lunedì 16 febbraio 2015

WELFARE DI GUERRA, WELFARE DI PACE E FISCAL COMPACT "IRRINUNCIABILE"

 



1. Da questo commento di Lorenzo Carnimeo, come spesso capita, prendiamo spunto per una risposta che merita di essere trasposta direttamente in un autonomo post. Che completa ed esplicita quello precedente:
"Osserva giustamente, il "mainstream" Sole24 ore, che "[...]una volta messi gli anfibi sul terreno bisogna restarci, e forse anche a lungo, per stabilizzare la Libia. I rischi di perdite tra i soldati in scontri e attentati sono alti. E sicuramente questi rischi erano inferiori mesi fa, quando da più parti si invocava un intervento internazionale in Libia. La missione militare comporta un costo umano, politico ed economico che i Paesi schierati contro Gheddafi nel 2011 non vollero accettare lasciando che il Paese sprofondasse nell'anarchia e nel caos dove adesso si è infilato il Califfato. Ma proprio di questo oggi si parla: saldare un conto aperto lasciato in sospeso da altri. Armiamoci e partite, quindi, sapendo bene però dove si va e a quale prezzo."

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-02-15/truppe-italiane-libia-tutti-rischi-dell-opzione-militare-191959.shtml?uuid=ABbNKIvC

Il tutto, poi, mentre continuiamo ad essere dominati dalla spending review: da un lato, con la legge n. 244 del 2012 abbiamo ulteriormente ridotto il nostro strumento militare e le nuove acquisizioni sono sempre più limitate rispetto ai mezzi che vengono dismessi. Inoltre, di fronte alla popolazione colpita dalla recessione, non credo sarà facile giustificare un'operazione di questo tipo. Dove si andrà a "tagliare" per reperire le necessarie risorse?
E ancora: non dobbiamo dimenticare che l'Europa ci ha lasciati sostanzialmente soli a gestire il drammatico fenomeno migratorio che arriva dalla Libia.

Salendo di un gradino, mi pare che la posizione americana (ma in generale dell'ordoliberismo occidentale), si risolva nel celebre titolo di un film di Alberto Sordi: Finché c'è guerra, c'è speranza. Eppure nello schema che presumibilmente è stato adottato, vedo qualcosa che non quadra. Provo a spiegarmi.
Durante la II guerra mondiale, i soldati americani che combattevano in terra straniera erano sorretti non tanto dalla "paura", quanto da una spinta ideale in chiave anti-nazifascista. Oggi, per difendere gli interessi occidentali, si fa leva principalmente sulla "paura" del terrorismo. Però, come dire, manca la "mission", il manifesto alla base della dottrina. E questo non lo vedo come un fattore positivo."

2. Diciamola con franchezza. 
Leggi di austerità emergenziale e spending review, a quanto pare, appartengono a un'ottica che gli USA considerano, con molteplici segnali, superata. Per ragioni strategiche proprie, certamente, ma anche perchè:
a) vogliono consolidare il nuovo corso enunciato da Jack Lew ("non saremo più importatori di ultima istanza") e lo fanno sulla naturale specializzazione del loro sistema industriale, la difesa. Cosa che può riuscire solo inducendo a operazioni militari i riluttanti e "austeri" UEM. Come si ricava dalla Premessa-I del post;
b) sulla derubricazione a mera paura, priva di spinta ideale, della lotta al terrorismo, non sarei così sicuro. Basta leggersi i giornali USA e...vedere "American Sniper" (olterche la costante riproposizione mediatica USA della equivalenza tra Hitler e Putin). 
Quanto alla "percezione" italo-europea di ciò, neppure nel 1940-43 l'Italia sviluppò, alla fine del processo di ri-direzionamento, una "spinta ideale" che non fosse basata- più che sulla paura o sull'anti-nazifascismo- SULLA COSTRIZIONE ESOGENA DEL FATTO COMPIUTO, come attesta la vicenda dell'8 settembre (cioè lo schiacciante rapporto di forza instaurato dall'intervento USA in Europa).;
- Diverso aspetto, storicamente e culturalmente, è che poi in sede di Costituente si "dovette" dare spazio alla versione keynesiana del sistema di pacificazione del conflitto di classe che, in definitiva, era già emerso (negli stessi USA, pur con alterne vicende) in funzione dell'abbandono del liberismo conseguente alla crisi del '29.

3. Ergo: se si nutriva qualche dubbio che l'attuale linea politica italiana sia sempre più condizionata dagli USA, ne abbiamo la conferma.
Certo, nessuna "intelligenza" in ciò:
- da un lato si mandano avanti le privatizzazioni del settore industriale pubblico della difesa (un sommamente intempestivo "suicidio", industriale e strategico, per l'interesse nazionale);
- dall'altro, pare evidente che ciò DEVE assecondare una neo-colonizzazione che passi anche per la perdita di quei mercati, della filiera da noi controllata (anche con acquisizioni estere), degli stessi profitti che incidono sulla partita redditi del CAB (non bastassero le estero-vestizioni del core industriale italiano in Lussemburgo).

4. Infine, un dato significativo: comunque la si voglia vedere, l'interventismo militare nel Mediterraneo equivale ad un'anticipazione, sul piano geo-politico, del distacco da politiche puramente €uro-germanico-conformi. (E' nota l'ostentata neutralità tedesca su questi temi, sicuramente connessa alla valutazione di inutilità-irrilevanza ai fini delle loro ostinate politiche mercantilistiche nazionali).
Infatti, anche se si perdesse (sicuramente nelle intenzioni dichiarate) il nostro controllo nazionale del settore industriale della difesa, anzi a maggior ragione, questo interventismo significa una intensificazione della spesa pubblica; probabilmente in una misura oggi non ben percepita e stimata da questo governo (forse Padoan se ne rende conto: forse).
Il welfare di guerra come modalità di rilancio della domanda? Forse, ma in questo caso con accelerazione, gratuita e demenziale, della dipendenza dall'estero.
Insomma, un'anticipazione per via di influenzamento politico di parte degli effetti del TTIP.

 
5. La conferma di ciò, la avremmo quando, raggiunto un certo livello di spesa militare, probabile all'interno di una esclalation che è tanto prevedibile quanto ORA IRRESPONSABILMENTE NASCOSTA, si farà riferimento a una NUOVA EMERGENZA-TINA e si dirà che comunque occorrerà adeguare la spesa pubblica secondo LE NUOVE PRIORITA' NECESSITATE.
Cioè, si dirà che, a seguito della indispensabile protrazione della lotta al terrorismo, pensioni e sanità pubbliche "non ce li possiamo più permettere" (così ben descritto da Keynes); perchè "mancano le risorse" e "DOBBIAMO COMUNQUE RISPETTARE GLI IMPEGNI FISCALI EUROPEI".
Un copione che mi pare già scritto...

31 commenti:

  1. Renzi sembra aver negato le affermazioni dei suoi ministri. No, non è il caso di intervenire (per ora), in Libia.

    http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/02/16/libia-salvini-prima-di-intervento-capire-che-fare_cd40b01c-9906-4b75-9922-8e1fc0913d5a.html

    Forse prende tempo. O forse, rimanendo in tema, si rimane oscillanti (alla...Badoglio: "la guerra continua"), tra varie posizioni. Occhio poi alla posizione Francese, che potrebbe cercare di fare politicamente "suo" l'eventuale intervento come nel 2011.
    In ogni caso, quella che viene sconfitta è l'Europa. Triton è stata un fallimento totale. In Ucraina la Mogherini è stata aggirata come un birillo da Merkel ed Hollande. Insomma, la politica europea si identifica con un asse franco-tedesco volto più ad est che a sud (e se guarda a sud, lo fa secondo i SUOI interessi). Ma allora a che serve l'Europa, ci si potrebbe domandare......

    Da Mario Monti, intervistato da Gian Antonio Stellla, sembra possibile trarre un'inquietante risposta (anche se forse si va OT):

    http://www.corriere.it/politica/15_febbraio_15/monti-miei-errori-scelta-civica-deluso-politici-tanti-neofiti-9bbf7d46-b4eb-11e4-b826-6676214d98fd.shtml?cmpid=SF020103COR

    Innanzitutto Monti stesso lo conferma: Troika=neocolonialismo (ispirato, diciamo noi, dal mercantilismo tedesco). Questo significa, allora, che in Grecia hanno fatto neocolonialismo, ossia che la salvezza di quel Paese era l'ULTIMA delle priorità. Sfido ora qualsiasi piddino a dire che non è vero. Probabilmente non lo farebbe e si appellerebbe al resto dell'intervista, dove, sintetizzando, credo che Monti abbia detto: "ho fatto quello che ho fatto per evitare la Troika e salvare l'immagine dell'UE in Italia".
    Un ragionamento che, però, non regge perché: a) la Troika ha ufficialmente rappresentato le politiche europee senza che, a livello europeo, nessuna autorità le contestasse questo ruolo; b) dire "lo faccio io perché non lo faccia la Troika" è un'ipocrisia bella e buona, se quello che fai è COMUNQUE, quello che la Troika avrebbe fatto; c) di conseguenza, la sua esistenza politica aveva lo scopo di rendere ipocritamente più accettabili le politiche della Troika stessa, tramite la conservazione dell'ideale europeo.
    Da ultimo, lo stesso Monti ha esplicitato che le politiche di Renzi sono quello che avrebbe fatto lui.

    Tornando allora in tema mi domando: abbiamo versato sangue italiano in Afghanistan ed Iraq a difesa degli interessi occidentali. Il "grazie", sembra essere stato un tentativo di neocolonialismo, comunque non osteggiato fermamente dagli USA, come se fossimo stati un qualsiasi paese del terzo mondo (ma l'UE non esisteva per impedire questo?). Vanno dette, a onor del vero, due cose: a) Da Monti in poi, ci si è guardati bene dal far valere quel sacrificio per farci rispettare come Paese autenticamente membro della comunità occidentale e non come semplice colonia; b) forse un'amministrazione repubblicana lo avrebbe meglio valutato di quanto non abbia fatto Obama.
    Tuttavia, come giustamente osservato nel post, un "sacrificio libico" potrebbe imporre ad Obama di prendere delle posizioni più nette sull'Italia, se non altro perché gli serviamo.
    Ma a quel punto, un'Italia filo americana potrebbe continuare ad essere governata da quel Renzi, che il Monti-filo-Troika-e-Germania vede come suo prosecutore? Forse no, ma in ogni caso, come detto nel post, ci sarebbe un cambio di impresario nella vecchia impresa: riordinare l'Italia in chiave libersita.....

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    1. Sai non sono nemmeno sicuro che gli stessi USA abbiano una sola testa "decidente", ormai
      http://www.pressenza.com/it/2015/02/guerra-libia-la-clinton-inchiodata-da-registrazioni-segrete/

      http://m.dagospia.com/articoli/chi-comanda-con-renzi-l-action-institute-un-potentissimo-think-tank-94581#articolo

      Insomma, c'è un USA e...getta, dove non si sa nemmeno più quali siano le loro priorità...

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    2. beh che le teste siano più di una mi sembra normale. è spesso stato così del resto.

      il punto sarebbe che ormai la "testa" a cui possiamo ricollegare la Clinton oramai dovrebbe essere talmente screditata da iniziare a perdere iniziativa....

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    3. Da filo-kaleckiano (?) credo che qualsiasi gruppo sociale che polarizza in tal modo il potere deve (come) avere una e una sola "testa", indipendetemente da qualsiasi conflitto di tipo inter-gruppale, che può influire in qualche modo sulle tattiche di breve, ma difficilmente nella strategia di lungo. Salvo opposizione di altri interessi gruppali "sovrani" (in Russia e Cina non dovrebbero esistere più "dinastie" come in Occidente)... in grado, magari, di dare lo spin giusto nel processo di temperamento del conflitto di classe.

      Pare sia nota anche durante la Guerra nel Vietnam una certa ininfluenza della analisi della CIA rispetto alle decisioni assunte dai rappresentanti del complesso bellico ed industriale americano. Oppure, basti ricordare le diverse valutazioni tra i Servizi inglesi e il War Cabinet britannico durante la WWII... ciò che può sembrare irrazionale ad un livello può, facilmente, non esserlo ad altri livelli di potere/informazione.

      Ora, sarò stato irreversibilmente trascinato nel lato oscuro dello storicismo, ma mi risulta difficile assumere che esista qualcosa di diverso dalle lotte inter-(etnico)dinastiche e, in particolare, da quelle di classe, che possano plasmare gli eventi sociopolitici.

      Se costei, bontà divina, che con il CV che sfoggia, mi deve andare ad un'audizione della Commissione Finanze, a balbettare di "crisi-del-debito-sovrano-che-si-è-trasferita-all'economia-reale" per 150k all'anno... non so. Ci è o ci ci fa?

      Sicuramente questi dell'anglofinanza sono squalimannari che hanno passato qualsiasi selezione darwiniana a livello "relazionale", giocheranno con i billionsofdollars dalle elementari e con un paio di fogli excel riusciranno a portare dei gran bei dollaroni alla "fratellenza bancaria" valutando assets e potenziali fusioni.... ma quest'angioletto (mannaro) dovrebbe occuparsi di "finanza pubblica", "politiche industriali" e "macro"?

      È vero che sono stati "iniziati" alle grandi confraternite della consulenza, del banking o del private equity: ma costoro, neanche ai più alti livelli, possono avere la "cultura politica" per poter anche solo lontanamente comprendere la direzione in cui posizionare il "timone" dell'ordine sociale globale...

      Questa non può che non essere sapienza plurigenerazionale (che esercita direttamente influenza sugli apparati "pubblici") di tipo "dinastico", per cui al limite si può essere "adottati"... voglio dire... quante persone si qualificano tra i più "ricchi" (e potenti) del mondo che arrivano direttamente dalla finanza? Praticamente nessuno, a leggere almeno i primi 300 nomi delle classifiche "Forbes".

      A costoro viene fatto il lavaggio del cervello in qualche MBA, stile "full metal jacket" e vengono inseriti nel network: punto. Quindi agiscono come automi, almeno a giudicare dalle bestialità di questa front-woman che ha alle spalle, appunto, i consapevolissimi Alesina e Tabellini. Che, come Monti, sanno quello che fanno, al di fuori del "brevissimo periodo dell'avidità finanziaria".

      Quando non producono più a sufficienza i vari billionsofdollars vengono mandati a casa. Come i marines... più o meno.

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  2. Sì, un "copione scritto", ma assolutamente farsesco.

    Come giustamente più volte ricordato in questo spazio.

    Innanzitutto sottolinerei come il "welfare di guerra" e il suo simil-regime di piena occupazione non portino a particolari ridistribuzioni del reddito; poi aggiungerei che l'annessione, che smetterei di chiamare "Anschluss", ma inizierei a chiamarla col suo vero nome, annexation, è (stato) naturale esito - ab origine - della UE: voglio dire: se tutta la classe dirigente italiana era consapevole dell'esito disintegrante di un aggancio "liberoscambista" alla Germania, a maggior ragione ne era consapevole chi discuteva il "progetto atlantista" di cui era parte.

    Se si affida al kapo tedesco un ruolo geopolitico così importante, è evidente che "chi prende le decisioni che contano" (cu'fu?) si aspetta che sganciata la "bomba atomica finanziaria" (perché hanno lasciato fallire L&B e si accorgono solo ora del problema alemagnodeicrauti?) l'UE diventi un "serbatoio di disoccupazione giovanile" da intruppare contestualmente al reclutamento di soggetti "con identità artefatta" nati dalla "frammentazione" dei Territori (coloniali): teoricamente sudamerica (che sono storicamente l'orticello degli U$A, ma, che per motivi a me ignoti hanno mantenuta una certa "identità culturale") ma, soprattutto, Medioriente e Africa sub-sahariana.

    Ora, in Europa si sta soffiando sul fuoco dei sezionalismi come ai tempi del Rwanda ma... cazzo, sono realmente ridicoli. Sono unfit a fare sia i macellai che i pagliacci. Non fanno né ridere né piangere: sembrano uno strano scherzo di una natura morta.

    Oggi, fuori a pranzo, mi son dovuto assorbire il TG di un nuovo emittente che credo si chiami LA7: titolo a carattere cubitali: «NESSUNO È AL SICURO». Commensali storditi con il boccone a metà nel gargarozzo. Quindi le immagini di sti pazzi criminali infervorati di sanguinario islamismo che, con l'artiglieria a tracolla cercano di uscire dal deserto, per varcare il Mediterraneo: il mondo vero al di qua dello schermo della tivì... prepariamoci alle guerre puniche!

    Infatti, in sovraimpressione, compare una freccia rossa sangue che da Cartagine si dirige verso Roma (azz! Senza neanche passare dalle Alpi!)... siamo tutti in pericolo! si salvi chi può!

    Quindi tu dici: me ne scappo verso nord... prima a Parigi poi a Copenhagen... doppio azz!! ... ma una buona notizia c'è. I cattivoni sono ben identificabili: non lavorano in banca... no... hanno tutti i lineamenti da nordafricani immigrati e superano di poco i vent'anni.

    Puoi far solo una cosa, mio caro disoccupato: catà sü el sciòpp, vedi? hanno la tua età ma, a differenza tua, sono cattivissimi.

    Non potrai uscire il sabato sera come il tö pa', ma avrai almeno il rancio garantito, piccolo Scipione...

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    1. Rammento che, storicamente, il percorso diretto Nord Africa-Roma è più proprio dei Vandali che dei raffinati punico-fenici.
      Ma gli automi dei MBA e dei ph.d non sanno un cazzo di niente al di fuori della lezioncina delirante della finanza neo-macro-classica.
      E hanno convinto i decerebrati mass-mediatizzati che "TINA".And taht's all: (scanty)birth, (bad)copulation and (pointless)death.

      Solo l'implo-esplo-sione della matrice USA potrà portare a qualche pallido raggio di uso della zucca, applicato alla loro stessa sopravvivenza. Invece che portare l'acqua "co' le recchie" a ESSI...

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    2. bazaar ma aprire una rubrica di satira? davvero lo consiglio. mi diverto sempre più a leggere i tuoi commenti.

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    3. In effetti, la destabilizzazione del nord africa e dell'area mediterranea sembra essersi rivelato un errore strategico quanto lo fu -nel V secolo- il dare l'Africa ai Vandali sperando che si placassero. Non si placarono, e Genserico si rivelò abile saccheggiatore (il suo "sacco" di Roma fu di una meticolosità senza pari), ed anche pirata/marinaio (vedi la battaglia di Capo Bon)........

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    4. @Luca

      È che mi sto dando all'esoterismo per uscire dalla supercazzola solipsistica.

      Per motivi imperscrutabili sto invocando lo spirito di Carlin...

      Poi saranno kazzi amari per tutti.

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  3. Ciao Quarantotto se devo essere onesto ho grosse difficoltà ad unire i puntini in relazione agli eventi che si stanno intersecando i questi ultimi anni e il ruolo degli Usa mi è indecifrabile anche se sono convinto che non esiste un interesse Usa ma tanti interessi particolari confliggenti fra loro.
    Solo ultimamente abbiamo la crisi economica di una unione valutaria nata male e gestita peggio che si sta deteriorando, una crisi istituzionale fra Grecia e Uem, la crisi Ucraina, l'Isis che si sta impadronendo della Libia e punta all'Italia ma non disturba Israele, il prezzo del petrolio che crolla , la guerra finanziaria Usa scatenata contro la Russia, il Matteuccio che vuole distruggere la nostra Costituzione, lo spettro di una nuova bolla sui mercati finanziari sempre pronta a scoppiare all'occorrenza.
    Aggiungo una piccola riflessione sull'essere umano. Penso che 40 anni di Iperliberismo abbiano modificato antropologicamente l'essere umano, sempre più portato a far coincidere il mondo con il proprio interesse particolare. I pochi che pensano ancora all'interesse collettivo sono ormai una razza in via d'estinzione

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    1. Decisamente sì. Specialmente a coloro a cui questo interesse particolare non dovrebbe premere molto, visto che li hanno azzerati nella dignità e resi di nuovo lavoratori-merce col cappello sempre in mano. Con il loro consenso!

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  4. Mi piace ultimamente, come nella Settimana Enigmistica, trovare la differenze... Oggi fra quanto dice Visco rispetto a quanto scrive Gros... che capisco or ora da chi sia pagato...

    In merito agli ultimi accadimenti e alla grancassa mediatica sullo Stato Islamico e suo avvicinamento in Libia... Proprio in queste ore l'ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi è rientrato in Italia. La situazione è, come diceva stamattina alla Radio, grave ma da non drammatizzare. Ci sono black out lunghissimi, economia e valuta in crollo verticale, vita non semplice. Il problema della Libia però è uno solo. Non esiste e non è mai esistita come stato unitario. La Libia è un coacervo di tribù e la forza di Gheddafi stava appunto nel suo saper viaggiare in lungo e largo nel paese e tenere vicini tantissimi clan in un unico interesse. L'aver fatto cadere il Colonnello ha dato il via ad una disgregazione, uno sfaldamento sociale molto forte. L'errore grossolano che l'Occidente commette è sempre il solito: imporre una democrazia dove non esiste un demos ma tanti clan. Dove non esiste una aggregazione nazionale attorno ad un "patto sociale" bensì tanti diversi gruppuscoli divisi che organizzano e regnano su piccoli territori collegati solo da sporadici contatti. L'ambasciatore, che discorreva assieme allo storico delle guerre coloniali Del Boca e al generale di corpo d'armata Carlo Jean, ha tuttavia risconosciuto che il gruppo dello Stato Islamico è centellinato, per ora, non ha una presenza quantitativa bensì qualitativa (a livello "social"). Dire quindi che Tripoli, Bengasi, Misurata, Sirte siano in mano all'ISIS è errato. C'è però un gruppo ben organizzato a Derna (Est libico) i cui contatti sono iniziati ben 6 mesi fa grazie ad un cosiddetto emissario di Al Baghdadi (ex-Guantanamo). Ora i centri di potere in Libia, dopo elezioni giugno '14, sono due: uno a Tripoli, guidato dalle milizie islamiche di Misurata, e quello "legittimo" e moderato esiliato a Tobruk. Nel mezzo, c'è il califfato islamico di Derna e le milizie del generale Haftar. Tutti in lotta fra loro. Un bel caos. Ora ci si muove perchè? Due attentati, uno il 27 all'Hotel Corinthia di Tripoli ed uno il 4 febbraio alle raffinerie Total di Mabrouk, vicino Sirte. Come Mauro Gosmin anch'io sinceramente fatico a capire ed a unire i puntini. Sembra tutto molto strano...

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    1. E la cosa grave è che quella inutile parvenza di organizzazione internazionale per il mantenimento della pace (????), cioè l'ONU, potrebbe deliberare l'intervento, con un ormai grottesco Consiglio di Sicurezza che non tiene in minimo conto il diritto internazionale prodotto dall'Assemblea sul PRINCIPIO DI NON INGERENZA; e per di più deliberare sulla base di conoscenze falsate del tipo che evidenzi (come scollamento gravissimo dalla realtà).

      L'ONU agisce ormai come un fantoccio condizionato dai media occidentali ed ha perso ogni residua funzione originaria.
      Come con il fallimento della SdN, poi, ogni guerra è possibile e il liberoscambismo è "free" di provocare tutte le sue conflittualità incolpando chi...reagisce (e magari chi ha ARMATO).

      Il collasso del sistema non tarderà, ma mi pare ormai tardi per sperare in qualcosa di minimamente sensato.

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    2. Ti RT il commento per la sua "pregnanza" :-)

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    3. Grazi! Mah, come diceva bene il generale Carlo Jean: prima di intervenire bisogna capire COSA si vuole fare. Le soluzioni sono tre: si appoggia il governo di Tobruk? Si appoggia il governo di Tripoli? O si vuole "imporre" con la forza la pace? Sembrano tre soluzioni with no consequences, ma ognuna delle tre ha pro e contro. Noi, volente o nolente, siamo gli unici che di Libia ci capiscono qualcosa (vedasi anche perchè ENI continua ad operare senza grossi problemi, e quota export petrolio e gas libico in ITA). La terza opzione è la peggiore delle ipotesi. La migliore sarebbe cercare di unire in un unico "scudo" i due governi di Tobruk e Tripoli. Fare da emissari, non ingerenti, per ricucire lo strappo fra le due parti. Questa E' la soluzione. Resta il fatto che per gli interessi particolari di "qualcuno" della zona Est (petrolio, per cui Gheddafi chiedeva cospicue royalties) si è appunto appoggiato con una risoluzione ONU (1973) illegittimamente il rovesciamento di un governo in carica senza alcuna prova di genocidio (prove fosse comuni erano dei FALSI). Chi risponderà di tutto ciò? E come mai si interviene in Libia, ma non in Bahrein (dove regnanti hanno soffocato nel sangue le rivolte) o nello Yemen? Non ci siamo. Il due pesi e due misure mettono ancora più in evidenza che oramai sigle ONU, FMI non sono che acronomi inutili che ben fotografano gli interessi particolari di potenze ex-coloniali oramai declinanti...

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    4. In merito alla Grecia, sottolineo invece il "contratto fra pari" ed il "principio di uguaglianza" espresso da Varoufakis. Lungo, ma da ascoltare (anche il passo dove dice che la Grecia fa parte e farà parte dell'Euro, e dove afferma che la Grecia "is not a colony".). Anche in merito al cosiddetto "agreement" proposto da Moscovici e poi ritirato poco prima dell'Eurogruppo. Confrontiamo quanto detto da lui, con quanto riporta la stampa italiania. E rendiamoci conto della VERITA' mutilata (come ben dice Giacchè). Per fare la rima: non abbiamo dei giornalisti. Abbiamo dei lacchè.

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    5. Quando dice che "la Grecia fa parte e farà parte dell'Euro" pare richiamare l'analisi di Frances Coppola, riportata e commentata qui
      http://orizzonte48.blogspot.it/2015/02/ancora-sulla-grecia-cosa-mira-draghi.html

      Ora questo punto, che alla luce dei fatti pare altrimenti inspiegabile, o "di bandiera" (non si può ignorare come stanno andando le cose), ci rinvia a un retroscena implicito, alquanto interessante: tutto lascia supporre che Varoufakis abbia avuto dagli USA delle assicurazioni che non sono a noi ufficialmente note.

      Speriamo che le abbia avute dalle persone giuste, vista la natura ondivaga delle posizioni USA di questi tempi!

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    6. Un anno dopo che G. W. Bush aveva proclamato "mission accomplished" e mentre la situazione in Iraq appariva in regolare peggioramento, non riuscendo a capirci rigorosamente nulla provai con una domanda bizzarra: cosa succederebbe ora in un romanzo di Tom Clancy?
      La risposta, a sorpresa, poteva stimolare qualche idea: in un romanzo di Tom Clancy non si sarebbe mai arrivati a quel punto, perché la storia finiva prima e finiva "bene". Tutto l'Iraq si sarebbe messo in coda davanti alle installazioni americane per farsi insegnare come diventare americani anche loro.
      Perché diventare americani è facile, bellissimo e naturale (basta un po' di buonsenso!).
      Perché TUTTI VORREBBERO ESSERE AMERICANI.
      Gli americani sono i primi - tutti vorrebbero essere i primi - quindi... Sillogismo ferreo.
      Una legge naturale, come la forza di gravità... e dopo un anno gli americani stavano a chiedersi perché in quella parte del mondo la gente si comportasse in modo totalmente insensato e inspiegabile.

      Intendiamoci, questa convinzione ha una qualche base razionale, infatti l'America è DAVVERO stata fatta da uomini che "volevano essere americani". Ma gli altri sono rimasti a casa, o ci sono tornati. E sono la grande maggioranza.

      So benissimo che, nella migliore delle ipotesi, ho proposto una specie di metafora, priva di ogni valore scientifico :-).

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    7. Certamente, infatti la mia postilla sul "commitment" della Grecia è inserita in quel contesto lì ben descritto dalla Coppola. E' molto interessante il fatto che per Varoufakis sia una questione, prima che economica, "democratica". E cioè occupazione e benessere sociale. Sugli USA non so che dire. La situazione è talmente ingarbugliata (vedi Libia, ma possiamo pure dire Iraq, Siria, Ucraina) da non permettere una disamina concreta e corretta...

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    8. Oddio, coma facciamo a essere sicuri che questa sia una "base razionale"? :-)
      Chiunque nasca cittadino USA - o in qualsiasi altra parte del mondo non ridotto totalmente al caos e alla miseria- tende a conformarsi alla sua formazione geo-culturale (ma so che lo sai benissimo e lo implichi ironicamente...).

      Altrimenti non sarebbe spiegabile perchè "American Snipe" evidenzi l'assurdità di certe convinzioni del protagonista ma poi non indaghi neanche un attimo di COME MAI siano insorte in lui :-)

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    9. La risposta appena sopra è ovviamente a Frank. Ma vale in un certo senso anche per l'ultima osservazione di Flavio, a pensarci bene...

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    10. @48
      Naturalmente: avevo detto "una QUALCHE base razionale"...:-)
      Il problema di non mescolare un "universale buon senso" (che in qualche modo POTREBBE anche esserci) con delle "universali premesse" (che CERTAMENTE non ci sono, se non MOLTO limitatamente) è comune a tutte le culture, ma ho l'impressione che quella americana sia particolarmente propensa a questa confusione, con l'aiuto di una retorica della "semplificazione" di cui Clancy è un ottimo esempio ma che si può far risalire a Benjamin Franklin (quest'ultimo era in buona fede).

      Oggi verrebbe voglia di fare al governo americano una domanda tipicamente americana: CHI è in comando? ;-)

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  5. Pensare che la mia dolce metà - fissata con Moreno da una parte e psicologia corporea dall'altra - mi suggeriva che da alcuni storici studi, l'antropologia dell'Americano era risultata completamente "diversa" da quella dell'Europeo: addirittura pare che alcune psicopatologie fossero molto più rare se non assenti negli USA.

    Questo sembra venisse attribuito proprio alla geografia e alla demografia degli USA... insomma, quella che poi ha portato al mito del "Maverick". Ben diversa da quella della miseria contadina e dei ghetti operai sovraffollati e alienati dell'Europa delle "dinastie".

    L'antropologia non mi pare che sia, nel CAB, qualificabile come "tradable".

    Il punto focale è che non si conoscono - per quel che ne so io - esperienze di progressismo sociale in autonomie sovrane che non siano qualificabili come Stati nazionali: geograficamente limitati e culturalmente omogenei.

    La democrazia non è neanche questa "tradable"... per il semplice fatto che uno stato anche solo formalmente democratico non userebbe mai l'esercito come strumento di offesa: a morire o a rimanere storpi a vita, ci vanno solo i figli delle classi subalterne.

    Soprattutto, uno stato democratico non può essere mercantilista: né alla tedesca né all'americana.

    Il dilemma di Rodrik parla chiaro: o libero mercato, o democrazia. O annullamento delle sovranità nazionali o democrazia.

    Cosa è la Democrazia se non l'autodeterminazione del demos che, per essere tale, deve riuscire a portare nelle Istituzioni la "lotta di classe"? In quel processo che Platone descrive come condurre il molteplice all'Uno, dove l'identità nazionale - intesa come etnico-culturale - diventa funzionale alla Democrazia stessa.

    Ma non è che - come sostenuto anche dai mitici Fasanella e Cereghino - tutte le nostre classi dirigenti (e intellettuali!) sono da almeno i tempi dell'Unità d'Italia completamente succubi del soft power anglosassone? Come è che, ancora oggi, chiamiamo "alleati" quelli che sono i nostri oppressori da svariate generazioni? Come è possibile costruire un'identità nazionale e, quindi, aver senso dello Stato, se passiamo la vita a identificarci con chi, appena può, ci deruba, ci umilia e ci deride?

    Ma amare il proprio carnefice - al di là delle note sindromi - non è proprio il fine ultimo del Grande Fratello orwelliano?

    Comunque, a me pare che Monti lo lasci intendere chiaramente: free trade --> abbattimento degli stati nazionali --> abbattimento delle democrazie --> (caos globale --> redde rationem con la resistenza sovrana orientale) --> grande dittatura globale del Grande Fratello, l'ordine politico mondiale più adatto "alle capitali sfide del futuro": ovvero la gestione - efficiente! - della scarsità delle risorse naturali.

    Duemila anni di storia buttati nel rufo a causa di questi caproni che non hanno avuto la fortuna di essere stati bagnati dal Mediterraneo.

    (Nessun etnocentrismo, sia chiaro: un "Mar Nostrum" ontologico...), .

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    1. E' chiaro che non ce la si può avere con gli USA: fanno il loro lavoro messianico (finchè riescono a affermarlo come cultura di massa...).

      No, è da avercela con i soliti esterofili (pure arrabbiati!) che compongono una classe dirigente altamente insufficiente, per palese default: vale a dire intrisa di commistioni fra cultura rigorosamente venduta e potere economico che si compra la legittimazione culturale a due-soldi-due (rammento i Bocca e i Brera in adorazione di qualunque cummenda da salotto buono).

      D'altra parte, non è nemmeno tutta colpa loro: il deficit culturale passa per l'indulgenza con cui a sQuola sono sempre stati trattati i "fuori quota", cioè quelli "figli di...", che non devono per definizione preoccuparsi di altro che non sia arrivare all'Università USA cui sono iscritti per nascita (o giù di lì; c'è pure un sistema di borse per futuri automi, come dici bene, che viene più o meno indirettamente finanziato dalle stesse "famigghie").

      E questa impostazione sub-culturale è anche comune alla gran parte dei paesi dell'America latina, e del mondo in via di sviluppo in genere.
      Poi, sai, bloccare i ruoli del pubblico impiego e portare al parossismo l'unico sbocco rimasto, cioè divenire "ricercatore", ha fatto il resto negli ultimi 20 anni.

      E non divago: ogni tanto mi dimentico, ma il pensiero unico, anglo-liberist-conformato, passa anzitutto per il sistema di formazione di rampolli e ascari predestinati.
      E mica solo in economia...

      Il tecno-liberismo pop è una divinità sanguinaria che, in fondo, nasce dalla guerra di indipendenza americana (che portò a lungo i loro rampolli a privilegiare gli studi in Germania piuttosto che nella nemica GB), applicata poi allo sterminio dei nativi americani.
      Da lì poi una grande cavalcata a occidente, culturalmente parlando, che non si è mai arrestata dall'inizio del '900. Come i flussi della finanza e dei relativi "soft powers" (rangers)

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    2. Un lavoro messianico "proposto" con la COLT DAL POMOLO DI GRIGIO-PERLA puntate sulla tempia di altri - costretti - che rivelavano la scomposizione della luce bianca visibile nei colori primari con il piccolo, semplice prisma vetroso di Newton.

      Essi, cioè essi, saranno sempre sulle 40 SFUMATURE DEL GRIGIO .. un vero peccato per la vita degli altri.




      Tremm innanz(a) .. !

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  6. l'odo-liberismo sta partorendo un neoclassismo imperante, ho conosciuto rampolli di farmigghie neomercantilistiche...me li sono già dimenticati.
    Un povero per ESSI, NON è POVERO se ha un TETTO!!
    Della serie: C€ LO M€RITIAMO SOLO NOI...

    A forsa de "tirà" al se strapa..!

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  7. Che poi, con riferimento all'Ucraina ed alla Libia, mi domando se sia "una coincidenza" che, nel primo caso, Merkel ed Hollande abbiano sostanzialmente dribblato la Mogherini, e che, nel secondo, si sia provveduto a metterle accanto in fretta e furia Barnier, sostanzialmente commissariandola.

    Insomma, ci sarebbe da domandarsi cosa altro deve fare "questa" europa per farci capire che ci disprezza........

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  8. ...e a proposito di posizioni americane: come la mettiamo adesso? Hanno vinto i falchi liberisti?

    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/agenda/2015/02/17/grecia-dijsselbloem-prima-estensione-attuale-piano-poi-flessibilita_589ad001-df76-468e-a0dd-c376ffa152d3.html

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  9. Buonasera 48, sembrerebbe che gli USA abbiano scaricato la Grecia....

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    1. Non proprio.
      Non sappiamo ancora nè cosa significhi in concreto, nè tantomento se abbia detto qualcosina pure alla Merkel.
      Il Grande Gioco continua...(La Grecia non può uscire "like that", è industrialmente troppo debilitata e Varoufakis l'ha detto e l'abbiamo più volte riportato)

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  10. però evitiamo l'isterismo da conclusione immediata ad ogni dichiarazione dubbia.

    se no va a finire come con Mattarella.

    la situazione è fluida e gli attori in gioco parlano con cognizione di causa e soprattutto in linguaggio diplomatico....e non tutto quel che dicono ci arriva. bisogna vedere cosa si concretizza.


    del resto se Varoufakis dice che "quello di Lew è un monito anche all'Europa per incontrarci su posizioni più ragionevoli" già si vede che la cosa si presta ad altre interpretazioni. Del resto per i tedeschi una qualunque concessione sarebbe una sconfitta politica. anche un 1% di avanzo primario in meno.


    PS: questo cmq dimostra, ma non ce ne era neanche più bisogno, quanto sia stupida la vulgata che vuole gli USA in competizione con l'area euro. talmente in competizione che mediano tra le parti per evitarne la rottura. ma questa è logica di base....che come be sappiamo non alberga più nella penisola.

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