lunedì 27 luglio 2015

PIU' FILOGERMANICI DI SINN (che è "quasi" d'accordo con Stiglitz): IL 25 LUGLIO E LA NEO-SALO' GIA' INTRECCIATI

http://cronologia.leonardo.it/storia/a1943zzz.jpg

1. Dialogavamo via mail con Sergio Govoni:
"...dovendo fare il punto frattalico della questione quali elementi vedresti  a conferma dell'attualità del 25 luglio (tra situazione interna e internazionale)?"

Ed ecco la risposta di Sergio:
"Schematicamente, questi elementi (o suggestioni) mi vengono in mente:
- Alla riunione del Gran Consiglio corrisponde il riposizionamento pubblico dei vari Gallino etc, come da post di Bagnai.
- Alla consapevolezza che la guerra è ormai persa da parte tedesca corrisponde la proposta di Schäuble alla Grecia di uscire dall'euro, così come all'inasprimento militare la proposta di "ministero delle Finanze della zona euro" uscita, mi sembra, ieri.
- A Radio Londra corrisponde, in maniera vagamente sotterranea, il New York Times: pensiamo agli interventi di Krugman e di Stiglitz e ad altri suggestivi articoli, come quello che hai citato a Milano in cui si diceva tranquillamente che i media greci sono controllati oligarchicamente.
- Allo sbarco in Sicilia: una linea di credito USA per il debito short term italiano sull'estero (quello che Francesco Lenzi aveva quantificato l'anno scorso in 580 miliardi, http://orizzonte48.blogspot.it/2014/05/le-incerte-opzioni-di-salvezza-italiana.html).
Del resto Stiglitz in un'intervista su Repubblica ha parlato di una linea di credito della Fed per la Grecia (però per evitare la Grexit: "E visto che la Bce non vuole adempiere alle sue responsabilità, la Federal Reserve deve creare una linea di credito speciale per la Grecia."
http://www.repubblica.it/economia/2015/07/11/news/joseph_stiglitz_america_in_prima_linea_bisogna_evitare_grexit_e_quel_referendum_non_e_stato_inutile_-118865539). 
Più in generale, qualche altra misura che possa sembrare una mano tesa sul lato finanziario, forse anche soltanto annunciata.
- Allo sbarco in Normandia che cosa può corrispondere? Forse un bailout delle banche francesi quando esploderà la Deutsche Bank?
Viene anche da pensare che alla NATO possa poi corrispondere frattalicamente il TTIP
". 

2. Apro e leggo l'International New York Times di oggi, alla pagina degli "autorevoli commenti" e, a conferma delle intuizioni di Sergio, mi ritrovo due articoli, rispettivamente di Stiglitz e del "mitico" Hans-Werner Sinn (/pag.8). 
Il primo lo trovate in rete qui, essendo del New York Times (edizione USA) di due giorni fa. Titolo: "Greece, the Sacrificial Lamb".
Il secondo anche; e ha un titolo ancora più interessante, considerato che si tratta di Hans-Werner in persona (e non "semplicemente" di Herr Schauble): "Why Greece Should Leave the Eurozone"

Il "succo" del primo (per chi facesse troppa fatica a leggere in inglese), è una certa conferma che Radio Londra in effetti, continua a trasmettere: nonostante qualche cedimento sul fronte "inglese"
A pagina 18 dello stesso "International" c'è infatti un articolo di un giornalista inglese, Hugo Dixon, - che si qualifica, non a caso, per essere pro-permanenza di UK dentro l'UE-, secondo il quale in Grecia le cose potrebbero andare "benissimo" a posto. Ciò in quanto la Grecia applichi tutte le misure di riforma chieste dall'ultimo accordo coi creditori e ottenga un nuovo accordo entro la fine di agosto, cioè credito aggiuntivo senza ulteriori condizionalità  (!), sicchè, divenuta la Grecia credibile (insomma, Mario Monti style), si giunga all'inclusione della stessa Grecia nel programma BCE di acquisto di titoli, cioè nel QE da cui è ora esclusa. 
Per Dixon, il clima di fiducia così restaurato e gli interessi ridotti sul debito pubblico, consentirebbero - coi fondi aggiuntivi apprestati dai creditori (dopo il nuovo accordo fattibile per fine agosto),  sotto la supervisione della BCE- di ricapitalizzare il sistema bancario greco per un ammontare tra i 10 e i 25 miliardi di euro. Ciò consentirebbe di rimuovere i limiti attualmente imposti alla circolazione dei capitali e di evitare un bail-in prevenendo l'ulteriore rush dei depositanti in corso (da anni) in Grecia. 
Fatto questo, la Merkel consentirebbe di ristrutturare, quanto a scadenze e livello degli interessi, il debito greco verso le "istituzioni". Il tutto, secondo una visione in cui si afferma esplicitamente che la crescita dipende essenzialmente dalla "fiducia", a partire da ottobre (quando cioè si farà il consuntivo della realizzazione credibile dell'austerità da parte dei creditori-€urogruppo).

3. Capite bene che questa approssimativa visione macroeconomica, tutta incentrata sul lato finanziario-monetarista e neo-classico delle "aspettative", è esattamente quanto ha portato la Grecia all'attuale disastro: una totale, ostinata e sconnessa (da qualsiasi considerazione del funzionamento dell'economia reale), fede nell'austerità espansiva e un'indifferenza totale ai meccanismi di crescita della domanda. Basti dire che il sistema bancario greco, alla fine di questo "valzer", sarebbe in mano ai creditori esteri ma con la garanzia creata dalla tassazione crescente sui contribuenti greci che, invece, saranno sempre meno, dato che i disoccupati, attuali e futuri (in sicura crescita), le tasse non possono semplicemente pagarle.

La visione di Dixon, è esattamente quella del mainstream italiano, che oggi si riversa, sfruttando l'onda mediatica del...Comune di Roma, sull'utilità di indispensabili privatizzazioni del patrimonio pubblico e  di drastici tagli della spesa pubblica per abbassare le tasse; tutto questo, proprio in un momento in cui ciò significa svendita di asset strategici sotto-sotto costo, a mani estere, fallendo per di più ogni obiettivo di riduzione.

4. Ma tale visione è smentita dalla ennesima lucida ricostruzione di Stiglitz, nell'articolo sopra citato, relativa agli effetti dell'austerità. 
Stiglitz, sottolineando per l'ennesima volta che l'austerità è alla base della prolungata depressione greca (e, ovviamente, non solo di quella greca), rammenta come già le condizionalità del FMI negli anni '90 (nel caso dei paesi asiatici che ebbero la malaugurata idea di rivolgersi ad esso), si risolsero in una miriade di riforme strutturali che, lungi dall'essere funzionali ai "grandi cambiamenti" richiesti, finivano per favorire un interesse particolare su quelli generali
Per la Grecia, Stiglitz fa l'esempio del "latte", laddove la trojka ha imposto di favorire ulteriormente il latte a lunga conservazione importato (in primis olandese), senza che però, data la struttura oligopolistica degli operatori stranieri, ciò porti alcun vantaggio di prezzo ai consumatori greci (la trojka ha infatti chiesto di abolire l'identificabilità del latte fresco con scadenza a 5 giorni...). 
Fa poi il caso della abolizione, imposta dalla Trojka, della ritenuta alla fonte, trans-frontaliera, sulle tasse dovute dagli investitori esteri, per redditi prodotti in Grecia; in contrapposizione a ciò, però, le imprese medie e piccole nazionali, greche, dovrebbero anticipare all'inizio del periodo di imposta tutte la tasse dovute sui redditi futuri. 
Stiglitz evidenzia così che non solo l'austerità non può funzionare di per sè (e non ha minimamente funzionato), ma che essa finisce per favorire la definitiva liquidazione della democrazia, che si accompagna a l' "inclusive capitalism", e il rafforzamento delle oligarchie locali che non verrebbero minimamente coinvolte nelle misure di austerità (in cambio della consueta complicità alla colonizzazione, e liquidazione a prezzi di saldo, della struttura produttiva residua dei pochi non oligarchi rimasti in piedi: una tendenza che in Italia le PMI dovrebbero conoscere ma...sembrano totalmente ignorare).

5. Dunque, la neo-Radio Londra qualche segnale continua a darlo: e non trascurerei quanto segnalato da Paolo Corrado, e qui già anticipato nel corso dei mesi scorsi, circa una "certa tendenza", in USA, a promuovere nuovamente la domanda, cercando di innalzare i salari reali di un mercato del lavoro eccessivamente deflazionista e controproducente per gli investimenti: "Ai dipendenti di ristoranti fast food sarà alzato il salario minimo da $8.75 a $15. Altri settori dovrebbero seguire in tutto il paese."


6. Ma veniamo a quanto ci dice Sinn, che ci conferma che i tedeschi, come dice Sergio, abbiano la consapevolezza che la guerra (nella versione tutta finanziaria, pubblica e privata, frattalicamente rilevante) ormai sia persa, ma non per questo rinunciano alla lotta, utilizzando ogni possibile contromisura ed espediente a disposizione per non dichiarare la resa (cioè per non essere loro a porre fine all'euro, uscendo dall'eurozona e perdendo il colossale vantaggio competitivo a cui si riduce sostanzialmente, oggi ed ormai, la loro convenienza).
Alla faccia dei libbberisti spaghetti-tea party, che continuano a negare (a reti TV more solito unificate) ogni evidenza, Sinn ammette che: "un terzo del credito pubblico di "salvataggio" fluito verso la Grecia è stato usato per salvare i creditori privati; un terzo è andato a finanziare il deficit delle partite correnti greche (cioè sempre a creditori privati, per crediti insorti successivamente, per consentire ai greci di continuare a importare prodotti esteri da cui dipende totalmente la loro sopravvivenza, ndr.); e un terzo si è vaporizzato per finanziare la fuga di capitali dalla Grecia (cioè sempre per via bancaria e sempre come conseguenza delle aspettative legate alla irrisolvibilità dei primi due aspetti; per quanto in Italia il sistema mediatico non voglia ascoltare neppure...Sinn, ndr.).

7. L'articolo è sostanzialmente in linea con quanto detto da Stiglitz: il credito accordato alla Grecia condizionato dall'austerità è servito ad evitare la bancarotta (cioè la non recuperabilità dei crediti esteri) ma ha fallito nel revitalizzare l'economia
Per Sinn, la svalutazione interna residua che la Grecia deve ancora operare (a differenza dell'Irlanda, in ben altre condizioni sul lato dell'offerta, però), è ancora troppo elevata: fino ad un 22%, oltre il 9% già realizzato, e ciò per allinearsi ai livelli salariali dei vicini bulgari, rumeni e...turchi. La "sinergica" soluzione della reflazione nel resto dell'eurozona, secondo Sinn, potrebbe realizzarsi per via del QE di Draghi: ma lo definisce solo un "tentativo" e ci dice che comunque avrebbe effetto solo tra una decina di anni: ammesso che il resto dell'eurozona si attesti prontamente sull'inflazione al 2% (ipotesi ormai piuttosto remota), e che la Grecia rimanga a inflazione 0 per tutto tale periodo!

8. Insomma, Sinn, pragmaticamente, esclude che la correzione keynesiana di espansione della domanda ipotizzata originariamente da Tsipras, porterebbe a risultati positivi perchè allontanerebbe senza fine la correzione competitiva, cioè la svalutazione interna e porterebbe le Grecia a riaccumulare debito privato estero, costringendo a nuove linee di credito della Trojka solo per pagare, COI SOLDI DEI CONTRIBUENTI DEGL ALTRI PAESI UEM, le ulteriori inevitabili importazioni.

Perciò Sinn, arriva alla conclusione che "la migliore alternativa è la Grexit, accompagnata da ristrutturazione del debito, aiuto umanitario per l'acquisto dei beni IMPORTATI indispensabili (e siamo sempre lì...ndr.), con una "opzione" per il ritorno nell'euro. La Grecia potrebbe reintrodurre la dracma come unica valuta a corso legale. Tutti gli attuali prezzi, salari, contratti e saldi di bilancio, incluso il debito interno ed esterno, sarebbero convertiti in rapporto 1 a 1 con la dracma, che declinerebbe immediatamente di valore.
La svalutazione indurrebbe i greci a comprare prodotti domestici, piuttosto che importati. Il turismo avrebbe un'enorme spinta, e la fuga di capitali sarebbe invertita. I ricchi greci farebbero tornare i capitali fuggiti, comprerebbero immobili e li ristrutturerebbero, alimentando un boom delle costruzioni. Via via che il deficit commerciale divenisse un surplus, i creditori avrebbero indietro parte dei loro crediti..."

"E' vero che la Grexit chiarirebbe che l'appartenenza all'eurozona non è irreversibile (
come abbiamo visto, ormai la proposta stessa di Schauble l'aveva chiarito, ndr.), e potrebbe esporre i paesi membri ad attacchi speculativi. Ma ciò è poco probabile, come dimostra la calma reazione dei mercati al controllo dei capitali e al no al referendum in Grecia..."

9. Insomma, dopo il "forza Schauble!", dovremmo auspicare che i nostri governanti si prendessero Sinn come consulente economico.

Ma lo sviluppo degli eventi non è così lineare: anzi, è proprio frattalico.
La classe dirigente (oligarchica e pro-oligarchica) italiana, è più fedele alla...convenienza tedesca degli stessi economisti neo-classici tedeschi. Una linea "antisovrana", (chissà perchè...), che non pare disposta ad alcun compromesso, neppure quando i tedeschi, - che non possono ignorare il valore paradigmatico di quanto detto come accettabile sulla Grecia-, lo sarebbero. 
Certo, una cosa è consentire a una Grecia, da sempre inoffensivo "agnello sacrificale" sull'altare dell'€uro-sogno, di riprendersi la sovranità; altra cosa è consentirlo ai principali concorrenti sui mercati UE, cioè all'Italia. Anche ora, cioè anche se l'apparato italiano è stato in buona parte "bombardato" a tappeto.

La condiscendenza tedesca sulla salvezza italiana fuori dall'euro non sarebbe probabilmente altrettanto concedibile: eppure, se "l'Italia" si ridestasse, a questo punto, ammessa la reversibilità dell'euro da parte tedesca, la Germania non avrebbe quasi nessuna arma, giuridica e nemmeno realisticamente economica, per impedire la Ital€xit.

10. Per questo, allo stato dell'evoluzione della questione del rabbioso tramonto dell'euro, si può dire che la transizione tra il 25 luglio e l'instaurazione della neo-Salò, prona autodistruttivamente ai tedeschi, (contro ogni evidenza ben nota persino ai tedeschi!), non è ben distinguibile nei fatti
Si può tentare di capirne più, in dettaglio, lo svolgimento in questi giorni convulsi di presa d'atto del collasso dell'euro-follia, come dimostra la ormai conclamata ingestibilità di TUTTI I COMUNI ITALIANI.

Quello che è certo è che, stante la granitica negazione delle VERE CAUSE DEL FALLIMENTO IN ATTO, sia il 25 luglio - cioè il tentativo ultimo del regime di salvare il salvabile trovando un capro espiatorio per autoperpetuarsi- che la neo-Salò (in tempi di guerra non guerreggita ma monetaria-finanziaria), non ce li toglierà nessuno.
Aspetto le vostre analisi con interesse...

21 commenti:

  1. Mah, mi viene da pensare che il capro espiatorio possa essere Renzi e il nuovo Badoglio... pépérépépépéééé... Enrico Letta. :-)

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  2. Ciao Quarantotto, più che un' analisi avrei una domanda da sottoporti: La liberazione/occupazione delle forze alleate nel 43 è stata possibile in quanto a migliaia di km di distanza nelle lontane e disperse steppe Russe si consumò una tragedia di proporzioni immani che strappò la vita a più di una ventina di milioni di cittadini russi.
    Senza quella tragedia probabilmente non ci sarebbe mai stato ne lo sbarco in Sicilia, ne successivamente lo sbarco in Normandia. Nell'attuale contesto dove la inserisci quella smisurata catastrofe? Non c'è nessuna invasione tedesca alla Russia, anzi qui sembra il contrario, è l'America che spingerebbe l'Europa verso un conflitto con la Russia via Ucraina.

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    1. Se rammenti, nella precedente versione dell'ipotesi frattalica. si parlava della "Stalingrado"...ucraina (v.vari post). Oggi non più: d'altra parte se tutti gli elementi dell'ipotesi frattalica fossero già riconoscibili, saremmo di fronte alla scientificità della famossa battuta di Marx su Luigi Napoleone :-)

      Fermo restando però che la questione Ucraina, non dimentichiamolo, parte dalla mancata ratifica di un trattato free-trade UE-Ucraina: mancata ratifica sanzionata con una rivoluzione dai risvolti allucinanti e certamente non nascente dal spontanee forze endogene (certo,gli ucraini non volevano spontaneamente sottoporsi al FMI, distruggere il proprio welfare, farsi riformare dalla UE e massacrarsi tra di loro)...

      Comunque, purtroppo, non tutti gli elementi del quadro combaciano; e quindi...non ci resta che aspettare.

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    2. Caro Mauro, vai a "battere la lingua proprio dove il dente duole".

      Pare proprio che gli USA siano sbarcati, più che a fermare il nazifascismo, proprio a fermare l'URSS, contro cui il nazifascismo era stato armato.

      Posso vantare una foto del padre di mio suocero in piedi sul tetto del Reichstag, sotto una svolazzante bandiera rossa... quanti parenti ho perso per fermare la megalomania di quattro banchieri con il naso pustoloso.

      Se il free trade è una subdola forma di mercantilismo, l'americanismo è una subdola forma di totalitarismo.

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    3. Ma dai, QUELLA foto di Chaldej? Il nonno di tua moglie? Euh!

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    4. E il nonno di mia moglie non fece in tempo ad arrivare a Berlino perché perí a Stalingrado...

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    5. @Frank @Il velo di Maya

      Poco dopo venne issata una bandiera rossa, permanente.

      Dopo la presa di Berlino, per diversi giorni, i soldati dell'Armata Rossa "facevano la fila" per farsi immortalare sul tetto del Reichstag.

      Ma volete sapere la cosa più incredibile?

      Proprio questa mattina, mia moglie mi ha detto prima di uscire: «la vuoi sapere una notizia molto bella?»

      (Come sapete, dopo il Vangelo, le "liete novelle" si sono rarificate...)

      Bene: proprio quella foto, in cui compaiono altri sei o sette commilitoni insieme a suo nonno, è in questi giorni appesa in formato "poster" nelle metropolitane russe (sicuramente di Novosibirsk) con la scritta: Vincitori.

      È un segno.

      Vedrò le prossime settimane di capire cosa ne pensano gli sciamani...

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    6. Nazzzionalisti! Poppulisti! Dddemmagoggici!
      Ricordare che esistono fatti e non solo emozioni (o narrazioni) merita roventi anatemi.

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  3. Ho riletto di recente "Vent'anni e un giorno" di G. Bottai...
    Mi sembra che il 25/7/1943, rispetto ad oggi, il "problema da risolvere" (ovvero: come venire fuori dalla guerra) fosse evidente e al centro dei pensieri della maggioranza, tanto della classe dirigente quanto della popolazione.
    Possiamo dire la stessa cosa con riferimento ad oggi? Anche in base alla lettura dei post di 48, direi proprio di no. Il problema non è minimamente chiaro, come non è minimamente individuato il "duce" da allontanare dal potere.
    Inoltre, mi viene anche da pensare che nella stessa, vituperata, classe dirigente del regime vi fossero molto più senso dello stato e un po' più di spirito di sacrificio per l'interesse nazionale rispetto agli attuali governanti.
    Saluti,
    Le baron de Cantel

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    1. in effetti mi sembra che al potere oggi ci ritroviamo un gran consiglio fatto di tante copie identiche di Mussolini...con poche eccezioni.

      Mentre nel 43 l'eccezione (al pensiero del duce) era la regola.

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  4. Purtroppo il possibile paragone che propongo corrisponde con l'inizio del post (1943-1945 e 2015-2017). Considerando che con la Russia tramite Ucraina ancora si e' in un nulla di fatto; che la Cina ha grossi problemi (diamogli il tempo affinche' essi accrescano); che tutto sommato le multinazionali ed hedge founds possono ancora fare man bassa degli ultimi brandelli sud europei; In vista anche del ttip e delle elezioni americane fine 2016:
    la fed potrebbe(o dovra'?) lanciare un ultimo, gigantesco QE4 per arrivare almeno a meta' 2017 e non far scoppiare anzitempo la bolla derivati (710000 mila miliardi) e debiti globali impagabili (200000 miliardi), a fronte di un pil mondiale di 57000 miliardi. Magari questa volta un pochetto , quanto basta, potrebbe toccare all'economia reale...poi, un bel reset valutario (haircut dei debiti), avendo in mano una bella fetta dei beni reali (e delle armi convenzionali, e no, disponibili)...

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    1. L'unico grande haircut dei debiti che fin'ora si è conosciuto, assieme a inflazione, è stata la guerra.. spero di no, ma la direzione sembra quella...

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  5. "The fall of communism has been transformed into the fall of Russia. The Russian catastrophe was deliberately planned in the West. I say this because I was once involved in these plans which, under the pretext of fighting an ideology, in fact prepared the death of Russia.

    Contrary to a widely held view, communism did not collapse for internal reasons. Its collapse is the greatest possible victory of the West. This colossal victory has created a planetary power. The end of communism is also the end of democracy: our era is not only post-communist, it is also post-democratic.

    This is because democracy means pluralism: that requires the existence of at least two more or less equal powers.

    During the Cold War there was democracy at world level, a global pluralism within which capitalism and communism coexisted.

    Now we live in a world dominated by a single force, by a single ideology and by a single globalist party.The Western countries are dominant but they are also dominated, because they are progressively losing their sovereignty to what I call "supra-society". This planetary supra-society consists of commercial enterprises and non-commercial organisms whose zones of influence are superior to those of nations. The Western countries are subjected, like other countries, to the control of these supranational structures. But the sovereignty of nations was a constituent part of pluralism and democracy at world level. The present dominating power is crushing sovereign states. The process of European integration which is taking place under our eyes is causing the disappearance of pluralism within this new conglomerate, to the benefit of a new supranational power." [Alexander Zinoviev - Figaro -Magazine, 24th July 1999]

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    1. Mi viene da dire che, se la "liberazione" dell'ipotesi frattalica consisterà nell'entrare a far parte del TTIP, quasi quasi preferisco fare il repubblichino a fianco dell'alleato germanico...
      Ho esagerato?
      Le baron de Cantel

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    2. Non c'è e non ci sarà alcuna contrapposizione USA-Germania, per lo meno nella fase di transizione verso il TTIP (con o senza euro): entrambe, nel TTIP, sinergiche nella colonizzazione italiana.
      La neo-Salò è, oggi, sia pedissequamente e direttamente filo-tedesca, sia strategicamente, e in ultima analisi, momento di sudditanza verso la finanza USA.
      Ma queste cose sono state analizzate più volte di recente...

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    3. C'è anche un perchè... anzi, due… E a proposito di colonizzazione ...

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  7. Da sole 24 ore, tramite voci dall'estero, uno studio di Francesco Lenzi http://www.econopoly.ilsole24ore.com/2015/07/27/il-costo-delle-crisi-per-la-germania/

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  8. Repubblichini e collaborazionisti ...Monti supera se stesso, con chiarezza dichiara che :
    1) servira' un superministro delle finanze nella area Euro
    2) la EUM ha bisogno di un suo bilancio per le crescenti attivita' di sua competenza e 3) una EUROtassa attingera' direttamente dale tasche dai cittadini (iva e irpef)
    E poi la chicca finale al min 50'
    La casa e la famiglia impediscono la mobilita' dei lavoratori e impediscono il progresso economico (per questo e' bene indebolire le famiglie e le comunita' e colpire il patrimonio immobiliare con tasse e svalutazione al fine di smobilitarlo ndr) non sono valori fondanti per la EUM , e ce lo chiede Monti per conto dell'€uropa testimonia Monti

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    1. Il 29 Luglio 2015 , sempre su AGORA' Rai 3 , un nuovo spunto con la descrizione della situazione del Comune di di Roma e uno degli ospiti di origine tedesca che dice: "negli ultimi anni la situazione e' peggiorata" mentre l'imprenditore milanese Brambilla che dice: "il problema e' politico , i faccendieri e i mafiosi se ne approfittano" .
      Sembra frattalicamente l'Italia dopo l'armistizio , con l'occupazione "straniera" a ROMA, con una giunta TUTTA di NON Romani, con un caos da dopo bombardamento, radio Londra (NYT , leMonde e co) che parla di sfascio pubblico, personaggi con doppio o triplo incarico che si preparano a privatizzare i servizi pubblici e ..... Cittadini che pagano tasse, sopportano condizioni degne di un campo di lavoro della WWII e DEVONO fare tutto da soli , in perfetto isolamento e scollegati l'un l'altro , sono costretti a pulirsi le strade e occuparsi di rifiuti e di manutenzione.

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