lunedì 10 dicembre 2012

ALCUNI PUNTI FERMI. IPOTESI "FRATTALICA" E "COSTITUENTE". "DE JURE CONDITO" AC "DE JURE CONDENDO"

Tanto per dire, no?...Ieri (domenica) mi aggiravo sul blog del FQ per vedere che "aria tirasse (basta farlo di quando in quando e in "apnea", perchè diciamo che l'aria è un pò troppo intossicata da esalazioni di "livore-casta-corruzione-debitopubblicobrutto" ad alto contenuto acido). Mi imbatto in questa notiziola, buttata la' per mostrarci quanto sono civili gli olandesi:
""Amsterdam: contro la violenza, il sindaco (laburista) pensa di ghettizzare vandali e bulli".

Siccome (come mi rimprovera Sil-viar), sono un inguaribile romantico (trad. "un pò fessacchiotto") , commento persino e..."Miraculo!" (come diceva Brancaleone da Norcia), me lo pubblicano!:
"Bene, bene, una volta si emigrava in Olanda (ne sapeva qualcosa Spinoza) perchè, purchè si aderisse alla visione "neo-borghese" del paese, si riceveva ospitalità e tolleranza.
Poi è arrivato il "sogno" meravigliso dell'euro e...poff!, tutto crolla.
Eh sì perchè l'euro, tanto bello e buono e caro, premia la logica mercantilista aggressiva- altro che pace tra i popoli europei!- e scatena la corsa alla deflazione. E l'Olanda, comprimi qui e comprimi lì, più ancora della germania, ha vinto la gara dei tassi di cambio reali svalutati. Cioè, grazie ai differenziali di inflazione (sotto il 2%) è riuscita ad accumulare un fantasmagorico surplus commerciale "strutturato" verso i partners europei.

Al punto che il tesoro USA addita il paese Olanda come tra quelli (con la Cccermania) che maggiormente contribuiscono agli squilibri “insostenibili” globali.
PICCOLO PARTICOLARE: per fare ciò occorre ricorrere a massicce precarizzazioni e disoccupazioni striscianti nel settore dei "servizi",  al fine di abbassare i costi di tale settore e FRENARE LA DOMANDA INTERNA, E PERCIO’ L'INFLAZIONE.
Risultato: masse sempre più numerose di emarginati che, (ma guarda un pò, sorprendente!) che adesso si vuole mettere nei campi di lavoro. Almeno i tedeschi ai minijobbers (7,5 milioni) e ai midijobbers (2,5 milioni) gli pagano l'affitto di casa...Quando si dice scavalcare a sinistra..o a destra?
Che bella cosa l'età dell'euro!"

Naturalmente i funzionari del Treasury l'hanno fatto veramente di mettere all'indice l'Olanda (come mi ha segnalato uno di voi, si faccia avanti, lealmente...per il caffè) e proprio davanti al Congresso.

Questo mi fa tornare alla "asseverazione" della "ipotesi frattalica" e anche alla idea delle violazioni manifeste del trattato da parte dei paesi "core".
Però pone anche l'esigenza di fare un pò di ordine nel "materiale" fin'ora divulgato (c'è chi mi dice che è troppo e chi invece ne vuole di più: nel dubbio vado avanti col "troppo", perchè dobbiamo "metterci in pari" col programma rispetto a goofy, che, con "macroeconomia", è un pezzo avanti e vorrei che diveniste tutti "truppe scelte" interdisciplinari. Tra l'altro, siccome vi ascolto, noterete che sto scrivendo in "Verdana" :-)...).
Dunque:
1) la questione "frattalica" ci serve per cercare di capire lo "scenario strategico" a cui andremo incontro. Sbaglieremo? Potrete dire che "ho" sbagliato...e se avrò avuto ragione, potrete dire "l'avevamo detto". Non me la prendo. Capire lo scenario ci fa capire cosa possiamo fare, sia in termini cognitivi che pratici.
E ci prepara, se l'ipotesi si rivelerà giusta, alla "Costituente" e quindi a dover affrontare una serie di soluzioni correttive, sia a livello costituzionale che legislativo, indispensabili "affinchè tutto questo non possa mai più ripetersi";
2) la questione delle "violazioni al trattato", come pure quella di come funziona veramente il il neoaffarismo (italiano), a carico "vostro", targato "lovuolel'europa" (su cui Sofia tornerà con post bellissimo e tostissimo), ci servono per la visione "tattica", cioè per capire esattamente come smontare il luogocomunismo che può ancora annidarsi dentro di noi (come un pericoloso parassita) e capire meglio "perchè" dovremo provare a "sapere bene" e a "fare" determinate cose, e con quali priorità...durante il periodo di transizione verso una nuova "vita" di ritrovata democrazia.

1- MORTATI COME...KEYNES. IL PASSATO DEMOCRATICO...PER UN FUTURO DI LIBERAZIONE E IL "DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA "RESISTENZA", NEL PRESENTE, ALL'EURO-MATRIX.
Vi regalo una prima "chicca" (da me ri-scoperta ri-compulsando i "sacri" testi di diritto costituzionale).
Ritiene Costantino Mortati, insigne maestro del diritto costituzionale, esponente democratico-cristiano, ed eminente membro della "Assemblea Costituente", a proposito dei "limiti" alla revisione della Costituzione, impliciti nella "scarna" formulazione dell'art.139 Cost., che "il mutamento della forma di governo possa avvenire solo in via di fatto, con un procedimento extralegale". 

Ciò perchè la "forma repubblicana, considerata nel sistema della costituzione, non è solo una soprastruttura formale, ma invece elemento coessenziale al regime (democratico ndr) che, per essere basato su una "democrazia del lavoro", non tollera nessuna forma di privilegio nè attribuzioni di funzioni non collegate a meriti individuali, quali sono quelle che provengono da trasmissione ereditaria del potere...". 
Ma ciò, sottolineiamo, si attaglia perfettamente anche a qualsiasi forma di oligarchia che dissolva la "democrazia del lavoro".

Inoltre, sempre secondo Mortati, altri limiti assoluti alla rivedibilità della Costituzione, e al mutamento necessariamente "extralegale" della democrazia del lavoro, sono rinvenibili nella "garanzia" fornita dal "diritto alla Resistenza".
Prosegue: "Nel progetto di costituzione era stato inserito un articolo che riproduceva"...l'art.35 della "dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" del 1793 ("Quand le gouvernement viole les droits du peuple, l'insurrection est pour le peuple e pour chaque portion du peuple, le plus sacrè et le plus indispensable des devoirs"), e l'articolo, dice sempre Mortati, era "così formulato: 
"Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla costituzione la resistenza all'oppressione è diritto e dovere del cittadino"...
Alla fine si ritenne di non inserirlo nel testo approvato, perchè "l'ipotesi giustificativa della resistenza è che le garanzie predisposte dall'ordinamento per l'integrità della costituzione non funzionino o non rispondano allo scopo per cui furono poste. Ma...fanno difetto i congegni idonei ad accertare se la reazione popolare si adegui a queste condizioni così come mancano i mezzi per determinare i limiti consentiti alla medesima". 

Nondimeno, conclude Mortati "...la reazione popolare di cui si parla in tanto può trovare posto nella presente trattazione delle garanzie della costituzione in quanto si riferisca ad esigenze di conservazione dei principi istituzionali informanti la costituzione vigente
Si deve trattare in altri termini di movimenti che emanino dalle forze politiche (non necessariamente "partiti", dacchè "forze politiche" siete pure voi quando vi organizzate democraticamente per far sentire la vostra voce, ndragenti a sostegno della costituzione materiale, contro tentativi di sovversione effettuati da chi, assunto al potere di governo, si rivolga contro il regime (democratico ndr).  
Il popolo, insorgendo, assume una figura che si potrebbe assimilare a quella del "negotiorum gestor". All'infuori di questa ipotesi il movimento popolare contro i poteri costituiti assume il diverso carattere di "rivoluzione"..." (Mortati "Istituzioni di diritto pubblico" vol.II, pagg.1243-1246).

Ora, basti solo rammentare che l'ipotesi "Costituente" e lo strumento democratico della "doppia rimessione", emerso dai commenti nel precedente post sulle violazioni al trattato (sopra già linkato), mirano proprio a valorizzare e riattualizzare la forza delle garanzie della Costituzione di cui parla Mortati, prima fra tutte la tutela che, nelle varie forme, può offrire il potere giurisdizionale.
La domanda-guida è: in assenza dell'euro i diritti fondamentali e le garanzie della Costituzione sarebbero stati realizzati - e non compressi- in maggior grado e con autentica "effettività"?
E prima ancora, sul piano giuridico-economico: assoggettarsi a un ordinamento sovranazionale i cui valori "supremi" sono, di fatto, la "stabilità dei prezzi" e la "forte competizione" - e che per tali valori enuncia implicitamente ma con necessitata evidenza (confermata dai fatti attuali), di "dover" sacrificare quelli del "benessere dei popoli" e della "piena occupazione", (valori tutti parimenti enunciati nell'art.3 TUE),- è compatibile con una "democrazia del lavoro"
Se seguite il nostro percorso, specie se vi siete già "istruiti" su goofynomics, la risposta è...(lascio a voi riempire l'apposito spazio).
Ma ci piacerebbe sapere cosa ne pensino la Corte costituzionale e la Corte europea di giustizia. Su questi specifici quesiti.
 
2- NUOVA FORMULA GARANTISTA DELL’ART.139 PER PREVENIRE IL RIPETERSI DELLA VICENDA UE-UEM
Abbiamo visto della eccessiva (e originariamente voluta) genericità dell'art.139 Cost. nel definire ciò che non può essere fatto oggetto di revisione.
"Originariamente voluta" perchè si voleva lasciare spazio a un adeguamento storico, che si immaginava, nel clima di quegli anni di "liberazione", sarebbe stato sempre più nel senso dell'allargamento della democrazia e della eguaglianza sostanziale (il famoso art.3, comma 2, della costituzione). E il pericolo veniva storicamente visto, in via prioritaria, nella prospettiva di un tentativo di ritorno della "monarchia". Al tempo proprio non si riuscì a concepire che il "regresso" oligarchico sarebbe potuto arrivare al punto attuale !!!
I tedeschi che forse la sapevano più lunga su come l'abrogazione della monarchia in sè non basta a eradicare l'autoritarismo e la concentrazione del potere nelle mani di pochi, si sono premuniti in modo più "puntuale". E stabilirono una norma più esplicita e stringente (che oggi gli torna molto utile per proteggersi dalle conseguenze delle loro azioni sul piano del rispetto...mancato, dei trattati): per l'art.19, commi 1  e 2, della loro costituzione, i "limiti ai diritti fondamentali possono essere solo introdotti in modo espresso" e "in nessun caso il diritto fondamentale può essere leso nel suo nucleo essenziale".

Evidenzia infatti Mortati che, fermo restando che le norme costituzionali provenienti dal procedimento di revisione  - ad es; quelle del Tit.V Cost., nuova versione, incluso l'art.117 col suo rinvio all'osservanza dei vincoli comunitari- sono subordinate alle norme della Costituzione "originarie" cioè provenienti dal costituente ("entità assolutamente orginaria, creativa in grado primario dell'ordinamento"), tutti i principi generali sono immodificabili in sede revisionale componendo la "forma repubblicana".
E ciò vale,  quindi, a maggior ragione, per le norme europee, di qualunque fonte, coperte dall'art.11 Cost., per loro natura sempre subordinate alle norme costituzionali "originarie". 
Ma quel che più conta è che secondo Mortati (cioè il più costituente più prestigioso, sul piano scientifico-giuridico), ciò varrebbe in via diretta proprio per il fiscal compact, inclusa la sua versione costituzionalizzata nel "pareggio di bilancio".
E su questo siamo abbastanza al sicuro (almeno quanto sul fatto che Keynes trovi confermata la sua "lezione" proprio dai disastri odierni della politica dell'austerity per la...crescita), anche secondo l'analisi che abbiamo fatto in questo post e che trova appoggio anche nella sentenza della Corte costituzionale del 13 luglio 2007, n.284 già citata qui.  
Sarebbe però il caso che si inserisse una clausola di "contenuto minimo indeclinabile" della intangibilità delle norme costituzionali: cioè menzionare alcune parti che non possano mai essere modificate se non nel rispetto di certi principi enunciati nella Cost. stessa (individuandoli meglio) e se non, ipotizziamo, per ampliarne in modo evidente e inequivoco la portata favorevole alle posizioni giuridiche soggettive dei cittadini ovvero per realizzare gli obiettivi dell'art.3, comma 2.
Mortati, ancora una volta ci soccorre, in questa individuazione, e proprio parlando dei rapporti tra ordinamento costituzionale italiano e "prevalenza" del diritto comunitario.
Ci dice: "Passando all'esame dei limiti (di questa prevalenza ndr)...è da ritenere che essi debbano ritrovarsi in tutti i principi fondamentali, sia organizzativi che materiali, o scritti o impliciti, della costituzione: sicchè la sottrazione dell'esercizio di alcune competenze costituzionalmente spettanti al parlamento, al governo, alla giurisdizione,...de'essere tale da non indurre alterazioni del nostro stato come stato di diritto democratico e sociale (il che renderebbe fortemente dubbia la stessa ratificabilità del trattato di Maastricht e poi di Lisbona, ndr). Non è possibile distinguere, fra le disposizioni costituzionali, quelle che riguardino i diritti e i doveri dei cittadini e le altre attinenti all'organizzazione, poichè vi è tutta una serie di diritti rispetto a cui le norme organizzative si presentano come strumentali alla loro tutela (rappresentatività delle assembleee legiferanti; precostituzione del giudice, organizzazione della giurisdizione tale da assicurare la pienezza del diritto di difesa ecc.). Pertanto il trasferimento di competenze dagli organi interni a quelli comunitari in tanto deve ritenersi ammissibile in quanto appaia sussistente, non già un'identità di struttura tra gli uni e gli altri, ma il loro sostanziale informarsi ad analoghi criteri in modo che risultino soddisfatte le esigenze caratterizzanti il nostro tipo di stato" (ecco: appunto, mentre aspettiamo un parlamento europeo con funzioni effettivamente legislative "principali", se non esclusive, e un governo europeo che ne abbia la decisiva, e non formale, fiducia legittimante).

Stabiliti questi principi l'art. 139 Cost. dovrebbe avere questa nuova formulazione:
"La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale nè essere derogata dalle fonti pattizie di cui all'art.11. In essa sono inclusi tutti i principi fondamentali di cui agli articoli da 1 a 12 nonchè i principi organizzativi che ne assicurano la effettiva e inderogabile realizzazione. In nessun caso possono essere apportate modifiche alle restanti norme costituzionali se non per i fini di cui all'art.3 comma 2, e fatto comunque salvo il carattere solidaristico e fondato sul lavoro dell'ordinamento repubblicano democratico "

3- NUOVA FORMULAZIONE DELL’ART.70 SULLA “FUNZIONE LEGISLATIVA”
Vale la pena di apportare altri tasselli al quadro che stiamo delineando. Precisando un naturale "corollario" di quanto fin'ora esposto.
Se vogliamo assicurarci che la Costituzione non sia nuovamente "messa da parte" a cuor leggero da classi politiche e finanziarie che, mediante la forza economica preponderante di pochi, siano in grado di condizionare in modo totalizzante i mass media, dobbiamo incidere sulle stesse condizioni di esercizio della funzione legislativa (essendo la legge il più importante atto politico, cioè che ci riguarda direttamente tutti). In brve, in coerenza con quanto detto in precedenza, si propone di rafforzare la funzione di garanzia costituzionale della disciplina della funzione legislativa, per preservarla da massicci e "incomprensibili cortocircuiti culturali" (diciamo così) di chi si potrebbe trovare a sedere in parlamento. Questa la formulazione proposta:
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere. Un disegno di legge può essere approvato e, successivamente, promulgato solo se indichi l’esatta disposizione della Costituzione che intende attuare o specificare, entro i limiti comunque sanciti dall'art.139”.
Ovviamente detto in questa maniera si ampliano e si precisano anche gli obblighi di garanzia incombenti sul Capo dello Stato in sede di promulgazione, ai fini del rinvio alle Camere ai sensi dell'art.74 Cost.

La clausola di salvaguardia e di emendabilità solo "in melius" della Costituzione andrebbe accoppiata con la possibilità, subito dopo l'approvazione e prima della stessa promulgazione (lasciando un adeguato spazio temporale di "riflessione" a tal fine, es. 15 giorni, prima dei quali non può essere inviato al PdR per la promulgazione), di deferire alla Consulta, su iniziativa di una minoranza qualificata del parlamento, le leggi di ratifica dei trattati e quelle che incidono direttamente su diritti previsti in articoli non soggetti a revisione costituzionale (una volta riformulato l'art.139 Cost.). Ciò rafforzerebbe concretamente la rivalorizzazione del parlamento e la garanzia costituzionale democratica. 
Ricordiamoci di queste soluzioni, perchè se non le inserissimo in sede "(ri)costituente" rischiamo di azzerare ogni possibile vittoria...

32 commenti:

  1. Capisco che dobbiamo capirci e che è essenziale darsi un segno identitario, ma in un dibattito nel quale esistono troppi movimenti fondati su un guru e/o su un brand non mi sembrerebbe tanto il caso che ci dessimo una etichetta, tanto più vagamente iettatoria come goofy (gufi). Io sono, noi siamo, italiani che studiano l'economia e il diritto. "Goofy", gufisti, ecc. facciamolo dire alle tante persone che confondono la cioccolata con altro (vedi la carissima Deboraaaaah), o alle persone che ci hanno attaccato con visibile intento denigratorio (vedi l'amicus Piga, sed magis amica veritas).

    Guarda caso (e non è un caso) chiunque ci ha etichettato lo ha fatto per metterci su un piano paritetico con persone antropologicamente, culturalmente, intellettualmente, politicamente ed eticamente inferiori: i donaldiani puri e duri (Debboraahhh), o i fermatore del declino (Piga). E dopo questo, non vi viene voglia di strapparvi l'etichetta di dosso?

    A me sì.

    Scusate: in effetti questa è una critica, ma vedete che è costruttiva ed opportuna: meglio fermarsi prima. Lasciamo agli altri i brand (MEMMT) e i guru. Naturalmente ognuno si regola come crede, ma se continuate, chiudo il blog o gli cambio nome ogni settimana!

    Con questa notazione metodologica di carattere assolutamente generale (che ricomprende la feroce rivendicazione del fatto che in goofynomics.blogspot.com non c'è nulla di originale), non posso che aderire toto corde alle significative e opportune iniziative di 48, che sto promuovendo in ogni sede. E così spero facciate voi, che non siete dei goofy, ma degli Italiani (con la "I").

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    1. Alberto, quanto c'hai ragggione.
      Il fatto è che sono un pò limitato: avendo focalizzato nel post (scritto dopo ricerche durate alcune ore...di domenica) antecedenti economici e dottrinali-giuridici (illustri, e in testi di 1500 pagine scritte piccole piccole) di una...riforma costituzionale (na bazzecola!), mi è sfuggito il punto che sollevi.
      Per stanchezza mentale.
      Però so' d'accordo, so'...Non abbiamo bisogno di etichette. Solo di verità e conoscenza.
      Grazzzie per la critica costruttiva
      PS: IN QUESTO POST IL TERMINE GGOFYSTI O ANALOGO NON COMPARE! C'E' SOLO UN RIFERIMENTO ABBREVIATO AL BLOG (di tipo temporale: su goofynomics.blogspot.it in effetti il discorso è inevitabilmente avviato da più tempo. Tutto qui)

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  2. 48, questo tuo post mi lascia un po' perplesso. La tua proposta di modifica dell'art. 139 Cost. non mi sembra che aggiunga nulla di nuovo ad un quadro teorico che è fin troppo consolidato.

    Infatti fin dalla sentenza 1146 del 1988 la Corte Costituzionale ha chiarito che (i) esistono "principi supremi dell'ordinamento costituzionale"; (ii) tali principi non possono essere oggetto di revisione costituzionale ex art. 139 Cost.; e (iii) essi non possono essere lesi neanche da fonti del diritto straniere (e in particolare, comunitarie) introdotte nell'ordinamento domestico via art. 11 Cost.; tanto che (iv) la Corte può dichiarare incostituzionale la legge di ratificata del Trattato CEE se la partecipazione dell'Italia alla CEE comporti una lesione dei suddetti principi (la nota dottrina dei controlimiti, che risale fin dalla sentenza 183/1973).

    In particolare, sulla dottrina dei controlimiti è stato detto tutto e il contrario di tutto. Ma se non è mai stata applicata, il problema deve essere un altro (e sospetto sia di natura politica), non certo l'adeguatezza del nostro sistema costituzionale a supportarla - adeguatezza che, peraltro, la tua proposta non irrobustisce in alcun modo.

    Cordialmente, Michele

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    1. CAro MIchele,
      la "dottrina" dei controlimiti è appunto una dottrina. Elegante in un senso e nell'altro. Sta di fatto che nello svuotamento attuale non c'è nulla di "elegante" e la Corte "spazia" in affermazioni astratte spesso disimulanti, dietro il principio, pronunce di inammissibilità senza mai entrare nel merito concreto.
      Se fosse specificato in Costituzione un disposto dell'art.139 che ne recepisca una lettura più rigorosa, cesserebbe di essere una "dottrina" e sarebbe il diritto positivo più elevato. E già questo non è poco, perchè taciterebbe chi sostiene letture "lovuolel'europa", che è esattamente il nostro problema (non so se sia il tuo).

      In secondo luogo, la formulazione suggerita accoglie una lettura, di Mortati, che non ha mai avuto una piena esplicitazione nelle decisioni della Corte costituzionale. Mi riferisco alla esplicita connessione con le norme costituzionali "diverse" dai (mai precisamente individuati) principi supremi (qui meglio determinati in conformità alla lettura "autentica" di Mortati, con estensione ai principi organizzativi strumentali "necessari"). Di tali norme sarebbe possibile solo la modifica "finalizzata" e in melius.
      Si mira cioè a sigillare la ratio dell'intervento di revisione, la cui adozione strisciante per via delle norme UE è andata fin troppo oltre...e infatti, per quanto tu ti "perplima", stanno continuando a esaurire ogni residua capacità decisionale nazionale, spostando le competenze sovrane in organi privi delle caratteristiche essenziali di una democrazia sociale, quale concepita dal costituente originario

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  3. ...Il 'problema' dell'euro inizia a essere chiaro anche in Francia...

    http://www.lemonde.fr/idees/article/2012/12/10/la-competitivite-de-la-france-victime-de-l-euro_1802219_3232.html

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  4. Sulla "Funzione legislativa" di cui all'articolo 70.
    Una norma siffatta implicherebbe, in sostanza, un "controllo preventivo di costituzionalità", prevalentemente affidato -indirettamente- ad un organo esterno al Parlamento (Presidente della Repubblica, ex articolo 74 cost.).
    Al riguardo, mi permetto una posizione critica-costruttiva basata sui seguenti ordini di ragioni:
    a) nei fatti, ciò comporterebbe la fine della già evanescente iniziativa parlamentare a favore di quella del Governo (che beneficia di uffici legislativi e tecnici specifici (per ogni dicastero), in grado di valutare preventivamente la rispondenza a costituzione il testo da sottoporre alle Camere);
    b) il controllo finirebbe affidato ad un organo esterno al Parlamento(Presidenza della Repubblica), che, come Napolitano insegna, non sempre adempie alla sua funzione di imparzialità e non sempre, nei fatti, è politicamente neutro, e che pertanto potrebbe usare lo strumento dell'articolo 70 così riformulato per ritardare la promulgazione di disegni di legge "non graditi", dando luogo ad un inopportuno conflitto tra i poteri dello Stato.

    Su tali basi, formulo allora una proposta, ossia che il controllo preventivo avvenga all'interno del Parlamento, per il tramite di una "commissione filtro" (e quindi agendo più sui regolamenti parlamentari che non sulla Costituzione). Commissione che potrebbe essere, per non ingolfare la già ingolfata Commissione affari costituzionali, denominata "Commissione per la valutazione dei presupposti di costituzionalità dei disegni di legge".
    Tale Commissione potrebbe esprimere un parere obbligatorio ma non vincolante. In caso di parere contrario, se si volesse procedere lo stesso con l'esame senza emendare il disegno di legge si potrebbe prevedere un iter rafforzato (divieto delle sedi deliberante e redigente, previsione di una terza lettura obbligatoria.... dico le prime che mi vengono in mente). Inoltre, il Presidente della Repubblica, nel rinviare il ddl alle Camere, beneficierebbe del maggior conforto del parere di un organo parlamentare, senza assumersi una responsabilità sostanziale al riguardo (che non potrebbe avere), e sarebbe, per contro, maggiormente inibito in presenza di un parere favorevole delle Commissioni competenti di entrambe le Camere (pur non rimandendogli preclusa la possibilità di agire in tal senso).

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  5. Scartabellando in giro per il web, in merito al cosiddetto "diritto/dovere alla Resistenza", mi pare utile segnalare questo:
    "Il 5.12.1946, la Sottocommissione, incaricata all’interno della Commissione dei 75 (cosiddetta dal numero dei componenti) di elaborare la prima parte della Costituzione, inserisce nel Progetto di Costituzione, al 2° comma dell’art.50, la seguente disposizione, “Quando i pubblici poteri violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”.
    La norma è proposta dall’On. democristiano Giuseppe Dossetti e dall’On. demolaburista Cevolotto, che si sono ispirati ad altre Carte Costituzionali, in particolare all’art.21 della Costituzione francese del 1946, che stabilisce:
    ”Qualora il governo violi la libertà ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza, sotto ogni forma, è il più sacro dei diritti ed il più imperioso dei doveri”.

    Nel maggio 1947, quando il Progetto di Costituzione è discusso nel plenum dell’Assemblea Costituente, alcuni Deputati, appartenenti soprattutto al Partito Liberale e al Partito Repubblicano, pur non dichiarandosi, in linea di principio, contrari al riconoscimento costituzionale del diritto di resistenza, sollevano dei dubbi sull’opportunità del suo inserimento nella Costituzione.

    Nel dicembre 1947, quando si esamina l’art.50 del Progetto di Costituzione, anche i democristiani si oppongono all’inserimento del diritto di resistenza nel testo definitivo della Costituzione. Così, quando si vota il testo dell’art.54, che ha sostituito l’art.50 del Progetto, il diritto di resistenza è soppresso, nonostante il voto favorevole dei comunisti, dei socialisti e degli autonomisti. Molto probabilmente sull’esito del voto influirono motivazioni di opportunità politica ed anche una certa confusione di interpretazione tra il concetto di resistenza e quello di rivoluzione. Invece tra i due termini c’è una profonda differenza : la rivoluzione tende al rovesciamento del regime politico; invece, la resistenza mira alla conservazione del regime politico (purchè sia, naturalmente, democratico) e quindi è uno strumento di garanzia per la sua esistenza.

    Per cui...La resistenza collettiva si esercita attraverso l’esercizio dei diritti di libertà, previsti e tutelati espressamente dalla nostra Costituzione, come il diritto di manifestazione del pensiero (art. 21) ed il diritto di sciopero (art.40) , anche politico. 7
    In verità, l’art. 54 della Costituzione sancisce: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini, cui sono affidate le funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento”.

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  6. Non si deve però confondere il dovere di fedeltà con quello di obbedienza. Sono infatti due concetti diversi: la fedeltà alla Repubblica precede, logicamente e concettualmente, l’osservanza delle leggi dello Stato. Pertanto, il dovere di fedeltà alla Repubblica, e quindi alla Costituzione ed in particolare ai principi fondamentali in essa stabiliti, prevale sul dovere di obbedienza, di cui peraltro costituisce il presupposto giuridico.

    Quindi, in caso di contrasto delle leggi in vigore con i principi fondamentali dell’Ordinamento Costituzionale, è sempre l’obbedienza a questi ultimi che prevale sull’obbedienza alle leggi. Peraltro, la semplice obbedienza alle leggi non esaurisce l’obbligo di fedeltà alle Istituzioni, che richiede un comportamento concreto in sintonia con i principi fondamentali sanciti dalla Carta Costituzionale. Non a caso il diritto di resistenza è stato concepito nel 1946 (quando viene inserito nell’art.50 del Progetto di Costituzione) come collegato al dovere di fedeltà, stabilito dall’art. 54 ( già art. 50 del Progetto), anche se in un primo momento era stato collegato al principio della sovranità popolare.

    Naturalmente, la resistenza non può essere esercitata in forma violenta, perché, per difendere un diritto fondamentale, leso dall’esercizio arbitrario di pubbliche funzioni, non si può ledere e sacrificare altri diritti fondamentali, di pari o maggiore rilevanza, quale quello alla vita ed alla sicurezza delle persone.

    Interessante anche la conclusione: In pratica, quando il Governo, pur instauratosi legalmente (con le elezioni) agisce al di fuori della propria legittimazione (che deriva dalla sovranità popolare espressa con le elezioni), i cittadini, che sono gli effettivi titolari della sovranità possono, anzi devono, attivarsi (appunto con la resistenza) per ripristinare la legalità violata. Testo disponibile qui .

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  7. @Lorenzo.
    Non so dove tu abbia letto, o da dove tu abbia desunto, che il controllo sarebbe affidato essenzialmente al CdS.
    Al contrario, che il ddl sia di iniziativa governativa o parlamentare, non cambia, anzi il parlamento RIACQUISTA sul governo spazi di sindacato di autonoma garanzia costituzionale). Ciò in quanto il ddl (anche governativo) non potrebbe essere appunto "approvato" se non indichi l'attuazione o la melioratio della norma costituzionale da specificare.
    Inoltre si prevede il deferimento pre-promulgazione (se leggi bene) direttamente alla Corte costituzionale da parte di una minoranza qualificata (il che vale a fortiori per i ddl governativi), ripeto PRIMA della promulgazione. L'intervento del CdS sarebbe quindi solo in seconda eventuale battuta e con vincoli meno eludibili degli attuali. Esattamente il contrario di quello che paventi (se ben leggi la formulazione proposta e il corollario poi illustrato).
    Forse, poi, non hai letto con attenzione gli ultimi periodi del post (con l'ultimo neretto)...

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    1. Dunque. Per carità, la mia è solo un'osservazione anche perché concordo pienamente con il fine del post. :-) La frase che mi ha "tratto in inganno" era la seguente "si ampliano e si precisano anche gli obblighi di garanzia incombenti sul Capo dello Stato in sede di promulgazione, ai fini del rinvio alle Camere ai sensi dell'art.74 Cost".
      Ho riletto con attenzione ed effettivamente non avevo adeguatamente soppesato che l'iniziativa del capo dello Stato sul controllo preventivo di costituzionalità è vero, e su questo concordo, che è filtrata dal preventivo esame della consulta. Tale esame, tuttavia, mi sembra di capire sia di natura incidentale (premette che vi sia una minoranza qualificata che attivi il processo).

      Dalla tua risposta mi sembra di capire anche che la valenza di queste pronunce sarebbe la stessa di una sentenza. Allora, il successivo intervento del capo dello stato non avrebbe -semplicemente- luogo e non ci dovrebbe essere nemmeno il rinvio alle camere. Il ddl dovrebbe decadere da subito perchè sarebbe impossibile consentire al Parlamento, anche a maggioranza qualificata in sede di ri-approvazione, di imporre la promulgazione di una legge incostituzionale. Ciò allora dovrebbe altresì comportare la totale disapplicazione dello stesso articolo 74.

      Sulla consulta, tuttavia, potrebbe "pesare" una responsabilità non indifferente.

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    2. Lorenzo proprio perchè stai cercando di capire. Testualmente dal post (con commento maiuscolo):

      "possibilità (CIOE' LA DECISIONE DI DEFERIMENTO ALLA CORTE E' EVENTUALE E DIPENDE DALLA DECISIONE DELLA MINORANZA QUALIFICATA);
      "subito dopo l'approvazione e prima della stessa promulgazione (lasciando un adeguato spazio temporale di "riflessione" a tal fine, es. 15 giorni, prima dei quali non può essere inviato al PdR per la promulgazione)IL TERMINE DI RIFLESSIONE SERVE A SOPPESARE SE DEFERIRE O NON ALLA CORTE;
      "di deferire alla Consulta, su iniziativa di una minoranza qualificata del parlamento, le leggi di ratifica dei trattati e quelle che incidono direttamente su diritti previsti in articoli non soggetti a revisione costituzionale (una volta riformulato l'art.139 Cost.) QUINDI E' UN CASO DI "ACCESSO DIRETTO" E NON INCINDENTALE ALLA CORTE. INCIDENTALE SIGNIFICA "INCIDENTE ALL'INTERNO DI UN GIUDIZIONE ORDINARIO GIA' PENDENTE.
      Ciò rafforzerebbe concretamente la rivalorizzazione del parlamento e la garanzia costituzionale democratica. CONCLUSIONE ABBASTANZA EVIDENTE PERCHE' SI ATTRIBUISCE UN POTERE IN PIU' CHE CONSENTE AL PARLAMENTO (IN UNA QUOTA SIGNIFICATIVA MA NON MAGGIORITARIA) DI ESERCITARE IL CONTROLLO DIRETTO DI CONFORMITA' A COSTITUZIONE.
      SOLO OVE CIO' NON AVVENISSE, LA VERIFICA DEL CDS SAREBBE SULLA SPEFICIAZIONE DELLA NORMA COSTITUZIONALE (ANCHE) E SULLA FINALITà MIGLIORATIVA DELLA LEGGE: RINVIEREBBE ALLE CAMERE CHE, RE MELIUS PERPENSA, POTREBBERO O MODIFICARE O ESERCITARE IL DEFERIMENTO ALLA CORTE O RINVIARLA AL CDS COSI' COM'E': QUEST'ULTIMO CASO E' QUELLO ATTUALMENTE PREVISTO, OVE AL CDS SAREBBE COMUNQUE CONSENTITO UN CONFLITTO SEMPRE DAVANTI ALLA CORTE.
      SPIEGATO MI HO?

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    3. Caro 48,
      la riforma la ritengo assai auspicabile. Amplierei addirittura i casi di riserva di assemblea (in modo da eliminare il ricorso alla decretazione di urgenza: è assurdo ad esempio che questa estate il governo con decreto legge abbia modificato la disciplina delle impugnazioni del codice di procedura civile). C'è però da sottolineare che, vista l'ipocrisia se non la malafede dell'odierno Legislatore - che fa preamboli pure condivisibili e disposizioni concrete i cui effetti perseguono obiettivi opposti- a meno che il controllo del Presidente o della Corte divenga assai penetrante, anche questa garanzia rischia di essere aggirabile. Te lo dico perchè scorrendo la riforma del lavoro Frignero (il cui art. 1 è un monumento all'ipocrisia: creazione di un mercato del lavoro inclusivo e dinamico, capace di creare occupazione in quantità e qualità, tutela avverso il licenziamento celere e spedita) un lettore distratto (e non ferrato di macroeconomia)potrebbe quasi pensare di essere di fronte alla tanto agognata attuazione dell'art. 4, o quanto meno ad un provvedimento legislativo che inverta la rotta della precarizzazione del lavoro esistente. Ed in invece consegna al sicuro naufragio i lavoratori di mezza età, privandoli della tutela reale, e regalerà ai giovani tanta sottoccupazione.

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  8. Poiché siamo in tema de iure condendo vorrei richiamare l’attenzione sulla legge elettorale. Ora è a mio avviso fuor di dubbio che la nostra caduta nel mortifero sogno europeo (iniziata in silenzio col celeberrimo divorzio) sia proseguita spedita con l’adozione della legge maggioritaria, sistema elettorale che doveva assicurare la governabilità, ossia un valore quanto mai equivoco. Perché se, come a me pare, la Costituzione del 48 persegue la realizzazione di una società inclusiva e di una democrazia partecipativa, mi si deve spiegare come sia possibile condannare all’irrilevanza sempre più larghi strati dell’elettorato (costringendo l’elettore nel dilemma voto utile /voto inutile e condannandolo così ad astenersi facendo la fine del celebre asino di Buridano).
    Per chi abbia superato anche di poco i quarantanni non è facile dimenticare le lunghe notti elettorali, ove i rappresentanti delle forze politiche dibattevano su chi avesse vinto o perso a seconda dello spostamento di percentuali infinitesimali di voti. Questo perché la legge elettorale proporzionale, fotografando gli interessi della Comunità e riproponendoli nelle assemblee rappresentative, impediva che di quegli interessi non si tenesse conto. Con le leggi maggioritarie (e tale di fatto è anche il Porcellum con l’obbligo di apparentamento pena la quasi sicura irrilevanza) strati sempre maggiori dell’elettorato sono stati esclusi dalla rappresentanza in nome della cd “governabilità” che, di fatto, consiste solo nella più spedita gestione del potere da parte dei ceti più forti. Tanto è vero che oggi ci ritroviamo in Parlamento un partito unico dell’euro assolutamente insensibile alla comunità che dovrebbe rappresentare e cieco e sordo rispetto a quelli che un tempo sarebbero apparsi terremoti elettorali (come quello avvenuto in Sicilia ove ha disertato le urne il 50% degli elettori). In altre parole, un progetto ricostituente non potrà ignorare l’opzione fondamentale della legge elettorale. Se avrà da essere maggioritaria non potrà che prevedere adeguati contrappesi garanzie per le minoranze oggi assenti (penso soprattutto all’accesso diretto ed in via principale alla Corte Costituzionale, ad una ricalibrazione delle maggioranze parlamentari per eleggere le cariche istituzionali, al referendum propositivo). Se sarà proporzionale, basterà con un tratto di penna cancellare le scempiaggini di questi ultimi venti anni. Del resto il vero conservatorismo è quello che nell’ultimo ventennio si è sbizzarrito nel picconare la democrazia partecipativa sostituendola con formule truffaldine quali la democrazia decidente (o deliberativa), ove a decidere per il popolo italiano, come rammentava ieri il Nostro Presidente, sono tutti (banche internazionali, fondi sopranazionali, euroburocrati, mercati) fuorché gli italiani.

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    1. Tutto giusto e apprezzabile: ma finchè c'è il partito unico dell'euro, che totalizza l'intera offerta politico-elettorale (senza eccezioni), la legge elettorale è un problema minore.
      Scegliere se finire impiccati (più tasse...in prevalenza, con privatizzazioni-svendite) o squoiati (taglio della spesa, con privatizzazione di pensioni e sanità...in prevalenza con ulteriori privatizzazioni-svendite), non è che una perversione con diverse sfumature.
      Anzi, l'agenda che privilegia il problema della legge elettoral serve proprio alla cosmesi di "distrazione di massa" dal problema dell'euro

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    2. Pensavo che stavamo discutendo "de iure condendo". Non intendevo che la priorità (rispetto all'uscita dall'euro) fosse la riforma della legge elettorale. Per quanto, se ci rifletti, quella riforma ha consentito una più rapida affermazione del partito-unico-dell'euro, così come l'affermarsi di un sistema informativo in cui è assente qualsiasi voce critica. Fazioni del partito unico ed informazione alla fin fine hanno i medesimi finanziatori.
      L'agenda che privilegia il problema della legge elettorale, a mio modesto avviso, non serve a distrarre. Serviva a congegnare un sistemino con cui il partito unico avesse sempre la golden share, senza doversi preoccupare del calo di consensi, evitando (tramite sbarramenti sempre più alti) che emergessero partiti antieuro.

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    3. De jure condendo, va bene, ma non "condiamolo" tutto in una volta!
      Sai la tua idea della legge elettorale che serva a non far ermergere un partito anti-euro, presupporrebbe che tale partito ci sia. Ma ancora non si è visto; mentre invece er dibbbattito sulla legge elettorale, all'impronta di Sì la casta! Basta! I nominati!" e via dicendo si è comunque abbondantemente diffuso, dando la titpica impressione di "falso movimento" (facite ammujna e tanto 'o popolo è fiesso!)

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  9. A me oggi è andata un po' meno bene su FQ...i commenti (miei e altrui) ad un promettente articolo di un avvocato milanese (Spread al posto dei diritti) peraltro schierato su posizioni castacriccacoruzzionebrutto sono stati chirurgicamente rimossi pochi minuti dopo la pubblicazione. La stessa sensazione che provavamo alcuni mesi fa, quando (prima dello sbarco di Bagnai) i commenti "scomodi" sparivano magicamente dopo alcuni minuti ad opera della "mano invisibile", evidentemente decisa a preservare l'indrottinamento ideologico dei lettori del blog secondo i canoni del travaglismo.

    Riflettevo sul significato "profondo" ed illuminante del blog Orizzonte48. Dopo aver realizzato che la teoria economica è ben diversa da come i media appartenenti al partito unico dell'Euro vorrebbero far passare, abbiamo scoperto che la Costituzione - seppur formalmente intatta (a parte le recenti e ben note scempiaggini) - sia stata in realtà svuotata del suo vero significato a colpi di "più Europa". E il giochino è riuscito proprio grazie alla propaganda del Fogno, che ci ha indotti a trascurare la pericolosità della sottomissione a norme imposte dall'esterno, obnubilando le nostre menti con la falsa illusione delle "magnifiche sorti e progressive" europee.

    Questo per dire che leggendo, seppur con occhi da profano, con grande attenzione i vari interventi dei frequentatori di Orizzonte48, sempre più appare evidente la subdola intelligenza di coloro i quali sono stati in grado di imporre ad un intero continente una Weltanschauung così lontana dai nobili principi a cui ipocritamente pretendeva di richiamarsi.

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    1. Chiccone! Here you are! E' vero: siamo sotto le grinfie di un Moloch proteiforme e onnipossente (...per ora)

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  10. Altro Post bellissimo (in senso etico/estetico, sarà for verdana?).
    Come più volte sottolineato in questo Blog e su Goofynomics, l'aspetto contabile sta superando anzi sovrastando quello giuridico, relegando quest'ultimo a semplice accessorio, o come direbbe Marx (o Kuhn), a pura sovrastruttura.

    Però, io continuo a credere, malgrado loro, nella NOSTRA Bibbia Laica : La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    L'Art. 1 della costituzione andrebbe urlato all'infinito, come una sorta di "memento vivi" a tutti quelli che ripetono "ce lo chiede l'europa", a parte che l' EUROPA di cui parlano è un freddo simulacro non il mondo ideale che ci narrano . Questo mondo ideale, questo unicorno, in realtà, è al di là da venire, un po' come Godot. Ovvio lo hanno inventato. Abusando delle tecniche di marketing più abbiette (qui fate finta ci sia il link attivo del decalogo di Chomsky ) hanno plagiato intere masse (e andrebbero puniti) per di più cresciute a pane e 'O bella ciao' (il che ha dell'incredibile). Piu' che da corte Costituzionale, questi, sarebbero da processo di Norimberga, ma se non sbaglio, qui, ci atteniamo al civile, non al penale (peccato!).

    Questi sono i punti del post che mi hanno più colpito:

    1) "Sarebbe però il caso che si inserisse una clausola di "contenuto minimo indeclinabile" della intangibilità delle norme costituzionali: cioè menzionare alcune parti che non possano mai essere modificate se non nel rispetto di certi principi enunciati nella Cost. stessa (individuandoli meglio) e se non, ipotizziamo, per ampliarne in modo evidente e inequivoco la portata favorevole alle posizioni giuridiche soggettive dei cittadini ovvero per realizzare gli obiettivi dell'art.3, comma 2.
    2) Stabiliti questi principi l'art. 139 Cost. dovrebbe avere questa nuova formulazione:
    "La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale nè essere derogata dalle fonti pattizie di cui all'art.11. In essa sono inclusi tutti i principi fondamentali di cui agli articoli da 1 a 12 nonchè i principi organizzativi che ne assicurano la effettiva e inderogabile realizzazione. In nessun caso possono essere apportate modifiche alle restanti norme costituzionali se non per i fini di cui all'art.3 comma 2, e fatto comunque salvo il carattere solidaristico e fondato sul lavoro dell'ordinamento repubblicano democratico "



    Ho provatoa fare un breve riassunto degli Articoli , degli strumenti, e degli obiettivi emersi dai post precedenti, per la mia memoria labile , ma anche per i nuovi arrivati, poca cosa, una sorta di indice che può essere ampliato e soprattutto corretto.


    Obiettivi: per quanto permesso e garantito dalla Nostra Costituzione, riconquistare la Sovranità Nazionale, violata dai trattati comunitari, attraverso azioni volte a tutelare i cittadini della Republica Italiana.

    Strumenti : eccezioni ( inondare i tribunali )



    a) di illegittimità costituzionale ben argomentata delle misure di austerity nei vari settori.



    b) di richieste di rimessione alla CGE (Corte europea) perchè interpreti le fonti pattizie (fiscal compact,lettere BCE, in genere condizionaltà, e a monte gli stessi trattati) chiarendo come sia compatibile questa politica UEM coi principi fondamentali del trattato stesso, in particolare con l'art.3, par.3 (e norme che lo richiamano).



    Art. della Costituzione citati :

    Art 1 , 2, 3, 4, 9.

    Art. 11, 31, 32 ,34, 37, 41, 43, 139, 177.
    PARTICOLARE ACCENTO MI PARE SIA STATO POSTO SU ART. 11 E ART. 139.


    Giurisprudenza (sentenze): La sentenza della Corte Costituzionale del 13 luglio 2007, n.284 che viene citata nel blog più volte, è il "caso" concreto di intervento della suddetta Corte in merito alla supposta incostituzionalità di norme comunitarie in violazione dell'Art. 11.


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    1. Grande Sandra! Ottimo riassunto. Per cio' che riguarda noi semplici cittadini, quali sarebbero a tuo parere le "eccezioni" da sfruttare per riuscire a varcare la soglia del tribunale?

      Io ci ho riflettuto un po' su in questi giorni, l'ostacolo principale mi sembra costituito dal fatto che non mi pare (correggimi se sbaglio) che esistano leggi che subordinino eventuali tagli o ristrutturazioni direttamente al Fiscal Compact o al pareggio di bilancio costituzionale o ad altri vincoli europei.

      Certamente in un prossimo futuro, in caso di sforamento del vincolo del pareggio di bilancio, allorquando il governo in carica sara' obbligato a manovre correttive, potra' risultare evidente il nesso tra vincolo europeo e taglio di bilancio. Altra circostanza esemplare, la procedura per debito eccessivo con annessa multa (fino a 0.1% del PIL, mica bruscolini...), simpatico regalo delle manovre recessive pro-cicliche. Ovviamente privatizzazioni "incoraggiate" stile Grecia...

      In questo momento, pero', quali sarebbero a tuo parere le strade immediatamente percorribili?.. Forse provare a contattare gli amministratori locali schiacciati dal patto di stabilita'? Le associazioni (tipo ammalati di sclerosi multipla) a cui vengono tagliati i contributi per l'assistenza? What else?!

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    2. Un "brava" e un grazie a Sandra.
      Un plauso a Chicco per lo spirito costruttivo e la immediatezza dell'impegno.
      Un'indicazione di massima.
      1. La serie delle argomentazioni in diritto sono ritraibili dal complesso dei post: es; quello sulla "produttività" da...flessibilità (un pò come la crescita via austerità) e quello sulla privatizzazione in nome di un "libero mercato" a radice UE ma che disapplica l'art.43 Cost...finendo per far aumentare le tariffe (e gli stipendi di decine di migliaia di a.d.). Sull'argomento era già pronto un magnifico intervento di Sofia, ma abbiamo deciso di comune accordo di ridurlo (era un trattatello per lunghezza e molto puntuale sul sistema normativo volutamente caotico per confondere le acque: tornerà comunque utile in futuro).

      2. Per un più proficuo lavoro, però, il PRIMO STEP E' ORGANIZZATIVO: cioè raccogliere le professionalità-expertise giuridico-economiche. Importantissimo perchè non potete pensare a tutte le eventualità tecnico-processuali da fronteggiare. Ci vuole gente esperta e motivata, meglio se formata anche e specialmente so goofynomics.
      Le prossime settimane ci diranno se esiste...in natura (rete).

      3. Poi produrre una serie di "format" adattabili a una serie indeterminata di potenziali cause e metterli a disposizione di tutti gli avvocati di singoli interessati, associazioni, sindacati e persino (e specialmente) comuni ed enti locali soggetti a tagli di bilancio.

      4. Per meglio realizzare il tutto, potete sondare in questa sede e raccogliere le disponibilità. Ma l'iniziativa potrebbe trovare un adeguato risalto "dedicato", organizzativo, nel raduno "orizzonte48" che si potrebbe fare al raggiungimento di 48.000 contatti.
      Il che accadrà tra circa un mese a questi ritmi. Farò un annunzio preparatorio con preavviso adeguato.

      5. Fin da ora però occorre cercare un'adeguata location per il raduno e sapere come se ne coprono eventuali costi (stimabili), in funzione delle prevedibili adesioni che i volenterosi potranno "registrare", via blog e attraverso opportuni contatti. Coordinatevi anche con Sil-viar e con le persone con cui siete già in contatto, magari creando una lista mail di comunicazione simultanea.

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  11. Grazie, vi manderò riassunti ogni volta che avrò la febbre e il bisogno di alzare la mia autostima: troppo gentili.

    Chicco questa domanda me la sono posta anch'io, avercela la soluzione:) Grazie a Dio, ti ha già risposto 48, (non sono un'avvocato, c'ho solo la tigna dell'avvocato:) .

    Come ha detto lui occorrerebbe un pool di esperti, che secondo me possiamo:

    a) trovare in rete fra coloro che si stanno già attivando, quindi associazioni di cittadini che hanno , magari, un avvocato che li supporta, associazioni di categoria che diano supporto pro bono ecc.

    B) cercare fra i nostri amici avvocati.


    Per ora direi che possiamo studiarci(almeno io questo volevo fare, ma non or ora che c'ho il concerto:) La sentenza della Corte Costituzionale del 13 luglio 2007, n.284, prendere spunti da quella, cercare in rete, coordinaci fra di noi e aggiornarci. Possiamo anche pensare di usare facebook creando pagina o evento, ma prima serviranno due o tre linee guida.

    Inoltre possiamo coordinaci anche su Goofynomics (caro Prof. mica penzava de andare in ferie così vero?) perchè credo ci siano persone impegnate politicamente (di sicuro ricordo iscritti al movimento 5 stelle antieuristi, ma non i loro nomi , purtroppo).

    Keep in touch, see soon.

    P.s. : La mia mail ce l'ha Sil-viar contattiamo tutti lei e facciamo una sorta di tam tam fra di noi.
    Per la location annamo tutti da Sil-viar?

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    1. Sandrina, per renderti la via meno impervia due suggerimenti:
      - siccome occorre integrare ad alto livelo due "expertise" diverse, la cosa migliore è che gli avvocati siano tratti da...questo sito o da quello di Alberto.
      Il quale mi ha detto che mi rilancia, in vari modi, un appello quando il "documento" di piattaforma "illustrativa" avrà raggiunto una formula organica e comprensibile (nei fini e nel metodo).
      Sulla giursprudenza costituzionale: quella citata non è l'unica ovviamente. Esistono altre pronunce: una citata in questo dibattito da un "polemista perplesso".
      In realtà ho strappato la promessa di un post di approfondimento ulteriore, o la co-redazione di esso, a un paio di volenterosi giuristi (di fama), tra l'altro già frequentatori del blog. E attendo che Gian Luca Menti vi contatti o comunque raccolga la fiaccola...
      Questo per ribadirti che il lavoro di elaborazione da cui trarre materiale sarà in definitiva svolto anche nei prossimi post.

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    2. "siccome occorre integrare ad alto livelo due "expertise" diverse, la cosa migliore è che gli avvocati siano tratti da...questo sito o da quello di Alberto"
      Grazie questo mi conforta, non che mi ci vedessi nei gazebo:) ma ero "animata" "dal sentimento dell'urgenza".
      Restiamo Tuned.

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  12. sil-viar@virgilio.it

    (avevo detto gran sentimentale...)

    Grazie 48 del post che tra le molte altre cose ci indica che le motivazioni che ci animano sono insite nella Costituzione. Siamo "gli agenti a sostegno della costituzione materiale, contro tentativi di sovversione effettuati da chi, assunto al potere di governo, si rivolga contro il regime (democratico ndr)". Perché "...la reazione popolare di cui si parla in tanto può trovare posto nella presente trattazione delle garanzie della costituzione in quanto si riferisca ad esigenze di conservazione dei principi istituzionali informanti la costituzione vigente."
    La nostra "legittimazione" viene dalla Costituzione stessa.
    Che fedelmente osserviamo, e a cui vogliamo restituire la sua naturale centralità.

    Tra le proposte del post c'è quella, fondamentale, di riformulazione dell'art. 70 sulla funzione legislativa, perché non avvenga più l'opera di smantellamento "di fatto" del dettato costituzionale.
    Una domanda ... tanto per cambiare, per dopo dopo.
    Alla luce della nuova formulazione dell'art.70, è possibile operare revisione delle leggi vigenti per verificare se attuano o specificano "l’esatta disposizione della Costituzione ... entro i limiti comunque sanciti dall'art. 139"?

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    1. Brava: quella che dici è una ricaduta che legittimerebbe una profonda revisione della legislazone degli ultimi 20 anni. Ma intanto dove la troviamo una maggioranza rafforzata che faccia passare una riforma costituzionale così incisiva?
      A volte mi dico: 'ndo' state italiani che avete capito e amate (ancora) la democrazia?
      E poi chi e dove glielo avrebbe insegnato?

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    2. Caro 48,
      non disperiamo. Noi ci attrezziamo per il futuro.
      La shock economy dei piccoli passi e del pensiero unico dell'euro ha prodotto danni...
      Nessuno spazio a voci critiche è stato lasciato dalla propaganda. Vedessi cosa scrivono i libri di scuola fin dalle elementari... E' ridicolo (anche per i ragazzi che spesso vivono la crisi sulla loro pelle insieme alle loro famiglie) veder scritto che viviamo nel migliore dei mondi possibili...l'€urozona!(lo scrivono davvero)
      Ma lo sapete che compagni di mia figlia (me lo racconta lei) con genitori di origine brasiliana o argentina raccontano a scuola delle pressioni dei parenti in America Latina a tornare, o a mandare almeno i bambini, preoccupati non tanto per la crisi, ma per la democrazia? Vedere il FMI impegnato in Europa fa loro un "certo" effetto...

      Il Potere è sempre più distante, impersonale, "ce lo chiede l'Europa" (chi? una banca privata?, una "commissione" di non eletti?).
      Con alcune amiche del comitato genitori già anni fa ci siamo semplicemente messe a rileggere la nostra bella Costituzione e ci chiedevamo sgomente se era preso in considerazione quello che c'è scritto. Ma cosa potevamo fare? Per questo ti ringrazio per il paziente e appassionato lavoro, mi indichi la direzione e il senso.

      Per quanto mi riguarda ho iniziato il 48ismo, cerco di diffondere quello che stiamo facendo...poi vediamo...

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    3. complimenti orizzonte 48; in Tuo onore mi chiamerò 48 bis

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    4. @48bis: oggi non sei il primo che scrive da quelle parti lì :-)

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  13. complimenti a tutti voi che lavorate attivamente per aprire gli occhi alla gente che, inconsapevolmente, continua a tenerli chiusi da anni. siete da applaudire.

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  14. Come un libro stampato 48 :)

    Post importantissimo, dovrebbe essere integrato nella tua vecchia "roadmap costituzionale per respirare". La pars costruens sarà importante come e più della destruens, che purtroppo é in atto che ci piaccia o meno.

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