Vaccini obbligatori: fenomenologia del
positivismo scientista a sostegno delle politiche tecnocratiche.
— Mrsisme (@Mrsisme_) 5 settembre 2018
Il dibattito sui vaccini obbligatori, e sulle misure da
prendere per chi non rispetta la profilassi, infiamma da tempo.
Graziano Delrio esulta
a causa dell’approvazione del decreto Lorenzin in un modo piuttosto
singolare: « Ha vinto la ragione, ha vinto la scienza ».
Insomma, un decreto legislativo
che dovrebbe essere frutto della dialettica politica intorno ai
dati empirici offerti dalla dialettica scientifica, si trasforma
in uno scontro politico in cui una parte – la parte finanziariamente e
mediaticamente egemone – professa di
promuovere prometeicamente un sapere obiettivamente vero,
definito “scientifico”. Questa parte politica esprime biasimo verso la
controparte, che trova perlopiù consenso in chi si informa al di fuori dal
circuito mediatico mainstream, e che viene tacciata di essere “insipiente”,
“ignorante” del metodo scientifico, “credulona” e affetta da “pregiudizi”: che
soffre di un patologico “analfabetismo funzionale”.
Secondo Repubblica il Capo
dello Stato avrebbe dichiarato che: «Nei confronti della scienza non possiamo esprimere
indifferenza o diffidenza verso le sue affermazioni e i suoi risultati »
e che «Non sempre l'uomo
interpreta bene la parte di Ulisse alla ricerca della conoscenza e nel saper distinguere il vero
dal falso ».
La Lorenzin, di cui
porta il nome il decreto, avrebbe invece dichiarato che: « Si tratta di una vittoria della scienza su ignoranza
e pregiudizio ».
Secondo il segretario del
maggior partito dell’opposizione Maurizio Martina: «è stata battuta
la loro visione oscurantista
», ovvero la “visione” della controparte politica non favorevole all’obbligo
vaccinale.
Abbiamo già tutti gli elementi
per cimentarci nell’ermeneutica del frame propagandato e sviluppare una
breve riflessione:
1 – «la scienza» per
cui non si dovrebbe «esprimere indifferenza o diffidenza verso le sue
affermazioni» è il potere rappresentato dalla classe egemone, elitista,
antidemocratica che, spacciandosi lucifericamente come Prometeo,
si manifesta come forza «oscurantista» portando con sé «ignoranza e
pregiudizio». Attributi proiettati sui ceti subalterni.
Basti pensare che le forze che hanno definanziato lo Stato
sociale sono le stesse forze che hanno destrutturato il sistema scolastico;
e, considerando che negli ultimi anni di austerity la speranza di vita
degli italiani si è drasticamente ridotta (così come come il QI...) è
illogico, irrazionale, che l’obbligo vaccinale possa avere finalità
conformi alle disposizioni inderogabili della Costituzione sulla salute.
2 – L’«uomo» che non saprebbe «distinguere il vero dal
falso» senza la sedicente “élite illuminata”, portatrice della fiaccola
della Verità, rappresenta chiaramente il popolo sovrano spodestato.
Come abbiamo
discusso in precedenza, l’inversione dell’assiologia e degli
“enunciati nomologici” sono strutturali nell’elitismo al fine di perpetuare
l’egemonia culturale delle classi dominanti.
In pratica le élite (aka la scienza) impongono
autocraticamente e totalitaristicamente ciò che è «vero o falso» per imporre
ciò che è «bene o male», ovvero ciò che è «giusto» al di là di ogni dialettica politica
(e, non tanto paradossalmente, al di là della stessa dialettica
scientifica).
Nel pensiero elitista non esiste il “giusto” per chi,
esiste solo il Giusto che coincide sistematicamente con gli interessi materiali
dell’élite.
Insomma, considerando che il
positivismo scientista è una forma di ottusa ed irrazionale religione, è
chiaro che il clero tecnocratico, con tanto di codazzo politico, non può
che essere esso stesso medievale ed «oscurantista».
La inversione
nel frame propagandato è così presto descrivibile: ciò che è àmbito
dell’interesse e dell’opinione politici (doxa), viene
disciplinato tirannicamente in nome della scienza (epistéme), mentre ciò
che è àmbito dell’esperienza e della scienza (epistéme), viene
relativisticamente ed anomicamente lasciato alla mercé
dell’opinione (doxa).
Da una parte, dove la doxa
si sostituisce all’epistéme, si atomizzano e si sradicano le persone dal
terreno dell’esperienza, dai sensi e dal buon senso, dai dati,
dall’altra – in nome di un astratto “metodo scientifico”, o meglio scientista,
per cui si prevarica il dominio della doxa con l’epistéme - viene
appiattita autocraticamente la dialettica politica agli interessi dell’élite
che i «competenti» scienziati-tecnocrati rappresentano.
In breve: invertendo la logica
degli “addendi” il risultato cambia. Eccome che cambia.
Lo scientismo
tecnocratico, producendo nichilismo politico e naturalizzando
l’ontologia dell’essere sociale, ha come telos la «fine della Storia»: la
sempiterna vittoria di una classe sulle altre.
Occorre quindi sottolineare
l’importanza della coscienza storica come antidoto a questo
barbaro regresso culturale.
Mentre i nostri piccoli Mengele
si adoperano per realizzare il mondo distopicamente descritto da Huxley
e Orwell, respiriamo un po’ di aria fresca citando uno scienziato
(astronomo) marxista, Anton Pannekoek:
«Ciò che ogni volta veniva
indicato come l'esperienza
più semplice e puramente personale: “Io vedo un albero”, come tale può entrare nella coscienza solo
per merito della determinazione che le conferisce un nome.
Senza la terminologia ereditata delle cose, delle specie, dei concetti,
l'esperienza non potrebbe essere descritta, non potrebbe
diventare cosciente come tale. Dalla quantità indiscriminata del mondo delle
osservazioni le parti importanti per la vita acquistano importanza solo quando
vengono definite con suoni e quando vengono così espulse dal tutt'uno confuso e
insignificante. Anche là dove nella costruzione filosofica — come per esempio
in Carnap — non vengono impiegati i nomi, ma solo i caratteri strutturali, si presume
la facoltà di pensare in modo astratto. Il pensiero concettuale, astratto non è possibile senza
ricorrere al linguaggio, e si è sviluppato insieme al linguaggio. Il linguaggio e il pensiero
concettuale sono però entrambi un prodotto sociale.
Un linguaggio sarebbe impossibile senza una società umana della quale
esso è l'organo di comunicazione. Esso ha potuto formarsi e
svilupparsi solo in una società, come mezzo ausiliario dell'attività pratica
degli uomini. Questa
attività è un processo sociale; essa è la base più profonda di tutte le
mie esperienze. »
«Le esperienze non sono qualche cosa di personale,
anche se le diversità contenutistiche corrispondono a diversità personali. Le
esperienze sono a priori qualche cosa di trascendentale, in cui la società è già presupposta
come ovvia in quanto base indispensabile. In questo modo il mondo diventa un'esperienza
collettiva degli uomini. Il mondo oggettivo dei fenomeni, cosi come è
risultato da una costruzione logica portata fino in fondo per mezzo dei dati di
fatto dell'esperienza, è a priori l'esperienza collettiva dell'umanità. »
Anche Husserl (che
sintetizzava la dialettica tra epistéme e doxa in «doxa
cosciente») s’era fatto «storico pensante» – come diceva Hegel
– per una ricerca «rizomatica»
della storia della ragione. Lo stadio successivo è passare dalla storia
filosofica a quella sociale, e dalla critica intellettuale a quella politica.
Per la nostra salute mentale,
per spogliarci fenomenologicamente della falsa coscienza prodotta dalla
propaganda, leggiamo anche Castoriadis, “L’enigma del soggetto”:
«La creazione di un tempo pubblico non è meno
importante d’una simile creazione di uno spazio pubblico. Per tempo pubblico
non intendo l'istituzione d’un calendario, d'un tempo “sociale”, d'un sistema
di riferimenti temporali sociali – cosa che, naturalmente, esiste dovunque – ma
l’emergere di una dimensione
in cui la collettività possa esplorare il suo passato in quanto risultato delle
proprie azioni, e in cui si apra un avvenire indeterminato come campo
delle sue attività. Questo
è davvero il senso della creazione della storiografia in Grecia. È
sorprendente che, rigorosamente parlando, la storiografia non sia esistita che
in due soli momenti della storia dell'umanità: in Grecia antica e nell’Europa moderna,
cioè nelle due società dove si e sviluppato un movimento di messa in discussione delle istituzioni
esistenti. Le altre società non conoscono che il regno incontrastato
della tradizione e/o la semplice “consegna per iscritto degli avvenimenti”
effettuata dai sacerdoti o dai cronisti dei re. Erodoto, al contrario, dichiara
che le tradizioni dei
greci non sono degne di fede. Il gesto dello scrollarsi di dosso la
tradizione e la ricerca critica delle “vere cause” vanno naturalmente di pari
passo. E questa conoscenza
del passato è aperta a tutti: Erodoto, si narra, leggeva le sue Storie
ai greci riuniti in occasione dei Giochi olimpici (se non è vero è ben
trovato). E la “Orazione funebre” di Pericle contiene una carrellata sulla
storia degli ateniesi dal punto di vista dello spirito delle generazioni
successive - sintesi che arriva fino al tempo presente e che indica con
chiarezza nuovi compiti
per l’avvenire ».
La coscienza di quelle
costruzioni umane che sono per definizione le istituzioni sociali –
prodotto storico e quindi tutt’altro che “naturali” e da lasciar
“amministrare” impunemente al clero tecnocratico-scientista – è
necessaria per capire quanto la Weltanschauung, secondo cui queste
sovrastrutture sono orientate, impatta sul benessere e sulla salute delle
persone.
Facciamo nostro questo
concetto con l’aiuto di questa splendida citazione del biologo e genetista Richard
Lewontin, da “La biologia come ideologia”:
«La progressiva riduzione del tasso di mortalità
non è stata una conseguenza, per esempio, delle misure igieniche moderne
poiché le malattie che rappresentavano i principali flagelli nel secolo scorso
erano quelle respiratorie e non quelle trasmesse con l’acqua. Non è chiaro se
il semplice affollamento avesse molto a che fare con il processo, dal momento
che alcune zone delle nostre città sono almeno altrettanto affollate quanto lo
erano alla metà dell’Ottocento. Per quel che se ne può dire, la diminuzione, nel secolo xix, dei tassi di mortalità in
seguito a malattie infettive è una conseguenza del generale miglioramento della
nutrizione ed è connessa a un aumento dei salari effettivi.
Oggi, in paesi come il
Brasile, la mortalità infantile aumenta e diminuisce con l’aumento e la
diminuzione del salario minimo. L’enorme miglioramento della nutrizione spiega
anche l’abbassamento dei tassi più elevati di tubercolosi tra le donne che tra
gli uomini. Nel secolo XIX, e in Gran Bretagna ancora ben addentro al xx, i lavoratori erano nutriti molto
meglio delle donne che stavano a casa. Spesso, in Gran Bretagna, se in
una famiglia della classe lavoratrice urbana ci si poteva permettere il lusso
di portare in tavola della carne, questa era riservata all’uomo. Ci sono stati
complessi cambiamenti sociali, che hanno dato luogo ad aumenti dei guadagni
effettivi della gran massa della gente, riflettendosi in parte in un sostanziale miglioramento
della nutrizione, che sta effettivamente alla base della nostra accresciuta
longevità e dell’abbassamento dei tassi di mortalità in seguito a malattie
infettive. Anche se si può dire che il bacillo della tubercolosi causa
la tubercolosi, siamo più vicini alla verità quando diciamo che causa della tubercolosi furono
le condizioni dello sfrenato e competitivo capitalismo del secolo xix, privo di
qualunque forma di regolamentazione sindacale e statale. Ma le cause sociali non rientrano nell’ambito delle scienze
biologiche, e così agli studenti di medicina si continua a insegnare che
la causa della tubercolosi è un bacillo. »
«La storia oltrepassa di gran lunga qualunque
angusto limite venga attribuito al potere di circoscriverci sia dei geni sia
dell’ambiente. Come la Camera dei Lords che distrusse il suo potere per
limitare lo sviluppo politico della Gran Bretagna nei successivi Reform Acts
cui dette il suo assenso, così i geni, nel rendere possibile lo sviluppo della coscienza umana, hanno
rinunziato al loro potere di determinare sia l’individuo sia il suo ambiente.
Essi sono stati sostituiti da un livello completamente nuovo di causa, quella
dell’interazione sociale con le sue proprie leggi e la sua propria natura, che può essere compresa ed esplorata
solo attraverso quella forma unica di esperienza che è l’azione sociale».
Se non ci possiamo “vaccinare” immediatamente con un aumento dei
salari ed un miglioramento dei servizi sociali, be’,
vacciniamoci almeno con Bach: aria
sempre fresca in questa insopportabile cappa oscurantista:
https://www.youtube.com/watch?v=3ffg4mU7FNE
DOMENICA DOMENICALE
RispondiElimina(otc)
per i "vaccinati" economici c'è BIG FARMA, per altri c'è Scarlatti
ps: lascio a Voi unire i "punti" :-)
«La storia oltrepassa di gran lunga qualunque angusto limite venga attribuito al potere di circoscriverci sia dei geni sia dell’ambiente. Come la Camera dei Lords che distrusse il suo potere per limitare lo sviluppo politico della Gran Bretagna nei successivi Reform Acts cui dette il suo assenso, così i geni, nel rendere possibile lo sviluppo della coscienza umana, hanno rinunziato al loro potere di determinare sia l’individuo sia il suo ambiente. Essi sono stati sostituiti da un livello completamente nuovo di causa, quella dell’interazione sociale con le sue proprie leggi e la sua propria natura, che può essere compresa ed esplorata solo attraverso quella forma unica di esperienza che è l’azione sociale».
RispondiEliminaQuesta frase mi ha fatto ricordare che anche Darwin iniziò i suoi studi perchè odiava istintivamente lo schiavismo (all'epoca ampiamente accettato e giustificato in virtù dei molti passi a favore della schiavitù contenuti nella Bibbia) e fu particolarmente ispirato dal pensiero abolizionista circa la comune discendenza dell'umanità (blood kinship). Tra l'altro anche suo padre fu sostenitore della teoria evoluzionista (senza successo) ma solo Darwin junior fece le ricerche sperimentali per verificare la teoria.
Quindi possiamo dire che la schiavitù fu abolita, nonostante la Bibbia, grazie al pensiero evoluzionista, ma cio' che fu gettato dalla porta grazie alla teoria dell'evoluzione biologica è poi rientrato dalla finestra sotto forma di darwinismo sociale.
La forma di vaccinazione più importante resta quindi quella di saper distinguere lascienza dalla scienza e per questo ringrazio questo blog per le continue 'dosi di richiamo' di questo vaccino.
Prima di tutto grazie, per aver affrontato il tema.
RispondiEliminaEmpiricamente l’obbligo vaccinale vale solo per i poveracci, in quanto chi può prendersi una tata o pagarsi rette esose di scuole privatissime se ne può tranquillamente sbattere.
Come si giustifica l’obbligo vaccinale? Con le “coperture”, certo, ma non di “gregge”, bensì ex art.81, infatti si legge sul sito web dell’istituto Bruno Leoni che
“Nonostante il diritto alla salute sia proclamato come un diritto universale garantito a tutti, la realtà è ben diversa. Le esigenze di bilancio fanno sì che le politiche sanitarie si intromettano con sempre più pervasività nelle scelte terapeutiche”
(http://www.brunoleoni.it/risparmiando-a-ogni-costo)
Basta veramente poco per capire che “Austerità espansiva” e “obbligo flessibile” sono due facce della stessa medaglia, il “vincolo esterno”.
Riflessione personale: la marcia indietro della ministra Grillo che conferma l’esclusione dei bimbi non “conformi” e manda i NAS a controllare i certificati vaccinali con il plauso di tutto il PD, a parte il fatto di essere un gravissimo atto di discriminazione, è da allarme rosso (si aggiungano poi i complimenti di Calenda per Ilva, o l’approvazione di Strasburgo per il decreto spazzacoso).
Poi sentiamo parlare di bond in dollari (già proposti da Gentiloni a febbraio 2018) e moneta cinese di riserva.
L’impressione dall’esterno è quella di una “normalizzazione” di almeno una parte del governo, con l’altra parte attaccata su più fronti e sotto stress incapace di agire puntualmente nel contrastare questa “deriva” (sempre se vogliamo credere che Salvini faccia sul serio, anche se, onestamente, mi sono cadute le braccia per l’ingenuità(?) dimostrata in Commissione Bilancio sulla questione obbligo vaccinale).
Se la strategia è arroccarsi su un Def che sarà inevitabilmente nel segno della continuità col precedente, visto il persistere del “vincolo esterno”, in attesa della madre di tutte le bolle, per me non arrivano a Natale, e vedrete l’astensione alle europee perchè “la gente non capiscono ed hanno un’errata peccezione”.
Di terreno se ne è già ceduto troppo fin dall’inizio, accettando l’ingerenza presidenziale.
Per vincere un assedio devi avere una linea di rifornimento, ed essendo completamente circondato, puoi solo sperare che arrivi un esercito *altro* a salvarti; meglio sarebbe in queste condizioni adottare tecniche di guerriglia Vietcong, per cui ti affidi in primis alla popolazione che sostiene la causa della liberazione nazionale.
(Tra qualche giorno sarà depositata alla Camera la legge di iniziativa popolare per estendere il “modello Veneto” della raccomandazione vaccinale a tutta Italia, sintesi del buono che c’è nella coalizione di governo, vediamo che fine farà, intanto siete tutti invitati a manifestare l’11 settembre a Roma e il 23 a Bologna contro l’obbligo vaccinale :-)
Approvo tutto senza riserva. La gravità più impressionante proviene purtroppo da dove ci si sarebbe atteso il rispetto della Carta. Dei vari articoli costituzionali ( il 32 è disatteso senza ritegno ), alle varie leggi europee, alla convenzione di Oviedo, non rimane che la farsa decisionale dei 15 amici di merende di Mattarella, che a novembre scorso hanno approvato la legge 119/17 creando un vulnus che solo l'abrogazione totale della legge potrebbe almeno in parte riparare.
EliminaDa 0 a 6 anni ti obbligo; da 6 a 16 ti posso multare e basta. Non credo che potremo recuperare un po' di dignità senza un momento di sana rivolta popolare con qualche episodio rosso sangue. Una sentenza vergognosa come quella della Consulta non sarebbe mai stata emessa se qualcuno dei 15 + 1 avesse solo sospettato di poter subire una qualche azione di rigetto. Rimpiango qualcosa di molto triste ma molto efficace degli anni '70.
Vaccini e riscaldamento globale... ohibò, non sapevo che anche 56milioni di anni fa l'uomo avesse causato questo ben 50milioni di anni prima della Sua comparsa sulla Terra... o no?
RispondiEliminaForse un accenno,anche solo di sfuggita, a Pasteur non sarebbe stato fuori argomento.
RispondiEliminaIl teatro dell'assurdo: ridateci il PD!!!
RispondiEliminaScusate ... ma che coerenza c'è nel dire che si vuole, giustamente, mettere mano in modo organico al tema vaccini con un apposito disegno di legge e intanto, nelle more della riforma, imporre alle famiglie la vaccinazione obbligatoria per gli asili?
E se il prossimo anno la riforma dimezzerà il numero dei vaccini obbligatori?
Allora tutti quelli che hanno tenuto duro fin qui ma che giocoforza oggi DEVONO vaccinare per poter mandare i propri figli alla materna non potendo disporre di soluzioni alternative sono stati tutti dei grandissimi fessi?
Lupus in fabula
RispondiEliminahttp://ilpedante.org/post/il-blog-e-chiuso
"Il blog chiude per protesta contro la decisione del governo di mantenere in vigore l'obbligo delle dieci vaccinazioni per l'infanzia e il correlato divieto di frequenza degli asili per gli inadempienti, come sancito dalla Legge Lorenzin n. 119/2017."
Sono 'furioso' ma devo dire che non è una sconfitta del governo Conte.
E' solo una 'nostra' sconfitta perchè ci siamo illusi.
Nel programma per il governo del cambiamento si legge infatti (fine #21, pag. 41):
"Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale."
Pacta (incluso anche anche un pactum sceleris come questo) servanda sunt.
Io prego solo che tra 50 anni i nostri discendenti non debbano registrare, mutatis mutandis, la storia dell'orrore rivelata da questo documentario (sul trattamento di stato anti-tigna, obbligatorio anche senza tigna per gli ebrei considerati 'razzialmente inferiori' all'elite ebrea dominante, a base di massiccie dosi di raggi X:
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=vMp1tef4lg4
I fatti sono stati molto 'benignamente' riassunti qui
https://en.wikipedia.org/wiki/Ringworm_affair
ma gli interessi economici (e geopolitici) in gioco tra l'allora rampante industria nucleare e l'odierna industria farmaceutica globalista sono dello stesso ordine di grandezza.