mercoledì 23 settembre 2015

ESSI RIDONO? I TRIONFI €UROPEI VERSO GLI USE (fanno le pentole ma non i coperchi)


http://www.byoblu.com/wp-content/uploads/2015/09/AllWeNeedIsMoreEU.jpg

1. Mentre nell'italico "ordine sovranazionale dei mercati", invocato a tutti i livelli (contro gli Stati nazionali a Costituzione democratica, ma che sarebbero guerrafondai), si gioisce della "certa" ripresa, l'€uropa sovranazionale governata dalla moneta unica irrinunciabile, vede addensarsi una serie di nubi all'orizzonte.  
Ovviamente, ad ascoltare la grancassa mediatica italica, si stanno inanellando una serie di tappe trionfali verso la pace e la prosperità: se c'è qualche problemino si risolverà per il meglio, avendo una classe tecnocratico-politica così tanto illuminata e idealista.

2. Ecco l'inevitabile crescita €uropea nel mercato del lavoro precarizzato (e infarcito di part-time involontari e lavori a singhiozzo conteggiati come "occupazione", a quanto si vede persino più che negli USA!):

Fonte: ONS UK Labour Market, September 2015 
E i saldi target-2:

Collegamento permanente dell'immagine integrata https://twitter.com/ecb/status/645976564266573824/photo/1

3. Vi prego notare come, con l'allentamento dell'austerità, cioè la flessibilità per le riforme e la "pregressa" recessione e qualche altra emergenza cosmetica, il saldo italiano "peggioricchi". 
Insomma, in termini di posizione netta sull'estero all'interno dell'UEM - e quindi di "praticabilità" della moneta unica e di conseguenti spread che inizierà inevitabilmente a scontare il mercato -, la non-austerità è insostenibile, QE o non QE.
Ma pure quello spagnolo, - il modello di ripresa "par excellence", che non ammette repliche, nè verità rivelabili sulla dimensione del relativo deficit-, non è male nelle ultime performance.
I colori del grafico non rendono granchè, ma si vede che praticamente tutti i debitori, negli ultimi mesi, peggiorano il deficit mentre la Germania "migliora" l'attivo. 
E c'è il Qe, quello che doveva risolvere tutto-tutto. O almeno, come da mandato, riportare l'inflazione in prossimità del 2%. Un successone, come si può vedere (ma sevedeva già dal grafico sul livello di occupazione):
Euro Area Inflation Rate

4. Sull'attivo tedesco target-2, giocherà un ruolo la questione "emissioni" delle auto
Certo, a vedere i saldi target-2, non sarà il mercato UE-M a salvare i conti con una performance compensativa: nessuno vuole innescare un afflusso di capitali tedeschi per consumo delle sue auto e i peggioramenti recenti ci dicono solo che ad ogni ripresina corrisponde un'invasione di prodotti tedeschi. Ma da qui a ripetere il fenomeno del 2001-2008 ce ne corre e pure tanto: cioè l'europa è ormai col pilota automatico, che deflaziona via riforme del mercato del lavoro, e il ciclo di Frenkel (con la fase "mi riprendo tutto" dei tedeschi...et pereat mundus), non si può ripetere, semplicemente per mancanza di redditi e di occupati.

Anche perchè, prima dell'increscioso "incidente" USA...
"Il marchio piu' venduto resta Volkswagen (+5,6% con 154.311 immatricolazioni), mentre ad aver registrato l'aumento delle vendite maggiore e' Renault (+15,3%). Fca ha immatricolato 78.957 vetture in Europa nel mese di aprile, con una crescita del 13,4% rispetto allo stesso mese del 2014. La quota di mercato e' salito dal 6,2% al 6,5%...".
Ora invece... 
"Altre case"...? Ma è il finale che è interessante, preconizzando un consistente "spiazzamento" di tecnologie, e investimenti, che può coinvolgere tutte le marche europee:
"A questo punto lo scarso successo del motore diesel negli Usa, motore di cui le case tedesche e soprattutto Volkswagen si sono fatte paladine, è destinato a subire un duro colpo. Gli americani, come del resto i giapponesi, sono convinti da sempre che il diesel sia un motore intrinsecamente sporco e inadatto alle autovetture; il caso Vw non farà che rinconfermare questa loro opinione."

Lo dice, l'OCSE, in modo indiretto ma non ci piove: e si preannuncia un'ondata di (costosi, in pareggio di bilancio) rimpatri, guidati dai notori criteri tedeschi. Nonostante che, con frettolosa superficialità, questi ultimi, per voce di Schauble (!) - e la stampa italiana accodatasi ai dominatori-, abbiano la faccia tosta di dire: "nell'ultimo paio di settimane la Germania ha salvato un po' l'immagine dell'Ue". 
Appunto, un po', diciamo con la tendenza a 1 euro l'ora per i neo-lavoratori "migranti", e non si sa quanto a lungo.

Riportiamo infatti l'analisi OCSE, che quanto a credibilità ufficiale non si può negare in sede €uropea:
"Ocse: nel 2015 in Ue quasi un milione di rifugiati E sempre dalla capitale francese arriva invece un altro allarme. E' quello dell'Ocse che nel documento sulle prospettive migratorie annuncia che l'Europa raggiungerà nel 2015 un livello senza precedenti di richiedenti asilo e rifugiati, salendo fino a un milione di procedure d'asilo. "Una stima di 350.000-450.000 persone otterrà certamente lo status di rifugiato o simile. Si tratta di una cifra superiore a qualsiasi altra crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale" afferma l' l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che prevede anche "una crisi umanitaria senza precedenti. I costi umani sono spaventosi e inaccettabili". 
Dunque, si "stima", in anticipo, e non senza un certo ottimismo, - dato che pare, anche secondo euro-Frontex (!), che ci sia un gran traffico di documenti siriani falsificati-, che poco più di 1/3 sia, realisticamente, avente diritto secondo i criteri imposti dalla Germania.

6. In margine a tutto questo, da notare che la nota di aggiornamento al DEF ammette che rispettare i criteri di riduzione dell'indebitamento non fa "tanto" bene alla crescita (ma fa male al saldo target-2): solo che per "mitigare" l'effetto recessivo ci si affida al taglio della spesa pubblica per finanziare gli sgravi fiscali. Cioè a quello che la legge di Haveelmo sconsiglierebbe di fare per via del moltiplicatore doppio. 
Ma intanto che tagliano, comunque, la riduzione del deficit sarà contenuta: solo dal 2,6 al 2,2. Sperando che la domanda mondiale continui a tirare per l'export.  Sì ma dove?
Perchè...
C'entra con la domanda estera per l'area euro e l'Italia? Se si crede nella globalizzazione, sì e molto. Specie se si crede alla domanda USA (la locomotiva!), anche al netto delle ormai angosciose vicende automotive.
7. Infatti, quanto agli effetti strutturali dei prezzi petroliferi e affini e della rivalutazione "irresistibile" del dollaro, basta vedere che:
Le imprese USA nel settore oil e gas vedono il tasso di fallimenti crescere dal 3,7 del 2 luglio al 5,1 del 15 luglio. Che stia accadendo "l'inevitabile", con tutte le sue ricadute occupazionali, in uno degli ultimi mercati del lavoro "di qualità", non wallmartizzati, rimasti agli USA?

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH6z6-Ta3B3ev3fEP0CSfb0LPXj31KDfxqT3oSq7d37-HiHY36jG7AYsqU7MIcSQDv8wDbhyphenhyphenNYmCkOAt_pvLYYpSqFAWpg-d0bATHsQMgrkvXMKG9VD_rjLNvGQHSj9AVLtAyNlWjCLyB3/s1600/CHN+labor+market+conditions%252C+chart+Morgan+Stanley%252C+Sept+2%252C+2015.png
b) "Tu pensa che senza automobiline (da qui un "certo" interesse per rafforzare via "emissioni" i produttori interni, salvo rischio subprime, beninteso, ndr.) oltre un punto e mezzo intero mancherebbe all’economia americana nel 2015 e si vendono specialmente grazie al nuovo boom del credito “subprime”


In effetti la fiducia dei consumatori è alle stelle ed è per questo che giovedi la Fed alzerà itassi…
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqKJKrVIDtSb_W1so0cNxo1OcF_vIyOxOfAslEkkZ17_7XTeiuMcI1jTJ7CvrgqL7DMXB0CvwPDGhI49U09agpy-Kp0n_lpIDbA9awMVSM2Judb3L6gcnXksDX-z-DATVRlfcApDmWFw1M/s1600/gallup+economic+confidence+2015-09-15.png
Le aziende assumono ogni giorno di più …
Hewlett Packard intende licenziare altre 30.000 persone Gli esuberi si aggiungono ai 54.000 visti dal 2012."

8. Insomma, la nota di aggiornamento al DEF, con la sua "moderata" austerità flessibile, (a parole), appuntata sul taglio della spesa pubblica (improduttiva), può contare sulla crescita 2016 (e a mantenere il dichiarato 0,9 2015) a condizione che sia vero che:

"MA DOVE SI VA PUNTANDO SULLA DOMANDA INTERNA"? E ALLORA, PIU' GLOBALIZZAZIONE (SELETTIVA: TTIP) E RIFORME PER TUTTI

ast month we reported that the global nuclear reactor market was growing slowly at 2.26% annually through 2019. However, the nuclear power market in the BRIC region is booming, as this region is home to 65% of the nuclear power reactors that are currently under construction. - See more at: http://www.technavio.com/blog/brazil-russia-india-and-china-are-looking-to-nuclear-power-to-meet-skyrocketing-energy-demand#sthash.bOS2QXya.dpuf
Mercato europeo dell’auto positivo a luglio 2015
Mercato europeo dell’auto positivo a luglio 2015
Mercato europeo dell’auto positivo a luglio 2015
Il totale delle immatricolazioni di luglio, sommando Unione europea (meno la Bulgaria) a Svizzera e Norvegia, secondo la Jato è stato di 1.180.078 vetture, cioè quasi 100 mila in più rispetto al luglio del 2014, che significa il 9,1% d’aumento. Ciò aggiunto a quanto registrato nei precedenti sei mesi porta il totale dell’anno a quota 8.595.528, cioè quasi 666 mila in più nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso, con una percentuale di crescita dell’8,6%. Il che significa che luglio ha impresso un’accelerata rispetto ai mesi precedenti.
IRLANDA E SPAGNA IN FORTE CRESCITA - Il paese che ha registrato l’incremento più forte è l’Irlanda, che a luglio con 27.633 vetture immatricolate ha archiviato un aumento del 47,6% rispetto il 2014. Con il che il mercato irlandese appunta un notevole 30,3% di crescita nei sette mesi da gennaio a luglio. Dato assolutamente da sottolineare è poi quello della Spagna che con 104.360 vetture immatricolate a luglio e 665.032 nei sette mesi dall’inizio del 2015 registra un aumento rispettivamente del 23,7% e del 22,2%. Un po’ sotto alla media del mercato è stata invece la crescita avutasi a luglio in Germania, con 290.196 unità registrate, pari al 7,4% in più nei confronti del luglio 2014. 
PERCENTUALI A DUE CIFRE - Per quel che concerne gli altri grandi mercati, l’Italia come noto si fa notare per la sua crescita a due cifre: 14,6%, cioè 132.256 unità; la Gran Bretagna con 178.420 immatricolazioni limita la sua crescita al 3,2% e la Francia fa ancora meno, aumentando del 2,3%, con 147.014 vetture immatricolate. Infine, va detto che nel complesso a luglio sono stati 13 i paesi che hanno fatto registrare incrementi a due cifre. Nel bilancio dei sette mesi sono invece 12 questi mercati virtuosi.
VOLKSWAGEN DOMINATRICE - La Jato fornisce anche dati relativi all’andamento delle varie marche. A svettare è la marca Volkswagen, con 152.160 auto immatricolate a luglio, pari a un aumento del 7,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ancora maggiore è poi l’incremento della Volkswagen nel periodo da gennaio a luglio, in cui con 1.052.218 unità immatricolate è cresciuta dell’8,9%. Al secondo posto c’è la Ford con 84.450 immatricolazioni a luglio (+7%) e 633.845 da gennaio a luglio (+6,7%). Da sottolineare sono i risultati conseguiti a luglio da Peugeot (+10,6%), Mercedes (+12%) e Fiat (+11,3%).
- See more at: http://www.alvolante.it/news/mercato-europeo-automobili-luglio-2015-342547#sthash.wB5DAGnZ.dpuf

11 commenti:

  1. Un saluto a tutti. Uso parole di Petri: "...Per quanto riguarda, invece, l'occupazione, lo Stato deve in un modo o nell'altro stimolare la domanda, addirittura aumentando i consumi (attraverso eventualmente aumenti dei salari). Questo certo crea problemi, perché aumentando i salari si ridurranno i profitti e la concorrenza internazionale può portare alla fuoriuscita di capitali. Non si possono dunque aumentare molto i salari, ma qualcosa si può fare. Quella stessa cosa che diminuisce l'instabilità finanziaria connessa ai titoli del debito pubblico - cioè controlli sull'apparato finanziario ed in particolare sui movimenti di capitale - può, se non impedire, almeno rendere un po' più costoso esportare capitali all'estero. Questo diminuirebbe l'instabilità finanziaria, farebbe ridurre il tasso d'interesse interno che è necessario pagare ai capitalisti e quindi permettere di aumentare i salari, diminuendo nel contempo le spese dello Stato per gli interessi sul debito pubblico.
    Ovviamente le cose non sono mai così facili. C'è - e questo lo ammette anche l'economista classico - un problema grave, che riguarda il vincolo esterno. Se il governo fosse un governo di sinistra, con economisti classici a fare da consulenti, le politiche di espansione della domanda potrebbero far crescere in modo più forte le importazioni delle esportazioni, i possessori di capitali si spaventerebbero temendo una svalutazione, esporterebbero capitali, ci sarebbe la svalutazione, essa porterebbe nel tempo ad inflazione ecc.
    Questo problema del vincolo estero è sormontabile? Innanzitutto bisogna dire che se tutti i governi seguissero queste linee di espansione della domanda per favorire l'occupazione, il problema non esisterebbe. Tutti i paesi aumenterebbero le loro importazioni e cioè tutti aumenterebbero le esportazioni. Se tutte le nazioni decidessero di occuparsi del problema della disoccupazione, non ci sarebbe vincolo estero.". Tratto da qui rispondendo al quesito finale sulla "domanda interna".

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    1. A questo (tragicomico) punto della vita dell'euro, l'interrogativo era retorico, ovviamente.
      E dico euro perchè una cosa è esagerare con politiche espansive, avendo una oculata sovranità monetaria (Thirlwall, ma ben prima chiarito da Keynes nella "Teoria Generale"), altra cosa è esagerare con gli avanzi di bilancio pubblico per 23 anni, a causa della intenzionale disfunzionalità di un vincolo monetario...

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  2. Stavo leggendo un articolo su NachDenkSeiten sulla truffa della VW: a quanto pare si tratterebbe solo della punta di un iceberg di pratiche diffuse in tutto il settore automobilistico (c'è perfino il link a un articolo di una specie di 4 Ruote tedesco che aveva già segnalato truffe simili da parte della BMW). Le conseguenze sono potenzialmente devastanti.
    L'autore osserva però che le più severe norme americane sulle emissioni sparirebbero da un giorno all'altro solo che...si firmasse il TTIP! E qui, come diceva il tale, la domanda sorge spontanea...

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    1. Non posso che dire LOL!
      E ti pare che dovendosi mettere sul tavolo del negoziato una miriade di standards ambientali, primi il fracking (per dire) e gli OGM, ci mettiamo a sottilizzare sulle colpe del principale alleato - e unico con prospettive di sopravvivere- dellla grande "sorpresina" TTIP?

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    2. @ Arturo

      Non so, sia la CDU della Merkel è la Merkel stessa, sia Winterkorn che oggi si ha dimesso, sono chiaramente a favore del TTIP.
      Intanto aspettiamo i numeri di settembre. Sarà interessante a vedere se la questione delle Emissioni avrà consequenze anche in Europa. Negli USA le vendite VW probabilmente crolleranno. Vediamo se i germanofili italiani continueranno a essere fedeli alla Golf. :-))
      Per VW il mercato americano non è cosi importante, tranne per Audi è Porsche.
      La questione emissioni sicuramente avrà un impatto sulla credibilità è reputazione di VW.
      Non tanto perchè ha sforato i criteri di emissione americani, ma perchè ha ingannato i consumatori è anche lo stato americano.


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  3. "...se c'è qualche problemino si risolverà per il meglio, avendo una classe tecnocratico-politica così tanto illuminata e idealista".
    Qualche giorno addietro ho letto il Dott. Montanari, titolare di un'azienda per analisi ambientali, citare una eloquente frase attribuita a suo tempo a un luminare universitario di Modena, a proposito di eventuali "danni collaterali" derivanti da strategie chimico-fisico-ambientali, ritenute da taluni, come dire, "estrose": "Se ci saranno dei morti, li seppelliremo". Frase stupenda e ineccepibile, latrice d'una logica del tutto refrattaria ad ogni forma di contraddittorio; peccato per il particolare di trascurare affatto il senso ed il perché qualcuno sia morto.

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  4. Più capitali (e prodotti finanziari) per tutti... http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-09-23/eu-plan-seeks-to-unchain-companies-from-limits-of-bank-finance

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  5. Fuori dal tema in oggetto ma forse non più di tanto: vedete una possibile vie di fuga dalle politiche liberiste - alternativa alle vittorie elettorali nazionali dei partiti di sinistra, più o meno screditati - nei movimenti separatisti europei, come quello catalano che oggi è ad una prova importante? Ve lo chiedo, oltre che da italiano risvegliato da Quarantotto circa i tradimenti della Costituzione italiana, da siciliano che guarda con attenzione al partito separatista locale che lamenta la mancata attuazione dello statuto speciale in materia fiscale. Io sin'ora mi sono detto: ben venga una eventuale separazione ma se serve a sfuggire alla morsa dei vincoli europei e per dare vera applicazione alla Costituzione nella sua sostanza sociale ed economica. Grazie per l'attenzione e per le eventuali risposte. Alberto Monaco

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    1. Risposta secca: no.
      La Catalunya è in una condizione (strutturale) molto diversa dalla Sicilia e non si può generalizzare. In ogni modo, normalmente il separatismo è sostenuto sulla base di impostazioni neo-liberiste. Si crede che abolendo lo Stato nazionale, da soli ce la si caverebbe meglio (se non altro si "rimuove" il debito della Nazione "mollata", dimenticando il proprio...territorialmente localizzabile: e non secondo calcoli razionali sui flussi...).
      Ma non ho visto finora alcuna seria analisi economica e istituzionale dietro tali spinte (anche nel caso siciliano): al più confuse aspirazioni neo-europeiste (con la incerta idea che unendosi ai forti e mollando i deboli, si divenga più forti; non è il caso Sicilia quest'ultimo).

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  6. Grazie. Anche io ho non ho ben capito gli obiettivi istituzionali ed economici del movimento locale siciliano: ho già posto domande in merito e tornerò a farlo, vedremo.

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    1. Su facebook... https://www.facebook.com/groups/880913078661985/?fref=ts

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