Questo nella immagine sopra è il preannunzio, in attesa di future e graduali, inevitabili, "riforme", di un futuro invadente, (fossi stato un po' più giovane)...
Qui sotto invece troviamo un diverso argomento. In apparenza. Indaghiamo sulle correlazioni:
1. Il titolo la dice già lunga e l'Huffington lo classifica, non senza un inconscio (o involontario) humor (nero) come notizia politica: e sarà pure un'ammissione involontaria, o forse un messaggio politico subliminale post-trauma elettorale, ma ci conferma l'analisi di Chang (qui, pp. 8 ss.) sulla natura squisitamente politica delle politiche seguite da qualsiasi Stato sull'apertura all'immigrazione, in relazione al livello salariale che si intende riservare ai cittadini già residenti.
Ma tra questi residenti colpiti dalle scelte politiche sull'apertura all'immigrazione no-limits, a ben pensarci (perché ESSI, non voi, finché perdura il vizio del gioco...elettorale, ci pensano benissimo) vanno inclusi milioni di cittadini non italiani: e non senza conseguenze di ritorno sperato del consenso, nel caso in cui, come pare, gli si volesse rendere più agevole l'acquisto della cittadinanza, attraverso regole più elastiche sia quanto alla durata della presupposta permanenza in Italia che per i requisiti legittimanti, sia quanto all'allargamento agevolativo del già esistente ius soli "temperato".
2. Insomma, i primi a capire che aggiungere qualche centinaio di migliaia di "concorrenti" all'anno, ancor più disperati, nelle fila dell'esercito industriale di riserva dei disoccupati, sia lesivo delle proprie personali prospettive di "sopravvivenza" lavorativa, non potrebbero che essere gli immigrati già residenti da anni; e, ancor più, i loro stessi figli, che non potrebbero non constatare il peggioramento del mercato del lavoro (flessibile e voucherizzato, se non direttamente "in nero"), rispetto alla situazione di "primo arrivo" dei loro stessi genitori.
Una prospettiva che, semmai ce ne fosse ulteriormente bisogno, indica come seguire il modello €uropeo, non porti neppure sicuri vantaggi elettorali se ci si dedica senza "gradualità " alla realizzazione del modello di "sostituzione" etnica kalergico.
Sempre dando per "non pervenuti" i millennials autoctoni che vorranno
sempre andare a fare i lavapiatti nel Regno Unito e che dunque si
preoccupano della Brexit, o di piazzarsi in Germania in assistenza Hartz
(che, dicono, in apposite interviste televisive, è sempre meglio che
morire di inedia nei paesi desertificati del meridione italiano).
3. La soluzione ideale sarebbe quella di sopprimere il suffragio universale, cosicché non si debba più rincorrere questa fastidiosa mitologia del consenso, che, si sa, è inefficiente e porta alla spesa pubblica che è clientelare (il parlamento, dovendosi procurare la rielezione, è sotto ricatto e diviene un'istituzione benefica per gli interessi di particolari malcontenti, cioè viene deviato dalla "durezza del vivere": Hayek dixit, qui, p.8): la spesa pubblica, si sappia una volta per tutte e si taccia per sempre, mica soccorre l'essere umano quando, nella sua fisiologica evoluzione esistenziale, ha bisogno della solidarietà della collettività di appartenenza organizzata in uno Stato pluriclasse.
L'essere umano, in sé, conta finché è produttivo: poi, invoca solo immeritati privilegi e, col suo voto egocentrico, si "approfitta", dello Stato (che deve essere governato dalla minoranza libera e naturalmente saggia...e ricca).
E ce lo dice Attali, parlando di vecchiaia beneficiata da un nuovo "diritto" (lui, a modo suo, gli vuole bene all'umanità ): il diritto di autosterminio, con suicidio assistito, previa induzione alla totale disperazione mediante l'abolizione del clientelismo dei corrotti parlamenti (cioè abolizione dell'assistenza sanitaria pubblica e di un sistema pensionistico pubblico).
4. Ma, nell'orizzonte di breve periodo, questa soppressione del suffragio universale farebbe un "brutto effetto".
Se non altro sui risultati delle elezioni del parlamento che, per poterla votare (probabilmente recependo una "direttiva" €uropea nel nuovo quadro dei trattati "riformati" da Merkel e Macron), dovrebbe essere composto da una maggioranza di partiti che avessero tale "punto" nel loro programma.
Da qui, prevedibilmente, la sicura prospettiva di molti e fantasiosi governi tecnici che della previa legittimazione del consenso e del rispetto di un programma elettorale, se ne fregano altamente.
Ora come ora, almeno fino al 2018 (parte prima...), la soppressione del voto (persino dopo la scadenza delle legislature più sgangherate) non passerebbe inosservata: già è tanto che si riesca a far passare inosservato che l'indirizzo politico non si ritrae più dalle previsioni costituzionali fondamentali della Costituzione "lavoristica", ma, totalmente, da decisioni tecnocratiche di istituzioni sovranazionali ordoliberiste.
5. Il Papa, a sua volta, ci dice qualcosa di simile alla visione di Attali circa le linee di tendenza della società auspicata, ma lo fa muovendo da soluzioni più sottili, cioè con una ben diversa abilità comunicativa: millenni di raffinata pratica della caritas e della temperanza insegnano qualcosa al principale e più duraturo organismo mondialista propugnatore della virtù del governo del libero mercato.
Infatti, in un articolo che, sull'Huffington, non appare casualmente accostato a quello sulla "dichiarazione di emergenza sbarchi" ammonisce: "Basta con le pensioni d'oro e gli anziani che lavorano a lungo mentre i giovani restano a casa!". Parola del Papa."
Sentite perché: forse non sarà un "economista", ma Bergoglio sa il fatto suo, in materia di regole attuali del mercato del lavoro e della previdenza, regole che, di certo, non contesta, anzi:
"E' urgente un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell'ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare" ha detto aggiungendo che "è una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti".
5.1. Capite? L'anziano non è che proprio debba andare in pensione: gli si riducano le ore di lavoro, in modo che il calcolo con metodo contributivo della pensione sia meno oneroso per la previdenza (che sia pubblica o privata non importa: quanto predica Bergoglio porta comunque a una riduzione dell'assegno pensionistico). Sulle ore così ridotte, facciamo lavorare i giovani: cioè diffondiamo il part-time involontario (e risparmioso per i datori di lavoro, cioè in favore di supply side), e facciamo dilagare i working poors.
Tanto, per gli anziani a pensioni ancor più miserabili, che comunque, nel tempo, coincideranno con gli attuali giovani all'atto del futuro pensionamento, e per i working poors attuali, in crescita esponenziale, il rimedio è...la caritas, agevolata dal crescente contributo statale verso il "terzo settore"; che si appropria dei compiti che "La Repubblica", un tempo sovrana e fondata sul lavoro, assumeva solennemente come propri.
6. E dunque, pagheremo le tasse non per ospedali, scuole, strade (percorribili), forze di tutela dell'ordine pubblico, trasporti e servizi, pubblici, no: ma per mantenere le ONG, cioè associazioni PRIVATE, che faranno "rete" in chiave nazionale (cioè tenderanno ad assumere posizioni di oligopolio "concentrato", come avvertiva Lelio Basso), ma sempre - e qui fate veramente attenzione- nella prospettiva dei "partenariati internazionali" con altre ONG, cioè associazioni private internazionali, dalle non chiare fonti di finanziamento che possano spiegarne l'incredibile espansione operativa a livello "mondialista", gettando luce sulle intenzioni e i fini politico-strategici dei veri finanziatori.
Ma il messaggio in essenza rimane: Res Publica delenda est!
6.1. Bergoglio, con la sua critica selettiva, in sostanza ci dice: facciamo proliferare i working poors, giovani e vecchi, e colpiamo le "pensioni d'oro", cioè qualsiasi pensione che, pur essendo giustificata da un cumulo di contributi già versati, non sia da miserabile costretto a ricorrere alle premure assistenziali del "Terzo Settore" dei privati caritatevoli, che espropriano lo Stato delle sue funzioni pubbliche più caratterizzanti la legalità costituzionale democratica. Che la sovranità democratica, guerrafondaia e xenofoba (qui, p.1), sia mandata in soffitta dalle reti nazionali di soggetti privati "non governativi", sostitutivi della burocraziabrutta e nutriti dalla spesa pubblica residuata.
Ma sempre nel quadro del "partenariato" coi maggiori soggetti "non governativi" che...governeranno il mondo.
7. Magari, in una sintesi dialettica tra posizioni "miti" ecclesiastiche e posizioni malthusiane attalistiche, si arriverà comunque, dopo un "acceso dibattito" di apparente contrapposizione tra mondialisti delle due fazioni che agiscono separate ma colpiscono unite, anche ad introdurre, laicamente e "da sinistra" (radical-pannelliana), forme crescenti - la pazienza non è mai mancata ad ESSI- di eutanasia "volontaria" di anziani e improduttivi "costosi" in quanto tali.
Queste (programmate) categorie in espansione, infatti, potrebbero sottrarre le future crescenti risorse da devolvere al "Terzo Settore": e poi, come si può fare del bene, - specialmente se si mette nello Statuto-tipo, di derivazione mondialista che si è "buoni&altruisti", cioè tanto preoccupati dell'accoglienza, della "inclusione", dell'ambiente e del riscaldamento globale- se lo Stato, corrotto e clientelare, continua a dedicarsi agli sprechi?
8. Ma torniamo alla emergenza immigrati.
Sempre muovendo dal titolo riportato a inizio post, notare l'emergere improvviso della.."emergenza" (bisticcio di parole intenzionale), scoperta proprio...oggi (cioè non appena assestatisi i conteggi delle elezioni amministrative).
Clamorosa pare questa "ipotesi" di "negare l'approdo nei porti per le navi che non battono bandiera italiana
e non facciano parte di missioni europee. Fonti comunitarie precisano
che l'eventuale blocco nei porti italiani riguarderebbe solo le navi
gestite dalle Organizzazioni non governative".
Notare che l'esistenza di "fonti comunitarie" sull'eventualità (ancora non si sa...) di un blocco, lascia intendere che L€uropa non sia in disaccordo e che, dunque, ci protegga.
9. Dal contesto parrebbe altrettanto deducibile che "fonti comunitarie" siano pure benevolmente non avverse al piano di emergenza, curiosamente sopravvenuta, così schematizzato:
"Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, è dovuto tornare in Italia
mentre era in volo per gli Stati Uniti per affrontare l'emergenza
sbarchi. In un articolo pubblicato sul quotidiano la Stampa viene riportato come il Governo stia pensando a mini-tendopoli per l'accoglienza dei migranti.
La questione principale, al di là dei numeri, è la sempre maggiore complessità nella sistemazione degli extracomunitari sul nostro territorio nazionale. All'esame del ministro ci sono due ipotesi: delle mini tendopoli (due per provincia in modo da non creare dei ghetti, sempre nell'ottica della distribuzione equa e diffusa) al ricorso alle caserme. Non solo: si procederà a una verifica della potenzialità di accoglienza di tutti gli edifici pubblici in disuso (ndr: ma non dovevano essere tutti privatizzati da un pezzo per ridurre il debitopubblicobrutto?) dalle scuole ai capannoni utilizzati in passato come magazzini.
Il piano d'emergenza prevede poi altri due punti:
Uno riguarda l'intensificazione della collaborazione con la guardia costiera libica, formata da nostro personale e dotata di 10 motovedette ristrutturate dall'Italia, e la guardia libica di frontiera, lungo i 5 mila chilometri al confine con Ciad e Nigeria. L'altro si concentra una maggiore collaborazione a livello europeo per stabilire che chi soccorre in mare deve poi farsi carico anche dall'accoglienza. L'obiettivo del Viminale, insomma, è che anche Spagna, Francia, Malta, ma anche Olanda e Irlanda dopo aver recuperato in mare i migranti facciano la loro parte e li accompagnino sul loro territorio invece che sulle nostre coste meridionali."
10. Beh, ecco, per comprendere criticamente la portata di questo "programma" gli elementi ve li ho già forniti: si vede la torsione dialettica determinata da due opposte tendenze.
Da un lato, cercare, nel breve periodo, di non perdere eccessivamente consenso. La gradualità metodologica ha il suo peso in fase pre-elettorale.
Dall'altro, non interrompere il disegno comunque da portare avanti: in attesa del consolidamento delle reti nazionali di associazioni private no-profit, dedite all'accoglienza ma anche alle politiche di sviluppo, si aprono comunque nuove ampie prospettive di affidamenti e "convenzioni" con associazioni e expertise private dato che lo Stato, si sa, non ce la può fare, di questi t€mpi, a stare dietro a tutto.
E poi è troppo impegnato ad autolimitare il proprio "perimetro" per non dover trovare "forme nuove" di intervento. Retribuito a privati. Ma a carico del bilancio pubblico.
11. La spesa pubblica non è sempre brutta: dipende. E poi non può essere bella solo se si concretizza in intervento pubblico di soccorso bancario (privato):
"Nel decreto del governo si legge però che Intesa riceverà dallo stato un “supporto finanziario”
per “un importo massimo di 3.500 milioni”, “risorse a sostegno delle
misure di ristrutturazione aziendale per un importo massimo di 1.285
milioni” con cui accompagnerà all’uscita circa 4mila bancari; e altri 400 milioni come garanzia
sui crediti in bonis che Intesa si porta a casa.
Il tutto a carico del
“fondo salva risparmio” creato lo scorso dicembre per le banche in
difficoltà . A questi esborsi immediati vanno aggiunte garanzie a
copertura del rischio di retrocessione dei crediti che non risultino in
bonis, fino a 6,3 miliardi, e fino ad altri 4 per i crediti “attualmente
in bonis ma ad alto rischio”."
Ilsole24ore lunedì 26 giugno, Elio Silva nell’articolo “L’Italia in prima fila nell’economia sociale”, incita ed esalta l’utilizzo della definizione di economia sociale perché ritenuta la più inclusiva, piuttosto che usare termini come “non profit” e “terzo settore” che sono più mirati. Ribadisce come detto termine sia ritornato d’attualità sia a livello europeo, grazie all’impegno delle istituzioni comunitarie, Paesi e forze sociali, per dare vita ad un “mercato sociale” che affianchi le politiche pubbliche, sia a livello nazionale dove si attendono i decreti attuativi della legge 106/2016 di riforma del terzo settore.
RispondiEliminaRiporta come a fine maggio a Madrid, 11 paesi UE hanno firmato una dichiarazione comune per la creazione di una economia sociale integrata (protocollo dal titolo L’ECONOMIA SOCIALE COME MODELLO PER IL FUTURO DELL’UNIONE EUROPEA che impegna i firmatari a un piano d’azione per lo sviluppo economico che ponga in primo piano le politiche di inclusione delle persone svantaggiate o vulnerabili e che coinvolga tanto le organizzazioni non profit quanto le imprese socialmente responsabili).
Ovviamente l’Italia è stata in prima fila. Silva sostiene che il “nostro paese è da sempre grande sostenitore dell’economia sociale come fattore di crescita per l’Europa” (infatti, dell’Europa, non certo dell’Italia).
Il giornalista si auspica che vengano emanati in fretta i decreti attuativi della riforma del terzo settore dove l’impresa sociale aprirà i confini a tutte le organizzazioni private che esercitano attività d’impresa di interesse generale, senza scopi di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. E gioisce per il fatto che si avrà anche un ampliamento a settori quali la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, la formazione universitaria e post lauream, la ricerca scientifica, le attività turistiche e ricreative (e questa è la conferma che Silva non ha minimamente compreso il fenomeno su cui ha scritto l’articolo sul Ilsole24ore, ed infatti conclude: “L’attuazione della riforma del Terzo settore è una opportunità per ridare smalto alla formula dell’economia sociale e al tempo stesso per arricchirne i contenuti, purchè si scongiuri il rischio di creare nuovi, artificiosi steccati”.
Il Papa dunque, con le dichiarazioni sulle ‘pensioni d’oro’, si schiera (o viene schierato) sulla linea euroliberista, propugnata con particolare fervore da Monti-Boeri-Fornero. Gli uffici ‘legislativi’ del Vaticano gli avranno certo spiegato che, nel contesto politico attuale, sono individuate come ‘d’oro’ le pensioni pari o superiori a 3.000 euro lordi (secondo le precise indicazioni di Boeri), e quindi la sua indignazione è sì rivolta ai pochissimi che hanno pensioni alte (peraltro legittimamente maturate), ma soprattutto ai molti che percepiscono trattamenti da 2.200/2.500 euro netti, con i quali magari mantengono il figlio disoccupato. Ma proprio questo scandalizza oggi le elite, e a quanto pare anche Bergoglio, che ci siano ancora cittadini italiani non ridotti alla mera sussistenza, e che dispongono di un reddito dignitoso. Il progetto di impoverimento sistematico del ceto medio deve proseguire senza sosta, secondo i dettami euristi e di odiatori dell'umanità quali Soros e Attali, mentre nessuna indignazione viene manifestata dal Pontefice per, ad esempio, il contratto da 12 milioni di euro pubblici che la Rai ha confezionato a uno dei cantori della società globalizzata (Fabio Fazio). Ma si sa, quando “il mercato” (?) premia i ricchi, e li fa diventare ancora più ricchi, tutti esultano, anche la Chiesa - che del resto i ricchi li ha sempre amati - mentre la media e piccola borghesia che pretenderebbe di vivere in modo decoroso del proprio lavoro, va colpita senza scrupoli, per creare la nuova società da incubo del 99% di poveri destinati ai lavori precari e schiavizzati, ed assicurare il trionfo definitivo del neoliberismo e dei mercati. Intanto il deputato montiano Mazziotti, presidente della Commissione affari costituzionali della Camera, ha subito sfruttato l’assist del Papa per promuovere la sua proposta di legge di modifica dell’articolo 38 della costituzione (C 3478), che inserisce per le prestazioni assistenziali e previdenziali “i principi di equità , ragionevolezza e non discriminazione tra le generazioni”. Molto istruttiva è la relazione di accompagnamento al testo, che tra l’altro afferma:
RispondiElimina“…l'adeguamento dell'età pensionabile a 67 anni nel 2019 per gli uomini e le donne non sembra sufficiente, da solo, ad affrontare le sfide future… Il quadro nazionale dunque è molto chiaro: viviamo in un Paese a misura dei vecchi di oggi…Ma qualsiasi intervento normativo non può ignorare le discriminazioni e le situazioni di privilegio, che già oggi sottraggono risorse alle pensioni più basse e che, soprattutto, si scaricheranno sulle spalle delle generazioni future”.
Gran bell'articolo.
RispondiEliminaSono incazzato al punto giusto.
Che saranno gli immigrati qui da più tempo ad incazzarsi per primi, credo non ci siano dubbi. Già dai tempi della Lega bossiana pare girassero dei numeri abbastanza interessanti sulla composizione dell'elettorato: per quanto lo spin liberista fosse "via i terùn, via i terùn"... un bacino di voti fondamentale arrivava proprio dai "terùn" di seconda o più generazione, che confidavano di difendere la propria posizione acquisita.
Il disegno in senso strategico è talmente chiaro, limpido nelle sue sfaccettature anche in un approccio multidisciplinare, con pur tanto di supporto teorico e filologico di secoli di letteratura rilevante, che si rimane allibiti dal controllo sulle coscienze esercitato dai media classici e dal Partito (leggi "piddino"), dai media moderni (leggi "grillino"), e... dalla religione. Milioni di persone che non vedono l'elefante nella stanza.
Lunedì mattina ero di umore nero, e ho deciso di sfogarmi col primo piddino che incrociavo: mi capita sotto tiro il mitico ingegnere "socialmente impegnato" che ha letto dal Tramonto dell'euro alla Costituzione nella palude e Finanziamenti comunitari, condizionalità senza frontiere... senza aver capito una beata fava.
Alla sue risposte tanto dialogiche quanto adialettiche - ossia ripetere a pappagallo quello che sente alla TV, citandomi a cazzo le sue innumerevoli letture o gli studi - questa volta, al simpatico sostenitore del bail-in e dello Ius Soli, gli ho detto esplicitamente che non ha i "fondamentali". Che il problema non sono di per sé le sue opinioni, ma che proprio non è oggettivamente in grado di articolare un pensiero. Ha una erudizione incolta, non ha un pensiero logicamente coerente e strutturato.
Si è offeso, porello. È tanto una brava persona, tanto studiosa, tanto socialmente impegnata... (nel terzo settore?)
Mah...
Gli ho ripetuto - glielo avevo già detto - che il suo è un atteggiamento profondamente immorale. (Ovvove!)
Non contento, e non appagato del sangue di chi con la sua incoscienza - ovvero falsa coscienza - aiuta i dominanti a spargere quello dei subalterni nonostante la sbandierata professione di fede, mi sono recato dalle suore missionarie, che, per missione, hanno la sussidiarietà , ossia sono impegnate anima e corpo nel terzo settore.
Dopo aver dato già in precedenza scandalo impugnando la parola di Agostino contro quella paolina, aver rischiato di annichilire una suora recentemente infartata che aveva osato sostenere in mia presenza che "l'immigrazione ce la meritavamo" - « sorella, l'immigrazione se la meriterà lei! » - ho deciso di impugnare Ratzinger versus Francesco (pace all'anima del Santo vilipeso).
Le cene, quando ci sono io, si fanno tese e tetre. L'aria di fa pesante, aleggia dell'eresia, diabolicamente travestita da simpatico « filosofare ».
Alla fine, porelle pure loro, i miei son test di ingegneria sociale, lo faccio per una buona e gesuana causa: risultato?
« Ti dovresti convertire »
Sì, all'Islam.
(Come diceva il nostro Marx nel 1856: « ...c'è un gesuita dietro ogni papa. [...] l'esercito dei gesuiti uccide ogni libero pensiero dal quale il desiderio degli oppressi potrebbe avere possibilità di successo » Ehm... ora non stanno più manco "dietro": sono in prima linea!)
Ma no, lasciamo stare l'Islam, probabilmente basta seguire la Chiesa Ortodossa per rimanere piu' vicini al Vangelo.
Eliminahttp://spazioinwind.libero.it/sanmassimo_decaita/testi/Fondamenti/Fondamenti.htm
Niente principio di sussidiarieta' ed addirittura nel loro documento sui fondamenti della concezione sociale si legge:
"Il carattere universale della Chiesa, tuttavia, non significa che i cristiani non abbiano il diritto a una propria identità nazionale e a una lingua nazionale. Anzi, la Chiesa riunisce in sé il principio universale con quello nazionale. Così, la Chiesa ortodossa, pur essendo universale, è costituita da una molteplicità di chiese locali autocefale. I cristiani ortodossi, pur avendo coscienza di essere cittadini della patria celeste, non devono dimenticare la propria patria terrena."
"Il patriottismo cristiano si manifesta contemporaneamente nei confronti della nazione sia come comunità etica che come comunità di cittadini dello stato. Il cristiano ortodosso è chiamato ad amare la propria patria, che ha una dimensione territoriale, e i propri fratelli di sangue che vivono in tutto il mondo. Tale amore è uno dei modi di attuare il comando di Dio dell'amore del prossimo, che comprende l'amore per la propria famiglia, i connazionali e i concittadini. Il patriottismo del cristiano ortodosso deve essere efficace. Esso si manifesta nella difesa della patria dal nemico, nel lavoro per il bene della patria, nella sollecitudine per l'organizzazione della vita del popolo, anche mediante la partecipazione al governo dello stato. Il cristiano è chiamato a custodire e a sviluppare la cultura nazionale e l'autocoscienza del popolo. La nazione, civile o etnica, quando è del tutto o per la maggior parte una comunità ortodossa monoconfessionale, può essere in un certo senso considerata un'unica comunità di fede: una nazione ortodossa.
Personalmente mi sento molto piu' vicino alla Chiesa Ortodossa che a quella Cattolica (con i suoi dogmi posticci).
Chi come me assiste ogni anno alla parata del 9 Maggio immagino abbia notato che negli ultimi anni il ministro della difesa (Sergej Shoigu, che non e' neppure cristiano) ha aperto le celebrazioni facendosi il segno della croce.
Il motivo e' perche' "la Chiesa (ovviamente quella ortodossa, che e' la religione maggioritaria nella Fedetazione Russa) riunisce in sé il principio universale con quello nazionale".
Con la distruzione della Yugoslavia, la Russia - e prima ancor più l'URSS - è lo stato più multietnico al mondo. (Da non confondere con l'insalatona statunitense).
EliminaLe minoranza etniche - se non erro già dai tempi dello zarismo - hanno sempre avuto maggior tutele giuridiche dei russi, a partire dalla tutele del territorio patrio. (Le eccezioni, con il provocamento di alcune gravi tensioni sezionali, sono tendezialmente concentrate durante lo stalinismo).
Il punto è che una potenza di terra con un confine di quel genere, ha storicamente giovato di una cooperazione tra popoli, in particolare di quelli che stavano alla frontiera.
E la Chiesa ortodossa, nella dialettica dei rapporti con lo Stato russo, non è riuscita ad imporre il liberalismo. E dai passi che citi sembra emergere la sua subalternità allo Stato.
Comunque anche il monoteismo ortodosso ha combinato le sue in Russia...
A proposito di Yugoslavia, chissa' quanti sanno che la distruzione degli anni novanta del XX secolo fu la seconda.
EliminaLa prima distruzione segui' infatti l'assassinio del re Alessando I, quello che aboli' la servitu' della gleba nei Balcani.
https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_I_di_Jugoslavia
L'Italia fascista (che coltivava mire imperiali nei Balcani) fu il principale responsabile della prima distruzione, in quanto protesse e sostenne logisticamente ed economicamente il generale Ante Pavelic (in quel di Casalecchio Reno, da cui infatti parti', senza piu' fare ritorno, l'assassino del re).
https://it.wikipedia.org/wiki/Ante_Paveli%C4%87
Anche in occasione della seconda distruzione della Yugoslavia il governo italiano di baffetto D'Alema ha svolto un ruolo centrale (concedendo basi ed autorizzazione al sorvolo degli aerei NATO, nonche' svolgendo missioni dirette di bombardamento sui civili SENZA DICHIARAZIONE DI GUERRA con i nostri cacciabombardieri AMX) e la Chiesa Cattolica non mi pare ebbe troppo da ridire (per Santa Romana Chiesa gli ortodossi probabilmente stanno un gradino sotto i mussulmani, vedi trattamento EU inflitto alla Grecia ortodossa).
Proprio ieri, festa di S. Pioetro e S. Paolo, mentre ammiravo il panorama dalla magnifica Rocca dei Colonna di Castel San Pietro Romano, qui vicino Roma, riflettevo.
In quel luogo fu rinchiuso Iacopone da Todi (mentre nel paese furono girati 'pane amore e fantasia' ed 'i due marescialli').
http://www.treccani.it/enciclopedia/iacopone-da-todi/
A vedere un gesuita come Bergoglio sul trono papale verrebbe da dire che la lotta per le investiture e' stata infine vinta dall'impero....
p.s.
RispondiEliminaChe Bergoglio fosse malthusiano, sesapeva. Il suo "decrescismo" lo ha sempre ben espresso dalle prime encicliche.
Altrimenti perché dalla corrispondenza della Clinton è emerso il probabilissimo coinvolgimento delle oligarchie mondialiste e antiumane nella « primavera cattolica » intorno al "defenestramento" di Ratzinger?
Proprio così, quel maledetto principio di “ sussidiarietà ” . Mi permetto di richiamare ad integrazione del post quanto avevamo illustrato qui (p.4) a proposito del “nuovo modello sociale” da €SSI disegnato con libri verdi e bianchi, base teorica dell’ingegneria sociale totalitaria divulgata con linguaggio orwelliano. La virtuosa alleanza tra mercato e solidarietà e l’autosufficienza di ciascuna persona. E la gente queste favole le beve pure!
RispondiEliminaSeguaci del neoliberismo nostrano (pagg. 7-16) ci spiegano con chiarezza in che modo la dottrina sociale della Chiesa stabilisce un granitico punto di tangenza con l’individualismo metodologico liberale “ almeno nella sua versione austriaca” (quella di Hayek):
“… crediamo che la riflessione di Luigi Sturzo, ci possa aiutare a cogliere la sostanza delle questioni …, offrendoci un’inestimabile fonte di riflessioni e di idee. Quanto al tema della libertà individuale che si intreccia inevitabilmente con quello che abbiamo chiamato… personalismo metodologico, crediamo che essa possa essere meglio compresa se assumiamo come chiave di lettura il riferimento antropologico: il carattere centrale, unitario e trascendente della persona umana. Caratteristica peculiare del personalismo sturziano è il mettere instancabilmente in evidenzia i rischi ai quali andrebbero incontro le democrazie moderne qualora perdessero di vista il carattere unitario della vita personale ed il suo orizzonte etico, descritto dal nostro autore come “ la tendenza di ciascuno a fare se stesso centro della propria attività interiore ed esterna, ad espandersi, a realizzare sé e le proprie facoltà , a cercare in sé e fuori quel che risponde ai suoi bisogni, alle sue aspirazioni, alla vita». AL CENTRO DI QUELLO CHE STIAMO TENTANDO DI DEFINIRE COME PERSONALISMO METODOLOGICO, C’È LA PROFONDA CONVINZIONE CIRCA IL PRIMATO DELLA PERSONA SULLA SOCIETÀ, ... Nella prospettiva sturziana, inoltre, la società appare come una "proiezione multipla, simultanea e continua di individui considerati nella loro attività "… la società , in quanto "proiezione" della libera, responsabile e creativa azione umana, riflette le stesse caratteristiche dei soggetti che con le loro azioni contribuiscono alla sua costituzione …”.
Interpretazioni? Ma nemmeno per sogno. E’ proprio la dottrina sociale della chiesa: “… lo Stato è chiamato a rispettare l’iniziativa privata, l’autonomia della famiglia e soprattutto dei sindacati, limitandosi “ad aggiungervi, quando il caso lo richiede, tutela ed appoggio” (punto 2.1.) . Il blog ha parlato molto di questi argomenti e mi scuso per le ripetizioni. Ma forse repetita iuvant. (segue)
Rammentiamo che Lelio Basso (insieme a Palmiro Togliatti), in Assemblea Costituente si scagliò con decisione contro il principio di sussidiarietà e del primato della persona sulla società , retaggio dell’individualismo metodologico “… Non sono d'accordo sul concetto, illustrato dall’onorevole La Pira e ribadito dall’onorevole Dossetti, della priorità della persona umana sulla società organizzata in Stato… rilevo che le ideologie affiorate nella discussione di ieri riflettono, nonostante un tentativo di superamento, quella di un’epoca individualista, ormai passata…” (la vecchia scienza dell’800). E convinse sia La Pira che Dossetti (che erano persone oneste).
RispondiEliminaOggi il concetto ce lo ripropongono ad ogni occasione . Quando si capirà che la chiesa cattolica, con il suo quietismo delle masse, non c’entra proprio nulla con il Vangelo? Ditemi un principio neoliberista che non sia difeso dal mondo cattolico, uno solo. Non a caso la teologia della liberazione non poteva essere che bollata come eversiva perché ritenuta troppo in simbiosi con il comunismo brutto. Perciò Basso aveva perfettamente ragione ad etichettare il cattolicesimo come instrumentum regni.
Si è ribaltato tutto di 180° (in perfetto stile ordolib€rista): dallo Stato che interviene in prima battuta in quanto suo obbligo costituzionale e lascia il “terzo settore” come strumento sussidiario, al terzo settore che deve intervenire in prima battuta, con lo Stato che diventa una misera ruota di scorta.
(Anzi nemmeno ruota di scorta. Parlavo proprio la settimana scorsa con un mio amico volontario della protezione civile che si occupa di prevenzione e di intervento in casi di incendi nonché di pulizia dei letti di fiumi e torrenti. Fino all’anno scorso gli rimborsavano almeno le spese vive – per intenderci, il gasolio per l’utilizzo dei mezzi -. Quest’anno non ci sono nemmeno quelle. Mi ha detto chiaramente che se scoppia un incendio, quest’anno la sua squadra non interverrà . Quando gli ho spiegato il problema è sbiancato )
Devi sentire cosa dicono i dossettiani d'oggi, tanto vicini al pensiero di Andretta e Prodi! Così proiettati - testuali parole - verso "il governo unico mondiale!"
EliminaMa a parte che prima di arrivare a questo "kantiano" governo unico mondiale, si dovrà "spezzare le reni" a qualche miliardo di abitanti degli Stati ex coloniali, o ex sotto scacco delle cannoniere (v. India e Cina, per dire), che non sono affatto d'accordo, - e per arrivarci ci dovrà essere una progressione di conflitti regionali tattico-preparatori in vista di quello finale (v. Russia, Iran e Turchia più Sud America in blocco)- rimane poi l'effetto pretoriani non gestibile neo-dossettianamente:
Elimina"Il modello hayekiano, ha un solo limite: l'enorme apparato poliziesco che esige per mantenere la "pace" sociale, - non quella esterna, predicando infatti un Grande Fratello mondialista, discreto e anzi meta-politico, che elimina la Guerra tra gli odiati Stati.
Il sistema hayekiano di carità pelosa sussidiante la disperazione a scopo di "autoprotezione", infatti, ha il piccolo difettuccio di essere autofago nel lungo periodo (crescita della disperazione diffusa con simultanea decrescita dei bilanci "residuali" dello Stato).
Sai qual'è il momento di crisi del sistema quando è ancora "in fieri"?
Quando la gente non può più permettersi di comprare il giornale e la TV-bislinguistica perde ascolti rapidamente. E in più, gli intelligentoni hanno persino creato un clima di depauperamento, etico e materiale, delle forze di polizia, in quanto pubblici dipendenti.
CI RAMMENTA QUALCOSA DI MOLTO ATTUALE, NO?
L'unico esito possibile (di cui in Grecia si è già vista l'opera), è la PRIVATIZZAZIONE DELLE REPRESSIONE mediante contractors privati in operazioni di piazza.
Ma pure quelli costano parecchio, e per di più, i dipendenti dei contractors militar-polizieschi siano anch'essi lavoratori precarizzati, preconizzando "l'effetto pretoriani" di cui abbiamo parlato ne "La Resa".
http://orizzonte48.blogspot.it/2014/12/la-concessione-beveridge-o-leffetto.html?spref=tw (rinvio al nostro precedente dialogo in quella sede)
Ormai, caro Bazaar, hanno tutti il cervello devastato da minchiate; nella migliore delle ipotesi sono dei buffoni da operetta. Nulla a che vedere con i nostri Costituenti che in Assemblea lavorarono in armonia, avendo di mira esclusivamente l’interesse del Popolo, come ci racconta un emozionato Basso (sempre lui), allorché in un suo intervento spiegava il rapporto tra Resistenza e Costituzione:
Elimina“… è rimasta una profonda volontà democratica e uno spirito unitario che ha affratellato in un primo momento i partiti: sarebbe stato difficile, almeno ai grandi partiti di massa, non tenere conto che erano stati loro i partiti della Resistenza, che comunisti, socialisti, democristiani avevano combattuto assieme per queste stesse idee generali. Che qualcuno si richiamasse, come il mio amico La Pira, a qualche realtà trascendente, non aveva nessuna importanza: avevamo però combattuto insieme per un certo tipo nuovo di Italia. Fu questo, secondo me, il cemento che unì almeno i tre grandi partiti di massa…
Insieme abbiamo elaborato la Costituzione, e io ho conservato un ricordo vivissimo della prima sottocommissione della commissione dei settantacinque, dove socialisti, comunisti e democristiani abbiamo insieme steso la prima parte della carta fondamentale. Insieme con me e con i miei colleghi socialisti c’erano i comunisti Togliatti e Concetto Marchesi, fra i democristiani c’erano La Pira, Dossetti e Aldo Moro, allora giovanissimo, c’era Corsanego che era un uomo di alto valore, c’era Tupini, presidente della prima sottocommissione.
E noi potemmo lavorare, come ha ricordato La Pira, IN COMUNIONE DI SPIRITI perché su molte cose, non su tutte (l’art. 7 sta a testimoniare i nostri dissensi), eravamo d’accordo: INNANZI TUTTO SUL FATTO CHE AL CENTRO DELLA COSTITUZIONE, AL CENTRO DELLA VITA DELLA REPUBBLICA, AL CENTRO DELLA DEMOCRAZIA, CI DOVESSE ESSERE L’UOMO, il valore dell’uomo, ma non l’uomo isolato, non l’uomo singolo nell’individualismo settecentesco e ottocentesco, l’individuo contrapposto alla collettività , l’uomo nel senso liberale della parola, MA L’UOMO COME ESSERE SOCIALE, l’uomo come membro della collettività , quindi l’uomo come centro di rapporti umani. Questo credo sia stato l’elemento fondamentale che ci ha unito e ci ha permesso molte volte di andare avanti anche abbastanza rapidamente.
Forse La Pira ricorderà , come al di fuori delle sedute ufficiali (di cui gli storici della Costituzione trovano traccia non nei verbali stenografici, che non esistono, ma nei verbali sommari che esistono e che però non sono esattissimi: io l’ho constatato per quanto mi riguarda), ci si riuniva anche in riunioni private in cui c’erano i tre professori della DC, La Pira, Dossetti e Moro, c’ero io per il PSI e c’era Togliatti per il PCI… Quindi I TRE PARTITI LAVORARONO VERAMENTE IN UNO SPIRITO DI FRATERNITÀ, DI UNITÀ…” [L. BASSO, Interventi in Stato e Costituzione. Atti del Convegno organizzato dal Comune di Alessandria, a cura di F. Livorsi, Venezia, Marsilio, 1977, 65-70]. Uomini decisamente di altri tempi.
Se sento ancora qualcuno degli odierni trogloditi parlare di conventio ad excludendum e di Costituzione come “brutto compromesso”, giuro che lo querelo
Ma Bergoglio si è il Papa, ma non il solo. Un Papa non rinuncia... E Ratzinger, da tanti odiato (a torto), non si è dimesso. Un Papa non si dimette. Il Papa, in realtà , sono due... gli errori nella sua lettera di dimissioni non sono passati inosservati nemmeno allo storico Luciano Canfora... e poco prima delle dimissioni SWIFT aveva di fatto isolato il Vaticano... non c'è da meravigliarsi quindi, Bergoglio è un prodotto di qualcuno... io invece mi ritrovo come Bazaar... o come Don Chisciotte se vogliamo... a lottare contro i mulini a vento... questo post rabbioso rispecchia fedelmente il mio stato d'animo, che da troppo tempo mi pervade... grazie Presidente.
RispondiEliminaLe ONG e la loro indipendenza politica: la garantisce pure il nome, no? Si tratta solo di capire da quale "governo". Un piccolo sguardo a un passato non remoto può fornire qualche elemento di riflessione:
RispondiElimina"Since 1992, United States Government democratic reform programs and public diplomacy programs, including training, and small grants have provided access to and training in the use of the Internet, brought nearly 40,000 Russian citizens to the United States, and have led to the establishment of more than 65,000 nongovernmental organizations [avete letto bene: c'è proprio scritto 65.000], thousands of independent local media outlets, despite governmental opposition, and numerous political parties."
(La fonte, per la cronaca, non è un sito "complottista", ma il Congresso americano.)
Insomma, indipendenti da un governo non vuol dire indipendenti da tutti gli altri...
Beh, in 40.000 bastano per fare le "folle" che si oppongono alla corruzione del sistema dittatoriale di Putin: almeno per farsi fotografare da qualche independent local media outlet che poi ridiffonde in tutto il "mondo libero" l'EROICA resistenza contro lo spaventoso problema della corruzzzzione, che si crea quando non si vuole importare abbastanza democrazia.
EliminaIn Italia questo è impossibile che si verifichi: le ONG nascono e proliferano per lo spontaneo ed autentico afflato a fare del bene, astretti, i finanziatori e promotori, dalla necessità di fronteggiare tanta inefficienza della spesapubblicaimproduttiva.
Certo, laddove - come in Ungheria- sorgessero rigurgiti dell'interesse pubblico rivedicati dalla sovranità statale, si tratterebbe di sicuro di neo-fascismo xenofobo: e seppure fosse votato dalla maggioranza dei cittadini, ingrati verso L€uropa che tanta crescita e benessere gli ha assicurato, sappiamo già l'orgine di tutti i mali: HASTATOPUTIN!
Infatti basta vedere, caro Arturo, il ruolo di destabilizzazione che stanno svolgendo le ONG in Venezuela
RispondiEliminaSoldi spesi bene, se ci pensi, considerati gli interessi che vi stanno dietro
Bergoglio è il dittatore dello Stato antidemocratico e assolutistico più longevo della storia, la cui manifestazione più duratura e continua, nei secoli dei secoli, è il Delirio del Potere, un delirio assoluto, un delirio che ha portato i suoi rappresentati a compiere qualsiasi oscenità nella piena convinzione di essere dalla parte giusta, cioè dalla parte di Dio: si propongono infatti come gli infallibili depositari della Giustezza Assoluta, perché rappresentati della Sua voce. Il Vaticano ha affinato la sue tecniche di propaganda e di potere in due millenni di storia del cristianesimo; come tutti i dittatori capi di stato tesi alla conquista colonialista, il Papa non fa che interferire e sabotare, con tutti i mezzi, il regolare funzionamento e sviluppo degli stati sovrani; ma la differenza tra un Schäuble, una Merkel e un Bergoglio, è che i primi non raggiungeranno mai la raffinatezza comunicativa e la sottigliezza dei successori di San Pietro. Se Bergoglio afferma "basta con le pensioni d'oro", oppure "accoglieteli tutti" riferito ai "profughi", l'impatto comunicativo è sbalorditivo; le sue esternazioni appaiono come giuste a priori, perché "ispirate" dal Cielo, senza secondi fini, dette per il bene dell'Umanità , intrise di Umanesimo e Solidarietà , tese verso una Verità Universale valida per tutti i popoli, anche quando le loro conseguenze possono portare in tutt'altra direzione; nessun altro capo di stato porta dietro di sé questa "aura" Magnifica e disinteressata.
RispondiEliminaIl Vaticano è il sommo rappresentate della Società dello Spettacolo, cioè di quella forma di assoggettamento psicologico totale, in cui ogni singolo individuo è isolato dagli altri ed assiste nella più totale passività allo svilupparsi di "un discorso ininterrotto che l’ordine presente tiene su se stesso, il suo monologo elogiativo", il monologo bergogliano.
La monoteistica e totalitaria complexio oppositorum: l'origine delle nevrosi da sensi di colpa e del bipensiero.
EliminaDel Vaticano è la prassi del dire tutto e il contrario di tutto con toni altamente altisonanti; dello schierarsi da tutte le parti; i successori di Pietro possono anche arrivare a lodare astutamente la Costituzione italiana....ma non prima di aver fatto un preambolo magnificando l'operato dei Padri Fondatori...dell'Unione Europea che lottavano contro gli "egoismi" nazionali (indi per cui il seme che si impianta nel discorso collettivo è che l'Unione de Leuropa dovrebbe essere il punto di arrivo di un percorso che ha avuto la Costituzione italiana come prima, e provvisoria, tappa); i successori di Pietro cavalcano l'onda della stigmatizzazione della mancanza di lavoro, e quindi di mezzi e di beni, per i giovani, della loro mancanza di soldi e stabilità di reddito per crearsi una famiglia e dei figli, per poi affermare che i giovani devono allontanarsi dai "beni" e dal "consumismo" e dirigere lo sguardo verso Dio (indi per cui il seme che si impianta nel discorso collettivo è che si può anche creare una famiglia proletaria con molti figli partendo da genitori stabilmente working poors, dove il concetto di "dignitoso" riferito al reddito diventa molto relativo, ed infatti, il modello che si vuole importare, assieme ai profughi, è quello delle famiglie terzomondiste, che si accontentano di una vita semplice e grama ma "virtuosa" perché priva di tutti i "lussi" che corrompono l'anima, come, ad esempio, una casa di proprietà sufficientemente ampia, dei mobili, degli elettrodomestici, un telefono, un computer, del cibo di buona qualità , un impianto di riscaldamento che funzioni nei mesi invernali, la possibilità di andare in ferie, di viaggiare, di godersi un po la vita con la propria famiglia; la possibilità di mettere da parte dei soldi, di fare progetti con i propri risparmi, per sé e per i propri figli; oppure l'AVERE servizi pubblici di qualità forniti dallo stato, come scuole, ospedali, ecc....tutte quelle cose che, cioè, incentiverebbero gli "egoismi" nazionali.
RispondiEliminaMa il Vaticano non è solo teoria; se, ad esempio, i "profughi" devono essere TUTTI TUTTISSIMI accolti, i mezzi finanziari, immobiliari e le ONG che il Vaticano movimenta (anche con l'aiuto dei finanziamenti degli stati democratici) sono altrettanto sbalorditivi; l'immenso patrimonio immobiliare di proprietà del Vaticano è lo strumento con cui si mette in atto questa tratta degli schiavi: Chiese, sedi di Onlus, le varie Caritas, Comunità di Sant'Egidio, dove i "profughi" trovano rifugio e ristoro, a volte aggirando anche le leggi degli stati che li "accolgono". Come successe, del resto, con l'Operazione Odessa, e il salvataggio dei nazisti in fuga.
Evidentemente Attali, che ha superato i 70, si era dimenticato di aggiungere la postilla "tutti tranne IO".
RispondiEliminaIl danno che certi filibustieri producono nella società non si misura all'anagrafe ma nel loro disprezzo per l'umanità .
Quanto a Bergoglio, non è una novità che la stessa sopravvivenza della Chiesa (dal vertice a tutte le sue diramazioni e missioni) dipenda in larga parte da povertà e diseguaglianza.
Personalmente ritengo che, per quanto retorica possa essere, l'azione dell'oratoria papale rispetto alle masse ed alla loro ricettività psicologica vada considerata, ai fini dei suoi possibili e potenziali effetti, in uno spettro molto ampio.
RispondiEliminaÈ fenomeno frequente ascoltare Bergoglio mentre innalza la bandiera lavorista e mentre condanna l'incostituzionalità di una pratica dell'esecutivo politico che sembra si sia dimenticato di difenderla. Anche se muoviamo le nostre riflessioni dall'aspetto demagogico dell'oratoria bergogliana ed interpretandone, quindi, i contenuti come sostanzialmente a favore dell'establishment ordoliberista, si deve considerare che le masse, dalla leboniana psicologia, si dispongono alla ricezione della parola in modalità archetipicamente adleriana, allo stato primordiale, irrazionale, scevro, quindi, da filtri valutativi di natura individuale. Esse si fermano, così, a navigare sulla superfice di ció che viene proferito loro.
Se è vero, dunque, che per poter leggere tra le righe il vero contenuto dei sermoni papali sia necessario disporre di cognizioni culturali in grado di illuminare la strisciante profondità del reale (ed alquanto macabro...) "progetto" che ne impernia il substrato tematico, è altrettanto vero che tali conoscenze non sono, senza dubbio, appannaggio della maggior parte degli individui che compongono la moltitudine.
La convergenza degli elementi appena descritti puó catalizzare processi che, potenzialmente, possono orientarsi in più direzioni. Essi possono, infatti, alimentare sentimenti di natura attivamente rivoluzionaria, oppure possono soffocare tali moti in quanto l'energia esercitata dalla spinta della frustrazione condivisa viene intercettata e canalizzata nell'istituzione ecclesiastica, delegandole tacitamente quel mandato operativo che potrebbe essere in grado di soverchiare il sistema ostile, amorale, incostituzionale, che sta opprimendo la società dei "comuni mortali".
Soltanto quest'ultima condizione andrebbe effettivamente a servire le oligarchie mondialiste, in quanto permetterebbe loro di operare una "gesione" di un pericoloso sentimento reazionario, fisiologicamente sorto dalle loro stesse azioni e connaturatamente endemico.
È un po' quello che accade attualmente al sindacato del lavoratori.
Il sodalizio chiesa-sindacato trova, quindi, la sua massima espressione nella gestione dell'ordine sociale, mediante il suddetto sistema di intercettazione-delega dell'immane blocco energetico popolare al quale applica un "dissipatore" per poterlo comsumare (nel nulla) in modo ordinato e controllato.
Ma anche per il "potere" vige una sorta di principio di indeterminazione di Heisemberg e sono soltanto loro che forniscono, in modo attivo e sequenziale, tutti gli stimoli ad un sistema che è estremamente dinamico e potenzialmente imprevedibile.
È da considerare, infatti, l'importanza del "sedimento", per dirla montianamente, che la denuncia papale all'incostituzionalità delle pratiche del sistema imperante, lascia come valore cognitivo in pasto alla massa popolare, con effetti potenzialmente imprevedibili.
La speranza è sempre l'ultima a morire...
Sul carattere sedativo degli interventi papali (intercettazione e dispersione del violento malcontento) non ci piove.
EliminaNon vedo però esiti alternativi possibili (e, sicuramente, intenzionali) a questo effetto: se si analizza il contenuto specifico di queste esternazioni, si constata come siano attentamente calibrate (probabilmente dall'ausilio di esperti ben edotti del quadro normativo-istituzionale condito e condendo) in modo tale da non contestare, ma anzi rafforzare, le linee dell'agenda neo-liberista.
Il caso qui considerato ne è un esempio eloquente: si evoca l'eccessiva età di pensionamento solo per suggerire, poi, NON di riportarla a limiti rispettosi della dignità dei lavoratori, ma per fare posto, in part-time, a giovani (necessariamente pur essi in part-time).
Più di tutto, si sbandiera l'effetto "conflitto generazionale" che è il portato più diretto di un ordinamento modellato sul gold standard (o moneta equivalente) e sul pareggio di bilancio. Questo è il vero target diffusivo della comunicazione ed è diametralmente opposto ai parametri costituzionali.
D'altra parte, non mi risulta che mai questo od altri papi si siano mai richiamati alla nostra Costituzione in termini espliciti e concreti: piuttosto, se ne guardano bene perché ciò risulterebbe auto-delegittimante sotto ogni profilo (il primo dei quali è che nel Vaticano lavoro e diritti sociali sono da sempre regolati in modo difforme e autoritario rispetto alla nostra Costituzione).
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RispondiEliminami ricordo dell' intervento di Purcaro all international forum No Euro del settembre 2016,quando affermava che il ceto intellettuale e lavorativo che ruota intorno alle "opere pie "ha ormai voltato le spalle allo stato nazionale, ormai in ritiro sul fronte dell' assistenza ai cittadini ,e all' idea di sovranità democratica.Questa è la base sociale alla quale si rivolge la chiesa e la sinistra "cosmopolitan"che impedisce il dibattito sulla recupero della sovranità democratica perchè difende il suo attuale datore di lavoro e ruolo sociale che sono le organizzazioni transnazionali UE in testa.
RispondiEliminaE questa base sociale è quello che resta della sinistra, dei "vecchi compagni", di "quelli che hanno fatto le lotte".
EliminaDopo il collasso dell'URSS è venuto l'attacco più duro del liberismo: "comunisti assassini, criminali con le mani che grondano sangue!" e il buon Veltroni disse che "la sinistra doveva scusarsi per Pol Pot" (cosa c'entra Pol con me, o io con lui?).
E in questa situazione di impotenza tanta gente (anche brave persone, anche vecchi amici) si è rifugiata nelle opere buone, sono diventate damine della San Vincenzo che "almeno fanno qualcosa".
Già , e cosa?
La prima e fondamentale impotenza è non riuscire a capire cosa sta succedendo.
Studiare e cercare di capire sono la sola difesa.
Un OT sul termine "datore di lavoro" che da alcuni decenni è sempre più usato (anche nella legislazione), e che secondo me è un sovvertimento polare del giusto senso dei rapporti, indotto dal liberismo e di cui vi chiedo conferma.
RispondiEliminaNella verità delle cose - secondo me - Il lavoro lo dà o lo offre chi lo esercita, offrendo il suo tempo ed energia - in cambio di un giusto salario e varie tutele e garanzie - a chi lo domanda per perseguire un determinato obiettivo ed eventuale profitto.
Nei nostri tempi di disoccupazione strutturale invece, sembrerebbe invece che il lavoro lo dà , lo offre, chi ne gode i benefici a coloro che sono costretti a domandarlo, ad elemosinarlo.
Dulcis in fundo... Non c'e' solo la legge del terzo settore.
RispondiEliminahttp://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/tisa/index_it.htm
Se passassero entambe le iniziative potrebbe essere il colpo del KO definitivo ai diritti sociali.