sabato 4 giugno 2016

GLOBAL-ORWELL: LA NEO-LINGUA FINALMENTE DIVENTA "RIVELAZIONE"

http://www.informazione.it/pruploads/ba91fc6c-8d44-4a98-941c-c823b4a012c3/la%20rivelazione_docufilm_cs_14_11_2013_02_lr.jpg2014? E 2015, e 2016, e 2017, e 2018...ecc. 
Perché porre limiti al futuro global-sostenibile? Quando la "sovranità democratica" nazionale può essere tranquillamente assorbita e scomparire nella "governance" mondiale?
http://www.jackiealwaysunplugged.com/wp-content/uploads/2015/07/36e34-maelstrom.jpg

1. L'istituto Demos, Istituto di ricerca politica e sociale fondato da Ilvo Diamanti, si autopresenta, nella homepage del suo sito, con un panorama selezionato di campi d'indagine privilegiati:
Rapporto annuale sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti delle istituzioni e della politica. Realizzato su incarico del Gruppo L'Espresso, è giunto alla tredicesima edizione.
Osservatorio nazionale a cadenza trimestrale in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori). Senso civico, altruismo, solidarietà e altri comportamenti riconducibili al concetto di "capitale sociale".
Analisi che fotografano un'area divenuta il simbolo delle profonde trasformazioni che attraversano la società settentrionale e italiana.
Studi sulle tendenze sociali e politiche della società italiana. Un costante monitoraggio sull'opinione pubblica e sulle dinamiche politico-elettorali.
Rapporti periodici sui temi dell'immigrazione, della cittadinanza, della partecipazione, osservati da una prospettiva continentale, nell'ambito del processo di costruzione dell'Ue".

2. Dai contenuti delle indagini elencate nei vari settori, così accuratamente prescelti, si trae un panorama complessivo in cui Stato e cittadini sono proposti e concepiti in un rapporto di contrapposizione, stilando, in base al giudizio su, e sullo scontento verso, "istituzioni e politica", delle classifiche che confermano di necessità la contrapposizione stessa; inoltre, la alimentano mediante la classifica di chi, tra i vari personaggi "di potere" (non necessariamente pubblico e statale), parrebbe essere più gradito, e quindi meno "contrapposto", alla massa dei cittadini (identificata da un "campione"). 
La solidarietà viene inserita nella visione del "capitale sociale", incentrato sull'autocostruzione operata dalle cooperative dei consumatori, confermando l'estraneità di tale spinta sociale alla sfera del "pubblico".
"L'immagine del nord-est che cambia", considerata emblematica del nord e dell'Italia tutta, sintetizza un panorama fatto di internet e tablet, emigrazione all'estero come unica possibilità di lavoro per i giovani, "paure" della criminalità e di essere resi marginali rispetto a...Roma (nessuna possibile identificazione della fonte nei problemi in Bruxelles e nel paradigma economico imposto dall'€uropa).
"Le tendenze sociali e politiche della società italiana", oltre a sondaggi/proiezioni elettorali di attualità, si compendiano di tematiche come il Brexit, i rapporti con la Turchia, vicende politiche legate al M5S, e, immancabilmente, il referendum costituzionale, con un 60% a favore (tra chi andrà a votare) e un misero 21% di contrari alla riforma (con un 19% di indecisi).
"Le indagini europee" più che della preannunziata "costruzione europea", nella quale dovrebbe rientrare l'inevitabile maggior integrazione politica e, soprattutto, fiscale, cioè quella che dovrà salvare l'euro e che invece è vietata da precisi articoli del trattato, si impernia sui problemi dell'immigrazione, concedendo che si colleghino alla "insicurezza sociale"  e all'auspicata prosecuzione applicativa di Schengen.

3. Se il lettore è fra quelli che ha seguito il percorso di questo blog, troverà in tutto ciò una rappresentazione praticamente perfetta, allo stato più puro, della visione euro-sovranazionale e, culturalmente, mondialista, in quanto non esiste alcun minimo cenno ai meccanismi di condizionalità e colpevolizzazione morale di chi subisce i processi di trasformazione TINA, e si trova solo confinato a rispondere a sondaggi all'interno di opzioni prestabilite dalla formulazione stessa delle "questioni": l'ordine delle priorità procede rigorosamente per "registrazione degli effetti" inevitabili, (alla stregua della consueta concezione "meteorologica" delle priorità che portano alle scelte economiche e ai rimedi politico-legislativi conseguenti a tali scelte)  .

L'insieme composito di questa formulazione predisposta, prioritaria e omnicomprensiva, di questioni e relative opzioni, com'è evidente, definisce la realtà e il linguaggio che la descrive. In particolare, in assenza di un linguaggio che rinvii ad altre possibili descrizioni della realtà, l'ambito dei concetti messi a disposizione dei destinatari li riduce a poche e ben definite certezze implicite e alla impossibilità di concepirne una critica e una ricostruzione senza sentirsi, contemporaneamente, in contrasto con il comune sentire ed il linguaggio "consentito" al cittadino italiano nonché lettore, che, soltanto eliminando ogni dubbio, può  sentirsi "informato" e, come tale, padrone delle sue scelte.

4. Nessuna esagerazione o forzatura possono ascriversi alla descrizione di tale meccanismo di conformazione linguistica ed "etica" (di massa): un meccanismo che reclama, in nome della inesorabile autenticazione scaturente dai sondaggi, il crisma della "scientificità".
Ed infatti, l'ultima "indagine" pubblicata su Repubblica, e classificata, da Demos, nel campo "Osservatorio capitale sociale", enuncia proprio questo legame tra definizione della realtà (condivisa) e selezione del linguaggio legittimamente utilizzabile (senza però precisare, come vedremo, le esatte fonti fattuali da cui scaturiscono selezione e legittimazione del linguaggio stesso): 
Proponiamo anche quest'anno una Mappa delle parole del nostro tempo. Raffigura l'atteggiamento degli italiani (intervistati da Demos-Coop) di fronte a una serie di termini che ricorrono frequenti nei discorsi pubblici e nella vita quotidiana. Raccolti e selezionati dalla comunicazione mediale e dal linguaggio comune. Le parole, d'altronde, non sono solamente un modo per dire e comunicare la realtà. Ma contribuiscono a definirla. A costruirla. Senza parole, la realtà non esiste perché le parole la rivelano. Così, attraverso questo sondaggio, abbiamo cercato di "rivelare" la realtà "rilevando" le parole che utilizziamo per dirla. Abbiamo, dunque, sollecitato gli italiani (intervistati) a esprimere il grado di approvazione/dissociazione, che suscitano le parole selezionate. Ma anche la loro capacità di suggerire il futuro. Oppure di re-spingerlo verso il passato". 
5. Apprendiamo quindi che la "comunicazione mediale" e il "linguaggio comune" sono fonti di creazione delle parole - e di definizione della realtà- posti sullo stesso piano
Come se fosse proponibile un'estraneità del sistema della comunicazione mediale alla definizione dei concetti e dei termini comunemente utilizzati, rafforzandosi così l'idea che il sistema dei media non predetermini e, anzi, si limiti a riflettere a posteriori un "senso comune" espresso da un'indifferenziata entità sociale, comunicante tra i suoi membri per vie spontanee, strutturali ma del tutto imprecisate.
Un senso comune che fornirebbe così una descrizione della realtà elaborata autonomamente dal sistema mediatico e dagli interessi economici di chi lo controlla: e che, dunque, esprimerebbe anche i termini concettuali e linguistici essenziali, autoelaborati sulla base degli elementi del "reale" che, non si sa bene come, gli "italiani intervistati", saprebbero riconoscere e selezionare in via diretta.
Con questa implicita affermazione della equiparabilità, e della confluenza, dell'autonomo pensiero dei cittadini, da un lato, e della comunicazione mediatica, dall'altro, si ha un'abile legittimazione del sistema mediatico: quest'ultimo è  (ben) disposto e tollerante, quasi neutrale, verso una determinazione, concorrente e dialogata, degli elementi della realtà. 
Dall'idea di codeterminazione del linguaggio "significativo", in fondo, viene riaffermata un'attitudine dei media rispettosa di un "senso comune", avvolto da una indeterminatezza misteriosa circa i suoi meccanismi di formazione diversi dalla influenza mediatica; ma comunque nascente dalla "società" e solo reso esplicito dal sistema mediatico, (con notarile neutralità). 

Da ciò scaturisce, come logica necessità, che la "rivelazione" del sondaggio è veramente tale: cioè un tentativo "scientifico" per far emergere la spontanea costruzione della verità storica, restituita da questo processo di autonome volontà e di comune e cooperativo sentire tra soggetti sociali e operatori mediatici.
La rivelazione è dunque "verità", ossia realtà per quanto conoscibile (cioè attraverso il linguaggio), e dalla rivelazione, come in ogni assunto fideistico e religioso, nasce il giusto comportamento: infatti, solo chi abbia potuto apprendere la rivelazione può dire di conoscere in modo sufficiemente veritiero e realistico il presente in modo da poter adottare scelte conseguenziali. 
E qual è la prima delle scelte che si possono compiere (attenzione: qua si ha una petizione di principio che tende a sfuggire ai più)?
L'approvazione o la dissociazione dalle "parole selezionate".

7. Ma se una realtà è rivelata, nel senso indicato dalla stessa premessa, cioè come conseguenza di un insieme di parole che contribuiscono a definire e costruire la realtà stessa, in un sol colpo, ponendo successivamente l'enfasi su una conseguente valutazione in termini di gradimento-avversione, verso le singole parole:
a) avrò reso indubitabile, (agli occhi del lettore meno attento), la fonte semimisteriosa e l'attendibilità della "selezione", eliminando ogni attitudine critica sul "chi, dove e come ha compiuto la selezione, scegliendo tra infiniti "discorsi pubblici" possibili e innumerevoli elementi della "vita quotidiana", empiricamente rilevabili;
b) avrò reso inavvertitamente naturale un comportamento valutativo che supera le difficoltà del punto a) e che contrasta la natura descrittiva, cioè non valutativa ma meramente di "accertamento" (solo empirico-statistico), che svolgono le parole "selezionate".

8. Conseguenze non da poco: non solo mi si presenta una realtà selettiva e la sua autenticazione, prevenendo ogni obiezione logica al riguardo, ma la natura della realtà da meramente linguistico-descrittiva (già frutto di una fase selettiva altamente controvertibile) diviene valoriale: cioè mi obbliga a prendere posizione e ad aderire a un orientamento che, guarda caso, è agevolmente insito nel contesto in cui le parole selezionate vengono in effetti utilizzate. Il che ci riporterebbe al problema di chi, come e dove ha selezionato gli elementi suddetti della realtà da cui è derivata la sua sintesi linguistica. Ma transeat: anche se si arriva persino a dire che la "rappresentazione" che nasce da tutto ciò è persino "per alcuni versi imprevedibile"!!!.

Arriviamo piuttosto al prodotto ultimo di questo intero processo di validazione della realtà che, inevitabilmente, tende ad orientare le scelte comportamentali pubbliche del "fruitore" del sondaggio. Si tratta ancora una volta di una classifica e non certo neutrale, nell'enunciazione stessa dell'autore: infatti, questa "descrizione linguistica selettiva-induzione alla scelta valutativa", possiederebbe, ci viene proprio detto, la "capacità di suggerire il futuro. Oppure di re-spingerlo verso il passato".

9. Sempre per implicita suggestione, dunque, alcuni esiti della classifica spingono verso il futuro (bello perché tale, un progresso), o lo respingono verso il passato (implicitamente "brutto" perché incapace di risolvere, evidentemente, i problemi proposti dalla "vera" realtà"). 
Ed infatti, il neo-linguaggio spinto all'orientamento valutativo ci fornisce questa graduazione delle priorità, reali e dunque veritiere, che "vuole la gente", in base alla sua libera formazione della volontà collettiva:


10. A voi pare "sorprendente" un sillabario in cui al vertice si pone la "questione ambientale", a soluzione "global-sostenibile", e il "presente" si proietta al massimo grado nel futuro in termini di "beni comuni" e "processo democratico", purché intimamente connesso (verso il futuro) a "integrare gli immigrati", "Riformare la Costituzione" e "sobrietà nei consumi", condito da un "politici" "out"?
E un futuro in cui un "leader forte" è "più" accettabile dei partiti, ma pur sempre subordinato agli "imprenditori", in un mondo globalizzato  ma che lotta contro l'evasione fiscale?
Di certo, apprendiamo che "riformare la Costituzione" è una priorità per il 50% degli intervistati, mentre "combattere la disoccupazione" (al 76%) , "combattere l'evasione" (al 74%) e la solita generica "legalità" (al 68%), sono solo modestamente e non necessariamente legate allo "Stato" (solo al 45%). 
Volemose..."bene comune", cioè PRIVATOPIA (rothbardiana) la trionferà,  e andiamo avanti così, verso il futuro global-compatibile.

"L'elemento più inquietante del libro è proprio il "salto di qualità" che il Grande Fratello aveva fatto compiere alla dittatura. Egli non solo pretende obbedienza assoluta, ma anche la spontanea condivisione del sogno...

Se l'uomo non ha la capacita' di identificare in maniera razionale il motivo della sua sofferenza, poiché non ha parole per esprimerlo e per rifletterci, allora  non può neanche definire la causa della propria sofferenza e l'oggetto del proprio odio.
Tutto quel che rimane è soltanto un rancore indefinito, che può essere
spazzato via attraverso le sedute di "odio collettivo".

La relazione tra linguaggio e capacità critica e' estremamente interessante. Come impostare un ragionamento logico-deduttivo se nella propria lingua non esiste il periodo ipotetico? Le capacità di astrazione sono influenzate dal linguaggio utilizzato se l'uomo non è in grado o non può, nel caso prospettato in 1984,  modificare la propria lingua?"

21 commenti:

  1. "Where there is no adequate form for the unmediated expression of an author's thoughts, he must resort to refracting them in someone else's discourse" Bakhtin,1984 [1929]:192.

    With-
    out doubt, there is a relation between language and false-belief understanding. However, the import of this relation is hotly debated. On the one hand, some researchers argue that it merely reflects the fact that
    most false-belief tasks are verbal tasks or the fact that the domain-general cognitive operations that underlie false-belief understanding require language for their implementation (e.g., Bloom & German, 2000; Chandler, Fritz, & Hala, 1989; Fodor, 1992; Frye, Zelazo, & Palfai, 1995). On the other hand, many researchers argue that language plays a causal role in the development of false-belief understanding (e.g., J. de Villiers, 2005; Harris, 2005; Nelson, 2005).
    However, within the latter group there is much dispute over the precise role that language plays (Astington & Baird, 2005a).

    The results of the present meta-analysis show that there is a strong relation between false-belief understanding and language ability, which holds across a variety of language ability measures and false-belief
    task types, both concurrently and longitudinally, with a stronger direction of effect from language to false-belief than the reverse. These findings provide support for the argument that language plays a vital role in the development of false-belief understanding, and thus in the development of theory of mind.

    Language and Theory of Mind: Meta-Analysis of the Relation between Language Ability and False-Belief Understanding
    Author(s): Karen Milligan, Janet Wilde Astington and Lisa Ain Dack
    Source: Child Development, Vol. 78, No. 2 (Mar. - Apr., 2007), pp. 622-646
    Published by: Wiley on behalf of the Society for Research in Child Development
    Stable URL: http://www.jstor.org/stable/4139249

    Buona vita
    Guglielmo

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    1. "Le idee e le opinioni non "nascono" spontaneamente nel cervello di ogni singolo: hanno avuto un centro di irradiazione e di diffusione, un gruppo di uomini o un anche un uomo singolo che le ha elaborate e le ha presentate nella forma politica di attualità.". (Gramsci, Quaderni del carcere (a cura di V. Gerratana), Einaudi, Torino, 1975, pp. 1140-41).
      http://orizzonte48.blogspot.com/2016/05/il-mito-dei-minijobs-e-della-reflazione.html?showComment=1463776109538#c5371802532317251917


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    2. Infatti. In linguistica, e in psicologia dello sviluppo cognitivo, la dipendenza della costruzione deel mondo dal linguaggio è stata studiata da Whorf e da Shapir. E i risultati sono abbastanza chiari: il linguaggio utilizzato struttura la mente. E, poiché il linguaggio non nasce spontaneamente, ma va appreso all'interno di una struttura sociale (Marx direbbe, forse, all'interno di rapporti sociali di potere), le ultime tue righe sono un'esatta rappresentazione della realtà.

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  2. Interessante , sorprendente e inquietante .
    Un Post da leggere e rileggere , perche' i concetti espressi sembrano nella mia percezione ascrivibili al mondo della fantasia :.mi spiego sembrano appunto tracce per la scrittura di "1984 " o il " Truman Show" .

    Poi ti accorgi che INVECE , puoi tranquillamente incasellare comportamneti , affermazioni , convinzioni di tanti potenziali "Opinion leader " , tali per censo sociale ,posizione economico- finanziaria nella' societa' , opportunita' intellettuali legate ai loro curricula scolastici. Si perche' :
    1) Si €uro forse e' un problema ma non si puo' uscire.
    2)'Sai lavoro in una Fondazione finanziata soprattutto da CEE e i soldi arrivano puntualissimi , altro che lo Stato Italiano.
    3) Mio figlio deve studiare in quel College all'estero che in Italia non ce la possiamo fare.
    4)Renzi e' un buffone , bastera' cambiare il leader politico per risolvere i problemi e comunque dieci anni di dittatura ci farebbero solo bene .
    5) Hai letto poi quel libro / Post di Bagnai ,Vladimiro Giacche' , Luciano Barra Caracciolo , Diego Fusaro , che ti ho regalato/inviato ? No , non ancora / Non l'ho nemmeno aperto , sara' tutta "Fuffa" .
    6) Gnente , noi italiani NON ce la possiamo fare , Io qua a Parigi , Londra , Austin si' che trovero' la mia strada .

    Scusate lo sfogo .

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  3. La realtà e' fatta di cose, normalmente non conoscibili. Il mondo invece e' rappresentato ( creato per la percezione dell'individuo) dalle parole . Ma cosa contiene il mondo ? I fatti; le assumptions, cioè quello che ci viene detto dagli altri; i beliefs, cioè quello che crediamo. Se oggi tramite i media prevalgono le assumptions e determinano la situazione economica e politica non sara' così in futuro .... Se Risvegliamo l'attenzione ai fatti , potrebbe capitare quello che adesso sembra impossibile. Al Tina c'è alternativa se riparte la creatività e l'immaginazione... Desiderare nuovi mondi li rende possibili. Al diluvio e ai mondi vecchi si sostituisce sempre un nuovo mondo tramite l'arca , cioè le parole nuove e vere, che lo descrivono. Parole nuove dove si ritrova l'aderenza tra significato e significante .... Seguirà

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    1. L'ottimismo non nuoce, entro certi limiti però. E questi limiti sono la conoscenza razionale, dunque disinteressatamente fenomenologica, delle dinamiche in atto. Altrimenti, finiamo nel wishful thinking fideistico, agevolmente manipolabile dagli "irradiatori" di idee e linguaggio di cui parla Gramsci (faccio riferimento a lui per la felice sintesi, ma ogni essere umano dovrebbe allinearsi con questa lotta alla precomprensione, cioè considerando coraggiosamente l'idea dell'inevitabile manipolazione dei poteri di fatto economici).

      Come dice Francesco, in soldoni, "primum cognoscere MALITIAM deinde philosophari":
      "la Verità non esiste e ad essa se ne possono sostituire infinite quante sono le poltiglie neuronali percipienti che popolano il Pianeta, con linguaggi tra i più creativi, percentualistici, a-dialogici, solipsistici. Un piatto gustoso dove i media dei padroni sguazzano da abili artigiani di coscienze. E vi trovano materia estremamente malleabile, ridotta a non concepire più la possibilità di una anch’essa ormai marziana A-lètheia. L’intercambiabilità veritativa aumenta con l’andatura di una progressione geometrica man mano che vede avvicinarsi il tèlos globalista e fabbricato come destino anancastico, mediato dalle gerarchie ecclesiastiche a conferire sostanza “spirituale”; è camaleontica, adattabile alle esigenze, alla demo-crazia preferisce la demo-scopia a scaletta preconfezionata che funge da autentica autocoscienza del popolo ridotto a informe disaggregato (scaletta argomentativa, ovviamente, da replicare nei giorni a venire sulle LORO colonne a guisa di nefasti “approfondimenti” a conferma infallibile)".

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    2. La Verità esiste, l'essere e' e il non essere non e' ... Se si riesce anche per poco ad intuire questo non c'è manipolazione e "malitiam" che tenga. Ma per andare oltre non basta la sola Ragione , che deve essere esercitata al meglio, ma occorrono altre facoltà . Se si attivano e si domanda si ottiene . L'ottimismo non vincolato dai limiti della ragione ma oltre i confini del mondo... Oltre quelli che sono i limiti del mondo, limiti tali solo fino a quando uno non riesce a vederli da fuori!!!

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    3. Ottimo alibi paralogico per lasciare che siano altri a dover lottare e rischiare per lo Spirito dell'Umanità, contro ben concreti nemici-odiatori dell'umanità stessa.
      Se ti limiti a domandare e ti dicono di no? Ci rifugiamo "oltre i confini del mondo" e ci giustifichiamo coi limiti della ragione, accettando tutto?

      Va bene, purchè chi la pensi così non parli mai della democrazia, come costruzione egalitaria sostanziale di tutta una comunità, quale voluta dai nostri Costituenti; e, perciò, ammetta che non crede nella Costituzione ma in qualcos'altro.

      Senza che questo qualcos'altro sia imposto come "unico", dato che ogni essere umano è ben capace di prefigurare e vivere in rapporto con l'Infinito (consapevoli della propria finitezza individuale)...

      Anche e proprio per questo siamo tutti eguali: gli uomini liberi hanno tutti una visione che li pone di fronte al limite intrinseco dell'esistenza e tutti hanno diritto di professare un credo sul "senso" del destino veramente ineluttabile degli uomini.

      Ma non per questo devono rinunciare al meglio di quello che la ragione gli offre, in nome di un altrui "fede" monopolistica e riduzionistica a se stessa: la lotta per la libertà di tutti e di ciascuno.
      (Naturalmente so che ne sei cosciente, in teoria...)

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  4. Non solo il "cosa si vuole" è manipolato, ma anche i significati sono stravolti, spesso ribaltati. Liberale per es. non è una "brutta parola". Keynes si definiva liberale. Non è liberale mantenere fissi i prezzi delle monete. Non è liberale fissare prezzi e quantità dei prodotti agricoli. E ancora, la modernità non si fa negando la storia con la scusa che ora è tutto diverso, ma è esattamente il contrario. Il "mercato" non si "protegge" svendendo il pubblico e lasciando tutto in mano ai cartelli privati. Il lavoro fatto qui (e da pochissimi altri altrove) è proprio questo riappropriarsi dei significati e trovare le parole per definire gli inganni. Grazie.

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  5. La caverna platonica, confrontata allo scenario descritto nel post, era archibugio rudimentale e rozzo. In quel caso le ombre simboleggiavano un’apparenza, un riflesso di realtà (anche il negativo metaforico), ma che si presupponeva esistesse; nel nostro caso la realtà è stata integralmente incapsulata e spedita su Marte, ombre comprese. Il mercato ci ha sequestrato prima gli a priori kantiani dello spazio e del tempo, ora dà il rompete le righe ad ogni tipo di esperienza fenomenologica con la sua gerarchia di importanza. Ad essa viene sostituita una narrazione altra ed inquietante. Al più, a voler proprio essere clementi, un’eterotopia.

    Nulla esiste e, ammettendo che esista, non potremmo conoscerlo e se ci fosse possibile conoscerlo non avremmo alcun modo di comunicarlo. Così Gorgia sculacciò Parmenide e attualmente riscuote anche gli interessi. Da Gorgia a Popper della società aperta - e a globalizzazione liberista – sembra cambiato poco, tranne la mancata comprensione della lezione, con qualche doveroso aggiustamento: la Verità non esiste e ad essa se ne possono sostituire infinite quante sono le poltiglie neuronali percipienti che popolano il Pianeta, con linguaggi tra i più creativi, percentualistici, a-dialogici, solipsistici. Un piatto gustoso dove i media dei padroni sguazzano da abili artigiani di coscienze. E vi trovano materia estremamente malleabile, ridotta a non concepire più la possibilità di una anch’essa ormai marziana A-lètheia. L’intercambiabilità veritativa aumenta con l’andatura di una progressione geometrica man mano che vede avvicinarsi il tèlos globalista e fabbricato come destino anancastico, mediato dalle gerarchie ecclesiastiche a conferire sostanza “spirituale”; è camaleontica, adattabile alle esigenze, alla demo-crazia preferisce la demo-scopia a scaletta preconfezionata che funge da autentica autocoscienza del popolo ridotto a informe disaggregato (scaletta argomentativa, ovviamente, da replicare nei giorni a venire sulle LORO colonne a guisa di nefasti “approfondimenti” a conferma infallibile). Hegel non dorme da tempo sonni tranquilli.

    L’opificio delle verità, che lascia credere ad ognuno di dire veramente la “sua”, è la nutrice della tecno globalizzazione senza popolo. E quest’ultima, per affermarsi, ha necessità di sciogliere nell’acido ogni formazione intermedia in modo da far dimenticare all’uomo di essere un animale sociale, etico: famiglia, organizzazioni politiche, sindacali, solidaristiche, insomma la “società civile” gramsciana. Lo Stato costituzionale, come “società politica” che trae linfa dalla società civile, con elementi di necessaria contiguità e permeabilità reciproche, tale da formare un organico, perisce di conseguenza e rimane un mero simulacro burocratico (cioè un ufficio territorialmente dislocato del potere global-liberista). Nessuna egemonia è possibile in queste condizioni di disarticolazione delle coscienze.

    Finalmente ogni uomo si troverà solo e perciò veramente libero da ogni legame di fronte a Gaia, andrà in giro in marmitta supercatalitica con la sua moralità che non si sarà mai evoluta nell’eticità hegeliana (chiaro, presupporrebbe lo Stato ormai defunto). Libero, libero, libero, di farsi fottere da figure di cui ignora persin l’esistenza e per questo ritenute meno corrotte e spendaccione.

    Cosa si può volere di più? Nel mondo globalizzato dell’uomo merce figlio di qualche utero in affitto (e con il cervello stesso in affitto), la risposta che quest’ultimo può dare è una sola, indifettibile, epifanica, assurda e perciò estremamente vera: “un amaro lucano”!

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    1. Tutto condivisibile e anche apprezzabile (il destino "anancastico" merita una espressa citazione :-).

      Solo una cosa: il bene comune come concetto, - autenticamente anancastico, data l'ossessione reterativa e manipolatoria che ne prefigura la coatta sostituzione a ogni valore della statualità (democratica e sovrana)-, rinvia con forza a formazioni intermedie sostitutive dello Stato: sovranazionali e globali (come le città della Sassen).

      Si tratta di vere e proprie forme di "Spectre", già in action, lautamente finanziate dal capitalismo globalista e proiettate alla nuova forma di para-etica della sussidiarietà pseudo-umanitaria.
      Le ONG mondialiste, in nome delle formazioni intermedie e della "società civile" tanto solidale, adeguate al mondialismo, diverranno sempre più titolari di forti poteri ex pubblici di governo del territorio e delle risorse privatizzate.

      Una cosmesi indispensabile, come evoluzione del bene comune e dei beni comuni all'arrembaggio dell'interesse dei deboli: il profitto sarà sempre più camuffato come no-profit, di un nuovo burocratismo privatizzato e dal freddo volto sconosciuto.

      Un "espertone", super ricattabile e precarizzato, servirà da copertura alle multinazionali, "regolando", dall'interno di una struttura digitalizzata posta a Calcutta o a New York, le esigenze ambientaliste di una comunità - organizzata in comitato o analoga entificazione PRIVATA, strettamente standardizzata- di consumatori/utenti di Dijon o di Udine, con festante acclamazione del nuovo livello TINA di standard "condivisi": sharing community, ove la proprietà eminente e di sfruttamento spetterà alla Spectre di turno e riunioni paracondominiali inutili segneranno il limite di discussione condotta secondo slogan preconfezionati e funzionalisti.
      Magari, pure "spirituali".

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    2. Non c’è dubbio, la precisazione è d’obbligo. Ovviamente, dalle formazioni sociali intermedie sono per antonomasia escluse ONG e similia finanziate dal potere finanziario, contrapposte di fatto e di diritto allo Stato (in forma nemmeno tanto velatamente sussidiaria) e volto buono delle quinte colonne globaliste del bene comune (di cui, non è un caso, la Costituzione non parla mai, sostituendo il concetto con “utilità generale” o “ funzione sociale”). Mi riferivo alle “formazioni sociali” di cui all’art. 2 della Cost. ed alla solidarietà autentica, se vogliamo dire, “orizzontale” come dovere inderogabile del cittadino in quanto appartenente ad una comunità. Penso ai partiti politici, ma a tutte le forme di associazionismo tutelate dalla Costituzione, ad enti no profit e a formazioni spontanee di ogni sorta; penso che ognuno abbia amici o conoscenti che dopo il lavoro, smessa la cravatta, si prodigano per l’aiuto agli anziani o per l’assistenza a malati terminali o per altro, in modo gratuito (lo so che per i perbenisti globalizzati “gratuità” è una parolaccia inconcepibile). Dalla pro loco del piccolo paesino di 200 abitanti al partito politico, all’associazionismo sportivo dilettantistico, formazione sociale come momento fondamentale di aggregazione, di incontro, di scambio dialogico. Oggigiorno ci ritroviamo a non conoscerci nemmeno tra vicini di casa, l'altro è diventato un mostro costruito dalla onnipresente cronaca mediatica degli stupri e degli omicidi. Formazione molecolari di uomini e donne. Una volta c’era l’agorà. Oggi c’è il supermercato. I tempi, come sappiamo, sono cambiati:-)

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    3. Ieri sono andato in un mega-centro commerciale: era praticamente mezzo vuoto (abbondante parcheggio e clienti diradati); inoltre la gamma e varietà dei prodotti in vendita era manifestamente ristretta, rispetto a pochi anni fa, e tutta calibrata su marche e "versioni" economiche dei vari settori commerciali.
      Pareva, cioè, non funzionare bene nemmeno più come "non luogo" per lo struscio di massa alienato...

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    4. Si chiama austerita' o effetto miseria per i diversamente europeisti. Il paradosso e' che la gente potra' d'ora innanzi solo guardare, l'unica merce economica che resta. Una massa di guardoni con l'acqualina. Ma si sa, non e' l'euro il problema

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  6. "Leader forte" e "Chiesa" out, "Papa Francesco" in: la dissonanza cognitiva della dissonanza cognitiva. Almeno ci danno modo di ridere, con la loro comicità involontaria.

    È proprio vero: il dubbio è la chiave universale per accedere alle stanze della Verità: se non lo si possiede ed esercita, si è destinati ad essere posseduti e utilizzati. Il tentativo di sopprimere il dubbio, l'ambizione di conoscere individualmente tutto, la volontà di avere ragione sempre, ecco quali sono i nemici della persona: sbagliare è bello, ma non liberatorio: liberatorio è accorgersi di essere caduti in errore, per poi procedere all'autopsia di quell'errore attraverso la penetrazione mentale delle più profonde cause e dinamiche del suo manifestarsi, che costituiscono gli ingredienti del vaccino, ciò che permette di affrancarci da quell'errore; se ne commetteranno altri in futuro, questa è l'unica certezza, ma non quel determinato errore.
    Il problema vero è che spesso, per prendere coscienza di essere caduto in fallo, l'uomo necessita di qualcun altro che glielo dica. Se ciò non avviene, è probabile che continui imperterrito nella sua erronea coazione a ripetere, incrollabile nelle sue certezze a lui tanto necessarie e care nella struttura del suo vivere, da risultare, nella loro sostanza, del tutto contingenti e indifferenti.
    Il piddino d.o.c. è sempre un ex-qualcosa.

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  7. Post splendido. Un'analisi fine e puntuale che porta alla luce, passo dopo passo, il trucco del prestigiatore, progettato per essere invisibile e creare confusione.
    Personalmente poi trovo delizioso il modo con cui Diamanti è disaminato a fettine sottili. Come (ex) ur-lettore de L'Espresso (ahimè) trovo il diamonds-sushi particolarmente gradevole.
    Grazie ancora.

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  8. 2084: la dittatura del carbonio?
    " Inevitabilmente un giorno un comissario suggerirà di rendere il lavoro più efficace concentrandosi sulla radice del problema: il numero totale degli abitanti del pianeta. E con una mossa del genere la Commissione per il controllo termostatico della Terra si sarà trasformata in un governo mondiale di tipo orwelliano, con una propria valuta, un esercito e il controllo su ogni persona e ogni centimetro sul nostro pianeta. Per quanto orrore susciti un simile esito, se ritardiamo l'azione per combattere la crisi climatica, la dittatura del carbonio può diventare essenziale per la nostra sopravvivenza."
    Tim Flannery, I Signori del Clima, Ed. Corbaccio


    Il titolo di questo post non è il titolo di un romanzo di fantascienza, o quello di un libro di qualche pazzo "complottista", ma il titolo di un capitolo di un libro scientificamente corretto scritto da uno scienziato; il libro si chiama I Signori del Clima, e l'autore è Tim Flannery. Flannery è uno scienziato ed esploratore australiano; ha insegnato ad Harvard, è stato per sette anni direttore del South Australian Museum e attualmente è docente alla Macquarie University, dove segue un progetto di ricerca sui cambiamenti climatici; è presidente dello State Science Council e della Sustainability Roundtable, un organo consultivo sullo sviluppo sostenibile; egli è anche rappresentante australiano della National Geographic Society.

    Flannery è un fervente sostenitore della teoria dell'effetto serra dovuto alla CO2 di origine antropica.
    “L'Umanità ha percorso una strada così lunga in un tempo così breve che le nostre immaginazioni sono irrimediabilmente impantanate nel passato. Forse, come sembra accadere nel caso di molti neoconservatori americani, sono intrappolate sulla frontiera del west oppure nella Seconda guerra mondiale. Per altri risiedono in ormai obsolete identità nazionali o ideologie. E siccome le nostre immaginazioni dimorano ancora in questi paesaggi svaniti, la nostra reazione alla minaccia del cambiamento climatico può sembrare assurda. E' questo fatto, credo, che ha spinto alcuni conservatori ad ignorare la minaccia del mutamento climatico, pur salvaguardando al tempo stesso così gelosamente la nostra " libertà".“ Tim Flannery
    Altro su http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2010/03/2084-la-dittatura-del-carbonio.html
    La questione ambientale é una delle armi più importanti per scardinare l'autonomia e l'indipendenza delle nazioni , quelle cose così obsolete di fronte alla "scienza" odierna così saggia....

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  9. Alternatives to emissions reduction: Using climate engineering to tackle global warming

    Garth Heutel, Juan Moreno-Cruz, Katherine Ricke 04 June 2016

    At the the Paris Climate Conference in December 2015, it was agreed that annual global temperature increase must be kept below 2 degrees, and a target of a 1.5 degree annual increase was set. Most environmental policies currently focus on emissions reductions and adaptation. This column discusses a new set of technologies collectively known as climate engineering, and explores their potential effectiveness and role in climate change economics. A lot of uncertainty surrounds the costs and effects of climate engineering tools, but it is clear that they would change the optimal levels of emissions reduction currently discussed in literature.http://voxeu.org/article/climate-engineering-economics

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  10. Tra le altre cose, vi è un concetto veramente strano di libertà in Tim Flannery sopra citato:
    "Meno di 250 anni fa selvaggi ragazzi delle Highlands scozzesi che nulla sapevano della lingua, della moneta e dei calzoni inglesi, conducevano il bestiame che era la loro unica ricchezza nelle cittadine di mercato inglesi per poter comprare qualche prodotto di lusso come la polvere da sparo e il sale. Oggi nessun cittadino di un qualsiasi paese sviluppato ha una padronanza della propria vita come quella che avevano quei selvaggi abitanti delle Highlands, perchè noi siamo i discendenti di coloro che cambiarono quella " libertà" per un governo stabile, abbondanti pasti al giorno, trasporti comodi e le sofisticate macchine che ci parlano del mutamento climatico."
    Come se pasti abbondanti e caldi, governi nazionali stabili e trasporti pubblici comodi fossero tutti sinonimo di una società meno libera, mentre i selvaggi ed ignoranti abitanti delle Highlands scozzesi che commerciavano bestiame nelle cittadine di mercato inglesi fossero sinonimo di virile libertà assoluta. Come se la libertà si temprasse attraverso la durezza del vivere padoaschioppana combinata con il free market hayekkiano o rothbardiano. Qui è l'ideologia che si traveste da scienza, e si capisce meglio seguendo il tracciato del pensiero dello "scienziato":
    "I Padri Fondatori crearono - con grande successo - un'entità politica di massa sufficiente ad affrontare le sfide che si ponevano, eppure con garanzie sufficienti a consentire alla libertà di fiorire."
    Cioè, la libertà approvata col timbro della scienza è quella del liberismo oligarchico dei Padri Fondatori degli Stati Uniti.
    Però tutte queste identità nazionali sono "ormai obsolete", quindi partiamo in quarta con il fateprestismo ambientalista:
    "Se i colossi del carbone e del petrolio e gli interessi loro alleati continuano a impedire al mondo di passare all'azione per combattere il mutamento climatico, potremmo avere presto una Commissione per il controllo termostatico della Terra. L'unico modo per evitare sia la tirannia che la distruzione è quello di agire come i Padri Fondatori dell'America, rispondendo rapidamente all'appello all'azione e cedendo a un'autorità superiore soltanto il potere strettamente necessario per combattere la minaccia. E questo sarà efficace soltanto se agiamo ora, prima che la crisi sia pienamente dispiegata."
    Quindi il fateprestismo, l'agiamo subito, sarebbe utile a ridurre gli eventuali poteri dittatoriali della Commissione per il controllo termostatico; ma questa è la solita scusa per avere sempre più "CESSIONI DI SOVRANITÀ AD UN'AUTORITÀ SUPERIORE", come si è fatto in Europa con le varie Riforme Strutturali per contrastare la "crisi economica"; una Commistione che, a male parata, ci dice però l'autore, si concentrerà "SULLA RADICE DEL PROBLEMA: IL NUMERO TOTALE DEGLI ABITANTI DEL PIANETA", ai quali, per il bene di Gaia, verranno tolti "ABBONDANTI PASTI AL GIORNO, GOVERNI STABILI E TRASPORTI COMODI"....riconcedendogli così il pieno controllo delle loro vite...che saranno più libere di andare all'altro mondo senza più gli impedimenti dovuti al benessere...
    Chiaro no?

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    1. Raccordandomi a questo commento, si segnalano anche le truffe sulle quote Co2 a livello globale...

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  11. Per il lavoro "serve un miracolo". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, durante la messa per il lavoro al santuario di Nostra Signora della Guardia. Bagnasco lo ha detto riferendosi alla situazione di Genova (definita "Non morta, ma malata") che, ha sottolineato, "è da leggersi nel quadro generale del Paese dove il lavoro non decolla nonostante alcuni segni che sembrano positivi o dichiarazioni rassicuranti. La disoccupazione cresce".

    "I dati dicono che il 40% delle persone comprese nell'età dai 15 ai 24 anni è in cerca di lavoro, mentre la media europea è del 22%. In termini percentuali siamo gli ultimi posti", ha detto Bagnasco. per il presidente della Cei "è forte la preoccupazione anche per gli adulti che una volta perso il lavoro hanno difficoltà a ritrovarlo, con gravi danni per la loro dignità e le loro famiglie. Diventa un peso insostenibile anche la ricerca di beni come la casa".

    "Mentre la platea dei poveri si allarga inglobando il ceto medio, la ricchezza cresce e si concentra sempre più in mano a pochi. Auspico che la concentrazione di risorse incrementi copiosamente gli investimenti in attività produttive a vantaggio dei lavoratori". Così il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, alla messa per il mondo del lavoro. Bagnasco ha ricordato che "la povertà tocca 4 milioni di persone, quasi il 7% degli italiani. Lo scorso anno la Chiesa ha distribuito più di 12 milioni di pasti agli italiani".

    Sogno di un trickle down di mezza estate...

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