lunedì 4 maggio 2015

IL REDDE RATIONEM: LA CORTE IN MEZZO AL GUADO (l'emergenza democratica più grave dal 1948)

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1. Nel post del 1° maggio avevamo messo in risalto la questione del "quando e perchè" un diritto costituzionalmente tutelato dovesse trovare tutela integrale, cioè attraverso la piena espansione del principio della restituzione di quanto indebitamente percepito ovvero non erogato (dallo Stato), in applicazione della norma dichiarata incostituzionale.
Quello che può apparire un tecnicismo, è in realtà un punto fondamentalissimo per poter qualificare la (permanenza o meno della) sovranità di uno Stato, in relazione al concomitante principio della "scarsità delle risorse finanziarie" dello stesso, derivante dalla limitazione del deficit e dall'adesione all'euro, cioè dal "vincolo esterno" dei trattati europei. 
In presenza del pareggio di bilancio, nella nuova formula dell'art.81 Cost., poi, il problema diviene di primaria importanza, perchè accelera e rende tangibile, anche a chi prima non se ne rendeva conto, lo stato di progressivo smantellamento dell'assetto sociale derivante dai principi fondamentali della Costituzione stessa.

2. E dunque avevamo evidenziato il concreto manifestarsi di questa accelerazione in questi termini:
"invito i più attenti lettori di questo blog a riflettere su un "trovate le differenze" tra la sentenza in questione (n.70/2015) e quella sulla Robin Tax, n.10 dell'11 febbraio 2015
Mi limito a suggerire una direzione di indagine:   - è più "equo" accorgersi degli effetti di restituzione retroattiva delle sentenze della Corte in vigenza dell'art.81 Cost.- cioè del pareggio di bilancio- per impedire una successiva redistribuzione punitiva derivante dalle esigenze di costante copertura appunto in pareggio di bilancio (caso della sentenza n.10), ovvero "ignorare" che, vigendo l'art.81 Cost. attuale, e il fiscal compact, qualcuno dovrà comunque pagare quella apparente restituzione e, dunque, l'intero sistema economico subire (per via fiscale) una equivalente contrazione (esattamente compensativa di quella dichiarata incostituzionale) di consumi, investimenti e occupazione?"

3. Demetrio, in uno dei suoi commenti, ha ben riassunto il problema "generale", che il post aveva evidenziato nei suoi termini "non" postisi dalla Corte:
"Ma le "risorse limitate" perchè sono limitate? Se lo sono perchè "la Natura è matrigna" è un conto; ma se la limitatezza è "provocata", cioè è il portato di una libera scelta (per giunta reversibile) operata dal Legislatore in spregio a vincoli costituzionali (posti a garanzia proprio dei diritti sociali che esso Legislatore non è in grado di assicurare a causa delle prevedibili conseguenze di quella sua libera scelta), la musica - mi pare - cambia "lievemente" (nel senso che viene meno l'assioma che i diritti sociali fondamentali possono trovare realizzazione se e in quanto i vincoli di bilancio lo consentano).

Il problema è che della conformità a Costituzione della scelta operata "a monte" dal Legislatore i giudici costituzionali sembrano ben guardarsi dall'occuparsene "motu proprio" (di qui l'esigenza, evidenziata nel mio precedente post, che a stimolarli in quella direzione siano i remittenti)
."


  
4. Come prevedibile, la questione delle conseguenze della sentenza della Corte è ora nell'occhio del ciclone.
E non poteva non esserlo, dato che lo snodo che tutti, come cittadini della Repubblica costituzionale fondata sul lavoro,  ci troviamo ad affrontare finisce per essere, - in un modo persino più concreto ed urgente della stessa legge elettorale in dirittura d'arrivo-, la vera cartina di tornasole della residua democrazia sostanziale, in contrapposizione con la tecnocrazia super-sovrana e antiparlamentare dell'UEM.
Da "voci giornalistiche" apprendiamo che, nella discussione interna alla Corte, sarebbe accaduto questo (il condizionale è naturalmente d'obbligo in ossequio alla segretezza della camera di consiglio):
"Poteva finire diversamente alla Consulta, sulle pensioni ridotte dalla legge Fornero. Soprattutto perché nella camera di consiglio di giovedì, quando si è capito che i giudici costituzionali si stavano spaccando, è stata prospettata una terza possibilità, tra l'accoglimento pieno del ricorso e la sua bocciatura: affermare il principio costituzionale, ma solo per il futuro, non ordinando cioè il rimborso delle somme tagliate in passato.

Il gruppo filogovernativo, capeggiato da Giuliano Amato, a questo punto però si è impuntato...
...La possibilità era quella di accogliere solo uno dei due quesiti del ricorso: quello che contestava il fatto che gli effetti del provvedimento diventassero «permanenti», mettendo uno stop dal 2015.

Si sarebbe invece respinto l'altro, che imponeva la restituzione degli arretrati dal 2012. In questo modo, si sarebbe salvato il rispetto degli articoli 36 e 38 della Costituzione (sulla «retribuzione proporzionata» e sul «criterio di adeguatezza» delle pensioni»), ma senza provocare una voragine nei conti pubblici.


È stato a questo punto che Amato & Co, raccontano fonti ben informate, hanno deciso che no, bisognava andare al voto solo sul sì o il no, senza lasciar spazio all'ipotesi numero 3. La situazione si è radicalizzata e alla fine la decisione si è rivelata un boomerang. Tra l'altro, in tutta la discussione i giudici costituzionali non avevano ben chiaro l'impatto economico della loro decisione, a quanto sembra.."

5. Naturalmente, è da presumere che la soluzione di compromesso non avrebbe direttamente esplicitato la prevalenza dell'art.81 Cost. (cioè delle esignze di pareggio di bilancio in senso lato) sugli artt.38 e 36 Cost., utilizzati dalla Corte come parametri di rilevata illegittimità della norma. Si sarebbe piuttosto fatto cenno agli effetti "redistributivi" della "copertura" finanziaria della restituzione come iniqui (e apportatori di una lesione ad un assetto "ragionevole": cioè, a loro volta, gli effetti restitutori sarebbero stati liquidati come non conformi ad altri principi costituzionali, da bilanciare su un piano di parità): e questo  senza verificare se ciò sia rispondente a dati macroeconomici opportunamente acquisiti, e dunque senza scendere ovviamente in eccessivi dettaglio sul piano della "attendibilità" della complesiva conclusione.
Così facendo, la Corte avrebbe però anzitutto, ancora una volta, evitato di esaminare il problema "a monte", che è quanto evidenziato nel post da cui siamo partiti e cioè il legame tra:  a) livello del bilancio fiscale, ridotto col "consolidamento", b) vincolo esterno a monte del consolidamento, cioè il pareggio di bilancio (in tutte le sue forme, comunque riduttive dell'indebitamento annuo) e c) disoccupazione-livello delle retribuzioni, e quindi anche del successivo trattamento pensionistico.  
La Corte, tuttavia, in aggiunta, avrebbe consolidato un altro passo avanti nello smantellamento costituzionale.
La Corte, infatti, avrebbe sì evitato il malcontento (governativo e, per via di condizionamento mediatico, della "gente", mal informata sulla autonomia e incomprimibilità costituzionale dei propri diritti fondamentali), cioè il sollevarsi della conseguente "guerra tra poveri", che ormai consegue ad ogni manovra di espansione della spesa pubblica (o di attenuazione del carico tributario), dovendosi "manovrare" in pareggio di bilancio: ma questo continuo aggirare il nodo della questione, implica il rafforzamento della presunta legittimità-liceità della circostanza, sempre più nevralgica nel caratterizzare la nostra realtà economica, che una "guerra tra poveri" ci possa e, anzi, (con grande soddisfazione della unanime grancassa ordoliberista eurofila) ci debba essere.

6. E dunque siamo al redde rationem
Non sappiamo esattamente quando, ma, ormai, con il probabile affluire alla Corte costituzionale di nuove questioni attinenti a norme derivanti dalle leggi finanziarie, poste in essere in attuazione della politiche rispondenti al c.d. fiscal compact, è da temere che la Corte stessa, in futuro, paghi pesantemente la propria titubanza nell'affrontare il problema del "vincolo esterno", magari autosollevando dinnanzi a sè la connessa e assolutamente pregiudiziale questione "a monte" (cioè del vincolo esterno).
E questo o in termini di pregiudizio alla propria libertà morale ed alla propria impermeabilità alle pressioni indebite (semplicemente perchè estranee al dettato costituzionale) o addirittura in seguito al formale svuotamento della effettività delle sue stesse decisioni.
Basti dire come il mondo politico-mediatico che agita strategicamente lo spauracchio della guerra tra poveri (da esso stesso introdotto nell'ordinamento!), ha ritenuto di poter aggredire la Corte costituzionale con una virulenza corale senza precedenti, atteggiamento che può essere emblematicamente riassunto nella seguente dichiarazione di Mario Monti:  
«Sono perplesso - dice alla “Stampa” - perché senza quelle misure sarebbe arrivata la Troika». Poi accusa: «Nella Ue c’è convergenza fra potere legislativo ed esecutivo. Poi c’è il modo augusto e distaccato delle corti costituzionali». Per lui la Consulta deve obbedire al governo..."

7. Di estremo interesse verificare come la posizione di Monti coincida con quella esposta da Barroso nel suo "famoso" discorso di commiato, che riassume la cultura comune della democrazia (eufemismo) incarnata nell'attuale €uro-governance.
L'origine in questa o quella istituzione nazionale della determinazione finanziaria contraria ai principi europei non ha rilevanza in questo frangente: gli italiani debbono sapere che quello che sta accadendo è una mera applicazione dello stesso trattamento oggi riservato alla Grecia ed alla sua sovranità (e, "curiosamente", non invece alla Francia...)
Nè più nè meno. 
L'unica differenza è che in Italia il governo è saldamente, e con continuità, in mano alle stesse forze filocreditori €uropei (esteri) che, mentre tagliavano l'adeguamento pensionistico (e molto altro ancora), trasformavano l'Italia in soccorritrice delle banche tedesche e francesi attraverso l'assunzione del gravosissimo impegno del fondo di stabilizzazione salva-Stati, rispetto alla esposizione bancaria in Grecia, a cui noi eravamo sostanzialmente estranei.
Tale differenza fa sì che siano politici (o tecnici divenuti tali) e media NAZIONALI, convinti che tale tale indirizzo politico filo-europeo sia prevalente sulla legalità costituzionale, a fare la pressione maggiore, in luogo dello spauracchio della trojka (che viene comunque agitato a ogni pie' sospinto).

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvb7I25lQ_6krPV2n4Ymzqu-ZnMk0Ssk8ysSV25yz5umQNbMExwkn655kHu9nwNhG0N3dc9XZdKbkapXULBITtMmaWVMYStDpCoU0Q3TNdttYDFTGOZPiunMX2C8v1rt_FhTGCFLVYL0a9/s1600/RTEmagicC_silvia_3.PNG.PNG


http://www.wallstreetitalia.com/immagine/51320.jpg/0/negli-anni-si-e-gonfiato-esponenzialmente-il-sostegno-finanziario-devoluto-dai-paesi-dell-area-euro-al-fondo-salva-stati-efsf-e-all-esm.aspx


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8. Ma non basta.
E' evidente che l'intervento della Corte costituzionale, - anche nella forma attuale, cioè che elide la messa in pericolo diretta del "vincolo esterno"-, venga percepito come un pericolo di lesa sovranità sovranazionale intollerabile
La governance filo-€uropea, incluse le sue propaggini mediatiche, in attesa di poter definitivamente rimuovere lo stesso attuale testo costituzionale (come auspicato da più parti), viene così tentata di trovare un modo per prevenire in futuro e per sempre questo pericolo:

"...il conflitto fra interpretazione della Costituzione italiana, regole europee e risorse è più acuto che mai. Lo è al tal punto che, in ambienti del governo, sta emergendo una tentazione: chiedere un rinvio del caso alla Corte di giustizia europea, per chiarire se la sentenza della Consulta italiana sia coerente con gli impegni di bilancio firmati a Bruxelles.

Il nuovo Patto di stabilità (il “Six Pack” e il “Two Pack”) sono inclusi nel Trattato, dunque hanno rango costituzionale e il diritto europeo fa premio su quello nazionale. Il governo italiano potrebbe chiedere alla Corte di Lussemburgo se la sentenza dei giudici di Roma sia compatibile con essi."
Il "dunque hanno rango costituzionale e il diritto europeo fa premio su quello nazionale", ci pare un esercizio paralogico di ambiguità che, sul piano della legalità, si scontra frontalmente con questa recente sentenza della Corte costituzionale (n.238/2014), dove è chiaramente affermato:
"Non v’è dubbio, infatti, ed è stato confermato a più riprese da questa Corte, che i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e i diritti inalienabili della persona costituiscano un «limite all’ingresso […] delle norme internazionali generalmente riconosciute alle quali l’ordinamento giuridico italiano si conforma secondo l’art. 10, primo comma della Costituzione» (sentenze n. 48 del 1979 e n. 73 del 2001) ed operino quali “controlimiti” all’ingresso delle norme dell’Unione europea (ex plurimis: sentenze n. 183 del 1973, n.170 del 1984, n. 232 del 1989, n. 168 del 1991, n. 284 del 2007), oltre che come limiti all’ingresso delle norme di esecuzione dei Patti Lateranensi e del Concordato (sentenze n. 18 del 1982, n. 32, n. 31 e n. 30 del 1971). Essi rappresentano, in altri termini, gli elementi identificativi ed irrinunciabili dell’ordinamento costituzionale, per ciò stesso sottratti anche alla revisione costituzionale (artt. 138 e 139 Cost.: così nella sentenza n. 1146 del 1988)."

Saprà la Corte rimanere su questa posizione in questo frangente di "scontro finale", assumendosi la inevitabile responsabilità democratica di dare un senso applicativo concreto ai principi così affermati, in specie comprendendo quali siano la origine e il significato della "scarsità di risorse" dello Stato?
Dalla risposta a questo interrogativo dipende, in pratica, il permanere o meno di una effettiva legalità costituzionale e democratica.
Se la Corte non riuscisse a porre un punto fermo a questa deriva, avremmo varcato irrevocabilmente ed espressamente (e non più solo "di fatto) il "punto di non ritorno".

20 commenti:

  1. Molto interessante. Le voci diffuse da dagospia, se vere, confermerebbero dunque che almeno parte della Corte agisca politicamente nell emettere le sue sentenze. Dunque, e direi che Amato non sia l unico, abbiamo una buona fetta della corte stessa che agisce come braccio operativo del governo in quell ambiente.

    La situazione è gravissima...ma ce lo aspettavamo.

    Considerato che col nuovo ordinamento renziano aumenteranno, Se ho ben capito almeno nei fatti, i giudici di nomina governativa...se la corte non tiene il pallino ora non lo farà neanche in futuro.

    E il rinvio alla corte europea per bypassare la consulta è, come dici giustamente, l esplicitazione formale dell avvenuto superamento del modello costituzionale Italiano. Quindi, se il megalomane procedesse in tal senso, direi che non si potrà piu parlare di incomprensioni. Ma di dolo. Perché quanto detto è ormai di un evidenza colossale.

    Cari giudici....o l europa o l italia....no more excuses no lies.

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  2. Siamo in effetti giunti a un momento fondamentale, almeno sotto l’aspetto della difesa residua dei principi costituzionali a fronte dell’assedio euroliberista. Non sorprendono, in tale contesto, le posizioni che avrebbe assunto, secondo le indiscrezioni, Giuliano Amato, che ancora una volta confermerebbe il suo ruolo di cinico e disinvolto consigliere del principe, capace di piegare qualunque principio giuridico alle esigenze del potere dominante. Le dichiarazioni di Monti sono a loro modo esemplari di una cultura che appare oggi pervasiva e prevalente non solo nel mondo politico-mediatico, ma anche nell’opinione pubblica, adeguatamente ammaestrata, secondo cui in definitiva il mondo della Corte costituzionale è una sorta di ridotta anacronistica, dove qualche anziano giurista si ostina ad applicare principi giuridici che nel nuovo mondo globalizzato devono essere semplicemente archiviati, e laddove potere legislativo esecutivo e giudiziario ormai devono felicemente procedere all’unisono nello smantellamento dei diritti e nella rimozione dei (pochi) ostacoli che ancora limitano la libertà e l’onnipotenza dei mercati e dei capitali. Non possiamo dimenticare che sia Monti (almeno fino al fallimento della sua lista) sia Amato hanno avuto concrete possibilità di salire al Quirinale, da dove avrebbero dato una accelerazione definitiva e irreversibile al processo avviato molti anni fa con i trattati europei. L’attuale presidente sembra rispondere ad un profilo diverso e certamente più aderente ai valori costituzionali, sebbene le pressioni mediatico-politiche cui verrà sottoposto per agevolare il trionfo delle istanze euro-liberiste saranno imponenti.

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  3. Ricorso sommessamente che Mattarella è stato fortemente voluto da Renzi. Sperare non costa nulla, ma mi sembra improbabile possa ergersi a oppositore della maggioranza che lo ha eletto. Certi conti l'attuale presidente del consiglio li sa fare bene.

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  4. Complimenti per il suo post.
    Come le avevo già detto, l'inevitabile risultato di questa sentenza a metà sarebbe stato lo scatenarsi di una guerra tra poveri, una guerra dove i poveri interiorizzano il sistema di propaganda che ci dice che è inevitabile che ci debba essere una scarsità di risorse; quindi la grancassa mediatica vuole che i poveri si scannino per un tozzo di pane, facendo sentire in colpa ora questa e ora quella categoria di avere ottenuto di più degli altri; ma nel dipanarsi di questa guerra tra poveri non viene certo spiegato ai poveri cosa siano in realtà il pareggio di bilancio, il vincolo esterno e l'euro, e il perché dovremmo accettarli nel nostro paese.
    E' chiaro l'elitismo di Monti; il concetto di democrazia e di difesa dei principi costituzionali, seppur parziale e limitata come in questa sentenza della Corte, è un affronto al potere sovranazionale di cui lui è somma espressione; per lui solo un'élite sovranazionale di nobili e banchieri dovrà decidere della sorte di ogni cittadino. La stessa idea di globalizzazione di Rockefeller e del Council on Foreign Relations (di cui Monti è espressione), il quale vedeva come cosa negativa il fatto che negli anni sessanta e settanta si stesse diffondendo un eccesso di democrazia nel mondo e negli USA. Mi è piaciuta particolarmente questa citazione: " che i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e i diritti inalienabili della persona costituiscano un «limite all’ingresso […] delle norme internazionali generalmente riconosciute"
    Bene: la domanda da 10 trilioni di LIRE: in questo scontro finale la Corte saprà essere coerente fino in fondo? Saprà dire con chiarezza che il pareggio di bilancio, l'euro e tutte le altre leggi approvate dall'Italia in ossequio ad un'élite antidemocratica e assassina, sono esse stesse incostituzionali? Riuscirà ad avere il coraggio di dire che l'UNIONE EUROPEA E L'EURO sono incompatibili con la Costituzione? Secondo me ogni altra decisione, seppur nobile, seppur giusta e assolutamente condivisibile, seppur in difesa di qualche residuo e limitato diritto costituzionale, non ci salverà dal baratro verso il quale siamo diretti.

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  5. La dicotomia di indirizzo, di cui le due sentenze (la 10 e la 70) costituiscono una chiara testimonianza, denuncia che all'interno della Corte esiste una spaccatura fra uno schieramento saldamente arroccato nella difesa ad oltranza del "principio-cavallo di Troia" (criminalmente) introdotto nella Costituzione con la modifica dell'art. 81 e un altro schieramento che, pur avendo finora evitato di "affondare il bisturi", ritiene quel principio un "corpo estraneo" alla Costituzione nella sua intima coerenza sistremica.

    Sta di fatto che l'inserimento del "principio-virus" (ma può definirsi veramente alla steegua di un "principio"?) del pareggio di bilancio nel tessuto costituzionale rende estremamente più faticoso il compito del secondo schieramento, se non altro perchè una volta che si faccia assurgere il vincolo legislativo in questione al rango di principio fra i princìpi, si finisce col considerare i diritti sociali sanciti dalla Costituzione geneticamente limitati da quel principio nell' "an", nel "quantum" e nel "quomodo" (prospettiva ermeneutica che, a ben riflettere, fa da "sottofondo" all'arbitraria limitazione degli effetti temporali delle declaratorie di incostituzionalità che la Corte ha operato nella sentenza 10/2015).

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  6. Ormai, con la legge elettorale (Acerbo) approvata, siamo in pieno 1925. Tutto, ruota intorno al Governo, sempre più simile al Leviatano di Hobbes. Dubito che la sola Corte Cost. (per giunta divisa al suo interno), sia in grado di ribaltare questa situazione. Forse, un'azione decisa del Presidente della Repubblica (il rinvio alle Camere della legge elettorale), potrebbe dare qualche (dico qualche) speranza.....
    L'involuzione autoritaria, frutto -come giustamente osserva Bagnai- di uno schema elementare (il governo della minoranza postula la compressione della democrazia), è ormai fatto noto anche al pensiero Mainstream. Il "Fatto" ormai la denuncia costantemente. Perfino Scalfari e De Bortoli (vedi suo ultimo editoriale prima di lasciare il Corriere), non possono più ignorare la situazione. Perfino Monti, in un'intervista a Gian Antonio Stella sul Corriere del 15 febbraio scorso, pur difendendo le sue scelte, parla chiaro: "la troika è una forma di neocolonialismo (cit.)".
    Il nesso tra involuzione autoritaria, "governo" della crisi economica e spostamento verso l'alto delle ricchezze, tuttavia, non lo vede nessuno. Anche "chi sta all'opposizione" insiste nel teorizzare una possibile convivenza tra liberismo e democrazia. Convivenza che i fatti stanno -credo- stanno invece smentendo in maniera cristallina.

    Anche in America la democrazia è sofferente, se non bloccata. I post di Riccardo mi hanno ricordato un (celebre, per gli appassionati del genere), passaggio del fumetto "Watchmen":
    «Dan Dreiberg: Cos'è successo all'America? Che ne è stato del Sogno Americano?
    Il Comico: Si è avverato. Lo stai guardando.»

    Insomma, di speranze ne vedo poche. Anche se sotto un certo aspetto sono ottimista e dissento da Bagnai: non credo che gli USA arriveranno al punto di imporre soluzioni di tipo cileno in Italia. Perderebbero davvero la faccia......

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    1. per imporre soluzioni cilene in italia ci vuole prima un popolo che democraticamente si esprime per un partito socialista. altrimenti tali soluzioni non sono necessarie.

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  7. Se solo collaborazionisti e "ministri degli interni" delle democrazie europee avessero una minima idea di cosa stanno perseguendo con volontà smisurata Monti, Amato e tutta l'algida €lit€ del Paolo Pini apolide....

    Si ricordino soprattutto i collaborazionisti, ad es., della fine dei vari giuslavoristi che sono stati sacrificati agli Dei dai loro stessi mandanti... (A chi mi chiedesse di dimostrarglielo, gli suggerirei di dimostrarmi il contrario... la metanarrativa decisa dai servi dell'informazione la lasciamo agli appassionati di talkshow).

    I Servizi, d'altronde, sono troppo occupati a "collaborare", cosmopoliti, infiltrando "black bloc", brigatisti e abdullà vari per sedare il dissenso con la violenza prima ancora che si manifesti.

    (Il G8 di Genova È la globalizzazione: se solo questa identità fosse chiara...)

    Credo che sia ora che la gente si spaventi. La perdita della democrazia non è solo "perdita della democrazia".

    (Perché il genio tipo dice, vabbè, almeno mi levo la rottura di andare a votare...)

    Anche la forma è sostanza.

    Come ricordava il delirante Adolfo:

    « Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine »

    Assistivo ad una discussione ad uno dei ritrovi annuali della mia famiglia: EXPO, magnamagna, livore castacorruzionebrutto, e NOEXPO... e ho fatto uno dei "miei test", affermo: questi "black bloc" - secondo me - vengono reclutati.

    Gelo. Sguardi che riflettono per qualche secondo alla supposizione (che, in realtà, il "supponente" da proprio per scontata per quella realtà dimostrata per reductio ad absurdum per cui "non può non essere così"): "no", conviene il gruppo, "nessuno può arrivare a tanto". Proseguo per la cucina...

    La vittima non accetta la doppia morale della Storia: che la morale della vittima non è quella del carnefice.

    Comunque ho un velenoso ottimismo: le nuove leve sono troppo menomate culturalmente per continuare il lavoro dei padri. E 'sti vecchi elitisti prostatosi non possono vivere per sempre! ...a parte, ovviamente, Rockerduck.

    Gli esploderà in mano: con il rischio di decennale frammentazione ed anarchia.

    È nei loro interessi tutelare l'ordine costituzionale... prima che Russi e Cinesi imparino la democrazia.

    Do svidanja

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    1. La tua ipotesi è anche quella di Travaglio (riportata qui ma anche in un sacco di altri siti). Mi pare meriti due righe di commento.
      Travaglio è un bravo e preparato cronista giudiziario; la sua professionalità gli rende evidente che certi fatti, per giunta ripetuti e sistematici. ammettono solo certe spiegazioni.
      (Nota di colore: il black block anonimo di Travaglio si chiede: "Che si aspettava, i bombardamenti di Dresda?" e puntualmente il giorno dopo, sul Sole, il solone di turno paragona senza ridere le "devastazioni" milanesi con quelle dei bombardamenti alleati).
      Dunque per Travaglio non ci sono altre spiegazioni. Ribadisco che è nel suo campo, che lo conosce bene e che dunque si può credergli. Il problema viene col teorema del lampione, di cui Travaglio offre un plastico esempio. Le cronache giudiziarie gli mostrano molte cose che non vanno (ed è vero!), dunque *tutti* i problemi che *possono* essere ricondotti a casta-cricca-corruzione *dovranno* spiegare la situazione.
      Un meccanismo semplice che non richiede altre ipotesi per funzionare.

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    2. @Baazar

      Da/prima, un abbraccio per figure poetiche che sempre sbatti sul bancone ("otc")

      Da/dopo, beyond e futura memora, qui e altrove quei "semi" qualcuno li ha, si avrà sempre nella "saccoccia".

      Da/sempre “la vita, anche se muore, non è comunque sconfitta” (V Grossman)

      :-)

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    3. @Poggio

      Caro Poggio, il tuo richiamo è proprio citare parti di storia della terra che amiamo. Noi una polis a cui siamo radicati ce l'abbiamo.

      Milano è come una vera donna: quando la conosci ti innamori.

      @Frank

      Infatti se Travaglio cercasse coraggiosamente le chiavi al chiaror delle stelle, invece d ironizzare sull'ovvio, insinuerebbe un po' più costruttivamente che chi ha ucciso Biagi ha anche ucciso Tarantelli: ed è stato colui che ha commissionato agli stessi le (contro)rifome da scrivere.

      ESSI. Sempre, e solo, ESSI.

      Quelli che hanno inventato il terrorismo e hanno inondato l'Occidente di droga.

      Ma Travaglio ha mai letto qualcosa sulle inchieste del giudice Palermo? Vogliamo parlare della relazione tra Kosovo e Afghanistan? Della relazione tra "Triangolo d'oro", Sigonella, lo IOR e la City? Chi armava i Corleonesi? Vogliamo dire come ESSI si son finanziati la contro-rivoluzione neoliberale?

      Ma un giornalista d'inchiesta può non aver mai sbirciato nell'archivio Cipriani?

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    4. Sei proprio un sovversivo.
      Non potresti accontentarti di guardare alla Storia che si dipana nei fatti inarrestabili, fuori dal controllo di chi "controllando il passato controlla il futuro", senza più riuscirci? :-)
      http://orizzonte48.blogspot.it/2015/02/la-condizionalita-e-la-triste-metafora.html
      in termini del tutto simili:
      http://ideecontroluce.it/se-non-ce-alternativa-non-ce-politica/

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    5. Sai che sono perfettamente d'accordo e son solo provocatorio :-)

      Mi rifaccio solo al noto lavoro del mitico Cippone...

      Non sono assolutamente interessato alla cronaca giudiziaria se non nei suoi capisaldi in quanto, al limite, epifenomeno. Il punto che mi premeva era far notare che il giornalismo d'inchiesta di Travaglio non è "giornalismo di inchiesta".

      Quelle che sembrano insinuazioni di fantapolitica, trovano per gran parte riscontri nelle inchieste fatte già negli anni '80, e per analogia il nostro potrebbe battere altrettante "coraggiose" piste: insomma, se un giornalista deve per forza incanalare livore, che lo incanali almeno dalla parte giusta.

      Il fatto di imputare certe responsabilità allo Stato e non a indicibili e privatissimi interessi che catturano organi e istituzioni dall'esterno, mostra da che parte - de facto - un professionista dell'informazione giochi.

      Quelli come Travaglio mi ricordano certi clienti del magnifico mondo delle liberalizzazioni che sbraitano il loro veleno al "call center", visto che non hanno idea di chi siano i manager.

      Una volta si poteva dire: «vorrei parlare con il responsabile!»

      Orwell, recensendo The Road to Serfdom, lo fece notare: l'ordine che ha in mente Hayek porta ad un "sistema totalitario" (in rif. a quello stalinista) completamente deresponsabilizzato.

      Insomma, come si fa a difendere l'ordine repubblicano se non ti accorgi che in Parlamento ti ci hanno messo i precari di un call center?

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    6. @Baazar

      Una “polis” radicata nelle pineali dell' “ethos” che conta e racconta con “logos” e “pathos” che oltre il trash del pop c'è sempre ...la poesia
      :-)

      Elimina
  8. OT

    Coraggio, "compagni" dell'Unità. Assaporate anche voi la "durezza del vivere"........ è così salutare! Parola di Padoa Schioppa!

    http://cronacaeattualita.blogosfere.it/post/537512/fallimento-unita-concita-de-gregorio-pignorati-casa-e-stipendio

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    1. Sarebbe OT solo se ne dovessi parlare con gli interessati.
      Lo vogliono l'euro della pace e della cooperazione? La vogliono la governance UEM per cui non si può lasciar correre chi ha vissuto al di sopra delle sue possibilità? Allora cominciassero a capire gli effetti sulla domanda interna di contrazione dell'occupazione e dei consumi. Mica sono i soli coinvolti nei fallimenti a catena e nel contribuire alle "sofferenze" (chè tanto poi arriva la bad bank di Stato, ma i pignoramenti là devono rimanere...).

      Magari qualche domanda su come si genera un'insolvenza in una recessione prolungata da domanda innescata da un sistema di correzione fiscale deflattivo, si troveranno a farsela: ma dubito che abbiano interlocutori che possano dargli una spiegazione diversa da...un destino cinica e baro.
      Ah, la metereologia e l'astrologia, quanto contano se vivi al di sopra delle tue possibilità!

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  9. sig bagnai mi permetto un consiglio . quando le ricapita un interolocutore politico stile fassina ma anche altri gli dica " gli operai sanno cosa avete fatto ed anche quello che state facendo E SI PASSANO PAROLA "
    io , luigi , operaio metalmeccanico

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    1. Oddio, a parte che il prof.Bagnai di fronte ai consigli reagisce in modo piuttosto "vivace", ma il commento andrebbe anzitutto postato sul suo blog...Che non è questo

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  10. La proposta di IMMEDIATA USCITA da EUROZONA è da tre anni la più votata dalla base degli iscritti al M5S.
    Da almeno 5 anni Rinaldi, Galloni, Bagnai, Borghi, Mosler ed infiniti altri economisti di pari vaolore la hanno motivata, segalata, spiegata a TUTTI i parlamentari del M5S.

    Reazione?
    ZERO. NULLA.

    Roberto Fico,Nicola Morra Luigi Di Maio e gli "eroi" del M5S... di cosa dice e pensa la base... se ne strafottono.
    La loro carriera segue la disciplina di partito.
    Che vuol dire:
    "Fa quel che vuoi, ma non sfiorare mai i veri poteri dell'Eurozona, altrimenti casaleggio ti espelle!"

    Chiaro?

    http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/10/immediata-uscita-da-eurozona-moneta-sovrana-applicazione-mmt.html

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