martedì 5 marzo 2013

ANTIGONE. SAPIR. DIRITTO ALLA RESISTENZA

Diamo volentieri spazio al contributo "originale" di Sandra Moro. Per la precisione è lo stesso Mortati (p.1245, Istituzioni di diritto pubblico, vol.II) a raccontare della proposta di Dossetti sul diritto di "resistenza" in Costituzione, e a riportare anche il testo dell'antica formulazione francese del 1793 relativa al diritto alla Resistenza del popolo sovrano.
Ma al di là del dettaglio storico-costituzionale, importante perchè indice di una "sorgente" essenziale di garanzia della permanenza delle basi democratiche della sovranità, il richiamo a Sapir, non a caso francese (rinviando così alla loro Cost. del 1946 che tale diritto enunciò espressamente), può indicarci due cose:
a) il relativo "isolamento" del suo pensiero di autentica tradizione democratica anche all'interno della Francia; b) la difficoltà a recuperare una dimensione logico-razionale dello stesso fondamento storico della democrazia in tempi di euro fatto coincidere con l'Europa.
Come insistono i tedeschi a fare ancora oggi. Cosa che lascia presagire, però, un valore del tutto tattico, da "temporeggiatori", delle loro minacce di euro-exit, nell'immediato. Temporeggiatori forse maldestri, se si considera che, sempre e comunque, vogliono salvare "capra e cavoli" a spese degli altri: ma la corda è vicina a spezzarsi anche se insceneranno nuove furbesche tattiche.
Buona lettura a tutti. 

Antigone: Sono due cose diverse morire per te e morire per la patria.
Creonte: E allora non c'è una guerra.
Antigone: Sì. la tua.

Mi delizia iniziare questo post con un omaggio all' Antigone di Sofocle (il riferimento è volutamente preso dall'adattamento di B.Brecht) ovvero a colei che è ritenuta l'archetipo della resistente.
Quando ancora i teutonici si arrampicavano sugli alberi, più o meno verdeggianti, della Foresta Nera, in Grecia qualcuno si dilettava già con determinate tematiche : e' lecito opporre resistenza ad un ordine ingiusto in virtù di una legge superiore (naturale e inalienabile) alla legge positiva? La risposta di Antigone è un, seppur drammatico, SI.
Dai tempi di Sofocle, non molto è cambiato , se un tema così importante torna prepotentemente di attualità.
Perché dico prepotentemente?
Agli habitué di questo blog non sarà sfuggito: questo post e non sarà sfuggito neppure questo di Jacques Sapir.
Del resto a molti italiani che hanno seguito il dibattito pre-elettorale non sarà sfuggita neppure la citazione del Diritto alla Resistenza e del padre costituente, Giuseppe Dossetti, dal palco di Piazza S. Giovanni, fatta da un rappresentante del Movimento 5 stelle di Beppe  Grillo.
Cosa c'è quindi dietro il richiamo ad un diritto, che parte dalla Grecia di Sofocle attraversa la rivoluzione francese (Art. 35 della dichiarazione dei diritti universali del 1793) ed arriva all'assemblea costituente della nascente Repubblica Italiana?
Parliamone:
a dicembre esce il Post di Orizzonte48 che ricorda il legittimo ricorso al Diritto alla Resistenza riguardo l'evidente contrasto fra i trattati europei e quanto sancito dalla nostra Costituzione.
Sul piano giuridico-economico: “assoggettarsi a un ordinamento sovranazionale i cui valori "supremi" sono, di fatto, la "stabilità dei prezzi" e la "libera concorrenza" e che per tali valori enuncia programmaticamente di "dover" (!) sacrificare quelli del "benessere dei popoli" e della "piena occupazione", (valori tutti parimenti enunciati nell'art.3 TUE), è compatibile con una "democrazia del lavoro"? “
Il post si riallaccia a Mortati e al suo intervento all'assemblea Costituente, ma il parallelo è con l'attualità, con uno stringente diritto di opposizione, alle decisioni di organismi sovranazionali, quando essi siano in manifesto contrasto con la nostra Carta Costituzionale.
Quello che mi preme rilevare, non è certo quanto espressamente illustrato da Orizzonte 48 e, per gli aspetti macroeconomici, da A. Bagnai: lo hanno già fatto sapientemente loro.
Servendomi  dell' analisi post elettorale di Jacques Sapir,  vorrei invece proporre un parallelismo fra  quanto afferma  Sapir ed il richiamo alla  COSTITUZIONE e al DIRITTO alla RESISTENZA,  fatto sul Palco di Piazza S. Giovanni durante il comizio del  Movimento, che NON DIMENTICHIAMOLO, si appresta a rappresentare in parlamento un gran numero  di italiani che hanno detto NO, all' AUSTERITY (ce lo ricordano lo stesso Sapir , Krugman e il FT.) imposta da Bruxelles e da Berlino.
Sapir analizza l'esito del voto italiano rilevando :
"Les Italiens ont intuitivement compris que de visage humain, il n’y en aurait guère et que seule resterait l’austérité. Mais cela pose un redoutable problème aux forces dites « social-démocrates » en Europe du Sud. Leurs discours n’ont plus aucune crédibilité dans le cadre économique qui est celui de la zone Euro.
E conclude: Ces élections ont été, on l’a dit, une cinglante défaite de la technocratie. À cet régard, on rappelle ce que l’on disait dans une note consacrée à la question de « l’ordre démocratique » mais aussi de la Dictature et de la Tyrannie : « L’ordre démocratique permet de penser les formes nouvelles de la tyrannie (les agences indépendantes), de leur donner un nom précis (le BCE, la « Troïka », la dévolution des principes de l’État à l’Union Européenne sans respect pour les règles de dévolution), mais aussi de montrer ce que pourraient être des cheminements différents qui n’aboutissent pas à des usurpations de souveraineté. L’ordre démocratique permet ainsi de réfuter les illusions d’une technicisation des choix politiques et de redonner toute son importance à la politique elle-même. Il nous permet de penser la Tyrannie et par conséquence la rébellion légitime. »C’est bien à une rébellion légitime que nous avons assisté lors de ces élections. Il convient d’en prendre.
Ora occorre aggiungere che questa “ rébellion légitime” comporta alcuni onori, ma anche una serie di oneri , e guarda caso sempre Sapir ci aiuterà a ricordare tali oneri, a quanti nel Movimento 5 stelle si accingono a svolgere il duro lavoro del parlamentare.
Allora vediamo cosa scrive Sapir riguardo L'Eurozona, il Trattato fiscale, la Crisi, l'Austerità.
Sapir analizza la Crisi nel suo libro "faut-il sortir de l'euro?" :
-Dalla Grecia all'Italia, passando per l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna, l'eurozona è attraversata da una crisi profonda. Chi pensava che la moneta unica ci avrebbe protetto ha dovuto ricredersi. D'altra parte, le politiche neoliberiste messe in campo per salvare l'euro, se da un lato tranquillizzano momentaneamente i mercati, dall'altro aggravano ancor più la situazione economica e sociale dei paesi più deboli, gettandoli in una spirale depressiva che li sta rendendo ancora più poveri e indebitati. La politica della Germania sta trascinando l'Unione europea in una duplice crisi, economica e politica. La frenetica volontà di Berlino di imporre l'aggiustamento di bilancio ai vicini più fragili ha aggravato la recessione. Inoltre, le nuove richieste rivolte alla Grecia hanno sovvertito l'intero sistema istituzionale sul quale è stata costruita l'Unione europea. Berlino ha reinventato la "sovranità limitata", commissariando paesi e imponendo governi.
Né sarebbe avventato chiedersi se il calcolo implicito fatto dai governanti tedeschi, ossia che il mantenimento dell'eurozona costa loro più caro del suo scioglimento, non sia una buona ragione per porvi fine. Sulla base di tali considerazioni, Sapir si propone di esaminare la crisi attuale, mettendone in evidenza origini e politiche che l'hanno causata, e ragionando sulle soluzioni ancora a disposizione, fuori dalla logica disastrosa che governa le regole della moneta unica.-
Austerità e TSCG
Sapir nonostante sia contrario al Trattato fiscale europeo, (con cui si tenta di imporre agli stati una sempre più rigida austerità) per coerenza si rifiuta di firmare l'appello di 120 economisti francesi che si oppongono alla ratifica dello stesso, in quanto ne condivide solo una parte. Combattere l'effetto e non le cause, avrebbe un senso?
Nell'articolo sul suo blog (puntualmente tradotto da Vocidall'estero) Sapir elenca le sue logiche e impeccabili motivazioni del "rifiuto".
Questo testo si basa su un quadro molto incompleto della situazione attuale. Non va alla radice del problema e non permette ai lettori di avere una reale comprensione della questione di cui veramente si tratta. Posso condividere con gli autori di questo testo alcune dichiarazioni, e in particolare il loro rifiuto del Trattato fiscale; ma dove ci differenziamo radicalmente, è sulle proposte. Il TSCG è il prodotto di una strategia per la sopravvivenza a tutti i costi nella zona euro. O accettiamo questa strategia, e non facciamo storie sulle sue conseguenze, o la rifiutiamo. Se si vuole DAVVERO rifiutare il Trattato fiscale, allora bisogna trarne TUTTE le conseguenze e chiedere la rapida dissoluzione della zona euro. "

AVO FEDERALISMO EURO EXIT
Secondo la diagnosi di Sapir (nonché di numerosi ed autorevoli Economisti) l'eurozona non è una AVO perfetta, perchè lo diventi sarebbe necessario attuare un federalismo fiscale (come negli Usa ad esempio) che permetta di riequilibrare gli scompensi fra le bilance commerciali dei vari stati, attraverso trasferimenti dall'unione (in questo caso Germania e paesi core) verso i Peasi in difficoltà.
La soluzione indicata dalla teoria delle Avo di Mundell (e che chi pensa o sogna di salvare l'euro propone, ma non spiega con quali fondi effettuarla, lo spiegherà invece Sapir) è quindi quella del passaggio ad un Federalismo Europeo: gli Stati Uniti d'Europa su modello degli Stati Uniti d'America.
Sapir spiega dettagliatamente perchè ciò non è possibile :
Il problema è che non si dice quali sarebbero le conseguenze di questo federalismo (e la messa in comune dei debiti). Un sistema federale comporta trasferimenti significativi da regioni con elevata competitività a regioni con scarsa competitività (come si fa in Francia e in Germania). I calcoli effettuati stimano che questi trasferimenti coinvolgerebbero dall'8% al 12% del PIL tedesco (secondo le ipotesi di politica macroeconomica). Chi può pensare che sia credibile aspettarsi dalla Germania un tale sacrificio?
Ci sarà quindi di un "federalismo a buon mercato" dove la Germania pagherà (a malincuore) il necessario per tamponare le falle, ma non andrà oltre, perché non può. È importante comprendere che il problema non è la volontà della Germania (che si potrebbe sperare di farla cambiare), ma la possibilità reale. Non può contribuire a colpi di 200 miliardi di euro l'anno, perché distruggerebbe la sua economia. Ciò implica una depressione costante nei paesi dell'Europa meridionale, e il contagio verso la Francia. Questo è in realtà la logica del MES e del Trattato fiscale. Finché non si è capito e ammesso questo, non si possono fare che dei discorsi ingenui sul Trattato”

"E' quindi necessario trarre da queste considerazioni tutte le dovute conseguenze: il federalismo non è possibile ed è inutile discutere sul fatto se sarebbe una soluzione buona o cattiva. Non rimangono che due possibilità: o il rapido esaurimento dei paesi del "sud" della Zona Euro, con conseguenze politiche estremamente spiacevoli che potrebbero portare alla messa in discussione della stessa Unione Europea, o la dissoluzione dell'eurozona per consentire gli aggiustamenti necessari, senza dover ricorrere a massicci trasferimenti."

Concludendo:
Cosa ci ricorda Antigone? Il fatto che  è in atto una guerra, e dunque al nemico va opposta resistenza “dare un esempio significa porsi sul piano dell'opposizione non più individuale ma politica”.
Cosa ci rammenta Sapir?
“...si capisce ormai come l'eurozona, nel suo stato attuale, sia diventata, sul piano sociale, una vera macchina da guerra per imporre sempre più sacrifici e regressione. Qui giacciono per l'eternità tutti i sogni di socialisti e socialdemocratici di diversi paesi sull'Europa sociale”.
Cosa si vuole qui rammentare a coloro che Sapir riconosce come i destinatari di un voto di “rébellion légitime” e che si preparano ad opporre una Resistenza in parlamento in nome del popolo italiano?
Semplicemente questo: qualsiasi politica volta ad affrontare efficacemente la crisi che investe il Paese (e il continente), che non tenga in considerazione le CAUSE della stessa (Adozione dell'Euro, politiche economiche tedesche, differente livello di competitività dei paesi europei) ma solo gli effetti (aumento debito pubblico, quindi austerità, quindi più austerità con il TSCG) e che non riconosca l'inutilità di un dibattito sul federalismo europeo (causa: insostenibilità dei costi da parte della Germania stessa), NON AVREBBE ALCUN SENSO, come la firma (che Sapir, God bless him, non volle apporre) al succitato appello di “ben” 120 economisti francesi (combien, parbleu!).
Il diritto alla resistenza, non può che partire da questi presupposti, per nulla scontati, e non ancora delineati nei programmi politici di un Movimento, che intende rivendicarla, come di fatto avvenuto il 23 Febbraio 2013 sul Palco di Piazza S. Giovanni.

Bibliografia:
http://russeurope.hypotheses.org/133




40 commenti:

  1. Grande Sandra!! Oggi però giochiamo a puzzle, con Dago ed altri...mettiamo insieme i pezzi:
    - ma alla fin fine, chi comanda il M5S non è Casaleggio con i suoi intrecci Usa?
    - non sapevo che De Grauwe fosse consigliere di Barroso e mettesse tutti in guardia contro l'uscita dell'Italia dall'euro paventata da Grillo
    - Marchionne nel frattempo dice si agli investimenti ma...solo se rimaniamo nell'Euro...
    - i possibili scenari dell'Italia pre rottura Euro visti da Dago

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Treasury e l'autorità inglese sui fondi pensione confermano precedenti deduzioni. Il resto è inquietante folklore...ma inquietante. Speriamo nella gggente libbbera e democratica dentro (ma ce vo' pure cultura :-) non kultura)

      Elimina
    2. E le ipotesi di governo sono perfettamente in linea con la monolitica mentalità istituzional-economicistico-neoclassica imperrante: quindi diamo per sicuro un 25 luglio (magari con Visco o simile pres. del Cons. e Amato al Colle:..e sempre più Tremonti Badoglio e m5s a fare la resistenza non si sa se per conto terzi o per la democrazia: dipenderà dalla autonomia della mitica "base" o web-base (ipotesi più deble della mera "base" dal punto di vista della effettiva "consapevolezza": e lo dico scrivendo da un blog...

      Elimina
  2. Ce lo sai che sono timida, mi potevi avvisare...
    adesso sono in imbarazzo :) grazie per l'ospitalità.:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie a te (e non sei veramente timida suvvia! :-)

      Elimina
    2. OK riservata ;) ma per amor di verità vinco il pudore;)

      Elimina
  3. Ciao Sandra per parafrasare Grand: " Giù il cappello Signori!" (La peste di A. Camus), complimenti per l'articolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppo buono, sono solo molto incosciente, una dilettante allo sbaraglio:)
      Però Camus era un genio.
      Grazie a te per averci ricordato la citazione del video:)

      Elimina
  4. Ma questo Paul De Grauwe?
    http://www.econ.kuleuven.be/ew/academic/intecon/Degrauwe/PDG-Publications_recent.htm
    http://www.econ.kuleuven.be/ew/academic/intecon/Degrauwe/PDG-papers/Recently_published_articles/Fragility-eurozone-OER.pdf

    Perchè in questo lavoro(e in altri presenti nel link) sembra giungere ad una conclusione simile a quella di Sapir.
    Repubblica riporta una versione "colpevolista senza tener conto ch P. DE Grauwe dava una lettura scientifica nel 2009 , in cui l'accento veniva posto sulla fragilità dell'Eurozona, non sulle responsabilità di chi vuole uscirne, anche perchè non poteva prevedere lo scenario politico all'epoca, ma quello economico sì.
    E sempre l'articolo di Repubblica (guardacaso) non mette enfasi sulle cause:
    Al contrario, l'Europa ha colpe enormi. È assolutamente vero che una politica fatta di austerity ad ogni costo rischia di dilazionare sine die la ripresa italiana. Spero che si sia ancora in tempo per avviare misure concrete di rilancio della crescita: ad esempio ricapitalizzando la Banca europea degli investimenti a spese dei Paesi in surplus, Germania in testa, rendendola così in grado di avviare misure infrastrutturali paneuropee. »
    Insomma Anche De Grauwe ci ricorda che sono necessari trasferimenti...per una unione stile USA.
    Ma li faranno ? E quanto potrebbero durare viste le attuali condizioni? Come dice giustamente Sapir...I Costi sono sostenibili? O si temporeggia come indica chiaramente 48?

    (grazie Flavio)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. De Grauwe non poteva che dire certe cose (per non incentivare una destabilizzazione da panico). E quindi interpretate (fondamentale il passaggio di 2/3 anni per arrivare a una situazione vantaggiosa: da soli bastano in contrapposizione con 20 anni di recessione-stagnazione da FC e "condizionalità" in folle crescendo della OMT).
      E pure Repubblica non poteva che interpretare "ad usum..." (fate vobis). L'ennesima manciata di terrorismo generico (e selettivo della fonte...tanto per non smentirsi).
      Rimane che De Grauwe sa benissimo che non c'è il tempo per raggiungere il riequilibrio per aggiustamenti (BEI o i tiepidi effetti della BCE OMT-LOLR) che lui indica: non c'è nè la disponibilità negoziale e commerciale tedesca nè un volume attualmente possibile di interventi che possano stoppare la recessione in Italia e anche in Francia. We'll see: l'8 settembre è sempre più probabile e prima il 25 luglio (specie se Amato rientra nel quadro istituzionale...)

      Elimina
    2. Lo so le abiure sono frequenti, ma è pur vero che la terra gira.
      Sì la situazione è in evoluzione e va monitorata , speriamo che la resistenza faccia barricate intorno ai beni pubblici: sono gli ultimi avamposti, prima del 25 Luglio.

      Elimina
  5. Risposte
    1. Hai fatto benissimo e infatti avevo intenzione di riattualizzare l'analisi di teoria generale del diritto che, secondo le ideologie del tempo (inevitabilmente intessute di richiami alla "rivoluzione"), condussero a un punto morto. Nondimeno ci risiamo: non si può negare la esigenza che comunque ci sia una capacità di difesa "diffusa" della Costituzione, che sfoci nel ripristino di stati di democrazia arretrati oltre il livello tollerato dalla natura di principio di molte norme costituzionali. Se il principio diventa stabilmente irreazzabile, appunto, non di rivoluzione si tratta ma di reintegro dell'oridne democratico da parte del titolare della sovranità. Ma al tempo, probabilmente, non potevano immaginare che la germania, proprio la germania...!!!!

      Elimina
  6. Ad Antigone e Sapir (e al diritto alla resistenza) possiamo aggiungere Locke secondo cui non esiste decisione, anche se presa a maggioranza e dunque formalmente rispettosa delle regole democratiche, che possa mettere in discussione le tre libertà fondamentali: vivere, scegliere e possedere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Locke però ha un obiettivo pre-ancien regime, di "sorveglianza" della classi borghesi contro le restaurazioni guidate da parte dell'aristocrazia o dalla rivolta populistga. Temeva la "dittatura della maggioranza" pensando a Cromwell e all'impossessamento successivo orangista delle lve del potere...

      Elimina
    2. Lo vedi che cià ragione Sandra Moro quando ti chiama Furio!. Ovvio che il pensiero di Locke risale a 400 anni fa e va contestualizzato al suo periodo, ma è anche vero che la forza del suo convincimento, secondo cui ciascun individuo può e deve esercitare il diritto alla resistenza quando lo Stato agisce in contrasto con la volontà popolare od in contraddizione con i principi costituzionali, è ancora attuale

      Elimina
    3. Sì ma il punto è che la sua convinzione era pre-costituzioni scritte che, di per sè, rispondono alla sua preoccupazione teorica (cioè anche non contestualizzata). La vera novità parte proprio dal 1793: dalla esigenza, cioè, di mettere per iscritto una clausola di salvaguardia AGGIUNTIVA che non consentisse l'espropriazione da parte dei "mandatari" dei poteri del popolo-mandante, concessi comunque già in base a enunciati aventi base super-legislativa (seppure non teorizzati in un moderno sistema delle fonti).
      La conferma di ciò sta nel fatto che la Costituzione USA è di per sè (cioè senza porsi il problema di dover enunciare il diritto di resistenza e affidandone de facto l'elaborazione alla Corte suprema sul 2° emendamento) considerata una Carta realizzativa del disegno di Locke (ho un bel libro su questo argomento, scritto dopo i miei studi negli USA)....ora però non ti arrabbiare con me :-)

      Elimina
    4. Sofia io lo chiamo Furio per difesa, lui mi ha chimato Magda...tu capisci...
      Grazie per lo Locke è uno dei miei paladini
      però fate pace...
      http://it-it.abctribe.com/Wiki/filosofia/a_differenza_di_locke_secondo/_gui_405_94

      Elimina
    5. Sandra aiutooooooooooooooo!!!!
      e comunque non mi arrabbio, anzi, voglio il libro

      Elimina
    6. Sofia:) ho messo un post di orientamento "filosofico" con il recondito fine di tenerlo impegnato per un po':)

      Elimina
  7. eppoi, se tutta questa costruzione dell'euro non dovesse funzionare per rifare il III Reich, ci sono sempre i metodi tradizionali.

    Sì, ma siamo sotto la NATO

    già, ma è comodo avere chi ti mette ordine in casa senza doversi scomodare e attraversare l'oceano.

    RispondiElimina
  8. @g. b.
    allora mi permetto di aggiungere (oltre a Locke), anche Grozio: il diritto alla resistenza costituisce l’estrema barriera nei confronti dei possibili abusi e prevaricazioni del potere, non deve essere inteso come diritto di ribellione in senso assoluto, ma come diritto teso a consolidare i vincoli istituzionali per impedire alle autorità stabilite di oltrepassare i limiti dei propri compiti e delle proprie funzioni, ad arginare le spinte degenerative, in difesa di un ordine la cui stabilità, concordia e pace sono i fini supremi e ultimi (che in fondo è il riflesso dell’amore per i diritti fondamentali e per la Costituzione che questo blog sostiene con grande forza)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì ma lo sai che così ti sei guadagnata un post da scrivere e dovrai pure tenere conto del lavoro che ho già impostato. :-) Tralascio la questione se le idee siano mie o "altrui" (un senso di possesso per il "pensiero" sarebbe alquanto preoccupante): le idee sono radicate nella miglior tradizione e espresse nelle pagine della Storia, nel pensiero economico come giuridico. Chi sia che le ricerchi e le metta a disposizione degli altri non importa: l'importante è farle circolare e rendere un servizio di verità :-)

      Elimina
  9. caro 48, ma tu lo sai che io non mi sottraggo mai ai compiti a casa!

    RispondiElimina
  10. Complimenti Sandra!

    Il "diritto di Resistenza" all'€urotirannide si sta diffondendo attraverso il nostro impegno, e infatti: "La democrazia è il tallone d'Achille dell' eurozona - ha detto Charles Grant, direttore del Centre for European Reform" al Wall Street Journal, commentando il risultato delle elezioni italiane.
    http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323699704578328404294920738.html

    Sono preoccupati perché gli italiani hanno riservato una sorpresa e aperto una falla nei programmi della shock economy, somministrata dall'esecutore Monti in modo criminoso, per piegare la nostra nazione e fondandola sulla menzogna che gli indicatori economici del debito pubblico fossero insostenibili prima della cura letale, ma a cui il PUDE con tutta la propaganda compatta ha dato sostegno.

    Per Sandra, ecco l'ultima fatica di Jacques Sapir.
    L'impatto di una uscita dall'€uro sull'economia francese.
    http://russeurope.hypotheses.org/987

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Silvia bontà tua,
      il fatto che siano preoccupati a noi non può fare che piacere, ti ricordi parlavamo di Resistenza tornando da Pescara?
      Non erano solo parole, ci abbiamo sempre creduto:)
      Grazie anche per aver messo il link di Sapir, sugli impatti di un Euro exit in Francia, credevo di averlo postato invece mi è sfuggito:) su Facebook mi arrivano i suoi aggiornamenti.
      Allora da buona patriota per ricambiare metto questo di Borghi:)
      http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/3/5/FINANZA-Borghi-il-piano-per-uscire-dall-euro-senza-una-guera-civile-/369689/

      Elimina
    2. Silvia, per conferme sul decrescismo felice web-driven, e se non l'hai già visto, guardati il primo link su Casaleggio di Flavio (eunomics). Te la dice lunga su chi (finanza e multinazionali delle tecnologie energetiche tradizionali e non), è in conreto interessato al messaggio relativo.
      E certamente paiono tenere conto del problema demografico: riduzione del welfare prima (se elimini la snaità pubblica la vita comunque si accorcia), auspicio di guerra con armi non convenzionali poi e gran finale di Grand fratello hi-tech. Te credo che finanziano i gruppuscoli che credono di essere anti-sistema: è l'investimento che costa meno!

      Elimina
    3. Caro 48,
      la mia preoccupazione riguardo al blog di beppe grillo nasce infatti in quegli anni. Mi era capitato di leggerlo nel 2005 e non mi era piaciuto granché a pelle. Poi ci ero ricapitata, sarà stato il 2007, ed avevo visto i video, che erano in bella mostra e di cui ti ho già parlato, e che mi sono sembrati orribili. Sia Prometeus che Gaia, poi... La decrescita, sì, ma di numero.
      Andai allora a cercare notizie su Casaleggio, e trovai, oltre a quello scritto al link di Flavio pure interessi in campo farmaceutico e del business della salute, (privata ovviamente) negli USA.
      Su Casaleggio c'è anche questo:
      http://temi.repubblica.it/micromega-online/grillo-e-il-suo-spin-doctor-la-casaleggio-associati/

      Ma d'altra parte, come tu sai, ero già allora preoccupata da un pezzo da quello che vedevo in termini di perdita di diritti e di ricchezza e benessere collettivi, e dalle conferme rispetto alla direzione in cui stavamo andando che mi arrivavano casualmente, ed ero alla ricerca disperata di dati che mi smentissero. Decisi di cercare allora nei reports dell'alta finanza, mi sono letta i loro studi, visto che sono loro che ci governano, le loro idee in realtà sono quelle di casaleggio riguardo alla decrescita infelice, accompagnata dal depradare gli altri esseri umani, dall'accaparramento di tutte le risorse disponibili sul pianeta, compreso il suolo (oltre ovviamente al sottosuolo). L'unica questione che dibattono pare essere quanti esseri umani vogliono lasciare sulla terra, si va dai 3 miliardi ai 500 milioni.

      Purtroppo non ho salvato quasi nulla, mi sembrava di detenere materiale pornografico, e il poco che mi sono tenuta ce l'ho in un computer che si è rotto.
      Si tratta di solito di report che sono disponibili per poco tempo.

      Elimina
    4. Beh, il rischio di passare dall'euro-nazismo al decrescisto-stalinismo mi rammenta ancor di più il 1943 e seguenti.
      E anche una distopia a metà strada fra il film Brazil e Echelon (dittatura in nome della libertà+hi tech): con il rilevante problema che...inizierebbe a realizzarsi

      Elimina
  11. Che siano preoccupati (tedeschi in primis) dei risultati elettorali italiani per la discontinuità che questo potrebbe determinare nei programmi di austerità emerge anche da una analisi del German Foreign Policy tedesco http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58547 puntualmente riportato ieri da Voci della Germania http://vocidallagermania.blogspot.it/

    RispondiElimina
  12. AGORA' & FORESTE NERE

    Immensamente grato a Sandra, Antigone sempre, per sollecitare consapevolezze sopite.
    Intensamente grato a 48, knigth sempre, per aver costruito questa "casa" che nutre.
    Umanamente grato a quelli che alimentano questo agorà che non teme la luce oltre le "ombre" di Platone e oltre il giudizio sulle "foreste nere" dove ancora vivono knights che rivendicano "Mehr Licht".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo sai che siamo pure ragguardevolmente grati a te, Poggio, umanista...

      Elimina
    2. Merci,Poggio, troppo gentile.
      Grazie a tutti voi: quest'Agora c'est très important.

      Elimina
    3. Cari Antigone & Knight, per sempre,

      ben oltre le smancerie mielose, comunque "prestatrici in ultima istanza" nel "tunnel" :-), sono riconoscimenti di appartenenza socratica ad un "bene comune".
      Lascio volentieri il giudizio ai sofisti "asimmetrici": ha me basta il pensiero e la parola, ben oltre la "libera" concessione.




      Comunque vada, ci siamo comunque "divertiti".

      Elimina
    4. Tranquillo Poggio , non sei apparso mieloso, solo entusiasta, sono io che con i complimenti non mi "barcameno".
      Stay Angry on the barricades : ma è pur vero che divertiamo.

      Elimina
    5. Oh fatela finita! :-)
      Da Poggio mi attenderei piuttosto qualcuna delle sue movimentate inchieste da pubblicare come post. Nuove "parentele" e relationship si affacciano su tutti i fronti, anche quelli della..."nuova politica"

      Elimina
  13. Furio dear, come senti la parola divertimento mi ti inalberi:)) e zac scattano i compiti a casa...
    ora è il turno di Poggio: ah ah ah.

    RispondiElimina
  14. Molto, troppo OTC, ma giocondando ce lo concediamo ..

    ERO UN FANCIULLO,
    andavo a scuola, e un giorno
    dico a me stesso: << Non ci voglio andare >>
    e non andai.

    .. in quella triste libertà perduto,
    e qual ansia, mio Dio, d’esser veduto
    dal signor Monti, dal signor dottore! :-))

    .. fra me ripetevo qualche brano
    di storia (Berengario, Carlo Magno,
    Rosmunda) ed era la mia voce un lagno
    ritmico, un suono quasi non umano.

    ..Chi mi darà, chi mi darà quell’ore
    così perdute dell’infanzia mia?
    Non tu, non tu che tanta nostalgia
    e tanto affanno mi ridesti in cuore,
    non tu, non tu che la tua fronte chini
    per tacermi una lacrima o il pensiero
    ch’è sulla soglia del tuo ciglio nero
    e nemmen Poggi e nemmen Poggiolini."
    (M Moretti)

    1,2 e 3 ...ora tocca a dama Sofia ... :-)

    That's all, folks!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Poggio ma vieni ad allietarci a Roma il 16 marzo? Dai su, non farti pregare :-)

      Elimina