domenica 6 gennaio 2013

A CHI E' PIACIUTA LA SAGA DI "ROMANZO CRIMINALE PIACERANNO LE "CRONACHE SEMISERIE..."

Dal grande PoggioPoggiolini riceviamo e volentieri pubblichiamo (nevvero) questa funny, funny, funk, storiella che se non fosse terribilmente seria sarebbe tragicomica e che quindi è del genere "grotesque", che, applicato alla Storia, risulta essere un'estrema forma di difesa delle tracce di intelligenza democratica, rimaste nel..."Bel Paese".

Con qualche marginale adattamento di sviluppo narrativo e caricando l'aspetto ottimistico (che fanno di tutto per non farci trovare), potrebbe inserirsi nella saga televisiva "True blood".

CRONACHE SEMISERIE DI MORTI ANNUNCIATE


“Il giorno che l’avrebbero ammazzati ....” correvano gli anni ’70 e Robert Mundell [i] era molto adirato.

Robert era un canadese naturalizzato americano che conduceva studi economici sulle politiche fiscali e monetarie in presenza di diversi regimi di cambio e per la definizione di aree valutarie ottimali con amicizie internazionali importanti e il ruolo di consigliere particolare del presidente Reagan.

Quel giorno, uno svogliato usciere aveva notificato la sospensione dei lavori di ristrutturazione, perché soggetta a “vincoli”, della villa che Robert aveva da poco acquistato nel Belpaese.
I luoghi del Belpaese attraevano giovani rampanti e vecchi benestanti da tutto il mondo per la gentilezza dei paesaggi, per la storia dei borghi e per gli interessanti investimenti che potevano essere fatti.

Andava urlando:  “They won’t even let me have a toilet. They’ve got rules that tell me I can’t have a toilet in this room! …  Can you imagine?”
(ndr, “Non mi permettono di avere un cesso . Loro hanno regole che a me vietano di avere un cesso nella MIA camera. Ma, ti rendi conto?) [ii]

Robert adorava il genere possessivo singolare e picchiando i pugni sulla scrivania del vecchio amico A Greenspan[iii], un ricco banchiere diventato poi governatore della banca centrale americana [iv] condotta per vent'anni in piena autonomia e indipendenza, cominciò a maturare l’idea di una lezione da impartire per il sopruso subito.

Si domandava chi fosse stato ad informare la borbonica Sovraintendenza del Belpaese dei lavori in villa che era di proprietà di una sua società off-shore con sede nelle isole del Canale..
Non sicuramente l’impresario edile che gli era stato raccomandato da un comune amico, quel Tommaso Padoa Schioppa [v] incontrato nelle aule dove insegnava il collega Franco Modigliani [vi] [vii].
Sicuramente qualche invidioso spocchioso manovale alle sue dipendenze. 
                                                                                        
Chiamò l’impresario e lo minacciò chiedendogli i danni per la ritardata chiusura dei lavori se non avesse licenziato immediatamente lo spocchioso manovale responsabile della denuncia.

Nel Belpaese allora era d’uso risolvere le dispute disquisendo in piazza diritti e doveri, di ragioni e torti, di clausole contrattuali e, quando gli spocchiosi eran  contradaioli, anche in trattoria davanti ad una ribollita.

Le richieste di Robert fallirono e fu costretto a cambiare strategia certo che quel sopruso sarebbe stato vendicato.

Robert aveva dimostrato con il collega Fleming [viii] che, in economie aperte come quelle che si stavano integrando in Europa, la stabilità dei cambi e la libera circolazione dei capitali erano elementi di efficienza dei mercati ma potevano esistere solo a condizione di rendere autonome e indipendenti le politiche monetarie delle banche centrali svincolandole dalle concertazioni con le politiche economiche e fiscali dei governi politici.

Robert aveva elaborato una teoria sulle aree valutarie ottimali (AVO)[ix] che, partendo da studi critici fatti qualche anno prima da James Maede[x], risolveva radicalmente l’annoso dibattito sulle fluttuazioni non controllate del tasso di cambio valutario.
Elementare Watson, moneta unica in aree economiche allargate.

I mercati, le leggi della domanda e dell’offerta, permeati da informazioni più o meno simmetriche, liberati dalle interferenze burocratiche statali, sosteneva Robert, sarebbero stati in grado di rendere più efficiente e più efficace lo sviluppo economico e la crescita del benessere sarebbe migliorata sotto la spinta propulsiva di una competizione virile internazionale.
    
Partecipava al dibattito sulle diverse tesi per il controllo dei cambi mentre gli Accordi di Bretton Wood [xi], quelli  definiti nel 1944 con il dollaro come moneta di riferimento per i pagamenti internazionali, cominciavano a dar segni di difficoltà per l’impossibilità di sostenere la convertibilità del dollaro in oro a causa dei costi sempre crescenti della campagna dei marines americani in Asia.

Bisognava modificare le fragilità del sistema finanziario e riformulare la convertibilità del dollaro con l’oro, minacciata dall’irriverenza del generale De Gaulle [xii] che si presentava alla cassa con i dollari per riaver l’oro.

Chiamò sornione Tommaso e, informandolo dell’accaduto, decisero di incontrarsi qualche giorno più tardi.

Tommaso era un autorevole esperto di politiche monetarie, un civil servant della banca centrale di Belpaese, e aveva contribuito allo sviluppo del trilemma di Robert aggiungendo la variante del commercio estero.

Tommaso aveva anche la grande fortuna di essere il compagno di Barbara, figlia di Altiero Spinelli che nel ventennio dal confino di Ventotene aveva idealizzato una federazione europea[xiii]  per risolvere i conflitti e gli orrori che insanguinavano da secoli il Vecchio continente.
Lei, la Barbara giornalista, stava costruendo con E. Scalfari, il noto editorialista allevato tra le veline di “Roma fascista”[xiv], un nuovo quotidiano che sarebbe servito alla causa.

Chi meglio di Tommaso, pensò Robert,  non un “bamboccione”[xv] ma uno studioso rigoroso,  di buona famiglia e dalle autorevoli amicizie cosmopolite, poteva aiutarlo per rendere indipendenti e autonome le banche centrali europee e avviare la sperimentazione del suo modello di AVO sui terreni fertili europei.

Eran stati inizi esilaranti in Europa quando nel ’52 a Parigi fu siglato l’accordo strategico, pensato dai francesi Monnet e Schuman, per lo sfruttamento comune dei giacimenti di carbone e ferro dei bacini della Ruhr, Alsazia e Lorena costituendo la CECA (Comunità Europea per il Carbone e Acciaio)[xvi] per lo sviluppo del settore siderurgico europeo.
Abbattuti i diritti di dogana delle risorse veniva favorito l’interscambio con riduzione del prezzo finale dell’acciaio, risorsa importante alla rinascita dopo la 2° guerra mondiale, e strategicamente controllato l’approvvigionamento del metallo fondamentale per la produzione di materiale bellico, impedendo di fatto il riarmo segreto delle nazioni dopo i secolari conflitti tra Francia e Germania.
Dopo le prime cinque nazioni confinanti (Francia, Germania, Benelux – Belgio, Olanda Lussemburgo -) aderì l’Italia di De Gasperi[xvii] con la lungimiranza di avere un accesso privilegiato alla risorsa necessaria alla ricostruzione industriale del paese aprendo nuovi mercati di sbocco svincolandosi da quelli dei vincitori, prima fra tutte la Gran Bretagna.

Un crescendo rossiniano, EURATOM nel 1957, ricerca e sviluppo comune sull’energia nucleare,  CEE sempre nel 1957, liberalizzazione del mercato dei beni, dei servizi, del lavoro e dei capitali che rimuovevano  i “cartelli” delle lobbies per armonizzare le  politiche economiche di  uno sviluppo comune in uno stato di benessere sociale (welfare state) fondato sull’uguaglianza sostanziale condivisa dalle Carte costituzionali delle nazioni aderenti.

Robert esponeva la sua sconcertante e semplice teoria e Tommaso rimaneva folgorato mentre vedeva realizzata l’idea cosmopolita del federalismo del suocero cementata  dalla avvincente teoria monetaria  di Robert.
Era bellissimo: un ideale di benessere, di pace, di amore e libero scambismo interessato   felicemente realizzato con una semplice moneta.

Robert era un grande giocatore di domino, un gioco semplice di tessere con sequenze numeriche imparato sorseggiando uzo e uova salate in una vacanza greca, e continuava a sorridere sornione dell’entusiamo di Tommaso.

Tommaso si mise alacremente all’opera diventando l“impeto intellettuale”[xviii] della teoria di Robert adoperandosi per l’indipendenza della politica monetaria della Banca d’Italia e alla costruzione della banca centrale europea.

Le definitive dichiarazioni del presidente americano R Nixon del 1971[xix] decretarono la fine della convertibilità del dollaro in oro chiudendo gli accordi di Bretton Wood e aprendo inaspettati scenari europei per la sperimentazione della teoria di Robert degli AVO.
Moneta unica, libertà dei movimenti dei capitali, banche centrali indipendenti, nessun rischio di cambio.

La trattativa per ristabilire la stabilità finanziaria internazionale fu raggiunta dal gruppo dei Dieci[xx] a Washington con lo Smithsonian Agreement [xxi] mentre in Europa partivano le prime poco fruttuose sperimentazioni di cambi fissi[xxii] di serpenti monetari, di SME, di scudi, di ECU.
In brevissimo tempo, le monete delle più importanti economie europee (Francia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda) furono costrette ad uscire per l’impossibilità di sostenere i cambi fissi del serpentone dimostrando che la comunità europea non era unita: da una parte l’economia rigorosa della “zona marco” (Germania, Benelux e Danimarca), dall’altra quella periferica arrancante dei “clubmed” e nel mezzo quella “franca”  che fluttuavano a seconda della bisogna.
Gli anni successi di crisi valutarie, di crisi petrolifere con prezzi del greggio quadruplicati, di dazi doganali, di portaerei che solcavano gli oceani, ampliavano ulteriormente la divergenza tra le economie delle nazioni europee.

Erano anche gli anni dei liberi, liberali, libertari, liberalistici, libertini, liberticidi (boh ... liberi tutti) dibattiti della comunità internazionale sia nelle aule accademiche che in quelle parlamentari ma anche nelle piazze.
(E)venti che vedevano la politica parlamentare concedere spazi sempre maggiori alle regole dei mercati internazionali che dovevano competere virilmente contendendosi spazi commerciali sulla base di informazioni sempre più “asimmetriche” [xxiii].

Anche nel Belpaese ci si interrogava sul mondo nuovo che appariva, sulle teorie di Robert e anche su quello che avrebbe potuto nascondeva [xxiv].   

Dopo quello coniugale radicato nei cittadini, nel Belpaese giunse il tempo della sentenza definitiva passata in giudicato nel 1981[xxv]  del divorzio tra la politica monetaria della Banca d’Italia e il Ministero del Tesoro, rimuovendo quella concertazione tra politiche economiche e fiscali che aiutavano a mitigare le tensioni dei mercati.   

L’impeto intellettuale di Tommaso varcava rapidamente le frontiere raggiungendo la repubblica di Francia dove alacremente stava lavorando Jacques Attali [xxvi] alla formazione economica Mitterand, prossimo candidato gauche all’Eliseo.

Anche il gioco di Robert sulle aree valutarie omogenee (AVO), come quello greco delle tessere, prevedeva la predisposizioni sequenziale di tessere in modo:

·        che i salari e i prezzi fossero flessibili
·        che il lavoro e i capitali fossero mobili
·        che l’economia fosse aperta ai mercati internazionali
·        che l’economia dell’area fosse molto diversificata per offrire ampia gamma di beni e servizi
·        che ci fosse una politica fiscale comune con trasferimenti per sostenere momenti di diminuzione della domanda di beni e servizi e sostenere l’aumento della disoccupazione causata dalla lenta mobilità dei lavoratori rispetto a quella dei capitali finanziari
·        che si fosse convergenza del tasso di inflazione nelle diverse economie che partecipano all’area ottimale

Ad alcuni risultava un po' stravagante la teoria di Robert di adottare una moneta comune tra nazioni che avevano economie omogenee, complementari quindi in equilibrio tra loro. 
Se le nazioni dell’area sono omogenee e in equilibrio quale potrebbe mai essere il motivo di privarsi di uno strumento di politica monetaria utile per fronteggiare possibili shock sistemici?

Ma lo sgretolamento dei muri di Berlino non dava spazio a perder tempo per rispondere alle dubbiosità accademiche dei vari Paul De Grauwe[xxvii], Rudiger Dornbusch [xxviii], Martin Feldstein [xxix], Paul Krugman [xxx], Dominick Salvatore che mostravano come l’introduzione di rigidità monetarie in aree economiche e culturali non omogenee sarebbero poi divenuto causa di grandi problemi nell’area in caso shock dei mercati internazionali.

Nasceva intanto l’organo dei delegati europei, la Commissione UE dei commissari tecnici non eletti ma cooptati dai governi nazionali, dotati di autonomia e indipendenza, con poteri direttamente esecutivi, promotori del legislativo da sottoporre per l’approvazione al Parlamento europeo, l’agorà degli eletti europei con attività di controllo, e al Consiglio dell’UE, i ministri competenti per materia con poteri vincolante per le nazioni rappresentate.

Una oliata élite di tecnocrati indipendente, cullati da schiere di faccendieri che  alimentavano sogni e aspirazioni, un efficente meccanismo tecnico svelato dalla prima Commisione UE, quella presieduta da Jacques Santer (1995-1999) con E Bonino e M Monti rappresentanti del Belpaese.
Quella stessa commissione costretta alle dimissioni anticipate per gli scandali di corruzione, di nepotismo, di favoreggiamento e erogazioni non controllate di oltre IT£ 7.000 milardi sottratti, con il meccanismo dell’inabissamento “sottomarino”, agli aiuti umanitari d’emergenza.
Costò a Edith Cresson[xxxi], commissaria francese ed ex primo ministro di Mitterand, la condanna di fronte alla Corte di Giustizia UE senza però negarle il riconoscimento del vitalizio UE
A tutti i commissari l’accertamento di “responsabilità collegiale” nei reati, e a loro, pronti e ligi a mostrare giustificazioni familiari e certificati di cecità, fu concessa l’impunità e la resa delle dimissioni ”volontarie” per scongiurare l’atto di sfiducia del Parlamento Ue.
Una indubbia ottima referenza per quelli che poi diventeranno i salvatori dei disastri da malcostume.

Gli apparati della propaganda, rodati da ventennali passaggi di veline[xxxii] e di più energiche diffusioni[xxxiii], intanto plasmavano la comunicazione europea sui coerenti e compatibili vantaggi della scelta della moneta unica che finalmente consentiva alle piccole repubbliche di avere un peso diverso nella competizione commerciale internazionale.
Ne esaltava i benefici, che già molti cominciavano a contabilizzare, minimizzando le insidie e i pericoli, nascondendo i costi che sarebbe poi comunque spalmati su una comunità allargata mentre l’illuminata élite era impegnata alla scrittura oculata di trattati e accordi, sintesi di compromessi tra federalismo e centralità, tra fondi strutturali e politica, tra difese atlantiche e continentali, tra  verità  e menzogne[xxxiv] [xxxv]

Furono i timori francesi di Mitterand del ritorno imperiale della Germania riunificata che andava marcata da vicino e la necessità della Germania di contenere i costi dell’annessione della sorella redenta  ad accelerare l’adozione della moneta unica.

Cementata nella moneta, l’unione traballante e carente di integrazione culturale, politica e economica si inebriava brindando con champagne, baroli, touriga nacional, rioja e berliner wiesser pagati tutti con ugual moneta, l’euro.
Una cosa bellissima: un etilico benessere.

Alle precedenti fallimentari e costose sperimentazioni di cambi fissi e ancorati a serpenti, nel Belpaese fu  lanciata una campagna decennale di privatizzazioni per risanare le casse svuotate durante la precedente difesa indifendibile della lira.
Un risanamento salpato con il benefico iodio marino di una navigazione nell’arcipelago toscano e approdato nella campagna di vendite di proprietà pubbliche nelle luci e nelle ombre raccontate anni dopo dai contabili dello stato[xxxvi].
Ma intanto si rimpinguavano casse vuote, si distribuivano favori e provvigioni per  presentarsi  con abiti nuovi nelle aule dell’unione.

Alle divagazioni, Robert reagiva con svogliata indifferenza bofonchiando che in fondo tutto il mondo è paese, anche quello senza moneta unica, e che lui apparteneva ad un paese che di moneta ne aveva ancora per tutti e che quando il mercato chiede bisogna dare.
Diceva anche che quando ti vengono a cercare, sai per certo che sono disposti a pagare mentre quando tu cerchi sei disposto a concedere, soprattutto quando è una pancia vuota a chiedere.

Il gioco di Robert ingessava i cambi, realizzava corsie preferenziali ai capitali tutelati dalla moneta unica, bloccava i prezzi allontanando i timori di inflazione, apriva i mercati a tutte le ore inondati da liquidità derivata dal libertino liberoscambismo dopo la rimozione del Glass-Steagall Act [xxxvii] con le nuove parole d’ordine internazionale: too big to fail[xxxviii].

Il tessuto industriale europeo non era molto diversificato e organizzato ma sicuramente  diventato, pensava Robert,  più efficiente con la virile competizione riducendo i prezzi al consumo.
Come negare un po di  naturale darwinismo anche in economia?
   
Le politiche fiscali erano le tessere più ostiche da giocare, ben conosciute anche nel Belpaese dove i trasferimenti verso regioni interne meno sviluppate erano sempre state origine di diffuso malessere, malumore mai sopito e dicerie di sfaccendati approfittatori costretti a migrare per vivere e di dilapidanti concessioni statali per lo sviluppo.
Ai trasferimenti di sostegno avrebbero potuto pensare anche i mercati della finanza che, grondanti di effervescente liquidità, potevano alimentare casse private e pubbliche a tassi ragionevoli  concessi in allegra e remunerata giocosità sotto la garanzie dell’unione.

La giocosità nel concedere dove la domanda è meglio remunerata trascina variazioni sui prezzi e quindi sui tassi di inflazione, ma i trattati e gli accordi prevedevano anche questo.

Erano rimaste sul tavole le tessere della flessibilità ma le “agende 2010”[xxxix] rosso-verdi di rigorosi tedeschi [xl]  mostravano come poteva essere usate al tavolo di Robert.
Fu Peter Hartz, un brillante direttore delle risorse umane in Volkswagen , ad intuirne il sapiente utilizzo attraverso una lunga serie di riforme strutturali del mercato del lavoro [xli] che gradualmente trasformava il “malato d’Europa” in “locomotore” efficiente e efficace per l’economia tedesca che riusciva ad accumulare importanti profitti[xlii] e diminuire la disoccupazione [xliii]
 .
Ma anche le fortune di Peter virano come le agende presto di colore e il Tribunale di Braunschweig lo condannò, reo confesso, a due anni di reclusione e al pagamento di 576mila euro d’ammenda per i 44 capi d’accusa tra cui peculato, corruzione a carico di sindacalisti, concussione[xliv].

An evil genius, il Robert, scommetteva con la Natura sulla perdizione di un Faust fiducioso e buono ma Lei, Natura matrigna, gli permette il tormento della veglia e della resa in cambio di un benessere effimero di una bella Margarete, di una magnifica Gretelchen e di un’intrigante Gretchen per poi dissolversi nella certezza di un destino annunciato alla ricerca di "Mehr Licht, Mehr Licht" (più luce)[xlv] .

Lo scopo del gioco di Robert Reaganomics era chiaro: aveva confezionato il gioco con il trucco delle doppie tessere, quelle flessibili, per vendicarsi dell’irriverente apprendista idraulico, ma non solo.
Nelle tessere di Robert  erano nascoste anche quelle rigide del “pareggio di bilancio”[xlvi], quelle dei “vincoli”, quelle della “condizionalità” che, attraverso la sequenza meccanica dei “salvataggio” (ESM)[xlvii], della  “redenzione e riscatto” (ERF)[xlviii] aprivano automaticamente le porte alle prossime vittime predestinate: la DEMOCRAZIA e la LIBERTA’.

Non solo un gioco vendicativo, quello di Robert, ma un metodo di governo che prevedeva la progressiva perdita della sovranità costituzionale delle repubbliche dei cittadini inebetiti da “re” napolitani e democratici pragmatici[xlix].

Sgomenti sugli spalti dell’arena gli Altiero Spinelli, gli Ernesto Rossi, i Robert Schuman, i Jean Monnet, gli Alcide De Gasperi, i Konrad Adenauer guardavano attoniti chiedendosi se la loro Europa fosse sinonimo di euro.

That’s all, folks!





[i]               http://robertmundell.net/biography/

[x]               http://ideas.repec.org/e/pme25.html

[xiv]             http://www.ilfoglio.it/soloqui/442


[xlvii]            http://www.esm.europa.eu/

24 commenti:

  1. Intanto la sig.ra Spinelli sente lo "spirito del tempo" anti-Europeo attribuendone tutta la responsabilità all'ultimo tedoforo
    http://www.repubblica.it/politica/2012/12/12/news/spirito_tempo-48567654/
    cambiare idea è sintomo di intelligenza, ma l'onestà intellettuale non è da tutti.
    (p.s. notizia già postata su blog "amici", inserita qui per completezza)

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    1. Decisamente la Spinelli "la butta in caciara": come tutte le adepte del "fogno" si accorge (o finge di accorgersi) solo ora dell'ideologia che guida con manoferma l'europa-euro. Non ci piacciono i folgorati sulla via di Damasco, neppure capaci di pentimento e di espiazione...Quel che è fatto è fatto. La storia accerterà le responsabilità per fatti che partono da troppo lontano per prendere le distanze oggi, a mattanza bella che iniziata...

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    2. O SI VA A MESSA O SI STA A CASA DI BARBARA

      Ammetto di avere una spiritualità religiosa vicina alla “teiera” che ruota attorno a Marte di B Russell, ma da un pò di tempo a questa parte, la domenica mattina mi piace andar ad ascoltare la predica, (in)BARBA(a)PAPA’ alla prima messa.

      C’è sempre da scoprire cose nuove che confermano le vecchie.

      Delle vecchie, come non riascoltare i rimpianti senili dei bei momenti trascorsi tra le “veline” di Roma fascista (http://www.ilfoglio.it/soloqui/442) o come risentire l’IO solecistico di narciso che nella deserta e infuocata Milano nel 1970 riprende un troppo ligio “ghisa” sbottando: "Sarebbe meglio che lei facesse una cura ricostituente anziché contravvenzioni, perché lei non sa chi sono io. Io sono l'Onorevole Scalfari (ex PSI)"
      Erano tempi bellissimi!!

      Del nuovo, rimangono solo le tristi delusioni, dopo tante prodighe fatiche, di non aver a fianco nella nascente “repubblichina” d’Italia le “agende” grigio-verdi di un rigoroso e fedele Quisling.
      Del nuovo, continua a rimanere la certezza del “re” napolitano che nel tunnel “qualcosa sta fuggendo dalle mani” e che forse è il caso di ricominciare ad invocare “Mehr Licht!” (più luce).

      That’s all, folks!

      http://www.repubblica.it/politica/2013/01/06/news/perch_monti_mi_ha_deluso-49977594/?ref=fbpr

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    3. Oh beh, ancora grazie Poggio...but we, "knights, have got a long way to ride...yet

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  2. Grande Poggio Poggiolini:
    Ricordiamolo ai finti virtuosi chi era Hartz.

    Fu Peter Hartz, un brillante direttore delle risorse umane in Volkswagen , ad intuirne il sapiente utilizzo attraverso una lunga serie di riforme strutturali del mercato del lavoro [xli] che gradualmente trasformava il “malato d’Europa” in “locomotore” efficiente e efficace per l’economia tedesca che riusciva ad accumulare importanti profitti[xlii] e diminuire la disoccupazione [xliii]

    Ma anche le fortune di Peter virano come le agende presto di colore e il Tribunale di Braunschweig lo condannò, reo confesso, a due anni di reclusione e al pagamento di 576mila euro d’ammenda per i 44 capi d’accusa tra cui peculato, corruzione a carico di sindacalisti, concussione.

    P.s. però qualcuno poteva abusivamente installare, nottetempo, delle ceramiche Richard Ginori nella villa del povero Robert e ci saremmo risparmiati una recessione epocale: poveri di spirito.

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    1. Oh Sandrina, pe' davero, tra l'idraulico e Mundell non si sa chi ha più esagerato nel "falsare" lo spirito "edificatorio" all'italiana. :-)
      E dire che sarebbe bastato un microcondono per "opere interne", e un bel parere con silenzio-assenso...insomma, con la sovrintendenza (che dovrebbe avere ben altre gatte da pelare, ma si pela solo quelle che si "capano" caparbiamente, non si sa perchè) doveva trovare, che so, un architetto ammanicato...Povera Italia!

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    2. Dopo quello che ha fatto Hartz una mazzetta ai nostri dilettanti ci stava tutta:)

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    3. Le porcellane Richard Ginori sono diventate "americane" a fine anno. Anche la più antica "industria" di porcellane italiana (1735) è stata (s)venduta. E' una delle più antiche manifatture ancora operanti.

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    4. Ecco appunto...dalla "Mazzetta" alle..."mazzate"

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    5. Ciao Silvia non lo sapevo, se lo avessi saputo non avrei neppure fatto la citazione pubblicitaria:) questi barbari ci vogliono saccheggiare.
      P.s. ma a Monti la spina dove je l'avranno conficcata?

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    6. Perché lo vuoi sapere? Dopo lo sposi?
      Ciao Sandra! Scherzo eh...

      Lui è la spina.
      Lui e molti altri.

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    7. Mi era piaciuto il cartone:)ma non so se lo voglio sapere...però ci manderei Tyson a toglierla. Certo se poi diventasse come Kneau Reeves me lo sposerei, perchè tu no?

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    8. Keanu è apertamente gay (credo si sia pure sposato "omo" anni fa). E Monti anche in quel "corpo" emanerebbe un "non-fascino" raggelante :-)

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    9. Scusa Silvia, ma questa "Ginori"? http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-01-07/tribunale-firenze-dichiara-fallimento-114631.shtml?uuid=AbhOsuHH

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    10. Si ho capito ma lasciateci sognare...:)L'avete visto il cartone? E' fantasia come la religione di padre Pizzarro:)

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    11. @flavio
      Sì, ero rimasta a fine dicembre che sembrava conclusa la trattativa con gli americani. Me l'hanno detto stamani.
      Avevo saputo che avrebbe ripreso la produzione con tutte le maestranze (ci sono pittori, scultori ecc) per evadere gli ordini e dopo avrebbero licenziato circa 60 persone...

      @sandra
      Monti e co. sono le spine d'Italia...
      Se le togliamo... diventiamo tutti più belli insieme al nostro Paese!

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  3. Caro Poggio,
    i tuoi interventi sono sempre intelligenti, interessanti e pure divertenti.

    Le tue cronache, così ben documentate, sono molto serie e ci ricordano che l'euro è prima di tutto "un metodo di governo che prevedeva la progressiva perdita della sovranità costituzionale delle repubbliche dei cittadini inebetiti da “re” napolitani e democratici pragmatici", che conduce al pareggio di bilancio in costituzione, ai “vincoli esterni”, alla “condizionalità” che, attraverso la sequenza meccanica del “salvataggio” (ESM), della “redenzione e riscatto” (ERF) aprono automaticamente le porte alle prossime vittime predestinate: la DEMOCRAZIA e la LIBERTA’.

    Certo siamo pronti per la neolingua, dopo ESM=salvataggio e ERF=redenzione e riscatto ci si chiede sgomenti se questi tizi si divertano in questo modo macabro, se il brivido della "potenza" nel sottomettere i popoli sarà freddo o caldo, e se hanno bisogno dello psichiatra.

    A volte penso che basterebbe così poco per vedere tutto per quello che semplicemente è, e rompere così l'inganno €uropeo.
    Ma bisognerebbe astrarre dalla realtà/inganno in cui siamo immersi.

    Buona Befana (ricevuta la calza?).
    Vi lascio con questo:
    http://www.youtube.com/watch?v=qurFfJWSRus

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    1. Il film lo dedico a tutti, in particolare a sconsolata e ai suoi bambini.

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  4. Chapeau. Ma il Panfilo albionico non era alla fonda dalle parti di Civitavecchia? (non ho potuto leggere la nota XXXVI perché il mio account attuale non me lo consente, dice il Grande Fratello, ma che vorrà dire? mah)

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  5. DIARIO DI BORDO

    http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/02/convegno_sul_Britannia_sponsor_Regina_co_0_92060218751.shtml

    http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/03/Inglesi_cattedra_privatizzazioni_fate_come_co_0_92060319034.shtml

    That's all, folks!

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  6. Letto, grazie. E complimenti per la caratura esopica del post.

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  7. Un contributo estremamente interessante. L'elenco dei riferimenti è enciclopedico, e molto utile per meglio comprendere la situazione in cui ci troviamo. Tant'è che copio l'articolo con i link per approfondire. Grazie.

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  8. Ottimo post. All'insegna di: "Quel che non scrivono sui libri di storia".
    E finalmente ho capito al 100% un post di Poggio ;-) pur apprezzando da sempre il suo stile.

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    1. ERMETICO & EMETICO

      Un poco di ironia e satira solo "un" senso della vita e comunque rimane certo il "chiedi e ti sarà dato", quello civile, e il "prendo che mi è dovuto", quello dell'euro.
      Due facce di una stessa moneta, quella del "potere":
      L'una, la coniugazione civiva della "possibilità di", l'altra, la sostanzialità individuale dell' "autorità d'azione".
      E si sa che la Natura è matrigna nel "scegliere", per caso e per necessità, quale sia il lato della moneta che ti spetta.

      That's all, folks!

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