1. L'€uropa dell'austerità ordoliberista (che è poi neo-liberista, in quanto applicata allo smontaggio degli Stati sociali e alla restaurazione del lavoro-merce, con la gradualità necessaria a far ingollare la "durezza del vivere") collassa ma non cede.
Nelle intenzioni, non cederà mai: si rifugierà nel bunker di Berlino-Francoforte-Bruxelles e rilancerà all'infinito se stessa...autoelogiandosi.
Non mi dilungherò a ripetere cose già dette.
Ma è interessante notare come, avendo messo in piedi (p.2,infine), un sistema di contraddizioni dissimulate, cioè trasposte in enunciazioni di obiettivi formalmente complementari ma a realizzazione congiunta tecnicamente impossibile , l'€uropa riveli sempre più il carattere del totalitarismo, che annichilisce l'essere umano in quanto irrilevante come individuo.
2. E questo totalitarismo, lo abbiamo visto, è il prodotto naturale del neo-liberismo: a cominciare dall'effetto naturale del lavoro-merce, cioè della mercificazione dei sottoposti alla illimitata durezza del vivere (cioè, tutti i non appartenenti alla oligarchia in modo indifferenziato) che, applicata alla globalizzazione (o al federalismo €uropoide: sono la stessissima cosa), mentre teorizza implicitamente un grande mercatone del lavoro-merce senza frontiere (guai i muri! Prima si creano le guerre per motivi economici, poi i diseredati, e poi bisogna deportarli in massa e quindi accoglierli "perchè ci arricchiscono"), deve poi, apertamente, teorizzare e organizzare le conseguenze di "ammasso" (fisico) dei vari "non aventi titolo"...alla sicurezza e al benessere, in quanto non efficienti per il miglior equilibrio allocativo delle risorse...dell'oligarchia.
3. Certo per indurre l'essere umano a rinunciare ai livelli minimi dell'esistenza (dignitosa), - sia che vivesse nell'inammissibile bambagia dello Stato sociale-brutto, sia che vivesse nella sua terra in un relativo benessere che ci si è occupati accuratamente di destabilizzare (perlomeno attraverso FMI e WB, oltre che esportando la democrazia armata)-, e a farlo sentire egoista se persino ci fa caso, bisogna fare un'operazione intensiva di condizionamento delle coscienze; intensiva come l'allevamento animale a cui si ispirano ESSI quando, dall'alto di "istituzioni" internazionali predicano le "riforme".
"Un
“uomo” palingeneticamente trasformato tanto nella psicologia quanto, per vie
eugenetiche, biologicamente: Simona Forti elabora questo pensiero di Hannah
Arendt:
«“la vera natura del totalitarismo” sembra infatti
corrispondere a un'esplosiva combinazione di determinismo e
costruttivismo[5]
razionalistico.
La volontaristica asserzione per cui tutto è possibile, anche trasformare
"la condizione umana", si farebbe forte del richiamo alle
irresistibili e inarrestabili leggi della Natura e della Storia, e si
invererebbe nel tentativo di generare, per la prima volta, una nuova natura
dell'uomo.
Grazie al deserto prodotto dal terrore, da una parte, e
alla ferrea logica deduttiva dell'ideologia, dall'altra, il totalitarismo
riesce in ciò che per la metafisica era rimasto sempre e soltanto un sogno,
un'ipostasi del pensiero: la realizzazione di un'unica Umanità, indistinguibile
nei suoi molteplici appartenenti.
Nei campi di concentramento gli esseri
umani ridotti a esemplari seriali di una stessa specie animale perdono
completamente quell'unicità e quella differenza che sono la conseguenza del
fatto che "non l'Uomo, ma gli uomini abitano la terra"[6]»
...
D'altronde,
l'adattabilità del liberismo economico in funzione del contesto geostorico
ha dimostrato anche nella storia moderna di usare strumentalmente lo Stato come
Leviatano funzionalmente alla libertà del capitale e al contestuale
asservimento del lavoro: dal neoliberismo imposto con la violenza nel Cile
di Pinochet, all'ordoliberismo che, insieme alla retorica
dell'irenismo kantiano del federalismo, è stato progettato per servirsi di un
autoritario Stato burocratizzato volto all'instaurazione di un mercato libero
da finalità sociali.[7]
Dato
il disgusto morale (o, forse, “estetico”) per
le sovrastrutture ideologiche promosse dal nazifascismo, pare che a Friburgo l'élite abbia studiato una
soluzione diversa e più correct; ma i fini sono strutturalmente i
medesimi: la liberalizzazione dei capitali con ogni mezzo e l'asservimento
dei lavoratori.
Le
proposizioni nell'ordoliberismo sono usate come fossero complementari –
ad es. “libero mercato” E “giustizia sociale”, “stabilità monetaria” E
“piena occupazione”[8]
– mentre, per motivi strutturali, qualsiasi sovrastruttura
giuridica non potrà obbligare gli organi di governo ad eseguire entrambi gli
obiettivi, essendo per motivi “tecnici” mutuamente esclusivi.
Poiché il
capitale è naturalmente più forte del lavoro, la spoliticizzazione del governo
delle comunità sociali permette di relativizzare l'ordine giuridico in
funzione degli interessi del capitale del Paese dominante.
Questo
spiega anche in breve il funzionamento dell'Unione Europea."
4. E tanto lo spiega che, puntualmente, e senza alcuna fuorviante "reductio ad Hitlerum", i campi di concentramento divengono un inevitabile passaggio che segna il peggioramento delle condizioni proprio e persino per quei "rifugiati" che pure scapperebbero dalla tragedia.
E quindi, dobbiamo (?) aiutarli (quelli che lo enunciano, con la metallica luce dei fanatici negli occhi di latta, implicano sempre "dovete, voi"): ma in pareggio di bilancio: quindi tagliando la spesa sociale degli impoveriti e rendendo tutti egualmente poveri.
La "tragedia" diviene la dimensione globale, estesa su territori indistinti e omogeneizzati, ma accomunati dalla legge della miseria crescente, per tutti e ovunque essi si spostino...
5. E infatti, li "aiutano", i rifugiati, mettendoli in condizioni più "dure" di quelle da cui fuggono.
Almeno sul piano delle attuali e future prospettive di vita: ma come può un'€uropa votata alla "durezza del vivere" e che distrugge le sicurezze dei suoi "irrilevanti" cittadini, offrire qualcosa che non sia questo disegno di sub-umanizzazione globalizzata?
Ed ecco la "chicca" sull'altro fronte del sacro romano impero (al netto dell'ironia emergono cose ben più significative della qualità del cibo):
"Sono arrivati in Germania in cerca di una vita migliore. Adesso lasciano la Germania alla ricerca di cibo migliore.Per chi di voi sia in cerca di un po’ di leggerezza da aggiungere alla discussione in corso sulla crisi europea per i rifugiati, può scorrere questa notizia del LA Times: Sull’ondata crescente di profughi fuggiti alla guerra e alla miseria e arrivati in Germania, cresce anche il numero di chi adesso fa ritorno alla guerra e miseria, perché “la Germania fa schifo”.Ci sono molte ragioni per cui un numero crescente di rifugiati sta diventando sempre più ostile riguardo la nuova patria: la scarsità di alloggi, la mancanza di opportunità economiche, la sfiducia da parte dei cittadini locali, l'isolamento da amici e familiari.Ma anche: "Il cibo era terribile, così disgustoso che nemmeno non dovrebbero darlo nemmeno agli animali.”La gente è pronta a tornare in Iraq, dove rischi di saltare in aria a un funerale per colpa dell’ISIS, piuttosto che tollerare una settimana di più di questa sbobba: "Sono stanco di essere trattato come un animale, di vivere in una stanza gigante con altre centinaia di persone, farmi docce fredde e ricevere cibo orribile”."
6. Insomma, se la solidarietà €-ordoliberista è la gran fuffa che i sottoccupati Hartz ben conoscono, ai "rifugiati" si attribuisce, e non poteva essere diversamente, solo ciò che resta del fondo del barile che hanno accuratamente svuotato con il sistema dei trattati e con le clausole senza senso imperniate sul Dio-mercatorum.
Il Dio che esige il sacrificio umano, TINA; del pareggio di bilancio e delle "riforme".
"L’ispirazione per molte di queste riforme è stato il
programma di riforme della Germania dei primi anni 2000 – le riforme
Hartz del mercato del lavoro. A parte casi particolari, l’impostazione
generale di rendere il mercato del lavoro più flessibile riducendo le
tutele è oggi comunemente vista come la chiave del successo economico
tedesco (la crescita economica è accelerata e la disoccupazione è scesa)
e come un esempio da seguire per il resto d’Europa. Per coloro che
vogliono comprendere i dettagli dell’esperienza economica tedesca, il
paper di Christian Dustmann et al, dal titolo “Da Malato d’Europa a Superstar Economica” è una buona analisi accademica.
Come viene spiegato nel paper, non solo le riforme Hartz, ma la natura
decentralizzata dei sindacati tedeschi hanno contribuito a produrre
questi effetti.
Ma, come anche mostra il loro documento, l’aumento dei
tassi di crescita e il calo della disoccupazione non hanno portato a un
aumento dei salari. Ecco un grafico tratto da un’altra valutazione delle riforme Hartz, di Tom Krebs e Martin Scheffel:
7. Insomma, che potrebbero mai raccontare i tedeschi sulla loro visione della durezza del vivere, riservata ai loro stessi "sudditi", che non verrebbe automaticamente applicata e anzi intensificata rispetto alla "accoglienza" della "indispensabile" immigrazione di massa? Un'accoglienza preceduta, dicevamo, dalla fabbricazione seriale di "rifugiati che fuggono...ecc, ecc. e che poi qui trovano il neo-liberismo orwelliano dell'austera e competitiva durezza del vivere?
Non sono forse gli stessi "riformati" Hartz relegati nei loro bei ghetti urbanistico-edilizi, un "paradiso" dal quale non "devono" mai uscire e che deve essere importato in terra italica (ma con condizioni di vita notevolmente peggiori in applicazione dela logica del fiscal compact)?
8. Il bello è che la distopia, perfettamente traducibile oggi in €utopia, quando va a fare i conti con la "natura umana" che nega (programmaticamente), finisce per scontentare tutti, anche gli esponenti del governo della Merkel. Come potrete constatare dalla notizia finale riportata nell'ultimo rapporto EIR- Strategic Alert (che, con una certa ingenuità, trascura che l'austerità, per necessità programmata da...sempre, serve a mantenere l'euro, non solo in Grecia, e dunque coincide con esso):
Dopo molti anni di brutale austerità e tagli al bilancio
senza creare la minima crescita economica, alcune personalità di spicco
nell'UE e nell'OCSE chiedono un cambiamento di politica.
Ad esempio, l'ultimo numero dell'Interim Economic Outlook,
pubblicato dall'OCSE il 18 febbraio, chiede investimenti pubblici nelle
infrastrutture per aumentare la sostenibilità del bilancio.
L'attuale
politica delle banche centrali, dice il rapporto, "darà come frutto un
equilibrio a bassa crescita, caratterizzato da bassa domanda, bassi
investimenti, bassa inflazione, risultati insoddisfacenti nel mercato
del lavoro e debole crescita della produttività. In questo contesto, gli
auspicati miglioramenti nei livelli di vita e nella distribuzione del
reddito sono improbabili. Sono necessari una ripresa degli investimenti
nel settore privato e aumenti salariali affinché acceleri l'attività
economica."
La politica monetaria, incluso il Quantitative Easing e i
bassi tassi di interesse, non hanno ottenuto "una crescita
soddisfacente" mentre gli investimenti pubblici nelle infrastrutture
"sosterrebbero la crescita futura, compensando la carenza di
investimenti dopo i tagli imposti a tutti i paesi avanzati negli ultimi
anni."
Un grafico del rapporto simula i risultati di un aumento
del livello di investimenti pubblici per due anni equivalente allo 0,5%
del PIL: una crescita del PIL fino allo 0,8% per gli Stati Uniti e
dello 0,6% per l'Eurozona. L'effetto sulla riduzione del debito
dell'Eurozona è dello 0,4% (calcolato come media ponderata tra Germania,
Francia e Italia).
La Grecia è il tragico esempio della mancata crescita
prodotta dalla politica di austerità. Bruxelles e la BCE hanno imposto
un'austerità draconiana al Paese, producendo un crollo nei livelli di
vita, ma ciononostante continuano a negare aiuti finanziari, ignorando
il drammatico fardello della crisi umanitaria dei rifugiati. Il
Presidente greco Prokopis Pavlopoulos ha attaccato nuovamente la
politica dell'UE, chiedendo un drastico intervento pubblico per
combattere la crisi economica. La politica di austerità, ha denunciato,
ha portato l'Eurozona sull'orlo di una crisi economica e del
"soffocamento" monetario.
In Germania il vicecancelliere e ministro dell'Economia
Sigmar Gabriel ha criticato il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble e
la sua politica di "deficit zero". In un'intervista al Wiesbadener Kurier
del 26 febbraio Gabriel ha detto che è inaccettabile che Schäuble
sfrutti le spese extra per un milione di rifugiati arrivati nel 2015
come pretesto per negare fondi alla costruzione di nuove case, per
migliorare la situazione fiscale degli enti locali e aumentare le
pensioni."
In fin dei conti già i romani si erano accorti della avarizia dei popoli tedeschi e avevano lasciato il promemoria. Già allora mangiavano schifezze e vivevano in catapecchie per vendere i loro prodotti all'estero. Mica ce l'ho con loro. Ma che al governo italiano ci siano i più fessi tra i cittadini (aka traditori)
RispondiEliminaTroppe sono le persone, anche dentro le istituzioni (v. il ministro dell'Economia tedesco da Te citato nell’articolo), che ancora pensano che il Sistema, prima o poi, messo di fronte ai suoi insuccessi (rispetto agli obiettivi dichiarati …) si fermi, mostri un minimo di umanità, anche solo per un (suo) istinto di sopravvivenza, magari quel tanto che basta per lasciarci rifiatare.
RispondiEliminaMa il liberismo non è un parassita tollerabile, è un cancro maligno che prende possesso delle persone, della società e delle istituzioni, ne muta le cellule, ne inverte la natura. Se non lo si ferma con la cura adatta (e tempestiva), l’unico esito è la morte dell'ospite, cioè della democrazia sostanziale.
I dati relativi agli aumenti salariali in Germania credo aiutino a fare chiarezza: siano essi con o senza le Sonderzahlungen ("pagamenti speciali": non ho idea a quale figura del diritto del lavoro tedesco si riferiscano), si nota che, seppure molto faticosamente e con un lieve arretramento nel 2013, una certa progressione degli aumenti, soprattutto nel 2014, c'era stata; poi nel 2015 il tonfo. Ed ecco che la "generosità" di mamma Merkel si spiega.
RispondiEliminaQuando un sistema non funziona, lo si vede nel medio periodo. E "medio periodo" è direttamente proporzionale alla ricchezza accumulata nei periodi precedenti e derivante da OPPOSTI sistemi istituzionali.
EliminaEppure, pur all'interno del medesimo modello, occorre notare una diversità di atteggiamento tra le classi dirigenti dei Paesi dominanti e quelle dei dominati. Nel primo caso, finché si può, un po' di benessere (e di diritti sostanziali) viene benevolmente distribuito, nel secondo caso si toglie anche quando si potrebbe lasciare o elargire. Nei Paesi asserviti, le elites locali sono in guerra antropologica contro il loro popolo, e pertasto la predazione deve essere, come la lubrificazione delle cassaforti da esercitazione de I soliti ignoti, costante e ininterrotta.
Sì è una guerra antropologica (in conto 3i), ma sempre per ristrutturare l'assetto socio-economico in modo da consolidare il potere (i margravi a questo mirano): il che ci fa desumere, come conseguenza logica, che, in un'economia e in una politica controllata istituzionalmente dagli oligopoli, i margravi debbano, in qualche modo, diventare soci delle controllate locali degli oligopoli transnazionali dominanti (il che spiega anche il parallelo assetto mediatico instauratosi in Italia).
EliminaE' dunque una guerra antropologica che consegue a una guerra psicologica, cioè a una forte propaganda, e che prelude alle guerre guerreggiate (in cui includiamo anche quelle finanziarie, come conflitti effettivi di ultima generazione) in cui viene coinvolto il proprio popolo come carne da cannone (o da espropriazione del patrimonio).
A proposito di Lager anglo-crucchi.
RispondiEliminaTsipras:
«We will not allow Greece to be turned into a warehouse of souls!»
(Non permetteremo che la Grecia sia trasformata un un magazzino di anime!)
Ahia! Quando dice qualcosa del genere i greci dovrebbero...grattarsi (absit iniuria verbis...)
EliminaVengono battute in stile spaghetti - western.
Elimina"Parli a nome del tuo padrone o dai solo aria alla bocca?"