venerdì 27 dicembre 2013

TIETMEYER, IN FONDO, CI VOLEVA "MENO MALE" DI KOHL? Reinventing la "continuità storica" per salvare il "fogno" ordoliberista...

So che i miei attenti lettori, ormai, ne sanno una più del diavolo in tema di €uro-ordo-liberismo e sulle sue ragioni profonde.
Ma proprio per rendere nitida, in contrappunto, la vera natura delle posizioni "salva-fogno", in pieno orgasmo creativo, "rigorosamente" paludato di idealismo svincolato dall'analisi dei dati economici e della realtà normativa dei trattati, mi piace fare un pò di ricostruzione storica.

E partiamo dalla famosa "spinta ideale" alla pace che si sarebbe riaccesa dopo l'unificazione della Germania. Il Grande Alibi "de fero". Pò esse' piuma, pò esse' fero...ma per lo più è "ferro e fuoco" per la democrazia del lavoro e dei diritti sociali.
I "salva-fogno" ignorano pervicacemente tutto questo, perchè li farebbe inciampare sul nascere delle loro singolari teorie di idealismo-che-riscrive-curiosamente-la-Storia: cioè una Storia che, mentre si svolgeva, non aveva nulla a che fare con le spiegazioni e le giustificazioni attualmente da essi abbracciate, che tendono a creare una continuità con un passato, "ideale", mai verificatosi.

E perciò vi ripropongo il "vero volto €uropeo" di Kohl:
"Il 1996 fu l’anno delle decisioni definitive per l’euro. L’Italia arrivò alla volata finale in difficoltà, e indietro. Il terreno sarà poi recuperato da Prodi e Ciampi – pagando il prezzo suppletivo di una parità troppo alta. Ma la decisione, si poteva scrivere quindici anni fa di questi giorni, era già stata presa:
“Kohl dirà un giorno, lo va dicendo da tempo, che Margaret Thatcher e François Mitterrand gli hanno estorto un impegno a “restringere” la Germania nell’euro, in cambio del consenso alla riunificazione. E che questo impegno fecero patrocinare dagli Usa – che invece l’euro non lo amano, per il poco che lo considerano. Il cancelliere lo va dicendo per venire incontro all’opinione pubblica nel suo paese: i giornali, sia conservatori che socialisti pretendono che la Germania non gradisca l’euro, non gradisca cioè un legame stabile con gli altri paesi europei. La verità è però un’altra: Kohl vuole tutti nell’euro, per non avere concorrenze sleali da parte dei partner europei. In particolare ci vuole l’Italia. In disaccordo per questo col suo stesso presidente della Bundesbank, l’amico di partito Tietmeyer. Al quale l’ha detto chiaro, e di questo ne ha reso edotto Lamberto Dini: l’Italia deve entrare nell’euro, alle condizioni di Maastricht, fin dal primo minuto.
Hans Tietmeyer, da buon tecnico, ha escogitato varie soluzioni per una sorta di Euro 2, un secondo livello di paesi europei con vincoli di spesa pubblica meno rigidi. Il suo ragionamento è semplice: l’Italia ha un debito doppio di quello della Germania, non potrà mai stare nei parametri rigidi fissati a Maastricht. Per l’Italia e gli altri paesi indebitati come il Belgio, si può quindi pensare a un Euro 2. Si può pensarci anche come una soluzione a tempo, “per un anno”: finché le economie dei paesi più indebitati si metteranno in condizione di onorare gli impegni di Maastricht.
Il cancelliere invece è di tutt’altro parere: un’Italia fuori dall’euro, e insieme strettamente legata all’industria tedesca, farebbe una concorrenza rovinosa. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner.”

Si tratta della dimostrazione, in "soldoni", nella brutale semplicità del linguaggio politico (molto più concreto e, quindi, "rivelatore" delle teorie dei "salva-fogno"), della versione normativa E VINCOLANTE della stessa vicenda quale delineata dal Trattato di Maastricht; e che ritroviamo oggi, scolpita senza equivoci, nei più significativi articoli del TUE (il "mitico" art.3, par.3, con la sua forte competizione e stabilità dei prezzi per realizzare una "economia sociale di mercato"), e del TFUE (artt.123, 124 e 125, quelli che escludono ogni possibilità di "solidarietà" fiscale e finanziaria all'interno dell'UE-UEM, ponendo dei rigidi e vasti divieti).

Per i vari "salva-fogno" che si avventurassero in (improbabili) contorsioni giuridiche sulla proponibilità, originaria, o anche solo in via di trattativa "politica" (come no! Meno male che ci siete voi!), della solidarietà finanziaria e fiscale all'interno dell'UEM, suggerisco (visto che non si fidano delle analisi di questo blog, le uniche giuridicamente approfondite nel panorama italiano), la visione di questa "interpretazione autentica" dei Trattati stessi da parte di Giuliano Amato (è breve e terribilmente chiara).
Una testimonianza, quantomeno privilegiata, che sottrae ogni parvenza di plausibilità al preteso idealismo dei salva-fogno.

La storiella trova piena conferma anche nella testimonianza di Vincenzo Visco, eminente protagonista del governo che ci condusse in questa bella avventura di "pace e prosperità":
Qual è stato il momento più critico del percorso di accesso all’euro?
All’inizio sembrava che dovessimo entrare un anno dopo gli altri, perché il governo Dini aveva posto il 1998 anziché il 1997 come temine per rispettare il vincolo del 3 per cento tra deficit e Pil. Ma nessuno si era accorto che Ciampi si era tenuto una strada aperta, scrivendo in una riga del Dpef che si poteva anticipare. Poi Romano Prodi andò in Spagna e José Aznar gli disse che Madrid sarebbe entrata e fu molto sprezzante nei confronti dell’Italia. Quando Prodi tornò fece una riunione con Ciampi, Enrico Micheli, Tiziano Treu, e me. Si decise di provarci comunque per il ’97. Ma l’unico modo era fare una manovra dal lato delle entrate, il lavoro sporco fu delegato a me.

E se fossimo rimasti fuori?
Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso

Ora, il punto rimane sempre quello.
O si prende atto del disegno ideologico dell'ordoliberismo, che ha utilizzato gli schemi macroeconomici monetaristi e neo-classici per pianificare la sua strategia di distruzione delle odiate (da "loro") democrazie costituzionali, oppure lo si ignora contro ogni evidenza, finendo oggettivamente per rafforzare gli esiti finali di tale strategia.

Ma in tale secondo caso, tipico dei "salva-fogno", per fare ciò occorre avere delle forti motivazioni. Cioè essere profondamente convinti delle ragioni di Barroso e Padoa-Schioppa nel considerare la democrazia del lavoro e dei diritti sociali (istruzione, sanità e previdenza, su tutti), come dei residui "inefficienti" del passato. Ed essere, almeno si spera, altrettanto convinti che le forme di privatizzazione a cui mira questa visione della società, opposta a quella accolta in Costituzione, siano un vantaggio per coloro a cui si rivolgono.
Altrimenti, li starebbero ingannando.
E anche per fare questo ci vogliono delle forti motivazioni. Ma sarebbe bene che ci facessero capire quali siano...

18 commenti:

  1. Caro 48 e cari lettori del blog, vi prego di dare un'occhiata al sito della banca d'Italia dove è stato pubblicato il bando per una procedura ristretta accelerata per la scelta di un consulente in vista del l'asset quality review sulle banche da "passare" alla bce. Scoprirete che spendiamo 7 mln di euro per far fare a terzi cose che la vigilanza italiana, pubblica, fa da una vita e dovrebbe saper fare bene (per definizione senza conflitti di interesse e rischi di utilizzare impropriamente informazioni sensibili). Ovviamente, i terzi li possiamo chiamare per nome e cognome, viste le caratteristiche richieste. Non riesco ad andare oltre. Mi spiace non saper impostare i link attivi.

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    1. Tragicamente comico: per arrivare agli esiti ultimi della vigilanza "prudenziale", cioè l'autogestione finanziario-bancaria dell'intera filiera di creazione della ricchezza monetaria, li si...anticipa, "privatizzando" anche la fase transitoria, di verifica e vigilanza, relativa ai presupposti di questa devoluzione di potere (ex-sovrano, cioè proprio dell'interesse generale della nazione democratica)

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    2. La banca d'italia fu ovviamente la prima istituzione occupata dal nemico, gli ultimi "buoni" furono Baffi e Sarcinelli(addirittura arrestato perche'...difese la lira) http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&ved=0CEwQFjAD&url=http%3A%2F%2Fwww.liberi-pensieri.info%2F2013%2F05%2Faperitivi-e-chiacchiere-2%2F&ei=DcW9Up_KEuHAyQOR84GoCw&usg=AFQjCNHj9W7BIS05UC5NZqsU0P2NHYVTFw&sig2=g2K-o8N93VLUO4eA10wqeg&bvm=bv.58187178,d.bGQ&cad=rja da allora tutti quelli che si sono avvicendati....(ho solo un dubbio su Fazio, se fu indagato e processato qualcosa di buono c'era per forza in lui....eh si, guardiamo chi hanno processato in Italia e capiremo chi era dalla parte giusta -sic-)...
      naturalmente fanno parte del risiko bancario vari manager, come Profumo che in unicredit, se non sbaglio, fu sfiduciato dalle fondazioni perche' probabilmente anche li voleva dare la banca alla finanza globale (mia libera interpretazione, alla luce della vicenda Mps), ora il gioco gli riuscira' perche' ha dalla sua parte il governo di Sacco degliale manni & c, che non vedono l'ora...e come tuonano, vedi Visco, con le banche piccole, non deve sfuggire proprio nessuno....e' 30 anni che ci lavorano: prima fecero credere che banca grande e' bello, perche' si fanno sinergie, cosi' istituti piccoli ma solidissimi ed in forte utile furono obbligati a farsi comprare dalle banche medie, quelle medie dalle banche grosse, e quando come ora sono rimaste poche banche grosse diamole tutte alla finanza globale (sono ancora rimaste indietro le banche popolari datevi una mossa, Visco dixit) un piano diabolico non c'e' che dire.....

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    3. Si la banca d'Italia e occupata. Fra i quadri pochi osano parlare sottovoce, molti si limitano a mugugnare, nessuno che abbia un ruolo "rappresentativo" esprime pubblicamente dissenso (per quanto sono certa che la trovata della privatizzazione della vigilanza abbia scatenato una certa indignazione o, almeno, un certo timore per il futuro). I peggiori, tuttavia, sono quelli che appartengono ai vari servizi studi, almeno quelli che girano in pubblico, e lo dico per aver assistito a qualche loro conferenza o presentazione di loro lavori. Costoro, dimentichi di essere a loro volta nulla più che salariati e abbastanza vanesi da sentirsi lusingati per i finti riconoscimenti da parte della casta che conta, vanno cianciando di riforme strutturali, di competitività dal lato dell'offerta, di problema di debito pubblico e di fiducia dei mercati, senza curarsi, loro si, di stare segando il ramo su cui sono seduti....e volutamente, in questa età del ferro, taccio sul tradimento dell'etica professionale (ma come si fa , dico, come si fa, anche in una logica di puro mercato, a considerare trascurabile un mercato interno di 50 mln di abitanti? E qui mi fermo per non riprendere, male, le tante altre considerazioni che si svolgono in questo come in altri blog) e del preciso dovere, in qualità di impiegati pubblici, che questa gente avrebbe di servire il popolo. Io li trovo colpevoli, doppiamente colpevoli, perché avrebbero gli strumenti culturali per capire ( questo per chi ancora crede alla buona fede) e, soprattutto, gli strumenti per incidere sull'opinione pubblica, se solo utilizzassero quel che resta dell'autorevolezza di una istituzione a servizio dell'interesse generale.

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    4. Ogni regime oligarchico si basa sull'idea implicita di una "mobilità sociale" (tanto più ambita quanto più celata) per cooptazione ex apice, che consente ai più zelanti dei sudditi di credere che la ricompensa li terrà esenti dal destino riservato a tutti gli altri.
      La buona fede si rivela così un falso problema: ogni "conoscenza" diviene solo "merce" di accredito, strumentale alla propria sopravvivenza e determina un processo di autoidentificazione pressocchè totale.

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    5. Ah, dimenticavo, a proposito di consulenze, casta e corruzzzzione da cui l"euro ci ha salvati ( o ci salverà?) segnalo un articolo sulla pagina economica di Repubblica.it dal titolo " la Troika e i conflitti di interesse dei super consulenti americani" dal quale si evince che la pratica di ricorrere a questi "esperti" era diffusa già da tempo. Necessari? L'articolista dice che forse si, stante il deflusso verso il settore privato più lucrativo di competenze in precedenza presso le banche centrali....ma non sapevo che questo valesse per la nostra banca d'Italia. E, con l'occasione, vorrei chiedere a 48 che è fine giurista, se per caso gli risulta che sia stata abrogata ( o superata implicitamente dalle norme comunitarie) la legge dello stato che vietava il ricorso a consulenze alle pubbliche amministrazioni, salvo che nel caso di dichiarata e comprovata assenza di adeguate professionalità interne.... O forse dobbiamo scoprire così che la banca d'Italia non possiede competenze per fare vigilanza sulle banche? Prometto che prima o poi recupero il mi account google...

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    6. Hai ragione. Tutto ciò, del resto, fa venir meno, ai miei occhi, l'unica residua ragion d'essere della tanto lodata "indipendenza " della banca centrale...

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    7. Indipendente è indipendente. Tra un pó diventa public company.... Altrochè...

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  2. è esattamente ciò che dice galloni , l'italia doveva essere distrutta e nmarginalizzata ( si guardi che fine sta facendo il nostro made in italy ) , ma mi chiedo se nel disegno complessivo fossero presi in considerazione anche gli "effetti collaterali " , infatti francia , belgio , olanda , svezia e anche la fedelissima austria stanno imboccando tutte la greek way ,senza parlare delle repubbliche ex-jugoslave , mi pare che sia difficile elaborare una strategia mediatica che porti avanti e convinca di questo disegno ordoliberista . Insomma secondo me l'aumentare dei paesi , anche quelli cd. virtuosi , che stanno cadendo in crisi rende l'intera operazione " UE " troppo pesante , a rischio implosione . se poi a questo si aggiumge che la finanziaria 2014 dovrà contenere fiscal compact e pareggio di bilancio , " mi vien che ridere "Se il governo italiano le rimandasse ciò sarebbe già un grosso passo verso la distruzione dell' EZ , perchè per me non ce la farà a rispettarle . insomma come si può veicolare il "grnde disegno " di un'europa di pace e prosperità e democrazia quando ogni giorno aumenta il numero di paesi e popoli che si sbranano competitivamente dando il là ad egoismi e nazionalismi sempre chiusi e combattivi. Mi pare che l'implosione sia inevitabile !

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    1. C'è un piccolo dettaglio: la convinzione mediatica (di massa) sul disegno ordoliberista, in Italia, è già un fatto compiuto. E' anzi alla base di una saldatura tra consenso elettorale, dispensato dalla stragrande maggioranza dei cittadini, e insediamento nelle istituzioni di una classe dirigente espressione dei diktat dell'oligarchia filo-europea (insediamento che è il clou del liberismo ordinamentale o "istituzionalizzato", cioè l'ordoliberismo).
      Di conseguenza, c'è poco da sperare; non è neppure dal dilagante malcontento che si mnifesterà ALTROVE in Europa che possiamo attenderci una soluzione. Noi, insieme alla Germania (e non a caso, come nella II WW), nell'ordoliberismo ci siamo già e da almeno un ventennio.
      Il nostro problema è se avremo le risorse culturali e "sociali" (cioè di coesione e solidarietà consapevoli) per tentare il ripristino della democrazia...

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    2. Qualcuno ha scritto che l'Italia è sempre stata un laboratorio politico d'avanguardia.
      Il più diffuso fucile della storia era stato realizzato da un anno quando Orwell presentava il suo libro più famoso; nessuno ha mai pensato che un fucile funzionasse solo nelle mani giuste mentre mi è stato insegnato che certe strategie comunicative potevano funzionare solo ed esclusivamente nei regimi totalitari. Quelli democratici ne erano totalmente, sicuramente immuni. Al massimo gli Americani - che si sa, sono sempre un po' bambini - potevano dare retta per un po' ad un McCarthy, ma poi le cose si correggevano da sole grazie alla Libera Stampa (la parabola di McCarthy declinò nel '54).
      Beate illusioni. Ma ancora una volta, parlando dell'Italia, è importante individuare i tratti comuni al resto dei paesi sviluppati piuttosto che scivolare nei lughi comuni della nostra "unicità".
      Le "sinistre" sono state catturate dal Grande Progetto in tutta l'Europa, mentre Chomsky ripete da decenni che il grande capitale controlla completamente, e ovunque, la grande informazione semplicemente perché la possiede.
      Quello che stiamo fronteggiando è anche un enorme meccanismo comunicativo che riscrive la storia, crea miti e senso comune.
      Come hai scritto nel post di natale, siamo i primi e i soli a capirlo e verificarlo compiutamente. Tanti (tanti) anni fa l'avrei trovato pauroso ed esaltante. Oggi ho imparato che i giovani ci sono sempre, e arriveranno. Ma che lavoro ci aspetta!

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    3. Io lo spero, che i giovani ci siano e che arrivino ma, per non smentire il mio nome, noto che nel frattempo e in tutta Europa (mi riferiscono) hanno smantellato il sistema di istruzione, anche e soprattutto universitaria, sicché oggi si "producono" discreti "tecnici" da impiegare nei processi produttivi, nella migliore delle ipotesi, ma non gente dotata di autonomia di giudizio (ovviamente, salvo eccezioni). Se ci aggiungiamo la disinformazione mediatica complessiva, di cui parla 48, e la tendenza alla semplificazione, al parlare per slogan, facili facili, allora il quadro si completa. Però ammetto che potrei essere diventata io una vecchia biliosa che magari non frequenta molti giovani da un po' di tempo. In questo senso, al di la' di possibili divergenze di opinione, trovo fantastico il lavoro di 48 e di altri come lui, che può smuovere le acque stagnanti delle coscienze intorpidite di tanti e ringrazio il cielo che ci sia la rete che consente di uscire , seppur con i limiti del digital divide, dalla gabbia dei dogmi.

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  3. A proposito di sogno ordoliberista.
    (La conessione è andata in vacanza a Cortina per cui sarò schematica:)


    La Realtà avanza:
    http://russeurope.hypotheses.org/1862

    (W.Z.B.W. quello che propone Angela è sempre pro domo sua)

    Il fogno continua :
    http://www.eurofederation.eu/it
    (gran parte dei firmatari sono gli stessi personaggi che hanno fortemente voluto l'euro: badogliano con nonchalance).

    Molto sensata la proposta di Bagnai a Bruxelles
    http://www.youtube.com/watch?v=2jsoSBGLLls

    P.s. Amato e Prodi finiranno con il contendersi il ruolo di Badoglio con il supporto dell'ideologa Spinelli?

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    1. Pubblicato il 9 maggio, il manifesto "federalista" UE, che vuole finanziare supply side con l'introduzione di una pressione fiscale aggiuntiva europea, ha raggiunto finora ben 900 firmatari: un successone!

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    2. Infatti non è recente e se lo firmano fra di loro, però è emblematico.
      Hanno fatto un proclama al mondo, per partorire un topolino, il tutto per tenere in vita un morto.
      Li ho linkati per tener traccia delle loro ridicole evoluzioni in vista dell'8 settembre.
      Non senza disgusto.

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    3. Ma vedi, la cosa più indicativa è che non sia stato veramente considerato da nessuno, neppure da quelli cui tatticamente avrebbe potuto portare un vantaggio. A dimostrazione che l'UEM è risolutamente decisa ad andare fino in fondo SOLO sulla linea ordoliberista-von Hayek e che se ne frega altamente di qualsiasi mediazione circostanziale, a questo punto.
      Solamente i salva-fogno italiani non sembrano rendersene conto: ma per loro c'è in gioco la conservazione o la prospettiva di una "poltroncina" nel regime PUD€

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  4. http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=cpSKJSUhYvA Tanto per.... Fassina che dice la verità.

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    1. Il che lascia aperta, nella enunciazione della verità, una falla logica e fattuale enorme: perchè, per quali motivazioni e fini ultimi, l'avrebbero altrimenti considerata una vittoria

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