giovedì 28 maggio 2015

LA (DISPERATA) MOSSA SPAGNOLA: IL REDDE RATIONEM SI ESTENDE A TUTTA L'UEM (con buona pace degli attacchi alla Corte costituzionale)

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1. Caposaldo, in questo commento, mi segnala la "mossa" spagnola, in apparenza clamorosa, che invita a rivedere il ruolo della BCE, affidandole la gestione degli squilibri commerciali per via monetaria ed ististuendo eurobonds "dedicati" allo scopo di finanziare le relative operazioni di erogazione di credito (federale?) agli Stati, nell'ambito di un non meglio precisato "bilancio UEM", dimensionato a tale scopo correttivo (sarebbe più un fondo creditizio, una sorta di "banca di soccorso pubblico" che non un bilancio per interventi fiscali veri e propri di finanziamento dell'azione funzionale dei vari Stati).

La questione è (drammaticamente) "interessante", perchè segnala più che un problema congiunturale, un aspetto strutturale
Dunque la Spagna proporrebbe di correggere da subito l'area valutaria sub-sub-(sub)ottimale e di rivedere il mandato BCE stile Fed, istituendo un (non ben delineato) fondo di intervento con eurobonds "mirati".
Quest'ultima una proposta non eccezionalmente nuova, i cui limiti sono alquanto evidenti: la novità sarebbe la ripartizione dell'intervento di concessione di linee di credito agli Stati, non effettuata pro-quota di partecipazione alla BCE e quindi in modo ben diverso dall'attuale inutile QE. Ovviamente, parrebbe di intendere, senza imposizione di condizionalità, che vanificherebbero, evidentemente, il raggiungimento della neo-mission di sostegno al dato occupazionale nel frattempo attribuibile alla BCE..

2. E' però, con tutta evidenza, una mossa disperata, che contrasta non solo i trattati ma l'orientamento preannunziato dalla Corte GUE sull'OMT, che rafforza l'idea della neutralità della moneta rispetto alle politiche fiscali.

Adeguare il mandato BCE a quello della Fed è anche un suggerimento bisbigliato dagli USA (tra l'altro, "interessato" in funzione TTIPS): ma non basta e non può bastare a risolvere i problemi dell'UE.
Bottarelli mette molta carne al fuoco, ma sempre su un piano implicitamente monetarista.

3. Nessun bilancio UEM di volume sufficiente a correggere gli squilibri commerciali sarebbe possibile senza il contributo maggioritario della Germania (anzi, dominante in modo quasi totalitario, secondo i calcoli di Sapir); ma il problema è un altro.
La correzione (finanziario-fiscale) degli squilibri commerciali ormai, una volta realizzato il mercato del lavoro-merce (in tutta l'UEM), non basta più a far riprendere la domanda nella stessa UEM: la situazione l'hanno dovuta chiarire, a loro spese, i giapponesi.
Laddove i redditi semplicemente non POSSONO riprendersi e il risparmio tende ad esaurirsi nel lungo periodo, unitamente al problema demografico che si accoppia alla deflazione salariale strutturata per un intero sistema orientato alla crescita export-led.

I rispettivi sistemi industriali si internazionalizzano nel senso di "si delocalizzano", sul piano occupazionale manifatturiero - l'unico dove può seriamente parlarsi di crescita salariale legata alla produttività, senza aggiramenti, ormai normali nel settore dei servizi: (v.Huber e tanti altri esempi); la domanda interna naturalmente ristagna, la deflazione acuisce il tutto e nessuno sa mettere in discussione il paradigma del mercato del lavoro (non più strutturalmente "fordiano", cioè capace di assorbire la produzione).

Finchè si crede nella legge di Say, corollario implicito del monetarismo, non è possibile correggere perchè in definitiva non lo si "può" più volere.

4. A un certo punto i grandi oligopoli internazionalizzati assumono una vita propria, indipendente dallo Stato, ma, al tempo stesso, sono così più forti (essendo venuti meno i partiti di massa che tale Stato caratterizzano in senso comunitario e non oligarchico), che possono imporre le politiche fiscali e industriali (supply side only) da loro desiderate.
Inutile ripetere che con liberalizzazione dei capitali e banche universali, è sempre più difficile per il singolo Stato imporre un cambio di rotta e, prima di tutto, politiche fiscali di reflazione a favore del lavoro e cioè della ripresa della domanda interna (che si destabilizza sia sul lato strutturale dell'offerta aggregata che su quello della reattivbità dei redditi PERSINO A POLITICHE ESPANSIVE). 
Tutto quello che rimane, com'è noto, è il modello della crescita dei consumi a "debito" inevitabilmente a rischio di divenire sub-prime (e di far scoppiare una bolla con annessa crisi finanziaria globalizzata).

5. Pensa poi se le politiche espansive debbano essere affidate,- per via monetaria!-, al paese più mercantilista e deflazionista in UEM!
A parte l'irrealizzabilità politica, a norme vigenti del trattato, abbiamo pure un vincolo insormontabile nel ridisegno sempre più irreversibile dei sistemi socio-economici. E questo, anzitutto, coinvolge gli stessi USA, come abbiamo stra-illustrato in questa sede.
Immagina tu quanto ciò possa essere efficace e realistico in un rapporto (sempre più sbilanciato politicamente, per definizione) tra SPAGNA-GERMANIA=>(PIGS), e quindi in uno scenario che ha spinto troppo oltre, ormai, la sua destrutturazione degli Stati costituzionali del welfare...

7 commenti:

  1. Ciao Quarantotto non voglio sottrarre tempo al lavoro per il tuo ultimo libro, ma l'espansione delle multinazionali che di fatto si sostituiscono agli Stati, ovvero gli Stati diventano una loro semplice appendice, ci viene spacciata dai media come la modernità, e dagli storici come un processo della storia a cui non si può opporsi, a meno di non essere legati a un passato anacronistico.
    Personalmente mi sembra che più di andare avanti la Storia ci stia portando indietro alla Compagnia delle Indie, quando una Società commerciale poteva stampare moneta, avere un esercito, amministrare la giustizia. Sbaglio qualcosa?

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    1. No. La novità è che l'internazionalizzazione di oggi, trascende la logica coloniale dei monopoli e oligopoli naizonalisti fatta propria prima dal mercantilismo e poi dall'imperialismo liberoscambista.
      Oggi, si tratta di ratificare, per via di organizzazioni esponenziali degli interessi economico-finanziari, l'assoggettamento degli Statia una colonizzazione territorialmente adespota e appunto globale. Come tale allegramente irresponsabile politicamente e verso qualsiasi e sottolineo qualsiasi, comunità elettorale.
      E il bello è che gli elettori "possidenti" (mi riferisco a un commento al precedente post), non se ne accorgono e aderiscono alla loro stessa progressiva distruzione: ovviamente sperando di distinguere la propria sorte da quella della maggioranza dei cittadini riplasmati dalla durezza del vivere...

      Un capolavoro mediatico e sondaggista che in fondo ci riporta all'Hayek più puro, superando ormai la fase tattica dell'ordoliberismo preparatorio di tutto ciò..

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  2. E che problema c'è!?!? Avete sentito parlare di Lamborghini Renzi in questi giorni? Della "vittoria" cantata ai quattro vetni del pifferaio perchè Audi, (controllata VW la quale ha una "golden share" del Laender Bassa Sassonia) proprietaria di Lamborghini ha deciso di fare i SUV in Emilia? Ecco, il succo sarà semplice: tu Spagna vuoi questo? E noi Audi portiamo la produzione Q3 da Martorell (stabilimento Seat vicino Barcelona) a Bratislava. Facile no? E' il IV Reich baby che, come tutti sanno, nacque grazie al copioso aiuto yankee...

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  3. Risposte
    1. Tutti quelli con un minimo di conoscenza della storia, ovviamente...Ma chi non l'ha in genere non si accosta a questo blog per commentare

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    2. « Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande
      che per mare e per terra batti l'ali,
      e per lo 'nferno tuo nome si spande! »
      (Inferno, vv. 1-3 - Dante Alighieri)

      ps: il "purgo" e il "para" son .. scelte darwiniste :-)

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  4. ihihihih certo da star zitti vien di brutto... ed anche i lavori agricoli... sarà pure bassa ma almeno sta zitta...

    at tu, Luciane, destinatus obdura!

    no dottò non è una molestia sessuale lo giuro! :oDDDD

    ciao!

    carlo (quello del flauto)

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