lunedì 30 dicembre 2013

EURO, DEAD-TOOL WALKING...TOO FAR- 2

Il post di ieri ha trovato sviluppo in un commento di Arturo che, in sè, mi ha portato a fornire una risposta che ho tentato di fornire di accuratezza per la sua fondamentale pregnanza.
Poichè il sistema dei commenti non mi ha consentito di inserire una risposta di un'adeguata lunghezza, ho preferito farne questo post. Che si pone in perfetta continuità con quello di ieri e ne condivide lo spunto di partenza in un dibattito "di fine anno" che cerca veramente una sintesi riassuntiva del blocco di tematiche affrontate, appunto, lungo l'intero 2013.
La tua chiosa circa le violazioni comunitaria e tedesca mi pare rappresenti l'ennesimo monito a diffidare di qualsiasi soluzione che non contempli meccanismi di autodifesa a livello nazionale, come il cambio flessibile.
Onore al merito, vorrei ricordare che Stiglitz prese posizione contro l'indipendenza della banca centrale già nel 2001 (pdf di 24 pagine. Pag. 23: "The necessity of an indipendet central bank that is not democratically accountable has also became part of the mantra in many parts of the world. There is no issue of more concern to the people in most of the world than their jobs, and monetary policy has a very large effect on that. Why is that, on the one hand, we tell countries democracy is very important, but on the other hand, when it comes to the most issues that are most important to them, jobs and employment, we say: this is too important to be entrusted to democratic processes; you should have an indipendet central bank?").

Questa la mia risposta:
Certamente. Il conceptual frame di tale "dottrina" (delle BC "indipendenti") affonda la sue radici in un'affermazione ideologica che è agli antipodi del mantenimento della stessa democrazia sociale: la domanda cui qui - e nel libro- abbiamo cercato di dare risposta va un pò oltre la stessa "premessa" interrogativa di Stiglitz ed è, quindi, "come è potuto succedere"?
E' chiaro che, in assenza dell'affermazione della "dottrina", l'euro non avrebbe avuto questa realtà e questi sviluppi. E come avrebbe potuto, se si pensa alle sue implicazioni operative ultime?
Probabilmente, di fronte alla sua contestazione diffusa, (intendo della "indipendenza"), in base alla opposta dottrina della "democrazia necessitata" racchiusa nelle Costituzioni, l'euro non sarebbe neppure nato.

E, semmai la sua "occasione storica" avesse avuto una reale autenticità, l'evoluzione politica e cooperativa dell'Europa avrebbe tentato altre vie, prima la Confederazione che unificasse politica estera e della difesa, ponendo la basi sia per un bilancio comune operativamente sensato che per un'armonizzazione continuamente concordata - cioè coordinata in modo utile e dinamico- delle stesse politiche economiche.
Il punto di svolta, in cui si è persa questa "buona fede", è indubbiamente stato l'unificazione tedesca: alla premessa, in gran parte esatta (evitare l'automatica riproposizione di una egemonia continentale e i conflitti che ne sarebbero potuti seguire), si è fatta conseguire una soluzione causalmente inadeguata e priva persino di nesso logico.
La verità implicita è che i banchieri hanno imposto la "loro" soluzione, soltanto prendendo spunto da una "emergenza" politica, ridotta a giustificazione posticcia e sostanzialmente solo volta a ripristinare il capitalismo ante crisi del '29.
D'altra parte, il rapporto Werner (1971) era là, con tutte le sue contraddizioni, al tempo evidenti nella valutazione della scienza economica, ma si dovette attendere l'evento catalizzatore della Unificazione per proporre la soluzione sotto un'etichetta di "pace in Europa", e rigenerare il liberismo in chiave istituzionale, naturalmente sovranazionale e, perciò, ingannevolmente "dispersiva" della sovranità democratica. Cioè eliminatrice dell'ostacolo nel momento in cui esso (la democrazia costituzionale), avrebbe avuto la sua massima ragion d'essere (cioè la trasposizione in un modello di governo federale democratico che annullasse, solidaristicamente, ogni nazionalismo competitivo, accuratamente nascondibile sotto la denazionalizzazione della moneta e il suo corollario di mercantilismo competitivo, non correggibile ma, anzi, incentivato).

Questo è un punto ancora non ben esplorato nel dibattito generale (almeno fuori da questo blog).
Chi aveva "circondato" Mitterand e lo aveva persuaso dello strumento in tutte le sue proiezioni applicative, credeva evidentemente che l'oligarchia avrebbe governato con una solidarietà di classe transnazionale e che, controllando dalla nascita il processo mediante la cooptazione alla causa dei partiti di sinistra, attrezzati per vocazione all'internazionalismo, ciò sarebbe passato come "inavvertito" alle masse.
E' nato così l'ordoliberismo "reale", evolutivo delle prime grezze soluzioni thatcheriane; fenomeno allo stato puro di realizzazione che è solo europeo.

Il calcolo, finora, si è rivelato esatto, grazie al controllo mediatico-culturale-accademico: la cornice di sinistra ha consentito una inusitata "tenuta" a tutto il disegno.
Ed è questa la parte in cui ha senso l'ammissione di Fassina che il fallimento dell'euro sarebbe per loro una sconfitta.

Ma, a ben vedere, l'errore logico e propagandistico iniziale, cioè il pretesto ufficiale, sta proprio nella incoercibilità della Germania.
E' dura doverlo ammettere proprio mentre la Germania sta celebrando una vittoria (naturalmente egemonica) che si proietta (per la terza volta in un secolo) come disastro economico del continente (mediaticamente occultato solo in Europa): anzi la ripetitività (frattalica) di questo esito è forse l'unico elemento capace di fornire una spinta reattiva a un Continente ottusamente de-democratizzato.

Ma, ripeto, per dare una forza effettiva a questa spinta occorrono recuperi di realismo politico e di consapevolezza storica che in Italia sono veramente troppo lontani dall'emergere con la dovuta energia.

L'idea del sindacato come causa della ingovernabilità del processo produttivo efficiente, l'idea della corruzione come caratteristica intrinseca dell'intervento dello Stato (senza riflettere sull'alternativa concentrazione della ricchezza che determina assecondare tale idea), del clientelismo come modalità delle classi politiche elettive (la casta), sono addirittura ora massimamente esaltate, in una sorta di cupio dissolvi della democrazia che ha rinunziato ad ogni memoria delle (agevoli) soluzioni correttive che la Costituzione racchiudeva già in sè.

L'epilogo non potrà che essere tragico: se gli uomini vivono nell'oscurità, non produrranno altro che ulteriori ferite a se stessi come comunità, e la "correzione" non potrà altro che conseguire alla disperazione generale, intesa proprio come mancanza di altre speranze (che non siano reagire). Cioè uno stato traumatico finale. Altrimenti l'atteggiamento elettorale e, più in generale, socio-culturale, di paesi come Grecia e Portogallo non sarebbe spiegabile. E solo la densa "oscurità", vera e propria "Notte della Repubblica", in cui versa l'Italia, può altresì spiegare come il Paese più grande e che ne riceve i più grandi danni sia ostinatamente "istituzionalizzato" nel perseguire la propria autodistruzione.

22 commenti:

  1. "L'epilogo non potrà che essere tragico: se gli uomini vivono nell'oscurità, non produrranno altro che ulteriori ferite a se stessi come comunità, e la "correzione" non potrà altro che conseguire alla disperazione generale, intesa proprio come mancanza di altre speranze (che non siano reagire). Cioè uno stato traumatico finale."

    perfettamente d'accordo.la rappresentanza politica italiota è TUTTA ordoliberista.da renzi a berlusconi a casaleggio-grillo.il comun-denominatore è sempre quello: lotta alla casta, e quindi meno stato e quindi più tagli.con una variante pericolosa, quella rappresentata dal partito-merchandising di casaleggio.costui vorrebbe trasferire TUTTA la discussione PUBBLICA e la decisione POLITICA sul web.
    web che è il luogo ideale per manipolare-censurare la formazione dell'opinione pubblica.anche da un punto di vista algoritmico.manca in italia una forza politica che dia visibilità piena alle istanze sovraniste-antieuriste.al contrario di quello che succede nel resto dell'europa, francia, grecia, gb.dobbiamo essere condannati come popolo ad oscillare tra il ribellismo impotente ed il trasformismo politico del cambiare "tutto"perche nulla (i rapporti di potere) cambi?

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  2. TIE KNOTS / NODI DI CRAVATTA

    Con insopportabile leggiadria OTC, occupo un posto dai Knights generosi e, dopo le riflessioni atomiche indotte da sorelle (immaginifiche le mie) sui pesi atomici dello stronzio radioattivo (90Sr, il mio) rispetto alla stabilità dell’idrogeno” (1H, quello degli altri), risfoglio distratto una “rivista” e provo a rimettermi CRAVATTA, a scegliere quale NODO fare e poco pensare a quale COLLO di camicia indossare.
    E’ l’occasione delle festività di fine d’anno – questi ultimi molto particolari – che fanno pensare alla CRAVATTA per cerimoniare l‘importanza della festa con un tocco di eleganza maschile sopita dal logorio della vita moderna e per mitigare il “sudore della fronte per guadagnarsi il pane”.
    Nata al collo di mercenari croati (hrvat) al soldo dell’ “l’Etat, c’est moi” (Roi Soleil , 1642-1715), canzonata come “croatta” per diventare cravatta, fino a rappresentare il simbolo di una e-mancipatio al collo di Geoge Sand con il tocco della leggiadria femminile di fascinose seduttrici romantiche.
    Che dire poi del NODO, quello che il prestigioso Laboratorio Cavendish del dipartimento di fisica dell’Università di Cambridge fondato dall’elettromagnetico C Maxwell ne ha contati ben 85 con rigorosa modellazione matematica.
    Sempre uno per ogni occasione: dal semplice FOUR-IN HAND dei cocchieri di Dickens corseggiato da più escluysivi club londinesi, al corposo WINDSOR dei rentier eleganti, al cerimonioso BOW-TIE del furbo leggiadro altolocato, allo scanzonato ITALIANO dei un informale italian fashion, all’ ONASSIS delle cicale con le pinzetta dorate ... fino all’ ATLANTICO, quello sfoggiato sui palazzi galleggianti del XX secolo da chissà quali e quanti viaggiatori del RMS Titanic prima della collisione drammatica ma inevitalibile con l’iceberg mentre doveva garantire supremazia tecnologica e dominio commerciale di rotta.
    Vabbè la solita Natura matrigna che a volte diviene maligna.
    Dopo prolissi prolassi, dopo i doni natalizi ricevuti dalla Grosse Koalition , dopo i prossimi sacchi di carbone della befana – quella fascista con il culo comunista - , dopo i biglietti “low cost” per nuovi viaggi “esotici” , mi sa che per quest’anno un paio di braghe e un maglione vanno bene ancora e, forse tessendo e sferruzzando con arguzia e astuzia, magari riusciamo ancora a venderne qualcuno anche se dal “giro” ci raccontano che non ne siamo più capaci ed è meglio che la nostra arguzia e astuzia la “prestiamo” a più nobili “sospiri”.

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    1. Splendida incursione nella storia dell'abbigliamento...Mi stavo appunto annodando la cravatta (nella mia ostinazione anacronistica) quando mi è sovvenuto il tuo commento :-)

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    2. Come ci hanno insegnato, la Storia è la Sapienza del Presente e la costruzione della traiettoria del Futuro, la stessa delle CRAVATTE, dei NODI e dei COLLI.
      Più antica quella dei canapi, cime e corde fabbricati con astuzia e ingegno per il "cazzo" e per il "lasco" della Storia quanto di nodi da "disfare" quando non servono per riusare gli stessi refoli .. :-)
      Certo che non sia sfuggito, vale la "pena" comunque spolverare l'opra del reperto archeologico proposto dal magnifico knight Giorgio D.M. su - opening "your" mint - STOCK (funziona con a/simmetria anche '84) e FLUSSI del CAPITALE.

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  3. Relativamente a Fassina "sarebbe una sconfitta per la famiglia progressista a cui appartengo e dovremmo calcolare tutte le conseguenze storico-poltiche-economiche" è quello che si MERITANO e le conseguenze avrebbero dovuto calcolarle prima e non dopo. Mi dispiace solo che purtroppo tutti subiremo grosse sofferenze ma è immensamente giusto che la sinistra sia spazzata via dalla Storia. BUON ANNO! Un augurio veramente sentito e siccome viene dal cuore spero vivamente che sia un buon anno per lo meno per come lo vorremmo noi.

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    1. Augurio ricambiato in "toto": ma poi la impossibilità dell'oggetto sociale è sempre motivo di scioglimento e non siamo certo noi ad averla provocata. Più che quello che si meritano quello che hanno effettivamente voluto. Come dice il proverbio "Allah, il Misericordioso, ci perde ostacolando i nostri desideri o...realizzandoli"

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  4. Posso aggiungere un po' di grigio -ma con qualche barlume- alla chiosa grigia di questo post? (Chiedendo perdono se estendo un po' il focus di questa discussione)
    Il fatto è che non è solo l'Italia e la sua gente a vivere in questo ottenebramento e che il problema dell'erosione dei diritti umani e della democrazia in Occidente non è un problema solo europeo, ma esteso a tutti i popoli che una certa cultura democratica ce l'hanno.

    Dal punto di vista del diritto, l'euro, l'UE e l'egemonia 'legale' della Germania sono al primo livello concentrico di un sistema complesso - o meglio di un sovrapporsi a strati di regimi giuridici, i quali tuttavia sono ispirati al solito approccio ordoliberista, cioè di restrizioni dei diritti indivduali per garantire la massima libertà dei capitali. Per dare un'idea di questa complessità, un esempio sono i vari accordi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, per cui uno Stato non può imporre dazi, norme tecniche o di tutela dell'ambiente e della salute in modo che essi discriminino tra tutti gli Stati aderenti all'organizzazione una 'race to the bottom' auto-imposta. Un altro esempio sono i trattati bilaterali di investimento che l'Italia intrattiene con i suoi paesi creditori o investitori: questi trattati tutelano la proprietà degli investimenti esteri fatti in Italia da misure quali l'espropriazione, norme ambientali, tecniche, etc... Di grande importanza è che secondo questi trattati gli investitori esteri possono portare il governo italiano in arbitrato per proteggere i loro investimenti e farsi ripagare i danni subiti (googlate Argentina ICSID per darvi un'idea).

    Il sovrapporsi di questo complesso di regimi ovviamente è ben più esteso di questi due esempi e la trama giuridica che questi vanno a configurare viene chiamata in ambito accademico global governance. Dal governo (demoratico) dello Stato alla governanza globale di sistemi giuridici sopranazionali. Immaginatevi a quale livello valoriale è situata la Costituzione...

    Ecco quindi il 'più grigio': il popolo italiano è annebbiato dalla vista non solo del problema euro/UE/Germania/asimmetrie, ma anche della ben più complessa realtà giuridica a cui ogni individuo deve sottostare, senza alcun controllo democratico.

    Il barlume però è non solo nei vari tentativi portati avanti qui ed in altri blog, ma anche a livello accademico e transnazionale. Non sto a fare i nomi, ma c'è gente che una mappatura della complessità la sta portando avanti e con un chiaro intento di resistenza e progressismo (quello vero).

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    1. Falli pure i nomi. Magari troviamo spunti interessanti.
      Quanto al WTO e alle convenzioni coi paesi investitori, per carità: dell'internazionalismo liberista abbiamo parlato ampiamente qui e sul libro.
      Intanto, però, dato il piccolo inconveniente prossimo venturo del fiscal compact, pensiamo alla sopravvivenza immediata: la lotta all'€urofollia è in realtà la cartina di tornasole di un recupero delle Costituzioni democratiche che potrebbe segnare l'inversione di rotta a livello di G20 e oltre...

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  5. Ciao 48, come accade di consueto sono illuminato e d'accordo con la tua analisi. Mi è capitato, tuttavia, di leggere quanto Sapir scrive qui: http://russeurope.hypotheses.org/1862 in merito agli incontri degli scorsi 18 e 19 dicembre. Dunque la Merkel nelle sue dichiarazioni tenta di esercitare un ricatto europeo mai più visto dalla II WW. Praticamente vorrebbe sovraordinare la UE con ulteriori contratti tra la Germania e i singoli Paesi della EZ che "li portino a sostenere la totalità dei costi d'aggiustamento necessari per la sopravvivenza dell'euro, mentre essa sola trarrà profitti dalla moneta unica". Ora, va da sé che con i maggiordomi al Governo, tutto ciò verrà sicuramente accettato supinamente dai meta-traditori, sia in Italia che in Francia, come ritiene Sapir stesso. Ritengo personalmente che si tratti di un innalzamento dei toni perché non è più possibile agire di soppiatto come avviene regolarmente da trent'anni. Uscire così chiaramente allo scoperto mi sembra più un modo di difendere la posizione di dominanza che quello di esercitare il potere di uno status quo raggiunto e consolidato. Al di là dell'aspetto strategico rimane il fatto che per "spingerci verso l'autodistruzione" stanno salendo stranamente i toni, con un probabile effetto conseguente di dare un volto, mero simbolo di una oligarchia, al nemico del popolo il quale, individuandolo, potrebbe cominciare a cambiare orientamento nonostante il battage mediatico. Potrebbe delinearsi un'ulteriore assonanza con l'ipotesi frattalica. Che ne pensate?

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  6. Grazie per l'ottimo post, che completa bene il discorso del libro (splendida la citazione di Carli nell'articolo di Maiocchi: "Se in questo momento la lotta all’inflazione appare l’obiettivo prioritario, l’Unione monetaria europea non può tuttavia essere imperniata su un meccanismo che tenda a relegare verso il fondo della scala gli obiettivi dello sviluppo e della piena occupazione, cioè ad invertire le scelte accettate dalla generalità dei popoli e dei governi in questo dopoguerra". Come si cambia...). Insomma: intendevano sbarazzarsi del menu costituzionale apparecchiandosi un bel pranzetto all'americana, sia nel senso ampio indicato da Rawls sia in quello kaleckiano di un recente e apprezzabilissimo Krugman (anche qui e qui in cui ci ricorda come la curva di Phillips "paleo" keynesiana sia in realtà viva e vegeta). Non avevano fatto i conti con l'oste tedesco.
    Vabbeh, terminiamo l'anno su una nota di speranza: "The crisis has not been overcome, but there are many encouraging signs. The economy is recovering in many countries, the imbalances in European trade are declining and the budget deficits in the monetary union are falling. That’s more than was expected a year ago." (Draghi oggi sullo Spiegel. Che poi, dopo un surreale elogio della competitività tedesca ("Germany helps the euro best by further strengthening its competitiveness and promoting growth."), all'obiezione che molti economisti vedono proprio in quest'ultima il problema dell'eurozona, così se ne esce: "It’s a mechanistic [sic!!!!] perspective of economic activity, and there’s little I can do with it. We won’t make the weak stronger by making the strong weaker, as a very wise man once said. That applies to the economy as well. If Germany were less competitive, the euro area as a whole would lose, because less could be produced then." Non ho capito: sta abbracciando nietzchanesimo e produttivismo? :-)).
    Buon Anno a tutti!

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    1. Eh sì a Draghi non importa chi produce (e vende) purchè sia in euro: una concezione un pochino approssimativa che rinvia a un concetto della competitività come "qualità" assoluta, e non, come invece è, "qualità relativa" (cui corrisponde simmetricamente la colpevole mancanza di qualità altrui). Peccato che poi esistano gli squilibri interni all'OCA e che solo essa consenta alla Germania di prosperare: dunque giammai rompere il giocattolo, mica vorrete che la Germania interrompa "l'emozione" dei surplus...ben oltre il limite della pseudostabilità-sostenibilità che l'art.119 TFUE impone ai paesi UEM. Le norme (la "legislazione") si sa, sono vigenti solo se sottostanno alla morale del più forte (la "Legge"): e quella Draghi la sa sempre riconoscere al volo.

      Ma questi per Draghi poi non sono problemi neanche economici: basta essere tutti competitivi e sufficientemente disoccupati. La domanda interna? Non è roba competitiva e comunque ci sono sempre le supply side. La religione del "vendiamo su Marte"...basta essere molto ma molto competitivi

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  7. "D'altra parte, il rapporto Werner (1971) era là, con tutte le sue contraddizioni, al tempo evidenti nella valutazione della scienza economica".

    Grazie per aver segnalato il contributo di Alberto Majocchi del 1974. Quello che mi sconcerta è il fatto che, in quasi sessanta anni di vita, io, che pure non sono un analfabeta, non abbia mai avuto il minimo sentore di questo genere di argomentazioni in merito alle problematicità del processo di unione europea. E' vero, ho studiato altre cose, ma le gravi implicazioni delle difficoltà descritte da Majocchi non sono poi così difficili da intendere, anche per una persona di media cultura come me che nella vita si è occupato di altro. Come spiegare questo fatto se non con l'intenzionale e ben pianificata scelta di nascondere i dati reali del problema? I "semplici" chiamano ciò "gomblotto", ma forse ci azzeccano.

    Quando poi cerco di trasmettere la nuova consapevolezza che ho acquisito in questi ultimi anni alle persone di buona cultura che conosco, mi trovo davanti a un muro di gomma. La sensazione che ho è che tutti pensano che la "nuttata" passerà, dopodiché potranno tornare ad alzare la testa; anche perché, magari, nel frattempo pagano di meno la governante. Sono le persone meno acculturate, invece, quelle che sembrano capire meglio i termini del problema, a dimostrazione del fatto che "è meglio non sapere che sapere le cose sbagliate".

    Penso che quello che mi ha "salvato" sia stato proprio il fatto che io, di economia politica, non sapessi una beneamata fava, quel giorno di qualche anno fa quando la distratta osservazione di un'amica sconvolse le semplicistiche convinzioni che avevo. Meglio non sapere che sapere le cose sbagliate, dunque.

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    1. In effetti c'è chi pensa che tutte le conseguenze ormai innescate, come già evidenziate da Majocchi, non si verificheranno "in proprio danno": l'atteggiamento implicito è "se anche fosse vero, pagheranno quelli che se lo meritano". Appunto.

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  8. Figli fuori (...ma lontani proprio.:-)e gli ho fatto il regalino alla mia Signora (certo gliene potevo fa di meglio)...leggi questo scritto e riflettiamoci un attimo.Le mie le già può intuire quali siano.Mia moglie in tutt'altre faccende affaccendata nel mezzo del cammin di nostra vita altrò non dice se non ... questa è la strada bisogna togliere i freni inibitori al bon ton civico,cacciarli via al + presto,bisogna liberarsene e basta.Il dopo non potrà essere peggio di così e se lo sarà avremo si vivrà comunque nella Speranza di stare a costruire un qualcosa di meglio.
    Mi son fatto un bel regalo di fine anno e da domani ho un'argomentazione in + .
    Ordoliberismo si è impadronito dei dinè e delle vite altrui?...può darsi!Ma i diritto-dovere del libero arbitrio costi quel che costi è inalienabile.Se è consapevolmente edotto è meglio e tiene di +.Ma le casalinghe dai...se lo ricorda in quel di Pescara il sondaggio di scenarieconomici!? Le casalinghe contr€ ...è una poesia collettiva.
    Buon 2014.

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    1. Caro Vito, le casalinghe più che mai: chi meglio di loro? Voglio dire la violenza implicita della menzogna è su di loro più forte che mai, tra inflazione minacciata e diritti cosmetici profusi come anestetico allucinogeno, punteggiato da appassionante cronaca nera.
      Basterebbe poco; che qualcuna, dotata di tutti i mezzi cognitivi, che sono egualmente preclusi anche agli strati fichettoni del puddino interiore, desse inizio alle danze e coalizzasse il potenziale della rabbia e del disgusto....Basta crederci e sarebbe un colpo imparabile per un regime che blatera di quote rose per perpetuare i capisaldi dell'ortodossia antiumanitaria. Fammi sapere :-)

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    2. Be,un Movimento dei "Coperchi" di pentole in aggiunta a quello dei "Forconi" sarebbe quanto di più genuino la gente italica possa produrre e si imporrebbe sia per simpatia che per contenuti immediatamente percepibili per effetto della stessa categoria che vi partecipa,oltre ad essere trasversale,post-ideologica e peninsulare.:-)
      Di botto si personificherebbe l'andare "Oltre".
      Come non sarei affatto scandalizzato se la sinistra sociale poi "fasciata e corporata"e ancora post-debacle cooptata alla Costituzione,avesse un sussulto di dignità (Alemanno) e "vision" notevole tanto da incrociarsi e saldarsi con il "ragionevole dubbio" e "controcanto egualitario" ma minoritario (Fassina... http://www.avvenire.it/Economia/Pagine/fassina-il-piano-di-renzi-inutile-e-dannoso.aspx) che pascola nel recinto puddino ma si distingue per l'erba fresca che vorrebbe ruminare rifiutando mangimi rinveniente da piante geneticamente modificate che ne alterano "Made in Italy" (nel bene e nel male).
      Scandalo,scissioni,scisma,fulmini e saette? :-) Ma no,sarebbe la risposta non sommaria ma consapevole che i Movimenti di cui innanzi e i cittadini si aspetterebbero per le "convergenze costituenti interne" e "argine comune e nazionale verso l'esterno".
      Osare e andare Oltre nel post-ideologico e post-moderno.Altro che botti di Fine Anno.:-)
      Questo si che "vulcanizzerebbe" il quadro politico attuale con buona pace delle "Stelle" indecise in quale parte del firmamento collocarsi,squarciando e lacerando irreparabilmente il sistema mass-mediatico,relegando i vari clan trasversali che si servono della stessa Bottega Centrale ma con più vetrine variamente colorate a seconda dell'utenza e della sua residenza e in ultimo obnubilando e oscurando il nuovo copia incolla che avanza ganzo alla vista ma bischero per l'udito.
      Vah !? Che 2014 entusiasmante.

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  9. IL BAMBINO PIANGE. “CI” DEVO DARE LA PAPPA?
    Variazioni e distrazioni napulitane nello spazio (DIATOPIA), nel tempo (DIACRONIA), nel mezzo (DIAMESIA), nella situazione (DIAFASIA), nella condizione socio-culturale (DIASTRATIA)

    Non appartengo - e ne vado fiero - ad élite alcuna ma solo appartenente a quella tassonomia di genere UMANO dal quale ancora non riesco ad allontanarmi.
    Saranno le particolarità dei mono-neuronici, quelli a cui appartengo, che non riescono a compiere due cose assieme e devono poi raccoglierne i cocci dell’una e dell’altra in maniera più o meno differenziata fuori dal vaso.
    Sarà ancora la voglia di temperare “matite”, di condividerne la “punta” e gestirne la “rosura”.
    Sarà ancora la curiosità del babbuino di vedere quale figura si compone unendo i “puntini” della pista cifrata.
    Mah .. sarà quel che sarà e quello che vorremmo che sia questo “nuovo anno che verrà” anche se alla televisione con FONOLOGIA EUROPEA, i neo-grammatici populisti – ahimé, nessuno escluso .. ops, qualcuno tra
    molti contrappuntano quotidiana/mente con efficacia, efficienza e .. produttività – continuano a nascondere, manipolare, mistificare l’evidenza della verità evidente.
    Una proto-lingua che si arroga il diritto di assumere come vocali i dittonghi per intorbidire i CONCETTI, i PROGETTI, le FINALITA’ vincolate, condizionate, cementificate nei “trattati” di un’unione UEM v.H. che democratica/mente non può esistere.
    Per oggi, dal UEM Titanic, un “elogio alla follia” della Lettonia, nuovi Compagni di Ven(t)tura, e l’augurio al 58% dei lettoni “consapevoli”, come noi nuovi frombolieri pronti a sgretolare i piedi di argilla del “gigante”.
    Per oggi, l’augurio di un democratico ’14, auspicandolo diverso da quello del XX secolo :-)

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  10. Lo segnalo qui perché si parla di Fassina (l'intervista risale al 20, ma mi era sfuggita: grazie a Scenari economici): per la prima volta un esponente del PD parla di un piano B. Direi che la notizia si commenta da sé.

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    1. Ma lo sai che invece il passaggio che mi colpisce di più è quello in cui dice apertamente che Renzi è solo per l'accentuazione delle politiche liberiste degli ultimi 25 anni (se ben ricordo)?
      Sai, anche in caso di piano B, rendersi conto che cosa sia una politica liberista non è indifferente.
      Mi sa che Fassina inizia ad essere troppo avanzato per il piddino medio...

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    2. E anche questo, peraltro, merita un approfondimento, re melius perpensa...

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    3. Ma questa non mi pare una novità per Fassina: vedi per esempio questo articolo di più di due anni fa: "Perché, in Europa e negli Usa, non usciamo dal tunnel della recessione e, in Italia, andiamo verso la depressione? Perché si continua ad applicare, nonostante i disastri prodotti, la ricetta neo-liberista dominante nell'ultimo quarto di secolo: austerità senza se e senza ma e svalutazione reale del lavoro per recuperare in esportazioni la caduta della domanda interna depressa dall'aumento delle diseguaglianze." E tutta l'analisi della crisi dell'euro è corretta. Anche che Renzi sia subalterno al liberismo l'aveva già detto chiaro e forte in vista del congresso. E Vendola quante volte l'ha ripetuto? A me pare che la chiarezza che manca a Fassina, anche guardando al futuro, sia una giudizio corretto sugli accordi monetari: dovrebbe insomma rovesciare quanto detto da Santoro, cioè che l'euro sarebbe un buon strumento usato male anziché la punta di lancia di quello stesso liberismo compradoro che depreca. Può arrivare a tanto restando nel PD?

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    4. Ma ti potrei portare diverse prese di posizioni nel frattempo, laddove non pare del tutto coerente nel predicare queste cose.
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/lart18-e-all-that-jazz-la-colpa-e-dei.html
      Il punto sta nell'averle dette non tanto in relazione a Renzi in assoluto (ormai non ha più motivo di temere ciò che...è già accaduto), quanto in relazione ad una circostanza in cui ammette che, per lo meno lui, l'esigenza di un piano B.
      Questo vuol dire che la sua stessa percezione della "sconfitta" sia molto netta, e che si rende conto che almeno si deve salvare il salvabile. Una specie di anticipazione dell'8 settembre p.v., che anticipa un futuro quantomeno tormentato per lui, per Letta, per tutti. Quanto a Vendola, mmmmm...lasciam perdere (non ha mai menzionato la parola euro, per quanto ne so: è il classico "scisso" anti.austerità-dentro l'UEM). E ti rinvio al post di oggi :-)

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