martedì 21 marzo 2017

LA "PIENA OCCUPAZIONE", L'NFLAZIONE E LA FED ALLA GUERRA CON...TRUMP?

https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51xrNIGHJNL._AA300_.jpg
https://popescugolddotcom.wordpress.com/2016/10/31/the-road-to-ruin-the-global-elites-secret-plan-for-the-next-financial-crisis-by-james-rickards-book-review/

1. Prestate attenzione a questo incipit e al suo conseguente commento critico perché dipinge un quadro paradigmatico di quello che sta accadendo negli USA e, in realtà, nell'intero mondo dominato dai "mercati":

"La disoccupazione si suppone che sia al 4.7%, un livello "sano secondo gli standards storici" a sentire il New York Times. E il Labor Department riporta un incremento di 235,000 nuovi occupati nell'ultimo mese..
Poi c'è l'inflazione… su cui il Bureau of Economic Analysis (un settore dello U.S. Department of Commerce) ha grandi cose da raccontarci. Secondo questa agenzia, i prezzi sono saliti dell'1.9% negli ultimi 12 mesi (periodo fino a gennaio 2017). E questo sarebbe solo un centesimo di punto sotto il target del 2% stabilito dalla Fed.
A coronamento di tutto ciò, le voci ufficiali dicono che il consumer spending è cresciuto del 3% in Q4 - cioè nel quarto trimestre- del 2016".
...Ma...

"Perché i numeri del governo non sono affidabili. La versione ufficiale del governo sull'economia è scarsamente neutrale. Avendo un diretto interesse a tenere calmi e pacifici i mercati, gli organismi governativi  tendono a “massaggiare” i numeri dell'economia per dipingere il miglior quadro possibile.

Secondo Mike Bryan, vice presidente e senior economist, alla filiale di Atlanta della Fed’s, presso il dipartimento di ricerca, l'elenco delle voci per calcolare l'inflazione ufficiale si caratterizza per  cambiare praticamente ogni mese, a seconda di quali parti di dati non convenienti i burocrati vogliano lasciar fuori in ciascun ciclo di rilevazioni.
Le statistiche sul lavoro sono altrettanto soggette a corruzione.
Nel 2014, gli addetti alle inchieste censitarie  — il cui lavoro consiste nel rilevare non solo le statistiche generali della popolazione ma quelle della disoccupazione e i dati sull'andamento dell'economia  — sono stati scoperti a inserire dati falsi semplicemente per rispettare le rispettive quote di dati da raccogliere, minando irreparabilmente qualsiasi successiva valutazione basata sulla raccolta di tali dati.
Ne scrive il New York Post:
Invece di raccogliere dati nuovi ogni mese, come si suppone che facciano, i Census workers hanno riempito i moduli coi dati dei mesi precedenti. Questo gli consente di raggiungere la severa quota di interviste "riuscite" stabilita dal Dipartimento del lavoro. E questo è solo un modo in cui le statistiche sono falsificate nella fase di raccolta dei dati.
Inoltre, secondo John Williams, le amministrazioni presidenziali, negli scorsi decenni, hanno tutte combattuto per indebolire e rivedere le misure e metodologie utilizzate per calcolare il tasso di inflazione e il PIL (GDP).

Quello che sta realmente accadendo all'economia 
Mentre la Fed è in rampa di lancio per nuovi rialzi dei tassi e il governo continua a diffondere false speranze, c'è modo di capire cosa stia realmente accadendo? Sì, c'è fortunatamente ed è l'analisi dei fondamentali. Analizzando i fondamentali, c'è poco spazio per le manipolazioni.

Si consideri, cioè, cosa sta accadendo nel settore del consumo al dettaglio. Nonostante i toni ottimistici provenienti dalla Fed e dal governo, gli ultimi numeri mostrano vendite al dettaglio duramente colpite, specie per i grandi magazzini. La grande catena Gander Mountain ha intrapreso la procedura di  fallimento proprio la scorsa settimana, e il Financial Times riferisce che le vendite al dettaglio non-food sono in caduta libera.

"Lo scorso weekend, esaminando l'ultimo bollettino H.8 della Fed, si poteva notare qualcosa di preoccupante: i prestiti e i finanziamenti totali da parte delle banche USA stavano aumentando del 4,6% su base annuale... Questo è un arretramento dalla crescita al 6.4% tenuta per l'intero 2016, con picchi intorno all'8% durante a metà dell'anno. Questo è l'incremento più debole nella creazione di debito dalla primavera del 2014. Ciò ha fatto sorgere numerosi interrogativi sulla sostenibilità delle ripresa, portando il WSJ a notare che questo rallentamento "è in contrasto con l'idea di un'economia più forte e con un sentiment di crescita"
Ma il rallentamento è stato specialmente acuto nella categoria, fondamentale per la crescita, dei prestiti commerciali e industriali, che dopo essere cresciuti al ritmo del 10% durante la prima metà del 2016, hanno inaspettatamente rallentato a un misero 4%,  quasi la metà della crescita al  7% segnata all'inizio dell'anno.
Questo è il livello più basso di crescita dei prestiti dal luglio 2011...
Come mostra il grafico sottostante, dopo essere cresciuti una settimana fa del 4.6%, i finanziamenti e prestiti totali sono cresciuti solo del 4.2% nella settimana terminata l'8 marzo: la crescita pù bassa dal maggio 2014. 
Comunque, sono stati ancora una volta i Commercial and Industrial loans a risultare problematici,  perché dopo essere cresciuti del  4.0% nell'anno al 1° di marzo...la crescita su base annuale è precipitata da allora al 2.9%, con un declino a una crescita dell' 1.1% durante la scorsa settimana.


Come mostra l'ulteriore grafico sottostante, basato su dati cumulativi di periodi di 4 settimane, i prestiti commerciali e industriali sono scesi al -2,8% (di variazione mensile), registrando la più grande caduta mensile dai tempi della grande crisi finanziaria:


...Altrettanto inquietante quanto l'andamento del prestiti commerciali e industriali è quello dei prestiti per l'acquisto di auto, il cui incremento si è dimezzato rispetto al settembre 2016...


Due le possibili spiegazioni: secondo l'analista di Barclays Jason Goldberg è possibile che le imprese si siano spostate sul mercato obbligazionario, e stiano vendendo più obbligazioni per assicurarsi finanziamento più vantaggioso prima che salgano i tassi...Ed invero l'emissione di corporate debt ha segnato in gennaio un aumento del 43% rispetto a un anno fa, sebbene i numeri possano essere fuorvianti proveniendo da una base di partenza collocata in un momento in cui i mercati globali erano alquanto agitati. 
L'altra, e più inquietante, spiegazione, è che le imprese e le banche stiano ritardando le grandi scelte in attesa che il quadro delle politiche commerciali e fiscali sia più chiaro, o che la domanda dei consumatori per i prestiti sia precipitata, in quanto l'economia sottostante sta accusando un repentino rallentamento a causa degli interessi in crescita.
Il rallentamento dei prestiti ha cominciato a manifestarsi appena prima delle elezioni, nel periodo che è coinciso con il netto aumento dei tassi.
Se la spiegazione fosse l'incertezza politica, e persistesse, la prudenza nel ricorrere al credito potrebbe essere un crescente freno all'economia. Ma se il rallentamento dipende dall'aumento dei tassi, ogni futuro ritocco della Fed aggiungerebbe pressione alla diminuizione del ricorso al credito.
Il tasso a mesi "3M Libor" ha proseguito la sua inesorabile crescita, registrando ogni giorno un nuovo massimo degli ultimi 8 anni.


In fine dei conti, si deve rivedere la previsione per cui i prestiti commerciali e industriali possono arrivare a un incremento negativo nei prossimi mesi: il punto di flessione, infatti, appare raggiungibile nelle prossime settimane. E poiché storicamente la crescita dell'economia USA, è sempre stata una funzione dell'accesso al credito facile, ove il recente rallentamento non si arrestasse, la Fed potrebbe non avere altra scelta che invertire la sua stretta in un futuro molto vicino".

3. E invece, o più precisamente: "infatti", ecco cosa sta accadendo proprio in conseguenza di tutte le cose che abbiamo riportato in premessa e che, se si prendesse atto della realtà economica, non renderebbero proprio ragionevole l'atteggiamento della Fed (a meno che non sia politicamente orientato, ma sempre in modo "indipendente", beninteso):
Ci attendevamo un atteggiamento da falco del portavoce della Fed questa settimana  - in confusa contrapposizione con i commenti da colomba della Yellen- e dopo i primi commenti di Harker, è apparso quello di Evans che dichiara "scorgiamo più possibilità di rialzo nell'incertezza" nelle prospettive della Fed, commento che ha innescato un'ondata di vendite sul mercato azionario...
    E Evans ha anche proposto questo orientamento ancor più "da falco"...
    “Questo è un periodo delicato per attuare un improvvisa iniezione di espansione fiscale, perché siamo molto vicini alla piena occupazione. Potremmo (già) aver raggiunto la piena occupazione.”
    In altre parole, a qualsiasi successo di Trump nel dare una spinta fiscale sarà contrapposto un ulteriore aumento dei tassi.
    E questo non è ciò che il mercato voleva sentire...



    4. La storia andrà ancora avanti. In un certo senso è segnata.
    In un'economia dove il mercato del lavoro produce "occupati" con salari che non crescono in termini reali, e dove il livello di vita "medio" - cioè dell'80% della popolazione che non appartiene alla upper middle class, mentre la mobilità sociale è stata da lungo tempo di fatto abolita-, è sostenuto da consumi effettuati con il ricorso al credito, parlare di "piena occupazione" e di conseguenti spinte inflazionistiche, può significare solo una cosa: il rialzo dei tassi è una stretta monetaria che può avere effetti devastanti, sull'occupazione come sull'andamento di Wall Street, specie se rapportati alle "aspettative" sulle quali si basano i comportamenti di banche e investitori.
    In fondo il problema di fondo degli USA è tutto qua: per migliorare realmente la condizione del lavoro, senza suscitare spinte inflazionistiche e senza aggravare i conti correnti con l'estero, e per dare nuovamente dignità, come vorrebbe in teoria Trump, a lavoratori de-walmartizzati, occorrerebbe reindustrializzare e indebolire il corso del dollaro
    Ma per fare ciò le controspinte sistemiche sono enormi, a partire dal mandato della Fed che si basa su concetti "neo-classici" di inflazione sostenibile e di "piena occupazione" (v. qui, p.4). 
    La strategia di Trump, basata su misure di re-incentivazione della produzione industriale nazionale, in particolare punendo i delocalizzatori e gli importatori, richiede tempo e condizioni politiche che un sistema stratificato da decenni nei suoi meccanismi, finanziari e ideologici, non pare disposto a concedergli. 
    Il timore dell'establishment finanziario per l'inflazione e per l'erosione del valore dei crediti che ne consegue è prevalente e incarnato dalla linea della Fed.
    In questo pantano quasi irrisolvibile di problemi interdipendenti, una nuova bolla finanziaria incombe così come una conseguente devastante disoccupazione: il rialzo dei tassi può innescare infatti una nuova crisi dei sub-prime, sui prestiti agli studenti come pure su quelli all'acquisto di auto o in altri settori. Anche il costo, per le tasche della gran massa dei lavoratori, di una riforma sanitaria ancor più mercatista dell'Obamacare può influire su questa situazione
    Comunque la situazione del debito delle famiglie e dei sub-prime dei settori più a rischio è questa, anche se nessuno pare farne una preoccupazione prioritaria (visto che si considera praticabile una continuata azione di rialzo dei tassi):
    http://www.marketoracle.co.uk/images/2016/Sep/15-debt.png

     091015-DRE-Student-and-Auto-Loan-Debt-Chart1

    5. Il pericolo inflazionistico della piena occupazione (ammesso, come abbiamo visto, che le statistiche abbiano un senso affidabile), se si tiene conto di questo quadro, è l'ultimo dei problemi di cui dovrebbe preoccuparsi la Fed
    Se i debitori sono...un intero popolo, l'inflazione, non certo "eccessiva" neppure nei livelli temuti (cioè di qualche decimale sopra al 2%) non nuocerebbe alla solvibilità sistemica che pare invece sempre più in pericolo
    E la Fed forse sarà costretta a tornare sui suoi passi dal precipitare degli eventi. Che, pure, sono prevedibili: ma se e quando lo farà, sarà comunque troppo tardi. 
    Il problema non è certo lo "stimolo fiscale" che forse, e in base ad una visione che appare privilegiare la spesa militare e l'alleggerimento fiscale, Trump riuscirà in parte ad attuare. Il problema parte da molto più lontano (e nessuno tra governo e Fed assume le misure che sarebbe realmente necessarie)... 
    E questo ha anche a che vedere con quale "scintilla" provocherà l'esplosione: magari proprio gli effetti della grande "Unione bancaria" europea

    16 commenti:


    1. Riprese da Bloomberg, ho visto sbandierate questi giorni le statistiche che affermano che saremmo il popolo con l'aspettativa di vita più alta al mondo.
      https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-03-20/italy-s-struggling-economy-has-world-s-healthiest-people

      Però, lo sbandieramento di tali statistiche, senza una cornice interpretativa correlata ad altri dati, porta al rischio di arrivare, più o meno apertamente, delle conclusioni semplici, come portato di un pensiero indotto, pavloviano, che hanno poi degli effetti propagandistici, e che portano a credere ai piu che, tutto sommato, adesso, dopo anni e anni di €uroTrattamento, ce la spassiamo abbastanza bene, oppure che, addirittura, l'euro avrebbe salvato gli italiani dallo statoladro, permettendogli di vivere più a lungo. Ma, ovviamente, ci sono da fare delle considerazioni; come mai la longevità degli anziani in Italia fa il paio con la drastica riduzione delle nascite avvenuta nelle ultime generazioni?

      "Istat, nuovo minimo storico di nascite in Italia
      Il livello minimo delle nascite del 2015, pari a 486mila, è superato da quello del 2016 con 474mila. La riduzione osservata, che a livello nazionale è pari al 2,4%, interessa tutto il territorio
      ....
      Il guaio è che continua il calo delle nascite: nel corso del 2016 è stato battuto il record negativo che risaliva all'anno precedente, il 2015, quando le nuove vite erano state 486mila; siamo scesi a 474mila."
      http://www.repubblica.it/cronaca/2017/03/06/news/istat_nuovo_minimo_storico_di_nascite_in_italia-159870349/

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    2. É evidente che le condizioni che hanno sperimentato le vecchie generazioni, soprattutto quelle nate negli anni '30 o '40, ventenni o trentenni negli anni '60 del boom economico, che hanno beneficiato sia della sicurezza del lavoro e sia della pensione garantita in età relativamente "giovane" non sono le stesse che stanno già sperimentando, o si troveranno a sperimentare le ultime generazioni. Da noi pare che l'estinzione malthusiana, per adesso, avvenga più per mancanza di riproduzione delle ultime generazioni (per gli ovvi motivi di welfare e lavoro) che per morte prematura delle vecchie; anche se Bloomberg forse non si è reso conto che, per quanto riguarda le morti, a partire dagli ultimi anni, c'è qualcosa che non quadra:

      "Da due mesi si discute dell'allarme lanciato dal demografo Gian Carlo Blangiardo: l'anno appena passato ha visto 68mila morti in più rispetto al 2014. Un numero così alto non si registrava dalla Seconda guerra mondiale. I primi studi adesso spiegano il perché
      2015: mai visti tanti decessi dalla Seconda guerra mondiale. Colpa della crisi economica? Dei tagli alla sanità? Dell’influenza? Dell’inquinamento atmosferico? Le ipotesi si sono rincorse per settimane"
      http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/10/morti-boom-dei-decessi-in-italia-nel-2015-i-motivi-caldo-grande-guerra-e-influenza/2447008/

      Poi ci sono da fare altre ovvie considerazioni: é normale che chi mangia sempre uova, wurstel e pancetta a colazione poi ne paghi le conseguenze, anche se vive nel paese piu avanzato del mondo con una sanità super efficiente; noi italiani, e possiamo vantarcene, abbiamo sviluppato una delle culture alimentari più avanzate del pianeta, che, anche in periodi di tagli, consente alle vecchie generazioni, andate in pensione prima, e che hanno sicuramente vissuto condizioni di vita migliori delle ultime, una vita relativamente decente. Ma da qui al voler suggerire candidamente, più o meno esplicitamente, che l'italiano medio che nasce adesso avrà la stessa aspettativa di vita delle vecchie generazioni che vissero il boom degli anni '60 da protagoniste, e dirlo in un periodo di incessanti €urotagli quotidiani a sanità e welfare, che fanno il paio con le sempre più ridotte opportunità di lavoro e quindi anche di mangiare sano, è un mero strumento propagandistico volto al controllo sociale e alla sedazione del malcontento.

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      1. Le aspettative di vita sono in fondo una funzione del concetto di "valore" dell'esistenza condiviso dalla cultura di un certo tempo. Esclusa ormai la missione anche solo "riproduttiva", e ammessa solo una dimensione esistenziale "produttiva" (crescente, purché siano rispettate le soli leggi del mercato e quindi l'assoggettamento alla competizione come unica interazione sociale possibile), perché gli esseri umani dovrebbero vivere oltre il momento in cui cessa la loro qualità di "unità produttive"?

        Una società che costituzionalizza, o, prima ancora, ipostatizza un tale principio, può solo considerare come "naturale" la drastica riduzione della durata della vita.
        Ogni altra soluzione risulterebbe "disfunzionale".

        E questo è un metodo di governo che si predica ormai come incontestabile: nel corso della vita produttiva, l'alimentazione, conformemente alla industrializzazione per oligopoli sempre più internazionalizzati del settore alimentare, diviene così l'oggetto di un'offerta che deve prescindere da qualsiasi considerazione dei suoi effetti di lungo termine.

        Intanto, si predica il veganesimo e l'autocura per abituarci all'assenza di un settore pubblico che provveda al diritto all'esistenza dei componenti della società: quando la riorganizzazione sociale sarà giunta a termine, persino la propaganda preparatoria, oggi incentrata sulla "tutela del consumatore", perderà di senso e la massa sarà abbandonata a se stessa (mangiando essenzialmente per mantenersi in vita durante lo sforzo produttivo ma non oltre)

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      2. Sì, ovviamente la propaganda dell'euro come portatore di benessere e prosperità, quella del Prodi dei tempi d'oro ("Con l'euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più") sarà portata avanti finché ci sarà qualcuno che crederà al benessere della comunità e alla vita in sé come valori imprescindibili.

        Ma il veganesimo temo che sia una scelta troppo radical chic, non certo di massa. Per gli altri c'è già pronta la decrescita "felice", con annessa "trasvalutazione di tutti i valori"; al posto dello statoladro e dello statobalia che, oltre ad essere corrotto, con il suo welfare, rende i cittadini dei perenni lattanti che si nutrono al suo seno come al poppatoio, avremo gli orti urbani, con annesse galline, e il vivere "salutare" in mezzo alla "natura"; in fondo ti verrà detto che sarà stata una tua libera scelta quella di coltivare il tuo orticello di pomodori (o il tuo allevamento di galline) fuori dalla tua baracca di lamiere, cartoni e legno ovviamente RICICLATI, all'interno di uno slum. Ma sarà anche stata una tua "libera scelta" il poter finalmente nutrirti di "insetti, alghe, vermi, scorpioni e ragni":
        http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/28/cibo-alghe-e-insetti-sulle-tavole-degli-europei-arriva-il-via-libera-da-strasburgo/2168083/
        Se sei stato "volontariamente" espulso dal mercato del lavoro, potrai liberamente mangiare quel che trovi intorno alla tua baracca, anche le formiche...
        Sarà una tua libera scelta l'aver quindi deciso di vivere meno ma vivere "meglio", perché più "libero" e "indipendente" dalle maglie dello "statobalia".

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      3. @48, quello che succedeva ancora negli anni'60: andavi in pensione per morire e in certi lavori è ancora così.

        Il veganesimo poi è la "scelta" di consumo alimentare più funzionale alla grande industria di trasformazione e distribuzione: alimenti di sola origine vegetale sono meno lunghi e costosi da produrre, si immagazzinano, trasformano e conservano più facilmente e più a lungo. I surrogati che il veganesimo utilizza e che rappresentano la maggior parte degli ingredienti di quella alimentazione (non si mangia pasta e fagioli ma l'hamburger vegano di soia, seitan grassi e aromi vari dentro al panino surgelato coi semi di sesamo che fan tanto bene) sono anch'essi estremamente manipolati industrialmente. Quindi non v'è nulla di più funzionale alla produzione razionale dell'alimentazione vegana. Purtroppo il fenomeno si va allargando, da un lato perché un certo tipo di veganesimo permette di controllare il peso (ossessione contemporanea), forse per questo molti attori ecc. si dichiarano tali influenzando le scelte, poi c'è il terrorismo sui latticini, poi il ricatto etico. Inoltre, ed è forse l'aspetto più pericoloso, dà l'illusione di una partecipazione in prima persona alle grandi scelte sociali tipica di chi non può più essere realmente attore nelle scelte medesime ma può ancora illudersi di influenzarle attraverso le azioni individuali. Insomma per ora è una moda gratificante interclassista, vedremo se durerà.
        Comunque si prova a produrre persino la carne in laboratorio, mentre quella che pascola nei prati sarà riservata ai benefattori dell'umanità...

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    3. Lei Presidente pensa che il dollaro sarà ancora la moneta mondiale di riferimento dopo lo scoppio della prossima e - sembrerebbe- vicina crisi ?

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    4. Il sentire di studenti che hanno già sulle spalle debiti per decine di migliaia di dollari mentre si pagano l'università, dovrebbe far capire anche all'ultimo degli uomini della strada la natura non solo distorta, ma assolutamente perversa del sistema politico-economico neo liberista. "In claris non fit interprtatio", recita un vecchio braccardo.

      Invece, l'uomo della strada resta cieco e non capisce. Ti risponde che tutto questo è nella normalità delle cose, che il vero problema sono le colonnine delle auto elettriche nelle città e che l'ultima frontiera della qualità della vita è il suicidio assistito. Non so che dire, davvero, se non -in maniera sempre più convinta- che la civiltà occidentale stia arrivando al capolinea: "motus in fine velocior".......

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      1. E hai ragione: la visione della società, e quindi della condizione umana, (anche in siti variamente critici come Zero Hedge), è andata veramente troppo oltre rispetto a qualsiasi traccia di umanesimo.

        L'idea è sempre l'individualismo metodologico come valore unico, costitutivo della personalità: ogni uomo è un'isola, non tanto sul piano esistenziale (che pure è una metafisica proponibile in rapporto a nascita e morte, inevitabilmente individuali), quanto su quello dell'interazione sociale, quindi non in senso cognitivo ma molto concreto.

        Si tratta di una fenomenologia artificiosa: non solo l'uomo "deve" interagire nella società solo secondo la categoria organizzativa del "mercato", ma lo deve fare con l'ottica dell'operatore economico, con un suo bilancio e i suoi costi e i suoi profitti, da minimizzare e, rispettivamente, da massimizzare, IN CONCORRENZA con ogni altro possibile individuo.

        Assunto questo come presupposto appunto "esistenziale", ne discende che ogni individuo può solo vincere o perdere al gioco del "mercato" come sua unica opzione, e destino, antropologicamente ammissibile.

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    5. Stanno preparando un mondo perfetto, direi meraviglioso, per i ricchissimi.

      Una massa di schiavi, di bestiame mutante geneticamente e neurologicamente modificato - come nelle visioni del nostro mitico Conte Kalergi, padre europeo dell'europeismo "pratico", per cui si sarebbe avuto questa nuova sub-razza che avrebbe onorato il lavoro - che lavorerà "a punti bonificati" direttamente nel "wallet" microchippato dove la Bestia, vero dio del monoteismo liberale, aveva prescritto.

      La moneta sarà una simpatica crittovaluta tipo Bitcoin: scarsa, deflazionista e malthusiana per definizione.

      Con "i punti" si mangerà tanto il giusto per sopravvivere in fase di massima produttività.

      Chi non produce non deve consumare le risorse scarse del pianeta, a danno dell'élite godereccia (ma sommamente responsabile e adoratrice di Gaia)

      Il sesso non sarà più a fini riproduttivi: in base ai punti concessi in grado alla produttività, attestante la qualità geneticamente superiore della bestia subumana - individuo metodologicamente sociopatico e non in grado di sindacalizzarsi in quanto la categoria stessa di "sindacato" sarà estirpata dall'innatismo naturale tramite la manipolazione genetica- potrà gioire nel donare i rispettivi gameti alla fabbrica di ingegneria genetica che produce subumani da lavoro.

      Noi.


      (Un altro mio carissimo amico, che lavorava in base alla "produttività giornaliera", ossia quanta frutta vendeva dall'Ape Car agli angoli delle strade, informato, in base al fatturato giornaliero, con un messaggio su WhatsUpp alle 11 di sera per verificare se avrebbe lavorato o meno il giorno dopo, è stato oggi mollato a casa definitivamente.
      Da "primo della classe", è uscito dalla "top venti" di chi può rimanere a "competere" ogni giorno. Negli ultimi 18 mesi sono arrivati a sufficienza nuovi disperati più giovani e affabulatori di lui)


      (In tutto questo, il mio caro collega Ingegner Piddino, a cui l'anno scorso ho regalato il libro sui Finanziamenti Comunitari di Romina, oggi mi ha spiegato come funzionavano i finanziamenti europei: gli Italiani, bestie subumane, li sperperano...
      Son soddisfazioni: la copertina l'ha letta, insieme a quella del Tramonto dell'euro e de "La Costituzione nella palude". Magari prima o poi ne leggerà anche le prefazioni)

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      1. Ma come le cose potrebbero andare diversamente se non arriva una "rivelazione" di quelle che non possono essere nascoste in nessun anfratto mediatico?

        Oggi non vedo neanche più il senso di qualcosa che non sia il limitarsi a registrare gli eventi, come un sismografo.

        La fine di tutto questo sarà un meccanicistico rilascio improvviso di forza cinetica accumulata da dinamiche divenute incontrollabili.
        E in Italia non diverranno mai tali, temo.
        Il processo di neutralizzazione/espulsione dei bayboomers procede e i millennials sono null'altro che i kapò di se stessi.
        Poi, tra un'altra generazione, magari si ragiona...

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      2. Sì, penso anche io che si dovrà aspettare. Non vorrei fosse così, ma è così.
        Già la generazione a cui appartengo (i nati degli anni '70 e primi '80, insomma, i 40enni di oggi), è senza dubbio semi-bruciata. Ci sono ancora degli spiriti critici, è vero, ma la maggioranza è bruciata: prova ne è il fatto che la classe dirigente rappresentativa della generazione è stata, alla fine, triade Renzi-Boschi-Madia. Un dato che da solo dice tutto, una condanna senza appello che non merita revisioni ulteriori.
        Dopo di noi, parte la 'generazione erasmus', ossia una generazione bruciata al 100 per cento.

        Forse i nati a partire dalla seconda metà degli anni '90. Forse su quelli può esserci speranza. Forse......

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      3. Fai pure i nati dagli inizi del nuovo millennio in poi...

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      4. Difficile generalizzare su temi simili. Per il piccolo campione di ventenni (19-26 ad alta scolarizzazione) che mi capita di costeggiare una coscienza c'è, ed è quella di una precarietà lavorativa cui non tutti si rassegnano come naturale o men che meno benefica. Poi ovviamente in molti casi subentra un pragmatismo aggressivo. C'è insomma la percezione di qualcosa che non va, e nel panorama odierno di controllo delle coscienze non è zero. Il JA e malgrado tutto il referendum (il documento JP Morgan ha circolato parecchio anche se non quanto la lettera BCE) han rappresentato probabilmente un punto di svolta cruciale verso la consapevolezza, come su un altro piano la Grecia. Ovviamente manca la comprensione delle cause, ma non c'è una sordità compatta al discorso, malgrado la tiritera sulla generazione Erasmus: non basta più a comprare il consenso. Bisognerebbe riflettere su quanto la mancanza di un reale diritto allo studio (e spesso al rispetto degli studenti) nella patria accademia abbia influito sulla loro felicità di scoprire che altrove gli orizzonti di chi studia sono diversi e più degni.

        Comunque, come al solito, occasione sprecata. Nessuno ha voglia di raccogliere e politicamente indirizzare un malessere palpabilissimo. Così, per molti l'unica possibilità visibile è emigrare e non mi sento di sconsigliarglielo, precisando: "fuori dall'euro e possibilmente dalla UE". Farsi ammazzare anche se lentamente non serve a niente e loro sono in questo momento soli e per la maggior parte poveri o impoveriti.

        Penso che chiunque abbia dei figli o comunque contatti con persone più giovani dovrebbe sforzarsi oggi (ma in realtà da sempre) di trasmettere la coscienza e la storia di come si sia arrivati alla distruzione dei diritti e dei redditi del lavoro dipendente e, meglio che si può, gli strumenti economici, giuridici, intellettuali, per rovesciare la Restaurazione che ci è stata imposta, sfruttando tutti i canali e tutti i toni, formali o informali che siano. Ho letto da qualche parte che ESSI avrebbero messo in conto "una generazione di scontenti". Ecco, bisogna impedire che rimanga "una" generazione di memori fatalmente destinata ad estinguersi nel breve tempo di una fredda miseria, mentre noi ci rinchiudiamo in uno schizzinoso compiacimento autoreferenziale sulla decadenza del mondo. Purtroppo molti non potranno andare oltre una testimonianza. Ma bisogna opporsi alla conquista della coscienza e della memoria per poter serbare la capacità di resistere. Tutto sommato i più giovani sono più ricettivi ora di cinque di anni fa.

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      5. Difendo per puro scrupolo di classe (anagrafica) i nati sul limitare ultimo del XX secolo: d'altronde vi sono determinate generazioni che "passano" sul palco della Storia senza lasciare il segno ed altre a cui, per puro caso, spettano oneri giganteschi: basti pensare a chi, tra giovinezza e maturità, s'è fatto due guerre mondiali ed una dittatura.

        Capisco il Suo pessimismo, ma i miei vent'anni (e spiccioli) mi impediscono di condividerlo. Grazie per il post, splendido come sempre nella bruta luce dei dati

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    6. Sono veramente dispiaciuto. Distrutto dal dolore.

      È scomparso, logorato precocemente dal suo spirito missionario, alla età di 102 anni.

      È morto un filantropo ed ecologista, grande amico del nostro compianto Gianni Agnelli, che ha sempre avuto un ufficio di fianco al noto benefattore dell'umanità, che non era proprio un banchiere perché mandò a picco la sua banca: era, infatti un vero leader liberale: uno « state-banker »

      Una figura che è di più del misero banchiere.

      Addirittura un Chicago Boy keynesiano:

      « inclined to agree with the New Deal that deficit financing during depressions, other things being equal, is a help to recovery. »

      Uno dei padri della notoria "durezza del vivere":

      « As an heir to that legacy, Mr. Rockefeller lived all his life in baronial splendor and privilege, whether in Manhattan (as a boy he and his brothers would roller-skate along Fifth Avenue trailed by a limousine in case they grew tired) or at his magnificent country estates. »

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    7. Ciao Lorenzo, personalmente punto sempre sull'accoppiata vincente 58-62 con 57 fedele porta borraccia.

      Ciao Bazaar, mangiar poco con pochi grassi e poco sale ci fa solo bene, ci fortifica nel fisico, nel cuore, nella mente e ci allunga la vita. Te lo dice uno che lo deve fare per motivi di salute, onde evitare farmaci invasivi.

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