1. La faccio breve, affinché non si possa equivocare: l'augurio che formulo per tutti gli italiani, per il prossimo Anno, è di non accontentarsi del male minore.
Il Capo dello Stato farà un'esortazione affinché, durante la campagna elettorale, il confronto tra le forze politiche rimanga entro i limiti di una "leale competizione" (o concetto analogo). Perché questo atteggiamento, naturalmente, costituirebbe segno di senso di responsabilità.
Questo richiamo al senso di responsabilità sarà legato all'esigenza di risolvere il problema del lavoro (e della povertà e...della solidarietà verso gli sfortunati costretti a arrivare sulle coste italiane...).
E il problema del lavoro, della disoccupazione e dei working poors, - non senza un salto logico a cui si conta che siate assuefatti- non potrà essere disgiunto dall'esigenza di rispettare i nostri impegni fiscali verso l'€uropa "della pace e della giustizia" (e contro i populismi); impegni solidamente, sicurissimamente e certissimamente, fondati sul rispetto della Costituzione.
In pratica, dato che era inevitabile dover votare, si garantisca la governabilità, come valore supremo; il valore dei valori, anch'esso non si sa bene come, connesso alla legalità costituzionale che, in qualche modo, sarebbe un tutt'uno col rispetto dei trattati.
E (magari) con l'esigenza di "fare le riforme" (magari anche costituzionali).
Non è pensabile che dica qualcosa di diverso. Non necessariamente lo dirà in quest'ordine espositivo e argomentativo; ma i concetti, legati da un'attenta limatura e improntati ad una saggia cautela che consenta ampie sfumature interpretative, saranno questi. Più o meno rafforzati da preoccupazioni per la pace e esemplificazioni sulla povertà e sull'azione di governo volta a ripristinare l'occupazione.
2. Ma, al di là di tutto, l'essenza di ciò che vi riguarda, sta nel non accettare il "male minore".
Non starò a dire cosa sia, in questo concreto momento storico, questo male minore.
La logica della paura che l'accettazione di esso impone nelle scelte che decideranno le vostre vite (perché dovreste aver compreso che siamo in una fase "decisiva"), è evidente.
Magari ci torneremo nelle prossime settimane; e, temo che, ad un certo punto dell'anno, spiegarlo con esempi concreti sarà fin troppo facile. Ma sarà anche troppo tardi.
3. Per questo oggi, come formulazione di un intento che possa sorreggere le coscienze di tutti e proiettarle verso questo cruciale Nuovo Anno, mi limito a questo augurio: non accontentatevi del male minore.
Perché non è più possibile distinguerlo dal (supposto) male maggiore. E questo perché, ormai, la differenza non c'è; certo, ci può essere una diversità nei tempi, negli steps ritenuti opportuni, e nella veste cosmetica di realizzazione del "male in sé".
Ma, oggi, stasera, quando si può fare spazio dentro di sè e trovare un momento di intensa chiarezza per comprendere il proprio cammino, auguratevi il vostro bene, nella dimensione storica, sociale, economica. In una parola "vitale".
E la verità è vita; e se volete vivere, questa verità dovete affrontarla, appropriarvene e mantenerla come una conquista preziosa.
Per farne la sofferta risorsa con cui costruire concretamente il riscatto delle vostre vite; e ritrovare la prospettiva di un qualsiasi futuro che non sia l'accettazione di una minaccia costante.
Per voi, per tutti, l'augurio è di non accontentarsi mai più: perché, ormai, potere permettervi, - senza dover soccombere e rimanere beffati-, soltanto il vostro bene. Che è un "no" al male. Anche se "minore".
Questo il mio augurio.
ADDENDUM: ho premesso che non sarei stato a dire cosa sia, in questo preciso momento storico, il "male minore" che, ingannevolmente, illuderà di evitare un indistiguinbile "male maggiore".
Ma mi pare importante, per un immediato chiarimento, riportare (e tradurre) questo commento di Arturo, che fornisce un importante spunto fenomenologico, cioè storico e politico-economico, del perché, in essenza, non sia possibile, e specialmente non sia più utile (per voi), distinguere tra diverse graduazioni del "male". Naturalmente, bene/male sono assunti in un'accezione economica e istituzionale rapportata ai vostri interessi; nessuna traccia di giudizio morale in ciò:
"La governabilità: in Italia fu Amato, tanto per cambiare, ad annunciare che dopo il celebre rapporto della Trilaterale vi era stata "la scopertà della ingovernabilità come dramma epocale" (G. Amato, Una repubblica da riformare, Il Mulino, Bologna, 1980, pag. 26. Contiene saggi pubblicati fra il ’75 e il 1980).
In realtà bisogna leggerselo tutto il Rapporto: riserva sorprese.
Per esempio a pag. 206, riferendo dei commenti durante la discussione del Rapporto a Montréal, si legge:
Ai molti interrogativi che sono stati proposti nei commenti, dunque, è possibile fornire una risposta, agevolmente deducibile dal brano appena riportato: se volete evitare di cadere nella trappola del male minore, scartate con decisione ogni opzione che, nelle molteplici (e sempre nuove) forme del discorso politico-economico oggi di gran lunga prevalente, siano contrarie a quella dissenting opinion espressa quaranta anni fa alla Trilateral.
Vi parlano, anche indirettamente, - con slogan e giri di parole che avreste dovuto imparare a decifrare immediatamente-, dei benefici della deflazione, id est. della "stabilità dei prezzi", e del taglio della spesa pubblica (o di tagli alle tasse coperti in pareggio di bilancio)?
Non è il vostro bene.
A meno che non siate parte effettiva di quella elite, naturalmente...
ADDENDUM: ho premesso che non sarei stato a dire cosa sia, in questo preciso momento storico, il "male minore" che, ingannevolmente, illuderà di evitare un indistiguinbile "male maggiore".
Ma mi pare importante, per un immediato chiarimento, riportare (e tradurre) questo commento di Arturo, che fornisce un importante spunto fenomenologico, cioè storico e politico-economico, del perché, in essenza, non sia possibile, e specialmente non sia più utile (per voi), distinguere tra diverse graduazioni del "male". Naturalmente, bene/male sono assunti in un'accezione economica e istituzionale rapportata ai vostri interessi; nessuna traccia di giudizio morale in ciò:
"La governabilità: in Italia fu Amato, tanto per cambiare, ad annunciare che dopo il celebre rapporto della Trilaterale vi era stata "la scopertà della ingovernabilità come dramma epocale" (G. Amato, Una repubblica da riformare, Il Mulino, Bologna, 1980, pag. 26. Contiene saggi pubblicati fra il ’75 e il 1980).
In realtà bisogna leggerselo tutto il Rapporto: riserva sorprese.
Per esempio a pag. 206, riferendo dei commenti durante la discussione del Rapporto a Montréal, si legge:
“Uno o due partecipanti suggerirono che l'intera discussione sulla governabilità avesse distorto i problemi reali e che fosse espressione della preoccupazione propria soltanto di un'elite, a disagio con il declino della propria posizione nella società! Questi sostennero che fattori quali un'inflazione crescente e la crescita della spesa pubblica in rapporto al GNP (PIL) (fattori visti da alcuni come cause od effetti dei problemi di governabilità) non avessero nulla a che fare con la governabilità e potessero, in effetti, aver prodotto in prevalenza benefici, inducendo una miglior distribuzione del reddito, attraverso il recupero del distacco (ndr: rispetto ai profitti) a favore dei salari e attraverso le erogazioni del social welfare.”.E allora in effetti che dramma, signora mia!"
Ai molti interrogativi che sono stati proposti nei commenti, dunque, è possibile fornire una risposta, agevolmente deducibile dal brano appena riportato: se volete evitare di cadere nella trappola del male minore, scartate con decisione ogni opzione che, nelle molteplici (e sempre nuove) forme del discorso politico-economico oggi di gran lunga prevalente, siano contrarie a quella dissenting opinion espressa quaranta anni fa alla Trilateral.
Vi parlano, anche indirettamente, - con slogan e giri di parole che avreste dovuto imparare a decifrare immediatamente-, dei benefici della deflazione, id est. della "stabilità dei prezzi", e del taglio della spesa pubblica (o di tagli alle tasse coperti in pareggio di bilancio)?
Non è il vostro bene.
A meno che non siate parte effettiva di quella elite, naturalmente...
Mi hai commosso. Lo prendo anche come messaggio personale, dato che oggi compio gli anni.
RispondiEliminaAuguri.
Doubled auguri allora :-)
EliminaLa governabilità: in Italia fu Amato, tanto per cambiare, ad annunciare che dopo il celebre rapporto della Trilaterale vi era stata "la scopertà della ingovernabilità come dramma epocale" (G. Amato, Una repubblica da riformare, Il Mulino, Bologna, 1980, pag. 26. Contiene saggi pubblicati fra il ’75 e il 1980).
RispondiEliminaIn realtà bisogna leggerselo tutto il Rapporto: riserva sorprese. Per esempio a pag. 206, riferendo dei commenti durante la discussione del Rapporto a Montréal, si legge: “One or two participants suggested that the whole discussion of governability distorted the real problems and was of concern only to an elite uneasy about its declining position in society! They maintained that factors such as rising in flation and the growth of public expenditure as a percentage of GNP (which were seen by some as causes or effects of governability problems) had nothing to do with governability and may, in fact, have produced more "positive" benefits by forcing better income distribution, via the "catch up" of wages and social welfare benefits.”.
E allora in effetti che dramma, signora mia!
Ancora tanti cari auguri di Buon Anno a tutti.
comunque per quanto riguarda la "governabilità"... vale sempre questo commento di Aeturo: http://orizzonte48.blogspot.com/2017/09/citigroup-e-la-prorogatio-invertita-ad.html?showComment=1504793667157#c518776702843975116 … …
Elimina"governabilità":
Arturo1 novembre 2016 19:38
“Quello della "governabilità" è uno degli slogan, inaugurato, o, meglio, ripreso, dalla Trilaterale, e poi destinato a perseguitarci per decenni.
In quel saggio sul ventennale della Costituzione che ho citato, Mortati, che qualcuno ha avuto la faccia di bronzo di tirare in ballo fra i presunti padri nobili della riforma, afferma, pensate un po', che non c'è bisogno di alcun rafforzamento dei poteri del governo, perché i poteri necessari allo svolgimento delle sue funzioni in Costituzione ci sono già tutti. Non solo negli artt. 76 e 87, ma anche e soprattutto nell'art. 41: "Efficacia culminante, nel senso espansivo dei poteri di Governo, assumono poi i programmi ed i controlli, non già solo autorizzati ma imposti, secondo la logica del sistema, dall’ ultimo comma dell’ art. 41, che non possono, per la loro stessa natura, se non incentrarsi, entro le linee fissate dalla legge, nel potere esecutivo.” (C. Mortati, Considerazioni sui mancati adempimenti costituzionali in in Aa. Vv., Studi per il ventesimo anniversario dell’Assemblea costituente, Vol. IV, Vallecchi, Firenze, 1969, pp. 478).
Il che però presuppone una corretta lettura del rapporto Costituzione-parlamento-governo. Quello che viene infatti spesso definito, sprezzantemente, come "eccessivo garantismo" della parte organizzativa, per esempio le molte riserve di legge, è solo il frutto della scelta di attribuire anche al parlamento, cioè alla rappresentanza popolare, un fondamentale ruolo attivo nella determinazione/attuazione dell'indirizzo politico-costituzionale, anziché farne prerogativa esclusiva del governo, come appunto in epoca fascista, esasperando una linea che era peraltro già propria del liberalismo. E non solo del liberalismo "statualista" continentale, come lo chiamano gli storici del diritto e come di solito si tende a pensare (anche a causa di una discutibile lettura compiuta da Orlando), ma anche inglese: "il segreto che rende efficace la costituzione inglese può essere individuato nella stretta unione, nella fusione pressoché completa del potere esecutivo con quello legislativo...............o il gabinetto riesce a legiferare, o scioglie l'assemblea. E' una creatura che ha il potere di distruggere il proprio artefice...........esso è stato fatto ma può disfare; pur dipendendo da un altro per la sua creazione, quando è all'opera può distruggere il creatore". Questo è Bagehot, tanto per la cronaca (che era pure un banchiere: sarà un caso?).
Chiaro che una volta disattivato l'art. 41 e insieme tutto l'indirizzo programmatico costituzionale, soppiantato dall'esigenza di una pronta attuazione dell'"ordine pubblico economico" richiesto dai "mercati", la rappresentanza diventa un impiccio da neutralizzare il più possibile. E allora via con la partitocrazia, il consociativismo, l'instabilità, l'assemblearismo, il "dobbiamo sapere chi vince la sera stessa" e ovviamente, ciliegina sulla torta, la corruzzzzzzione. Meno male che ci sono i media a vigilare che, dopo un paio di decenni di alternanza senza alternative (bluff peraltro caduto con Monti), il dubbio che si trattati di slogan truffaldini non si diffonda. “
http://orizzonte48.blogspot.it/2016/11/accentramento-del-potere-nellesecutivo.html?showComment=1478025533512#c7853795470219328439
auguri a tutti....... p.s. Grazie di esistere Arturo
Troppo buono, Luca. :-)
EliminaTra l’altro il Rapporto si può trovare qui.
Traduzione: “Uno o due partecipanti hanno suggerito che tutta la discussione sulla governabilità ha distorto i veri problemi e poteva interessare solo a un’élite a disagio per il declino della sua posizione sociale! Hanno sostenuto che fattori quali l’aumento dell’inflazione e la crescita della spesa pubblica in percentuale del PNL (visti da alcuni come cause o effetti dei problemi di governabilità) non hanno niente a che vedere con la governabilità e potrebbero, in realtà, aver prodotto effetti “positivi” realizzando una miglior distribuzione dei redditi, attraverso il recupero di salari e prestazioni sociali.”
si, si.... ho letto l'addendum :)... ancora grazie Arturo.
EliminaAmato, uno dei tanti grandi acquisti fatti dal PSI grazie a Craxi, ha almeno avuto l'onestà- o la buonafede ingenua- di parlar chiaro: tocca a noi raccogliere la sfida e rivolgere contro alla narrativa imperante gli argomenti decisivi da essa stessa offerti.
EliminaTanti e cari auguri, a 70 anni dal 1948 e a 170 dai decisivi momenti del 1848, foriero di tanti e grandi rivolgimenti per il movimento operaio e la storia della lotta di classe (e, quindi..., di liberazione nazionale).
Auguri a tutti!
Seguiamo, siamo in silenzio,non sempre capiamo tutto, siamo soli,qui e su Goofynomics ci sentiamo meno soli,ma io spero che siamo in tanti e comunque, se non potrò vedere il risveglio dei molti,preferisco seguire il destino degli ultimi.
RispondiEliminaGrazie e auguri a tutti.
La mia solitudine, disarmante, forte, totale e definitiva anche in famiglia, è meno solitaria accanto a te, che sei riuscito a sintetizzare in modo così forte la fatalità dalla quale non posso e non voglio distorgliermi, seguire il destino degli ultimi. Morire e perdere, ma consapevolmente. Questa è l'acqua. Buon anno a tutti.
EliminaRegaz, di morte lenta, possibilmente, eh... ci serviamo vivi! e meno fuori possibile, anche se è difficile. La solitudine è feroce, è un lento massacro, è una tortura che non ha mai fine, è uno squilibrio dell'essere che porta a gettarsi in nuova solitudine. La solitudine tra i compagni di elezione è anche peggiore.
EliminaÈ proprio quel che "ESSI" vogliono, annullarci per ucciderci, instillare l'idea del sistema che ci pervade fino a spingerci al sacrificio vissuto come ribellione estrema. Da noi, ma non da loro, perché a loro è funzionale.
Cerchiamo di infilare dei piccoli bruchi in questa cappa di morte, che scavino fino a trovare aria e luce, risate, calore e intelligenza, e brindisi, e libertà e affetti.
(A rileggermi, la prima a essere fuori mi sembro io... :)
Mi pare che sia giusto quello che dici, Pellegrina.
EliminaVivere la vita è sempre e comunque un'esperienza autosufficiente e autoesplicativa. Nessuno può sottrarcene la pienezza e privarci della possibilità di scorgere la sua luce, il suo mistero e la sua magnificenza. In mille dettagli indimenticabili...
Il mio non era un pensiero di morte. Non mi sono mai sentita così viva come da quando vi seguo. Seguire il destino degli ultimi vuol dire aver voglia di lottare e non cadere nel tranello di disprezzare le vittime.
EliminaLa solitudine è una conseguenza che non mi disturba, mi disturba di più la fatica di capire: non ho studiato, ho solo lavorato, ma da poco finalmente sono in pensione. Auguri ancora a tutti e grazie per il commento di @aquilano
Bellissimo post. Un augurio sincero a tutto il blog. Che la forza di lottare non venga mai meno!
RispondiEliminaUn messaggio molto forte, che viene dal cuore e che è diretto ai cuori.
RispondiEliminaLe parole che scrive oggi pare intendano echeggiare per un tempo indefinito.
Esse alimentano una speranza ed al contempo non lo fanno, perchè è corretto che sia così.
Ma danno forza ed è quello che ci serve. Lo dico guardando il mio piccolo secondo genito che ha da poco compiuto un mese e che vivrà nel suo domani lo sviluppo del nostro oggi, che è anche, in qualche modo, ancora in mano "nostra".
Desidero ringraziarla del suo impagabile lavoro e degli auguri, che contraccambio ed estendo a tutti i lettori di questo centro di cultura, di valore e di umanità.
Io e la mia famiglia da anni subiamo "la minaccia costante"d' un contratto non rinnovato che costringe a subire straordinari,notturni e festivi non pagati,ferie non fatte,stipendi pagati con grande ritardo.Questa esperienza logora e umilia: così sono ora al lavoro senza avere la certezza di quando sarà retribuito questo turno, costretto a subire la dittatura del "meno peggio"perchè ho altri 6 anni per andare in pensione e non posso perdere questo lavoro.L' unica speranza non risiede più nel mio agire individuale ma in quello dell' insieme di quanti sono nella mia condizione e di quanti sono colpiti dalla situazione che la genera.UN ANNO MIGLIORE PER TUTTI!
RispondiEliminaAuguri e un personale abbraccio per te
EliminaMi unisco agli auguri del Presidente perché le persone non possono essere trattate in questo modo. A mio parere sei un eroe (come tanti purtroppo) del nostro triste tempo.
EliminaAuguri Gilberto, tieni duro!
EliminaNon sono certo all'altezza di chi scrive su questo blog, ma stasera mi sento di esprimere a tutti voi la mia gratitudine per avermi aiutato ad aprire gli occhi! Un poco di speranza ancora rimane! Grazie e buon anno!
RispondiEliminaGrazie Quarantotto e Auguri di buon anno a tutti, affinché il 2018 sia pieno di decisioni, di coraggio e di azioni per l'affermazione della verità e la costruzione del bene, in ogni modo e con ogni contributo
RispondiEliminaSpero diventi chiaro che smettere di accontentarsi significa PRETENDERE di essere soddisfatti.
RispondiEliminaAuguri a te, ai lettori, a noi tutti.
In astratto, cioè troppo "in teoria"; in pratica, occorre soprattutto pretedendere da se stessi una "coscienza" sociale e democratica.
EliminaAnzitutto, per non abbandonarsi all'inseguimento delle (scontate e inevitabili) emozioni dettate dalla suggestione di (pseudo)ragionamenti diffusi in una "contingenza" che offusca la chiarezza di visione.
Compito non facile, ma che, almeno, ci dovrebbe veder consapevoli della fallacia e della incoerenza delle ideologie o, peggio, delle mezze-ideologie usate con cinica strumentalità pari solo all'assenza di risorse culturali di chi infonde tale cinismo.
Ma che richiede anche la capacità di riconoscere i "sintomi" di un'ideologia omnibus che pervade la gran parte della "offerta politica" (come ci ha rammentato Arturo):
Le néolibéralisme est beaucoup plus qu'une idéologie partisane. Les responsables politiques qui mettent en oeuvre les pratiques néolibérales se défendent d'ailleurs généralement de toute idéologie. Le néolibéralisme, lorsqu'il inspire des politiques concrètes, se nie comme idéologie puisqu'il est la raison même.
C'est ainsi que des politiques très semblables peuvent se mouler dans des rhétoriques les plus diverses (conservatrices, traditionalistes, modernistes, républicaines, au gré des situations et des cas), manifestant par là leur extrême plasticité.” (P. Dardot, C. Laval, La nouvelle raison du monde, La Découverte, Parigi, 2009, pag. 326).
http://orizzonte48.blogspot.com/2017/12/la-rivoluzione-liberale-delle-care.html?showComment=1513810297217#c4392431580532829909
Se la governabilità è continuare così, viva la non governabilità
RispondiEliminaNegli anni 60 e 70 nacquero diversi 'governi balneari' (e più tardi diversi altri di breve durata).
Eliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Governo_balneare
All'epoca l'Italia cresceva molto velocemente e ricordo tanti articoli dei giornali nazionali che in occasione del bilancio di fine anno comentavano regolarmente (e con stupore) che la crescita c'era stata lo stesso.
Allora al 'quarto partito' non era ancora riuscito il golpe per imporre la separazione BI-Tesoro (ed il vincolo esterno) ed anche in regime di disbrigo degli affari correnti gli automatismi istituzionali permettevano alla quota salari di crescere anche più degli aumenti di produttività (le partecipazioni statali con Intersind dettavano con generosità gli aumenti salariali minimi del settore pubblico e gli industriali privati dovevano per forza inseguire e si fu per lunghi periodi in regime di quasi piena occupazione).
Negli anni sessanta ero ancora 'piccolino' ma ricordo chiaramente che nei due decenni successivi, in occasione dei rinnovi contrattuali, i sindacalisti quasi pregavano di dover trattare durante un 'governo balneare'.
Auguri. Grazie di tutto!
RispondiEliminaTanti auguri al presidente e a tutti i lettori di buon anno nuovo e che il 2018 possa continuare nel segno della resistenza nella lotta per la riaffermazione della democrazia sostanziale, una resistenza che stiamo facendo sul piano culturale e mediatico. Auguri inoltre a tutti gli italiani, soprattutto ai più colpiti dalla crisi, a quelli più in difficoltà, che possano rialzarsi e desiderare di unirsi a questa lotta. Auguro di vivere "secondo Costituzione".
RispondiEliminaAuguri anche alla Costituzione repubblicana che compie 70 anni, che possa essere insegnata nelle scuole perché i suoi principi e i suoi valori siano fatti propri da tutti i ragazzi, e che possa essere "il libretto delle istruzioni" dei futuri politici.
Un augurio sincero di buon 2018 a lei ed ai suoi cari. In teoria condivido pienamente l'invito a non contentarsi del male minore. Eppure, come lei ben sa, la vita è fatta spesso di situazioni "necessitate" (e a maggior ragione nell'epoca del capitalismo trionfante, distruttore di ogni spazio di libertà vera per
RispondiEliminasostituirlo con il vincolo opprimente del bisogno), in cui spesso la scelta del male minore rappresenta l'unico modo di restare in vita (in tutti i sensi) anche io vista di continuare la battaglia. Fuori di metafora, a marzo si voterà, come orientarsi? Non andare a votare, astenersi, votare ? (chi?).
Sono interrogativi che non ritengo appropriato affrontare in questa sede.
EliminaPeraltro, "orientarsi" è un compito che dovrebbe essere agevolato dalla lettura del blog (che è un onere e non un obbligo: cioè qualcosa che si può scegliere di fare per un proprio interesse):
Non Chiederci La Parola
"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
http://orizzonte48.blogspot.it/2017/12/le-forze-esterne-al-di-sopra-del-popolo.html (v. pp.7-8 nella loro interezza e relativi links: ma anche il resto del post, almeno)
Grazie. Dissento solo su un punto: leggere questo blog, uno dei pochissimi spazi di liberà rimasti, è per me un dovere civico, dato che, come lei mi insegna, la cittadinanza (quella vera, non quella svilita per accontentare i desiderata di un capitalismo in cerca di manodopera a basso costo) implica non solo diritti ma anche doveri. Il sistema collasserà per la sua intrinseca irrazionalità, lo sappiamo tutti qui, ma dopo occorrerà, penso, tracciare un nuovo limes che definisca ciò che è simbolicamente dentro la società che auspichiamo e ciò che ne deve rimanere fuori: le analisi sviluppate in questo blog rappresenteranno allora un imprescindibile punto di riferimento per orientarsi nel compimento di un'opera così gravosa.
Elimina@Nicola
EliminaSi potrebbe proporre l'approccio per cui questo "sistema" una sua razionalità ce l'ha: lo stesso suo collasso ha una sua razionalità (utilità), visto dal lato di un certo ceto ora egemone.
Propongo questa riflessione perché il marxismo, ad esempio, in una sua certa versione ideologizzata, ha continuato (fino ad ora) ad aspettare questo "collasso" pensando che al sistema capitalistico si sarebbe sostituito palingeneticamente il "paradiso terrestre comunista". In modo assolutamente deterministico ed anti-hegeliano.
Ora: il collasso è aspettato a causa delle "contraddizioni", non tanto quelle "aristoteliche", che pure sono manifeste nel pensiero egemonico, ma quelle prettamente hegelo-marxiane, riferite alle tensioni e ai conflitti che portano a lacerare la società a causa di un disegno istituzionale irresponsabile ed egoistico imposto dai ceti cosmopoliti e privilegiati.
Il "collasso", il "crollo" - ossia un momento di cambiamento, di crisi, non temperato da una giusta dialettica politica - è una naturale fase storica che non implica di per sé una soluzione politica per gli oppressi, già determinata, indica semplicemente un'opportunità.
Un'opportunità che, per essere sfruttata, getta le basi della futura lotta nel presente.
Auguro a tutti un Buon Anno pieno di passione, radicalità ed intransigenza.
(Radicali ed intransigenti come la morte, e appassionati come la vita)
Mi pare ovvio che non si può attendere il crollo E POI ritenere che le informazioni e le analisi contenute in questo blog torneranno utili.
EliminaIl sistema, se si guarda alle teorie di Schumpeter e della neo-macroeconomia classica, contiene già in sè l'ipotesi di "collasso": la sua capacità di sopravvivenza è determinata dalla consapevolezza che la struttura sia (sarebbe) inalterabile e che il controllo istituzionale non sia cedibile a nessuna condizione (nella sostanza: nella forma si accettano soluzioni transitorie cui attribuire una operatività revocabile a piacimento).
Il mutamento della struttura è invece ottenibile solo attraverso un'operazione di redistribuzione istituzionalizzata che si compie nel tempo con costanza e coscienza (questa è d'altra parte l'idea di democrazia di Rosa Luxemburg, come forma instaurativa del socialismo in Occidente, laddove il capitalismo ha raggiunto le sue forme "evolute").
Per questo, la dialettica necessaria affinchè il processo democratico di "recupero" si compia è già oggi, più che mai, consistente con la rivendicazione della piena effettività della Costituzione.
Senza questa tempestiva e, direi urgente, rivendicazione da parte di una massa critica della società, la crisi rimane occasione di rivolta inconcludente e di caos che può essere pazientemente controllato, attraverso vari stati di eccezione, dalle stesse elites che l'avranno provocata.
CIO' CHE SIAMO, CIO' CHE VOGLIAMO
RispondiEliminaCon marginalistica licenza storpio anche il Montale, quanto il volgere frittate cartesiane che cuociono solo da un lato e bruciano, lasciando crudo l'altro, per augurare a tutti – ai belli e ai brutti - un consapevole “ritorno al futuro”.
Io che son un gonadico massimalista , lunga vita al principe senza scettro e se lo storpiano, noi si sa calamandresca/mente che fare.
Tiremm innanz!!
[il contrappunto opposto di zia T.I.N.A.]
Prova invio commento
RispondiEliminaAuguri e ringraziamenti a chi da qualche anno mi ha aperto gli occhi.
RispondiEliminaE quale forza politica difende l'istruzione pubblica? C'è il deserto. non riesco neanche ad accontentarmi. Zero assoluto: hanno lasciato la scuola in mano ai barbari. Sono graditi consigli elettorali.
RispondiElimina“… Si parla forse un po' troppo spesso di “crisi” e di svolte della storia. Una società che si muove e trasforma si trova sempre per qualche aspetto in crisi; ed una crisi di progresso è meglio di un plumbeo ristagno; vi sono però momenti come quello che viviamo nei quali, se non è già da vedere l’inevitabile recessione e lo sfacelo, si presentano situazioni da affrontare in modo decisivo...
RispondiEliminaPer il programma nel senso generale ed amplissimo sovra indicato [NdF: la democrazia o civiltà del lavoro] occorre un’azione vasta e complessa. Primo: ATTUARE LA COSTITUZIONE; è una parte essenziale del programma. Attuando la Costituzione nei suoi due capisaldi – che sono la libertà politica ed un sistema economico equilibrato di iniziative individuali e di interventi dello Stato – si cammina anche senza ideologie ed elaborazioni teoriche, verso un’economia democratica del lavoro.
ATTUARE LA COSTITUZIONE È UN DOVERE, ed è la sola via per superare le attuali difficoltà economiche e sociali…” [M. RUINI, Al di là del capitalismo e del comunismo, la democrazia del lavoro, Milano, 1966, ora riprodotto in Lavoro e comunità di lavoro, Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2013, 93].
Non accontentarsi del male minore significa pretendere il bene maggiore e supremo, che personalmente trovo riflesso in modo magnifico nelle parole di Meuccio Ruini.
A Quarantotto, a Bazaar, ad Arturo, a Luca ed a tutti i lettori del blog nessuno escluso, che si trovino in Patria o all’estero, nonché a tutti gli italiani che non vogliono rassegnarsi a perdere la speranza in un futuro migliore, auguro un sincero Buon Anno. Cioè un anno di lotta.
grazie Francesco.... ricambio di cuore.
EliminaGrande Ruini.
Mai come adesso al contrario a mio modesto avviso è il momento di dire qual è "il male minore" di cui non accontentarsi, proprio perché quando magari diventerà palese e ce ne accorgeremo sarà troppo tardi...
RispondiEliminaIn realtà, il CRITERIO (critico, cioè nell'UNICA forma utile del richiamo alla coscienza individuale) per individuare l'ingannevole "male minore" è, per buona approssimazione, già inserito nel post.
EliminaE dico "per approssimazione" in quanto ci si riferisca al post come "passaggio", - appunto NON ISOLATO-, di un discorso che è andato maturando nel blog nel suo complesso.
In altri termini, un attento lettore non nutre molti dubbi al riguardo e sa come attingere ben precisi criteri di orientamento.
Poi certamente, un richiamo come questo (sentito) augurio per l'Anno Nuovo, - che finisce per attirare anche lettori nuovi, saltuari o "distratti"- preannunzia già in sè gli sviluppi di un discorso aderente alla realtà che si sta già manifestando nel CONCRETO.
E, come detto nel post, non mancheremo di segnalare e anticipare, tempestivamente, quello che si sta delineando.
Tanto per capirsi:
http://orizzonte48.blogspot.it/2017/12/oggi-27-dicembre-la-coscienza.html
http://orizzonte48.blogspot.it/2017/12/le-promesse-cioe-le-minacce-elettorali.html
Come da prassi di questo blog, si può dire che tutti i post di "fine anno" sono "sommari emergenziali" di quello trascorso e avvertimenti operativi per l'immediato futuro.
Attenderò fiduciosa la tempestiva segnalazione di ciò che si sta delineando sperando in cuor mio di essere ancora in tempo ad impedire che "il male peggiore" distrugga del tutto l'Italia.
EliminaIl più bell'augurio di sempre.
RispondiEliminaGrazie per averci accompagnato fino a qui.
Continuerò a leggere con avidità i suoi post lavorando nel mio piccolo per il nostro bene.
Buon anno, buon lavoro e al prossimo articolo del blog.
Laura
Un augurio di buon anno a tutti voi.
RispondiEliminaAnche se non commento, trovo sempre il tempo di leggere.
Infatti, qualche giorno fa ero seduto tranquillo nella metropolitana ed ero concentrato a leggere orizzonte48 sullo smartphone, quando, sul sedile di fronte a me, noto lo sguardo severo e sprezzante di una vecchietta inacidata rivolto verso di me, che, trovando poi una sponda nella donna vicino, ha preso a fare una filippica sugli uomini per i quali ormai il cellulare è diventata una protesi del corpo, sulla degenerazione dei costumi, sull'abbandono delle tradizioni "per bene", ecc., ecc....aveva il giornale La Repubblica nella borsetta....
Che ne dite? Avrà avuto ragione?
Non sapete da quanti, dalle mie parti, ho sentito dire che Monti, al contrario di Berlusconi, era una persona "per bene", di buoni costumi, dalle buone maniere, uno responsabile, un "moderato", uno che ha tentato di "raddrizzare" l'Italia avvolta nella spirale della "corruZZZZione" e nella degenerazione dei "costumi".
Ma in fondo, per sentirmi italiano, parte del popolo, ditemi voi, io devo condividere questo genere di "tradizioni" e questi "modi" che queste vecchie generazioni di falliti vorrebbero tramandarmi dall'alto della loro "esperienza"? Generazioni che, in realtà, mai sembrano aver compreso una fava sull'origine del loro benessere, della loro pensione dignitosa, per non parlare nemmeno dei fondamentalissimi principi della Costituzione stessa?
Adesso gli esponenti delle "tradizioni" della Cleptocrazia, trovano, nella declinazione del discorso-spettacolo ultramoralista e cattolico, una sponda su cui poggiare su basi "morali" il loro agire predatorio su interi popoli; la spoliazione colonialista dell'élite sociopatica, che pauperizza milioni di persone, diventa, nella versione-spettacolo del discorso cattolico, virtù sublime, perché, per il nuovo fedele, il popolo pauperizzato è più mansueto e meno egoista, quindi più virtuoso: si contenta di quel poco, di qualche briciola, di un po di elemosina gettatagli dalle "Opere Pie"; si contenta del meno peggio e non si lamenta.
Insomma, è una benedizione che i Cleptocrati, con la loro smania di potere, soldi e "gloria", distruggano le Sovranità nazionali, il welfare e il benessere di intere popolazioni, e impongano governi autoritari guidati da persone "per bene", "responsabili" e "moderate", con lo scopo di produrre "società costituite di plebi poverissime e poco istruite, desiderose solo di cibo, nelle quali la classe dirigente non stenta ad imporre riduzioni dei salati reali, a provocare scientemente disoccupazione, a ridurre lo sviluppo dell’economia."....perché tanto poi c'è la Caritas, che, nello spirito della più autentica tradizione "cristiana", soccorre l'indigente e fornisce al Cleptocrate la possibilità di continuare a redimersi per l'Eternità, di continuare a pentirsi, OGNI GIORNO, dei troppi peccati di avidità commessi, potendo, questi, donare alla suddetta, e alle altre "Opere Pie", ogni giorno e per l'Eternità, parte dei propri ricavati, col fine di soccorrere le plebi mansuete e indigenti da egli prodotte con il suo agire predatore; agire predatore di cui, in fondo in fondo, il vero fedele cattolico dovrebbe vantarsi, perché produce solo pochi ricchi peccatori (l'élite dei cleptocrati) da redimere, e sterminate plebi poverissime "non egoiste", desiderose solo di cibo, da benedire....mentre la democrazia pluriclasse arricchirebbe il popolo intero, che per intero sarebbe quindi corrotto da desideri "lascivi"..
Lascia che a queste persone anziane, tanto perbene, serie, misurate e composte, tocchino le pensioni e tassino le case (cose peraltro inevitabili). Poi gustati gli sviluppi con tutta la pietà e la comprensione che meritano.
Elimina(Ho un paio d'anni più della Costituzione...)
Un grande abbraccio a tutti: forza, coscienza e nervi saldi.
P.s.
RispondiEliminaCi tengo a precisare, a scanso di equivoci, dopo quanto detto sopra, che per quel che mi riguarda, l'intero spettro politico che si presenterà alle elezioni, dall'estrema destra all'estrema "sinistra", non è altro che espressione dell'oligarchia, è un insieme di falsi opposti; andare a votare alle elezioni e mettere la crocetta su un partito è come andare a comprare la stessa "medicina", con gli stessi ingredienti, ma con due etichette differenti; le sfumature solo solo nell'apparenza, nei "modi", a seconda delle fasce di mercato a cui si rivolgono, per captare la totalità dell'elettorato; la sostanza ideologica, scava scava, è la stessa: quella del dominio oligarchico.
Se non cambia la coscienza del popolo non sarà certo una crocetta a cambiare il destino dell'Italia.
Buonasera Presidente,la seguo da tanto ma è la prima volta che posto un commento.
RispondiEliminaVolevo ringraziarla per l'arricchimento culturale che questo Blog mi ha dato, insieme a Goofynomics,due preziose ISOLE di VERITA'nel mare magnum del pensiero unico.Capire quanto la nostra Costituzione non solo sia da applicare,ma DA RISCOPRIRE PIENAMENTE nei suoi principi fondamentali.In occasione dei 70 anni dalla promulgazione quanta ipocrisia da parte di quelle forze politiche che in nome di un progetto LEUROPEO
la hanno trasformata in una pura cornice privandola dei contenuti essenziali.La ringrazio ancora per avermi fatto capire,non sono più drogato dal PILOTA AUTOMATICO DELL'INFORMAZIONE,ora so.
Auguro a Lei un sereno 2018,a tutti voi.
l
c'è una domanda che mi frulla in testa da quando ho comiciato a leggere questo blog, ovvero se esiste una interpretazione del pensiero marxiano in termini di spaziotempo anzichè di tempo newtoniano. Il capitale libero del mondo globalizzato si muove a velocità supersonica, lo stesso non si può dire delle merci e ancor meno del lavoro; ma il tempo delle merci e del lavoro viene dettato dal capitale, un tempo completamente scollegato dall'economia "reale".
RispondiEliminaMagari è una domanda stupida, ma è possibile che ci sia una relazione tra l'accelerazione del progetto liberista e i tempi del capitale? la costante sensazione che non ci sia mai abbastanza "tempo", di essere sempre in "ritardo"(fate presto), di perdere costantemente terreno sperimentata nel mercato del lavoro privato può essere messa anch'essa in relazione con la velocità di movimento del capitale? possiamo metterla anche così: liberalizzazione del capitale, prezzo relativo artificiosamente bloccato dal cambio fisso, compressione dei salari: il rapporto tra spazio e tempo, la velocità smodata a cui viaggia il capitale smaterializzato, che ruolo ha (se ce l'ha) in tutto questo?
grazie a tutti voi ancora e buon nuovo anno
Il senso del "tempo" ha in realtà a che fare con la coscienza, con la "fenomenologia dello Spirito" che produce la Storia...
EliminaSicuramente la relazione tra tempo e mercatismo liberale è assolutamente affascinante. (La fine della Storia!)
Per quanto sia narrativa, Momo di Ende può essere proprio interpretato come un romanzo sulla controrivoluzione liberale e sulla relativa alienazione della società umana.
Da Goofynomics a Orizzonte48 il passo è stato breve. Vi seguo da tempo anche se non commento. Oggi scrivo per ringraziare e augurare un buon 2018!
RispondiEliminaSento moltissima solitudine quando parlo di scuola, università, istruzione. Mi sembra che stia andando tutto in malora. Leggendo questo blog mi sento un po' meglio. Auguri a tutti.
RispondiEliminaGrazie a tutti di esistere. E di R-esistere!
RispondiEliminaBuon 2018.