lunedì 22 luglio 2013

JACK LEW CERCHIOBOTTISTA. UE SEMPRE PIU' AVVIATA AL COLONIALISMO?

Sempre attento e intuitivo, Lorenzo Carnimeo, nei commenti del precedente post, mi segnala un Krugman in grande spolvero che ci spiega l'arrivo al capolinea del modello economico cinese basato su un incredibile livello di investimenti e senza un coerente sostegno ai consumi. Che è poi una rivincita del ruolo della domanda interna, rispetto all'ossessivo mito (tedesco-euroitaliota) della "competitività", nel dar luogo ad una crescita stabile e, in definitiva, alla stessa "stabilità finanziaria" (concetto sfuggente, ma che alla fine, in UEM più che mai, si risolve nei cittadini che pagano le tasse, o, peggio, si vedono tosare i depositi, per sostenere i vacillanti patrimoni bancari).
Lorenzo mi chiede: "Vado a intuito: che i fattori esogeni siano qui?", cioè nell'irrompere del fattore "C", come Cina.
Risposta: "La "versione" di Krugman è interessantissima.
Riguardo ai "tempi" dei fattori esogeni, dalla situazione Cina possiamo sperare in un'accelerazione.
In particolare, quanto questo possa influire su cruccoland, che, a scapito degli USA, voleva integrarsi in una maxieconomia, con divisione delle lavorazioni, con la Cina.
Paradossalmente, la crisi cinese, proprio per la legge dei rendimenti decrescente indicata da K., favorirebbe l'Italia e la competitività relativa delle sue produzioni. E metterebbe ancor più in ginocchio i crukki ove riavessero il marco: traduzione, la situazione cinese aumenta vertiginosamente la (teorica) forza negoziale italiana in UEM.
Ma non se rimane nell'euro ancora a lungo.

Ma alla luce di quanto riportato nel post, cioè delle differenti forme di irrealismo italico, (dal Cavaliere a Piga, che "teme" la dissoluzione dell'euro ma poi, contraddittoriamente, lamenta che continuiamo a seguire le politiche fiscali imposteci dall'europa...per conservare l'euro!), la concreta ed effettiva speranza rimane che l'interesse italiano, che la classe dirigente italiana ignora, coincida con quello USA ad un atterraggio morbido della nuova crisi che si prospetta a livello mondiale..."


Il problema, però, è che la posizione USA non appare sempre coerente e concreta, nel manifestare il proprio "interesse". Almeno nei passi intrapresi "ufficialmente", incluso il G20.
Noi abbiamo visto come la logica dello "sbarco in Sicilia" appaia come una sorta di elemento catalitico (se non catartico), capace di sbloccare proprio l'incapacità della nostra classe politica a sfruttare quella "forza negoziale" che, di per sé, prescinderebbe da un diretto intervento USA (basterebbe svolgerci un dialogo chiaro e serio per assicurarsene l'appoggio: anche perchè la nostra riappropriata competitività, fuori dal vincolo valutario, investirebbe anche la loro stessa economia).

Stando così le cose, può essere interessante questo intervento del ministro del tesoro USA, Jack Lew, in esito alla sua visita in Grecia. Cosa ci suggerisce? Che certamente gli USA si rendono conto del "blocco" economico globale imposto dalla "fortezza Bastiani-Europa" a tutto il mondo, in termini di austerity.
Una presa di posizione che, come abbiamo visto, è assunta compattamente, anche nei paesi "debitori", al di fuori quindi della interessata Germania, non tanto per ragioni esclusive di ricerca della competitività (cioè il mito dell'intera UEM che esporta come la Germania, una fandonia che serve a mettere la carota, sotto il naso delle masse che si illudono della praticabilità di tale modello, laddove la "carota", in realtà, finisce ben lontano dal naso...), quanto per una ragione "sentimentale". Cioè fare dell'UEM il luogo idealizzato del "meraviglioso mondo di von Hayek". E vivere per sempre felici e libero scambisti con uno Stato minimo e un bel salario di cittadinanza.

Ma torniamo a Jack Lew. Da un lato, egli appare ben consapevole della "congiuntura" che si incardina nel mondo partendo dall'Europa, dall'altro, però, non pare voler smuovere le acque con frontali contrapposizioni con la governance euro-crucca; forse anche perchè il confronto di svolge tutto nella sotterranea frizione sulle questioni bancarie "tedesche" negli USA.
Sia come sia, il punto di emersione di un certo "cerchiobottismo" all'americana, viene proprio dal tenore di questa dichiarazione:
"Engagement with Europe remains at the top of my agenda, because US jobs and growth are inextricably linked to Europe achieving growth and prosperity.” He also added that expansion and job creation will be a “key focus for the road ahead".
In Athens, Lew met Greek Prime Minister Antonis Samaras and Finance Minister Yannis Stournaras in order to discuss economic recovery and job creation. Following the meetings, the US Treasury Secretary said about Greece: "We recognize the difficult decisions and sheer sacrifices made by Greece in the past few years, as well as the challenges that remain. Continued reform will be essential to laying the foundations for future growth”.

Ma Lew, crede veramente che "la crescita e la creazione di lavoro USA siano inestricabilmente connesse con il raggiungimento della crescita e della prosperità in Europa"?
No, perchè se così fosse, prendendo atto delle impostazioni nettamente diverse intraprese dalla sua Amministrazione per il rilancio dell'economia USA rispetto alla inflessibile "austerity" UEM, qualche conclusione la potrebbe trarre. Non dico che dovrebbe creare un incidente diplomatico, con i difficili interlocutori euro-germanici: ma almeno NON DIRE che la "prosecuzione delle "riforme" ("all'europea") sarà essenziale per gettare le fondamenta della futura crescita".
E non solo non dirlo ai greci, ma a tutti gli europei.
Di fondo, c'è sempre il pregiudizio americano sul mercato del lavoro europeo; troppo vincolato, troppo sindacalizzato, e troppo "rischioso" agli occhi di chi è, però, abituato a tutta un'altra tendenza (e che non conosce, neppure nella crisi, i livelli di disoccupazione registrati in Europa).
Ma non disperiamo: la buona notizia, almeno, è che segnalare, ora, e proprio in concomitanza  con la situazione di forte raffreddamento cinese, la interconnessione dell'economia USA e di quella europea, lascia pensare che altre più esplicite mosse possano presto essere intraprese.
Anche perchè il neo-reflazionismo giapponese, ampiamente vincitore alle recenti elezioni, non pare dispiacergli. Almeno, loro, la crescita ci stanno provando veramente a perseguirla. E Jack Lew lo dovrebbe sapere fin troppo bene.
Certo, per gli USA, l'Italia rimane una sorta di "mistero buffo": speriamo solo che non puntino a ritenere che, in questa situazione, la "cura" possano essere gli attuali protagonisti della fase di svendita e deindustrializzazione, proni all'Europa.
Se così fosse, rischiano, anche gli stessi USA, un brusco risveglio sulle aspettative che l'Europa possa mai raggiungere una ripresa, in tempi utili a scongiurare nuovi shock mondiali. Piuttosto, l'Europa, ben lungi dal pensare a rimediare alle cause della sua crisi, si sta inventando idee sempre nuove per il caro vecchio colonialismo, in salsa privata (in fondo nel XVII secolo è nato proprio così), ripetendo, nella stessa formula, ma saltando le banche, il "gioco dell'OCA".











30 commenti:

  1. Buongiorno 48; a proposito della politica Usa nei confronti dell'aria euro, ho recentemente comprato il libro di marco Della Luna, cimiteuro. Premesso che il periodo in cui l'ha scritto e' agosto-settembre 2012, l'autore non e' molto ottimista; infatti scrive: Percio' ritengo che la Germania, gli Usa, la grande finanza faranno molte cose per scongiurare la rottura dell'eurozona e difendere l'euro, proprio in quanto l'euro e il mercato comune sono strumenti fondamentali per generare quelle distorsioni, quelle crisi, quei panici sociali con cui, su ambo le sponde dell'oceano atlantico, si spingono le nazioni-schok and awe doctrine- a rinunciare a ogni forma di sovranita' ed a sottomettersi a un ordinamento sovranazionale europeo, autocratico e marcatamete elitario.....

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    1. Analisi sostanzialmente da me condivisa. La metabolizzazione di questo sistema è stata praticamente indolore per le oligarchie, cioè praticamente senza incontrare resistenze.
      I "popoli", nell'occidente "avanzato", sono incapaci, non dico di rivendicare praticamente la ripresa del cammino democratico, ma persino di accorgersi di come la democrazia gli venga inesorabilmente sottratta.

      Forse è così che deve andare; forse il benessere, non inteso come continua elevazione di tenore di vita, ma proprio come pancia piena e qualche orgetta consumistica, sono sufficienti a determinare l'orizzonte esistenziale dell'individuo.
      La stanchezza nel ricercare un senso collettivo dell'elevazione umana, forse è dovuta alla fine di un vera capacità evolutiva della specie.
      E Konrad Lorenz, ne "Il declino dell'uomo" lo aveva puntualmente detto.
      Rimane un "cupio dissolvi" vissuto o da minoranze tagliate fuori dai "livelli minimi" o da individui che avvertono l'indecifrabile malessere di una dissoluzione che, prima di tutto, investe lo Spirito dell'uomo.

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  2. Vero, l'Italia è proprio un Mistero Buffo.
    Diventa sempre più pesante assistere al declino, ma soltanto decifrando questo malessere che investe lo spirito, è possibile uscirne . In questo regime di "tolleranza repressiva" , come lo definisce Marcuse, sì può anche scegliere di essere "intolleranti". Certo è più complesso nonché rischioso, ma è l'unica via per ridare un senso all'evoluzione dell'uomo.


    http://www.liceograssi.it/studenti/utopia%20V%20H/%5B8%5D%20Marcuse.htm

    "È davvero libertà quella che ci viene concessa? O sono solo “libertà limitate” atte a rafforzare la repressione? Marcuse accusa le democrazie liberali di tolleranza repressiva (ovvero il momento nel quale la libertà va a coincidere con il permissivismo); esse consentono solo ciò che non lede agli interessi del sistema. Il loro universo di discorso è popolato da ipotesi autovalidantesi, le quali, ripetute incessantemente da fonti monopolizzate, diventano dettati ipnotici. E’ la parola che ordina e organizza, che induce le persone a fare, a comprare, ad accettare. Viene trasmessa in uno stile che è vera creazione linguistica. Queste “formule” sono un martellamento continuo alla mente dell’ascoltatore e il loro concetto, ritualizzato, è reso immune alla contraddizione. La nuova finezza del linguaggio magico-rituale è piuttosto da vedersi nel fatto che le persone non vi credono eppure agiscono in conformità ad esso. La libertà del consumatore di scegliere uno di cento prodotti non è vera libertà, come non è vera libertà quella dell’elettore in grado di scegliere un rappresentante: la libertà di elezione dei padroni non abolisce né i padroni né gli schiavi."

    Adoro Marcuse e adoro Lorenz.
    Bisogna contrapporre a questo declino tutti i valori dimenticati, e come direbbe il Calvino delle Città Invisibili:
    "... cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."

    Lorenz riconosce agli animali un dignità che molti, anzi troppi, non riconoscono neppure ai propri simili:

    "Per il pensatore la cui gnoseologia si fonda sull'intuizione del fatto evolutivo, l'«evidenza del Tu» del proprio consimile come dell'animale superiore, è innegabile. Una convinzione che si è infine espressa anche nelle leggi per la protezione degli animali vigenti in tutto il mondo. Siamo costretti a riconoscere il «Tu» nell'animale superiore e a trarne le conseguenze morali."

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    1. Pur all'epoca contrapposto a Marcuse, Schumpeter osservò che "non vi fosse nessuna prova che, in un regime capitalista, la capacità giuridica generale, per cui ogni individuo nasce come titolare di tutti i potenziali diritti, sia "reliable" al di fuori della condizione attiva di consumatore".
      Certamente, anche questa critica è divenuta un'ipotesi "autovalidante": si vede, perciò, che la crisi consumistica non è ancora giunta al livello di porre in pericolo la percezione della propria "soggettività" (cioè della propria capacità giuridica generale).
      E, quel che è peggio, privi, nella velocità della Storia, della capacità evolutiva filogenetica (come dice Lorenz), non siamo in grado neanche di percorrere la evoluzione culturale, avendo eliminato ogni modello alternativo (non più recuperabile). E aveva ragione.

      Non è tale il "decrescismo", che propone una censoria, e autoritariamente vincolata, variazione della struttura dell'offerta (definendo, in concreto, una nuova gamma di consumi "ammessi", ma non mutando la condizione di "capacità generale"), e non è tale neppure il modello von Hayek, che pensando di risolvere tutto, disciplinando il lavoro-merce, uccide la "capacità" di consumatore e quindi i soggetti che alimentano la stessa razionale allocazione delle risorse (che alla fine finisce per distruggere).

      So what, now? "Tranquil" :-), quello che accade (basta vedersi Mentana), è troppo "scemo" perchè possa durare a lungo...

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    2. Hai ragione adesso siamo al capitalismo che combatte sé stesso, come una malattia autoimmune : laissez-faire :).

      Non è esattamente da capitalisti furbi, in fondo, ignorare una crisi di domanda...
      So what now? Bella battuta:) And finally ristabiliamo la realtà : troppo scemi per durare.

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  3. Intanto Schäuble also spricht. Ha ragione Varoufakis: ormai siamo a Orwell.
    Mi pare invece interessante l'uscita di Salvini, a quanto pare illuminato da Borghi: ne seguirà un richiamo all'ordine oppure è il primo segno di una vera rottura del tabù a livello di politica nazionale?

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    1. E pensa che un troll venne qui a dire che Schauble è in realtà un autentico europeista e che lui era da considerare un moderato che faceva ragionare gli altri crucchi sugli eccessi dell'austerity.
      Però pure sti greci: ancora oggi, politicamente non sono stati in grado di esprimere la fine del loro piddo-pude. Potenza del terrorismo mediatico...
      Quanto a Salvini: i limiti di "ascolto" li premetteva lui stesso (penso al sindaco di Verona all'Ultima pudòla)

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  4. La “nuova” battaglia dell’Atlantico

    Sulle “sommerse frizioni” della finanza tedesca (alle quali mi sento di aggiungere, in “euro”, quella francese e, in “eurodollari”, quella inglese) nutro qualche ragionevole dubbio.
    Recenti affondamenti di U-boot della Kriegmarine rievocano, frattalicamente, la battaglia dell’Atlantico e L Zingales, "gola profonda" dei think tank americani, ieri l’altro dalle spiagge del Bel Paese dove il “sole splendeva" aiuta a decriptare il “codice Enigma” della euro-finanza svelando, udite, udite, l’identità delle “nuove” cicale europee.
    Poi cin si mettono anche "meddlesome outsiders" a diffondere che scende la tolleranza sui troppi affondamenti di “naviglio mercantile” operato dagli U-boot della Kriegmarine con la logistica degli euro-alleati.
    Non ci sono più le stagioni di una volta e non si vedono i Roosevelt e i Churchill che si accordano sul “Germany first” ma nei tempi moderni del “too much finance” non mancano di certo i lucky men che "trattano" il costo dello sbarco.
    Keep in touch, folks.

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    1. Zingales tra garanzia implicita da eliminare (altera la "concorrenza" sull'enorme successo del mercato unico) e il pagamento dei "grandi depositanti", la vede positiva. Come se il problema europeo fossero le banche (uno dei sintomi)...
      Quanto al trattare "lo sbarco", ne riparleremo...tanto siamo nella fase della farsa

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  5. Contributo all'ipotesi frattalica:

    l'atteggiamento "cerchiobottista" dell'America potrebbe non stupire. Non dimentichiamo, infatti, che fino a Pearl Harbour, gli Stati Uniti perseguivano una politica prudente nei confronti del conflitto europeo, ed intrattenevano, con il III reich, normali rapporti diplomatici.
    Fu il "colpo" subito alle Hawaii (unito alla dichiarazione di guerra di Hitler), che ne causò l'ingresso diretto nel conflitto con il dispiegamento del loro (oggettivamente) impressionante potenziale.
    Da lì al 25 luglio, il percorso fu breve.

    Forse (dico forse), l'atteggiamento americano attuale ricorda un po' quello "pre-pearl harbour"? Forse il cerchiobottismo trova origine dal fatto che l'attuale situazione non ha provocato, ancora, un diretto e chiaro coinvolgimento (in negativo) degli interessi americani?
    Insomma, che anche loro, come noi, abbiano bisogno di uno "shock"?

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    1. Beh, questa visione dà enfasi a fattori che l'originaria ipotesi frattalica non ha considerato, basandosi più su "coincidenze" cronologiche che riguardano il quadro italiota.
      Lo scenario internazionale che suggerisci, e che ha un senso, "allunga" i termini temporali della questione: e di almeno un paio d'anni, perchè esigono il riproporsi (frattalico) di un intero insieme di condizioni parallele a livello internazionale.
      Potresti aver ragione; ma ciò ci pone in una condizione simile all'inizio della II guerra mondiale, non in quella di imminente 25 luglio...

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    2. Ovviamente, spero di NON aver ragione. Anche perché un allungamento temporale significherebbe un allungamento della devastazione del tessuto sociale ed economico del Paese.....

      Rimango sintonizzato su Radio Londra e aspetto!

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  6. Il Giappone, come si afferma sul Sole oggi, varerà le cosiddette "riforme" (cit.) in quest'ottica: "la politica espansiva è vista come il primo passo di un piano articolato che prevede, in seguito la riduzione del colossale debito pubblico. La credibilità dell'Abenomics, dipenderà dunque dalla capacità di attivare anche misure di correzione fiscale, in primo luogo il raddoppio dell'imposta sui consumi entro il 2015...a terza freccia della strategia di Abe, appunto le riforme strutturali, ha ingredienti molto simili a quelle predicate da noi: ridurre le rigidità del mercato del lavoro, aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro, raddoppiare gli investimenti esteri in entrata e molte altre..." la vedo non dura, la vedo nera per noi "Europei". Voglio vedere cosa vendiamo, ad esempio in Giappone, con barriere all'import doppie. Avevo letto sull'Ansa le affermazioni di Lew e mi erano da subito sembrate un nota davvero stonata. Nelle ultime settimane inoltre sono cresciuti gli utili delle banche Usa e abroad. Mentre non so se ridere o piangere per la nullità di tal Bonanni, mi rendo conto che tutto il mondo è paese. Purtroppo, come disse Kaldor, il vero flagello è il monetarismo sparso a piene dai media asserviti all'oligarchia finanziaria. L'obiettivo è quello. Distruggerlo. Ma, come fare?...

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    1. ..."Non agendo", direbbe Chuangtsu, (il che implicherebbe un'azione scevra da ogni interesse personale, rispondente solo all'Ordine del Cielo) :-)

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    2. Nel frattempo hai visto chi è esposto sulle Muni americane? Mamma mia...

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    3. Chissà se Schauble, magari prima o poi perdendo le elezioni o cadendo in disgrazia come eterno delfino, sarà "costretto" ad andare a lavorare nel fantasmagorico mondo delle banche "credibili" di crukkoland. In fondo i nostri padri della patria l'hanno fatto (e lo fanno tutt'ora, in svariate forme consulenziali).
      Un lavoro facilissimo: so' bravi tutti a incolpare...i greci

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    4. Infatti. E poi la colpa è solo degli ammerregani, quelli cattivi, quelli del shadow banking e del mercato OTC. Poveri crukki, potranno cavolo lucrare i loro soldini derivanti dallo strozzinaggio dei paesi PIIGS in operazioni ad alto rendimento ed elevato rischio, raccogliendo lauti interessi e senza dover incorrere in qualche fallimento circostanziale...in fondo dai, so' ragaaazzzzi... che crediamo che lo facciano apposta? Che crediamo che sia colpa loro?

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    5. Per spiegare il comportamento dei tedeschi alle persone con cui cerco di parlare, uso sempre il paragone con un rappresentante di filati che conosco. Vende a destra ed a manca, ai buoni ed ai cattivi, a chi lavora da 100 anni e chi ha aperto da un giorno. Poi puntualmente, quando un'azienda fallisce(anche in periodi quando "berta filava")lui c'era sempre dentro, sempre. L'unica differenza è che non ha vicini a cui "attingere" per tappare (momentaneamente) le perdite.

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    6. Ma fai bene. E poi, quanta differenza c'è fra tua azienda e speculare tedesca in merito a:
      i) tassazione
      ii) costi di finanziamento bancari
      iii) cuneo fiscale.
      Sti qua per forza che potevano vendere a cani e porci. Ma poi vogliamo parlare, a livello generale, dell'elusione fiscale delle grandi multinazionali? Noi siamo gli evasori (cittadini e piccoli imprenditori italiani) mentre questi qui sarebbero le grandi aziende che dovrebbero dare lo slancio alle economie come la nostra che, a detta del mainstream, soffre di "nanismo" a causa delle PMI? ma per favore!
      Io non sono di certo a favore dell'evasione, ma credo che un imprenditore, ad un certo punto, vi sia costretto per poter mantenere in vita la sua azienda e dare da mangiare a sè ed ai suoi dipendenti. Ma dalle multinazionali cazzo prentendo tutto, fino all'ultimo centesimo. Ma si sa, da anni abbiamo al governo persone forti con i deboli e zerbini con i forti...

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    7. La grande "elusione"
      http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=10958...Von Rauffenstein era fuuuurbo!

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  7. Solo a titolo di esempio, ecco quanto in teoria dovremmo aver "elargito" come interessi in questi tre decenni... poco vero?

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    1. Potrebbe essere un interessante capitolo del manuale del giovane neo-liberista: "come terzomondizzare un'economia avanzata: i miti del vincolo esterno, della moneta forte e della credibilità per attrarre i capitali esteri".

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    2. Il bello è che poi vengono a dire a noi, popolo italiano, che abbiamo scialacquato. Ma quando mai?!?!

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    3. Guarda, tralascio i social network, che rappresentano il trionfo della schizofrenia collettiva.....

      Ma gli slogan "spesapubblicaimproduttiva", "abbiamovissutoaldisopradeinostrimezzi", "civuolecredibilitàperattrarrecapitaliesteri", "debitopubblicobrutto" e quant'altro li sento in bocca praticamente a TUTTI.
      E quando dico tutti, parlo anche di persone laureate, di cultura, che consideravo dotate di spirito critico e di profondità intellettuale. Tu provi anche solo ad accennargli certe cose e per loro è come se tu avessi bestemmiato in chiesa! Non si pongono domande. Sono assolutamente certi che quello che i giornali gli propinano sia la verità rivelata. Sono più fideisti loro dei Talebani.
      E' questo che mi lascia sgomento perché la sensazione che ne viene fuori è davvero quella di un paese in preda ad una irrefrenabile voglia di suicidio di massa.

      Siamo davvero il paese dei livorosi? Di quelli che oggi "bisogna licenziare i dipendenti pubblici per dare il reddito di cittadinanza al disoccupato" e domani "bisogna abolire il reddito di cittadinanza che foraggia i parassiti che non hanno voglia di lavorare"?
      L'intellighenzia italiana si esaurisce davvero nella classe politica piddina e nei giornalisti del Corsera e di Repubblica?

      Siamo davvero ridotti così?

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    4. (come dice il Frattini di Guzzanti): "Yes". E, come quegli, potrei aggiungere: "Oh, yes"

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  8. Considerazioni del genere, a quanto pare, aleggiano ...

    Non c'è dubbio alcuno : la modalità economica in atto non può funzionare a lungo. E' insostenibile. Perché il meccanismo è troppo dissimile dallo scorrere "naturale" degli eventi (divertente, eh?).
    I cinesi trecento anni a.C.n. scrivono (qualcosa del genere) :
    «La via del cielo toglie il sovrappiù e aggiunge ciò che manca»
    Potrebbe essere una definizione (corretta) della differenza di potenziale (di un qualsiasi genere di potenziale).
    Quindi la natura («la via del cielo») si basa sulle differenze di potenziale che garantiscono, in automatico, la "redistribuzione"
    («toglie il sovrappiù e aggiunge ciò che manca»)
    Scrivono anche (l'ammoderno un po';-):
    «La via dell'uomo toglie al deficit e aggiunge al surplus»
    In questo modo si divarica sempre più la differenza di potenziale.
    Evidentemente il meccanismo era in voga, e ben noto, anche all'epoca.
    E' stato più volte rilevato che il periodo che va dalla fine della IIWW al 1975 (circa) è totalmente anomalo rispetto alla storia economica dell'umanità. E' il periodo in cui i "moti di redistribuzione" sono stati consentiti dall'azione economica umana. La vulgata tramanda che scopo principale di Keynes fosse salvare il capitalismo da se stesso. Aveva certamente capito (e visto) che l'accumularsi e ingigantirsi di differenze di potenziale portava poi ad un "riallineamento" più o meno micidiale (IWW, crisi del '29, IIWW; ma anche, nel suo piccolo, la lira nel 1992). Forse per questo cercava di evitare la costituzione di una enorme differenza di potenziale economico in corrispondenza dei risarcimenti richiesti al fu II reich sconfitta nella IWW (bisogna però rilevare che i francesi avevano dovuto pagare poco tempo prima il
    più ingente risarcimento mai imposto, a seguito della sconfitta nella guerra franco-prussiana e, con quei soldi, i tedeschi ci avevano fondato la banca centrale e l'impero ...)
    Ora è difficile valutare la possibilità relativa di refoli locali distribuiti o di un cedimento di schianto. In quest'ultimo caso il botto sarebbe visibile da molto lontano e le conseguenze rilevanti.
    Questi differenziali che si accumulano dovrebbero preoccupare moltissimo gli USA perché hanno molto da perdere. La IIWW ha dato un contributo decisivo a spazzare via l'impero inglese. Dato che il cedimento istantaneo provoca conseguenze difficili da tracciare con
    precisione, ricordo agli USA l'"armafinedimondo" (anche se il tempo rimasto potrebbe essere limitato):

    «Agisci prima che sia, riordina prima del disordine»

    (non stupisce la limitatezza temporale della supremazia WASP e la S è una palla al piede)

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    1. Ma così mi mandi a nozze :-)
      "L'uomo che descrivi vive nela nostra epoca e crede di essere un uomo superiore. Quindi agisce di testa sua, senza che nessuno corregga il suo modo di vedere: insieme al volgo travisa i tempi antichi e i tempi moderni e la distinzione tra affermazione e negazione. Per fare ciò che fa, fugge ciò che al mondo è sommamente importante e ripudia ciò che è sommamente venerato (Il Tao)...Non controlla nè l'ansia degli affanni, nè la quiete della serenità, non controlla nè la paura del dolore nè il piacere della gioia. SA AGIRE MA NON CONOSCE LO SCOPO DEL SUO AGIRE. Così se per nobiltà e Figlio del Cielo e per ricchezza possiede l'impero, non può evitare le sventure".
      Probabilmente, se la crisi del '29 non ha insegnato nulla, ai restauratori del capitalismo "sfrenato" made in USA, perchè dovrebbe averlo fatto la crisi di Lehman &brothers?
      I crukki, almeno lo si sa, nemmeno propongono a se stessi di rinsavire, credendosi perfetti contro ogni evidenza della SStoria...

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  9. Nell'ottica "sbarco in Sicilia" degli Americani, questo post dell'ortottero capo (il primo, per quel che ricordo, a firma sua su temi così espliciti) ci sta a pennello: Colpa dei tedeschi, debito pubblico, fuori dall'euro. Sembra però che la banca centrale possa ritornare sotto il controllo del tesoro.

    Sempre che domani non ci ripensi.

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    1. Sincretismi aporetici di grande spessore. Ma insomma la "colpa" di sto debito pubblico è o non è "di popolo"?
      Risposta del "nostro": "castacorrruzionedebitopubblicaspesaimproduttivabrutto"...
      Ah, ora ho capito...Qualsiasi soluzione applicativa vive sempre in questa plastica cornice teoretica

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