martedì 30 luglio 2013

UN'ESTATE FA...NON C'ERA CHE LUI

Parleremmo dunque del caso giudiziario più importante della Storia italiana?
Naaah...
Parliamo del tempo.
Ma non di quello meteorologico, quanto della sua dimensione cronologica.
Pensate, un anno fa, esattamente il 30 luglio 2012, quest'oggi, Monti e Merkel si incontravano per dirci che l'euro era bello e perfetto, e che si sarebbe fatto "tutto il possibile" per salvarlo. Riecheggiando la fresca dichiarazione di Draghi, che avrebbe persino causato una "euforia sui mercati" giudicata "eccessiva".

A distanza di un anno, il "mitico" Bernd Lucke ci dice che "i paesi periferici riducano i salari del 30% o escano dall'euro".
E aggiunge: “Questi paesi dovrebbero andarsene perché hanno dimostrato di non poter essere abbastanza competitivi – ha dichiarato Lucke in un intervento sull’emittente televisiva Cnbc, aggiungendo che se invece restassero nell’unione monetaria, dovrebbero subire una riduzione dei salari di circa il 30%, una condizione inaccettabile per gli operai. Dunque andarsene sarebbe il male minore."

Interessante il commento dell'autore italiano dell'articolo linkato:
"Poniamo di voler seguire il consiglio dell’amico Teutonico; ho 2 possibilita’: Soluzione A) Svaluto i salari, tutti quanti del 30%. Tenete conto che il monte salari di una nazione pesa circa il 50% del PIL. Trascuriamo qualche fattore secondario, quale la proletarizzazione di diversi milioni di persone che passerebbero da essere classe media ad essere morti di fame. Immaginiamo anche che i lavoratori non oppongano resistenza (qualche dubbio ce l’ha anche Bernd Lunke). Che accade? Semplice: il PIL ben che vada fa -15% (anche considerando l’effetto positivo per l’export) e la nazione va in deflazione. Quindi? Per una nazione come l’Italia il Debito va nell’iperspazio e passa dal 130% al 160%. Sintetizzando ulteriormente: muoriamo schiacciati dai debiti, e come noi piu’ o meno tutta l’eurozona.

Soluzione B) Svaluto i salari, tutti quanti del 30%, riducendo la componente fiscale e contributiva. Sapendo che il monte salari di una nazione pesa circa il 50% del PIL, parliamo di finanziare il tutto con una manovra da 240 miliardi (in realta’ sarebbero meno, ma comunque sempre una cifra mostruosa). Che accade? Semplice: per quanto si taglino sprechi e privilegi, il Deficit Pubblico necessariamente andrebbe alle stelle, e con esso il Debito. La cosa mi ricorda il Portogallo, dove s’e’ applicato qualcosa del genere, ed il Debito Pubblico sale al ritromo del 15% all’anno. Quindi? ancora una volta muoriamo schiacciati dai debiti, e come noi piu’ o meno tutta l’eurozona. Dicesi matematica elementare. I benpensanti potrebbero dire: ma e’ esattamente quello che ha fatto la Germania con le riforme Hartz ed i Minijob. Vero. Ma e’ anche vero che la Germania c’ha messo svariati anni ad applicare tale politica, sforando per alcuni anni il famoso 3%, ed alle spalle aveva un Debito che non stava gia’ nell’iperspazio ed un sistema economico per definizione e struttura (grandi imprese) non inflattivo. Inoltre, se tutti facessero in simultanea tale politica, gli effetti non sarebbero cosi’ semplici: alla fine si avrebbe una rincorsa continentale, se non mondiale, a proletarizzare i lavoratori. In sintesi non funziona, ed il buon Bernd Lucke lo sa perfettamente.

Ovviamente la soluzione C), una politica espansiva tedesca, con rivalutazione dei salari ed avvio di meccanismi di trasferimento compensativi verso le nazioni deboli, manco e’ contemplata tanto da Bernd Lucke, tanto da Angela Merkel, che anzi la vedono con orrore: di ammettere l’errore di aver colorato di Blu la porzione loro spettante di condominio bianco, manco se ne parla. E comunque per i Tedeschi la “Morale” e’ un concetto che non prevede che il “Colpevole” sia Teutonico."

E sull'euro-break aggiunge:
"Considerando una bella svalutazione del 15-25% delle varie monete verso l’Euro-Marco, diciamo che la Germania vedrebbe in un sol colpo: Conseguenza 1) Perdere un buon 7% del suo PIL (azzerando l’attivo della bilancia dei pagamenti, ora a +200 miliardi) Conseguenza 2) Perdere qualche centinaio di miliardi in investimenti all’estero, che verrebbero deprezzati (per esempio i titoli italiani ridenominati in lire perderebbero un 15-25% del loro valore in Euro-Marchi) impattando il sistema bancario teutonico, che alla fine verrebbero ripianati dai contribuenti tedeschi.

In sintesi, la Germania perderebbe il vantaggio competitivo acquistato dalle riforme sul lavoro, una bella fetta di PIL e vedrebbe il Debito Pubblico schizzare al 110-120%.

Badate bene che non considero affatto Bernd Lucke un fessacchiotto. Queste cose e le relative conseguenze, le conosce perfettamente. Ma e’ preferibile per Bernd Lucke uscire da un Europa non armonica (ai suoi occhi non sufficientemente Tedesca) e ripartire in una sana competizione, dove la Germania e’ padrona del proprio destino, e non destinata ad una Leadership solidale che semplicemente non vuole. L’alternativa e’ la proletarizzazione del resto d’Europa, che diventerebbe nel tempo cio’ che il Sud Italia e’ per il Nord Italia (una terra cui vendere merci e simultaneamente da sussidiare, in un meccanismo di conflitto crescente e di depressione e crisi economica dilagante).

Dal mio punto di vista il ragionamento e’ ineccepebile e straordinariamente lucido, a valevole ovviamente in senso contrario."



Come cambiano i tempi!
Certo non abbiamo la velocità di autoconservazione necessaria, ma intanto Letta si azzarda persino a dire che sulla crisi della Grecia sono stati commessi grandi errori dall'UE (e sfido, lo ha già detto in lungo e largo persino il FMI!)...e assicura che la Grecia avrà l'Italia al suo fianco. Il che, detto a Samaras, per quello che riserva ai suoi connazionali, e in consonanza "euroconservatrice", non pare molto rassicurante per i greci!
Ma in fondo, la conservazione del potere è una forte "cultura comune"...

Tanto, si sa, bisogna finire di adottare le "necessarie riforme" per la crescita "duratura". Lo dice pure Jack Lew.
Ma a giorni alterni: ogni tanto dice pure di allentare l'austerity UE.
Non si capisce bene però se questo includa o meno il taglio dei salari del 30% (con tutti gli effettucci visti sopra): o ci dice chiaramente che non è una cosa corretta o stiamo ancora aspettando che ci chiarisca esattamente che cosa intendesse per "riforme strutturali".
Mica è indifferente, dear Jack.
E a Obama che si ingegna con la nuova idea di "corporate tax", "to boost US economy", magari un'effettiva ripresa della domanda in UE non potrebbe dispiacere, dato che altrimenti i nuovi posti di lavoro rischiano di evaporare in qualche nuova crisi finanziaria..dietro l'angolo


20 commenti:

  1. Le osservazioni del lettore sono indubbiamente molto lucide ma non sono d'accordo sulla parte in cui si dice che la Germania ha sostanzialmente vinto: "In sintesi, la Germania perderebbe il vantaggio competitivo acquistato dalle riforme sul lavoro, una bella fetta di PIL e vedrebbe il Debito Pubblico schizzare al 110-120%.".

    Non sono d'accordo non sulla oggettività dei dati, che quella è e la conosciamo, ma sulla presunzione del cercare di far credere che questa situazione possa andare avanti all'infinito: i Paesi "clienti" della Germania hanno finito i soldi per pagare i beni che la Germania intende continuare ad esportare(ecco perché stiamo imboccando la via della (s)vendita delle quote degli asset ancora pubblici, altra cosa che, in questa sede, ben sappiamo).

    Non sono d'accordo perché questo è un vantaggio effimero, anzi, fantasma: se strangoli i tuoi partner commerciali, la morte per fame non te la leva nessuno. Concetto secondo me espresso benissimo in questo post del blog "Voci dall'Estero", che si rifà a sua volta ad un articolo del Financial Times, scritto da un noto professore tetesko, Hans-Werner Sinn).

    Siamo d'accordo?

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    1. Ma certo: l'alternativa è un lento assottigliersi del "bottino" del surplus, per consunzione della domanda PIGS+Francia con, in aggiunta, prospettive di salvataggio e di aborrite soluzioni "solidali" e perdita secca "una tantum", per ripartire senza dover soffrire lentamente. Ma questi sono AFD, mica la Merkel, che, almeno fino alle elezioni, predilige il fuoco lento...

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    2. ma la loro è una "guerra di conquista".
      Non gli importa piu' di tanto (a buona parte dell' oligarchia industriale crucca)di "morti e feriti" e di una ricaduta anche sulla loro economia.
      Il loro scopo è chiudere la concorrenza. Annetterla e rimanere padroni.

      Ne più, ne meno di quello che avvenne con l' unità d' Italia con Francia e Germania nei panni, rispettivamente, di Piemonte e Lombardia.
      Noi "terroni" saremo "calpesti e derisi" MA MOLTO UTILI a procurare manovalanza (capace e laboriosa) a buon prezzo.

      Pare che Valletta (storico AD della Fiat nel dopo-guerra) sovente dicesse:
      "se non fosse stato per i meridionali che riempivano le nostre industrie -chiedendo poco (ah...la famosa "competitività")- qui in Piemonte saremmo morti di tisi"

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    3. Si, ma se i morti e feriti non ti comprano i prodotti che vuoi esportare...dov'è la vittoria? Tutto il mondo è in recessione, quindi, a meno che non vi sia un pianeta di importatori netti, la vittoria è quantomeno ambigua..

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  2. si noti la stringente logica di letta nipote, in quel di Atene....

    Annuncia grande piano di privatizzazioni per l' autunno, cioè quello che sta facendo (con grande insuccesso, ovviamnete, la Grecia) e dice che le politiche imposte alla Grecia erano sbagliate...

    "Sono stati commessi gravi errori da parte della Ue negli anni scorsi [nella gestione della crisi greca]: tempistica sbagliata, strumenti sbagliati. Si e' intervenuti nel modo sbagliato al momento sbagliato"

    "L'Italia sara' al fianco del governo greco e della Grecia per evitare altre crisi e far si' che il rispetto degli impegni che la Grecia ha assunto con le istituzioni europee venga mantenuto ed e' importante che questo avvenga nei tempi giusti e senza che ci siano ritardi"

    "Deve essere chiaro che i sacrifici non sono sacrifici fini a se stessi, non sono l’obiettivo, ma lo strumento per arrivare alla terra promessa"


    tra "terre promesse" e "impegni sbagliati da rispettare" non ho ben capito se letta nipote fosse in crisi mistica o affetto da labirintite...
    Voi?

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    1. Conto sempre su bravi commentatori come te, per risparmiarmi di dire "tutto": i greci si trovano a svendere senza neppure trovare acquirenti. Ma questo non spaventa il nostro governo, che insiste fiducioso e continua a spargere, via mediatica, ottimismo salvifico a piene mani...

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    2. Beh, il "miracolismo" è il sale della propaganda. Allora, poi, chi ci casca? Così, almeno, gli storditi (che sono sempre in netto vantaggio numerico) sono contenti e votano PUDE soddisfatti. Allora come si fa ad uscire dal baratro?

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  3. Nel frattempo, per dirla col celebre Lello Arena, "annunciazione, annunciazione"!!!!!!

    Beppe Grillo, quello dello statocastaspesapubblciaimproduttivabrutto, ha nuovamente spiazzato tutti.
    Ora le privatizzazioni sono un "male", e se si comprano il patrimonio pubblico (orrendo concetto!!!), "dell'Italia non restarà nulla" (parole sue!!!). Si riesuma perfino uno stile "sovietico": le aziende pubbliche "appartengono al popolo"......

    http://www.fanpage.it/grillo-fermiamo-le-privatizzazioni-o-dell-italia-non-rimarranno-nemmeno-le-ossa/

    http://www.ilmondo.it/top10/2013-07-30/grillo-attacca-fermare-quot-piani-larghi-quot-capitan-findus-letta_230795.shtml

    Quando avrà capito quale slogan sia più redditizio, in termini elettorali, forse farà pace con se stesso.....

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  4. E' fin troppo facile fare ironia sulle parole del Premier a proposito della Terra Promessa. Ma mentre il Bello di Zio mischiava linguaggio da Vecchio Testamento con lo schema 'Nuovo' morte-resurrezione degno del miglior Mastella, in coincidenza con le sue dichiarazioni da Atene, rimbalzava la notizia (non nuova, certo, ma comunque con un qualche valore vista anche la concomitanza con il 'nulla osta' tedesco alla trance di carità ai pezzenti ellenici) della vendita delle lotterie nazionali greche.

    Ora, forse sono l'unico, e forse no, a vederci un collegmento ma al PUDE sembra tanto apprezzare il settore dei giochi e delle lotterie. In Spagna il maggior operatore si ritrova con problemi di finanziamento e anche in Italia un paio di articoli che ventilavano la privatizzazione dei giochi statali ha trovato spazio sui media promotori del progetto Taglia Debito.

    Ora, dato il piano PUDE di de-potenziamento dello Stato, mi domando se la nostra attenzione focalizzata su ENI, ENEl and big companies oscuri la preparazione di qualcosa che rende in termini di entrate fiscali almeno quanto le aziende 'strategiche' (quasi dimenticavo la crociata di Mentana sul gioco d'azzardo, di tempo fa).

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  5. Da viaggiaresicuri.it, sito del Ministero degli Affari Esteri, la germania che non ti aspetti:
    Ancorché il livello di sicurezza nel paese permanga comunque elevato, anche nelle grandi città tedesche, in particolare Berlino, si assiste ad un sensibile aumento di borseggi e furti con destrezza. Si raccomanda pertanto a tutti i visitatori di mantenere un atteggiamento vigile soprattutto nelle vicinanze dei monumenti e all’interno e all’uscita della metro.

    Strano che in un paese dove gli operai guadagnano 3000€ al mese e le aziende si lamentano che non hanno a disposizione abbastanza manodopera, ci sia chi debba ricorrere a certi mezzi per sbarcare il lunario. Sarà mica che l'esercito di riserva delle riforme Hartz in realtà non se la stia passando poi così bene come la disinformazione PUD€ racconta?
    Intanto, nel dubbio, svendiamo un po' di patrimonio pubblico per fare cassa e non farci trovare con le tasche eccessivamente vuote, sia mai che a deutsche bank servano ancora un paio eurini degli scialacquatori mediterranei per fare fronte alla sua leggerissima sottocapitalizzazione.

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    1. E' pur sempre il paese di Bertold Brecht: "se vuoi rubare in grande non rapinare una banca; fondane una"

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  6. Lucke dimostra ancora una volta che ai tedeschi interessa solo la grande Germania e basta. Non c'è molto altro da dire. La cosa migliore è lasciarli bollire nel loro brodo ed evitare di imbarcarci in avventure belliche o economiche con loro perché c'è sempre solo da rimetterci.
    Piano D, vadano fuori dalle balle e poi vediamo da soli, senza servette amorevoli, come fanno a mantenere il loro vantaggio sugli altri. Anche se io preferirei un liberi tutti e basta. Addio fogni di gloria.

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    1. Ciao grande Barbara :-) (mi scaricherò il tuo libro).
      E pensare che il "cupio dissolvi" crucco è, alla fin fine, un riflesso (pavloviano) della teoria quantitativa della moneta e della conseguente idea di causazione inflattiva.
      Se avessero un'idea più "evoluta" della faccenda monetaria, sarebbero più ragionevoli e sarebbero in gradi di gestire quel tanto di espansione della domanda interna e dell'inflazione che, senza arrecargli alcun danno, anzi, gli consentirebbe di continuare a prosperare senza dover asservire commercialmente gli altri.
      Forse, per un imminente futuro di auspicabile ritorno alla ragionevolezza (cambi flessibili), questa loro ostinazione "teoretica" è una fortuna. Ma forse: nipotini di von Hayek e Friedman italioti permettendo...

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    2. Nell'atteggiamento fobico nei confronti della moneta c'è anche tanta repressione, tendenza a vivere con il freno a mano tirato, senso di colpa a vagonate, quella stramaledettissima pedagogia nera che li ha tirati su dei bambini traumatizzati bisognosi di scaricare sugli altri le proprie angosce. Repressione che ad un certo punto non ha potuto che esplodere in un bel programma genocidario con i controfiocchi.
      Eppure già la moltiplicazione dei pani e dei pesci ci aveva insegnato che la ricchezza si crea, che è il credito che fa il deposito, che la fiducia è la base della prosperità. Ma loro niente, con i loro spicci contati, la stitichezza cronica di moneta, così funzionale, per altro, ai piani dell'élite.

      Chi ha visto "Il nastro bianco" può capire tante cose sul lato oscuro della mentalità tedesca che periodicamente viene fuori.

      P.S. Grazie, ci terrei molto ad un tuo parere. ;-)

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    3. Oh yes, appena finisco di aggiustare il libro, mi ci dedico :-) (e poi magari ti invio il file in anteprima)

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  7. Salve, vivendo in Germania, vorrei riportare una testimonianza sul punto c.
    Ho partecipato ad un incontro sul microcredito nei paesi del terzo mondo (intuendo, da non esperto, che anche là il commercio e la crescita sono azzoppati dalla scarsità di moneta...) e, ad un certo punto, la discussione è finita, inevitabilmente, sulla situazione europea. Il relatore era a conoscenza dei meccanismi del ciclo di Frenkel, che il boom dell'export tedesco è una follia, è insostenibile e dovuto alla deflazione salariale, che non vi è differenza "morale" tra il creditore scriteriato e il debitore che non può pagare (incipit della goofynomics). Confortato, intervengo, col mio tedesco raccattato, dicendo che una politica di aumenti salariali in Germania aiuterebbe gli altri paesi dell'eurozona, in quanto i tedeschi dovrebbero aumentare i loro consumi. E qui si è andati in tilt, perché bisogna consumare di meno, per rispettare l'ambiente ed assicurare un futuro ai nipoti. Non vi può essere crescita infinita. Ribatto che sono d'accordo, ma è un obiettivo a lungo termine, a breve termine che facciamo? In Germania ci sono milioni di mini-jobbers a 450 euro al mese, che vivono in una stanza e che arrivano a fine mese col conto in rosso. Non si potrebbe iniziare da loro? Niente, l'imperativo a "sinistra" è di ridurre i consumi perché ci si sente in colpa per le future generazioni. Così ho capito perché nei media si può parlare di decrescita ma non di Keynes...

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    1. Sotto (o "sopra") ogni decrescista felice tedesco c'è un nipotone di vn hayek che ghigna...
      Se ti vuoi divertire (e magari arriccchire i futuri confronti :-)):
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/decrescismo-e-teoria-dei-mercati-saturi.html

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  8. Quando leggo la parola "trasferimenti" mi viene sempre da ridere. Immagino che sia solo un esercizio teorico e che nessuno davvero ci creda.
    Ottimo articolo comunque

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  9. E già che siamo in tema di ricorrenze, perchè non rispolverare ciò che successe DUE estati fà.
    Ma cos'altro serve perchè si configuri il reato di alto tradimento della Patria? La svendita dell'intero territorio italiano, cittadini compresi, ad un soggetto straniero?

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    1. E pensa che due estati fa il FQ prese il tutto come ragione di denunzia di "debitopubblicospesapubblicacastacorruzionebrutto". Oggi, invece, non solo abbiamo un luogo, più luoghi, per rievocare e dibattere, ma in realtà "loro" hanno dovuto abbassare i toni e cambiare, in buona parte, la storiella.
      Lo so: è troppo poco.
      Ma è pur vero che l'estate del 2011, inizia in realtà nel 1981. E che per provare, almeno, a far riguadagnare terreno alla democrazia occorre uno sforzo eguale e contrario. Se poi ci fosse anche la diffusa sensibilità alla verità dei fatti, in tutti gli interessati, faremmo prima (senza dover aspettare un collasso drammatico e incomprensibile ai più)

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