Flavio ci propone un quadro socio-economico italiano che lascerebbe sgomenti...se non fosse esattamente rispondente a quanto, in effetti, "ideologicamente" si "vuole" provocare. Ma per ottenere ciò hanno dovuto "rimuovere" i principi e i diritti fondamentali affermati nella Costituzione.
"Von Hayek" e, quindi, "più europa" NO LIMITS. Meno che mai, tutto ciò, trova, oggi, i pur dovuti "limiti" nel dettato costituzionale. E dire che un "grido di dolore" ai giuristi e ai costituzionalisti da queste "pagine" è stato più volte lanciato.
...Trattandosi di Flavio :-), i "links" inseriti nel post vale la pena di guardarseli tutti: una rassegna ragionata di ciò che, nell'informazione "ufficiale" sarebbe "affogato" in un mare di melassa sempre più stantìa...Il suo punto di vista è quello di un giovane "consapevole": ma non dovrebbe restare a gridare nel deserto o a pensare a "come andarsene"...E l'Italia "muore" se perderà sistematicamente l'occasione di "includere" i giovani più in gamba. Sicuramente ha più probabilità di essere ascoltato da...Obama!
Avrei voluto iniziare con un "Fate Presto", alla “Sole24Ore”, - titolone apparso sull’influente giornale confindustriale un anno e due mesi fa, nel momento forse di maggior pressione dei “mercati” nei confronti dell’Italia-, per tentare di smuovere le coscienze di chi ancora non ha inteso, o non ha visto fino in fondo, i pericoli a cui è esposta la nostra democrazia.
"Von Hayek" e, quindi, "più europa" NO LIMITS. Meno che mai, tutto ciò, trova, oggi, i pur dovuti "limiti" nel dettato costituzionale. E dire che un "grido di dolore" ai giuristi e ai costituzionalisti da queste "pagine" è stato più volte lanciato.
...Trattandosi di Flavio :-), i "links" inseriti nel post vale la pena di guardarseli tutti: una rassegna ragionata di ciò che, nell'informazione "ufficiale" sarebbe "affogato" in un mare di melassa sempre più stantìa...Il suo punto di vista è quello di un giovane "consapevole": ma non dovrebbe restare a gridare nel deserto o a pensare a "come andarsene"...E l'Italia "muore" se perderà sistematicamente l'occasione di "includere" i giovani più in gamba. Sicuramente ha più probabilità di essere ascoltato da...Obama!
Avrei voluto iniziare con un "Fate Presto", alla “Sole24Ore”, - titolone apparso sull’influente giornale confindustriale un anno e due mesi fa, nel momento forse di maggior pressione dei “mercati” nei confronti dell’Italia-, per tentare di smuovere le coscienze di chi ancora non ha inteso, o non ha visto fino in fondo, i pericoli a cui è esposta la nostra democrazia.
Tuttavia inizierò con un’altra notizia, forse più viscerale, forse meno d’impatto, ma altrettanto forte nei contenuti e nelle intenzioni. Poi proseguirò con qualche dato a sostegno delle tesi che da diversi mesi vengono riproposte sia qui che su altri blog. L’intento finale di questo post è chiaro: cercare di capire cosa ancora la popolazione, perché sono i cittadini a subire in prima persona quest’ingiustizia, debbano sopportare in nome di un’Europa guidata in questo modo ed a cui i prossimi partiti al governo vogliono rispondere così (cliccate sul resoconto incontro PD). Cosa, e lo scrivente si mette in prima persona nel novero dei cittadini, dobbiamo ancora patire per conto di un progetto nato morto? A voi, in coscienza, la scelta.
“Una coppia di fidanzati originari di Fontaniva (Padova) ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto a Manjimup, nella zona ovest dell'Australia…I due si erano trasferiti nel nuovo continente ad ottobre ed erano occupati nella raccolta delle mele. Si trovavano con altre persone su un'automobile che e' uscita di strada. Feriti gravemente gli altri tre passeggeri.”. La notizia apparsa sull’Ansa qualche giorno fa lascia difficilmente indifferente il lettore “consapevole”. Protagonisti due ragazzi, emigrati in cerca di una nuova opportunità, travolti dal fato mentre andavano a lavorare. A raccogliere mele, dall’altra parte dell’oceano. Mele!!! Cos’altro c’è da aggiungere – per pensare, per riflettere, per capire – se non commuoversi di fronte a due ragazzi deceduti inseguendo un sogno, il loro personale “sogno” di vita, di migliorare e raggiungere nuovi traguardi.
Leggere questo scarno annuncio fa’, come accennato, riflettere. Riporta alla mente il disastro di Marcinelle, o l’emigrazione di massa che “sfogava” l’eccedenza di manodopera italiana dei secoli scorsi. Italiani, un popolo di migratori. Capaci di soffrire, di lottare, di andarsene se necessario. Per scelta o per necessità? A pensarci bene, il nostro “ritorno al passato” non si discosta da quanto accade attualmente in Spagna , devastata da una disoccupazione del 26% che ha dato luogo ad un fuggi fuggi generale verso i paesi esteri di lingua latina, o in Grecia (destino migranti è la Germania oppure l’Australia) o all’Italia stessa.
Non siamo certo ai livelli del primo Novecento, sia chiaro, ma questa nuova (o vecchia) condizione di popolo “migrante” ritorna prepotentemente alla ribalta. Ma perché ce ne andiamo? E perché, soprattutto, a farlo sono i più giovani? Dice bene il Sole24Ore che all’estero essi trovano qualcosa in più. Che cosa? Stipendi, riconoscimenti, meritocrazia. Certo, non tutto è oro ciò che luccica (Deutschland docet), ma questo è il resoconto: “salari in media più alti, posizioni di responsabilità nonostante la giovane età, selezioni trasparenti e meritocratiche (senza bisogno di “spintarelle”), prospettive di carriera chiare e definite, welfare state più attento ai giovani, soprattutto se disoccupati (grazie al salario minimo).Senza contare la minor presenza di un sistema gerontocratico. La situazione italiana appare un po’ come uno specchio rovesciato: stupisce, in particolare, come molti di questi giovani espatriati, quando provano a rientrare con un curriculum internazionale di tutto rispetto, trovino le porte sprangate.”. Con tutte le eccezioni del caso (there are no free lunches) ecco perché si emigra: per cercare un futuro migliore al di fuori della propria nazione. Via dagli amici, via dalla famiglia, via dalle proprie radici, perché il tuo paese non ti concede un’opportunità.
Il contesto italiano, da anni in stato comatoso, infatti non ti concede una mano.
Lo certifica, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, l’Istat: : “Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1 per cento; si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6 per cento della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 5,2 per cento delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. Nel 2010 circa il 57 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6 per cento in meno del dato medio italiano); inoltre, in tale regione, in base al reddito mediano, il 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 17.459 euro annui (circa 1.455 euro al mese).
Nel 2011 il 22,4 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto all’anno precedente di quasi sette punti percentuali. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con un valore dell’indicatore pari al 37,5 per cento (dal 25,8 per cento del 2010).”
Nel 2011 il 22,4 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto all’anno precedente di quasi sette punti percentuali. Il panorama region
8,2 milioni di poveri, e più della metà delle famiglie italiane che percepiscono un reddito inferiore a quello dell’anno precedente, con picchi verso il basso nel meridione. Sarebbe sufficiente solo questo dato, o rileggere la notizia dei due ragazzi deceduti in Australia, per “smuovere” una coscienza. Ma procediamo, con ordine, aggiungendo tassello su tassello i numeri del disastro a cui i burocrati imposti dall’alto stanno portando l’Italia. E che non danno la certezza di un futuro migliore a nessuno di noi.
Le promesse del governo dei tecnici annunciano che le riforme hanno bisogno di tempo per “dare i loro frutti”, che non si può risanare in un anno gli sprechi di anni di “malapolitica”, che i predecessori non hanno fatto quanto in loro potere per migliorare la situazione italiana e, colmo dei colmi, ricattano gli elettori affermando (ed avvalorando le tesi di “crisi ad orologeria”) che il ripresentarsi della speculazione finanziaria dipenderà dalle prossime elezioni .
Potremmo citare al solito lo studio del capo economista FMI Olivier Blanchard sui poco miracolosi effetti dell’austerità espansiva messa in pratica dal Professor Monti che, invece di regalare crescita, porta una caduta della produzione di maggior impatto (1,7 circa a 1€ di spesa tagliata) rispetto ai tagli di spesa effettuata, oppure non mette in moto la fantomatica tesi passata alla storia come “critica di Lucas”, in cui l’economista scuola Chicago affermava che imponendo maggiori tasse, i cittadini saranno contro intuitivamente “rinfrancati” dal “buon agire” del governo in materia fiscale , premiando il PIL con i loro consumi.
Eh già, se lo Stato aumenta le tasse, i consumi ripartono perché il cittadino sa che se lo Stato ora tassa, un domani le cale rà, stimolando così i loro acquisti. Quindi consumano oggi che sono tassati, per risparmiare domani. E di conseguenza la produzione è stimolata. Ma accade veramente ciò? Mentre diamo uno sguardo alle nostre tasche, vessate da IMU, IVA, IRPEF ed accise sui carburanti che tutti siamo stra-felici di pagare, ragioniamo con i dati. Chi ci trova uno spicciolo, faccia un fischio.
Partiamo da una constatazione del Sole24Ore che sgombra il campo da uno dei meriti, se non l’unico in mezzo ai disastri scientemente perpetrati ai danni del popolo italiano, raggiunto dall’esecutivo uscente: l’export . Il saldo commerciale è certamente importante, ma la mezza verità che si continua a ripetere ininterrottamente non rivela il fatto che l’attivo ci sia solamente a causa del crollo dell’import registrato via accise, tasse ed Imposte sul Valore Aggiunto che nei fatti hanno tagliato le possibilità di spesa degli italiani, già paurosamente al verde in fatto di redditi e risparmi. Un bel merito per un esecutivo, non c’è che dire: c’è un problema di partite correnti in rosso? Bene, tagliamo i salari ed alziamo le tasse ed il gioco è fatto. Alziamo una bella barriera all’import – IVA e calo domanda via taglio redditi – così sembrerà rinvigorito l’effetto export.
Ma il saldo merci è positivo, non vedi?!?! Appunto, ma il Primo Ministro e suoi sodali omettono che il saldo commerciale è solo UNA parte del saldo partite correnti , cioè del saldo settoriale estero se così lo vogliamo chiamare, che risulta da molti anni in rosso causa Servizi, Trasferimenti (UE) e Redditi netti - gli ultimi per interessi anche di titoli di Stato e profitti su utili nostre aziende acquisite da stranieri, saldi negativi pagati all’estero. Vedete il primo grafico pagina 6 del Bollettino Bankitalia? E’ facile constatare come la mezza verità diventi, strano caso di rovesciamento di prospettiva, una mezza bugia… Non credete a me?
Ecco cosa attesta Rete Imprese sul tracollo del potere d’acquisto degli italiani : “Il reddito di ogni italiano nel 2012 e' calato del 4,8%, perdendo in valori assoluti 879 euro. Il calcolo…prevede un ulteriore calo nel 2013, con un reddito procapite pari a 16.955 euro (erano 17.337 euro nel 2012). Per tornare a un livello simile occorre fare un balzo indietro di 27 anni, al 1986.” . Bene, ma i consumi? In teoria dovrebbero essere ripartiti stando alla tanto osannata contro-intuitiva teoria monetarista di Lucas. Ecco, sempre da Rete Imprese, la fotografia della situazione: “Un balzo evidente all'indietro lo hanno compiuto anche i consumi reali pro capite, scesi al livello del 1998 con poco più di 15.500 euro, ben lontani dal picco del 2007 (17.121 euro). Nel 2012, la pressione fiscale è salita al 56%...”. Benissimo, allora o qui siamo tutti presi dalle allucinazioni, oppure le contromisure messe in campo dall’esecutivo seguendo la teoria neo classica hanno fatto il perfetto “buco nell’acqua”. E questi erano i redditi ed i consumi.
Passiamo allo scenario imprese: i dati precedenti, sommati al credit crunch in atto (-32 miliardi i prestiti concessi alle aziende), hanno causato la morte di 100mila aziende nel solo 2012, un anno drammatico nel settore delle costruzioni che, stando ai dati dell’Ance: “Nei primi 9 mesi del 2012 i fallimenti nel settore costruzioni hanno raggiunto la cifra record di 9.500 (+25,3% rispetto al 2009), cifra che ''e' destinata ancora a crescere''…parla anche di 'record negativo per la disoccupazione. I senza lavoro sono ormai 360 mila, circa 550mila se si considera l'indotto. Una situazione che rischia di peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi se non si metteranno subito in campo interventi.”.
A ciò si sommano i drammatici dati dell’Assobeton: “La crisi colpisce l'edilizia e non risparmia il settore dei prefabbricati in calcestruzzo, che negli ultimi quattro anni ha perso il 60% del valore di mercato … Un calo di domanda che, secondo il presidente di Assobeton, Renzo Bullo, ha ripercussioni pesanti sulla sopravvivenza delle aziende.” e l’appello di Bonanni sugli ulteriori 1,2 miliardi necessari per coprire i fabbisogni della Cassa Integrazione con rischio di un ulteriore emorragia quantificata in 500mila unità a rischio.
Se poi volessimo parlare pure di ILVA, secondo polo europeo siderurgico che stiamo di fatto per chiudere (facendo un regalino alla concorrenza), con 1 miliardo circa di commesse ferme e sotto sequestro, ed il rischio CIG per oltre 8mila dipendenti, e del tragico conto delle imprese che chiudono quotidianamente, il dipinto a tinte fosche della situazione italiana appare in tutta la sua cruda realtà.
A prescindere dal fatto che la discussione sull’ILVA meriterebbe ben altra trattazione (le ripercussioni su tutto l’indotto italiano del settore in caso di chiusura sarebbero immense, in negativo) e che sui disastri ambientali non si può e non si deve discutere – urge cioè una soluzione che riduca l’impatto sulla salute dei lavoratori che a nostro parere solo lo Stato può dare, stando agli art.38, 41, 43, 44 Cost., invece di regalare soldi a MPS (lo sappiamo) e Morgan Stanley (lo rammentiamo) – balza agli occhi l’evidente “conflitto” fra il diritto alla salute delle persone, ed il loro egual diritto a vivere una vita dignitosa attraverso il lavoro.
Ecco il vero scontro a cui ci stanno portando. Monti fa campagna elettorale a Davos incolpando la CGIL di essere d’ostacolo alle riforme. Certo, siamo d’accordo con lui. Eh si, perché la CGIL, come ostacolo, ha fatto ben poco.
Avrebbe dovuto, in nome e per conto di quei lavoratori che essa rappresenta, bloccare ogni via di dialogo e mettere in campo qualsiasi azione di disturbo per fermare l’abolizione in corso dei diritti dei lavoratori, sanciti a caratteri cubitali negli articoli (1, 2, 3, 4, 35, 36, 37, 38, 41, 46, 47 ) della nostra amata (?) Costituzione(per non parlare del TFUE e suoi art. 5, 147 e 3 par. 3 altamente violati a piè pari).
Ma come? Per vent’anni e più si è tentato in qualunque maniera di resistere alle ingerenze dei vari esecutivi che hanno tentato in ogni modo di cambiare la Costituzione in nome dei propri interessi ed ora, nel momento in cui una forza straniera - perché di questo si tratta-, con le sue continue ingerenze smantella uno ad uno i diritti ed il welfare state italiano, nessuno alza la testa per opporsi a ciò?
Ma dove sono i giuristi, i costituzionalisti, in questo grave periodo storico in cui la Costituzione chiede il Vostro aiuto a gran voce?
Dove sono andati a finire? Perché lasciamo il popolo italiano in mano ai carnefici? In mano ad una elite che utilizza a proprio vantaggio i trattati europei violandone uno ad uno i presupposti? Dopo quattro anni di crisi, in cui tutte ma proprio tutte le soluzioni proposte da Bruxelles e Francoforte hanno lasciato il passo di fronte all’evidenza della loro fallace natura, non è giunta l’ora di indicare una alternativa, che riparta appunto dalla Carta fondante dei nostri diritti: la Costituzione?
E’ per questo che il titolo del Sole24Ore pare appropriato. Fate Presto. Nessuno appunto chiede miracoli. Solamente una presa di posizione netta, coerente con i dati economici, resi pubblici, da un anno a questa parte, su altri blog che tutti noi ben conosciamo, dati di cui le critiche giuridiche esposte in questo blog, segnalano la "emergenza costituzionale".
A me piacerebbe tanto risvegliarmi da questo Fogno divenuto incubo, ma sono consapevole che non sarò di certo io, con le mie parole, a smuovere le Vostre coscienze. Pensate tuttavia ai Vostri figli o ai Vostri nipoti. Io sono convinto che la nostra Costituzione, se seguita nei suoi dettami, potrà regalare loro un futuro, se non roseo, almeno decente. Siamo sicuri che, viste le premesse in atto, l’UE targata BCE-BuBa saprà fare altrettanto?
A Flavio un doppio grazie: il primo riguarda questo post non banale, perchè non fondato su impressioni ma su fatti documentati che avvalorano le analisi che, altrimenti, sarebbero "impressioni" di cittadini scontenti.
RispondiEliminaIl secondo grazie rigurda il doc. su Deutsche bank che decanta le privatizzazioni a casa altrui, presentato su intestazione UE, come "report for UE integration" (!!!!)...il che ci porta al culmine della privatizzazione politica, confermando quanto già emerso sula influenza di questa banca, tra le più pericolanti, sulle mitiche istituzioni UE che ci danno le pagelle per farci distruggere le Costituzioni(ma non le danno a DB!)
http://icebergfinanza.finanza.com/2012/06/20/achtung-deutsche-bank-privatizzazionen/
Vistosi casi di "conflitto di interessi" che spargono a piene mani "inattendibilità" su tutto quanto mai ha detto e dirà la commissione in materia (se esistesse in Italia un senso critico).http://www.finanzaonline.com/forum/mercato-italiano/968148-le-banche-e-il-rischio-default-base-ai-cds.html
Da te caro Flavio mi attendo (è una sicurezza :-)) una bella "review"-stigmatizzazione di questa roba qua, come hai fatto meritoriamente finora
Il resoconto degli incontri "economisti PD" è scaricabile:
RispondiEliminahttp://ge.tt/6UEikPW/v/0
...molto "istruttivo"...
Tra alterne vicende è alquanto di dominio pubblico. Ma poichè coloro che lo sanno "decodificare" e attribuirgli un senso sono pochissimi, in rapporto all'elettorato, la maggior parte dei (potenziali) lettori penserebbe che si sono dette cose "importanti" e condivisibili...e persino che: "meno male che pensano a noi".
EliminaUsano parole-idee che funzionano, per simulare un quadro operativo, anche senza alcun contenuto dimostrativo. Come quelle "legalità" e "corruzione", che praticamente piacciono a prescindere e vengono agitate dai soggetti più disparati...
ESISTERE & RESISTERE
RispondiEliminaFilologia quotidiana della "memoria".
"Queelo" che ancora oggi, giorno della "memoria", deve essere ricondotto è il diritto all' ESISTERE tra le pieghe di un RESISTERE che è simulato e proclamato senza averne compreso il sen(z)o nè dell' "uno", nè dell' "altro".
Destrutturare una RESISTENZA affermando l'ESISTENZA negata dalla MENZOGNA per riconiugare POTERE come POSSIBILITA' e non come POS"SESSO".
Ma stavolta, le mani sono femminili delle Donne con le Gonne e sen(z)a attributi.
That's all, folks!
Oltre l'analisi precisa e puntuale mi colpisce, molto , lo sgomento di un ragazzo come Flavio.
RispondiElimina-E l'Italia "muore" se perderà sistematicamente l'occasione di "includere" i giovani più in gamba.-
Non credo che questo paese possa più permettersi certe perdite.
I'm writing in hurry ( e mi auguro di non essere OT:), però vorrei donarvi questa citazione usata da Marcuse nel finale de -L'uomo a una dimensione- "è solo per merito dei disperati che ci è data la speranza." Walter Benjamin.
L'analisi di Marcuse è tragicamente attuale , andrebbe letto , perchè altrimenti , ci resterà solo la narrazione (che non rispetta la purezza del suo pensiero ) che ne hanno fatto alcuni falsi esegeti (lo stesso è accaduto ad Heghel Nietzsche e Marx ).
Gli “splendidi” ex sessantottini, che oggi rappresentano più la fantascienza, che la fantasia al potere, saranno soddisfatti : hanno stravolto , perfino gli scenari del loro filosofo di riferimento (che riteneva sfumata la lotta di classe nel mondo occidentale), portando il terzo mondo quì.
Quello che colpisce, in tutto ciò che sta succedendo in particolare in UE (mi rifiuto di chiamarla Europa contribuendo all'equivoco su cui si alimentano), è l'inutilità. Questi apprendisti stregoni non solo hanno devastato la democrazia ma, nel contrastare la crescita (perchè in questo consiste la lotta al lavoro in nome dell'inflazione), hanno posto un'intera generazione, e forse le future, nella condizione di voler uscire dal "mattatoio UE"...E per di più lo sterminio dei diritti fondamentali, (quelli non cosmetici) è risultato pure superfluo
Eliminatre noticine:
RispondiElimina1) non si dice emigrare: Si dice "fare esperienza all' estero" (Monti così disse in una intervista a matrix, mi pare)
2) il mio complottismo compulvivo mi porta a pensare che sta storia dell' ILVA non sia un caso sia esplosa adesso (l' ILVA è il vero motore della manifattura italiana basata in tanta sua parte sulla lavorazione dei metalli); insomma, vi pare possibile che proprio adesso, dopo decenni si "scopra" che la fabbrica inquina?
3) I vari Zagrbelsky & Co si dovrebbero vergognare. I costituzionalisti , tra le varie categorie, insieme ai "giornalisti" sarebbero i primi da sottoporre , un domani, a fatti chiariti presso la pubblica opinione, ad un processo per alto trademento.