1. Solo una breve "notazione a margine" di tutto ciò:
Tranquilla Mara, finché non lo vorrà almeno il 51% degli italiani ci terremo la tua amata moneta, tuttavia non confondere la rivalutazione del tuo stipendio perché sei diventata parlamentare con ciò che è successo agli Italiani. A loro l'Euro ha fatto un altro effetto pic.twitter.com/XBV5UI38g9— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) December 7, 2019
Perché naturalmente, come è accaduto nell'entrata (una scelta politica nazionale, imputabile al formarsi di una maggioranza ordoliberale, o jacquattalista, ovviamente sostenuta dal Quarto Partito, che già nel 1947 tornava a controllare la "numerazione dei voti"), anche nell'uscita, ci sarebbe qualcuno che ci perde - importatori e delocalizzatori, investitori esteri (forse, vedremo)...e quelli che devono comprare casa ai figli a Londra, perché possono permettersi di pagare la retta di un'università estera -, e qualcuno che ci guadagna: tutto il resto del popolo italiano che non dipenda per il suo reddito dai primi.
E infatti (si ritira fuori la questione del mutuo, magari a Londra o a Bruxelles)...
E quando tiri fuori la storia del mutuo, subito dopo quella della produttività, i toni si riscaldano
Perché non chiedi alle imprese italiane, magari del Nordest, cosa ne pensano della tua idea di uscire dall’euro? E alle famiglie che hanno contratto un mutuo?— Mara Carfagna (@mara_carfagna) December 7, 2019
No, qui c’è un problema di mancanza di serietà e di buon senso. Ma anche su quello si può lavorare. D’altronde Salvini è stato costretto a smentirti dopo un secondo.— Mara Carfagna (@mara_carfagna) December 7, 2019
Difficile smentire cose che non ho detto comunque ricorda che la rata del mutuo diventa insormontabile per chi viene licenziato perché la fabbrica chiude. Stammi bene!— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) December 7, 2019
Claudio, naturalmente, sa il fatto suo.
E non dice nulla di ciò che non abbia già spiegato Eichengreen (qui, p.7), - che l'onorevole Carfagna dovrebbe apprezzare e, comunque, aver studiato -, o Guido Carli (qui, p.8), parlando del gold standard, poiché, all'interno dell'eurozona, la single currency funziona sostanzialmente allo stesso modo.
2. Ma mi sovviene un interrogativo molto istituzionale e poco ideologico: le scelte politiche (quale che sia la fonte dell'indirizzo politico) formano e stratificano l'ordinamento giuridico-legislativo. Perciò va costantemente tenuto in considerazione questo aspetto:
(per chi ha studiato): ma chi lo dice che, nel caso (sicuramente NON dovuto a nostra volontà), a parte iniziale overshooting, avremmo tutta questa reflazione?— LucianoBarraCaraccio (@LucianoBarraCar) December 7, 2019
A legislaz (nazionale) invariata, la BC sarà dedita a feroci politiche deflazioniste einaudiane!https://t.co/ol4O3AcXTa pic.twitter.com/BziD1SMBEG
Ora, per chi non lo avesse ancora compreso, noi SIAMO dentro all'ipotesi Calamandrei, come iniziammo a segnalare nel marzo del 2013.
negati i diritti fondamentali sanciti nella Costituzione, "la Costituzione non sarebbe semplicemente modificata, ma sarebbe distrutta; si ritornerebbe, cioè, allo stato di fatto, allo stato meramente politico in cui le forze politiche sarebbero di nuovo in libertà senza avere più nessuna costrizione di carattere legalitario, e in cui quindi, i cittadini, anche se ridotti ad una esigua minoranza di ribelli alle deliberazioni quasi unanimi della Assemblea nazionale, potrebbero valersi di quel diritto di resistenza che l'articolo 30 del progetto riconosce come arma estrema contro le infrazioni alla Costituzione".
3. E l'abbiamo ribadito nell'ottobre 2017, e poi nel maggio 2018 ("Il fatto è che siamo in pieno manifestarsi dell'ipotesi Calamandrei, così come formulata nel post dell'1 ottobre 2017"), riprendendo la stessa evoluzione del pensiero di Calamandrei...
"le forme di limitazione di sovranità conosciute e classificate dai giuristi non sono tutte le limitazioni che operano di fatto nella vita degli Stati: non soltanto perché nelle relazioni tra Stati (come nelle relazioni tra individui) si fanno sentire di fatto preminenze di ordine economico e militare, per le quali gli Stati economicamente più deboli debbono rassegnarsi a essere meno indipendenti di quelli economicamente più forti; ma anche perché i canali di penetrazione attraverso i quali le imposizioni riescono a infiltrarsi nell'interno di un ordinamento costituzionale apparentemente sovrano possono essere molto più complicati e molto meno classificabili di quelli previsti negli schemi dei giuristi.Sicchè può avvenire che in uno Stato che si afferma indipendente gli organi che lo governano si trovino senza accorgersene, in virtù di questi segreti canali di permeazione, a esprimere non la volontà del proprio popolo, ma una volontà che vien dettata dall'esterno e di fronte alla quale il popolo cosiddetto sovrano si trova in realtà in condizione di sudditanza."
Ebbene: nel 2017 e nel 2018, non stavamo più lanciando un allarme: ma, più semplicemente, prendendo atto (o avvertendo del compimento del processo affinché si fosse realisticamente orientati a capire e quindi a scegliere...).
4. Infine: se, come distingue Luciani, esiste una legalità-legale (cioè affidata alle scelte politiche, quale che sia la fonte dell'indirizzo politico, esterna o meno alla volontà del popolo sovrano, art.1 Cost.), e una legalità-costituzionale, che però risulta non più modificata ma distrutta, poi diventa prevedibile che si facciano molte scelte che riflettano lo stato meramente politico in cui le forze politiche sarebbero (già sono) di nuovo in libertà.
E alla fine, ci si rende conto (o forse no) che non si esce mai; non si può semplicemente uscire.
Almeno finché non sarà stata ricostruita una legalità-costituzionale, come priorità su ogni altra (ormai non credo che possa aver luogo un, pur auspicabile, ripristino di quella del 1948).
Ma, per farlo, occorrerebbe che, - dalla distruzione della Costituzione, dal suo ridursi a epifenomeno secondario della "governabilità" che non deve disturbare i mercati -, si avviasse un nuovo Processo Costituente.
E' il tema che, sostanzialmente, costituisce l'oggetto del primo post , nel 2012, e dello sviluppo geopolitico ipotizzato all'inizio del 2014 (qui, pp.IV-VIII).
E' il tema che, sostanzialmente, costituisce l'oggetto del primo post , nel 2012, e dello sviluppo geopolitico ipotizzato all'inizio del 2014 (qui, pp.IV-VIII).
5. Quello che però non siamo in grado di prevedere, data l'insufficienza sempre più grave delle risorse culturali (cioè della comprensione, economica e quindi monetaria, della democrazia sostanziale, affermata, come disse Mortati, come necessità che superasse la mera apparenza della "democrazia liberale"), è quale sarà il Potere Costituente che emergerà dalle macerie della Costituzione del 1948.
“E alla fine, ci si rende conto (o forse no) che non si esce mai; non si può semplicemente uscire.
RispondiEliminaAlmeno finché non sarà stata ricostruita una legalità-costituzionale, come priorità su ogni altra (ormai non credo che possa aver luogo un, pur auspicabile, ripristino di quella del 1948).”
Ribadito anche questo più volte più volte anche questo:
E in fondo la questione dell'euro va vista solo su questo piano: uscirne per rimanere nel dominio incontrastatto dei "nipotini di Von Hayek" è un'operazione di facciata. Una beffa. Uscirne per ripristinare la sovranità dei diritti, costituzionale e universalistica, è la vera frontiera della democrazia.
https://orizzonte48.blogspot.com/2013/11/il-rilancioliberoscambista-ue-usa.html?spref=tw
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaGrazie Luca per aver ricordato un ulteriore fondamentale aspetto.
EliminaChe peraltro continua ad essere ritenuto completamente marginale nelle dialettiche della politica allo "stato di fatto, priva di" qualsiasi "costrizione legalitaria".
La "frontiera della democrazia", rammentando i pp. IV-VIII del post del gennaio 2014, pare tuttavia piuttosto...ristretta: in proporzione inversa all'affermazione del liberalismo (ristretto).
Ci troviamo dunque di fronte a una fase storica di rigidità della governance dei mercati, che accumula energie sociali di destabilizzazione, incurante della magnitudo a cui sta arrivando questo accumulo.
Probabilmente, sperano di cavarsela con le ampie opportunità che offrono le "nuove tecnologie" nel settore della repressione.
Ma davvero sarebbe serio dire che i gilet jaunes e i rivoltosi liberali di Hong Kong siano la stessa cosa?
ESSI credono di poter rimanere uniti, di fronte alla destabilizzazione delle masse impoverite che stanno creando.
Pensano di "riqualificarne" la protesta dandogli la direzione sedativa del global warming e di "sfinirla" con l'indifferenza ostentata delle decisioni tecnocratiche rispetto alla realtà economico-sociale.
Tuttavia, ESSI hanno pure una contraddizione interna: la fine della Storia, (senza bisogno che ce lo dica Stiglitz, sapendo che non verrà ascoltato sul serio), era per i creduloni.
Ma a forza di ripeterlo, ci sono cascati ESSI stessi.
E ora la globalizzazione gli pone il problema di una crisi che non hanno veramente idea di come risolvere. E perciò sono destinati a litigare tra di loro sulla spartizione dei profitti sempre più incerti.
E siccome le contese sulla spartizione dei profitti seguono la soluzione data dall'azionista più forte, dovranno dedicarsi, in un futuro imminente, al chiarimento dei rapporti di forza "tra i più forti".
Che non è mai una pacifica serata conviviale al circolo del golf (direi piuttosto che assomiglierà a un'assemblea condominiale...quand'anche i condomini siano schifosamente ricchi).
“ESSI credono di poter rimanere uniti, di fronte alla destabilizzazione delle masse impoverite che stanno creando.
EliminaPensano di "riqualificarne" la protesta dandogli la direzione sedativa del global warming e di "sfinirla" con l'indifferenza ostentata delle decisioni tecnocratiche rispetto alla realtà economico-sociale.”
E mi viene in mente questo post pensando anche ai gilet jaunes
Il modello hayekiano, ha un solo limite: l'enorme apparato poliziesco che esige per mantenere la "pace" sociale, - non quella esterna, predicando infatti un Grande Fratello mondialista, discreto e anzi meta-politico, che elimina la Guerra tra gli odiati Stati.
Il sistema hayekiano di carità pelosa sussidiante la disperazione a scopo di "autoprotezione", infatti, ha il piccolo difettuccio di essere autofago nel lungo periodo (crescita della disperazione diffusa con simultanea decrescita dei bilanci "residuali" dello Stato).
Sai qual'è il momento di crisi del sistema quando è ancora "in fieri"?
Quando la gente non può più permettersi di comprare il giornale e la TV-bislinguistica perde ascolti rapidamente. E in più, gli intelligentoni hanno persino creato un clima di depauperamento, etico e materiale, delle forze di polizia, in quanto pubblici dipendenti.
CI RAMMENTA QUALCOSA DI MOLTO ATTUALE, NO?
L'unico esito possibile (di cui in Grecia si è già vista l'opera), è la PRIVATIZZAZIONE DELLE REPRESSIONE mediante contractors privati in operazioni di piazza.
Ma pure quelli costano parecchio, e per di più, i dipendenti dei contractors militar-polizieschi siano anch'essi lavoratori precarizzati, preconizzando "l'effetto pretoriani" di cui abbiamo parlato ne "La Resa".
http://orizzonte48.blogspot.com/2014/12/la-concessione-beveridge-o-leffetto.html
"Si tratta di questo: può la Germania (Italia) pervenire a una prassi à la hauteur des principes, ossia a una rivoluzione che la sollevi non solo al livello ufficiale die popoli moderni, ma all’altezza umana che sarà il prossimo futuro di questi popoli.
RispondiEliminaEvidentemente l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi, la forza materiale non può essere abbattuta che dalla forza materiale, ma anche la teoria si trasforma in forza materiale non appena penetra fra le masse. La teoria è in grado di impadronirsi delle masse non appena si palesa ad hominem, ed essa si palesa ad hominem non appena diviene radicale. Essere radicale significa cogliere le cose dalla radice. Ma la radice dell’uomo è l’uomo stesso. La prova evidente del radicalismo della teoria tedesca, e quindi della sua energia pratica, è il suo partire dalla categorica eliminazione positiva della religione. La critica della religione porta alla dottrina secondo la quale l’uomo è, per l’uomo, l’essere supremo; dunque essa perviene all’imperativo categorico di rovesciare tutti i rapporti nei quali l’uomo è un essere degradato, asservito, abbandonato e spregevole."
Annali franco-tedeschi, Ed. del Gallo, Milano, 1965, pagg. 134-135
Ora, con i dovuti distinguo, se noi riuscissimo a eliminare la religione (cioè marxianamente la falsa coscienza) dell'europeismo potremmo offrire "la forza materiale" necessaria alla riconquista di spazi d'autentica democrazia costituzionale.
Ma questo attiene al quadro concettuale. I rapporti di forza non si cambiano con i libri, ma con la saldatura tra coscienza e volontà, teoria e prassi.
Su questo, antropologicamente, noi siamo distanti anni luce, visto che una "rivolta" (non classista, confusamente "patriottica" e comunque coraggiosa) quale quella dei GJ viene invidiata stante la nostra sostanziale immobilità, a fronte di offese ben più gravi e sostanziali di quelle sostenute Oltralpe.
Manca il soggetto, manca la coscienza, manca tutto. Ed illudersi che "tutto cadrà" non mi pare esattamente una grossa mossa strategica se nel frattempo non si lavora per organizzare l'alternativa (in primis a livello culturale).
Per noi happy fews quarantottini, resterà sempre il valore di una Resistenza morale. Non è poco, nella notte della Repubblica.
Sì, illudersi che (tanto) "tutto cadrà" non è una soluzione: anche perché bypassa completamente il problema dell'identificazione del punto di caduta.
EliminaQuello da cui occorrerà tentare di risollevarsi.
Questo è esattamente il punto del post: se la Costituzione del 1948, viene, per diversi percorsi politicamente opposti (nelle mere forme competitive elettorali) viene "deposta" nella sua sostanza (quale intesa da Mortati, Calamandrei e Basso), e su questo nessuno obietta veramente, quale sarebbe l'assetto sociale e quindi istituzionale che dovrebbe sostituirlo e servire da guida legalitaria alla politica (anche nei confronti dell'Ue-Uem)?
Il problema, così fondamentale, non appassiona nessuno (tranne che i quarantottini).
E nonostante nessuno sappia/voglia immaginare questo neo-modello sostitutivo di quello del 1948, TUTTI propongono costantemente la inevitabile "riforma costituzionale". Inevitabilmente, liberal-rivoluzionaria, ma...fluida, senza modelli di riferimento DICHIARATI apertamente.
Quindi...neo-liberale (ma proprio mentre entra in crisi la globalizzazione neo-liberale?)
La cornice storica di ESSI è l'Ottocento del gold standard e della scarsità strutturale della moneta. A questo io credo vorranno accompagnare strutture "statuali" (in realtà mere circoscrizioni territoriali) leggerissime, rette da una consuetudine ispirata ai desiderata del "mercato" e giuridicamente costruita sulle leggi di parlamenti ridotti a sepolcri imbiancati.
EliminaTutto liquido, tutto intercambiabile. Del resto un immenso popolo di sottoproletari, distrutto e distratto dai conflitti sezionali con sottoproletari stranieri e criminalità varia, sarà già rimbambito abbastnza dai massmedia per poter desiderare altro che questo.
Lo stato di cose presente, in fondo, è ormai introiettato dentro le stesse vittime del sistema.
Comunque Presidente, a proposito del post LE CONTROMOSSE DELL'ORDOLIBERISMO-2
RispondiEliminaieri leggevo questa notizia:
La Banca mondiale non deve più concedere prestiti alla Cina. Lo ha detto il presidente Donald Trump. "Perché la Banca mondiale presta soldi alla Cina?", ha twittato il presidente. "Ma è possibile? La Cina ha molti soldi e se non li ha, li crea. STOP"
https://www.agi.it/estero/trump_banca_mondiale_prestito_cina-6693558/news/2019-12-07/
ora mi chiedo….. ma quello che vale per la Cina, può valere anche per gli altri? :)
Credo sia ironica la domanda.
EliminaLi crei se ti poni nella condizione di poterlo fare.
Tipo, noi non possiamo.
Anche se vi è sempre quella fumosa questione di chi è euro e di chi sia la BCE.
La Cina ha il doppio del nostro debito -pil...e...i mercati muti!!
Domanda: la Corte Costituzionale non potrebbe dichiarare anticostituzionale il vincolo esterno, e quindi tutto ciò che ne consegue, riaffermando il principio che la Legge Fondamentale ha prevalenza su tutte le altre fonti?
RispondiEliminafondamentale ha prevalenza su tutto?
Ci sono diverse decine di migliaia di pagine su questo blog che spiegano il problema... :-)
EliminaPensi a Giuliano Amato: ecco, pensi a come ha contribuito al «vincolo esterno» e alle posizioni che ha occupato e che occupa.
Ecco: pensi quindi a tutti i meno conosciuti europeisti - ovvero cultori più o meno consapevoli del «vincolo esterno» - che occupano le università e le alte burocrazie. E i media. E le liste elettorali.
Quindi: sommi la selezione avversa politica e il bias culturale di chi arriva ad avere un ruolo alla Corte costituzionale.
Bene. Tutto ciò dopo decenni di sentenze eurostrabiche e free climbing giuridico.
Come diceva Lelio Basso, la Corte Costituzionale è un'istituzione reazionaria... Quindi ontologicamente europeista.
C'è un link presso cui reperire il testo scritto della sua audizione alla Commissione Bilancio? Grazie.
RispondiEliminaVi è anche la legge Naturale, la quale da l'idirizzo del buon senso.
RispondiEliminaVi è anche la legge Naturale che è armonica alle vicende umane e non, tale situazione non prevede di massacrare i popoli che con tanta fatica si sono ritagliati un equilibrio di medio benessere, e neppure un sedicente e futuribile progetto di unificazione europea è condizione per distruggere quanto più generazioni si sono guadagnato!
RispondiElimina