martedì 3 febbraio 2015

IL DISCORSO. IL PERCORSO DEL GIURISTA. IL FUTURO CHE NON POTRA' ESSERE (più) IGNORATO.

 

Un'ondata di commenti sconfortati si allunga nel blog. 
Epperò, non ha senso deludersi per aspettative che non sono ATTUALMENTE realistiche e che non hanno nulla a che fare con quanto ho cercato disperatamente di far presente in questa sede.

A questa marea di sconforto, posso solo rammentare un paio di cose, che, evidentemente spiegandomi male (e avendo forse scritto "troppo") paiono sfuggire ai più (con qualche felice eccezione...).

2. Eccole (modificate ad usum universale):

"Ribadisco quanto detto qui http://t.co/sIt8VvPErw ad altri:

"Se volete i galleggiare in questi mari tempestosi che ci aspettano, abbandonate gli sconforti individuali e ragionate con i parametri che proviamo ad usare qui (senza considerarli secondo criteri non coerenti, diciamo schemi estranei a quelli dell'ipotesi frattalica, quantomeno).

ORA NON POTETE ASPETTARVI NULLA DI DIVERSO.
Non è mai stato in questione.

E non potrebbe, allo stato, essere differente.
Qualsiasi aspettativa sull'attuale Presidenza, va EVENTUALMENTE misurata solo ed eclusivamente sul metro della legalità costituzionale, parametrata ai principi fondamentali e rapportata a singoli snodi istituzionali che si attualizzeranno nelle prossime settimane, mesi ed anni.

Probabilmente, anche su questo piano, avremo un processo lento e non lineare di carburazione.

Ma il 25 luglio è già cominciato: NON fu affatto, nonostante la facile conclusione a posteriori (nulla più che un vulgata illusoria), una "fine del regime", ma un suo TENTATIVO ESTREMO DI AUTOPRESERVAZIONE (moderata e possibilista di fronte alla sconfitta conclamata) che, con l'8 settembre, portò addirittura a Salò da una parte e a un governo fantoccio USA dall'altra.

Se non si tiene presente questo dato storico fondamentale si finisce in aspettative completamente deludibili a ogni nuovo episodio di questa fase.
Va così e andrà anche peggio...prima di andare meglio. E  potrà andare meglio NON PER FORZE ENDOGENE ITALICHE, MA PER UN "CONTROVINCOLO ESTERNO".

Qualsiasi ulteriore "depressione" vissuta sul metro dello schema "arriva un liberatore italico", è solo farsi male (ingenuamente) da soli..."

3. E RI-AGGIUNGO:
"E d'altra parte ripartire dal punto più basso (Napolitano) ma con altri toni, meno perentori e rabbiosamente autoritari, può ("può") far pensare che da questo esordio si possa solo risalire.
Se non altro per dover poi constatare la dura realtà prossima ventura, che andrà oltre gli stilemi di prammatica che distruggono il benessere e la coesione sociale..."

4. In proposito aggiungerei -per una maggior comprensione del percorso che per un giurista risulterebbe indispensabile, seppur impervio, la lettura di questo post qui sotto linkato (che ho RELOADED E AGGIORNATO PER L'OCCASIONE)
Please, vi scongiuro, provate un attimo a seguire con attenzione prima di ricominciare a deprimervi (cosa che potrete pure fare "dopo", ma almeno avendo capito le difficoltà che VERAMENTE abbiamo di fronte): 

4 commenti:

  1. Ciao Quarantotto, vorrei ricordare le parole di Tina Anselmi in una intervista Rai mi pare del 2005 in relazione all'uccisione dell'Onorevole Aldo Moro, non rammento parola per parola ma credo di essere oggettivo nella suo riassunto:

    " L'uccisione di Moro è stato un omicidio politico, con la sua uccisione si è voluto colpire la nuova Repubblica che stavamo costruendo. Con l'uccisione di Moro si è voluto uccidere la Democrazia e il futuro del nostro Paese."
    A cadavere ancora caldo dell'Onorevole Moro l'Italia entrava nello SME, inaugurando la stagione del vincolo Esterno finalizzato a disciplinare il mondo del lavoro, in cambio di cessioni di Sovranità che troveranno la loro piena realizzazione nell'adozione dell'Euro.
    Prendendo a prestito le tue parole, lo Sme e successivamente Maastricht, inizia come la rivincita del liberismo sulle Costituzioni democratiche e pluriclasse e si conclude con la colonizzazione da parte della Germania nei confronti dei Paesi del resto dell'Unione.
    Tutto questo processo iniziato 36 anni fa non solo non ha trovato nessuna resistenza ( a parte qualche singola eccezione) da parte della classe dirigente Italiana, ma al contrario ha trovato una sua entusiastica ed eccitante adesione
    Per Classe dirigente intendo: classe politica, classe bancaria/finanziari/industriale, sindacati, associazioni di commercianti/artigiani/piccola mediaindustria, il corpo accademico, il corpo burocratico dello Stato, l'intera classe giornalistica.

    Questa è la nostra classe dirigente e le scelte scellerate, criminali, disgraziate che sono state adottate negli ultimi 35 anni non sono altro che gli effetti dello spessore intellettuale e morale di essa. Per spessore morale intendo la capacità di rinunciare ad un piccolo vantaggio personale o per affini a favore dell'interesse comune.
    Ora tutto quello che succederà da qui in avanti per fatti esogeni, crollo dell'Euro, crollo di un sistema finanziario internazionale insostenibile, non muta di una virgola il problema di inadeguatezza della nostra classe dirigente di sapere gestire autonomamente il Paese.
    La domanda che mi pongo è la seguente. Abbiamo visto che il popolo lo si può disciplinare attraverso il vincolo Interno (Mussolini) oppure con il vincolo Esterno (Maastricht) , Mussolini sta a Maastricht, come il manganello sta all'euro, ma come si disciplina una classe dirigente, che tracima e deborda dai compiti propri di classe dirigente e porta il Paese verso il baratro?
    Come si disciplina una classe dirigente che sta annichilendo annientando distruggendo il futuro d'intere generazioni?
    Dopo 35 anni che una classe dirigente ha rinunciato al suo compito precipuo, che altro non è che quello di governare autonomamente la propria Nazione nell'interesse della stessa e della sua popolazione, cosa si spera ad una sua intera illuminazione sulla via di Damasco?

    Io dico la mia, o nasce una nuova forza Politica, innervata nei Valori della nostra Costituzione, la quale si prende il Potere ( e qui purtroppo si mette a repentaglio la propria vita, perchè il Potere non te lo regala nessuno) e s'inizia a formare una nuova Classe Dirigente, che abbia a cuore le sorti del proprio Paese oltre alle proprie, oppure la situazione non potrà che deteriorarsi sempre di più. Usciremmo dal vincolo dell'euro perchè è insostenibile, è stato progettato male e se ne daremmo un'altro di più stringente.

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    1. Caro Mauro, hai espresso appieno le mie stesse premesse e conclusioni.

      Ma non c'è modo di "disciplinare" una classe dirigente, per definizione.
      La si può sostituire, rovesciare: in democrazia attraverso il voto. Ma non è un percorso sostanziale molto "sicuro" per evitare la resistenza, a lasciare le ridotte e i "gangli" decisionali", di tutti quanti sono fuori dal diretto livello "elettivo-politico".
      Al continuismo siamo ormai abituati. Tanto più che non abbiamo le "risorse culturali" di massa per accorgecene.

      Un cambio traumatico, come la caduta del fascismo, non fu scevro dal continuismo sociologico della classe dirigente, che, infatti, abbracciò allora l'ordoliberismo (in funzione anti-comunista...e poi sappiamo com'è andata a finire ad oggi).

      Per mutare il quadro almeno politico-elettorale devi avere:
      a) risorse mediatico-finanziarie;
      b) risorse mediatico-finanziarie;
      c) risorse mediatico-finanziarie;
      d) risorse mediatico-finanziarie...

      Non ti appaia uno scherzo.
      Il consenso va con la forza. Da sempre.

      Per il futuro sai come la penso.
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/le-contromosse-dellordoliberismo-2-il.html
      Rammento i fatidici parr.VII-VIII
      Mi paiono sempre più attuali. E tormentati

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  2. Trovando ampiamente condivisibili le vostre considerazioni mi viene pero' da aggiungere che il problema non e' solo italiano ma piuttosto europeo. Le medesime lacune sono da riscontrarsi in Spagna, Irlanda, Grecia, Portogallo ecc. La Francia e' stata un po' piu' brava nel fare gli interessi delle proprie elites e ha una tradizione piu' fortemente statalista, ma non e' stata immune dal disastro, anzi la sua classe dirigente ne e' stata ampiamente promotrice (da Mitterrand a Sarkozi+Hollande). UK e' stata fuori dall'euro ma in quando a ordoliberismo non la frega nessuno. Forse gli scandinavi, forse i russi, sembrano avere avuto una classe dirigente all'altezza. Rara avis

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    1. Ecco. Concordo nella sostanza...Sugli scandinavi attuali ho delle riserve (in fatto di democrazia sostanziale, non hanno da insegnarci nulla)

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