, anche indicando l'analogia con quanto sta accadendo in Bangladesh.
Abbiamo pure visto come il ruolo della carità, quale che ne sia la direzione dei relativi benefici, possa essere ben visto in un mondo che si pretende debba essere governato dall'ordine sovranazionale dei mercati, assunto a regola morale incontestabile.
Carità che tempera la spinta al profitto (punto 7), conciliando entrambi in una "teoria del tutto", quindi totalitaria, che nega implicitamente, e in modo molto pratico, il ruolo degli Stati sociali e democratici, la loro sovranità: e ciò si sposa perfettamente con l'idea neo-liberista del welfare come mera azione compassionevole.
7. Da questo intreccio di tendenze e idee dominanti, discende prevedibilmente una grossa difficoltà non solo a determinare il pattern che caratterizza i precedenti identificativi del terrorista, per di più "dopo" che questi abbia agito, ma anche a comprendere le cause prime della capacità dell'estremismo islamico, e dei suoi seminatori finanziari, di attecchire in ogni parte del mondo globalizzato.
Tanto più che, se il riferimento alla "area Hartz 4" fosse confermato - e quindi, nel caso di Monaco, non ci si trovasse di fronte a un estremista islamizzato- sarebbe egualmente difficile, se non impossibile, per gli inquirenti, data la cornice di responsabilità dei governi €uropei nella distruzione ostinata del welfare inclusivo delle ex-democrazie sociali, cogliere il collegamento tra carità finanziaria e disagio sociale generato dalla restaurazione del modello neo-liberista di economia "competitiva".
La depressione nei giovani, date certe circostanze in altri tempi considerate prevedibili, è una ben precisa malattia sociale.
Avevo segnalato la ripubblicazione, in forma finalmente rivista, del discorso tenuto da Dossetti al convegno dei Giuristi Cattolici nel '51 (lo rilinko, perché quello vecchio non funziona più). Penso ci sarà occasione di riparlare delle posizioni di grande modernità (altro che passatismo!) espresse da Dossetti; qui vorrei riferire dell'antagonista con cui ebbe, di là dei toni amabili, uno scambio "ferocissimo" (parola usata dallo stesso Dossetti), cioè Francesco Carnelutti, uno dei più celebri giuristi italiani di sempre.
RispondiEliminaIl libro contiene ampi stralci dello scambio e ve ne riporto un paio che mi sembrano pertinenti: “Secondo la sua visione [di Carnelutti], il diritto dello Stato «come non può modificare le leggi della natura, così è impotente di fronte alle leggi dell’economia»." (pag. 141)
A proposito dei supposti pericoli di uno Stato fortemente interventista, il nostro osserva (pag. 143): "C’è ancora un ultimo pericolo da segnalare: il pericolo, non soltanto di mortificare, in coloro che dovrebbero provvedere al proprio bisogno, lo slancio verso il lavoro, ma quello di mortificare negli altri il senso della carità. Tale è la mia paura: il giorno nel quale il diritto avrà imposto tutti gli obblighi possibili a ciascuno di noi per il bene di un altro, non solo si potrà spegnere in lui ma anche in noi quello stimolo spontaneo a procurare il suo bene, nel quale noi cristiani soprattutto
dobbiamo contare. Insomma quella che fa le spese della ipertrofia del diritto è la carità. Perché la carità non può vivere che in un’atmosfera di libertà; ma il diritto è un surrogato della libertà. So bene che quando io predico: meno diritto e più amore, molta gente, anche tra i nostri, ha voglia di prendere in giro la mia ingenuità: ma io la benedico questa ingenuità, e la custodisco gelosamente nell’anima mia e continuo a dire che non siamo giuristi cristiani se crediamo più alle forze del diritto che alle forze dell’amore, proprio per ottenere quella aequalitas, alla quale così vivamente aspira il nobile cuore dell’amico Dossetti."
Tanto per ricordare quanto sia lungo e persistente il corso di certe idee. Se a questo aggiungiamo che il giudice italiano alla Corte Europea che più si è speso per Van Gend en Loos e Costa, cioè Alberto Trabucchi, è stato allievo di Carnelutti, che considerava addirittura "idolo-Maestro" (così Consolo, Alberto Trabucchi cittadini, amministratore veronese e maestro patavino in La formazione del diritto europeo, giornata di studio per Albertro Trabucchi nel centenario della nascita, CEDAM-Wolters Kluwers Italia, Padova, 2008, pag. 41), credo che alla fine tutte le tessere del puzzle andranno al loro posto.
Strano come il velo ideologico religioso posto dinnanzi agli occhi anche di una grande giurista, porti a evidenziare la invasiva coercitività del diritto, ma senza precisare come si possa selezionare, in modo certo e non arbitrario, il beneficiario, il "collettore" e l'erogatore materiale di tale amore (aspetto tanto più importante quanto più materiale è il bisogno cui esso dovrebbe sopperire, allorchè si invochi la superfluità del diritto positivo).
EliminaForse perché non si debba, in tale enunciato così moralmente ed esteticamente appagante, menzionare la Chiesa?
E forse perché, una volta fattolo, occorrerebbe trovare un criterio di sua legittimazione al monopolio dell'organizzazione dell'amore caritatevole che solo il diritto potrebbe sancire?
Tanto più che, nei fatti storici del presente (in senso storico), molti enti potrebbero reclamare simultaneamente un tale compito (compresi quelli caritatevoli islamici) a fronte di mutevoli "frontiere" della loro diffusione geografica e demografica.
Un dissidio che potrebbe risolvere solo il diritto è meglio rimanga nascosto: altrimenti, la storicizzazione e la politicizzazione degli impulsi amorosi de "l'anima", dovrebbero porsi il problema che il diritto trova la sua vera sostanza ne LA GIUSTIZIA. Una giustizia nel "mondo" e quindi sociale.
Meglio rimanere con un'anima amorosa ma incurante della giustizia (affidata al solo foro interno e soggettivissimo della "coscienza).
Un'anima libera...come le leggi del mercato.
Che poi tanto libere, astoriche e spontanee non sono (come ci insegna lo stesso Lionel Robbins)...
Mi sembri quindi d'accordo con Hegel :-), che definiva l'atteggiamento di opposizione allo Stato interventista in nome della preservazione della carità "“non verace” (unwahr: W, V, 145)” in quanto “non prende realmente sul serio gli alti ideali e fini che pure non si stanca di proclamare. In altre parole, se non vuole essere narcisistico [cioè limitarsi a fornire occasioni per esibire la propria eccellenza morale], il comandamento morale deve tendere a superare sé stesso nell’eticità. Se è realmente preso sul serio, il comandamento che impone l’aiuto ai poveri deve tendere a realizzare un ordinamento etico in cui non ci sia più posto per la povertà e quindi neppure per il comandamento che impone di soccorrere i poveri.” (Losurdo, Hegel e la libertà dei moderni, La scuola di Pitagora editrice, Napoli, 2012, pag. 516).
EliminaGià: l'hegeliano Stato etico è inaccettabile per la Chiesa mondialista e liberista.
EliminaEffettivamente, è evidente il motivo per cui i neoclassici rigettano gran parte della teoria del valore classica: i liberali classici non erano "classici" tanto quanto i cattolici. (Con buona pace di Weber e Sombart).
Adam Smith trovava evidente che ci dovesse essere un'imposizione fiscale progressiva.
E la "progressività" non può che essere imposta dallo Stato.
Per i liberali classici, anglosassoni, il laissez-faire e il free-trade non erano un dogma. Erano pur sempre figli del razionalismo e dell'illuminismo.
Ma il cattolico, mi chiedo: non potrebbe essere già caritatevole la concessione la "democrazia sociale"?
Anche Nietzsche parla esplicitamente di benevolenza del padrone verso lo schiavo come eccezionale gesto di commozione verso i suoi sottoposti.
D'altronde, il liberalismo non è altro che la difesa dell'illimitata libertà del padrone e - portato alle sue estreme conseguenze, come faceva notare Strauss - non differiva affatto dai rapporti dalla tipica società schiavile.
Notare che Strauss, a differenza dei socialisti, non parla di "capitalismo", ma proprio di "liberalismo".
D'altronde, era anch'egli un nicciano.
Proprio ieri sera ero in convento, e le missionarie - la cui vita stessa incarna l' atto caritatevole di elemosina - mi hanno subissato di quesiti: il risultato è stato un invito per uno intervento ad un evento religioso.
So già le slide che preparerò:
San Paolo e il rapporto tra carne e spirito, la Caritas tra spirito e materia, il conflitto tra democratici sociali e liberali nel pensiero cattolico, Basso - dalla materia allo spirito - e Dossetti - dallo spirito alla materia. Sono ggiovani...
Tornando al post: so per testimonianza diretta che il Golfo/CIA (è la medesima cosa) finanziano immigrati anche italiani per vestirsi in modo tradizionalista (barba, velo, ecc.).
La persona che me lo ha riferito è albanese e mi ha pure riferiro che tutto ciò è comune al suo Paese da molti anni.
Sono d'accordo con Craig Roberts: stanno scaricando tutto sull'Islam e i sauditi vengono usati come capro espiatorio.
Molti hanno mangiato la foglia e prendono sempre più tempo: come hanno sempre fatto.
Con buona pace degli imbecilli narcisisti della "crociata" (che dovrebbero iniziare a collocarsi, data l'età) la sociologia insegna che la struttura sociale è tendenzialmente neutrale alle Ur-Lodges de noantri.
Tutto ciò che avviene è attribuile al conflitto distributivo: e questo rispetta le leggi dell'economia, della demografia e della sociologia.
Non c'è altro.
(Tra l'altro, il più grande raccoglitore di fondi "caritatevoli" è Soros... per il resto citofonare la banda della Magliana)
« L'ingresso di Dio nel mondo è lo Stato. » Hegel
EliminaCapisco l'odio dei popperiani per il filosofo di Stoccarda.... :-)
Sì interessante: ma, date le circostanze, permettimi di dire che lo sia in modo soffocante...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaEcco un intervento al limite (ma solo al limite....) del troppo affrettato e poco meditato: quindi Breivik e gli innumerevoli stragisti nelle scuole USA sarebbero anch'essi, pur essenzialmente non arabi (che poi con gli iraniani, ad es., hanno molto poco a che fare), predisposti antropologicamente alla distruzione dei "valori europei".
EliminaInsomma, fatta una serie esauriente di ricognizioni di fatti del genere, dovremmo ammettere che quasi tutte le etnie sono predisposte alla distruzione dei valori occidentali. Persino quella ariana...
In Occidente.
Ergo, forse qualcosa non va in quei valori che magari non sono neppure tali (cos'è un valore? Le politiche deflattive, lo Stato minimo, il "terzo settore" privato che monopolizza il welfare distrutto in nome dei diritti cosmetici e contro lo Stato-brutto?).
Naturalmente si potrebbe richiamare la "grande" tradizione: ma a parte quanto ha giustissimamente evidenziato Stopmonetaunica su tale tradizione, una pletora di cristiani-non-praticanti, e secolarizzati sulla cultura pop del consumismo senza-senso, discotechizzati alla buona e seguagi del calcio-business, sarebbero i benpensanti custodi di tale tradizione? Con annesso diritto di indignazione e di passare all'azione di self-defense? Magari rendendo libero e giocondo il possesso di armi automatiche...per difesa della tradizione e della "libertà" dalla minaccia islamico-etnica e quant'altro...In USA, infatti, non hano problemi con questa difesa della "tradizione" (costituzionalizzata e irrinunciabile, mentre il welfare e la non-durezza del vivere non solo sono).
Il neo-liberismo come teoria del tutto, è una visione nichilista, cinica e calcolata, che inghiotte ogni etnia nell'imposizione dell'individualismo metodologico? Ma no, escludiamolo.
Ignoriamo che nella solutudine e dell'alienazione, dove il mercato del lavoro-merce prezza l'individuo, e le sue stesse aspirazioni sessual-sentimentali, che pure vengono alimentate come trappola pop secolarizzata, qualche abreazione si possa pru verificare (incidenti di percorso, tollerabili quando siano endogeni).
Salvo poi ricordarsi, i benpensanti, col prezzo di mercato immutabile attaccato alle braghe, di essere "crociati" e di poter brandire, (addirittura!) l'antropologia, contro le razze distoniche e intrinsecamente malvage (la storia lo attesterebbe, come dice Sartori...dimenticando qualche centinaio di episodi che farebbero crollare la sua teoria...del tutto).
All'occorrenza sterminiamo arabi e musulmani in genere, perchè è evidente che ci vogliono sterminare: ma perché non estendere a tutti i neri d'America, visto che sono dediti alla violenza, al vizio, e persino alle aggressioni contro i poliziotti?
E vogliamo dimenticare i terroni, messi in ombra solo dalla libidinosità violenta, più "competitiva" sul mercato mediatico dell'orrore, dei nordafricani (che chissà perché sono qui, "spontaneamente" mandatici dagli imam che si svegliano ogni giorno pensando a come distruggerci demograficamente: e lo fanno gratis!)?
Non sono forse anch'essi, i terroni, i portatori di un male asseritamente comprovato da solide "conoscenze" pop antropologiche?
Abbiamo dimenticato l'anglosassone verdetto definitivo, e adottato da noi con entusiasmo, del "familismo amorale"?
Urgerebbe, dunque, una rapida selezione antropologica delle etnie e delle culture non conformi alla "tradizione": cioè non competitive sul "mercato" del lavoro. Che poi, si sa, "gnoranti" si nasce ed è inutile mantenere una scuola pubblica per queste "braccia rubate all'agricoltura" (per la quale, sempre antropologicamente parlando, beninteso, "stranamene" i "negri" ridiventano competitivi).
Ha perfettamente ragione e ho letto con piacere ogni parola di questo post. Dall'altro lato leggo nell'intervento precedente del sig. Ceccato niente altro che il sacro verbo dei mass media, da lui così incautamente filtrato. Oggi, nonostante tutte le innumerevoli fonti d'informazione, è faticoso avere un'opinione realmente personale, 'pulita', critica (e perché no auto-critica), lucida. Chiunque di noi, anche il più attento e razionale, può di quando in quando cascare nel tranello. Occorre ignorare le continue tentate intrusioni nella testa (e nella coscienza) di ciascuno, in gran parte per mezzo della televisione, dalla quale non meglio precisate e giustificate 'autorevolezze' si preoccupano di fornirci opinioni e (sopratutto) nuove paure. Occorre guardare oltre le apparenze, costantemente. In questo trovo essenziale fare a meno della televisione, leggere quanto più possibile, da ogni fonte disponibile che non sia un quotidiano mainstream, ma soprattutto utilizzare l'inestimabile tesoro della memoria storica, confutare le analogie, cogliere le storture. Sto ad un punto in cui provo un forte senso di fastidio, direi di depressione, ogni qual volta accidentalmente 'inciampo' nella inesauribile insistenza dei media, tutti schierati praticamente all'unisono.
EliminaLa leggo sempre con estremo interesse, pur con tutte le limitazioni che un semplice ex studente (e manco laureato!) di giurisprudenza può avere. La prego di continuare, quello che sta svolgendo è un lavoro prezioso, da vero patriota, innamorato del Paese e della Costituzione. Oltretutto siete (o per lo meno sembrate) così pochi a svolgerlo! Le auguro un buon Domenica pomeriggio e di avere la stessa inesauribile insistenza che mostra il 'nemico'.
Anche a me era piaciuta l'osservazione di Stopmonetaunica. Mi aveva fatto venire in mente un famoso passo di Marx sulla scuola storica tedesca (con cui aveva polemizzato duramente anche Hegel), che mi pare in topic e quindi gli riporto, se già non lo conosce, sperando di fare cosa gradita: "Una scuola che legittima l'infamia di oggi con l'infamia di ieri, una scuola che dichiara ribelle ogni grido dei servi della gleba contro lo staffile, purché lo staffile sia uno staffile annoso, avito, storico, una scuola alla quale la storia mostra soltanto il suo a posteriori, così come il Dio d'Israele al suo servo Mosé, la scuola storica del diritto, avrebbe perciò inventato la storia tedesca, se non fosse essa stessa un'invenzione della storia tedesca. Come Shylock, ma uno Shylock servo, essa giura per ogni libbra di carne che viene tagliata dal cuore del popolo, sul suo titolo di credito, sul suo titolo storico, sul suo titolo cristiano-germanico."
EliminaOggi c'è un'unica crociata in atto ed è quella neo-liberista nei confronti di tutto ciò che possa (notare l'uso del congiuntivo e non dell'indicativo) esserle di ostacolo nell'affermazione totalitaria del mondo nuovo fatto di "pace e sicurezza".
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaCaro Ceccato, ma non si era aperto il suo blog?
EliminaSi sentiva solo?
In effetti, non ho alcuna voglia di confutare l'impianto logico, nonché fattuale, di queste obiezioni fondate sulla incomprensione fenomenologica dei concetti utilizzati e degli eventi citati, riportata all'immutabile schematismo da cui parte.
Poiché trova soddisfazione nel replicare, prevengo subito dicendo che "fenomenologico" è un termine inspiegabile e tale deve rimanere. In questo specifico contesto.
Un mistero oscuro...
Non c'è tempo per NON darle ragione, conclusione che mi pare inevitabile e salvifica: qui abbiamo cose più pregnanti di cui occuparci.
Preferisco lasciarla mentre pensa che le sue repliche siano logicamente inattaccabili.
Vuoi mettere la "difficoltà" di accomunare le varie stragi che "misteriosamente" si accumulano in USA nonché quella di Breivik e di Monaco?
Un grande risultato cognitivo e un'acuta osservazione a cui nessuno dovrebbe replicare.
Ottenuto questo "trionfo", mi auguro che sarà placato e che possa indirizzare altrove il riversamento della verità.