venerdì 13 aprile 2018

PERCHE' VERAMENTE L'ITALIA HA BISOGNO DI UN GOVERNO NEL PIENO DEI SUOI POTERI

Badoglio e Eisenhower a Malta.
Badoglio ed Eisenhower

1. Come previsto (qui, p.1.1.), la questione della formazione di un governo in Italia e quella dei "venti di guerra" che spirano dalla Siria (e da tutto il Medio Oriente), si intrecciano in modo, inevitabilmente, ambiguo in queste ore.
Al termine del secondo giro di consultazioni, il Presidente della Repubblica ha, com'era da attendersi dato il ruolo che interpreta, enumerato le questioni politico-economiche, nazionali e internazionali, che rendono urgente la formazione di un governo, sollecitando perciò i partiti affinchè superino l'attuale mancanza di progressi nel trovare un accordo che consenta di formare una indispensabile coalizione:
"Emerge con evidenza che il confronto fra i partiti politici per dare vita a una maggioranza che sostenga il Governo non ha fatto progressi. Ho fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro paese di avere un Governo nella pienezza delle sue funzioni".
Lo afferma Sergio Mattarella, al termine del secondo giro di consultazioni, spiegando che "le attese dei nostri concittadini, i contrasti nel commercio internazionale, le scadenze importanti e imminenti nell'Ue, l'acuirsi delle tensioni internazionali in aree non lontane dall'Italia, richiedono con urgenza che si sviluppi e si concluda positivamente un confronto fra i partiti per raggiungere quell'obiettivo, di avere un Governo nella pienezza delle sue funzioni. Attenderò alcuni giorni, trascorsi i quali valuterò come procedere per uscire dallo stallo che si registra".
2. L'indicazione delle delicate questioni prioritarie che un governo con pieni poteri dovrebbe affrontare è senz'altro condivisibile. 
Ma cerchiamo di esaminare, uno per uno, i vari aspetti problematici elencati dal Capo dello Stato: analizzarne e verificarne il concreto atteggiarsi, può farci comprendere la loro rilevanza e, in coerenza, le soluzioni che un governo italiano dovrebbe tentare di perseguire. E ciò consente, ancor prima, di capire se una potenziale coalizione valga l'altra, nell'efficacia della sua prevedibile azione rispetto all'interesse del popolo italiano (art.1 Cost.).

3. Cominciamo dalle "attese dei nostri concittadini": il risultato elettorale è già di per sè un indicatore, per quanto notoriamente approssimativo, di tali attese.
Stando ai programmi delle formazioni politiche che hanno riscosso il maggior riscontro di voti, e che rappresentano in concreto circa i due terzi dei seggi in parlamento, queste attese, più che in un generico "ritorno" alla crescita", - elemento estremamente controverso, sia sul piano degli strumenti economico-fiscali "consentanei" a raggiungerlo, sia sul piano dei risultati ottenuti, specie sul piano "distributivo" dagli strumenti finora utilizzati (su indicazioni sempre più cogenti delle istituzioni dell'eurozona) -, consistono nella risoluzione del problema di occupazione e di crescente e diffusa povertà che, anche in presenza di (deboli) segni positivi del PIL, la grande maggioranza degli italiani ha subito.

3.1. Posta in questi termini, che sarebbero difficili da negare, (e sia pure considerando il riduzionismo mediatico che tende a semplificare in "reddito di cittadinanza + flat tax + abolizione della "Fornero" il clou delle istanze che hanno raccolto più voti), le attese dei nostri concittadini possono più esattamente e legittimamente riassumersi nell'adozione di politiche di piena occupazione e tutela del lavoro (artt. 1, 4 e 35 Cost.) mediante l'intervento dello Stato (artt. 3, comma 2, e 41, 43, 47 Cost.).
Si tratta, a voler interpretare tali "attese" nel modo più conforme al dettato costituzionale, di ciò che risulta direttamente avversato dalle regole dei trattati europei e, ancor più, da quelle derivanti dall'appartenenza all'eurozona, prime fra tutte il pareggio di bilancio-fiscal compact e l'unione bancaria.
Della dichiarazione del PdR si può apprezzare la neutralità, cioè l'aver evitato di considerare in modo diretto ed eplicito la obbligatoria continuità dell'applicazione di queste norme da trattato (il "vincolo esterno"), come soluzione prioriataria ai problemi di disoccupazione e impoverimento
Di certo, le evidenze scientifico-economiche più autorevoli e sempre più concordi, che il problema risieda in una "distruzione della domanda interna" determinata dall'aggiustamento, degli squilibri commerciali e finanziari, obbligatorio all'interno di un'area valutaria in cui sono vietati (non semplicemente non previsti) i trasferimenti di una (inesistente) fiscalità federale.

4. Veniamo ai "contrasti nel commercio internazionale": l'espressione usata è altrettanto neutra, ma non ci si può nascondere che se questi si sono posti, hanno avuto come propulsione le politiche intraprese da Trump, per la tutela dell'occupazione (effettiva, "buona") e dell'industria americane; il fenomeno si inserisce in quello più ampio della crisi del paradigma istituzionale della "globalizzazione" (così strettamente legata al terrorismo), che, come evidenziava primo e più noto fra tutti, Rodrik, non è certamente risultata in un vantaggio di tipo socializzato, cioè condidiso dalla maggior parte delle popolazioni composte da lavoratori, persino nei paesi come Germania e Olanda, più mercantilisti e a vocazione export-led.
Dunque, il protezionismo non può essere acriticamente demonizzato con fanatica ideologia senza distinguerne le diverse condizioni di applicazione e le diverse finalità e graduazioni di intensità; persino Wolf, con anticipo rispetto agli eventi odierni, segnalava l'instabilità prima sociale che politica derivante dall'aver creato tanti perdenti e pochi vincenti della globalizzazione. I quali, anzi, rilanciano imperterriti, negando ogni evidenza di una situazione che più diventa insostenibile, più li vede accanirsi nel voler negare la responsabilità degli errori che pretendono di continuare ad aggravare (v. alla voce Lagarde).

5. Parliamo pure delle "scadenze importanti e imminenti nell'Ue": qui si pone sicuramente una grave criticità, purché si abbia chiaro che il divieto (divieto) di solidarietà fiscale tra paesi dell'eurozona è un pilastro dei trattati e che per cambiarli occorre l'unanimità (nonostante si finga o si ignori colpevolmente di prendere atto di ciò).
Date queste premesse, e le proposte caldeggiate dai paesi dominanti dell'eurozona le "scadenze", possono essere soltanto foriere di ulteriori e gravi minacce al lavoro e al benessere degli italiani, dato l'inequivoco e irremovibile atteggiamento tenuto da sempre dalla Germania
La riforma dei trattati assume sempre e solo il carattere di una pseudo-solidarietà, inesistente nei fatti, risolvendosi in meccanismi di sostanziale natura assicurativa, in cui si pagano, a carico dei bilanci dei paesi dell'eurozona, aggravamenti sostanziali dei bilanci nazionali per una contribuzione il cui corrispettivo è solo l'imposizione di dure e ulteriori condizionalità da parte di una trojka istituzionalizzata (qui, p.5)
Le proposte sul tappeto, intrise di cosmesi nominalistica, ricalcano i vari espedienti di Schauble e le pretese tedesche di riversare sull'Italia i costi di aggiustamento del loro irrinunciabile mercantilismo, fino all'invito a uscire dall'euro ma naturalmente pagando l'inesistente debito Tagert-2.
Dunque, certamente: l'Italia dovrebbe al più presto avere un governo con pieni poteri, ma, obiettivamente e senza alcuna esitazione, ormai imperdonabile, per difendersi con una forza mai usata prima, dall'aggressione sistematica franco-tedesca
E, soprattutto, per difendere la nostra DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE: un bene prezioso che appartiene prima che alle istituzioni di vertice, a tutto il popolo sovrano che "creda nelle costituzioni"...

6. Quanto a "l'acuirsi delle tensioni internazionali in aree non lontane dall'Italia", ci pare che anche qui, le superiori indicazioni dei principi fondamentali della nostra Costituzione, dovrebbero segnalare che i giochi della geo-politica globalista (vecchia e nuova, ma sempre aggressivamente eguale a se stessa), non possono indurci a varcare né il senso sostanziale dell'art.11 Cost. (quale esemplarmente rammentato da Lelio Basso fin dal 1949), nè, tantomeno, la pur negletta lettera dei trattati a cui siamo legati:



7. Vogliamo credere, anzi dobbiamo credere, che la dichiarazione del nostro Presidente della Repubblica sia stata fatta nella piena consapevolezza dei gravi problemi e delle criticità costituzionali che coinvolgono i temi da lui indicati.

14 commenti:

  1. "Vogliamo credere, anzi dobbiamo credere"

    Nel frattempo una decina di missili cruise, lanciati da AEREI (pare), seguendo rotte di avvicinamento molto lontane dalle batterie SAM russe, hanno colpito Damasco e Homs.

    Quindi, se il quadro provvisorio sarà confermato, questa volta non hanno rischiato di lanciare dalle navi ed hanno preferito il mezzo aereo, la cui eventuale perdita non risulterebbe grave come quella di una nave.

    Anche il numero di missili sembra essere la metà dell'ultimo attacco.

    Compriamoci i pop corn perchè la reazione russa sospetto che ci sorprenderà (ma non credo sarà quella ipotizzata da Paul Craig Roberts).

    Mi aspetto più un embargo sulle forniture di titanio a Boeing ed Airbus (evento letale per la produzione degli aerei).

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    1. Aggiornamento: i lanci sono avvenuti anche da unità navali e gran parte dei cruise sono stati abattuti.

      http://tass.com/defense/999760

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  2. «Giungono dalla Siria notizia terribili con decine di vittime, di cui molte donne e bambini, colpiti da armi chimiche. Preghiamo per tutti i defunti e per le famiglie che soffrono. Non c’è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l’uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano un’altra via: quella del negoziato, la sola che può portare una pace che non sia quella della morte e della distruzione».

    Questo diceva domenica scorsa il papa (avallando quindi 'urbi et orbi' la tesi dell'attacco chimico da parte di Assad).

    Sono proprio curioso di sapere cosa avrà da dire domani...

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    1. Il problema non è la propaganda genocida di una delle più alte autorità "morali" mondiali, ma il gregge che gli bela dietro.

      Non mi meraviglia che un piccolissimo gruppo di tradizionalisti e laici, lo ritenga luciferico.

      Papà Soros ha la sua foto nelle case di centinaia di milioni di persone che trovano coerenza tra la realtà mediatica della TV e quella del Dio di ESSI.

      Milioni.

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    2. Non ha detto praticamente nulla!

      Bombardare quindi va bene, è cosa buona e giusta, 'mission accomplished'...

      Neanche un cenno poi al fatto che non c'è stato nessun reale attacco con armi chimiche (per conferma bastava una telefonata al vescovo di Aleppo).

      Un solo passaggio in cui ha nominato di striscio la Siria:
      "Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo. Mentre prego incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace."

      http://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2018/documents/papa-francesco_regina-coeli_20180415.html

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    3. E dai, dal papa gesuita cosa potevamo attenderci? €ssi non hanno dimenticato nulla: hanno letto bene Gramsci e Lenin, sanno che l'egemonia va estesa in tutte le centrali di informazione- manipolazione di massa. La chiesa, del resto, se sta in piedi da duemila anni senza grossi scossoni deve per forza di cose saper "stare" con i padroni del vapore.

      Per il Vaticano mille volte meglio cento Pinochet che un governo socialista: non sia mai che le masse scoprano le discrepanze tra Vangelo e prassi cattolica.

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    4. Interessante articolo su Famiglia cristiana: http://m.famigliacristiana.it/articolo/gas-o-no-queste-sono-bombe-politiche-contro-la-russia-.htm

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    5. @Antonio Martino
      Attenzione alle generalizzazioni!

      Era gesuita pure Padre Pedro Arrupe (il superstite di Hiroshima, medico come l'evangelista Luca e padre della teologia della liberazione, colui che identificò la lotta per la giustizia con la lotta di classe e si scagliò contro quella che in molti ritengono l'essenza del liberalesimo, cioè l'ateismo).

      Se mai fosse diventato papa probabilmente avrebbe scelto il nome Luca.

      Forse un giorno ci sarà anche un papa Luca (il che implicherebbe il desiderio esplicito di voler curare il benessere materiale delle persone... oltre all'anima).

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    6. La società dei consumi stronca lo spirito più di mille socialismi.

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  3. Secondo Gordon Duff (Senior Editor di Veterans Today) gli USA sono stati sconfitti dalla Siria.

    https://www.veteranstoday.com/2018/04/14/486752/

    Putin ha comunque già iniziato a rispondere...

    Fornirà le batterie SAM S-300 alla Siria (!) ed i caccia SU27 all'Iran: il che porrà presumibilmente fine alla supremazia aerea di Israele nell'area.

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    1. Secondo me non abbiamo ancora visto nulla...questa partita non finisce oggi; e neppure tra pochi mesi.
      ESSI si autodistruggeranno perché non potranno mai ammettere che il loro sistema non funziona sul piano industriale e degli investimenti neppure sul piano militare.

      Il problema è che nel disastro tireranno dentro anche noi.
      Che disponiamo di una maggioritaria rappresentanza in parlamento ansiosa di farsi tirare dentro (pensando sempre di cavarsela con escamotage e mezze prese di posizione)

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    2. Salve Presidente……questa mattina (ri)leggevo questo post

      Ok…. parla della guerra in generale…… ma voglio dire

      cosa è diventato l’ONU….. o forse è sempre stato così?

      Ma non si tratta di una "guerra" e neppure di un vero problema di sanzioni e ritorsioni da imporre a qualche Stato canaglia: magari accelerando, sull'onda emotiva creata da un prevedibile fenomeno di terrorismo internazionalizzato - quanto il conflitto sociale creato dalla globalizzazione-, il riarmo e la spesa pubblica in armamenti.
      E un problema di pubblica sicurezza che, inevitabilmente si svolge sul territorio di un singolo Stato e "uccide" i suoi cittadini, non richiede l'ennesimo "più Europa" e la solidarietà di facciata (che implica un evidente "ognun per sè" e una successiva algida declinatoria di competenze, veramente eloquenti), solidarietà comunque "a costo zero", perchè tale è prevista dai trattati (art.222 TFUE).
      E neppure richiede che si ripensi la mai attivata (seriamente) e ormai grottesca aspirazione a un "sistema integrato di gestione delle frontiere esterne" (art.77, par.1, lett. c) TFUE).
      Occorre invece rafforzare il senso dello Stato, nei suoi compiti fondamentalissimi, NON RIDUCIBILI e NON PRIVATIZZABILI: lo Stato democratico inteso come ente di tutela del benessere della intera comunità sociale che vive legalmente nel suo territorio, a prescindere dalla cittadinanza di origine.

      Si tratta insomma di ripristinare la moderna sovranità costituzionale e di togliere il giocattolo del potere - perchè come un gioco irresponsabile viene assunto un potere elitario votato al profitto più retrivo ed egotico- a chi pensa che la democrazia sostanziale sia un ostacolo, un costo e nulla più. Cioè a chi opera, ormai senza più alcuno scrupolo, dimenticando che l'Umanità è NEL SUO INTERO composta da esseri umani che hanno un diritto alla vita ed alla dignità pari a quello di chi domina le istituzioni nazionali ed internazionali. Come in fondo prescrive(rebbe) l'art.55 della Carta dell'ONU.
      Sperando che non sia una norma ormai in desuetudine.

      http://orizzonte48.blogspot.com/2015/01/leco-della-nonguerra-con-lislam-e-iil.html …


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    3. A futura memoria.

      Il sottomarino inglese inviato dalla May per lanciare la sua quota parte di cruise sulla Siria non ha potuto lanciarne neanche uno!

      Da cacciatore è infatti diventato preda di un paio di sottomarini russi ed è stato impegnato a cercare di sopravvivere, altro che sparare...

      https://www.thetimes.co.uk/article/british-submarine-in-underwater-duel-with-kremlins-black-hole-hunter-killer-dhxhlpwc9

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  4. Intanto dai giornaloni tedeschi arrivano i consueti moniti per più regole (per gli altri) e contro il più classico degli spauracchi, ovviamente la transfer union: http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/kommentar-zu-den-euro-plaenen-der-unionsfraktion-15540869.html

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