1. La faccio breve, affinché non si possa equivocare: l'augurio che formulo per tutti gli italiani, per il prossimo Anno, è di non accontentarsi del male minore.
Il Capo dello Stato farà un'esortazione affinché, durante la campagna elettorale, il confronto tra le forze politiche rimanga entro i limiti di una "leale competizione" (o concetto analogo). Perché questo atteggiamento, naturalmente, costituirebbe segno di senso di responsabilità.
Questo richiamo al senso di responsabilità sarà legato all'esigenza di risolvere il problema del lavoro (e della povertà e...della solidarietà verso gli sfortunati costretti a arrivare sulle coste italiane...).
E il problema del lavoro, della disoccupazione e dei working poors, - non senza un salto logico a cui si conta che siate assuefatti- non potrà essere disgiunto dall'esigenza di rispettare i nostri impegni fiscali verso l'€uropa "della pace e della giustizia" (e contro i populismi); impegni solidamente, sicurissimamente e certissimamente, fondati sul rispetto della Costituzione.
In pratica, dato che era inevitabile dover votare, si garantisca la governabilità, come valore supremo; il valore dei valori, anch'esso non si sa bene come, connesso alla legalità costituzionale che, in qualche modo, sarebbe un tutt'uno col rispetto dei trattati.
E (magari) con l'esigenza di "fare le riforme" (magari anche costituzionali).
Non è pensabile che dica qualcosa di diverso. Non necessariamente lo dirà in quest'ordine espositivo e argomentativo; ma i concetti, legati da un'attenta limatura e improntati ad una saggia cautela che consenta ampie sfumature interpretative, saranno questi. Più o meno rafforzati da preoccupazioni per la pace e esemplificazioni sulla povertà e sull'azione di governo volta a ripristinare l'occupazione.
2. Ma, al di là di tutto, l'essenza di ciò che vi riguarda, sta nel non accettare il "male minore".
Non starò a dire cosa sia, in questo concreto momento storico, questo male minore.
La logica della paura che l'accettazione di esso impone nelle scelte che decideranno le vostre vite (perché dovreste aver compreso che siamo in una fase "decisiva"), è evidente.
Magari ci torneremo nelle prossime settimane; e, temo che, ad un certo punto dell'anno, spiegarlo con esempi concreti sarà fin troppo facile. Ma sarà anche troppo tardi.
3. Per questo oggi, come formulazione di un intento che possa sorreggere le coscienze di tutti e proiettarle verso questo cruciale Nuovo Anno, mi limito a questo augurio: non accontentatevi del male minore.
Perché non è più possibile distinguerlo dal (supposto) male maggiore. E questo perché, ormai, la differenza non c'è; certo, ci può essere una diversità nei tempi, negli steps ritenuti opportuni, e nella veste cosmetica di realizzazione del "male in sé".
Ma, oggi, stasera, quando si può fare spazio dentro di sè e trovare un momento di intensa chiarezza per comprendere il proprio cammino, auguratevi il vostro bene, nella dimensione storica, sociale, economica. In una parola "vitale".
E la verità è vita; e se volete vivere, questa verità dovete affrontarla, appropriarvene e mantenerla come una conquista preziosa.
Per farne la sofferta risorsa con cui costruire concretamente il riscatto delle vostre vite; e ritrovare la prospettiva di un qualsiasi futuro che non sia l'accettazione di una minaccia costante.
Per voi, per tutti, l'augurio è di non accontentarsi mai più: perché, ormai, potere permettervi, - senza dover soccombere e rimanere beffati-, soltanto il vostro bene. Che è un "no" al male. Anche se "minore".
Questo il mio augurio.
ADDENDUM: ho premesso che non sarei stato a dire cosa sia, in questo preciso momento storico, il "male minore" che, ingannevolmente, illuderà di evitare un indistiguinbile "male maggiore".
Ma mi pare importante, per un immediato chiarimento, riportare (e tradurre) questo commento di Arturo, che fornisce un importante spunto fenomenologico, cioè storico e politico-economico, del perché, in essenza, non sia possibile, e specialmente non sia più utile (per voi), distinguere tra diverse graduazioni del "male". Naturalmente, bene/male sono assunti in un'accezione economica e istituzionale rapportata ai vostri interessi; nessuna traccia di giudizio morale in ciò:
"La governabilità: in Italia fu Amato, tanto per cambiare, ad annunciare che dopo il celebre rapporto della Trilaterale vi era stata "la scopertà della ingovernabilità come dramma epocale" (G. Amato, Una repubblica da riformare, Il Mulino, Bologna, 1980, pag. 26. Contiene saggi pubblicati fra il ’75 e il 1980).
In realtà bisogna leggerselo tutto il Rapporto: riserva sorprese.
Per esempio a pag. 206, riferendo dei commenti durante la discussione del Rapporto a Montréal, si legge:
Ai molti interrogativi che sono stati proposti nei commenti, dunque, è possibile fornire una risposta, agevolmente deducibile dal brano appena riportato: se volete evitare di cadere nella trappola del male minore, scartate con decisione ogni opzione che, nelle molteplici (e sempre nuove) forme del discorso politico-economico oggi di gran lunga prevalente, siano contrarie a quella dissenting opinion espressa quaranta anni fa alla Trilateral.
Vi parlano, anche indirettamente, - con slogan e giri di parole che avreste dovuto imparare a decifrare immediatamente-, dei benefici della deflazione, id est. della "stabilità dei prezzi", e del taglio della spesa pubblica (o di tagli alle tasse coperti in pareggio di bilancio)?
Non è il vostro bene.
A meno che non siate parte effettiva di quella elite, naturalmente...
ADDENDUM: ho premesso che non sarei stato a dire cosa sia, in questo preciso momento storico, il "male minore" che, ingannevolmente, illuderà di evitare un indistiguinbile "male maggiore".
Ma mi pare importante, per un immediato chiarimento, riportare (e tradurre) questo commento di Arturo, che fornisce un importante spunto fenomenologico, cioè storico e politico-economico, del perché, in essenza, non sia possibile, e specialmente non sia più utile (per voi), distinguere tra diverse graduazioni del "male". Naturalmente, bene/male sono assunti in un'accezione economica e istituzionale rapportata ai vostri interessi; nessuna traccia di giudizio morale in ciò:
"La governabilità: in Italia fu Amato, tanto per cambiare, ad annunciare che dopo il celebre rapporto della Trilaterale vi era stata "la scopertà della ingovernabilità come dramma epocale" (G. Amato, Una repubblica da riformare, Il Mulino, Bologna, 1980, pag. 26. Contiene saggi pubblicati fra il ’75 e il 1980).
In realtà bisogna leggerselo tutto il Rapporto: riserva sorprese.
Per esempio a pag. 206, riferendo dei commenti durante la discussione del Rapporto a Montréal, si legge:
“Uno o due partecipanti suggerirono che l'intera discussione sulla governabilità avesse distorto i problemi reali e che fosse espressione della preoccupazione propria soltanto di un'elite, a disagio con il declino della propria posizione nella società! Questi sostennero che fattori quali un'inflazione crescente e la crescita della spesa pubblica in rapporto al GNP (PIL) (fattori visti da alcuni come cause od effetti dei problemi di governabilità) non avessero nulla a che fare con la governabilità e potessero, in effetti, aver prodotto in prevalenza benefici, inducendo una miglior distribuzione del reddito, attraverso il recupero del distacco (ndr: rispetto ai profitti) a favore dei salari e attraverso le erogazioni del social welfare.”.E allora in effetti che dramma, signora mia!"
Ai molti interrogativi che sono stati proposti nei commenti, dunque, è possibile fornire una risposta, agevolmente deducibile dal brano appena riportato: se volete evitare di cadere nella trappola del male minore, scartate con decisione ogni opzione che, nelle molteplici (e sempre nuove) forme del discorso politico-economico oggi di gran lunga prevalente, siano contrarie a quella dissenting opinion espressa quaranta anni fa alla Trilateral.
Vi parlano, anche indirettamente, - con slogan e giri di parole che avreste dovuto imparare a decifrare immediatamente-, dei benefici della deflazione, id est. della "stabilità dei prezzi", e del taglio della spesa pubblica (o di tagli alle tasse coperti in pareggio di bilancio)?
Non è il vostro bene.
A meno che non siate parte effettiva di quella elite, naturalmente...