domenica 26 marzo 2017

I CONFINI "RESILIENT" A CUI L'€UROPA NON RINUNCERA' MAI



1. Oggi il nulla inevitabilmente prodotto dal summit "commemorativo" di Roma viene immediatamente rimosso&dissimulato in un'invadente melassa propagandistica a reti unificate.
L'uso del termine "resiliente" (anche) nella versione tradotta in italiano della dichiarazione è poi un altro evidente sintomo della vuotezza di contenuti e di intenti autocorrettivi che caratterizza inevitabilmente una struttura la cui essenza è quella, tipica degli ordinamenti ordoliberisti, di ottenere la "credibilità" attraverso la fissazione di regole inderogabili e di parametri ad applicazione automatica (qui, p.4).
Resilient è un vocabolo inglese che si lega alle caratteristiche di un materiale: significa "elastico, flessibile". Ma non è questo il senso in cui si è riaffermata la volontà €uropeista di "andare avanti". Solo per traslazione, infatti, e in senso ormai indipendente da quello originario, "resilient" viene esteso nel senso di "forte, resistente" riferito all'attitudine di soggetti umani (o creati dall'uomo, cioè delle organizzazioni internazionali che sono pur sempre caratterizzate dalla concreta governance di persone fisiche apparentemente mutevoli, ma in realtà attinte da una ristretta classe dirigente, omogenea e inalterabile nella sua capacità rappresentativa di interessi sociali selezionati e stabiliti una volta per tutte ad esclusione perenne di quelli considerati "non meritevoli").

2. Tutta la "Dichiarazione" è fermissima nel riaffermare i concetti di stabilità (monetaria) e crescita sostenibile (cioè deflazionistica), e la struttura fondamentale di questo nucleo indeclinabile non varia, rendendo pura retorica demagogica il generico riferimento alla "crescita" (in senso generale) e alla "esclusione sociale" (che è la voluta conseguenza delle politiche di svalutazione interna):  queste concessioni generiche e incidentali appaiono il consueto (qui, p.1) metodo €uropeista di predicare proposizioni in apparenza complementari ma a realizzazione congiunta (coscientemente) impossibile, in modo che si realizzi solo l'obiettivo ritenuto fondamentale e irrinunciabile.

Dopo anni di applicazione della moneta unica, - i cui aspetti (v.p.1), segnalati come lacunosi, sono l'intenzionale tecnica di accelerazione degli effetti del free-trade (qui, p.6), in modo tale che, come spiega Draghi, sia consentito applicare un "aggiustamento" via svalutazione interna, e quindi tutto a carico della condizione del lavoro (dilatando la disoccupazione e tagliando le quote salari)-, è anzi veramente privo di qualsiasi credibilità parlare di "valori" e di "leale collaborazione" (tra Stati), per descrivere, addirittura come nuova una direzione "riformatrice", una volontà attuale che conserva, resiste e ribadisce la realtà fortemente competitiva tra Stati e orientata a favorire il mercantilismo, orgogliosamente tradotta nelle disposizioni dei trattati e nella loro applicazione.

3. La "crescita sostenibile" rimane dunque il centro di ogni possibile sviluppo concepibile dalla classe dirigente €uropea e cosa ciò significhi ce lo aveva spiegato il prof.Guarino già negli anni '90 commentando il trattato di Maastricht:
Cosa si intende per crescita «sostenibile» e «non infla­zionistica» e quali siano le «condizioni» e i «ritmi» previ­sti dal Trattato è spiegato nel successivo art. 3 A. 
Non si tratta di nozioni generiche, bensì di concetti definiti con precisione, legati a principi il cui rispetto è assicurato da una serie di regole sistematicamente coordinate. I principi sono due: la stabilità dei prezzi e una econo­mia di mercato aperta alla libera concorrenza." (pp. 67-68)
"Il livello di attuazione dello Sta­to sociale, insieme con le potenzialità produttive del sistema paese e con la qualità della vita, costituiva il frutto superbo della politica dei decenni passati. Questo frutto oggi va rinsecchendosi sotto la pressione delle misure di convergenza. [...]
Il Trattato UE non solo limita l'area della politica per il futuro, ma richiede agli Stati di disfare in larga misura quanto di buono la politica aveva realizzato nel passato, e di provvedervi da soli, tempestivamente e rigorosamente
." (pag. 85).
Le citazioni sono tratte da G. Guarino, "Verso l'Europa ovvero la fine della politica", Milano, Mondadori, 1997. 

4. Sfido chiunque a trovare, rispetto a questa definizione e puntualizzazione, un solo passaggio incompatibile e innovativo all'interno della dichiarazione di ieri.
Eppure i documentari ispirati all'esaltazione del manistesto di Ventotene che vengono, per l'ennesima volta, passati dalla televisione pubblica, parlano di "un'Europa senza confini", come modello di superamento dei nazionalismi statali che avrebbero causato i conflitti €uropei. 
Su questi aspetti, cioè sull'intuizione hayekiana, posta alla base della costruzione europea come espediente "geniale" per disattivare l'intervento dello Stato, nel favorire il temuto pieno impiego e il benessere materiale dei propri cittadini, contando sulla "impossibilità" della solidarietà tra popoli inevitabilmente diversi in un'organizzazione federale "interstatale", abbiamo altrettanto detto molte volte. 

5. Ma il fatto è che i confini non sono per definizione da abolire: anzi, sono da ribadire come un connotato essenziale e irrinunciabile, in un'organizzazione internazionale free-trade che istituisca un'area monetaria che scientemente preveda il solo aggiustamento mediante svalutazioni interne (a cui sono funzionali le famigerate "riforme strutturali"): i confini, come ben sa un greco o un italiano, in quanto assoggettato ai diktat sulla stabilità monetaria, sulla riforma permanente del welfare, sul mercato del lavoro, provenienti dall'€uropa, esistono più che mai.
Ogni persona umana, in €uropa, sa ormai che la propria cittadinanza, caratterizzata dall'essere nato entro certi confini, discendendo da genitori a loro volta residenti entro quei confini, caratterizzerà in modo rigidissimo il suo destino: e non solo, ma in applicazione del paradigma di controllo sociale neo-liberista, questo duro e immutabile destino è anche connotato da un altrettanto duro giudizio morale in via di inasprimento implacabile.
L'€uropa del "vincolo €sterno", degli obiettivi intermedi di pareggio di bilancio informati ai crescenti livelli strutturati (irrevocabilmente) di disoccupazione, è anche questo: disegnare confini burocraticamente dotati della massima rigidità per caratterizzare, con l'andamento delle bilance dei pagamenti e il mito della "competitività" sui mercati - in nome della sfida posta da una globalizzazione dei cui effetti l'€uropa stessa è l'acceleratore, mentre finge di volerli mitigare! -, la virtù morale di milioni di persone e condizionare, verso il basso, in una cornice morale durissima (che le istituzioni €uropee chiamano credibilità) la stessa legittimità dei diritti sociali di questi popoli.

6. Diritti dunque, che al di fuori di questa cornice morale, di questa "crescita sostenibile" improntata alla forte competitività, null'altro sono, nella stessa teorizzazione di Hayek e di Einaudi (v.p.8), che odiosi privilegi e indicazione della "corruzione legalizzata" che gli imbelli e inefficienti parlamenti elettivi nazionali praticano come esecrabile demagogia del consenso.
Di fronte a questa rigidità irrinunciabile, anche nel momento di massima crisi di questa istituzione internazionale "credibile", di fronte a questi confini, inevitabilmente statali, tecnocraticamente soggetti a minuziose regole di punizione, e di condanna morale inappellabile, per interi popoli, l'€uropa riunita a Roma ha insistito, senza alcun dubbio o esitazione, ad affermare che i suoi "valori" e i suoi obiettivi sono sempre quelli e che, dunque, non si presentano ragioni sostanziali, nel quadro politico generale, per mutare questo indirizzo fondamentale.


Tutto ciò che hanno ribadito, in effetti, era già stato enunciato pedissequamente, nel corso di decenni di propaganda mediatizzata, per giustificare la formulazione dei trattati; e si deve presumere che in futuro si debba continuare sempre e solo perseguendo questo indirizzo che non "può" essere sottoposto ad alcuna autocritica.

7. In tal modo, questa classe dirigente europea continuerà ad utilizzare la tecnica degli enunciati complementari a realizzazione congiunta impossibile, che dissimulano il perseguimento dell'unico interesse "efficiente allocativo" delle elites che dominano la governance €uropea, dimensionato su confini statali che, nella realtà istituzional€, vengono così accuratamente conservati,  con la riserva mentale che nuovi inasprimenti, - di realizzazione del lavoro-merce, di distruzione del welfare costituzionale-, sono l'unica via di "sviluppo" possibile.
E questa secondo la "dichiarazione" sarebbe sia una "necessità" che una "libera scelta": sul che ci troviamo del tutto concordi, solo con la precisazione che si tratti di una "necessità" moralisticamente posta per le masse dei cittadini comuni, e una "libera scelta" che ad essi viene del tutto preclusa, potendo solo il network dei rappresentanti delle oligarchie esprimere una propria indiscussa e incontrastabile volontà.
E questa volontà convinta di completare il disegno dell'ordine sovranazionale del mercato sarà dunque il presupposto per il "completamento" irrinunciabile del "disegno" originario del federalismo €uropeo.

8. In questa tecnica di governo neo-liberista, sovranazionale dei mercati, ogni ripensamento e ogni senso di colpa è per definizione escluso
Nel libro "La famiglia Winshaw", Jonathan Coe, fa descrivere a un dei personaggi principali, un politico (ovviamente con forti legami con la finanza e l'industria oligopolistica), convinto assertore del modello thatcheriano, il metodo di governo e di comunicazione che devono caratterizzare l'acquis neo-liberista (pag.301):
"Il trucco è che le carognate bisogna non smetterle di farle. Non dà alcun frutto far passare delle norme scandalose a livello legislativo e dare tutto il tempo di rifletterci su. Bisogna darci dentro, in un crescendo continuo, prima che la gente abbia il tempo di capire che mazzata abbia ricevuto. La coscienza (...delle masse) è fatta a modo suo: ha una coscienza che arriva sì e no alla memoria...diciamo, di un personal computer molto primitivo. Può rammentare solo due o tre cose alla volta".


8.1. E certamente la "dichiarazione" di Roma contiene in sé molta parte di questa concezione, nel suo proiettarsi verso la più intransigente conservazione della "stabilità" e della "crescita sostenibile" antinflazionistica. 
Lo schema sottinteso, ma in realtà ben decodificabile dalle previsioni di tutti i trattati, è descritto con esattezza esemplare dalle parole attribuite al recentemente scomparso Alfredo Reichlin in un articolo su "Il Messaggero" dello scorso 22 marzo: "I mercati governano, i tecnici gestiscono, i politici vanno in televisione"
L'€uropa "federalista" è veramente tutta qua: non ci si può attendere che esprima mai qualcosa di diverso.

13 commenti:

  1. « ogni senso di colpa è per definizione escluso »

    Certo: perché la morale del padrone è dialetticamente opposta a quella dello schiavo (socratico-cristiana stando con Nietzsche): ciò che fa vivere il signore con piacere è strutturalmente in conflitto con ciò che dà piacere, sollievo al servo.

    Il "senso di colpa" è la naturale "difesa" psicologica del codice comportamentale introiettato dalla persona non solo nel suo "essere sociale" e che è funzionale alla migliore convivenza: quest'ultimo è solo corollario al principio primo delle scelte umane: l'istinto alla vita.

    Il "senso di colpa" dovrebbe rimanere sempre "in potenza", ossia è ciò che permette di "far funzionare correttamente" le persone, in senso istintivo. Proprio come il dolore fisiologico, solo legato alla sfera psicologica della "scelta", dell'arbitrio, che è un campo propriamente umano.

    Quando questo viene "liberato" artificiosamente, tramite sovrastrutture ideologiche e religiose, per manipolare l'essere umano, abbiamo risolto il mistero della relazione tra Eros e Thanatos. L'istinto alla vita diviene istinto alla morte. Per la gioia dei liberisti malthusiani.

    « un altrettanto duro giudizio morale in via di inasprimento implacabile »

    Maggiore è la pena inflitta alla vittima parassitata, maggiore sarà la manipolazione tramite senso di colpa, il vero stupro coscienziale che parassita fino all'ultimo spiro il soffio vitale dell'oppresso. Ossia dell'uguale artificiosamente degradato all'innaturale stato sociale di schiavo, o stando con Matrix o il compianto Casaleggio, a "batteria biologica".

    Dei PIIGS non si butta via niente.

    Per il piacere totale è necessario il dolore totale: il totalitarismo non è altro che questo.

    Ossia è l'essenza ultima del Potere dei signori sui servi: « Se vuoi un'immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano - per sempre. » Ci spiegava l'ultimo uomo d'Europa.



    (La massimizzazione del piacere dei pochissimi consiste nella massimizzazione della sofferenza dei moltissismi: senza Politica non ci sono temperamenti che scongiurino all'umanità la distopia orwelliana. Leggersi Platone per credere.
    E se qualcheduno sente qualche "gran maestro" - de me nona - che vagheggia di "tirannie illuminate", che gli si dia del cojone in coro.
    A un tale minus habens sarebbe inutile chiedere «illuminata da chi?» e, soprattutto, illuminata «in favore di chi?» )

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  2. « L'€uropa ricerca il potere esclusivamente per i suoi fini. Il bene degli altri non ci interessa affatto; ci interessa soltanto il potere. Nè la ricchezza, nè il lusso, nè una vita lunga, nè la felicità hanno interesse per noi; ci interessa soltanto il potere, il potere puro. Ti dico subito cosa significa potere puro. [...]
    Noi sappiamo benissimo che nessuno si impadronisce del potere con l’intenzione di abbandonarlo in seguito. Il potere non è un mezzo, è un fine. Non stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere. [...]
    La prima cosa che tu devi capire è che il potere è collettivo. L’individuo raggiunge il potere solo in quanto cessa di essere individuo. [...]
    Tu conosci lo slogan dell'€uropa: "La libertà è schiavitù".
    [che è poi lo slogan del liberalismo classico, ndB]
    Hai mai pensato che si può rovesciarlo? La schiavitù è libertà.
    Fino a quando è solo e libero, l’essere umano è sempre condannato alla sconfitta. Deve essere così, perchè ogni essere umano è condannato a morire, il che costituisce la maggiore di tutte le possibili sconfitte. Ma se egli riesce a fare una completa, totale sottomissione e rinuncia, se riesce a evadere dalla sua stessa identità, se si può completamente immedesimare nell'€uropa, in modo da fare che egli sia l'€uropa, solo allora riesce a essere onnipotente e immortale.
    La seconda cosa che devi capire è che il potere significa il potere sugli uomini. Sul corpo… ma soprattutto sulla mente. Il potere sulla materia, quella che tu chiami realtà esterna, non è importante. Il nostro della materia è già assoluto, totale. [...]
    Noi controlliamo la materia perchè controlliamo lo spirito. La realtà sta dentro il cranio. Tu impari, a poco a poco, "ultimo uomo d'Europa". Non c’è nulla che noi non possiamo fare. Invisibilità… levitazione… tutto! Io potrei librarmi su questo pavimento come una bolla di sapone, se volessi. Non lo voglio, perchè l'€uropa non lo vuole. Devi mettere da parte, devi liberarti di quelle tali cognizioni ottocentesche attorno alle leggi di natura. Le facciamo noi, le leggi di natura.

    [Ultimo uomo d'Europa, ndB] Ma non le fate affatto voi! Non siete nemmeno padroni di tutt’intero questo pianeta. Che dirai dell’Eurasia e dell’Estasia? Non le avete ancora vinte!

    [Il tecnocrate, ndB] Questo non ha nessuna importanza. Le vinceremo quando sarà necessario. E se non lo abbiamo ancora fatto, che differenza ne viene? Le possiamo cancellare dall’esistenza. L’€uropa è il mondo.

    [Ultimo uomo d'Europa, ndB] Ma il mondo stesso non è che un granello di polvere. E l’uomo è piccolo… disarmato! Da quanto tempo esiste? Per milioni di anni la terra rimase disabitata."

    [Il tecnocrate, ndB] Sciocchezze. La terra è vecchia quanto siamo vecchi noi: ha la nostra stessa età. Come potrebbe averne una maggiore? Non esiste nulla se non nella mente dell’uomo. [Lascio riflettere l'importanza della fenomenologia di Husserl che si scaglia contro lo psicologismo e il positivismo, ndB] »

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  3. « [Ultimo uomo d'Europa, ndB] Ma le rocce sono piene di ossa di animali estinti… mastodonti, mammuth, rettili enormi che già vivevano su questo pianeta, moltissimo tempo prima che si sentisse mai parlare dell’uomo."
    "Hai mai veduto queste ossa, UudE? Naturalmente no. I biologi del diciannovesimo secolo le inventarono. Prima dell’uomo non c’era niente. Dopo l’uomo, s’egli dovesse, infine, esaurirsi, non vi sarebbe più niente. Non c’è niente al di fuori e oltre l’uomo."
    "Ma l’intero universo è fuori di noi. Guarda le stelle! Alcune di esse sono lontane da noi milioni di anni-luce. Esse saranno per sempre fuori della nostra portata."

    "Che cosa sono le stelle?" chiese il Tecnocrate senza scomporsi. "Sono frammenti di fuoco distanti qualche chilometro. Potremmo benissimo raggiungerle, se volessimo. Come potremmo anche eliminarle. La terra è il centro dell’universo. Il sole e le stelle ci girano attorno."

    L'Ultimo uomo d'Europa ebbe nuovamente un sussulto. Ma stavolta non disse nulla. Il tecnocrate continuò, come se rispondesse mentalmente a un’obiezione mossagli dall'Ultimo uomo d'Europa.

    In un certo senso, e per certi determinati fini, naturalmente, questo non è vero. Quando navighiamo sull’Oceano, ovvero quando dobbiamo predire un’eclissi, risulta assai più conveniente ritenere che sia la terra a girare intorno al sole e che le stelle si trovino a milioni di milioni di chilometri di distanza. E con ciò? Credi davvero che non sia possibile stabilire un doppio sistema astronomico? Le stelle possono essere vicine o lontane, a seconda delle necessità che ci si presentano. Credi davvero che i nostri matematici non arrivino a dimostrare una simile verità? Ti sei già scordato del bispensiero?

    "Ma tutto ciò non è che una parentesi, una digressione" aggiunse in un tono diverso di voce. "Il potere reale, quello per cui noi combattiamo notte e giorno, non è il potere sulle cose ma il potere sugli uomini."

    Tacque, e per un momento riprese quella sua aria da maestro di scuola che fa le domande a uno scolaretto promettente:
    "Come fa un uomo ad affermare il suo potere su un altro uomo, UudE?"

    L'ultimo uomo d'Europa ci penso un po’ su. "Facendolo soffrire" disse infine.
    "Esattamente. Facendolo soffrire. L’obbedienza non basta. Se egli non soffre, come si fa a essere sicuri che non sta obbedendo alla sua volontà, anzichè alla tua?

    Il potere consiste appunto nell’infliggere la sofferenza e la mortificazione. Il potere consiste nel fare a pezzi i cervelli degli uomini e ricomporli in nuove forme e combinazioni di nostro gradimento. Riesci a vedere, ora, quale tipo di mondo stiamo creando? Esso è proprio l’esatto opposto di quella stupida utopia edonistica immaginata dai riformatori del passato. Un mondo di paura, di tradimenti e di torture, un mondo di gente che calpesta e di gente chè è calpestata, un mondo che diventerà non meno, ma più spietato, man mano che si perfezionerà. Il progresso, nel nostro mondo, vorrà dire soltanto il progresso della sofferenza. Le civiltà del passato pretendevano di essere fondate sull’amore e sulla giustizia. La nostra è fondata sull'odio.
    [Sulla "forte competizione", ndB] »

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  4. « L’istinto sessuale verrà sradicato. La procreazione diventerà una formalità annuale come il rinnovo della tessera annonaria. Noi aboliremo lo stesso piacere sessuale. I nostri neurologi stanno facendo ricerche in proposito. Non esisterà più il concetto di lealtà, a meno che non si tratti di lealtà verso l'€uropa.

    Non ci sarà più amore, eccetto l’amore per il Mercato. Non ci sarà più il riso, eccetto il riso di trionfo su un nemico sconfitto. Non ci sarà più arte, più letteratura, più scienza. Una volta onnipotenti, non avremo più alcun bisogno della scienza. Non ci sarà più alcuna distinzione tra la bellezza e la bruttezza.
    [Medievizzazione e relativismo assiologico, ndB] Non ci sarà più alcun interesse, alcun piacere a condurre l’esistenza. [Apatia e depressione, ndB]

    Nel nostro mondo non vi saranno altri sentimenti che la paura, il furore, il trionfo e l’automortificazione. Tutto il resto verrà distrutto, completamente distrutto. Già stiamo abbattendo i residui del pensiero che erano sopravvissuti da prima della Controrivoluzione neoliberale. Abbiamo abolito i legami tra figli e genitori, tra uomo e uomo, tra uomo e donna
    [conflitto intergenerazionale e di diritti cosmetici, ndB]. Nessuno ha più il coraggio di fidarsi della propria moglie, del proprio figlio; nel futuro non ci saranno nè mogli, nè amici. I bambini verranno presi appena nati alle loro madri così come le uova vengono sottratte alle galline.

    Ma ci sarà sempre, intendimi bene, Ultimo uomo d'Europa, l’ubriacatura del potere, che crescerà e si perfezionerà costantemente e costantemente diverrà più raffinata e sottile. Sempre, a ogni momento, ci sarà il brivido della vittoria, la sensazione di vivido piacere che si ha nel calpestare un nemico disarmato
    [un pensiero a Gheddafi è necessario, ndB]. Se vuoi un simbolo figurato del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano… per sempre." [...]

    "E ricordati che ciò sarà per sempre. Il volto umano si troverà sempre lì, per essere calpestato. L’eretico, [il populista, ndB], che è il nemico della società, si troverà sempre lì, in modo da poter essere sempre sconfitto e mortificato di nuovo. Tutto quel che tu hai dovuto sopportare da quando sei nelle nostre mani, tutto ciò continuerà per sempre, e anche peggio. Le spiate, gli appostamenti, i tradimenti, gli arresti, le torture, le esecuzioni, le sparizioni non avranno mai fine. Sarà un mondo di terrore e di trionfo.

    Più l'€uropa è potente e meno essa sarà tollerante, più debole sarà l’opposizione e più intenso e spietato sarà il dispotismo. Quarantotto, Bagnai e le loro eresie vivranno per sempre. Ogni giorno, ogni momento esse saranno sconfitte, screditate, messe in ridicolo, svillaneggiate… eppure continueranno per sempre a sopravvivere.

    Questo dramma che io ho recitato con i no-euro per sette anni sarà recitato ancora, innumerevoli volte, di generazione in generazione, e sempre in una forma più raffinata della precedente. Avremo sempre gli eretici a nostra disposizione che invocano pietà, che urlano per il dolore, rotti, battuti, miserabili… e infine profondamente pentiti, salvati dai pericoli che erano in loro medesimi, strisceranno ai nostri piedi, di loro propria iniziativa.

    Questo è il mondo che stiamo preparando, Ultimo uomo d'Europa. Un mondo di vittoria su vittoria, di trionfi su trionfi su trionfi: una spinta, e una spinta, e una spinta all’infinito, sul nerbo del potere. Comincio a pensare che tu stai per intuire come sarà il mondo futuro. Ma infine tu farai qualcosa di più che intuirlo e comprenderlo. Tu lo accetterai, tu ne auspicherai l’avvento, tu ne diventerai parte."
    »

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  5. « L'Ultimo Uomo d'Europa aveva ripreso coraggio per parlare. "Non potete!" disse debolmente.

    "Che cosa vuoi dire, Ultimo uomo d'Europa?"

    "Non potete creare un mondo come quello che hai or ora descritto. È un sogno. È impossibile."
    "Perchè?"
    "È impossibile fondare una civiltà sulla paura, sull’odio, sulla crudeltà. Non potrà mai durare."
    "E perchè no?"

    "Non avrebbe vitalità. Si disintegrerebbe. Ucciderebbe se stessa."

    "Sciocchezze! Tu hai la falsa impressione che l’odio consumi più che l’amore. Perchè mai dovrebbe essere così? E se così fosse, quale conseguenza ne verrebbe? Fa’ conto che noi decidiamo di logorarci più velocemente degli uomini del passato. Fa’ conto che noi riusciamo a sveltire il ritmo della vita umana in modo che una persona incominci a essere vecchia a trent’anni. Che differenza ne viene? Non hai ancora capito che la morte dell’individuo non è morte? L'€uropa è immortale."

    "Non so… non me ne importa gran che… Ma in qualche modo verrete sconfitti. Qualche cosa vi sconfiggerà. La vita vi sconfiggerà."

    "Noi controlliamo la vita, UudE, in tutti i suoi gangli. Tu ti sei messo in testa che esista qualcosa come una natura umana che verrebbe talmente oltraggiata da ciò che noi stiamo facendo da ribellarsi contro di noi. Ma siamo noi a creare la natura umana. Gli uomini sono infinitamente malleabili. Oppure sei tornato a capo a quella tua vecchia idea che i proletari e gli schiavi si rivolteranno e ci abbatteranno? Mettitelo bene in testa. Essi sono impotenti e disarmati, come gli animali. L’umanità è l'€uropa. Gli altri sono esclusi… entità trascurabili."

    "Non me ne importa. Alla fine vi sconfiggeranno. Prima o poi vi vedranno per quel che siete realmente e vi faranno a pezzi."
    "Riesci a vedere una qualche prova che ciò stia accadendo, o qualche ragione perchè debba accadere in seguito?"
    "No. Semplicemente lo credo. Io so che alla fine sarete sconfitti. C’è qualche cosa, nell’universo… non so, un qualche spirito, un qualche principio… che non riuscirete mai a sopraffare."

    "Credi in Dio, UudE"
    "No."
    "E allora quale può essere questo spirito che ci annienterà?"
    "Non lo so. Lo spirito dell’Uomo."
    "E tu, ti consideri forse un uomo?"
    "Sì."
    "Se tu sei un uomo, no-euro, tu sei l’ultimo uomo. La tua specie è estinta; noi ne siamo gli eredi. Ti rendi conto che sei solo? Tu sei fuori dalla storia, tu non esisti."
    »

    Questa non è distopia: è ed è sempre stata la realtà in cui siamo vissuti.

    Che fare?

    Io esco in bici, poi mi metto a studiare e a scrivere.

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  6. A proposito di parole, avete mai notato come il verbo "competere" è sprovvisto di participio passato e quindi anche di tempi composti, così come il suo passato remoto, benché formalmente esistente, è praticamente inutilizzato (io, quantomeno, non l'ho mai incontrato)? Forse che nessuno, fra quelli che hanno adottato uno stile di vita basato sulla perenne "competizione", è mai invecchiato abbastanza per raccontarlo in giro?
    E per la serie "Domande ineludibili dalle risposte sfuggenti" per oggi è tutto.

    Le roi est mort, vive le roi!

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  7. E’ drammaticamente esilarante pensare ai nostri politici in perenne “libera uscita”, ospiti di talk show, con la fregola di rispondere alle domande degli espertoni di turno, mentre le chiavi di casa sono altrove! Perciò nel 1972 Basso non poteva che trovare piena conferma di quanto dallo stesso intuito già nel 1949 con i tre scritti dal titolo “Ciclo totalitario”, ovvero l’inesorabile decadimento del Parlamento (e dei suoi miseri figuranti). Le conclusioni, a quarant’anni di €uropotere completamente dispiegato, suonano come una sentenza inappellabile:

    … a misura che i partiti, soprattutto della classe operaia, si rafforzavano in parlamento e il parlamento non era più allora la sede riservata alla classe dominante, diventava sempre più difficile consentire al parlamento di esercitare un potere effettivo e la classe dominante doveva trovare altre forme, altri canali extra-istituzionali per esercitare il potere spogliandone il parlamento…

    … ed allora mi sembra si possa dire che il fatto che ciò nonostante la classe dominante, il sistema, lo mantenga in vita, cioè mantenga quello che è stato in passato una bandiera di democrazia o di progresso democratico, e lo mantenga in una società in cui esso non risponde più ai bisogni e al ruolo a cui ha assolto in passato, significa che la sua funzione è mutata: non è più l'organo supremo del potere politico, ma si deve far finta che lo sia perché possa continuare a parlarsi di un potere democratico. Il potere effettivo, che tende a diventare sempre più oligarchico, si serve ora di canali extra-istituzionali per aggirare il parlamento e prendere le sue decisioni al di fuori di esso…

    Con il pretesto di rispettare antiche e venerande tradizioni, si lascia sussistere il parlamento press'a poco come era un secolo fa, e in tal guisa lo si riduce sempre più al ruolo di paravento dall'apparenza democratica, di vernice democratica che viene data su una società la quale tende, viceversa, ad essere sempre più oligarchica e sempre meno democratica …
    ” [L. BASSO, Potere e Parlamento, in Potere e istituzioni oggi, Torino, 1972, 1-27].

    Il potere sovrano ridotto a pura rappresentanza e rappresentazione. (segue)

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  8. I resilienti hanno a piene mani attinto dal “manuale del reazionario” di Nietzsche (oggetto di flirt privilegiato da parte dell’asinistra cosmetica) in cui l’antinazionalismo è la nuova frontiera della vernice democratica: ovvero, l’€uropa come “luogo naturale dello spirito libero”.

    Ripetiamolo:

    … Alla fine possiamo dirlo con certezza la sfiducia verso qualsiasi governante, la comprensione dell’inanità e del logorio di queste lotte meschine spingeranno gli uomini a una decisione affatto nuova: di abolire l’idea di Stato, eliminare la contrapposizione tra pubblico e privato. Le società private assorbiranno via via gli affari dello Stato; persino il residuo più tenace che resterà della vecchia attività del governare (per esempio quella volta a garantire i privati dai privati) finirà per essere svolta da imprenditori privati. Il disprezzo, la decadenza e la morte dello Stato, la liberazione della persona privata …sono la conseguenza del concetto di Stato democratico; questa è la sua missione. Se esso avrà adempiuto al suo compito, se saranno suoerate tutte le ricadute della vecchia malattia, sarà stata aperta una nuova pagina nel libro di favole dell’umanità…

    la democrazia moderna è la forma storica della decadenza dello Stato. La prospettiva aperta da questa sicura decadenza non sarà del tutto infelice: di tutte le doti umane, le meglio sviluppate sono l’accortezza e l’egoismo; se lo Stato non soddisferà più le esigenze di queste forze, non subentrerà il caos, ma sullo Stato prevarrà un’invenzione più adeguata. Quante forze organizzatrici l’umanità non ha già visto morire…Noi stessi vediamo farsi sempre più pallido e impotente l’importante concetto di diritto e di forza della famiglia, che ovunque una volta predominava…Così una generazione futura vedrà anche lo Stato perdere di importanza…
    ” [F.NIETZSCHE, Umano troppo umano, Ed. Newton, Roma, 2003, 19°-193].

    La groβe Politik degli irenici Stati Uniti d’€uropa è stato lo sbocco naturale, la nuova invenzione più adeguata, quella delle élites vampire.

    Ci sarà mai stato un un momento in cui non abbiamo vissuto in sogno?

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    1. Il problema del "nostro" è che aveva fatto sesso in vita sua solo una volta e per di più contraendo la sifilide.

      Per questo motivo "profetava" senza aver la minima nozione pratica del concetto di famiglia e di ordinamento dello Stato di cui teorizzava, così brillantemente, la sostituzione per obsolescenza.
      In pratica, non poteva rendersi conto.

      Ma chi ha abbracciato e strumentalizzato certe sue intuizioni (neanche tutte: solo quelle "convenienti"), si rende conto molto bene...

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    2. Oh 48 finalmente! e non se ne può più di ritrovarsi questo corvo torvo perché storpio e infelice posto sul piedistallo autorevole della sibilla! "Non credevate a lui, ma alla sua tetraggine"(circa).
      Ed essi, ovviamente e come sempre, ne hanno approfittato.

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  9. Ma per l'appartenente medio all'asinistra "fa figo" essere nietzschiani, essere un po' scapigliati, eccentrici, sessantottini maudits. Senza capire ovviamente una emerita fava.

    Mi sa che i sinistrati non hanno fatto sesso nemmeno una volta. Anche questo potrebbe aver influito

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  10. Il debito estero italiano secondo Tradingeconomics è letteralmente esploso, da +-800 Mrd. a +-2200 Mrd.
    Fake o realtà. Come è possibile che il debito estero italiano nel arco di 1 solo trimestre sali quasi del 200%.

    debito estero italiano

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  11. Off Topic: segnalo il mitologico Rino Formica, che dice ad alta voce cio' che il 99,9% dei politici o non ha messo a fuoco, o non ha il coraggio di dire:

    "Se non capiamo che il problema è il conflitto che c' è tra modello sociale e misure comunitarie non arriviamo a nulla». Si riferisce all' Italia? «Sì. La prima parte della Costituzione definisce il modello sociale del nostro Paese. Si parla di lavoro. Non di mercato, concorrenza, profitto. Quindi la domanda conseguente e logica è: sono in grado i governanti di rispettare i vincoli imposti dall' Europa senza entrare in conflitto con la carta costituzionale? Evidentemente no».

    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/anche-formica-rino-suo-piccolo-si-incazza-anniversario-144572.htm

    un saluto

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