martedì 13 giugno 2017

ASTENSIONISMO FIGLIO E PADRE DELLO STATO MINIMO: TRA €-GRADUALISMO E "BALZO ISTITUZIONALE"


http://www.comunisti-italiani.it/wp-content/uploads/2015/06/astensione.jpg
1. In Francia alle elezioni legislative del trionfo mediatizzato di Macron, come in Italia alle ultime amministrative, si manifesta  sempre più la prevalente preferenza dell'elettorato per il c.d. partito dell'astensionismo.
Di questo argomento abbiamo già parlato, in diverse occasioni e prospettive: ma data la tendenza alla ulteriore crescita del fenomeno e la simultanea assenza di una qualsiasi sua seria spiegazione nel dibattito politico-mediatico, vale la pena di tornarci su.

2. Ampliamo cioè le informazioni significative dateci da questo, ormai noto, studio del 2000  di Carles Boix dell'Università di Chicago
E' abbastanza evidente, innanzitutto, che un regime autoritario è tendenzialmente portato a politiche neo-liberiste e quindi si connota come Stato minimo monoclasse: cioè oligarchico e tutorio della conservazione dell'assetto allocativo ottimale coincidente con l'accumulo e la concentrazione della ricchezza acquisita.
Questo caratterizzante aspetto conservativo dell'allocazione (di terra-oro, nel più tradizionale titolo di legittimazione della timocrazia, legato tradizionalmente al gold standard o, più di recente, al peg su valute estere "forti"), nell'immaginario collettivo mediatizzato risulta spesso posto in secondo piano rispetto a quello della natura poliziesco-repressiva che controlla il corpo sociale in luogo delle elezioni a suffragio universale. 

3. Uno Stato autoritario, quindi, nell'ottica allocativa "efficiente", liberista-paretiana, presenta delle inefficienze che sono dovute all'esigenza di mantenere questo apparato militar-poliziesco ed a quella di retribuire le relative "gerarchie" in qualche modo (parliamo di quella spartizione che si lega al c.d. "effetto pretoriani"): retribuzione per lo più tollerata in forma di concussione e di accumulo di ricchezze da abuso di potere "incontrollabile" (per definizione), forme peraltro raramente sanzionate in assenza di un potere giudiziario indipendente dall'esecutivo. 
Sia la classe economica dominante, sia quella, strumentale ad essa, militar-poliziesca, tendono a sottrarsi in via istituzionale, cioè per previsione normativa del sistema tributario, al pagamento delle imposte in forma progressiva, aggiungendosi che corruzione e elusione fiscale portano, come spesso accade, alla sistematica esportazione di redditi e capitali all'estero (sottraendo ulteriore base imponibile). 

4. Le predette "inefficienze" tendono a tradursi dunque in spesa pubblica "di apparato" - e relativo prelievo fiscale, sulle fasce politicamente e socialmente più deboli-, cui si aggiungono concessioni "sociali" per stabilizzare paternalisticamente l'instabilità che ne deriva: a quello poliziesco si aggiunge un apparato assistenziale-propagandistico, infatti, spesso presente al fine di prevenire e indirizzare lo scontento della maggioranza dei cittadini. Ciò si associa anche ad elezioni per candidati di un partito unico, in simulata competizione tra propugnare certe "concessioni" assistenziali minime.


5. Può quindi dedursene che l'efficienza maggiore, in termini di riduzione del bilancio statale e di assetto allocativo-conservativo pro-oligarchie, derivi dalla formula della democrazia "liberale", in cui esiste formalmente un suffragio che pone in competizione diverse formazioni partitiche, ma che predetermina le politiche "possibili" in funzione dell'ordine naturale del mercato, assunto come Legge razionale incontestabile, e che trova la sua istituzionalizzazione nelle banche centrali indipendenti legate all'obiettivo della "stabilità monetaria" (qui, p.7), considerato a priori assolutamente prevalente, in base a regole normative "supreme", su quello del mantenimento di un alto livello di occupazione e di una crescita dei salari legata alla produttività.
Questo assetto si rivela "ideale" per realizzare lo Stato minimo - e certamente più efficiente dello Stato autoritario- e, quindi, per l'affidamento al mercato di ogni possibile servizio di interesse generale, come istruzione, sanità, previdenza, (persino per le funzioni di ordine pubblico e di difesa, per taluni) riducendo, appunto, "il perimetro dello Stato". 

5.1. Ecco la rappresentazione grafica  (qui più volte riportata) risultante dall'ampia indagine comparativa dello studio citato:


Come si vede dalla "legenda" in calce al grafico, la situazione più "efficiente" è quella di una democrazia "liberale" in cui l'astensionismo, cioè, simmetricamente, la partecipazione dell'elettorato giunga alla soglia del 50%.

6. Vi riporto alcune delle conclusioni dello studio:
"Tributi e spesa pubblica sono determinati tramite un meccanismo politico, laddove i politici assecondano le preferenze di coloro che godono pienamente dei diritti politici...
Nei regimi autoritari, generalmente impostisi per bloccare la redistribuzione, o in democrazie con basso grado di affluenza alle urne, la tassazione [e la spesa pubblica] tendono a rimanere basse. Per converso, nei regimi democratici, il settore pubblico cresce in quanto la "modernizzazione" modifica la distribuzione sottostante degli interessi nella direzione di una redistribuzione sia intra-generazionale (ndr; cioè la redistribuzione da tassazione progressiva, assimilabile tendenziale a quella ex post), sia, specialmente, inter-generazionale
Quanto a quest'ultima, (qui, p.4) si tratta della redistribuzione ex ante che implica l'intervento dello Stato per rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena parità di ciascun cittadino nell'esprimere appieno le proprie capacità. 
Lo Stato, perciò, interviene con l'istruzione pubblica (gratuita), il sistema delle borse di studio, e, più in generale, col sostegno al reddito delle famiglie dei lavoratori, e quindi alla loro effettiva possibilità di risparmio, realizzato tramite redditi aggiuntivi indiretti, tipica l'assistenza sanitaria pubblica universale, e differiti, tipico il sistema previdenziale pubblico alimentato da prelievi sia sul salario che sul datore di lavoro. 

6.1. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la solidarietà intergenerazionale invalsa sotto il regime €uropeista, e accettata dalla nostra Corte costituzionale, fondata sull'idea della scarsità delle risorse conseguente alla privazione della sovranità monetaria statale. 
Questo euro-concetto di solidarietà intergenerazionale, corrisponde in essenza a una revanche del neo-liberismo che si "riprende il maltolto": essa, infatti, si concretizza in forme di prelievo a posteriori sul reddito previdenziale o sullo stock di risparmio delle classi lavoratrici, prelievo giustificato da limiti di bilancio istituzionalizzati per favorire la "stabilità monetaria". 
Questo tipo di prelievo è dunque teso a riappropriarsi, espropriandoli, del reddito e della ricchezza derivanti dalla precedente redistribuzione ex ante, per finanziare la carenza di reddito delle più giovani generazioni dovuta essenzialmente all'effetto del regime di mercato del lavoro conforme all'obiettivo della stessa "stabilità monetaria".

7. La lettura dello studio qui commentato è interessante perché contiene anche una confutazione dettagliata dell'ipotesi di Baumol per cui la rigidità della domanda di pubblici servizi in democrazia (sostanziale) porterebbe ad un consumo di risorse altrimenti destinate ad un impiego più efficiente nel settore privato (ipotesi del c.d. crowding-out): la conclusione è che, sebbene il costo del lavoro nel settore pubblico, dovuto alla minor propensione all'investimento e all'innovazione nel settore, possa risultare crescente, la quota di spesa pubblica in proporzione alle "risorse disponibili" non cresca
In pratica, la stessa esistenza dei servizi pubblici, gestiti dallo Stato, accresce il prodotto complessivo in misura tale da non sottrarre, e anzi da accrescere, la redditività e la propensione all'investimento del settore privato.

7.1. Ora, questo studio avvalora, col riscontro empirico dell'andamento delle politiche pubbliche nelle diverse condizioni istituzionali, quanto già avevamo visto in tema di moltiplicatore e acceleratore finanziario della spesa pubblica. 
L'aumento della domanda causato dalla spesa pubblica, infatti, da un lato accresce i profitti e la capacità conseguente di investimento delle imprese, dall'altro ne accresce la stessa "solvibilità", determinando lo "sblocco" del credit crunch, laddove, appunto,  il "miglioramento della posizione finanziaria delle banche consente loro di espandere il volume dei prestiti: e l'accresciuta disponibilità di capitale determina a sua volta l'espansione della produzione".

8. Ma tutto questo è vietato e impraticabile dentro l'eurozona. 
Di più, questo assetto istituzionale, incentrato sulla stabilità monetaria come prioritaria e immutabile politica deflazionista - per di più, a un certo punto, incorreggibile nei suoi stessi eccessi, come dimostra la vicenda del QE e la "clamorosa" recente invocazione di una crescita dei salari, per produrre "inflazione buona", da parte di Draghi!-, si alimenta, in una vicendevole induzione circolare, proprio dell'astensionismo. 
Alle ultime amministrative siamo arrivati al 40% pieno.
Macron, nello stesso giorno, ha fruito di un turn-out /affluenza del 49,8%, la più bassa nella storia della Quinta Repubblica, cioè di un astensionismo a 50,2

9. Per la Francia, Macron è ora in condizioni istituzionali ottimali per realizzare l'efficienza ottimo-paretiana dello Stato minimo
L'Italia pare avviata sulla buona via. 
La nostra Corte costituzionale, d'altra parte, disinteressata degli effetti costituzionali (ai sensi dell'art.48 Cost.) del sistema elettorale maggioritario, circa il suo inevitabile accompagnarsi ad un crescente astensionismo (un astensionismo originato proprio dalla limitazione e selezione degli interessi rappresentabili insita strutturalmente nel sistema), non esclude la legittimità costituzionale del sistema francese per le elezioni legislative, cioè di un maggioritario mediante ballottagi nei singoli collegi.

10. La strategia della gradualità dell'euro-ordoliberismo (v. alla voce Padoan-Moscovici e prossima legge di stabilità), tornata in auge con l'esigenza di neutralizzare la reazione popolare incarnata dai "populismi", ha dunque buone prospettive di stabilizzarsi. 
Ma solo finché siamo in clima pre-elettorale: perché la tattica di astuto buon senso di Amato ("Non penso che sia una buona idea rimpiazzare questo metodo lento ed efficace - che solleva gli Stati nazionali dall'ansia mentre vengono privati del potere- con grandi balzi istituzionali...Perciò preferisco andare lentamente, frantumando i pezzi di sovranità poco a poco, evitando brusche transizioni dal potere nazionale a quello federale. Questo è il modo in cui ritengo che dovremo costruire le politiche comuni europee..."), potrebbe essere abbandonata dalla spinta della Merkel al "grande balzo istituzionale"
Magari già a luglio a livello di grande decisione che, in Italia, come accadde per l'Unione bancaria, verrà raccontata come una grande vittoria. 

11. Certo, le due cose, - gradualità e "balzo istituzionale" -, sono in qualche modo transitoriamente conciliabili: per vedere Weidman alla BCE e per la formalizzazione e l'entrata in vigore delle modifiche dei trattati, con l'accentramento definitivo della sovranità fiscale nella Commissione e nel suo apparato sanzionatorio-repressivo, si arriverà presumibilmente alla fine del 2019.
Per allora, l'astensionismo istituzionalizzato, in Italia, potrà aver fatto grandi progressi...

15 commenti:

  1. E infatti solo una genia di t€cnocrati sociopatici poteva concepire un Anno €uropeo “dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, per migliorare l’inclusione degli anziani nella società e favorire un invecchiamento sano. Un manifesto darwinista per i futuri anni europei che €SSI orwellianamente si auspicano e che stanno realizzando.

    L€uropa deve affrontare “le conseguenze dell'invecchiamento della popolazione SULLE FINANZE PUBBLICHE E SULLA PROTEZIONE SOCIALE”. Tradotto per il piddume: scordatatevi il welfare, la pensione e l’assistenza sanitaria. Mica vorrete oziare durante gli ultimi anni della vostra esistenza e gravare sulle future generazioni dopo aver scialacquato! Se volete campare, lavorate (si fa per dire) fino a quando il femore regge, così vi mantenete sani ed attivi. Se crepate prima, ovviamente, fate un piacere a tutti. Sottotitolo al manifesto darwinista:

    … In molti Paesi il patto tra generazioni è stato infranto: le nostre società non sono più in grado di garantire ai figli un futuro decoroso…Non si tratta, come vanno ripetendo alcuni, di costruire un’Europa sociale, concetto nebuloso in una Unione così eterogenea, né di difendere i “diritti acquisiti” come se si trattasse di principi immutabili. Al contrario, la situazione va messa in prospettiva, e bisogna interessarsi anche dei diritti non ancora acquisiti, soprattutto dei giovani e delle generazioni a venire, che le democrazie nazionali hanno oltraggiato accumulando debiti su debiti” [ S. GOULARD – M. MONTI, La democrazia in Europa – Guardare lontano, Rizzoli, 2012, 106-111]. I diritti costituzionali sono quindi un oltraggio.

    Qui gli effetti dell’ingegneria sociale neoliberista e la mercificazione completa dell’umano nella sublimazione mediatica del “cretinismo economico”. Con acclamazione al salvatore della Patria.

    Nel famigerato giudizio di “bilanciamento”, allorché si tratta di tutelare i diritti sociali, secondo Luciani non devono entrare … i presunti diritti delle generazioni future, cui - pure - il legislatore non ha mancato di fare riferimento e la stessa giurisprudenza costituzionale ha talvolta alluso. La cosa, infatti, sarebbe … infondata sul piano giuridico (perché non è dato identificare alcun soggetto cui imputare quei diritti; perché non si sa neppure se ve ne sarà mai uno; perché non si sa quale delle n generazioni future dovrebbe prevalere una volta che si considerassero partitamente i “diritti” di ciascuna) … ”. (segue)

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    1. Sul' invecchiamento della popolazione un' inquietante Cristine Lagarde http://www.corriere.it/economia/12_aprile_11/fmi-allarme-longevita_e9458e42-83df-11e1-8bd9-25a08dbe0046.shtml .

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  2. Insomma, bufale giudidiche (ed economiche, come chiarito nel post) avallate acriticamente anche dalla Corte Costituzionale per cancellare la “democrazia necessitata” e favorire l’avvento del regno desovranizzante di Hayek. Anche l’apatia delle masse, atomisticamente intese, è perciò del tutto funzionale allo scopo:

    … È la naturale tendenza antidemocratica del neocapitalismo che deve difendere il carattere privato dell’appropriazione del profitto in un’economia le cui dimensioni sono sempre più vaste e le cui fondamenta sempre più collettive; la contraddizione fondamentale del capitalismo giuoca qui nettamente nel senso di cercare di svuotare la collettività di qualsiasi potere decisionale con tanta maggior forza quanto più la logica delle cose spingerebbe nella direzione opposta.
    Che poi questo processo antidemocratico si svolga nel senso di una vera e propria dittatura di tipo fascista, o nella forma del potere personale di tipo gollista, o nella formazione di una ristretta oligarchia di uomini d’affari, alta burocrazia civile, militare e tecnica, e leader politici, non cambia molto la sostanza delle cose: i processi in atto nei paesi occidentali sono più o meno tutti in questa direzione. In una società di massa, questo processo è possibile se si riesce ad ottenere l’appoggio, magari passivo, delle masse: a questo fine la depoliticizzazione, la deideologizzazione, la mistificazione della coscienza delle masse, l’alienazione concepita soprattutto come non-partecipazione, come isolamento dell’uomo dalla sua vita collettiva …
    ” [L. BASSO, L’integrazione e il suo rovescio, in Problemi del socialismo, marzo-aprile 1965, n. 1, 47-72].

    Il tritacarne andrà avanti tra “gradualità e balzi istituzionali”; sulla Stampa di ieri, pag. 21, infatti, siamo informati del monito del FMI all’Italia:

    “…… Proseguire sulla strada delle riforme è la via indicata: “Riforme ambiziose e complete aiuteranno a promuovere una crescita più robusta”, sostengono infatti gli economisti di Washington che suggeriscono di continuare sulla falsariga di quanto già avviato con il Jobs Act o con la riforma della pubblica amministrazione.

    Altra raccomandazione importante è quella di velocizzare le riforme del catasto e di “introdurre una forma di tassazione moderna sugli immobili” , in sostanza, in linea con quanto già chiesto dalla Commissione UE. Il Fondo si mostra favorevole alla reintroduzione dell’Imu sulle prime residenze. Immancabile poi il richiamo alle pensioni. Anche se ci riconosce gli sforzi fatti, il Fmi chiede di ridurre “gli alti livelli di spesa previdenziale nel medio termine”, citando “eccessi che devono essere razionalizzati”… …
    ”.

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    1. Eh, sì, il FMI ce l'ha con gli "eccessi di domanda" (Boccia dixit). E neppure si preoccupa di verificare se siano reali "gli alti livelli di spesa previdenziale nel medio termine".

      L'idea sarebbe di appiattire SUBITO i trattamenti previdenziali sui livelli che INEVITABILMENTE raggiungeranno comunque date le basi contributive dei part-time, dei precarizzati e delle false partite IVA. E questo indipendentemente dall'ammontare del contributi GIA' versati.

      Per questo, credo, la nostra Costituzione sarà molto presto oggetto di nuove e più virulente proposte di riforma TINA.
      Ci si può scommettere qualsiasi...parte del corpo (che comunque potrà diventare oggetto della legittimazione del traffico di organi...di soggetti ancora in vita).

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    2. Oh, ma questi che noi stiamo ad ascoltare reverenti, ma lo dicono mai: quali eccessi, perché, per cosa, in cambio di che, a vantaggio di chi, in nome di cosa? o rimangono appunto nei concetti ideali che fan sempre tanto comodo perché stan sopra al banale mondo storico-empirico quindi li puoi far passare più facilmente nelle menti altrui frastornandole con l'oscurità scambiata per superiore complessità?

      No, non ci sono eccessi, punto. Ci sono interessi divergenti tra ricchi veri e poveri rispetto ai primi. Che le pensioni contribuiscono ad ammortizzare e il loro taglio ad acuire.

      O son tutti li' a prendere l'imbeccata e a ripetere, pure se si tratta di dire che il sole gira intorno alla terra perché boh io che ne so, poi è tutto in inglese e allora, per non sbagliare e fare la figura dell'ignorante, dico si' perché tanto?

      Ma un minimo di buonsenso, prima che di logica?

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    3. Grazie per lo studio di Boix che conferma una cosa che ho sempre pensato, cioè che l'astensione avvantaggi solo gli interessi dei più forti - perché ci sarebbero state altrimenti tante resistenze al suffragio universale? e perché paesi come gli USA presentano tanta diseguaglianza? - e che di conseguenza sia fondamentalmente un errore e un'illusione scambiarla per un mezzo di opposizione dei ceti deboli.

      Già nel programma presidenziale di Macron si poteva leggere lo scopo principale: distruggere lo stato passando per la distruzione del lavoro. Anzi distruggere il "carrozzone elefantiaco" della funzione pubblica francese, come qualcuno lo definiva compiaciuto due giorni fa.

      Il vero capolavoro infatti non è tanto l'invenzione del candidato Macron e del suo partito, ma l'essere riusciti a ottenere oltre 24 milioni di astensioni nel quadro dell'attuale legge elettorale, portando meno del 14% o 16% degli aventi diritto, se si sommano anche i voti di Modem (partito che ha diversi tratti comuni con l'operazione REM) a dominare l'Assemblea.

      En marche dopotutto non fa che copiare una serie di mosse simili che si sono viste da tempo in giro per la UE e non solo: uno o più partiti divenuti impopolari a causa della loro politica economica condita da scandali vari, puntano su un personaggio loro contiguo ma non politico di professione e sull'illusione una modalità di partecipazione più o meno fittizia, asseritamente non partitica, per riciclarsi e continuare a gestire il potere eventualmente per un committente diverso. Uno dei primi esperimenti è stato proprio in Italia con FI negli anni'90. Ma non avevano meditato abbastanza la gradualità di Amato.
      Come allora En marche con le sue parole d'ordine all'apparenza unitarie "La République en marche" per prima, poi il "facciamo qualcosa" come se non avesse importanza come e perché, permette ai benpensanti di non capire e di non scegliere.

      En marche per ora ha avuto meno di sei milioni e mezzo di voti, su 23 milioni di votanti.
      Non è difficilissimo raggranellare simili cifre se hai qualcosa da promettere, soldi per pagare i media e vieni da un ambiente che offre ogni sorta di garanzie agli occhi dei più sgamati. Tenere lontani dalle urne 24 milioni di persone quello è un po' più difficile, ma si è visto ovunque nella UE per le elezioni subito prima del diluvio, quando si sapeva cosa sarebbe arrivato ma non si sapeva come reagire. Quindi si faceva come i bambini: mettendo il broncio, sai che paura. Già dalle presidenziali i media non facevano che parlare dell'astensione - quando non parlavano di Macron beninteso - introducendola quindi in continuazione nel discorso pubblico, nobilitandola e quasi suggerendola in tutti i modi possibili.
      Il prossimo esempio potrebbe essere proprio l'Italia, dato il suicidio dei 5s cominciato alla grande candidando e mantenendo a ogni costo un personaggio come Raggi dove sta. Il calo dei suffragi potrebbe favorire l'alleanza con il PD in nome della UE.
      Ad ogni modo in Francia i pretesi avversari da destra dal centro e da "sinistra" (qualsiasi "sinistra" che non rompa con la UE non puo' essere chiamata sinistra) una mano all'astensione gliel'hanno data tutta.

      Per la cronaca sarà divertente vedere quale indicazione di voto darà il candidato di France insoumise della circoscrizione Paris XVIII. In testa c'è attualmente il candidato dei Républicains seguito da Madame El Khomri per i socialisti e appunto, quasi con altrettanti voti, da quello di France Insoumise. L'astensione è stata decisamente più bassa che altrove.
      REM non si è presentata in quella circoscrizione: certi servizi pubblici vengono sempre riconosciuti. Indicano la via.
      Un bel puzzle, ad ogni modo.

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    4. ....il Fmi chiede di ridurre “gli alti livelli di spesa previdenziale nel medio termine”....

      In Italia i pensionati sono circa 18 milioni e l'assegno netto mensile e' pari a circa 1200 (circa 260 miliardi l'anno a fronte di 1500 miliardi di PIL).

      Cosa ci sarebbe di eccessivo nel fatto che il 30% della popolazione residente (62 milioni), costituita da pensionati, percepisca una retribuzione netta differita pari a poco piu' del 17% del PIL?

      Probabilmente l'idea e' quella di trovare in tempi brevi i pochi miliardi del 'sussidio di poverta'' (cioe' il sussidio per gli inoccupati 'senza patrimonio' erogato anche agli immigrati inizialmente clandestini) limando qualcosa sulla media in modo tale da guadagnare piu' voti di quelli persi da parte dei pensionati colpiti.

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    5. http://orizzonte48.blogspot.it/2015/12/le-pensioni-piu-generose-del-mondo-e.html v. p.2 (dati disaggregati delle prestazioni pensionistiche al lordo delle imposte).
      Il PIL italiano 2016 è stato, secondo l'ultimo bollettino Istat, di 1672,438 miliardi.

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  3. Mi pare evidente che la convergenza Commissione UE e FMI prepara il carrarmato Troika. Come previsto da anni sul blog.

    Il prossimo passo sara' un'altra riforma costituzionale; non possono lasciare fuori un settore cosi' importante. Ad ESSI ancora brucia la sconfitta al referendum che, a questo punto, era proprio una prova generale.

    Tra un po' cominceranno a diffondere mediaticamente il verbo della Commissione di Venezia, la c.d. costituzione generazionale di derivazione madisoniana sotto l'effetto dello stato di eccezione.

    Si preparano tempi tristi

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  4. La maggiore economicità di una “democrazia truffaldina” (così chiamava Marx la democrazia formale, individuandone negli USA la forma più avanzata) era già stata notata a suo tempo: “The monarchy is the cause of great expenditure. No doubt. Just consider the North American national budget and compare what our 38 petty fatherlands have to pay in order to be governed and disciplined!

    I manchesteriani inglesi erano orientati verso un analogo modello di “democrazia”: “Bourgeoisie, to the men of the Manchester School, every institution of Old England appears in the light of a piece of machinery as costly as it is useless, and which fulfils no other purpose than to prevent the nation from producing the greatest possible quantity at the least possible expense, and to exchange its products in freedom. Necessarily, their last word is the Bourgeois Republic, in which free competition rules supreme in all spheres of life; in which there remains altogether that minimum only of government which is indispensable for the administration, internally and externally, of the common class interest and business of the Bourgeoisie; and where this minimum of government is as soberly, as economically organized as possible. Such a party, in other countries, would be called democratic.

    Fra questi paesi, a quanto pare, c’è pure l’Italia di oggi.


    (Certo, col fatto che in €uropa l’indirizzo politico, fra Trattati, Commissione e BCE, sia ormai anche formalmente sottratto al circuito elettorale, sia pure idraulico, riduce la foglia di fico all’elezione degli esecutori. I media cercano di spacciarcela per una foglia di palma rafia; a me pare che siamo più dalle parti del pungitopo...).

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  5. L' astensione di massa ha anche un effetto delegittimante delle istituzioni che avranno degli eletti espressione di minoranze del corpo elettorale che diventano "maggioranze " dei votanti .La sparizione della rappresentanza dei i socialmente svantaggiati è il fatto che più inquieta :un lavoratore povero con un contratto precario,o nel migliore dei casi a "tutele"(ma quali ?!)crescenti,non trova più una forza che lo possa rappresentare e ai suoi occhi, anche coloro che,impegnati in politica , hanno ottime intenzioni ,sembrano dei" fighetti"che s' impicciano di cose che non possono capire.Per l' incosistenza della "sinistra de sinistra" negli anni scorsi,,M5s ha raccolto consensi in questo strato sociale,ora neanche loro,per i limiti della proposta riescono i questa impresa difficilissima per le ragioni indicate da Rodrik e che ho letto per la prima volta su questo bloghttp://orizzonte48.blogspot.it/2015/03/democrazia-partiti-di-massa-e.html.Mi dispiace per come sia andata a Mori a Genova ,a riprova ulteriore delle difficoltà che ho sopra accennato

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  6. alle elezioni per la Camera, il numero assoluto di votanti, in Italia, è in calo sistematico dal 1972: ad ogni successiva elezione, meno persone vanno a votare, a prescindere dall'incremento demografico, tra l'altro. Data la coincidenza temporale con l'avvio delle politiche austeritarie (e la loro assunzione da parte del PCI di Berlinguer), possiamo dire che gli italiani abbiano dato il più grande e clamoroso voto di sfiducia di tutto l'occidente, non tanto alla "partitocrazia", ma proprio al capitalismo.
    A pensar bene, possiamo dire che quest'astensione sia stata un'astensione "costituzionale", essendo l'austerità "incostituzionale"...

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    1. Purtroppo l'hanno fatto a loro...insaputa: il sistema mediatico è stato abilissimo a convertire il voto contro le politiche deflattive e la piena occupazione, in voto contro la partitocrazia.

      Il "medioman" della situazione non tanto pensa che qualsiasi esito delle elezioni non cambierebbe il quadro delle manovre lacrime e sangue (in preparazione da 40 anni), quanto che queste stesse manovre siano dovute al fatto che "se so' magnati tutto" (e quindi: "so' tutti 'guali, è tutto un magnamagna").

      Questo è il segreto di Pulcinella dell'attuale restaurazione...

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    2. diciamo che quello prospettato da lei è il bicchiere mezzo vuoto. Se, ed è un grosso se, esistesse una forza politica in grado di proporre una sintesi credibile, sono certo (o se preferisce, voglio credere) che l'energia accumulata in quel bicchiere mezzo vuoto basterebbe per demolire alle fondamenta la II Repubblica e dar vita alla III

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  7. Se ce ne fosse bisogno una conferma al post viene dal grafico di Sapir che illustra l'astensionismo delle elezioni legislative francesi. Le più partecipate vanno dal 1967 al 1978, mentre a partire dal 1988 si supera sempre il 30%.

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