Diallele
1. Provo a fare un post "di scenario" ed utilizzo l'ultimo Bollettino EIR versione italiana.
Questi bollettini, che gentilmente mi sono inviati ogni settimana, hanno un duplice pregio:
a) anzitutto, sono un punto di vista statunitense (e di lungo corso). Certo, sono solo "uno" dei possibili punti di vista di provenienza USA, ma il solo fatto che ancora esistano, è un valore indicativo in sè;
b) sono comunque volti a fornire una visione di scenario mondiale e, a prescindere dalla condivisibilità delle spiegazioni causali prescelte e dalle priorità che appaiono suggerire, si fondano su una buona capacità di dare notizie su fatti e dati che, altrimenti, il sistema mediatico mainstream priverebbe di ogni risalto (privando quindi le opinioni pubbliche occidentali di ogni chance di comprendere cosa realmente stia accadendo nel mondo).
2. Fatta questa dovuta premessa, proviamo a mettere insieme alcune notizie e analisi contenute nei due ultimi bollettini (n.40 e 41), esponendoli secondo la priorità che risulta oggettivamente attribuita dal sistema mediatico mainstream, in modo da realizzare un (ormai inconsueto) contraddittorio tra visioni diverse comunque legittimamente formulate. Le varie tematiche selezionate saranno integrate da alcuni links da me apportati secondo l'usanza di ricerca documentata che caratterizza questo blog.
La stretta connessione, ovvero "interdipendenza" tra le varie tematiche, inoltre, corrisponde ad un'evidenza che dovrebbe essere chiara a chi frequenta questo blog (v. in particolare qui p.4 per una sintesi sostanziale). Se non lo fosse, sarebbe...preoccupante.
3. Cominciamo dunque dalla questione Catalogna (più che mai agli "onori della cronaca" in queste...ore). Facciamo precedere l'analisi da questi dati (i tagli della spesa sociale in Catalogna, operati proprio dai partiti al governo "autonomo", ora indipendentisti, sono quasi il doppio della media spagnola):
La
crescita del movimento indipendentista catalano è in gran parte conseguenza
della politica di austerità imposta dall'Unione Europea e dalla BCE a seguito
del crac finanziario del 2008 e dei salvataggi bancari. La disoccupazione supera
il 20% (per i giovani il 50%) e molti lasciano il Paese in cerca di un
lavoro.
Secondo
la banca centrale spagnola, lo stato ha speso 54,3 miliardi per salvare le
banche fallite, di cui solo 3,8 sono stati rimborsati e altri dieci si prevede
rientrino nel futuro. Questo significa che i contribuenti hanno versato 40
miliardi per salvare le banche.
La
Catalogna sta meglio di altre regioni della Spagna, ma la mancanza di una
prospettiva e altre considerazioni politiche hanno alimentato lo scontento (in tal senso si veda l'analisi compiuta, significativamente, dall'Aspen Institute: "Puntare sul tot o res (“tutto o niente”), e prolungare infinitamente il procés sobiranista,
presentando l’indipendenza come la panacea di tutti i mali, serve poi
al governo catalano per evitare di fare i conti con una società che è
stata colpita duramente dalla crisi economica e che ha sofferto le
politiche di austerità applicate con zelo non solo dal PP, ma anche
dalla formazione di Puigdemont, che governa la regione dal 2010.). La
soluzione non sta in uno staterello indipendente.
Il
2 ottobre, all'indomani
del referendum e della repressione
brutale ordinata da Madrid, il Movimento di LaRouche in Spagna ha pubblicato una
dichiarazione proponendo un paradigma diverso: "La vera secessione di cui si
dovrebbe discutere in Spagna non è quella della Catalogna, che bene farebbe per
solo i giochi geopolitici della City di Londra e di Wall Street, ma quella della
Spagna dal sistema fallito e genocida dell'Unione Europea e della Troika, che è
l'espressione europea del fallito sistema monetario le cui misure di austerità
hanno lasciato milioni di spagnoli senza futuro. Una Spagna unita deve
dichiarare la propria indipendenza, riappropriarsi della sovranità nazionale e
unirsi alla Nuova Via della Seta".
C'è
un altro aspetto, meno ovvio, del proliferare di istanze separatiste in Europa,
di cui ha parlato Karel Vereycken, ex portavoce elettorale di Jacques Cheminade,
in un'intervista per Sputnik il 6
ottobre. Per gli irriducibili euristi nella tradizione di Leopold Kohr, un
sodale di Winston Churchill, "i grandi stati nazionali europei devono essere
frantumati in piccole entità di 5-8 milioni di abitanti, per far sì che la
popolazione europea accetti un superstato sovrannazionale UE", ha spiegato
Vereycken. "Questo vale sia per la Catalogna sia per molte altre regioni, tra
cui le Fiandre, la Scozia e la Lombardia".
Questi
piani esistono da decenni, ma ora diventano più o meno attuali a seconda delle
circostanze. Per quanto riguarda la Spagna, non trascuriamo il fatto che il
governo ha recentemente espresso l'intenzione di partecipare alla Belt and Road
Initiative cinese, il che potrebbe costituire un casus
belli per l'UE.
3.1. Appare utile capire meglio la figura e il pensiero di Kohr, il cui libro più noto è intitolato "La rottura (id est: "scomposizione") delle Nazioni". Propongo una estrema sintesi del suo pensiero, che si muove tutto all'interno della ventoteniana concezione per cui gli Stati, a prescindere dalla distinzione delle loro dimensioni nazionali e territoriali nonché dalle vicende storiche che li caratterizzano, siano guerrafondai e imperialisti (anche se, almeno, lo presupponeva sulla base della eccessiva grandezza di tali organizzazioni statali, introducendo un elemento imprecisato e che, muovendo dagli Stati Uniti e dall'Impero britannico, nei quali si era formato e insediato, e dalla considerazione dell'Impero asburgico, in cui era nato, risulta fuorviare "in apice" la sua intera visione):
"La causa di tutte le forme di miseria sociale è una sola: la
grandezza … La grandezza, ovvero sia il raggiungimento di dimensioni
eccessive, non rappresenta uno dei tanti problemi sociali, ma
costituisce il solo ed unico problema dell'universo …
Il pensiero di Kohr è stato una fonte importante di ispirazione per il movimento verde, il bioregionalismo e i movimenti anarchici. Ha inoltre influito sul pensiero di Ernst Friedrich Schumacher, che si è ispirato a Kohr per il suo libro "Small Is Beautiful".
4. Il "taglio" della notizia relativa alla Catalogna, rinvia direttamente al tema della sostenibilità del paragidma euro-federalista e, in particolare, date le sue indubbie origini, a quella dell'eurozona (v. qui "premessa-addendum), (sarebbe peraltro praticamente impossibile riferirsi solo ad alcuni post su questo tema, dato che tutto il blog lo affronta da anni).
La riserva che non ci si può esimere dall'esprimere, su quanto detto nella seconda parte, è che qualunque siano l'origine e le supposte finalità di una banca, l'elargizione del credito "interstatale" non elimina l'obbligo di restituzione e si fonda sulla concessione di una fiducia, da parte del creditore, sempre sottoposta alla "conformazione" del debitore a determinate "condizionalità" (qui, pp. 4-5) che ne limiteranno la libertà di agire futura (cioè la sovranità e l'autodeterminazione democratica: non ci sono mai pasti gratis):
I
recenti sviluppi sottolineano le due dinamiche fondamentalmente opposte, che
stanno evolvendo nel mondo in questo momento. L'approccio geopolitico degli
ultimi decenni negli Stati Uniti e in Europa si sta rivelando fallimentare e
sempre più manifestamente contrario al bene comune (ahia!).
La
rivolta contro questo paradigma è risultata evidente nel voto sulla Brexit,
nella sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali americane e nella
vittoria del candidato anti-establishment Donald
Trump, seguita dal referendum in
Italia, nel quale vinse il "No" ai cambiamenti della Costituzione che avrebbero dato più poteri all'Unione Europea. Questa tendenza è stata confermato dalle
elezioni politiche in Germania lo scorso 24 settembre, con la sconfitta storica
dei due partiti principali (CDU-CSU ed SPD) e l'ascesa allarmante del partito
Alternative fuer Detuschland (AfD). Non sorprende che l'AfD sia particolarmente
forte negli stati orientali della Germania, colpiti da profonde ingiustizie
sociali dopo la riunificazione, nel nome del liberismo.
Il referendum sull'indipendenza della Catalogna in
Spagna è un'altra espressione del fallimento della politica dell'UE e della BCE
(vedi sotto).
In
tutti questi casi, cresce il divario tra ricchi e poveri e la popolazione non si
sente più rappresentata e difesa dalla propria classe politica. L'imminente crac
del sistema finanziario transatlantico e le rinnovate proposte di schemi
di bail-out (salvataggio) e bail-in (prelievo forzoso), con cui saranno i risparmiatori a pagare il conto della speculazione finanziaria,
aumenta la rabbia popolare.
L'altra
dinamica, quella benefica, è determinata dalla proeizione esterna del miracolo
economico realizzato dalla Cina negli ultimi decenni, forse il più grande nella
storia. Pechino ha invitato tutti i Paesi ad aderire alla sua Iniziativa Belt
and Road, che ha già consentito un'esplosione di sviluppo economico.
Per
i cosiddetti Paesi del terzo mondo, la differenza fondamentale dal modello
monetaristico transatlantico è che oggi, per la prima volta, essi hanno accesso
al credito per sviluppare la propria economia. La Cina ha creato la Banca
Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture (che annovera ora ottanta
membri), il Fondo per la Nuova Via della Seta e il Fondo per la Nuova Via della
Seta Marittima, mentre i BRICS hanno creato la Nuova Banca per lo Sviluppo. In
questo contesto, il credito verrà elargito per progetti concreti di sviluppo in
Asia, Africa, America Latina e via dicendo. Ciò ha generato uno spirito
completamente nuovo, come ha sottolineato Helga Zepp-LaRouche. Questi Paesi
cominciano a nutrire la speranza, per la prima volta da decenni, di superare il
sottosviluppo e la povertà.
In
novembre, Donald Trump visiterà la Cina e incontrerà
altri leader asiatici durante i
vertici che si terranno in Asia. La questione centrale sarà la scelta della
dinamica da parte degli Stati Uniti. Trump ha indicato spesso l'intenzione di
rompere con "la palude" di Washington e con gli interessi finanziari che la
alimentano, noti anche come "Deep State". Resta da vedere se avrà la competenza
e il sostegno popolare per farlo, ma il movimento di LaRouche è impegnato a
mobilitarsi per raggiungere questo obiettivo.
5. E, traendo dal bollettino precedente (n.40) la sostenibilità appare escludibile, in modo drammatico, dalla effettiva sostanza delle euro-riforme proposte nonché dalla direzione invariabile delle politiche incentrate sul monetarismo (ormai acriticamente inerziale) e sulle banche centrali indipendenti:
Benché
la Federal Reserve abbia annunciato il 20 settembre che in futuro non sostituirà
i titoli acquistati dalle banche che giungono a scadenza, il volume degli
acquisti da parte di tutte le banche centrali continuerà ad aumentare almeno
fino al 2020, secondo un rapporto stilato da Capital
Economics. "Quindi, siamo ben lontani da una sterzata globale. A
prescindere dalla Fed, nel prossimo futuro gli operatori di mercato non dovranno
rinunciare al carburante a basso costo per far salire i corsi azionari", hanno
scritto gli analisti svizzeri in un rapporto del 2 ottobre.
Quel
carburante sta infiammando non solo le azioni, ma ogni sorta di titoli tossici,
esattamente come il processo che portò al crac del 2008. Un nuovo rapporto di
Allianz lancia l'allarme sul debito globale,
mentre Bloomberg scosta il velo sul
riemergere della bolla dei CDO, i titoli derivati più tossici.
"La
propensione all'indebitamento è nettamente aumentata di nuovo", afferma Michael
Heise, economista capo di Allianz, nel "Global Wealth Report 2017" (vedi). Il debito delle famiglie è aumentato del 5,5% lo scorso
anno, superando la crescita del PIL globale (4,5%) per la prima volta dal 2007.
Se si considera che nel PIL c'è tanta finanza, il rapporto tra i due è ancora
più marcato.
Ma
questo è niente. La bolla del debito obbligazionario negli Stati Uniti
d'America, espolsa dai 7 mila ai 14 mila miliardi di dollari nel periodo
2010-2016, si sta gonfiando ulteriormente grazie ai titoli spazzatura, cresciuti
di 800 miliardi solo nel 2017. Questo debito viene impacchettato da Citigroup e
altre banche di Wall Street assieme a titoli meno tossici, nella forma dei
famigerati CDO (Collateralized Debt Obligation), che hanno fatto la loro
ricomparsa quest'anno. Di fronte a un numero crescente di insolvenze e
all'accenno di rialzo dei tassi, questa bolla è matura per un crac in stile
2008.
Il
debito-spazzatura comprende sia titoli denominati tali sia prestiti a leva
(prestiti a imprese già sovraindebitate, spesso usati per acquisizioni). Come ha
rilevato un articolo
di Bloomberg il 26 settembre a
firma Llisa Abramovitz, questi due tipi di debito ad "alto rendimento" sono
diventati praticamente indistinguibili. I nuovi debiti-spazzatura vengono ora
contratti senza covenant, cioè senza clausole
vincolanti che in qualche modo tutelano il finanziatore, per cui niente
impedisce alle imprese di passare la spazzatura a uno, due o molti altri
finanziatori allo stesso tempo, ficcandosi in una spirale di debito impagabile.
I grafici pubblicati dalla Abramovitz mostrano che il "debito-spazzatura" creato
nel 2017 è di un terzo maggiore di quello degli anni precedenti.
La
lista delle imprese sovraindebitate include nomi illustri come ExxonMobil, il
cui debito è quadruplicato nel periodo 2006-2016, a fronte di entrate scese
quasi del 40% (a causa del declino del prezzo del petrolio) e utili
e cash-flow crollati di oltre
l'80%. Chiedendosi che cosa abbia fatto ExxonMobil con tutti quei soldi presi a
prestito, Zero Hedge nota che nel
periodo preso in esame le azioni di Exxon Mobil sono salite del 20%! Exxon non è
un caso raro, e Zero Hedge fa altri
esempi di imprese, tra cui General Electric, che si trovano nella stessa,
bizzarra situazione (vedi).
Questo
vuol dire che il sistema finanziario globale è nuovamente lanciato verso uno
schianto. Non c'è modo di impedirlo, ma si può impedire che distrugga la
produzione, i posti di lavoro e i risparmi delle famiglie, separando il settore
bancario commerciale da quello speculativo, erigendo una muraglia invalicabile
tra la bolla e l'economia reale.
6. I temi finora esposti, nel complesso, ci riportano a come cercare di interpretare la fase in cui si trovano i più importanti Stati-membri dell'eurozona, dato che esiste un'evidente interdipendenza tra sistemi finanziari USA e €uropeo, segnatamente tedesco. Vediamo dunque (ancora dal bollettino n.40), la situazione politica in Germania, che non è affatto scontata come appare ai "commentatori" italiani, non si sa perché illusi di aver interesse alla perpetuazione dello "status quo" e delle linee di tendenza dell'eurozona:
Benché
i due principali partiti (CDU-CSU e SPD) abbiano subìto dolorose perdite nelle
elezioni politiche del 24 settembre, la classe politica tedesca affronta le
trattative per un nuovo governo nella finzione della normalità. Si punta sulla
coalizione tra democristiani (CDU-CSU), liberali (SPD) e Verdi, detta "Giamaica"
dai colori dei tre partiti che ricordano la bandiera dello stato caraibico. Ma
le differenze tra gli aspiranti a questo matrimonio a tre sono apparentemente
inconciliabili.
La
pretesa determinazione a continuare sulla linea dei parametri esistenti è
particolarmente preoccupante alla luce di un'imminente crisi finanziaria,
peggiore di quella del 2007-2008, come ha sottolinato Helga Zepp-LaRouche in una
dichiarazione intitolata "Einstein aveva ragione: solo gli sciocchi ripetono gli
stessi errori sperando in un risultato diverso" (vedi).
Tuttavia,
un cambiamento significativo è già avvenuto, con l'uscita di scena del potente
ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che ha annunciato di voler passare
alla prestigiosa ma quasi irrilevante funzione di Presidente del Parlamento. La
decisione è vista come concessione all'FDP, il
cui leader Christian Lindner aveva
anticipatamente dichiarato che in caso di partecipazione al governo avrebbero
richiesto il Dicastero delle Finanze e non quello degli Esteri, che di solito
spetta al partner di
coalizione.
In
un video su facebook.com, Lindner ha chiarito che la
questione non riguarda le persone ma i contenuti. "Non abbiamo bisogno di un
nuovo Ministro delle Finanze, ma di una nuova politica finanziaria", ha
dichiarato, spiegando succintamente: nessun nuovo debito a livello europeo e
nessun trasferimento finanziario verso i Paesi indebitati (de
facto uno stop al
processo di integrazione), e un cambiamento nella politica monetaria della BCE.
Nel corso della campagna elettorale, Lindner aveva anche battuto il tasto della
politica energetica, chiedendo la fine delle sovvenzioni alle cosiddette
rinnovabili, e della politica estera, chiedendo la fine delle sanzioni contro la
Russia e persino il riconoscimento – benché temporaneo – della Crimea.
Nel
mondo produttivo della Germania c'è un ampio consenso su queste posizioni,
premiate dal risultato elettorale. Ma una coalizione "Giamaica" è vista più come
una continuazione della vecchia politica piuttosto che un veicolo per il
cambiamento. Perciò, riprendendo Helga Zepp-LaRouche, "potrebbe durare mesi
prima che si possa formare un governo, e non è escluso che alla fine si torni
alla Grande Coalizione, stavolta senza Merkel".
Quest'ultima
ipotesi non è peregrina, dato che il capogruppo uscente dell'SPD, Thomas
Oppermann, ha dichiarato in una trasmissione televisiva che la SPD potrebbe
rivedere la decisione di andare all'opposizione, nel caso che la Merkel non sia
più Cancelliere. Un rientro della SPD nella Grosse Koalition lascerebbe la CSU
libera di svincolarsi dal governo e riprendersi gli spazi a destra attualmente
occupati dalla AfD.
Per
coloro che si atteggiano a "salvatori dell'UE", come Jean-Claude Juncker, Donald
Tusk o il maldestro Emmanuel Macron, le roboanti dichiarazioni di "avanti tutta"
con l'integrazione europea riflettono un distacco dalla realtà forse superiore a
quello dell'establishment tedesco.
7. Abbiamo più volte evidenziato, e anche di recente ribadito, che la "crisi interna" degli USA sia pregiudiziale alla "liberazione" dell'eurozona (qui, p.4).
Ecco al riguardo alcune non sorprendenti prospettive nell'imminente futuro (naturalmente da prendere con le dovute riserve, data la scontata ed enorme capacità di reazione delle forze economico-finanziarie contrarie a tali sviluppi). Da rimarcare come, nell'esposizione che segue, sia centrale il punto del "come" finanziare qualsiasi intervento di interesse generale sul territorio, una volta che si dia per scontata (come non è) la logica che le varie circoscrizioni (comunque denominate) di uno Stato federale siano "politicamente" portatrici di un debito ad esse ascrivibile come solo "proprio", secondo la configurazione giuridico-istituzionale del "debitore di diritto comune"; in corrispondenza, questo debito (territoriale) di diritto comune, risulterebbe dannoso per le altre aree non altrettanto indebitate, consolidando nel senso comune l'idea-guida delle "scarsità di risorse" istituzionalizzata, v. p.1, (e dunque del dominio del settore finanziario privato).
8. Non è difficile capire (o forse è lo è fin troppo...) che questa logica privatistico-finanziaria della "scarsità di risorse" e del conseguente conflitto sezionale-territoriale tra parti della comunità privata della sovranità democratica, corrisponde a quella della negazione dell'unità della sovranità fiscale di uno Stato e, quindi, dell'unità della sovranità monetaria che si lega al raggiungimento dei suoi compiti a livello centrale-federale (il tema è particolarmente scottante in Catalogna così come in Italia). Sono questi i limiti "paradigmatici" che traspaiono dalle pur lodevoli finalità delle soluzioni auspicate dall'EIR.
Di cui comunque va evidenziato il "preannunzio" di un possibile radicale cambiamento delle politiche economico-fiscali seguite negli USA - nella finalità e nella direzione della spesa, non tanto nei volumi del deficit del bilancio federale- e, di conseguenza, della possibile divaricazione tra paradigma USA e quello dell'eurozona (minando una delle più forti ragioni dell'accanimento terapeutico di quest'ultimo):
Il
31 agosto il LaRouche Political Action Committee ha lanciato una mobilitazione
nazionale, con una dichiarazione dal titolo "I disastri naturali sono originati
da Wall Street", nella quale sottolinea che l'America ha bisogno urgente di
"azioni, e azioni subito" per costruire le nuove infrastrutture che avrebbero
potuto impedire quei disastri
(vedi SAS 36/17).
Tre
importanti aree metropolitane americane (New Orleans, New Yok e Houston) sono
state devastate in poco meno di un decennio a causa della carenza di
infrastrutture che erano state progettate decenni prima, ma non sono mai state
costruite per via del controllo crescente di Wall Street sulla politica
economica americana. E ora hanno colpito altri "disastri naturali", il peggiore
dei quali a Portorico, la cui infrastruttura energetica e il sistema di
trasporti sono completamente distrutti.
Si
comincia a parlare di una svolta paradigmatica. Alla Casa Bianca, fonti
dichiarano che è in corso un'intensa discussione su "un programma per la
costruzione di infrastrutture da trilioni di dollari" che è fermo da nove mesi.
Il Presidente Trump stesso ha dichiarato alla National Association of
Manufacturers il 29 settembre: "Non abbiamo mai visto una situazione come
questa. Alla fine, il governo di Portorico dovrà lavorare con noi per stabilire
come finanziare e organizzare questo massiccio sforzo di ricostruzione, che sarà
il più grande mai avviato, e ciò che faremo con l'elevato debito che grava già
sull'isola".
Una
fonte con due anni di esperienza nella campagna di Trump e con la Casa Bianca, ha
dichiarato all'EIR che Trump "si sta decisamente
allontanando dal modello PPP (ovvero la Partnership Pubblico Privato che è
fallita così spettacolarmente nell'ultimo periodo) e vorrebbe ricorrere al
credito pubblico. Finora, ha aggiunto, la costruzione di infrastrutture è stata
relegata a priorità bassa per la mancanza di un concetto di
finanziamento. Fox Business News ha
parlato del dibattito in corso in un articolo del 29 settembre dal titolo
"L'enfasi posta da Trump sulle infrastrutture potrebbe mettere in un angolo Wall
Street".
L'urgenza
di nuovi progetti infrastrutturali per aumentare la produttività e le difese da
uragani, alluvioni e via dicendo, è arrivata anche a Capitol Hill, come hanno
scoperto i rappresentanti dell'EIR che erano al
Congresso la scorsa settimana. Tuttavia, per quanto ne sia evidente la
necessità, non c'è ancora un'idea chiara di come finanziare nuovi progetti e
nuove tecnologie.
Qui
subentra l'Iniziativa Belt and Road lanciata dalla Cina, che richiederebbe un
istituto di credito nazionale negli Stati Uniti. Quello che propone
l'EIR è una banca
nazionale hamiltoniana per le
infrastrutture e le manifatture, grazie alla quale mille o duemila miliardi di
dollari di debito in essere del Tesoro potrebbero essere consolidati (ndQ: consolidati rispetto a quali detentori? Se il detentore fosse la stessa Fed, o in ogni caso, non sarebbe più lineare, e meno oneroso, provvedere alla monetizzazione di un deficit aggiuntivo, con emissione di moneta direttamente spendibile dallo US. Governement?) dalla banca
in capitale a lungo termine, e fornire la base per ingenti emissioni di credito
per le urgenti nuove infrastrutture produttive e ad alta tecnologia.
Tale
debito del Tesoro, trasformato in credito dalla banca nazionale, potrebbe
coinvolgere anche investitori stranieri, quali la Cina e il Giappone, in quanto
è facile confermare che questi Paesi sarebbero molto interessati alla banca
proposta.
Alla fine la geopolitica era per Spinelli una "pseudoscienza" perché non fa altro che dimostrare che la prassi politica e militare è un riflesso dei rapporti di produzione, della storia e... della geografia.
RispondiElimina(Discipline indigeste al nostro irenico liberista: in definitiva era Il ventoteniano lo "pseudodemocratico")
La geografia è parte essa stessa della "struttura sociale mondiale", ossia della società umana nel suo complesso.
I corsi d'acqua, i golfi, i canali e gli stretti. Terra e mare. I giacimenti, il sottosuolo, i monti e gli spazi aerei.
Le catene montuose e le coste che permettono la nascita dei popoli e di quella coscienza politica che è - appunto - la coscienza nazionale.
Il clima. La flora e la fauna.
Gli spazi in cui la storia umana si dipana nei suoi conflitti e nelle istituzioni che nascono a temperarli. A civilizzarli.
La barbarie di questi ultimi secoli appare culturalmente inspiegabile.
La aberrazioni che si sono moltiplicate nel corso dei decenni possono essere spiegate solo da una Struttura che crea élite completamente alienate.
Capire che l'imperialismo non è altro che oppressione di classe in funzione della geografia, non è uno sforzo titanico. E che la lotta di classe passa dall'indipendenza nazionale, non è un concetto che richiede la conoscenza approfondita della logica hegeliana.
Il senso classista ed imperialista dell'immigrazione di massa è evidente.
Il motivo per cui l'impero britannico federasse le sue colonie o si inventasse degli stati (non)nazionali che mettessero insieme etnie che si stavano sugli zebedei tracciando i confini col righello, è altrettanto evidente.
Le guerre di religione se le sono riscoperte i nostri eroi imperialisti.
Chi continua a osannare la Fallaci su questi temi è complice della più inumana e feroce oppressione dei popoli tramite questi strumenti di ingegneria sociale.
Che in Catalogna non si capisca il senso della frammentazione (che è un noto e ben studiato strumento coloniale, « niente Stato, niente esercito ») posso anche capirlo: ma che in Italia non si capisca che il rischio di essere balcanizzati è esiziale, è impensabile.
O almeno, me lo aspetto da quei cialtroni che si credono le élite del punto di riferimento etico ed estetico della civiltà europea e che non aspettano altro che leccare i piedi al nuovo straniero: non me lo aspetto dagli italiani.
Mi chiedo se chi "sponsorizza" i referendum "autonomisti" nel nord abbia l'accortezza e l'intelligenza di esaltare l'identità etnica e l'autonomia delle regioni in funzione dell'identità nazionale... art.5 Cost.
(L'autonomia è essenziale per il vero multiculturalismo volto alla coscienza nazionale. Un esempio fenomenale è proprio quello del paese più multietnico al mondo: la Russia)
Quo vadis?
RispondiEliminaLiberalismo assoluto hayekiano che si incontra con l'anarcocapitalismo:
« “Centralized government is corrupt, the financial sector is flawed. We can’t trust it, so let’s go to a place were we don’t have to trust other people – this is the messaging. Of course, the truth is you haven’t escaped humans, and you don’t get away. You just move from one power structure to another. But people are so desperate to get away that they’re buying the messaging,” »
Direi che, a livello di mainstream, mi pare un riassunto piuttosto eloquente.
I cinesi, che non son fessi, e non sono in mano ad una banda di psicopatici, osservano: « Xinhua news agency, Beijing’s media arm, said the exchanges were known to have “concocted pyramid schemes” and engaged in criminal activity “disguised as scientific and technological innovation”. » Sintetici e definitivi.
Manca giusto l'anello con i "sezionalismi" non di classe e con la "frammentazione": l'attacco alle sovranità monetarie.
(Una nota: ai simpatizzanti dei secessionisti e dell'autodeterminazione delle comunità regionali, vorrei ricordare che Catalogna, Fiandre, Scozia, Lombardia o Veneto, oltre a non essere territori oppressi da un governo centrale - sono banalmente territori "più ricchi" - non avranno la possibilità di resistere ad un colonialismo vero: non tanto perché non potrebbero dotarsi di un reale esercito proprio, ma proprio perché l'identità etnica non è tollerata. Le secessioni sarebbero propedeutiche alle artificiali, antistoriche e anti-identitarie macroregioni... non a "serenissime repubbliche")
Che vuoi che ti dica? Se tutto questo nasce dal considerare "intollerabile" nonché "oppressione" l'esistenza di un residuo fiscale, fondato de facto sul presupposto extralegalitario della giustizia commutativa, e derivante dalla opprimente circostanza che in certi territori esiste una pù alta concentrazione di redditi più elevati?
EliminaIn realtà, come al solito e probabilmente a causa delle forze di reazione assolutamente totalitarie, la questione si presenta dirimente, a livello cognitivo, solamente con delle considerazioni di carattere epistemologico.
EliminaL'economia politica si occupa in modo "asettico" di una sola "parte" della struttura: quella generata dal conflitto distribuitivo e dalle relazioni economiche internazionali.
L'economia neoclassica, impegnata perpetuamente a microfondarsi per rendere una disciplina scientifica una disciplina morale, ed una filosofia morale una scienza naturale, proprio di "istituzioni" non ne vuole sapere.
Il mercato stesso è una entità (sovran)naturale.
Nell'economia keynesiana ci sono al limite lo Stato, il mercato, la moneta e qualche istituzione sovranazionale.
Manca quella parte di "struttura" studiata (almeno una volta...) dal costituzionalismo.
Ora: un po' per influenze indirette, sono sempre stato simpatizzante di un generico "federalismo" che mi immaginavo fosse un modo di ritagliare "su misura" uno spazio politico.
Studiando il lavoro di Bagnai e, in particolare, i riferimenti alle AVO, mi si era rafforzata l'idea che una soluzione "federalista" avrebbe potuto conciliare la possibilità di avere territori omogenei economicamente oltre che culturalmente.
Pensavo pure alla possibilità di una forma di circolazione multipla di monete complementari o, addirittura, ad una "doppia moneta" come per il caso italiano.
1 - non avevo capito una fava della differenza tra decentramento politico e decentramento amministrativo.
2 - mi mancavano le basi di "educazione civica" per avere senso dello Stato.
3 - non avevo sufficiente coscienza nazionale e di classe.
L'epistemologia di derivazione fenomenologica che ho imparato qui, mi ha portato a capire che il "problema della politica economica" non si risolve nella "teoria economica", ma nel costituzionalismo moderno.
Le risposte di prassi rivoluzionaria di Keynes possono essere rese effettive solo dentro un paradigma marxiano di radicale critica alle categorie dell'economia politica classica.
Sul piano illustrativo del processo di "depurazione" dalla precomprensione, e quindi fenomenologico, questo è un dei più bei commenti che hai fatto.
EliminaE non a caso coincide con un'onestà intellettuale e psicologica che è il principale fondamento di una vera "etica" cognitiva.
Abbiamo più volte evidenziato, e anche di recente ribadito, che la "crisi interna" degli USA sia pregiudiziale alla "liberazione" dell'eurozona (qui, p.4).
RispondiEliminaPresidente… leggendo il post….pensavo anche a questo:
“perché credi che insistano così tanto per predisporre, al più presto, il mitologico €sercito €uropeo (a comando centralizzato teutonico)?”
“Alla fine l'epicentro e i fenomeni anticipatori delle (più varie) situazioni sono sempre gli USA
https://www.forbes.com/sites/adamandrzejewski/2016/05/10/war-weapons-for-americas-local-police-departments/#73f0c36b4af4
https://en.wikipedia.org/wiki/Militarization_of_police
http://www.economist.com/news/united-states/21599349-americas-police-have-become-too-militarised-cops-or-soldiers
Ora prendi come strutturalmente replicabile, nel liberismo mondialista, il prodiano "ma un giorno ci sarà una crisi..." (patapumf! Una bella bolla finanziaria la cui energia tellurica si sta già accumulando).
Può essere questa estate o l'anno prossimo o...chissà: dipende anche dalle condizioni politiche in USA per dare il via libera al nuovo "aggiustamento"...
Ed allora chiediti: perché credi che insistano così tanto per predisporre, al più presto, il mitologico €sercito €uropeo (a comando centralizzato teutonico)?
Lo sanno quel che succederà quando adotteranno le nuove ondate di austerity emergenziale per "uscire dalla crisi" (e probabilmente gli piace pure immaginarselo).
E poi: quale concreto modo risulterebbe migliore per SOSPENDERE LE ELEZIONI (che anche idraulizzate non sarebbero più a €sito controllabile)?
Magari, in Italia, i carri armati non saranno guidati da soldati italiani.
Almeno nelle fantasie di molti €uropeisti...”
http://orizzonte48.blogspot.it/2017/05/la-manovrona-per-il-2018-sovranita.html?showComment=1496267270513#c5214975956298277117
Eurogendfor?
Eliminahttps://it.m.wikipedia.org/wiki/Forza_di_gendarmeria_europea
A proposito di crisi interna degli USA.
RispondiEliminaÈ caduto miseramente anche il mito della efficienza FBI.
Sputtanati è la parola giusta,
https://youtu.be/JxmEFeKy8aI
A questo proposito il LaRouchePAC sta distribuendo in tutti gli Stati Uniti un importante dossier su Robert Mueller, attuale capo dell'FBI e procuratore speciale nell'inchiesta farocca contro Trump per il Russiagate, da cui risulta il suo coinvolgimento in numerose operazioni illegali fin dagli anni Ottanta, e sempre per conto del Deep state. Quindi invece dell'impeachment di Trump bisogna chiedere le dimissioni di Mueller.
EliminaQuando leggo di certi retroterra "culturali" della "Civiltà Occidentale" tanto declamata dai fallaciani mi viene da ridere (o da piangere).....il ritorno alle nostre vecchie e antiche tradizioni....schiaviste, latifondiste, padronali, ultraliberiste, colonialiste, classiste, borghesi, nel corso dei secoli sempre ammantate dal "discorso spettacolo" propagandistico delle classi dirigenti produttrici di "cultura" e superstizioni che ne magnificavano le supposte superiorità morali rispetto ad altre civilizzazioni; e non per questo credo che, nella storia a me conosciuta, altri modelli di civilizzazione siano stati molto migliori; ad esempio, le fonti che ho letto riguardo al regime violentemente classista del Tibet dei monaci tibetani mi hanno tolto ogni speranza sull'alone di pacifismo ed equità che circonda la storia di quel paese, tanto decantato dai newager.
RispondiEliminaPer arrivare al secondo comma dell'art.3 della nostra Costituzione quanti millenni di oppressione e sfruttamento ci sono voluti?
Come è possibile che la "Civiltà Occidentale" non ci sia arrivata prima? C'è voluto il genio assoluto di Lelio Basso.
https://www.youtube.com/watch?v=gS02GpxJk40
Come è possibile che non si sia capito prima che l'effettiva eguaglianza richiede la rimozione di ostacoli sostanziali che "impediscono il pieno sviluppo della persona umana" e sono manifesti nella classe sociale di appartenenza?
Solo mantenendo la maggior parte dei subalterni nell'ignoranza e martellandoli con la propaganda si può arrivare a non fargli comprendere questo banalissimo concetto.
Per lo sviluppo della persona umana sono necessarie RISORSE ECONOMICHE e un certo grado di benessere e sicurezza; e le risorse economiche non possono essere gestite unicamente da RICCHI FILANTROPI, ma devono essere gestite da uno STATO DEMOCRATICO che fa l'interesse generale, cioè è interessato a far evolvere materialmente e spiritualmente tutti gli esseri umani, nessuno escluso, e non solo alcuni, a capriccio di qualche paperon de paperoni.
La prima precondizione è l'educazione nella scuola pubblica. Una scuola pubblica effettiva e sganciata dai poteri sovranazionali. Ma la scuola "pubblica" attuale, in fase di distruzione, è per lo più invece una succursale delle istituzioni europee e dei dogmi ordoliberisti da loro diffusi. Non esiste civiltà se non esiste la scuola pubblica per il popolo, indipendente dal Capitale. Se non esiste la scuola pubblica ritorniamo alle buone e vecchie tradizioni delle scuole private che gestiscono la cultura e le superstizioni, come sempre è stato.
I neoliberisti hanno ribaltato il concetto di educazione, facendo credere invece che sia la "durezza del vivere" a temprare il carattere e a permettere al genio di esprimersi. La storiella che solo nella fame e nelle privazioni il carattere diventa forte e coraggioso, e che per sopravvivere alla "durezza" il genio crea opere d'arte che fanno avanzare la "civiltà" mi è sempre sembrata una storiella propagandistica delle classi dirigenti della "Civiltà Occidentale" per evitare di fare avanzare EFFETTIVAMENTE LA CIVILTÀ STESSA; e c'è un unico modo di fare avanzare la civiltà, mettere in atto il secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione.
Infatti caro Stop… uno dei tanti commenti che preferisco di Basso è questo:
EliminaFrancesco Maimone9 settembre 2016 10:00
“… L’art. 3, secondo comma, costituisce la norma fondamentale della Costituzione. La può sovvertire tutta; essa può rovesciare tutte le norme giuridiche. Ha in comune con l’art. 49 la negazione del formalismo giuridico, è l’apertura di possibilità di interpretazione realistica del diritto; impone allo Stato di fare una serie di leggi per eliminare le disuguaglianze di fatto; se si facesse veramente questo, se si rendesse possibile a tutti i lavoratori l’effettiva partecipazione alla organizzazione politica ed economica, ci sarebbe una società socialista, non ci sarebbe più il capitalismo, lo stato di classe, non più una classe dominante e una dominata. Questo è diventato norma, LO STATO HA L’OBBLIGO DI FARE TUTTE LE LEGGI CHE SPINGONO IN QUESTA DIREZIONE, E LE LEGGI CHE VANNO CONTRO DI ESSA SONO INCOSTITUZIONALI. Questo articolo in un certo senso è la smentita di tutta la Costituzione; cioè se non si realizza l’uguaglianza di fatto, tutto il resto della Costituzione è falso (v. art. 3, v. art. 1). È UNA NORMA "EVERSIVA", è un’affermazione all’interno della Costituzione che la Costituzione è un inganno, perché afferma di garantire dei diritti che garantiti non sono e che saranno garantiti solo quando sarà realizzato l’art. 3. È quindi una norma fondamentale che nega il valore di tutte le altre e consente di dichiarare che il nostro paese non è democratico e che finché l’art. 3, secondo comma, non sarà realizzato, nulla è vero di ciò che è scritto nella Costituzione. È la base di articoli successivi: diritto allo studio, al lavoro, alla sanità, a un salario equo, ecc. Il nostro paese ha bisogno di una democrazia sostanziale…” [L. BASSO, L’esigenza di una democrazia sostanziale e la nuova Costituzione repubblicana, in Dal fascismo alla democrazia attraverso la Resistenza, Padova, Collegio universitario D. Nicola Mazza, 1975, 108-112]
INCOSTITUZIONALI: sono le riforme del mercato del lavoro da Treu a Job Act, con buona pace della teoria dei controlimiti (che in fondo è principio neo-ordoliberista)
Alla Camusso che chiede un piano per i giovani (http://www.liberoquotidiano.it/news/ultim-ora/11962737/lavoro-camusso-vogliamo-un-piano-straordinario-per-i-giovani.html): SVEGLIA!
http://orizzonte48.blogspot.com/2016/09/chianciano-16-18-settembre-e-i-suoi.html?showComment=1473408035922#c378257829452107274
Se è vero, infatti, che alcune opere di artisti hanno beneficiato dalla "durezza del vivere" dei loro autori (che magari hanno poi stigmatizzato, nelle loro opere, le condizioni sociali che li hanno fatti soffrire, auspicandosi che venissero superate), è anche vero che molti altri nella durezza, nelle privazioni, nella mancanza di una qualsiasi sicurezza, sono morti; propagandare questo modello di "crescita personale" vuol dire quindi propagandare il darwinismo sociale, lo sterminazionismo e la legge del più "forte" (ma come si possono giudicare forti e deboli con tanta facilità, quando sensibilità, intelligenza, genitori, ambiente circostante sono sempre diversi, anche se si vive in povertà?).
RispondiEliminaCasomai a volte a prevalere nella lotta per la sopravvivenza è il più astuto, scaltro, individualista, che magari si ritrova qualche talento per nascita, che sa come venderlo ai poteri forti in essere, e che gli altri "deboli" muoiano pure!
Altri hanno espresso al meglio se stessi partendo da contesti di relativo benessere, Keynes ne è un esempio. Lelio Basso "Nacque a Varazze (Savona) il 25 dic. 1903 da Ugo e da Marianna Raimondi, in una famiglia agiata"...partendo dalla quale ha poi potuto studiare e acquisire, in seguito, una sua autonomia. Se fosse stato costretto, fin dall'età di 3 anni, a spezzarsi la schiena nei campi dalla mattina alla sera senza nemmeno avere la possibilità di imparare a leggere e scrivere sarebbe lo stesso Lelio Basso che ricordiamo adesso? Forse, ma ci sarebbe voluta un'energia ancora più sovrumana di quella che già possedeva, non alla portata di tutti.
La vita è già di suo così ricca di sventure e dispiaceri, e la finitezza e la morte degli esseri umani ne sono l'esempio lampante; che senso ha improntare un intero sistema sociale alla produzione perpetua di ulteriori sofferenze, privazioni e malattie, al solo fine di fare crescere "civilmente" l'umanità e temprarne il carattere? Non ha senso!
In lingua inglese si trovano un sacco di citazioni per aiutare gli individui isolati, alle prese con le proprie sventure vissute individualmente, ad avere una vita piena e coraggiosa; mi ricordano molto i coach personali che vanno tanto in voga adesso nel mondo del lavoro per aiutare i disoccupati e i precari a vita a credere di potercela fare da soli come ce l'ha fatta Steve Jobs. Tutta la vita si risolve nella messa in pratica individuale di questi consigli, che dovrebbero spingere IL SINGOLO, ad trovare da solo coraggio di prendere la vita nelle proprie mani e a non gingillarsi e rammollirsi nelle sicurezze...
la disoccupazione è un'opportunità, ci dicono, perché la vita ha senso solo quando non c'è la sicurezza, quando si rischia...carpe diem...
What choices will you make?
Will you follow Dogma or will you be original?
When it's tough, will you give up or will you be relentless?
Poi "All humans die, but few have lived" e qui il senso di colpa, come se il vivere veramente ed essere felice dipendesse solo ed esclusivamente da te, e solo tu puoi trovare il coraggio di vivere, indipendentemente da qualsiasi condizione sociale di partenza; se non vivi la vita, quindi è colpa tua: What choices will YOU make?
Questi aforismi "colti" potrebbero indicare tutto e il contrario di tutto, ma sparati così come sono nelle menti dei subalterni
diventano tutta una narrativa individualista: successo, fallimento, dipendono solo da te e da nessun altro; se ti lamenti della tua famiglia o della tua classe sociale di origine sei un debole e vuoi trovare solo delle scuse alla tua mancanza di coraggio; Margaret Thatcher direbbe: «La società non esiste: esistono individui, uomini, donne e famiglie»
E pensa che c'è chi interpreta Rawls (specialmente a sinistra e sulla base di un suo pensiero del tutto immaginario) come "liberale", pur sostenendo egli, in via logico-normativa, cose sostanzialmente allineate a quelle che dici!
EliminaCiao, avevo postato anche dei commenti relativi alla socialista e eugenetista Helen Keller, per me un enigma, se li hai persi li riposto.
EliminaIn effetti non mi risultano arrivati...
EliminaClassico armamentario ideologico neoliberista. Vi ha dedicato alcune pagine efficaci Mirowski (Never Let a Serious Crisis Go to Waste, Verso, London, 2014, pagg. 117-8 e 120): “Time and again, the supposed success of some teen idol or hedge fund manager or sports star is said to illustrate the tired platitude that “you can be anything that you want to be, if you want it bad enough.” This presumes a self that can incorporate any attribute, take up any challenge, transcend any limitation, and embody any quality. There are few neoliberal tropes more cynical, or incantations more convenient. This catechism of permanent metamorphosis has spawned a number of cultural devices that structure everyday neoliberalism. Here we will merely touch upon two: the modern disappearance of economic class as a serious taxonomy, and the hollowing out of the notion of “risk” when elevated to a general imperative of agency.”
Elimina“Salvation through the market comes not from solidarity with any delusional social class or occupational category, but instead bold assertion of individuality through capitulation to a life of risk. The heady elixir of distilled risk is hawked as the drug of choice of the modern neoliberal self: just say yes. This, of course, has almost nothing to do with the actual economic history of capitalist business: it is entirely a cultural construct.
Risk is the premier device for combining a supposed instrumentally rational approach to action with a post-hoc moralization of any market outcome whatsoever, and as such, has become central to neoliberal narratives of the crisis.”
Ovvero: le classi sociali non esistono; i disastri che assetti di mercato giovevoli a pochi vi fanno piovere in testa sono in realtà colpa vostra, perché non avete saputo cambiare voi stessi.
Come tutto, o quasi tutto, il pattume ideologico neoliberista, non si tratta che di rimasticature di schemi ideologici molto più vecchi. Rispondendo a Stirner, che attribuiva agli oppressi la strana mania di dar la colpa dell’oppressione alla società anziché a se stessi, Marx (L’ideologia tedesca, Editori Riuniti, Roma, 1975, pag. 194) così argomentava: “chi è, in terzo luogo, la persona della « nostra colpa »? Forse il figlio di proletari, che viene al mondo scrofoloso, che è allevato con l’oppio, che a sette anni è mandato in fabbrica? Forse l’operaio isolato, al quale qui si chiede di « ribellarsi » con le sue sole forze contro il mercato mondiale? Forse la ragazza che deve morire di fame o prostituirsi? No, è soltanto colui che cerca « in se stesso » « tutta la colpa », ossia la « colpa » di tutta la situazione attuale del mondo, cioè, ancora una volta, nessun altro che Jacques le bonhomme stesso [Stirner]: « È il fenomeno antico » dell’esame di coscienza e della penitenza cristiana in forma germanico-speculativa, nella fraseologia idealistica, in cui io, l’io reale, non debbo mutare la realtà, ciò che posso fare solo insieme con altri, ma debbo mutare me in me stesso.”.
Insomma, un blaming the victim a difesa della giustezza, nonché immodificabilità, del mondo se mai se n’è visto uno.
Il corollario, per chi non ci sta, è la nietzschana accusa di ressentiment, ovviamente rivolta in primis al socialismo: “Anche in ciò Nietzsche si rivela come il punto d’approdo di una lunga tradizione, che non si stanca di condannare ogni contestazione dell’ordinamento esistente come semplice espressione di invidia e di rancore: in tal modo il conflitto sociale smarrisce la sua dimensione oggettiva per essere ricondotto ai cattivi sentimenti delle classi subalterne o di certi loro esponenti interiormente bacati.” (D. Losurdo, Nietzsche, il ribelle aristocratico, Bollati Boringhieri, Torino, 2004, pag. 443).
Oggi a “ressenti” si preferisce “sfigato”, ma il concetto è lo stesso.
Inutile dire che attualmente siamo di fronte ad una tendenza "pedagogica" che il sistema mediatico/accademico tende sempre più ad intensificare.
EliminaE' incredibile quanto i giovani, anche intelligenti, credano che nell'effetto promozionale (della mobilità sociale) di Erasmus; e che, senza Erasmus, non ci sarebbero (state...mai) borse di studio e accordi interuniversitari per studiare all'estero.
Non sanno che, durante la prima repubblica, ad esempio, ottenerle era molto più agevole di oggi (per i meritevoli).
Infatti, come avevo evidenziato qui:
Elimina"Il problema qui è, infatti, il COME viene fatto intendere il viaggio, e le motivazioni propagandistiche che sottendono l'esperienza del viaggio in Europa: gli €uronazisti, par di capire, vogliono farci intendere che il viaggiare in Europa prima dell'euro e dell'UE fosse impossibile a causa di insidiosissime barriere edificate dai brutti Stati nazionali cattivi; e che adesso tutto ciò è possibile solo per merito dei Padri Fognatori dell'UE."
http://orizzonte48.blogspot.it/2017/03/in-viaggio-cioe-in-sogno-snza-carriola.html
Poi che dire: ma perché devo ESSERE COSTRETTO A EMIGRARE IN ALTRI PAESI al fine di aspirare ad una mobilità sociale che il mio paese non mi concede?
In altri paesi, semmai, ci vorrei andare per visitarli, o come turista, per ammirare le loro bellezze naturali e paesaggistiche, o per studiarli, o per collaborare a progetti che hanno un senso di arricchimento sociale, scientifico ed economico per entrambi i paesi.
Infine è da notare che, soprattutto in Italia, oramai, come avevo già evidenziato, non sono nemmeno più i meritevoli ad arrivare alla laurea (e quindi a partire anche per l'Erasmus), ovvero, magari sono meritevoli, però meritevoli già selezionati tra coloro che se lo possono permettere, perché le loro famiglie, in mancanza della messa in pratica effettiva del diritto allo studio così come sancito in Costituzione, sono l'unica risorsa su cui contare. E le uniche famiglie che possono aiutare i propri figli "meritevoli" sono quelle benestanti. Avevo postato questo link:
http://www.lescienze.it/news/2015/11/13/news/universita_costi_studio_giannini-2845276/
Quindi, gli intelligenti che credono nell'Erasmus, sono già intelligenti selezionati; tutti gli altri giovani intelligenti italiani, e ne ho conosciuti molti, anche da insegnante, non riuscendo nemmeno ad imparare l'inglese in una scuola pubblica decente, e non avendo le risorse per emigrare aspirando alla mobilità sociale, vedono il loro unico sbocco in Italia, e lo vedono "NERO", magari nell'economia criminale, nello spaccio di droghe ad esempio, insieme a qualche immigrato africano. Oppure, se emigrano, emigrano da subalterni, sperando solo di riuscire, all'estero, almeno a sopravvivere.
Quindi gli erasmusiani, tranne quella fascia minoritaria di figli di operai di grande volontà e operosità che studiano di giorno e lavorano di notte per mantenersi tra mille difficoltà, sono per lo più già selezionati in partenza, prima di partire per Leuropa, dalla loro classe sociale di appartenenza; e dopo sono ulteriormente selezionati per questi progetti all'estero che, come dici tu correttamente, prima era molto più facile ottenere. Ma questo non cambia la selezione iniziale dell'accesso al diritto allo studio nel nostro paese per i più meritevoli, che è fortemente compromessa. Io stesso, per arrivare alla laurea ho dovuto faticare a morte tra mille difficoltà e problemi, e dopo la laurea gli sbocchi professionali sono stati ZERO.
"« È il fenomeno antico » dell’esame di coscienza e della penitenza cristiana in forma germanico-speculativa, nella fraseologia idealistica, in cui io, l’io reale, non debbo mutare la realtà, ciò che posso fare solo insieme con altri, ma debbo mutare me in me stesso.”. "
EliminaA questa riflessione di Marx aggiungerei l'antitesi in dialettica con questo moralismo: nel caso della classe dominante questo "moralismo" potrebbe essere integrità etica volta ad una crescita umana e spirituale.
I dominanti, piuttosto che mutare se stessi, provano a "mutare" sociopaticamente il resto dell'umanità. E il potere dato dalla struttura sociale glielo permette in molti casi.
La stessa etica applicata ai subalterni diventa moralismo: perché la struttura sociale permette loro solamente di cambiare se stessi e diventare fedeli schiavi. Almeno che non ci sia una congiuntura storica per la quale aumenta la coscienza di classe.
Il moralismo neoliberale fa presa perché è in alcuni casi "saggezza popolare" relativa alla "morale individuale". "Morale" che chiunque capisce, perché frutto dell'esperienza del mondo di una vita semplice.
Nonostante la sua fenomenologia si concretizzi nella quotidianità e sia evidente, l'ontologia della "struttura in classi" richiede uno sforzo di astrazione che non è immediato: quindi passare dalla moralità individuale all'etica sociale (sulle orme di Hegel) diventa complesso per la maggioranza dei subalterni.
Il problema è che per passare dal micro al macro, dall'individualistico al politico, dall'atomizzato all'aggregato, tutto spesso si "ribalta" assiologicamente. Compresi vizi e virtù.
La "fallacia di composizione" keynesiana è solo uno degli innumerevoli esempi.
(Ogni imprenditore capisce che se abbassa il salario dei suoi dipendenti unisce positivamente in "un sacrificio ed uno sforzo virtuoso" la sua impresa per la sopravvivenza nel darwinismo del mercato concorrenziale, in un virile sforzo teso a vincere la competizione sociale: per diventare maschi alfa nel tribalismo mercatista; di converso nessuno capisce che la "composizione" a livello "macro" di tutti questi "sacrifici" comporta un "bagno di sangue" in cui sarà la sua stessa organizzazione vincente a perire: fallita e... fallace)
Il successo della propaganda neoliberale - al di là del suo aspetto globale e totalitario - sta nella semplicità dei suoi slogan, infantili e volgari.
Cosa dire della trasmissione della radio di Confindustria che porta nel suo nome l'elogio del rischio e dell'insicurezza, di una vita vissuta sul filo del rasoio, chiamata... "I Funamboli"!
(Si meritano la fine che gli spetta, come a tutti i "vincenti" della competizione in... nichilismo)
I figli di benestanti tra l altro sono quelli che emigrano meno...tranne una cerchia ristretta di alcune professioni e chi con esperienza pluridecennale in mansioni d alto livello vuole andare a far i soldi veri.
EliminaPer la semplice ragione che in quei casi la casa la mette papà gratis dopo averla ereditata dal nonno.
Più conveniente vivere con 1200 euro e casa regalata in Italia che con 2500 in affitto a Londra...
Il problema ce l ha chi deve farsi tutto da solo...
L'aspetto più terrificante è l'introiezione di questa ideologia assassina da parte delle vittime, come mostra l'ultimo post di Badiale. Son stati bravi, niente da dire.
EliminaTra tutte massime del coaching, mi è capitato anche di leggere un Thoughts On The Business Of Life di Helen Keller tratto da Forbes:"Life is either a daring adventure or nothing" che dovrebbe spingere i manager, e gli imprenditori di se stessi, così come i disoccupati e gli esodati, ad amare il rischio e le sfide.
RispondiEliminahttps://www.forbes.com/quotes/3898/
La citazione originale si può trovare qui:
https://quoteinvestigator.com/2014/11/21/adventure/
"Security is mostly a superstition. It does not exist in nature, nor do the children of men as a whole experience it. God Himself is not secure, having given man dominion over His works! Avoiding danger is no safer in the long run than outright exposure. The fearful are caught as often as the bold. Faith alone defends. Life is either a daring adventure or nothing. To keep our faces toward change and behave like free spirits in the presence of fate is strength undefeatable."
"La sicurezza è perlopiù una superstizione. Non esiste in natura, né i cuccioli di uomo riescono a provarla pienamente. Avendo concesso all'uomo il dominio sul suo lavoro, Dio stesso non è sicuro! Evitare il pericolo non è più sicuro, sul lungo periodo, che esservi esposti apertamente. I paurosi vengono sconfitti tanto spesso quanto i coraggiosi. O la vita è un'avventura da vivere audacemente, oppure è niente. Per mantenere il nostro sguardo rivolto al cambiamento e comportarsi come spiriti liberi in presenza del fato la forza non deve essere sconfitta."
Questa citazione sembra un inno all'imprenditore di se stesso che rischia e intraprende nuovi investimenti, e sembra anche un inno alla precarietà del lavoro e alla mancanza di sicurezze sociali, sicurezze che creerebbero, secondo l'autrice, sembra di capire, degli individui paurosi e meno coraggiosi di affrontare le sfide e il futuro...
Per curiosità sono andato poi a indagare questa Hellen Keller, citata da Forbes, è ho scoperto poi che era una socialista che teneva molto al progresso sociale dei lavoratori e era contro gli imprenditori avidi che li sfruttavano!! La Keller fu cieca e sorda quasi dalla nascita per via di una malattia; visse, sembra abbastanza bene e al sicuro, nella tenuta del padre di Ivy Green. Dopo che si ammalò, la madre si preoccupò molto per lei e alla fine riuscì a farle avere un'educatrice personale, Anne Sullivan, che l'aiutò per 50 anni e la fece diventare la famosa Helen Keller che si preoccupava anche delle condizioni di lavoro delle classi subalterne e che la portava ad affermare che la cecità è una malattia che dipende spesso anche dalle condizioni sociali e di lavoro. Fu affascinata dallo spiritista Swedenborg e pare fosse credente. Per il resto, altre cose condivisibili, come il perseverare nell'ottimismo nell'auspicare i cambiamenti sociali, ecc.
Questa frase citata da Forbes sembra però in contraddizione con la sua visione socialista e la sua stessa vita; se Helen non avesse sperimentato la "superstizione" della sicurezza della sua famiglia (e della tenuta del padre) e di un'educatrice personale che l'avesse aiutata per 50 anni, ma fosse vissuta invece figlia di un povero bracciante, senza la possibilità di frequentare una qualsiasi scuola, e senza nemmeno un tetto di proprietà sulla testa, dove sarebbe finita?? Sarebbe diventata la stessa Helen Keller amante del rischio e dell'audace coraggio imprenditoriale? Se io volessi avere un lavoro fisso, delle sicurezze economiche, una sanità pubblica, una scuola pubblica, una mia casa di proprietà, sarei dunque un individuo pauroso che vorrebbe gingillarsi nelle sicurezze perchè, fondamentalmente, non ho il coraggio di affrontare il rischio? Questa frase della Keller è stata strumentalizzata da Forbes e voleva dire qualcos'altro, oppure è la sua reale visione di "socialismo"? Non conosco abbastanza la Keller per trarne conclusioni; se qualcuno ne sa qualcosa magari potrebbe illuminarmi.
RispondiEliminaPerò leggo che la "socialista" (e ammiratrice di Lenin) Helen Keller fu anche una strenua sterminazionista sostenitrice del controllo delle nascite:
"She was a personal friend and strong admirer of Margaret Sanger, the founder of Planned Parenthood, the largest provider of abortions in the country. She was a strong advocate of birth control and sterilization.
...
She was a supporter of the eugenics movement, once declaring, in an ironic twist, that: “Our puny sentimentalism has caused us to forget that a human life is sacred only when it may be of some use to itself and to the world.”
https://americanvision.org/3038/what-you-probably-didnt-know-about-helen-keller/
Bando ai sentimentalismi...secondo la nostra "socialista" quindi saranno solo i fit e i coraggiosi a sopravvivere, gli unfit e paurosi che crepino pure...tranne quelli che sono unfit (sordi e ciechi?) ma le cui famiglie hanno tanti e tanti soldi da potersi permetter cura e assistenza ai propri pargoli con qualche gene andato storto...così da fargli avere lo stesso una vita ricca...
Qualcuno mi aiuti a decifrare questa Helen Keller.....nel frattempo...come amo sempre di più il nostro Lelio Basso
Credo, con tutto il rispetto, che non si debba cercare una coerenza del suo pensiero nelle scienze sociali, quanto piuttosto nell'analisi dell'inconscio e nei meccanismi di compensazione, tramutati in riaffermazioni indirette (cioè a veste filosofico-scientifica) del propio vissuto individuale, che si creano di fronte a grandi sofferenze
EliminaCiao Stopmonetaunica, complimenti per il tuo intervento, se mi consenti, vorrei ampliarlo con le parole di Sergio Cesaratto dal libro Sei lezioni di economia:
RispondiElimina" Sino a circa 11 mila anni fa la popolazione umana consisteva di cacciatori-raccoglitori, non si erano ancora sviluppati agricoltura e allevamento e con essi strutture sociali sedentarie più stabili e complesse. Infatti è solo con l'emergere dell'agricoltura che gli umani riescono a produrre un SOVRAPPIU' alimentare che consente loro di ridurre la mortalità aumentare di numero e sostenere poi una popolazione più ampia, parte della quale costituita da una classe di lavoratori "improduttivi" dedita all'organizzazione politico e militare e alla conoscenza: La sovrapproduzione alimentare ( permette) di mantenere gruppi improduttivi di artigiani burocrati e militari"
Ogni mio commento sarebbe superfluo, ma basti pensare il disprezzo che le classi cosiddette alte hanno sempre riversato verso il lavoratori più umili, i quali grazie al sovrappiù che generavano con il loro durissimo e nella maggior parte dei casi insalubre lavoro, con conseguente riduzione delle aspettative di vita, consentivano a loro ( classi alte) di studiare nelle prestigiose università per poi potersi dedicare per il resto della loro vita a lavori altamente gratificanti e altamente remunerati. A chi ti ha consentito questo ( il tuo talento non sarebbe bastato se dovevi procacciarti il cibo per sopravvivere) non solo un grazie, ma solo infinito disprezzo.
Scena in un ospedale ore 20.30 : sono in sala d'attesa aspettando il mio turno per visita cardiologica a pagamento. Ci sono tre donne delle pulizie sulla cinquantina che stanno lavando i pavimenti. Passa una dottoressa, poteva essere la loro figlia, la quale non le degna non di un saluto, quello sarebbe stato troppo, ma nemmeno di uno sguardo, come fossero invisibili. Chi potrà fargli mai capire a quella ragazzina impertinente che se lei ha potuto esprimere i suoi talenti è anche grazie a tanti suoi coetanei che nel contempo che lei studiava loro generavano il SOVRAPPIU'?
A me sembra un classico esempio di dissonanza cognitiva, magari come dici tu, dovuta al vissuto personale della Keller; ma, nella sostanza, a mio avviso provoca grande confusione e danni; associare il socialismo alle virtù che deriverebbero della mancanza di sicurezze (sociali? famigliari? lavorative? economiche?, culturali?) e allo sterminazionismo di Planned Parenthood è veramente preoccupante. Cosa c'è di diverso da quello che afferma Padoa Schioppa? E, come del resto Padoa Schioppa, la beffa è che questa "educazione" paternalista al rischio e all'avventura senza sicurezze viene proclamata "da sinistra" nell'interesse dei lavoratori, e lo sterminio degli unfit nell'interesse della società nel suo complesso.
RispondiElimina@stopmonetaunica
EliminaMa anche IDENTITA' LIQUIDE (gender fluid) di Z. Bauman, indotte e nutrite alla perdita dei confini identitari nell'epoca post-moderna (infatti s'è nel tedio-evo), l'IO che "smarrisce" i riferimenti essenziali culturali, religiosi, etnici, favorite anche dalle migrazioni (identità fluide transnazionali) nelle quali le dimensioni individuali e collettive isi confrontano con elementi nuovi: alcune identità reggono l’impatto incorporando elementi alieni, altre si sfasciano e sfioriscono come "fiori fragili".
Forse più solide e consolidate "basi" a sostenere tali "altezze"
Sono pienamente d'accordo caro poggio.
EliminaPerò ho letto le "soluzioni" che propone Bauman, e sono per lo più piddine, della serie costruiamo un grande welfare unificato europeo tuttiuniti.
Per il resto si tratta di capire a quali riferimenti identitari far riferimento. Il mio punto di riferimento è la Costituzione e la vera tradizione socialista.
Non riesco ad avere, purtroppo, molti altri punti di riferimento "solidi", del tipo di quelli borghesi; molta della cultura della cosiddetta "Civiltà Occidentale" non è nient'altro che cultura reazionaria, divisiva, individualista e borghese; questi tipi di riferimenti culturali hanno portato a nulla di diverso che all'oppressione delle classi subalterne, in Occidente, per millenni.
Il flusso migratorio non è (o per lo meno, non è per lo più) uno Scontro delle Civiltà; è una guerra capitalista alle classi subalterne e ai diritti sanciti in Costituzione; un divide et impera, un esercito industriale di riserva; i giovani "mussulmani" che vedo per strada e nelle scuole non sembrano avere in testa perennemente le guerre di religione, tranne una minoranza ben addestrata di esaltati; si comportano invece per lo più come individualisti, che hanno come modelli gente del "calibro" di Pablo Escobar, tanto per fare un esempio; oppure aspirano agli stessi standard di vita di quelli che erano, qualche tempo fa, gli stati socialdemocratici con un welfare generoso; standard che gli sono stati "venduti" come reali dai trafficanti, e che li hanno spinti ad emigrare.
Il radicamento nel proprio paese deve avvenire all'interno delle istituzioni pubbliche e democratiche del proprio Stato, con una Costituzione democratica effettivamente in atto; la famiglia deve essere sostenuta dallo Stato, ad esempio per mezzo della creazione di posti di lavoro degnamente retribuiti; senza una famiglia con l'affetto dei propri cari, o quando si costretti a vivere lontano per motivi di mancanza di lavoro nel proprio paese, si è perduti, "sciolti".
Io all'estero, come ti ho detto, ci andrei solo per turismo, perché mi piacciono i paesaggi, la natura e le architetture, e sarei curioso di studiare altri paesi, se ne avessi l'opportunità. Oppure per collaborare a progetti sociali, economici, culturali che siano di vantaggio reciproco tra paesi coinvolti. Tra paesi vicini dovrebbero svilupparsi sia solidarietà che scambi, ma solidarietà popolare e scambi veri, non l'integrazione elitista Leuropea della libera circolazione di capitali e schiavi, ma tra stati indipendenti ognuno con una sua costituzione democratica, radicata nel welfare e a vantaggio del popolo; questi tipi di scambi non dovrebbero fare perdere identità a nessuno ma dovrebbero solo essere fonti di arricchimento reciproco. Altrimenti chiudiamoci tutti nelle Chiese a venerare la Madonna e continuiamo a fare le guerre di religione "identitarie" (che sono sempre le guerre della classe dirigente) contro mussulmani, ortodossi e chi più ne ha più ne metta.
@stopmonetaunica
EliminaIl riferimento a Z Bauman è limitato all'analisi delle identità liquide e non alle soluzioni proposte.
I riferimenti valoriali sono quelli sostanziali e necessitati scolpiti nei Principi Fondamentali della Nostra Costituzione il cui compito è quello di promuovere il pieno sviluppo della persona umana
e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori (nessuno escluso - pluriclassita - tranne i rentier) all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Punto.
Si, ma è anche utile precisare quanto in fondo, a parte qualche analisi in linea teorica azzeccata, si veramente PIDDINO DENTRO, questo Bauman, senza spirito di polemica con te, caro poggio, e della tua buona fede a rilevare certe analisi.
EliminaPerché è utile anche rimarcare che non si debba prendere Bauman come oro colato di saggezza. Bauman lo lessi almeno 15 anni fa, e lo lessi bene.
Come ho già rimarcato, quasi tutti i socialisti, comunisti, marxisti, decrescisti "desinistra", altermodialisti dagli anni '60 in poi, ma anche prima, hanno alimentato il Capitale e la via reazionaria alla restaurazione neoliberista. Bauman non fa eccezione.
Perché le soluzioni dell'Occidentale Bauman sono ancora peggiori di quelle di un qualsiasi TERRORISTA ISLAMICO FINANZIATO E ADDESTRATO DALLA "CRISTIANA" CIA.
"E' ipotizzabile una soluzione al problema della "crisi della politica"? Bauman sostiene che l'introduzione del reddito di cittadinanza determinerebbe "nuovi criteri etici per la vita della società, sostituendo il principio della competizione con quello della condivisione"."
...
"A partire dal XVIII secolo il tema del reddito garantito è stato diversamente affrontato da vari autori (Rousseau, Hegel, Marx, Russell ecc) assumendo, in rapporto alle differenti versioni in cui esso è stato presentato, il carattere di una misura "riformistico-reazionaria" o quello di provvedimento "rivoluzionario".
L'idea di separare il reddito dall'occupazione, a più di due secoli di distanza dagli scritti di Thomas Paine, è tornata a circolare diffusamente nell'orizzonte teorico occidentale con nomi ogni volta diversi: reddito d'esistenza, reddito di cittadinanza, assegno universale ecc. "A sostegno di quest'idea" osserva acutamente Zygmunt Bauman, "sono stati avanzati argomenti di ogni genere […] Alcuni si sono richiamati alla giustizia storica: la ricchezza attuale dell'occidente costituisce l'eredità comune di intere generazioni e dovrebbe andare a beneficio dei discendenti.
Altri hanno fatto riferimento alla fondamentale equità dei diritti umani nel senso che il diritto di sopravvivere precede e condiziona ogni scelta, è proprietà inalienabile di tutti gli esseri umani e non qualcosa che debba essere guadagnato. Molti degli argomenti comuni, tuttavia, sono pragmatici piuttosto che filosofici, in quanto si soffermano sui benefici che le società immancabilmente ricavano dal fatto di mettere le persone in grado di assicurarsi i mezzi di sussistenza senza dipendere dalla definizione di lavoro imposta dallo stesso mercato del lavoro.
Sono molti i campi decisivi per la vita comune - per la qualità della vita e delle relazioni umane - che richiedono tempo ed energie, ma che sono del tutto trascurati o poco curati […] Per citarne alcuni: l'assistenza agli anziani, ai giovani […] la pulizia dell'ambiente, la cura del paesaggio, l'attività volontaria in favore del benessere comune…in sostanza le responsabilità che derivano dalla necessità di mantenere in vita la comunità in forma dignitosa" (2) ."
da Zygmunt Bauman, La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli Editore, Milano, 2006
http://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivista10.nsf/ServNavig/15
Quindi, secondo il terrorista OCCIDENTALE Bauman, il reddito di cittadinanza (sganciato dal diritto al lavoro così come sancito in Costituzione) sarebbe utile perché assicurerebbe ai minions "i mezzi di sussistenza senza dipendere dalla definizione di lavoro imposta dallo stesso mercato del lavoro" e a far sì che siano curati molti campi della vita comune. Certo è che, se il mercato del lavoro è quello neoliberista, senza alcun LAVORO PUBBLICO, SENZA ALCUNA INDUSTRIA STATALE, la soluzione alle necessità dei bisogni primari della vita comune (assistenza agli anziani, ambiente, istruzione, sanità, ecc.) e della propria sopravvivenza non è nient'altro che quella del reddito hayekiano (ops, mi sono sbagliato, volevo dire, baumaniano) di cittadinanza. Perché, naturalmente, la stessa idea di lavoro pubblico ben retribuito all'interno di uno stato democratico capace di elevare materialmente e spiritualmente una società pluriclasse e curarsi nel contempo di tutte quelle faccende che il libero mercato non risolve efficacemente deve scomparire dall'orizzonte dei piddini che dovrebbero invece reclamare l'elemosina di cittadinanza al fine di assistere anziani derelitti senza alcuna pensione o sostegno pubblico.
Elimina"Se il dibattito teorico, sulla spinta di movimenti di lotta e di opinione, ha sempre mantenuto un livello di ampio respiro, meno si può dire delle pratiche. Il reddito di cittadinanza infatti, nelle sue rare esperienze pratiche si è sempre considerato inserito nello schema delle politica sociale, non un male assoluto, sia chiaro, ma una scelta che è lontana dalla filosofia del provvedimento. Come direbbe Zygmunt Bauman, “il valore della proposta si riduce notevolmente se il reddito minimo garantito viene presentato come ‘misura di politica sociale’ [...] Cambierebbe radicalmente la natura della comunità politica: la trasformerebbe da guardiana della legge e dell’ordine e da unità anitcrisi in un bene comune e nell’arena in cui gli interessi individuali e di gruppo sono convertiti in questioni pubbliche di interesse comune” [2]."
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=336
Il reddito di cittadinanza cambierebbe TUTTO, secondo Bauman, perché "Cambierebbe radicalmente la natura della comunità politica: la trasformerebbe da guardiana della legge e dell’ordine e da unità anitcrisi in un bene comune"...o in un PENE COMUNE, come direbbe RATZINGER?
SIAMO O NO DI FRONTE AD UN'ALTRA DISSONANZA COGNITIVA?
Un plauso a questo socialista hayekiano di nome Bauman.
FRODI IDEOLOGICHE
RispondiElimina(otc)
Verrebbe da giuntare al post e ai commenti, una riflessione – sicuramente banale in quanto già contiene la risposta – su come la Teoria economica dell'Equilibrio Generale (TEG, il “libero” mercato, da leggere l'analisi scientifica di di Jacques Sapir ne “I fondamenti teorici del neoliberismo” e la teoria economica del monetarismo di Milton Friedman (scuola di Chicago, dei Chicago boys che anche quest'anno ha avuto il “riconoscimento” del Premio della Banca di Svezia per l'economia nel “comportamentale” ” Richard Thales il cui pensiero è sinteticamente riconducibile alle persone - “agenti” economici – che sono fondamentalmente Humans, cioè esseri non perfettamente razinali le cui “decisioni” possono essere influenzate da elementti esterni e nudges, ovvero trilli, soffiate, spintarelle in grado di produrre la decisione con la rilettura de “Il flagello del monetarismo” di N Kaldor (1982), demolizione dell'impianto teorico di Friedman) abbiano ricevuto e ricevano un così grande consenso nella comunità internazionale scientifica, sociale e politica.
Che siano, forse, le ASIMMETRIE INFORMATIVE (alcuni hanno più informazioni di altri e da queste traggono un vantaggio) ma anche la MENZOGNE raccontate più volte da hard skills si TRASFORMA in VERITA' ORWELLIANA
Mala tempora currunt .. tiremm innanz.