lunedì 26 giugno 2017

AMMINISTRATIVE E VOTO. COME CONCORRERE CON METODO DEMOCRATICO A DETERMINARE LA POLITICA NAZIONALE (ART.49 COST.)


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1. Cosa ci hanno veramente detto le elezioni amministrative, tenendo conto del ballottaggio di ieri?
Un'apparente elenco riassuntivo delle varie prospettive che entrano in gioco in proiezione politica nazionale ce lo fornisce Huffington Post:

Come si può constatare, tutta la suggestione di questi titoli accostati appare oggettivamente legarsi alla irrilevanza del voto amministrativo rispetto alla situazione del centrodestra.

Infatti si deve rammentare che le elezioni comunali sono appunto dette "amministrative", dato che le "città", autonomie locali per eccellenza rilevanti a un livello storico e pregiuridico secondo lo stesso art.5 Cost., sono concepite, in Costituzione, ma in generale negli ordinamenti "moderni", come sede di apparati volti essenzialmente alla erogazione dei servizi pubblici, a rilevanza economica prevalente ma anche di tipo più prettamente "sociale".
I Comuni (enti), dunque, proprio per la loro vicinanza diretta alla popolazione insediata su un territorio urbanisticamente e culturalmente dotato di una certa omogenea unitarietà di interessi sociali, sono erogatori di servizi e utilità varie verso i cittadini e questo ne fa dei "gestori", nel quadro di leggi stabilite dallo Stato o dalle regioni, e di regolamenti attuativi e esecutivi, che, in via subordinata, vengono emanati dagli stessi Comuni.
...
Ma si tratta pur sempre di un potere amministrativo e non di indirizzo politico.

3. In termini molto pratici, molte dichiarazioni "pragmatiche" di sindaci neo-eletti, anche, e specialmente, quando si tratti di vincitori che hanno espugnato una città la cui amministrazione era tradizionalmente detenuta dalla parte politica avversa, sono state nel senso del ripianare i buchi di bilancio, di rivendicare una gestione virtuosa sistemando le "partecipate" e i servizi più importanti (trasporti, raccolta rifiuti, eventuali infrastrutture come viabilità e opere di messa in sicurezza del territorio). 
Il tutto si caratterizza, inevitabilmente, all'insegna della preferenza per future privatizzazioni o si concretizza in  gare per affidamenti a soggetti privati che dovranno risultare trasparenti e risparmiose.
I comuni, per via del patto di stabilità interna, devono essere in pareggio di bilancio: se, aumentando al massimo le aliquote sui tributi locali (su IMU, raccolta rifiuti, sovrimposte sul reddito), o, come spesso capita, inasprendo il prelievo occulto delle multe per infrazioni al codice della strada, ottenessero un attivo di bilancio, dovrebbero imputare tale saldo all'estinzione dello stock di debito pregresso.

4. Queste alcune considerazioni generali della sezione specializzata della Corte dei conti che ci restituisce una realtà operativa che nessun esito elettorale può mutare:
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5. Insomma, un processo discendente parte dalla Commissione Ue e arriva ai singoli comuni italiani e, per quanto i "governati" non lo percepiscano direttamente, finisce per omologare, - sulla tecnocrazia e/o sulla rigorosa osservanza dei criteri di governance imposti in dettaglio dall'€uropa-, ogni aspetto delle funzioni pubbliche nazionali, ogni livello di gestione dell'interesse, un tempo pubblico.
L'interesse pubblico viene rimodellato sulla logica del mercato, della efficienza economica e, dunque, sulla suggestione delle famose "classifiche" di WB, OCSE e FMI, senza preoccuparsi troppo del processo elettorale e delle ragioni sostanziali, cioè la cura e massimizzazione della realizzazione dell'interesse pubblico, che giustificherebbero il consenso elettorale, per le cariche elettive, o la valutazione di buon amministratore per il titolare tecnico di funzioni gestionali.
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D'altra parte, se tutto si basa su reiterate dichiarazioni dello Stato di eccezione, - quindi di ciò che contraddistingue la titolarità della sovranità effettiva-, salta il sistema delle fonti, cioè delle norme sulla normazione previste in Costituzione e la distinzione tra responsabilità politica, misurabile nell'osservanza delle norme inderogabili della Costituzione stessa, e responsabilità amministrativa, tende a perdere di rilevanza.
La democrazia appunto, si riduce al sondaggismo: il sondaggismo è controllo mediatico; il controllo mediatico è realizzazione del paradigma economico sovranazionale e non può curarsi dei dettagli legali, disponendo, ormai, sia della predeterminazione mediatica dei risultati e dei mezzi ad ogni fine, sia del potere illimitato di dichiarare lo stato di eccezione.

6. E non potrebbe essere altrimenti: ad esempio, fare "bene" il sindaco, cioè garantire un soddisfacente e ragionevole livello dei servizi (legalmente) ancorati al territorio, è un compito impossibile
Lo è, impossibile, dal punto di vista finanziario pubblico, perchè la governance tecnocratica funzionale all'ordine sovranazionale dei mercati, così impone con le sue nuove regole super-costituzionali:
Chiunque fallirebbe nel mantenere una popolarità raggiunta nelle urne, a fronte del pareggio di bilancio e dei suoi effetti obbligatori realizzati, a dosi crescenti, con i patti di stabilità interni di stabilità finanziaria che comportano, inevitabilmente e programmaticamente, la riduzione e la soppressione de facto dei servizi più fondamentali resi sul territorio.


7. Questo lungo discorso, tratto da post già pubblicati anni fa, viene riassunto da Alberto in questo sintetico ma eloquente passaggio (sottolineo la parte che, IMHO, andava evidenziata pregiudizialmente): 
"...Se nella tua circoscrizione, poniamo, per mandare sotto il PD, il simbolo PD, il vessillo di chi sta distruggendo il tuo paese, devi votare Lega (o Forza Italia), questo a te non cambia nulla a livello locale (perché nessun sindaco ha i soldi per fare nulla), non implica nulla per le alleanze a livello nazionale: dà solo il segnale che il paese è stanco di chi lo sta distruggendo (un segnale che tu sembra non voglia dare, forse perché ti stai già preparando dentro di te a quello che sai essere l'inevitabile epilogo: l'alleanza fra i due poli euristi, PD e ortotteri).


8. Quindi, la lotta per la liberazione nazionale è ancora lunga, molto lunga, in termini di percorso: in termini di "tempi" in cui tale percorso andrebbe svolto, è un altro paio di maniche. Purtroppo.
Di italiani coscienti, (quantomeno della valenza politica nazionale), peraltro, ne abbiamo in numero crescente:




9. In tutto questo insieme di elementi le prospettive non sono certo incoraggianti: abbiamo parlato nel precedente post della crisi bancaria sistemica, pandemica ed inconclusa, e ieri è uscito il D.L. di "salvataggio", disseminato di presagi e autentiche perle...ne riparleremo.
Ma per rimanere in tema, mi limito a segnalare degli aspetti tattici che costituiscono una bozza di manuale di sopravvivenza. 
Partirei da questo commento al penultimo post:
Ho sempre ritenuto che formare un partito sia un gesto inane, ma ciò non cancella il senso di sovverchiante impotenza che mi opprime, pensare che l'unica risorsa che ci rimane è la preghiera, per quanto sia cosa cristiana non mi dà sollievo.
Il mondo che si và delineando con sempre più nettezza è poco dissimile da un girone dantesco, dove una massa abrutita dalla miseria tribola
Per la vanagloria e l'avidità di pochi, pensare che ciò sia il nostro destino inesorabile salvo l'inatteso, non posso e non voglio crederlo, iniziare a contarci e magari a organizarci non sarebbe un male, nel caso succeda l'inatteso almeno saremmo pronti, Lenin e Trotsky presero in paese con pochi uomini
.

La mia risposta si incentrava su questo passaggio:
"Faccio solo un rilievo logico: per potersi contare ed organizzare occorre che esista, già in atto, una categoria tipologica di cittadini e elettori immediatamente riconoscibile. E non solo: ma già contraddistinta da esigenze e prospettive altamente convergenti.
Così non è, perché, tra l'altro, il "divide et impera" funziona benissimo nel rendere ideologicamente, cioè in via sovrastrutturale, eterogenei interessi di classe strutturalmente convergenti
". 



10. Poi, sempre dai commenti al post di Alberto sopra citato, è venuta un'indicazione che implica molto di più di quanto non appaia a prima vista:
"La politica ha un effetto diretto sulle nostre vite, qui e ora. 
Come ci ricorda il Prof. nei prossimi mesi/anni verranno prese delle decisioni che influenzeranno pesantemente le nostre vite e quelle dei nostri familiari e concittadini. In questo momento storico penso che la razionalità ci debba condurre ad esprimere un voto "operativo". 
Purtroppo siamo in guerra ed in guerra bisogna spesso decidere da che parte stare e non è possibile fare gli schizzinosi.
Inoltre non penso sia vero che l'elettore non ha la possibilità di far sapere agli eletti il motivo del proprio voto
Io e la mia famiglia viviamo al nord ma siamo di origine campana, da sempre di sinistra (io e mio padre proprio comunisti). Oggi e due settimane fa mio padre ha votato lega nord con le mani tremanti e uno sguardo triste (ma determinato).
Io da quando ho iniziato a votare lega nord ho preso la decisione di scrivere ai miei rappresentati locali il perché del mio voto. Un perché che ha un nome e "due" cognomi: Claudio Borghi Aquilini. Se avrò tempo inizierò pure ad andare a dirglielo di persona: guardate che io vi voto per Borghi e per le posizioni su euro ed EU
Perché non fai cosí anche tu? 
Forse se tutti gli elettori con una motivazione simile alla mia mandassero anche solo una mail (che non costa molto) e se le mail fossero in grande numero, credo che i dirigenti (anche locali o fuori dalla diretta cerchia di Salvini) della lega qualche ragionamento inizierebbero a farlo."


11. Ecco: questo è un esempio di prassi consapevole, nonché operativa.
Il metodo suggerito è in realtà rispondente alla ragion d'essere dei partiti prevista in Costituzione (art.49): i partiti divengono "liquidi" e la loro linea risulta sfuggente o contraddittoria? 
Si sfrutti allora l'insieme dei nuovi mezzi tecnologici per "concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale ", da singoli cittadini, ma sapendo che la propria azione è replicabile da un gran numero di elettori in condizioni convergenti.
Questo metodo è molto più di un sondaggio: si realizza dopo, e non prima del voto (nelle "intenzioni" sondaggistiche in cui la domanda su cosa voglia l'elettore è posta in modo da precindere dalla sua reale motivazione). E pone delle condizioni chiare e dirette al destinatario politico. 
Inoltre, è un metodo estensibile a ogni altro partito (eventuale) e ad ogni candidatura veramente significativa (anch'essa eventuale: ma potreste anche riferirvi a Marco Zanni), ai fini della effettiva determinazione della "politica nazionale" che possa salvare l'interesse e la sovranità nazionali.
D'altra parte, se il metodo fosse seguito anteriormente alle elezioni, cioè segnalasse un'intenzione di voto ben "qualificata", esso risulterebbe del pari efficace: avrebbe il valore di una "proposta soggetta a condizione essenziale" e stimolerebbe, sempre che il numero delle "comunicazioni" fosse significativo, la chiarezza degli impegni presi dai partiti.

6 commenti:

  1. Nella provincia di Ancona c' è Fabriano che ha subito una terribile deindustrializzazione coperta politicamente dal pd locale ,legato a doppio filo con famiglia d' imprenditori che hanno fatto prima la fortuna poi la disgrazia della città delocalizzando.L' unica fortuna di chi sta a Fabriano è stata quella di poter colpire la destra liberista ,cioè il pd,senza dover votare lega.Sta al M5s capire che,difendendo i principi sociali della Costituzione c'è un mondo da conquistare battendo il liberismo di governo delpd e d' opposizione della lega.Per come stanno le cose

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  2. Concordo pienamente con Gilberto.
    Penso infatti ci sia una vasta domanda politica non coperta dall'offerta. Domanda di serenità, di giustizia sociale, di legittimo benessere, di legittima speranza per i propri figli, ossia, in sintesi, di "pieno sviluppo della persona umana" per usare il linguaggio della costituzione.
    Premesso che ormai il PD ha definitivamente tradito lo spirito della Costituzione, starebbe sì al M5S comprendere l'ampio spazio che gli si offre di fronte. Il problema di quest'ultimo, però, è che si tratta di un movimento 'non politico': non c'è una visione, una proposta. C'è solo un'affermazione 'per negazione' (noi siamo "contro"), spesso 'urlata' in modo sguaiato ed unita alla sostanziale condivisione delle retoriche ordoliberiste (debito pubblico, corruzione, stato cattivo etc.).
    Esempio pratico: la Raggi, a Roma, dovrebbe, forse, porre il punto sulla sostanziale neutralizzazione politica del voto: con 12 miliardi di debiti, nessuno infatti può fare nulla, né lei ne chiunque i romani avessero votato al suo posto. Dovrebbe portare i libri di atac e ama in tribubale. Dovrebbe, forse, sottolineare che il Governo dovrebbe comunque sostenere il comune di Roma, perché anche se il suo sindaco non è dello stesso partito la Capitale è comunque la vetrina del Paese. Nella realtà, nulla di tutto questo. Si è limitata a parlare di 'contenimento degli sprechi' e ad aprire una sterile polemica con Minniti sull'immigrazione. E' qui che si vedono -secondo me- tutti i limiti politici del M5S.

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  3. Parole Sante. Ricordo ,ai tempi delle comunali a Roma ,il contenuto d' una intervista su ByoBlu ,nella quale s' affermava che il primo passo d' un sindaco all' altezza del suo ruolo ,fosse quello di denunciare il patto di stabilità.Non ricordandomi bene chi fosse l' intervistato non posso far nomi perchè sarebbe sbagliato mettere in bocca a qualcuno un' affermazione non fatta anche se condivisibile,ma era da tanto che non sentivo fare un' affermazione concreta in un panorama dominato dai "sogni".Quanto al criccacastacorruzione mi sembra ,per me che ho una vicinanza con M5s ,che abbia la stessa valenza "cosmetica" dei diritti civili della ex sinistra "cosmopolitan" e dei conflitti localistici o religiosi della destra.Un esempio di come questa mentalità faccia danno è la critica,una fiera di luoghi comuni sul tema "criccacastacorruzionestatoladropagapantalone" al decreto salvabanche venete uscita sul Fatto ,nel pezzo di Fior http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/24/banche-popolari-venete-il-cambio-di-rotta-di-francoforte-non-sara-gratis-berlino-presentera-il-conto/3683306/.Ma il peggio sta nei commenti che danno l' idea della carenza di "risorse culturali"anche tra chi avverte il disagio della privazione sempre più esasperata della democrazia

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    1. Caro Gilberto, lascia stare i commenti del Fatto... Quarantotto ricorda bene immagino le torme di trollatori (con doppi/ tripli/quadripli account) che infestavano i commenti, soprattutto economici, di siffatto giornale... per non parlare della censura preventiva ai commenti... idem per il Sole24Ore, parlo per esperienza personale...

      In ogni caso, tornando IT, mia strettissima parente lavora in ambito comunale... ci parla ogni giorno con i cittadini, esasperati letteralmente dallo Stato sanguisuga che a Bruxelles/ Francoforte hanno creato... gente che va allo sportello con le lacrime agli occhi, lacrime agli occhi ripeto, perchè non c'ha i soldi per pagare le tasse, perdipiù su immobili che si son ritrovati fra capo collo da eredità... persone senza lavoro da tempo o che lo hanno ritrovato da poco che non ce la fanno proprio a pagare e che lo fanno "quando possono"... non c'è fine al peggio... se i giornali/ media italiani denunciassero come fanno con gli inutili articoli sul debito pubblico il patto di stabilità, i miliardi versati al MES e compagnia cantante, se ne vedrebbero delle belle... ma è una speranza vana visto chi siede nei CDA dei vari giornali/media (leggi... banche)...

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  4. A VOLTE RITORNANO

    Sembra si rivivere le metafore delle tetralogie di George A Romeo (Night of the Living Dead, 1968) e delle interpretazioni antitetiche costruitgli artatamente attorno: guerra fredda, Vietnam, razzismo ..

    “.. zombie, dal ’68 ad oggi (ndr, verrebbe da dire qualche decennio prima senza la progressione esplosa in quel decennio) continuano a simboleggiare la massa di persone senza idee, che continua a ripetere gesti e azioni di una stupida routine piena di pregiudizi senza capire che gli succede attorno”

    E ritornano prepotenti nelle paludi del nihilismo (il nulla che avanza) gli stessi protagonisti: i mille prodi cavalieri delle campagne di libertà, libertinaggio, liberticidio, liberalismo a cavalcare il “che cosa importa”, il “non ci sono alternative” per sedare l'ultimo impeto civico del dibattito sorto con il quesito referendario dello scorso dicembre.

    Certo è vero: “anzitutto perché l'attacco imprevisto (eh si, “un giorno ci sarà una crisi” artatamente programmata da sottili strateghi assoldati) che non c'ha dato il tempo di presidporla (eh si, in altre faccende affacendati ad ascoltare gli infiltrati profeti del “liberi tutti”), secondo, perché non abbiamo artiglieria (eh si, artatamente dissolti e evaporati dal Manifesto dei 31, il gotha dell’intellighentia economico-culturale italiana: i Carlo Bo, Rita Levi Montalcini, Umberto Agnelli, Luca Cordero Montezemolo, Giuseppe Tamburrano, Antonino Zichichi, supportato dal quotidiano liberal di E Scalfari e dal Partito Radicale, dalle campagne populistiche referendarie del 1991-1993 conditi con la "cosmesi" del liberal/anti-proibizionista di Mariotto Segni, Marco Pannella, Achille Occhetto post "Bolognina).

    Certo è vero che in qualche residua casamatta sono custodite ancora le “polveri” per predisporre strategie efficaci d'azione contro il ritorno imperiale alla “durezza della vita” ( eh si, è bene ricordarli nei loro manifesti sociopatici interessi di dominio e prevalenza, quanto gli attuatori a raccogliere le bricciole che cadono dalle tavole lussuriosamente imbandite).

    Certo è vero che la ricostruzione di fisici debilitati dal morbo liberista, dalle terapie di austerità espansiva (eh si, Rogoff e Reinhart se la ridono ancora sulle ceneri di John Maynard del “non ci sono i soldi per fare le cose perchè non si fanno le cose che producono soldi” cosi come insegnava che la deflazione comporta trasferimenti di ricchezza ai rentiers inoperosi e ai detentori di moneta da parte del resto della comunità operosa, cosi come l'inflazione comporta il trserimento opposto) è un sentiero lungo ma “questo lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine saremo comunque tutti morti”.

    Certo è vero che si avverte qualche prurito scrotale sentendo responsabili economici di qualche partito (ndr, nel senso “ito”) dichiarare che la regalia decretata (sottolineo DECRETATA) ad uno dei maggiori istituto di credito è in conto “deficit” e non fiscale, beh .. verrebbe da dire “a rridateci er C.A.F.” almeno sui banchi delle scuole dei partiti nazionali s'imparava qualcosa.

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