1. Prendiamo atto che i fatti stanno manifestando una difficoltà senza precedenti nell'attuare in Italia i diktat mondialisti, ed €urotrainati, tesi all'accelerazione attuativa del neo-liberismo "senza frontiere" e del cosmopolitismo elitario delle "riforme", restaurative della società del gold-standard: perché sempre dell'intensificazione delle stesse riforme, che corrispondono alle indicazioni de L€uropa (qui, in particolare, p.11), oppure dell'OCSE, - e che rientrano nel Washington Consensus (p.2)- da decenni si tratta:
Ius soli: Gentiloni, no condizioni per ok entro estate
2. In un contesto strettamente collegato a questo, le forze politiche euro-mondialiste che, sempre da decenni, governano in Italia, si interrogano sulla tenuta di questa stessa linea su questioni ancor più tangibili, almeno nell'immediato, sulla vita dei cittadini ed elettori italiani:
"E così lo slittamento deciso ieri rischia di certificare l'impotenza
della maggioranza che rende l'esecutivo fragile e ben lontano
dall'essere il governo del Presidente. Almeno non certo dell'attuale inquilino del Quirinale dove la vicenda
dello ius soli viene seguita con estrema attenzione anche in vista di
quello che sarà l'appuntamento decisivo di fine legislatura, il varo
della legge di Bilancio, e l'atteso tentativo di riforma della legge
elettorale. Se però questa è l'aria, in autunno - quando si chiuderà
anche l'ultima finestra elettorale - il tana-liberi-tutti dei tanti
parlamentari in cerca di un seggio più o meno sicuro, renderà la
situazione esplosiva.".
3. La manovra di stabilità, come dovrebbero ormai sapere tutti, non implica tanto di ridurre il deficit in sè, quanto di farlo per ridurre il rapporto debito/PIL (un'idea bizzarra e controproducente ma dura a morir€): la violazione della c.d. "regola del debito" (enforced dal fiscal compact), è quella che la Commissione UE aveva contestato all'Italia nelle sue più recenti raccomandazioni, culminate intanto nella manovrina, ma preliminari ad una correzione dell'indebitamento annuale che, almeno stando a quanto "raccomandato" a febbraio, avrebbe dovuto complessivamente essere, entro il 2018, intorno a 0,9 punti di PIL.
Salva, poi, in limine electionis, la grottesca concessione di flessibilità purché si tagli strutturalmente la spesa pubblica, si introducano imposizione patrimoniali aggiuntive e si proceda a ulteriori privatizzazioni. In pratica si potrà spendere di più per l'emergenza immigrati purché si finisca di smantellare il welfare e si attacchi in maniera più decisa e definitiva il patrimonio degli italiani.
Una teoria, €urosottomessa, che, a livello di offerta politica bipartisan, non mostra segni di logoramento. Sulla presunzione, sempre più vacillante, che l'elettorato sia sempre disposto a entusiasmarsi per gli stessi slogan e non abbia alcun sospetto che in essi ci sia qualcosa che non va:
@stat_wald @EuroMasochismo @AlbertoBagnai— Leonardo Sperduti (@spe1977) 16 luglio 2017
Sembra scritto ieri. Tutto in nome de Leuropa pic.twitter.com/UZ2ElP8mwn
#facciamosquadra@s_parisi— Valeria S. (@valy_s) 16 luglio 2017
ma #AncheNO
(Delle idee davvero originali:tagli, privatizzazioni,svendite,debbbito brutto..)
Cc @PatriziaRametta pic.twitter.com/NkvVR5QUMb
4. Date queste premesse, la ferma reazione sull'applicazione "leggermente" asimmetrica delle convenzioni Triton e Sofia, verrà prevedibilmente utilizzata per far passare la spesa aggiuntiva, relativa (solo) alla prosecuzione dell'accoglienza no-limits, come una vittoria: ma non prima di aver, comunque, chiesto il permesso alle istituzioni UE su qualche marginale e aggirabile modifica dell'attuale metodologia di salvataggio e sbarco senza sosta.
In questo quadro si tenterà di far passare come flessibilità-per-la-crescita le misure di consolidamento recessivo che, comunque, saranno conformi alle decisioni già prese dall'UE e sulla cui misura il parlamento deve solo operare un passaggio di ratifica "a scatola chiusa", come avviene già per il DEF (v. qui, p.5).
Solo che in vista dell'avvicinamento delle elezioni, questa situazione rischia di far precipitare il consenso governativo. In coartata assimilazione dell'equivalenza ricardiana, (qui p.5), gli italiani, oltretutto, ormai hanno capito che qualsiasi regalia pre-elettorale sarebbe poi duramente scontata in qualche successivo "Fate presto!" imposto da L€uropa....
Quindi, non esiste più una situazione di crisi conclamata che risulti gestibile in modo positivo per la crescita in Italia; e per di più ciascun profilo di crisi può ormai essere affrontato soltanto in un balletto di bacchettate, raccomandazioni e finte concessioni da parte de L€uropa.
So che l'abbiamo detto tante volte: ma ormai nei bar, nelle file alla posta, nei capannelli fra colleghi in ufficio e persino nelle assemblee di condominio, è divenuto sempre più facile sentir dire. "Ma che votiamo a fare?"
5. Torna perciò utile rammentare questo commento, che (in parte emendato) dimostra, nelle circostanze innegabili dell'attualità italiana, l'ineluttabilità, accelerata, dell'azzeramento di ogni significativa relazione tra espressione del voto e formazione dell'indirizzo politico nazionale. Avvenuta l'espropriazione di ogni forma di potere decisionale sovrano, conforme agli orientamenti esprimibili dal popolo ex-sovrano costituito in corpo elettorale, diviene impossibile nascondere l'azzeramento della sovranità democratica costituzionale:
"L'attuale traiettoria è di lunga data e
inarrestabile; l'idea di ESSI è che l'abolizione del suffragio
universale non consegua, - appunto perciò-, ad un atto di forza.
Preferiscono di gran lunga tattiche di condizionamento diffuso e
profondo di tipo orwelliano, che confermino implicitamente la teologia
dei mercati.
Il metodo migliore in fasi come l'attuale, considerate di stallo (rispetto alla polarizzazione "esito Brexit-trionfo di Macron"), è quello di autoprodurre, DALL'INTERNO delle forze più fedeli al sistema, slogan e falsi obiettivi che IMITINO quelli che animano il dissenso montante, "catturandolo" verso falsi obiettivi totalmente irrilevanti rispetto alle cause della crisi italiana.
Siccome però queste stesse forze (in virtù dell'agire degli automatismi tipici di ogni ordinamento neo-liberista) continuano imperterrite a produrre la loro azione (vedi crisi bancaria dichiarata "risolta", l'insistenza sullo ius soli mentre si finge di voler rivedere Triton in aspetti certamente non risolutivi ecc.), si arriva a un punto in cui, nonostante l'incessante appoggio mediatico, nulla funziona più, ai fini del mantenimento del consenso elettorale.
Mentre, d'altra parte, sanno che il "balletto" Padoan-Moscovici sulla flessibilità produrrà comunque una manovra semplicemente intollerabile in pieno clima preelettorale.
Tuttavia questa confluenza di tentativi fallimentari non è transitoria e "sfortunata", né congiunturale: è STRUTTURALE.
Perciò, sebbene si siano illusi che bastasse parlare di rinnovamento e di rottamazione porgendo all'elettorato volti nuovi, persino un'eventuale estremizzazione cosmetica (di apparente rottura con un immaginario passato), via "falso movimento", si risolverebbe in un rapido fallimento.
Il metodo migliore in fasi come l'attuale, considerate di stallo (rispetto alla polarizzazione "esito Brexit-trionfo di Macron"), è quello di autoprodurre, DALL'INTERNO delle forze più fedeli al sistema, slogan e falsi obiettivi che IMITINO quelli che animano il dissenso montante, "catturandolo" verso falsi obiettivi totalmente irrilevanti rispetto alle cause della crisi italiana.
Siccome però queste stesse forze (in virtù dell'agire degli automatismi tipici di ogni ordinamento neo-liberista) continuano imperterrite a produrre la loro azione (vedi crisi bancaria dichiarata "risolta", l'insistenza sullo ius soli mentre si finge di voler rivedere Triton in aspetti certamente non risolutivi ecc.), si arriva a un punto in cui, nonostante l'incessante appoggio mediatico, nulla funziona più, ai fini del mantenimento del consenso elettorale.
Mentre, d'altra parte, sanno che il "balletto" Padoan-Moscovici sulla flessibilità produrrà comunque una manovra semplicemente intollerabile in pieno clima preelettorale.
Tuttavia questa confluenza di tentativi fallimentari non è transitoria e "sfortunata", né congiunturale: è STRUTTURALE.
Perciò, sebbene si siano illusi che bastasse parlare di rinnovamento e di rottamazione porgendo all'elettorato volti nuovi, persino un'eventuale estremizzazione cosmetica (di apparente rottura con un immaginario passato), via "falso movimento", si risolverebbe in un rapido fallimento.
La velocità della perdita del consenso, per
ogni nuova soluzione - nuova in senso mediatico, cioè espediente comunicativo di mera facciata, (perché la sostanza del vincolo è ormai inalterabile)-, diviene sempre più rapida e disastrosa: casta, lacci e lacciuoli burocratici, e
corruzione sono mezzi di distrazione di massa escogitati da troppi anni per avere ancora effetti
non usurati e distrattivi sicuri. E infatti Prodi, qui più volte citato, alla sua maniera, lo ha detto esplicitamente.
Queste parole d'ordine, stancamente ripetute, infatti, sono troppo distanti dalle cause della crisi socio-economica per poter costituire un approccio di linea politica che porti, anche solo lontanamente, a dei risultati in termini di ritorno alla crescita effettiva e a un decente livello di vera occupazione (qui, p.7).
Ergo, sono ormai a disposizione un limitato numero di mosse cosmetiche, inclusa quella della corruzione, della lotta alla casta e alla "burocrazia", tutte egualmente fallimentari perché ad effetto transitorio e "placebo" (oggi si sono ridotti a cercare un nuovo Prodi o, alle brutte, un nuovo Monti, che siano sufficientemente portatori di un linguaggio anti-europeo ma sempre fedeli all'idea irrinunciabile di "un'altra €uropa").
Direi che è quindi scontato che già si stia programmando "come" creare una situazione di shock per giustificare nuove forme istituzionali, preferibilmente derivanti da una grande riforma de L€uropa, che restringano e neutralizzino le elezioni nazionali.
L'ideale, per ESSI, sarebbe arrivare al più presto a rendere politicamente accettabile la sola elezione del parlamento €uropeo.
Ma sanno anche che tale aspirazione ottimale non è soddisfacibile nel medio periodo.
Ergo, è altrettanto inevitabile dedurne che stanno pensando a qualcosa di molto peggio..."
Ergo, sono ormai a disposizione un limitato numero di mosse cosmetiche, inclusa quella della corruzione, della lotta alla casta e alla "burocrazia", tutte egualmente fallimentari perché ad effetto transitorio e "placebo" (oggi si sono ridotti a cercare un nuovo Prodi o, alle brutte, un nuovo Monti, che siano sufficientemente portatori di un linguaggio anti-europeo ma sempre fedeli all'idea irrinunciabile di "un'altra €uropa").
Direi che è quindi scontato che già si stia programmando "come" creare una situazione di shock per giustificare nuove forme istituzionali, preferibilmente derivanti da una grande riforma de L€uropa, che restringano e neutralizzino le elezioni nazionali.
L'ideale, per ESSI, sarebbe arrivare al più presto a rendere politicamente accettabile la sola elezione del parlamento €uropeo.
Ma sanno anche che tale aspirazione ottimale non è soddisfacibile nel medio periodo.
Ergo, è altrettanto inevitabile dedurne che stanno pensando a qualcosa di molto peggio..."
"Ergo, è altrettanto inevitabile dedurne che stanno pensando a qualcosa di molto peggio..."
RispondiEliminaProbabilmente anche di molto antico (vedi 43 a.c., anno della 'scomparsa' di entrambi i consoli in carica Irzio e Pansa).
Per il ruolo di Cesare Ottaviano (colui che diventera' in seguito Augusto e che fin dall'inizio combatte col suo esercito al fianco dei due consoli Irzio e Pansa) vedo bene Marius Drago (a cui ESSI faranno conoscere a tempo debito il contenuto del "testamento di Cesare").
Si puo' prevedere che per analogia Matteo Renzio Irzio sparira' in occasione della battaglia elettorale del 21 aprile 2018 (data coincidente col Natale di Roma).
Per Sergius Mattarellus Pansa si potrebbe invece ipotizzare un altro meccanismo di 'scomparsa prematura' (o per le ferite riportate in un attentato 9/11-ISIS-like il 23 aprile 2018 oppure per un altro evento 'naturale' Papa Luciani-like).
A quel punto il novello Augusto, con l'assenso del 'Senato' potra' formare il secondo triumvirato insieme a Macron Antonio e Merkel Emilia Lepida, sciogliere il Parlamento della Repubblica ed instaurare l'impero EU.
Truculento old style...
EliminaDraghi ha un mandato che scade alla fine del 2018: è vitale interesse dell'€stablishment italiano che rimanga in carica fino all'ultimo giorno?
Forse...
O forse, potrebbe nascere un neo-governo di grande coalizione, "tecnico", nella primavera inoltrata del 2018, - dopo mesi di trattative che saranno punteggiate da emergenze migranti, bancarie e, possibilmente anche di crollo delle infrastrutture (ormai abbandonate a se stesse da decenni)- e che potrebbe, in un crescendo parossistico contro l'inadeguatezza delle istituzioni costituzionali, procedere alla patrimoniale straordinaria (già avallata in un "casuale" obiter dictum da un recente sentenza della Corte costituzionale).
Ciò anticiperebbe gli effetti...di Weidman insediando alla BCE, e accontenterebbe le banche (ormai sistema a controllo estero), con il sollievo dall'eccessivo (secondo Leuropa) carico di titoli del debito pubblico, apprestando contemporaneamente una provvista adeguata per ricapitalizzazioni e salvataggi a carico dei contribuenti (dicendo di voler salvare i risparmiatori).
Una manovra del genere, se condotta con l'adeguata copertura mediatica e istituzionale, potrebbe portare a un capo di governo praticamente inamovibile per un'interea legislatura e pronto, subito dopo, a passare al Colle, senza alcun preventivo spargimento di sangue.
Nel frattempo, nel corso della nuova legislatura, sarebbe pure adottata la riforma dei trattati voluta dalla Merkel.
Sicché il PdR pro-tempore (all'incirca allo scadere della prossima legislatura), si ergerebbein un ruolo ridisegnato e accresciuto rispetto ad ogni altra istituzione, svuotata, dal neo-trattato, di ogni autonomia di indirizzo politico e quindi solo "formale": il ruolo, ovviamente, sarebbe quello di garante-vigilante UEM nella provincia Italia.
Questo nuovo ruolo, formalizzato dalla prevalenza dell'acquis comumitario sulla Costituzione, stante il potere (de facto, già oggi) esclusivo di decidere dello scioglimento della camere, sarebbe centrale per assicurare la continuità di parlamenti votati esclusivamente per garantire la "governabilità": cioè per fornire la fiducia ex post a "commissari pro-trojka" a durata quinquennale forzata, formati da tecnici ultra-€uropeisti designati dal consensus dei mercati sovranazionali.
Della stessa presenza di questo o quel parlamento, cioè delle sue possibili composizioni e della loro adeguatezza rispetto all'orientamento politico divergente eventualmente manifestabile dall'elettorato, non si accorgerebbe più nessuno.
Infatti, in una progressione prevedibilmente "strutturale", si penserebbe piuttosto ai continui stati di eccezione ed emergenze-paese, che indurrebbero, sotto la spinta della grancassa mediatica, sempre più violenta e demonizzatrice di ogni dissenso, a votare laqualunque.
Per evitare "momenti di riflessione" pericolosi, tra un "fate presto!" e l'altro, basterà inserire da subito nell'agenda della prossima pseudo-legislatuta, una tormentata riforma del welfare con introduzione del reddito di cittadinanza, intrecciandola con il connesso problema della cittadinanza e dei "migranti".
Questa combinazione di regolazioni, infatti, spaccherebbe l'opposizione alla grosse koalition, e inscenerebbe una gigantesca versione del conflitto sezionale che metterebbe comunque in ombra l'approvazione delle "grandi riforme" (adeguatamente mixate tra patrimonialone e tagli "risolutivi" della p.a.) per la riduzione "drastica" del debito pubblico.
Mix, che, opportunamente miscelato in provvedimenti emergenziali "prendere o lasciare", sarebbe oltretutto gradito sia alle vaste forze tea-party che alle sinistre altro€uropeiste: come sempre marciano divisi per colpire uniti in nomine euri ac gold standard.
questa risposta al post di Luca Cellai risponde anche al mio quesito posto prima ancora di poterla leggere (grazie)
EliminaCopertura mediatica o no,non credo che una cosa del genere sarebbe applicabile senza una repressione violenta, di chi tali manovre le pagherebbe, essendo la platea delle vittime troppo estesa.
Eliminale elezioni non si possono sospendere, a meno che un evento catastrofico di grandissima portata - un 11 settembre al cubo, diciamo - debba arrivare a sconvolgere il funzionamento stesso della macchina statale. Osservo che si è votato persino in Siria e Nuova Russia, sotto le bombe NATO e... NATO. Quindi non può essere una guerra di aggressione (e di chi, poi?), né tantomeno un atto terroristico, per quanto colossale. No, dev'essere qualcosa che faccia venir meno il costrutto "Italia". In altri tempi avrei pensato a una bella secessione padana. In altri tempi? Che stiano pensando di far degenerare in qualche modo i due grotteschi referendum sull'autonomia in Lombardia e Veneto di ottobre? Mah, non mi sembra molto probabile...
RispondiEliminaForse, la soluzione più "semplice" è un passo della Corte costituzionale: potrebbe sentenziare che, in nome del rispetto dei trattati europei, non è possibile andare al voto se le condizioni politiche "minacciano oggettivamente" tale rispetto. Per cui la famosa clausola dei trattati che noi vorremmo utilizzare per dare scacco matto all'UE potrebbe anche essere utilizzata da loro per dare scacco matto (almeno nei loro deliri) a noi. O cosa, sennò?
Ma il post tenta di indicare l'obiettivo finale che, oltretutto, data la sua attuale linea giurisprudenziale, solleverebbe la Corte dal fare sforzi troppo clamorosi:
Elimina"Direi che è quindi scontato che già si stia programmando "come" creare una situazione di shock per giustificare nuove forme istituzionali, preferibilmente derivanti da una grande riforma de L€uropa, che restringano e neutralizzino le elezioni nazionali.
L'ideale, per ESSI, sarebbe arrivare al più presto a rendere politicamente accettabile la sola elezione del parlamento €uropeo.
Ma sanno anche che tale aspirazione ottimale non è soddisfacibile nel medio periodo".
Ciò posto, la risposta a Luca più sopra rende conto della tattica intermedia perseguibile, con buone ragioni di successo, nel medio periodo (la prossima legislatura e, ove necessario, la fase iniziale di quella successiva).
Poi, una volta trasferiti i poteri legislativi essenziali del parlamento nazionale in quello €uropeo, potrebbero pure concedere un'elezione nazionale per un'assemblea di livello decisionale divenuto "regionale", attraverso un sistema di voto opportuno, omogeneo in tutta L€uropa: ad es; un ballottaggio.
Si tratterebbe pur sempre di istituzioni di rilevanza "regionale" e sarebbe pure più facile a tal punto, reimpostarne le circoscrizioni su "MACROREGIONI" multinazionali L€uropee (anzi, credo che sia ora già un obiettivo primario): comunque, approvazione delle leggi di bilancio (federale centralizzato e para-nazionale o macroregionale, strettamente esecutivo e direttamente approvato da Commissione-parlamento UE) e legislazione primaria sarebbero accentrate in L€uropa.
Per fare atti sostanzialmente regolamentari in situazione di pareggio di bilancio perseguito in apice, non occorre un grande dibattito politico perché non più di politica ma di amministrazione locale attuativa si tratterebbe...
E possono, magari in un tempo successivo, porre dei limiti al diritto di elezione passivo, stabilendo stringenti e ben connotati requisiti di competenza tecnica posti da regolamenti L€uropei, e accertati, a livello istituzionale L€uropeo, per l'accesso alle cariche elettive residuali.
L'enfasi sulle macroregioni, inoltre, favorirebbe enormemente questa versione merito-tecno-cratica dell'elettorato passivo: si direbbe che così è più accettabile il governo di stranieri (inevitabilmente provenienti dalla finanza privata), che diverrebbe consensuale (e non più invocato dai media nel consueto esercizio di propaganda autorazzista).
Un mondo a misura di Severgnini...
Salta agli occhi come il PD - cioè chi è contro la Lega secessionista, contro chi vuole modificare la Costituzione, contro i "ricchi" per dare ai "poveri", in linea di principio - ci stia invece portanto:
Eliminaa) alla disgregazione nazionale (cioè all'Europa delle Macroregioni, cioè dove doveva andare la Lega)
b) alla disattivazione sostanziale della Costituzione via UEM (cioè ciò che voleva in primis Berlu ed in secundis Renzie)
c) al pauperismo di vasti strati della popolazione.
Severgnini & Co. sono il meglio dell'infima cultura che tutto ciò si porta dietro. E mentre ESSI mettono in pratica il loro piano nella sostanziale democrazia "sospesa" italiana, in Cina si pensa ad altro perchè: "...la Cina ha una massa d' urto di investimenti tecnologici ormai molto più ampia, è meno condizionata dalle logiche di profitto di brevissimo periodo e ha tecnocrati che orientano le scelte pensando al futuro... il sistema è frenato da molti condizionamenti: la polarizzazione della politica … l' ultraliberismo della parte più influente della destra Usa … ma anche lo strapotere delle «lobby» e delle grandi «corporation» americane, pronte a bloccare ogni intervento legislativo non in linea col loro interesse immediato...". E qui si avvera il quarto presupposto: “l'UE ci protegge dalla globalizzazione, dalla Cina”... fatto sta che i Cinesi si comprano mezza Africa e l'Europa a prezzo di saldo, e nel frattempo pure fanno passi da gigante nell'intelligenza artificiale... più che proteggerci da cinesi, l’UE c’ha messo in scatola per farci mangiare più facilmente….
@Quarantotto, infatti la sua risposta è arrivata dopo che avevo scritto il mio commento...
EliminaSono d'accordo, sennonché questo implica che le prossime elezioni non possano (o non debbano?) costituire un vero pericolo esistenziale per costoro. E qui, secondo me, c'è il coperchio mancante della pentola quartoreichiana. Non sono sicuro, in altri termini, che il prossimo parlamento sarebbe così "malleabile". A mio avviso, giusto per essere del tutto espliciti, le prossime elezioni saranno rinviate sine die sulla base del seguente ragionamento e concatenazione d'eventi: a) Mattarella "constata" l'assenza di leggi elettorali "omogenee" tra Camera e Senato; b) Mattarella "deduce" dal punto a che questo non garantisce la "governabilità", prevista implicitamente dall'art.xy della nostra Costituzione; c) Mattarella "conclude", dunque, che l'art.81 della Costituzione, in assenza di un governo, sarebbe "oggettivamente" violato, e con esso il "superiore" ordinamente europeo; d) Matterella "interroga", a questo punto, la Corte costituzionale per avere un parere sul da farsi, magari sottoponendole alcune opzioni, tra cui il rinvio delle elezioni sino all'approvazione di un decreto elettorale. Inutile dire che la Corte "constaterebbe" la correttezza dei pensieri presidenziali (anche perché materialmente formulati da uno dei suoi giudici, ma questo è un altro discorso...) e "giustificherebbe" la prorogatio extra costituzionale di un governo tecnico, secondo me, non sulla base di norme interne che oggettivamente non esistono, ma sul "benedetto" articolo del TFUE, se non erro, che garantisce agli stati la possibilità di adottare "misure" in caso di grave turbamento dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale. Inutile dire che magari il governo tecnico, in clima di tergenda, potrebbe pensare di convalidare ex post il tutto con un bel referendum consultivo il che, ovviamente, darebbe il tempo di attuare il vero scopo, ossia demolire la nostra Costituzione procedendo alla liquidazione dello stato sociale in cambio di soldi (universal basic income). Fantadiritto e fantapolitica?
Osservo che Putin, nel 2002 se non erro, ma in ogni caso all'inizio del suo potere, liquidò dalla sera alla mattina il "vecchio" stato sociale sovietico sostituendolo con un'erogazione monetaria onnicomprensiva, che poi ha però regolarmente aumentato, sebbene la cosa non abbia mai davvero compensato le nuove spese sociali "privatizzate"...
Sul piano coscienziale e (il)logico-giuridico non credo affatto che abbiano remore a realizzare quanto suggerisci.
EliminaPiù problematico è trovargli un fondamento normativo di "avvio": il PdR non ha alcun modo istituzionale di "interrogare" la Corte, se non sollevando un conflitto di attribuzioni con parlamento e/o governo per mancata adozione di una legge che garantisca il principio ordoliberista, e estraneo alla Costituzione, della "governabilità" (conflitto che poi sarebbe largamente infondato. Ma mi pare il meno a questo punto; di certo verrebbe "scovato" qualche principio dei trattati collegabile all'art.81 Cost.).
Il problema è che sarebbe inammissibile.
Ma non è da escludere più nulla nella corsa alla teratologia €uropeista della Costituzione.
Piuttosto, non credo che il prossimo parlamento, su questioni come il taglio urgentissimo al debito pubblico, da realizzare mediante riduzioni dei dipendenti pubblici e delle spese della p.a., nonché di pensioni, sQuola e sanità (che poi sono due modi di dire la stessa cosa), risulterà così "poco malleabile".
Anzi, anzi...
Inoltre, in un parossismo sul "portare a casa il risultato" della "riduzione del perimetro dello Stato", e della "rivoluzione liberale", si potrà pur fare qualche concessione sulla patrimonialona pro-banche.
Il tutto condito anche come "finanziamento per il reddito di cittadinanza", e come "lotta alla corruzione" (così si fanno contenti tutti-tutti).
Insomma, mentre questa composizione del parlamento appare difficilmente ancora spendibile, quella prossima probabile potrebbe rivelarsi ancora più efficiente e, non troppo paradossalmente, agguerrita nello smantellamento dello Stato nazionale e costituzionale.
Se i programmi mediamente espressi dalle principali forze (al di là di prese di posizione sull'euro che sono facilmente svincolabili dai temi centrali del paradigma economico costituzionale), sono quelli attuali, infatti, non potranno che esprimere un'accelerazione nel senso dell'aggressione al welfare e alla spesa pubblica. Ma, come dice Alberto Bagnai, la destra è normale che faccia politiche di destra: cioè liberiste e quindi liberali, che dir si voglia.
Insomma, c'è sempre meno una classe politica che comprenda, al di là di singole eccezioni e della loro pur auspicabile influenza concreta, e che sia anche capace di prendere decisioni autonome (sovrane) conseguentemente coerenti.
Le "classifiche dell'OCSE" e della crescita nei paesi dell'eurozona ancora aleggiano col loro potere "magico" evocativo del livore che si risolve in conflitti sezionali autolesionistici.
E dunque, la pressione dei "mercati" potrebbe anche essere nel senso di privilegiare le elezioni, e la creazione di un ambiente di "de-responsabilizzati" (di lungo corso), che possono vedere di buon occhio un governo tecnico sostenuto dalle più eminenti forze del PUO (in realtà assolutamente e comunque maggioritarie).
In pratica, come ho già detto, la Trojka, stante la narrazione consolidata della nostra politica assoggettata ai media autorazzisti, noi l'abbiamo incorporata nella classe dirigente. Per il passato e anche come prospettiva futura.
Se non ho mal inteso il contenuto di questo post, in esso é pienamente confermata la visione pessimistica di quanti, tra i quali il sottoscritto, ritengono molto probabile l' imposizione da parte di ESSI di un conclamato stato di emergenza che spazzi via le residue istituzioni rappresentative.
RispondiEliminaBoeri oggi si incazza perché si pagano troppe pensioni all’estero in quanto “…vanno a ridurre gli oneri di spesa sociale di altri Paesi, è quindi come se il nostro Paese operasse un trasferimento verso altri senza avere un ritorno in consumi…”. Ma ma ma, caro Boeri, non eri tu quello che qualche giorno fa diceva che senza immigrati l’INPS non tiene, pertanto ne benedicevi l’arrivo non contando quanto invece se ne va dall’Italia come prestazioni all’estero? E ora fai marcia indietro? Titone Titone Titone!!!
RispondiEliminaNel frattempo attendiamo con ansia quanto ci dirà domani Draghi … come ben diceva qualcheduno, il nostro si trova in una situazione non proprio piacevole … le parole della Yellen hanno spinto giù il dollaro (da aprile – 10%), quindi ora o Marione alza i tassi ed annuncia il tapering, rafforzando ulteriormente l’Euro, oppure fa “spallucce” e fa incazzare Angelona… chissà quali mosse ci attendono… vedremo…
"Ma ma ma, caro Boeri, non eri tu quello che qualche giorno fa diceva che senza immigrati l’INPS non tiene, pertanto ne benedicevi l’arrivo non contando quanto invece se ne va dall’Italia come prestazioni all’estero?"
RispondiEliminaNel mirino di Titone ci sono tutti quei pensionati che hanno scelto di risiedere in vecchiaia all'estero, magari per pura convenienza.
Per esempio, un pensionato italiano che va a risiedere in Portogallo percepisce un assegno netto mensile piu' alto di circa il 20% (e ci sono accardi bilaterali di questo tipo con molti altri stati oltre al Portogallo).
Ancora, anche se ora sono pochissimi, fino ad una decina di anni fa gli ex combattenti delle colonie (cittadini stranieri dal 1945), che furono in precedenza inquadrati nel regio esercito, avevano il diritto alla pensione erogata dalla Repubblica Italiana.
In pratica si vuole introdurre lo stesso regime della NASPI (e di altri sussidi sociali) dove l'importo mensile va decurtato pro-quota per ogni giorno solare trascorso al di fuori del territorio nazionale (inclusi motivi turistici).
Se l'immigrato o l'italiano paga i contributi in Italia e poi non percepisce nulla (o perche' rientra nel suo stato di origine o perche' si trasferisce e vive/lavora all'estero), o percepisce meno per ogni giorno trascorso all'estero (paesi EU inclusi), e' vero che diventa un affare per l'INPS, perche' qualunque lavoratore viene cosi' espropriato legalmente, in tutto o in parte, della sua retribuzione differita.
Titone non e' pazzo... stiamo ben attenti a sottovalutare queste menti liberiste.
Ricordate gli articoli dei merdia che decantavano la bella vita dei pensionati all'estero?
Capito l'inganno?
La manovra per ridurre la spesa sociale e' in atto da tempo e non si arrestera' di fronte a nessun "diritto acquisito"......
Fermo restando che il "diritto acquisito", cioè il limite al peggioramento retroattivo delle condizioni di erogazione di un beneficio con carattere di corrispettività assicurativa (peraltro con "l'assicuratore" notoriamente in attivo rispetto al netto delle prestazioni), è una costruzione della Corte che viene volutamente mal intesa in modo elittico (cioè come una sorta di rigidità di un ingiustificato privilegio, svincolato dai meccanismi fiscali ed economici effettivi).
EliminaIl punto è che una prestazione costituzionalmente doverosa, a tutela del lavoro (artt.1 e 38 Cost., direttamente connessi tra loro), va razionalmente rapportata alla retribuzione perché è la contribuzione, prima di tutto, ad esserlo; e poi perché la condizione economica di chi, per età, va in pensione non deve essere deteriorata a piacimento delle esigenze fiscali imposte da L€uropa per ragioni di autoconservazione della moneta (a sua volta, frutto di una scelta politica, non necessitata, diretta intenzionalmente a distruggere il welfare e il mercato del lavoro).
Si tratta quindi, nella sua integralità, di un'impostazione volta alla violazione e disattivazione sistematica degli artt.1, 4, 36 e 38 Cost., vanificando il centrale obbligo di intervento statale per garantire l'eguaglianza sostanziale di chi, altrimenti, sarebbe privato di ogni realistica possibilità di partecipazione alla vita sociale e politica del Paese, in quanto ridotto a quella condizione avvilente di mera sussistenza e deterioramento della condizione economica in virtù di un mero vincolo fiscale estero (art.3 cpv.) e dunque extracostituzionale (e per definizione subordinato alla stessa Cost.).
Dal che discende l'automatica gross violation degli artt.11 e 139 Cost.
Il problema sta ormai nell'esistenza dell'INPS, che privatizzati gli immobili è divenuto grosso modo un investitore finanziario "debole" (price-taker), in un mercato fissato dalle condizioni obbligate dalla moneta unica, non può più essere mantenuto come ente separato: deve essere riaccorpato in una direzione generale, o al più in un'agenzia, in modo che il suo bilancio si consolidi in quello del ministero del tesoro e finisca la storiella del "passivo" (che non c'è, una volta considerate le ritenute alla fonte sulle prestazioni lorde sommate ai contributi pensionistici).
Si intenda: si consolidi, ancor meglio, nel bilancio del MEF (che è anche prelevatore dei tributi)
Elimina@Luca: beh in merito al Portogallo è famoso l'articolo di Paolo Ziliani, ex commentatore Mediaset, finito a Cascais... Boeri si dovrebbe ricordare delle pensioni che Svizzera, Germania e Francia hanno versato ai nostri nonni qui in Italia...
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