domenica 10 marzo 2013

SOLO CALAMANDREI PARLO'

Calamandrei in effetti non fu ascoltato. Se ciò si fosse verificato, Maastricht (e quel che ne seguì) non sarebbe stata in radice ratificabile. Altre interpretazioni sono possibili per arrivare a questa stessa conclusione, ma se siamo qui a parlarne - e nessun altro ve ne parlerà- vuol dire che qualcosa è andato storto, a partire da un certo momento, diciamo dagli anni '80. Ora noi sappiamo pure cosa sia in effetti andato storto, ma non possiamo riuscire a far altro che proporre qualcosa per impedire che "tutto questo possa ripetersi" (par.2).
Ma se Calamandrei non fu ascoltato, in realtà oggi non abbiamo neppure l'ombra di un Calamandrei...e a nessuno pare importare che "non si ripeta". Le preoccupazioni sembrano ben altre.

Calamandrei: Un'ultima osservazione, e avrò finalmente terminato. Onorevoli colleghi, c'è nella Costituzione un articolo 131 (poi divenuto, nella  diversa forma finale, l'art.139, ndr.) che dice: «La forma repubblicana è definitiva per l'Italia e non può essere oggetto di revisione costituzionale».
Voi sapete che il progetto ha adottato il sistema della Costituzione rigida, cioè della Costituzione che non potrà essere variata se non attraverso speciali procedimenti legislativi, più complicati e più meditati di quelli propri della legislazione ordinaria: in modo che le leggi si potranno distinguere d'ora in avanti in leggi ordinarie, cioè in leggi che si possono abrogare e modificare con un'altra legge ordinaria, ed in leggi costituzionali che sono leggi per così dire più resistenti, leggi modificabili soltanto cogli speciali procedimenti di revisione stabiliti dalla Costituzione. Ma con questo articolo 131 par che si introduca una terza categoria di leggi: quelle che non si potranno giuridicamente modificare nemmeno attraverso i metodi più complicati che la Costituzione stessa stabilisce per la revisione.
Dunque, la forma repubblicana non si potrà cambiare: è eterna, è immutabile. Che cosa vuol dire questa che può parere una ingenuità illuministica in urto colle incognite della storia futura? Vuol dire semplicemente questo: che, se domani l'Assemblea nazionale nella sua maggioranza, magari nella sua unanimità, abolisse la forma repubblicana, la Costituzione non sarebbe semplicemente modificata, ma sarebbe distrutta; si ritornerebbe, cioè, allo stato di fatto, allo stato meramente politico in cui le forze politiche sarebbero di nuovo in libertà senza avere più nessuna costrizione di carattere legalitario, e in cui quindi i cittadini, anche se ridotti ad una esigua minoranza di ribelli alle deliberazioni quasi unanimi della Assemblea nazionale, potrebbero valersi di quel diritto di resistenza che l'articolo 30 del progetto riconosce come arma estrema contro le infrazioni alla Costituzione.
Sennonché io mi domando, e con questa domanda termino, questo mio lungo discorso: se si è adottato questo sistema per le norme che riguardano la forma repubblicana, dichiarando queste norme immutabili, non credete che questo sistema si sarebbe dovuto adoperare a fortiori per quelle norme che consacrano i diritti di libertà? Era tradizionale nelle Costituzioni nate alla fine del secolo XVIII che i diritti di libertà, i diritti dell'uomo e del cittadino, venissero affermati come una realtà preesistente alla stessa Costituzione, come esigenze basate sul diritto naturale; diritti, cioè, che nemmeno la Costituzione poteva negare, diritti che nessuna volontà umana, neanche la maggioranza e neanche l'unanimità dei consociati poteva sopprimere, perché si ritenevano derivanti da una ragione profonda che è inerente alla natura spirituale dell'uomo.
Ora, se la nostra Costituzione ha adottato questa misura di immutabilità per la forma repubblicana, credo che dovrà adottare questa stessa misura (e mi riservo a suo tempo di fare proposte in questo senso) anche per le norme relative ai diritti di libertà.

15 commenti:

  1. La Repubblica è una conquista , un patrimonio comune, che pochi servi sciocchi stanno dilapidando, nuove forme di tirannia si presentano , mascherate "tecnocrazia". Tiranni dal volto presentabile , che millantano salvataggi mai avvenuti, cani da guardia della stampa che ne diffondono il non-pensiero, e troppo silenzio da parte dei giuristi: hai ragione solo Calamanndrei parlò.


    "ricordandovi ogni giorno, che sulla libertà bisogna vigilare,vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica."
    Ora vedete, io ho poco altro da dirvi.

    In questa Costituzione di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.
    Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.”

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    1. A onor del vero, nella assemblea costituente, (politicamente elettiva) erano in prevalenza "politici" piuttosto che giuristi (anche se conseguì alla proposta dei "75" giuristi). Ma certo non è una grande consolazione. Nè Calamandrei nè Mortati sono oggi ipotizzabili anche come "presenze" in sede politica: e non solo per il livello giuridico ma per qullo morale.
      Ovviamente anche loro erano figli del loro tempo; oggi, probabilmente strabiliati da ciò che in seguito è potuto succedere, non starebbero certo a blaterare contro "castaspesapubblicaimproduttivadebitopubblicobrutto". E non avrebbero accettato in silenzio tanta "austera credibilità" dei finanzieri di governo. Ma, prima ancora, che il potere di fatto sarebbe finito nelle mani delle banche centrali...

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    2. Giusto, la statura morale e politica di un Calamandrei o di un Mortati non si costruisce dal nulla, quindi nel panorama attuale aspettarsi che tali figure emergano dalla classe politica è fantpolitica, tuttavia dai giuristi, sarebbe quantomeno lecito attendere che si levi qualche voce libera.
      Sai che oggi di morale (intesa nell'accezione più nobile)non ne vedo, se non in rare eccezioni,
      semmai vedo il culto dell'immagine, dell'apparire , peraltro abbastanza ridicolo se legato a trasformisti , che Zelig al confronto diventa un esempio di equilibrio.
      Comunque noi attendiamo sempre il 25 luglio.

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  2. http://blog.ilgiornale.it/foa/2013/03/10/far-fuori-berlusconi-e-poi-grillo/

    Lucido commento. Non ci sono oggi Mortati e Calamandrei, ma purtroppo molti magistrati collegati a note lobbies e all'estsblishment internazionale (vedi attacchi alla procura di Trani).

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    1. Cioè per non essere OT, (a parte la affermazione un pò troppo generica dei "molti magistrati collegati a note lobbies e all'estasblishment internazionale"), secondo te la deriva degenerativa democratica e anticostituzionale, a partire dall'entrata nello SME e poi in Maastricht, sarebbe provocata da "magistrati"? Come causa principale rispetto ad altri "portatori di interessi" e persone decidenti (ad es; divorzio tesoro-bdI e lotta all'inflazione e depotenziamento della tutela del lavoro)?
      Diciamo che parti della magistratura "possono" essere conformisticamente sensibili al pensiero comune costituito in potere: è un vecchio problema evidenziato proprio da Calamandrei!
      E di certo, sempre come presumibile riflesso di un limite culturale - condiviso peraltro da tutti i meri giuristi-, l'idea dell'UE-UEM salvifica potrebbe essere stata subita anche dai magistrati.

      Se poi vuoi far riferimento a "Il giornale" che mette in un unico calderone un disegno (della magistratura?) per eliminare sia grillo che B., beh, mi dichiaro organicamente incompetente per OT rispetto alla materia del blog.
      Se ci fai caso, l'ipotesi frattalica, che dà luogo al filone "predittivo" in questa sede, affronta sempre il problema delle ricorrenze "gemometriche" (parallelismi e analogie") rispetto a precisi eventi storici del 1943-45 e non si avventura nell'impressionismo interpretativo (per categorie di appartenenza) che agita le discussioni degli italiani da 20 anni circa.
      Diciamo che su Dagospia si possono trovare gli spunti su ciò; qui stiamo ai fatti economico-giuridici rilevanti e confermati da dati...

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  3. I giganti sulle cui spalle potremmo sedere sono innumerevoli, manca la volontà di salire fin lassù. Calamandrei è straordinario sia per la chiarezza espositiva che per la passione che riesce a infondere a ognuna delle sue frasi: un vero maestro.
    Quel "diritto di resistenza che l'articolo 30 del progetto riconosce come arma estrema contro le infrazioni alla Costituzione" com'è stato poi recepito, se lo è stato, dalla nostra Costituzione?

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    1. Caro Mauro non fu recepito. Ma Mortati lo ritenne poi una garanzia implicita necessariamente insita nella Costituzione. Del dialogo fra Calamandrei e Mortati esistono i resoconti. Forse li riporterò commentandoli.
      Del mancato recepimento dell'art.30 abbiamo parlato
      in 2 post:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/alcuni-punti-fermi-ipotesi-frattalica-e.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/antigone-sapir-diritto-alla-resistenza.html

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  4. Non si tratta de "Il Giornale" (e comunque se un giornalista di quel quotidiano dicesse che 2+2 fa 4 avrebbe ragione), ma di un blog del direttore di Timedia, da molti anni critico rispetto alla linea del Giornale. La "vicinanza" della Procura (e non solo) di Milano alla "nota lobby" e il suo favore rispetto ad alcuni attori importanti della finanza internazionale appaiono evidenti e dimostrati da molteplici episodi (se è necessario si potrebbe fare un lungo elenco). Il Pd e il suo conglomerato economico se ne avvantaggiano solo in quanto "nemici" di B (a Milano,... a Siena non "solo", ma "anche"), ma quando alzano troppo la testa, vengono opportunamente fatti tornare nel loro angolino (vedi scalata Unipol a Bnl). Ripeto, i recenti attacchi alla Procura di Trani (lasciata sola da CSM e ANM), da parte di esponenti milanesi, sono estremamente significativi. Riguardo a Grillo, Foa non pensa all'eliminazione da parte della Magistratura ma " una volta sistemato il Cav e creata una maggioranza in grado di reggere se non tutta la legislatura almeno 3-4 anni, ci sarebbe tutto il tempo per sgonfiare Grillo e renderlo a sua volta ininfluente, magari con una legge a doppio turno alla francese, che di fatto sbarra il Parlamento a movimenti alternativi (come accade da anni con Le Pen e altri movimenti di sinistra)".

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  5. Ultima frase di Foa: "Come dire: spazzare via o rendere marginale chi non appartiene all’establishment, chi non asseconda il disegno dei tecnocrati europeisti, chi pensa che l’Italia debba rimanere sovrana e che non debba rassegnarsi a un futuro senza speranza, a cui invece viene condannata giorno dopo giorno da quelle istituzioni sovranazionali le quali, con somma ipocrisia, si presentano come “salvatrici” e “liberiste”, mentre in realtà sono ben altro."

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    1. OK, ritieni di condividere l'interpretazione di Foa.
      Il problema è che è un'interpretazione politica di unificante non basata su dati (come può essere che sò l'andamento dei saldi settoriali o dell'inflazione in relazione al prezzo del petrolio; o ancora l'applicazione dell'art.18 in relazione ai modelli di equilibrio neo-classici), bensì su deduzioni relative a fatti parziali connessi in base a regole di eseprienza.

      Ed infatti, non esiste alcun principio scientifico che possa dimostrare l'incidenza delle inchieste penali con effetti intenzionali politici della magistratura (dovresti avere piuttosto una sentenza a carico dei magistrati stessi, per uscire dall'ambito dell'interpretazione politica): così è un'osservazione deduttiva, empirica, ex post e di natura sociopolitica.
      E tra l'altro, si basa sulla sola osservazione degli "effetti" dell'intervento giudiziario, presuponendo che questi guidino (come intenzione unificante rivelata ex post) le cause di tali interventi: cioè le notitiae criminis e le risultanze delle indagini.

      Il fenomeno esiste ma ripeto è estraneo alla sfera dell'analisi economica del diritto (essenzialmente pubblico) che si fa qui. Cioè qui si parte da dati come le "norme" stesse e certi indicatori economici, certamente accoppiati a fatti documentabili DIRETTAMENTE.
      Cioè una sentenza di condanna (documento) rappresenta il "fatto" di un accertamento di responsabilità penale; nulla rappresenta circa le eventuali intenzioni extragiuridiche e ragioni storiche e sociologico-politiche della sentenza (che giuridicamente non rilevano e toericamente non dovrebbero esistere). Giudizio che potrà essere dato, nei limiti delle metodologie storicistiche, se si rinverranno documenti (direttamente rappresentativi) in tal senso.

      In un giudizio storico tali documenti potrebbero pure essere gli articoli di giornale: ma uno storico riporterà che la questione era dibattuta, menzionando magari altri diversi articoli.
      Insomma, rimane materia estranea al blog.

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    2. Una cosa mi sento di aggiungertela, a onor del vero: l'ipotesi frattalica prevede che il (digiamolo) "paradigma europeista", essendo intrinsecamente filo-germanico (cioè appoggiando una rinnovata espansione egemonica a forte sfondo ideologico) verrà alla fine sconfitto.
      E con ciò verranno a galla i diversi livelli di appoggio, più o meno coscienti, di tale disegno.
      Ma si prospetteranno poi nuovi pericoli di tecno-colonizzazione non germanica nonchè di ideologia contraria e simmetrica che tenterà di sostituirsi a quella "perdente". La democrazia sarà ripristinabile vigilando fin da ora su questi pericoli già incombenti.

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  6. @sandra moro
    @Quarantotto
    "il prezzo della libertà è una continua vigilanza"
    anche l'austriaco Karl Popper era d'accordo su questo punto.

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    1. Ma non sai quanto sti benedetti austriaci ne dicono di buone e di cattive, alla fine. In questo caso il tentativo "estremo" è proprio attivare questa vigilanza democratica. Pendenza della salita massima però! :-)

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  7. 48, non so "cosa fai", ma visto l'impegno, e quello che scrivi in questo blog, deduco che potresti essere una delle persone che cercano, se puoi, potresti prendere in considerazione questa richiesta? (sicuramente ne sei a conoscenza, ma, te la segnalo lo stesso, non si sa mai).
    Potremmo stare sicuramente più tranquilli, ed avere più speranze in un cambiamento che vada nella giusta direzione.


    Da quì (anche per provare ad inserire un link attivo)
    "Cerchiamo persone che vogliano aiutarci a far uscire dal buio questo Paese da affiancare ai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Persone pulite, trasparenti e oneste, competenti e volenterose. Un Parlamento Pulito prima di tutto dall'assunzione degli assistenti e di coloro che lavoreranno con i gruppi. Sceglieremo i migliori tra i curricula che riceveremo, perché vogliamo svolgere un lavoro eccellente. Le figure ricercate sono:
    - Assistenti legislativi con laurea in materie giuridico-economiche con indirizzo pubblico, una profonda conoscenza del diritto costituzionale e diritto parlamentare. Questa figura seguirà i Portavoce nel lavoro delle Commissioni, preparerà proposte di legge, atti normativi ad hoc, proposte di emendamenti e rapporti sul lavoro delle commissioni."

    Speranzosa-mente Nunzio

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    1. Beh gli auguro di trovare gente preparata e onesta (anche nel senso di "intimamente fedele alla costituzione democratica", sempre che la relativa coscienza appartenga ancora a coloro che di recente sono usciti dall'università).
      Già sarebbe qualcosa. Ovviamente non basterebbe.
      La cultura democratica (non l'erudizione: mi riferisco a un modo di essere nella socità) non si trova per "requisiti professionali": si dovrebbe trovare nel senso civile condiviso. Che non coincide affatto con la "protesta", animatasi scoprendo ora "qualche" meccanismo, un pò in fretta, a caricando a testa bassa senza avere chiaro lo stesso volto del nemico.

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