venerdì 12 aprile 2013

NON BISOGNA MAI DIMENTICARE

Non Chiederci La Parola
"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
."


Non bisogna mai dimenticare ciò che lega gli esseri umani nel vincolo della democrazia e della solidarietà: i diritti umani e la loro eguaglianza sostanziale, contro ogni forma di tirannia, come affermatisi dalla lotta al nazismo e ad ogni totalitarismo.

A. Per non farsi coinvolgere nel reliquiario europeista della razionalità defunta, non bisogna mai dimenticare che:
1. La sovranità in senso moderno, cioè nel concetto che si è affermato a seguito della lotta al nazismo, e che aveva il suo precursore nella Rivoluzione francese, è quella che risiede e promana dal "popolo", cioè dall'insieme degli individui, uomini e donne, che vivono su un certo territorio e che vuole connotarsi come comunità politica a fini generali (cioè provvedere congiuntamente ai bisogni che, storicamente, sono considerati meglio soddisfacibili mediante un'organizzazione collettiva);
2. La forza legittimante la sovranità di una consimile comunità non risiede nella sua azione materiale affermatrice di supremazia ma nel dar vita al fatto giuridico genetico della sovranità: il potere costituente popolare. Nelle democrazie moderne, cioè, il popolo trova, nei fatti, delle forme organizzative e rappresentative per fondare ed affermare una Costituzione;
3. Questo processo di legittimazione della democrazia costituzionale vale in sè, come metodo generale, diciamo socio-antropologico, corrispondente a un certo stadio di evoluzione culturale dell'umanità.
4. Quindi non è necessariamente legato a una comunità-nazione. Esso lo è "prevalentemente" per via di vicende storiche che hanno connesso la creazione della democrazia costituzionale alla Nazione, intesa come comunità etnica caratterizzata dalla comunanza linguistica evoluta da un tempo (storico) necessariamente considerevole e, inscidibilmente da ciò, di una certa omogeneità di tradizione culturale. Ma può essere legato a qualsiasi comunità che raggiunga quella certa omogeneità linguistica e di tradizione culturale, indipendentemente dall'estensione e dalla caratterizzazione etnica del territorio interessato (si avranno di fatto, in questo caso, Stati detti "federali", come ad es; gli USA).
5. Quindi il processo Costituente democratico, "in rerum natura", presuppone una comunità che, per le caratteristiche etno-culturali ora dette, possa definirsi "popolo". Altrimenti, non sarà possibile quell'accordo iniziale INDISPENSABILE a stabilizzare un processo costituente, e meno che mai una democrazia, che nasce dalla AUTOIDENTIFICAZIONE DEGLI INDIVIDUI NELLA COLLETTIVITA' che dà luogo al fatto genetico della Costituzione e, quindi, della sovranità popolare.
6. In questo ragionamento, come si vede, non è necessario immettere il concetto di Stato: perchè, in effetti, oggi questo concetto trascolora, nella communis opinio delle nazioni civili (cioè nell'ambito del diritto internazionale generale, storicamente prevalente), in quello di democrazia costituzionale, cioè che si concretizza, in un forma sacralizzata da una Carta scritta e considerata fonte di diritto superiore ad ogni altra. Cioè fonte di jus, nel senso sostanziale di regola che persegue la giustizia, identificata nella effettiva realizzazione dei diritti fondamentali, che includono sia quelli di libertà (negativi) che quelli sociali, di benessere-welfare (che hanno contenuto di pretesa positiva). 
7. Quindi attaccare il concetto di Stato, nella sua accezione di Stato-nazione, e sulla base della sua definizione hegeliana e Hobbesiana, è un problema mal posto. Di più, è un falso problema. Perchè proprio per superare (riuscendovi) questo concetto di Stato, capace di prevaricare gli individui in nome del concetto astratto di Nazione, strumentalizzato da una classe governante non democratica, sono nate le moderne democrazie costituzionali.
8. Ma, come abbiamo visto, queste presuppongono il sub-strato sociale di un popolo, in cui gli individui viventi su QUALSIASI ESTENSIONE DI TERRITORIO, si autoidentifichino.
9. E non solo: ma che gli interessi materiali di questo popolo siano espressamente perseguiti da una Carta scritta che riconosca non solo gli stessi diritti formali ad ogni individuo, ma che impegni l'organizzazione (lo Stato di diritto democratico) che nasce da tale Costituzione, a renderne l'esercizio concretamente uguale per ciascun individuo. Cioè un'organizzazione che persegua l'eguaglianza sostanziale, senza eccezione, di tutti gli individui, a prescindere dalla specifica parte del territorio, proprio della comunità, in cui essi vivano.
10. Perchè allora l'Europa non può essere un punto di riferimento attuale e concreto non tanto della sovranità statale, quanto della identità democratica degli individui che sono soggetti oggi alle sue regole (di tirannia)?
11. E' evidente: perchè NESSUNA delle condizioni indicate che tutelano la democrazia si è ancora realizzata. Ma non solo, perchè i trattati di diritto internazionale che concretizzano la soggettività politica dell'Europa, non contengono neppure la citazione dell'identità sovrana di un popolo, non registrandosi alcun pronunciamento sociologico e storico degli individui viventi sul territorio Europa in tali sensi. Nè, per altro verso, si è mai registrato un "moto" culturale di tale portata da dar luogo a quel potere primario di natura Costituente che possa far ipotizzare la nascita, e poi la volontà, di un presunto "popolo europeo".
Chiara conseguenza e conferma di ciò, sta nel fatto che, mancato il potere popolare costituente come fatto fondativo storico, sociale e culturale, manca la stessa enunciazione sostanziale della democrazia costituzionale: questa, come abbiamo visto, è inscindibile dall'affermazione, come prioritario e inderogabile, del perseguimento dei diritti di libertà e dei diritti sociali degli individui che formano, a prescindere dalla estensione e demarcazione storica di un certo territorio, un tale popolo-costituente.
E infatti, il Trattato isitutivo dell'UE non contiene alcuna enunciazione di tale priorità dello jus, del benessere e dei diritti fondamentali del (presunto) popolo europeo, nei termini attivi e inderogabili che contraddistinguono le Costituzioni democratiche.

Insomma, si può sostenere tutta la tensione idealistica di questo mondo, ma semplicemente non si può affermare la prevalenza di un'Europa che, come democrazia costituzionale, non c'è. Forse ci sarà. Ma ora non c'è.
Quello che oggi c'è, non ha nulla a che vedere con la democrazia costituzionale, e per inventare una tale caratteristica dell'Europa, non basta individuare, in negativo, un obiettivo che è comunque perseguito dalle democrazie costituzionali europee oggi esistenti.
Questo obiettivo in negativo, questo nemico immaginario, lo Stato nazionalista, è già superato, è già un residuo del passato che i popoli hanno, almeno nel continente europeo, respinto.
E basta leggersi gli enunciati delle Costituzioni. E in particolare di quella italiana (art.1, 3, 4, 5 e 10 Cost.).
Ma basta anche solo leggersi il trattato istitutivo dell'Unione europea, che si basa non sulla priorità dei diritti di libertà e di quelli sociali, ma sul perseguimento della "stabilità dei prezzi", della forte competizione di mercato, e della stabilità finanziaria. E che epressamente enuncia che i diritti umani e fondamentali" "non estendono e non modificano in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati" (art.6, par.1 e 2).

Quindi chi attacca un nemico che non c'è,  e si oppone ad una connessa tipologia di sovranità che non ci può (più) essere, per affermare un'Europa che non possiede alcuna delle caratteristiche delle democrazie costituzionali  - azione costituente di un popolo in cui gli individui si identifichino in modo unitario,  enunciazione dello "jus" in una Carta scritta che ponga come prioritari e inderogabili i diritti di libertà e di "prestazione" imperniati sulla eguaglianza sostanziale,- semplicemente sta negando la democrazia costituzionale dei popoli.
Di tutti i popoli europei.That's it.

B. E veniamo all'euro, tanto per chiarire:
1. Una moneta unica, cioè quella che viene chiamata, nella teoria economica, "area valutaria ottimale" ha un senso economico-razionale solo se esiste un'assoluta convergenza dei principali indicatori economici tra i paesi aderenti. Altrimenti, sarà dannosa, perchè esigendo forti trasferimenti compensativi dalle aree con gli indicatori economici più "forti", in particolare con inflazione più bassa e connessa produttività più alta, condurrà a forti tensioni interne all'area stessa, fino al punto da scatenare l'ostilità di una parte della comunità sociale coinvolta verso l'altra;
2. E questo o perchè i trasferimenti non ci saranno stati, e allora la parte sociale più debole sarà animata dal senso dell'ingiustizia, causato dal vincolo monetario, o perchè tali trasferimenti, invece, saranno stati effettuati, e allora la parte del sub-strato sociale più "forte" sarà preda del "risentimento", assumendo di essere stata depredata a favore di soggetti immeritevoli;
3. Per questo un'area valutaria ottimale non è mai una scelta economica "ottimale", ma assume senso solo nel caso in cui sussistano forti elementi di appartenenza, cioè quell'identificazione concorde e generale degli individui nella comunità che dà luogo all'AVO e che, prima ancora, giustificherebbe il dar vita a un processo costituente di popolo nei sensi sopra precisati.
4. Ma una moneta unica fondata sulla forte competizione economica (cioè sul libero gioco di domanda e offerta, limitandosi espressamente l'intervento pubblico correttivo delle immancabili distorsioni di ciò) e più ancora, sulla stabilità dei prezzi (art.3 trattato istitutivo dell'UE), quand'anche avesse un governo federale, che comunque ora non c'è, lo avrebbe esclusivamente vincolato a questi fini. Quindi sarebbe destinata a una crescita limitata della ricchezza, finendo per rivolgersi alla sua redistribuzione verso i creditori finanziari e alla impossibiiltà di svolgere politiche anticicliche in caso di crisi. Questo vale per tutte le entità politiche che si vogliano fondare su libero mercato e deflazione, in tutti i luoghi e in tutti i tempi della storia contemporanea. 
5. Ed infatti, poichè l'unico mezzo disponibile, ad una pubblica autorità, per stabilizzare e abbassare l'inflazione sarebbe la compressione dei redditi dei lavoratori (di ogni tipo), si avrà una società che comprime il lavoro, inteso come merce soggetta tendenzialmente alla mera legge della domanda e dell'offerta, e protegge i rendimenti del capitale finanziario. E scoraggia gli investimenti produttivi.
6. Se poi questa "moneta unica" ("area valutaria ottimale"-AVO), non prevede, come l'UEM, i traferimenti compensativi di cui sopra (del cui enorme costo politico disgregante si è detto), e si impernia solo su un banca centrale indipendente, tutti questi caratteri negativi saranno accentuati.
Nel medio-lungo periodo la crescita sarà non solo ristagnante, ma le inevitabili posizioni di forza favorevoli a una parte dei suoi Stati partecipanti saranno essenzialmente determinate dal depauperamento perpetrato a danno (dei lavoratori) degli altri Stati. Col limite che questo "gioco", che è definito, proprio in relazione alle dinamiche verificatesi nell'area euro, "mercantilismo imperialista", porterà alla fine gli stessi Stati "prevalenti" in difficoltà economica.
7. Il gioco a somma zero che caratterizza così l'area euro, cioè il deflazionismo neo-classico e monetarista, deprimendo la quota salari dell'area coinvolta e quindi la sua domanda aggregata (PIL), conduce sia a conflitti territoriali, cioè tra zone corrispondenti a diversi Stati, sia a conflitti sociali, in quanto tali politiche sono utilizzate essenzialmente per attuare un assetto sociale in cui il rischio delle periodiche crisi economiche, che non vengono più combattute, lasciandosene la correzione al sacrificio del solo fattore "lavoro", non ricada più sul capitale finanziario.
8. Il quale vedrà comunque come prioritaria la sua protezione da parte delle autorità, incomplete e non democraticamente legittimate, che, come in concreto si verifica nell'area euro, si sono volute come governance dell'area valutaria "imperfetta".
Questo assetto è obiettivamente ciò che oggi equivale alla locuzione "costruzione europea".
Null'altro è rinvenibile nella sua struttura e funzione di potere.
E attaccare, sotto l'etichetta di "sovranità nazionale", la democrazia costituzionale dei singoli Stati, cioè l'unico argine alla coattiva realizzazione di tale assetto, significa propugnare la prevalenza degli interessi del capitale finanziario arroccato intorno alla unica istituzione della "banca centrale indipendente". Null'altro che questo.

39 commenti:

  1. Questo post può essere assunto come un "manifesto". Magari anche "riassunto". E magari anche migliorato.
    Ma sta anche a voi diffonderlo.
    Più che si può.
    Per difendere la nostra democrazia costituzionale.

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    1. C'ERA UNA VOLTA LA COSTITUZIONE che sanciva la sovranità popolare. Si fece un referendum e si stabilì a maggioranza che ai partiti non sarebbero più andati i soldi della comunità. Poi un presidente (uno dei tanti, uno qualunque di cui non abbiamo memoria del nome), chiamò 16 uomini di partito e disse al mondo intero che da quel giorno non si chimavano più "politici" ma "saggi". I 16 dopo aver indossato il "costume da saggi" tornarono dal presidente e dissero che l'esito del referendum era sbagliato. Il popolo aveva sbagliato perchè non aveva il loro stesso "costume da saggio" e quindi non era saggio e che anche la Costituzione era sbagliata e non era saggia. Il Presidente rispose bha... i giornali scrissero bhi... e il popolo capì che era ora di lasciare in massa quelle terre e di cercare un'altra patria un "nuovo mondo". Partirono a milioni. I partiti i saggi e i politici, allora, rimasero senza popolo e senza soldi.
      Arrivarono allora quelli delle terre del nord Europa e presero possesso del paese e del suo sole. Pagarono i politici con soldi di carta e con calma portarono via tutto ciò che potesse essere trasportato. Rimase solo il sole. Un sole triste,pallido e denutrito. Un sole che aspettava ogni giorno la notte per poter piangere non visto.

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    2. Oddio ci andrei cauto nell'identificare in "quel" referendum (che insorgeva nella prima crisi di rigetto "guidata" contro la politica-corruzzzzione) la genesi eziologica di tutto questo processo mostruoso di distruzione della democrazia.
      Accontentiamoci di capire che la corruzione e le questioni istituzionali o sono dei fasi problemi, dati in pasto dai media a un'opinione pubblica incapace di comprendere, o sono abili manovre per introdurre rimedi a problemi posti in modo manipolativo. Es; tutte le riforme costituzionali finiscono, chissà perchè, sulla "giustizia" e come correzione sui suoi "tempi-inefficienza", causati da norme disfunzionali e da tagli alle risorse indispensabili, si indica invariabilmente il problema della responsabilità disciplinare dei magistrati, da affidare al giudizio dei politici, e quello dei presupposti di esercizio dell'azione penale....???

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    3. Post splendido, da incorniciare per la sintesi.

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  2. Da ornare con un elegante fiocco di raso rosso, e spedire alla S.ra B.Spinelli già figlia di Altiero Spinelli, ved. Padoa Schioppa.
    - per i giovani che seguono il blog-

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  3. Questo articolo è il Suo capolavoro.La situazione è gravissima e compromessa al punto che occorrerebbe un fronte comune di tutti gli Italiani. Purtroppo, nel nostro Paese esiste un limite culturale enorme: l'assenza del concetto di bene comune."Extra ecclesia nulla salus", diceva S.Agostino. E l'italiano vive all'interno della sua ecclesia, famiglia o conventicola,dove entra o per diritto di nascita o per cooptazione, e poco gli cale che il suo orticello, il suo "particulare", si trovi nel Lazio, in Italia, in Europa, o nel mondo. Ecco perchè la colonizzazione ha sempre avuto buon gioco nel nostro sventurato Paese,ecco perchè l'italiano non ha mai fatto una rivoluzione, ed ecco perchè l'Italia non offre, ne offrirà mai alcuna resistenza al progetto mondialista che vedrà presto la creazione di un'area di libero scambio tra Ue e Usa. L'impossibilità di salvare l'Italia è una impossibilità antropologica.
    Sulla bandiera dell'Italia, scriveva Longanesi, dovrebbe esserci scritto: "Tengo famiglia".
    F.M.

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    1. C'è del tragicamente vero. Ma forse è una ragione per rinunciare a provarci? Probabilmente sì. Ma non tiro fuori il "pessimismo della ragione..." (pur esso rideformato dalla Spinelli): il fatto è che avere il coraggio civile delle proprie idee non costa così tanto. Perchè poi si può andare a testa alta e in pace con la propria coscienza. E vorrai mettere il vantaggio di sentirsi leggeri; che importa poi se si vince? Nella Storia tutti passano e tutti i tiranni soccombono.
      "Todo pasa y todo queda, pero lo nuestro es pasar, pasar haciendo caminos, caminos sobra la mar..."
      Basta potersi girare per un attimo e contemplare il cammino fatto e non pentirsene :-)

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    2. Me lo chiedo quotidianamente, passando dallo sconforto di fronte a notizie come questa al sollievo realizzando di non essere da solo.

      Sarebbe sicuramente più facile essere una foglia di un albero già maestoso, eppure la storia ci chiede di essere il seme in un terreno poco fertile.

      Magari, un giorno col senno di poi, realizzeremo che non ne sarà valsa la pena, ma la risposta è SI e indietro non si può tornare. Non posso far finta di non sapere, di non aver maturato una mia identità culturale, il senso di giustizia e il senso di appartenenza e protezione della mia Terra.

      Non possiamo sottrarci al nostro essere:
      se semi o scemi, staremo a vedere!

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    3. Scemi scemi, chiotti chiotti, tomi tomi, cacchi cacchi :-)
      Sapere di essere un pò scemi è un punto di forza...
      Lasciamo pure che gli altri si sentano superiori e continuino a sbagliare o a cercare di apparire super-uomini...La Storia è implacabilmente livellatrice :-)

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  4. Ciao Quarantotto, una sola parola GRAZIE!

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  5. Mi pare che con questo post Manifesto tu abbia smantellato ogni ridicolo tentativo di mistificare la realtà attraverso ricostruzioni ideologiche , (peraltro false come chi le diffonde ).
    Non sarà inutile aver tentato, anche perché si può correre il " rischio" di vincere.

    TIRANNIDE indistintamente appellare si deve ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.
    Vittorio Alfieri

    Nessuna Spinelli potrà fermare "L'ottimismo della Volontà" ...solo noi possiamo decidere se sopportare ed essere schiavi o resistere e combattere.

    P.s. : ho apprezzato non poco la poesia di Montale , per motivi che non sto qui ad elencare:)

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    1. Purtroppo gli eventi stanno precipitando: siccome la tirannide immaginata da Alfieri è inibita dalla Costituzione c.d. "rigida", stanno ammassando truppe sul fronte di una "contro-Costituente" di smantellamento.
      Infarcita di diritti cosmetici per farla digerire come un "progresso" ai piddini festanti.
      Ci occuperemo anche di questo: v. risposta a Lorenzo.
      Ma possibile che sia il solo che sente il dovere di prendere posizione?

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    2. La tirannide sono questi pseudo saggi eletti non si sa da chi e che perseguono interessi non si sa di chi.
      La costituzione è Giovane come diceva Scarpinato in un video. Qualcuno la ritiene obsoleta. Ma dai ? Quindi questi 10 individui impropriamente definiti saggi dovrebbero darcene una migliore? Ma migliore per chi ? Mi sembra lecito chiedere.
      .
      La scelta della citazione di Alfieri non era casuale, intendevo evidenziare che finche il popolo bue accetterà tale tirannide non potrà dirsi solo vittima ma dovrà considerarsi complice, quindi mi chiedo anch'io come mai ci sia tanto silenzio assenso. La risposta che mi sono data è un'ennesima constatazione della miseria dell'uomo.
      Molti sono impegnati nella propria personale rivoluzione da tastiera e in tal modo si auto gratificano come narcisi autistici, pensando anche di essere utili, altri si vantano di essere scissi per rivendicare chissà quale identità (sempre autoreferenziale).
      Nessuno si interroga su cosa fare ma si aspetta , (e questo è uno dei motivi per cui ho apprezzato la poesia di Montale, in quanto pertinente) . una "formula che mondi possa aprirti" pensando che la realtà sia quella cosa , come nel bambino onnipotente (di freudiana memoria) o nell'adulto medievale, prodotta grazie a desideri e pensieri magici.
      Ecco se siamo messi così ( e gli ultimi eventi qui descritti dicono che lo siamo ) come è possibile attenderci "azioni"?
      Io mi appello all'ottimismo della volontà , perché il pessimismo della ragione da solo non può bastare , ma neppure la volontà, la tua la mia e di quanti nel blog intendono opporsi, da sola può bastare (forse basterà alle nostre coscienze che resteranno integre, ma non alla causa).

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    3. Già, "migliore per chi"?
      In molti dovrebbero porsi questa domanda e riversarla come un grido di dolore della Costituzione calpestata. Ma non raccolgono. Forse pensano che la Costituzione non li riguardi...

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    4. Veramente qualcun altro che ha preso posizione c'è: il P.M. Paolo Ferraro, che ha creato un gruppo dal nome eloquente: “Comitato di coordinamento per la difesa della democrazia”. Ha scoperto e denunciato, con prove inconfutabili, infiltrazioni massoniche con finalità eversive ad orientamento mondialista, all'interno dell'Esercito, della Magistratura e non solo. Tali gruppi agiscono attraverso una ramificazione trasversale nei gangli più influenti della società, ricorrendo, tra l'altro, a bieche tecniche di violenza e manipolazione mentale. Il risultato dell'azione di Ferraro, per il momento, è che stanno cercando di mettergli un amministratore di sostegno...
      Per chi vuole approfondire: http://paoloferrarocdd.blogspot.it/
      Poi, c'è Solange Manfredi, blogger e avvocato penalista che da anni attraversa l'Italia con straordinarie conferenze per smascherare il mostruoso sistema di dominio che è stato messo in piedi con i Trattati europei.
      Basti dare un'occhiata a questo magistrale articolo, dal titolo: “Il grande inganno: da Maastricht a Lisbona. http://www.disinformazione.it/Maastricht_lisbona.htm
      Oppure questa conferenza, in cui viene sviscerato l'ordito dittatoriale dell'infame Trattato di Lisbona:
      http://www.youtube.com/watch?v=IgTq0IrmUkU&list=FLIEstwM3CjIFIdDnSiDnHZw&index=49
      Infine, come non ricordare Ida Magli, che da un punto di vista antropologico, avversa la costruzione europea fin dai suoi esordi, autrice di un libro che è una pietra miliare: “La dittatura Europea”.
      C'è anche altro, ma mi fermo qui.
      Il problema, come ho detto nel mio precedente intervento, è prima di tutto antropologico: gli italiani non riescono a mettersi insieme, neppure quando sostengono le stesse cose.
      F.M.

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    5. Questi sono segnali positivi.
      Solange Manfredi e Paolo Ferraro non li conoscevo. Ida Magli prende qualche conclusione giusta ma da premesse errate, per lo più.
      Qui peraltro andiamo al sodo: il mondialismo è la matrice di sfondo, ma intanto l'occupante in armi è l'euro. Certo l'ampliamento del fronte di denunzia è importante.
      Vedremo quello che se ne può ricavare, anche con la spinta di "base", che è essenziale e che per adesso è un pò debole.
      E grazie per la segnalazione.

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    6. I Care We Care , Mi riguarda Ci riguarda: coniugando Don Milani.
      Sulla conclusione di FM devo convenire, mio malgrado.

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    7. Credo che partire dal mondialismo sia imprescindibile per capire il quadro di riferimento, rendendo facile la spiegazione dei dettagli.
      Il progetto del mondialismo ha come obiettivo l'accentramento delle risorse in pochissime mani private: esso non può prescindere dal capitalismo liberistico, che è il suo strumento operativo e ha bisogno della possibilità di muovere a proprio piacimento i capitali in giro per il mondo alla ricerca dell'impiego più fruttifero.
      I rischi di cambio vanno eliminati, così come le barriere doganali e così i diritti delle persone. Quindi gli stati nazionali e le costituzioni che difendano i diritti dei popoli sono soltanto un intralcio.
      L'Europa è l'esperimento più avanzato di questo progetto di dominio: se sarà possibile attuarlo sopra un insieme popoli e paesi così diversi, con lingue diverse, economie diverse, e per lo più, con un alto livello di istruzione e di diritti, sarà poi più semplice attuarlo altrove.
      Questo, attualmente è il crocevia della storia.
      F.M.

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    8. '48, Solange Manfredi.
      E' una "complottista" "paranoica" (secondo la vulgata) , ma in realtà e' una giurista molto acuta.
      mi è capitato di vedere alcuni video anni fa.
      Mi sono rimasti impressi perche' sosteneva che i trattati europei stanno SOTTO alla costituzione britannica, al pari di quella tedesca e SOPRA a quella italiana.
      Diceva il vero (a giudicare dalle funzioni svolte dalla/e banche centrali, oggi, è ben difficile dargli torto)?

      lo chiedo all' esperto.

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    9. Non so che dirti (e dirvi): Frank mi fa dei nomi e menziona delle attività compiute in un certo segno.
      Qui abbiamo un blog di analisi economica del diritto: i grossi nomi di giuristi (da Mortati e Viewheg, fino a Caianiello, Tesauro, M.S. Giannini, Guarino, solo per citarne alcuni) sono stati grosso modo tutti considerati sui temi qui rilevanti.
      Così nel campo dell'economia, esiste un'ampia quantità di bloggers, che magari non sono proprio economisti, o sono professionisti in settori bancari-finanziari, o commercialisti. Ma, dal punto di vista scientifico, non hanno come attività principale la ricerca e la produzione di dottrina-teoria che si inserisca nella letteratura condivisa a livello di comunità scientifica.

      Analogamente nel campo del diritto giurisprudenza e dottrina ai massimi livelli sono quelle che contrassegnano le teorie più note e diffuse, il pensiero applicativo concreto e prevalente del diritto positivo.
      Altri giuristi ben possono esistere e avere delle teorie, le più diverse. Anche perchè il diritto non ha una proiezione econometrica e i suoi dati sono le norme, che non vengono indagate secondo indici numerici, serie storiche, ma secondo connessioni logico-verbali.
      Chi conosce tutta la produzione di questo blog si può rendere conto della ricchezza di dati metodologici e di teorie accreditate che viene qui utilizzata.

      Quanto alle gerarchie delle Costituzioni rispetto ai trattati internazionali, è chiaro, in base a quanto qui più volte detto, che c'è una risposta generale: tutte le Costituzioni hanno un nucleo di principi fondamentali inderogabili e "caratterizzanti" che prevalgono per definizione sui trattati internazionali. Possono variamente differire le formulazioni e l'incisività delle pronunce delle corti costituzionali.
      E anche il grado di rispetto dei principi fondamentali da parte dei rispettivi governi: ma questo è un problema politico e di come si fa a mantenere il consenso nonostante ciò. Il che a sua volta è un problema di cultura diffusa nei cittadini e di condizionamento mediatico degli stessi...

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  6. Tanto per rimanere in tema di costituzione, costituente e sovranità.
    Leggo oggi, da un'ANSA, che, secondo i cosiddetti Saggi servirebbe: "Una commissione mista per la riforma della Costituzione, costituita in parte da parlamentari (eletti dalle Camere secondo un criterio di rappresentanza proporzionale) e in parte da non parlamentari (scelti con modalita' che saranno decise dal Parlamento). La commissione dovrebbe predisporre un progetto di riforma. Il progetto della commissione dovrebbe poi essere votato dalle Camere articolo per articolo, senza emendamenti (ma con la possibilita' di chiedere modifiche alla commissione con l'approvazione di ordini del giorno vincolanti). Il processo di riforma sarebbe completato con un referendum confermativo sul testo approvato dal Parlamento". L'organismo sarebbe "del tutto diverso dalla cosiddetta Assemblea Costituente - spiegano i saggi nella relazione - perche' non avrebbe il potere di deliberare al posto del Parlamento ma solo il potere di proporre un testo sul quale il Parlamento potra' liberamente deliberare''.

    Ora: Un organismo spurio, non previsto da alcunché, presenta un testo che il Parlamento NON POTRA' EMENDARE (i rappresentanti del Popolo non hanno il diritto di presentare emendamenti!!!), limitandosi a chiedere, umile e sottomesso, eventuali modifiche via odg, e secondo loro le Camere conserverebbero comunque la capacità di DELIBERARE LIBERAMENTE AL RIGUARDO???

    Ma stiamo scherzando? Sono professori di diritto costituzionale quelli che propongono cose del genere????
    E il procedimento di revisione di cui all'articolo 138??? Perché una riforma della Costituzione non può seguire l'ordinario procedimento di revisione previsto dalla costituzione stessa? Cosa avrebbe questa, di diverso, dal richiedere questo strano meccanismo (accompagnato da un referendum confermativo)?

    Probabilmente, il "qualcosa di diverso", è la riscrittura della costituzione materiale individuata dal combinato disposto degli articoli 1 e 139. Riscrittura che consegnerebbe alla storia tutto il testo costituzionale così come ora lo conosciamo. Perché tutta questa "paura", altrimenti, del potere emendativo delle Camere? Perché questa subordinazione delle assemblee direttamente elette alla Commissione mista?

    Siamo in presenza di una specie di "delega legislativa costituzionale" non solo inedita ma... possiamo dirlo? Pericolosamente FASCISTA! Dieci saggi per arrivare a questo????

    Sono sconcertato....... spero di sbagliarmi.......

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    1. Lorenzo, sto blog te lo faccio scrivere a te, ormai :-)
      LA mia intenzione era di presentare il problema che la prossima tappa sarebbe stata l'inevitable attacco organizzato alla Costituzione.
      "Loro" sanno benissimo che, per tutte le ragioni che emergono in questi ultimi post, la Costituzione così com'è (era) è il vero ostacolo al completamento integrale del disegno.
      I tamburi di guerra già si sentono sulle montagne di Mordor

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    2. "Con l'ingigantirsi della Potenza anche i suoi amici fidati s'ingigantiranno; ed i Saggi, come noi, potrebbero infine riuscre a dirigerne il corso, a controllarlo. Si tratterebbe soltanto di aspettare, di custodire in cuore i nostri pensieri, deplorando forse il male commesso cammin facendo, ma plaudendo all'altra meta prefissa: sapienza, governo, ordine [..]" - Così Saruman nel "Signore degli Anelli", di Tolkien.

      Ecco, credo che in Italia, di "Saggi" come Saruman ce ne siano fin troppi, allo stesso modo in cui di Gandalf ce ne siano fin troppo pochi.....

      Speriamo di riuscire a gettare l'anello dell'Euro nel Monte fato! :-)

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    3. Qua però ce vole un Gandalf..e pure bello motivato :-)

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    4. Moooolto motivato.....

      Del resto, la rigidità della costituzione può essere scavalcata solo da una nuova costituzione. A differenza dei loro colleghi italo-tedeschi degli anni '20 e '30 del XX secolo, gli anti-democratici ("fascisti", se volgiamo abbandonare la terminologia del politicamente corretto), dell'€uro non beneficiano di costituzioni flessibili "leggi fra le leggi" e quindi derogabili con la legislazione ordinaria. In Italia, hanno provato ad agire prima sul piano puramente politico, coagulando una "maggioranza bulgara" che ha imposto il pareggio di bilancio senza violare le regole che la costituzione stessa pone per la sua modificabilità.
      Oggi, però, questo beneficio si è perso in favore di un sistema tripolare difficilmente coagulabile attorno ad un'altra compagine tecnica.
      Ed ecco allora uscire fuori l'ipotesi di "modifica anti-costituzionale della costituzione". Il "referendum confermativo" (che avrebbe, politicamente, la stessa valenza delle elezioni fasciste del 1938, con il listone di candidati che un corpo elettorale allineato veniva chiamato suffragare in blocco), assumerebbe la natura di "norma fondamentale" (per dirla con Kelsen), che legittimerebbe "ex post", la nuova normativa approvata dalla Camere, togliendo di fatto ogni valore alle attuali norme sulla revisione costituzionale.

      Forse esagero, ma ha tutta l'aria, effettivamente, di un golpe bianco. Con un Presidente della Repubblica che risulterebbe gravemente coinvolto, al punto di diventare più anti-costituzionale lui (che è "di sinistra", "di quelli che festeggiano il 25 aprile"..), del picconatore della fine degli anni'80 (quello con la "K", il controverso ministro degli interni all'epoca del rapimento di Moro, quello di Gladio, che però, gliene va dato atto, non si è mai permesso di offendere la costituzione in questo modo.....).
      Le anime belle "di sinistra", in Italia, le battono veramente tutte: oltre De Lorenzo. Oltre Borghese. Oltre Gelli. Oltre Cossiga....... LORO: il " PARTITO DEMOCRATICO"......

      Facciamo così: ottimismo. Diciamo che hanno preso un abbaglio. Diciamo che, come dopo il 25 luglio del 43, si prende tempo perché non si sa cosa fare. Che quelle 10 persone dovevano inventarsi qualcosa da dire alla stampa e hanno sparato le prime idee raffazzonate che gli venivano in mente. Senza riflettere. Vediamola in questo modo......

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    5. Temo (ma anche "spero", date la condizioni inequivocabili di collasso che l'accompagnarono) xhw il 25 luglio non sia ancora arrivato. Almeno finchè i "puddini" non saranno costretti a prendere ufficialmente le distanze dala Germania, dalle sue politiche fondamentali e da se stessi...procedendo a scissioni. Quello sarà il momento e la discriminante sarà la questione UEM. Non c'è dubbio: e il 25 luglio implica un manifestarsi di Badoglismo che ancora non si vede. Persino il m5s non si sa che pesce sia rispetto al problema centrale. Poi avremo anche l'8 settembre...

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  7. http://www.quirinale.it/qrnw/statico/attivita/consultazioni/c_20mar2013/gruppi_lavoro/2013-04-12_relazione_finale.pdf
    La relazione finale (soluzione finale? per la democrazia)

    Grazie 48.
    Dobbiamo opporci all'€urodittatura "caricando" l'unica arma che ci è rimasta prima che ce la tolgano di mano: la nostra Costituzione.

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    1. quando ho letto la nota di dissenso di Onida a piè pagina sul meccanismo di revisione costituzionale....ho iniziato davvero a pensare che la situazione sia peggiore del previsto.

      tembi bui abbiamo di fronte.

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  8. Cibo per spiriti liberi, molto denso e davvero notevole!
    Grazie!

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  9. Oltre agli scontati, ma sinceri, complimenti per il blog, che seguo con attenzione da tempo, volevo farti una domanda, prendendo spunto dal recente incontro di Ancona di Bagnai: rispondendo a un'obiezione, il prof ha riconosciuto che il divorzio Tesoro-Banca d'Italia (o una soluzione che comunque lasciasse crescere i tassi d'interesse) era di fatto obbligata a causa del rialzo dei tassi americani a cui la libera circolazione dei capitali ci legava; non l'ha specificato, ma se ho capito questo dipendeva dalla partecipazione allo SME, nel senso che il modello di Mundell-Fleming dice che una politica monetaria espansiva (e una monetizzazione del debito pubblico tale è, no?), in regime di cambi fissi e libera circolazione di capitali esercita inevitabilmente una pressione sul cambio (mentre al contrario con cambi flessibili e libera circolazione risulta possibile e molto efficace). Da questo punto di vista si potrebbe concludere che quella del regime di cambio è di fatto una vera e propria scelta, e pure cruciale, di politica costituzionale? Grazie se vorrai rispondermi.

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    1. Beh, al momento del divorzio fatidico la liberalizzazione dei capitali ancora non vigeva in Italia. E' successiva, in varie tappe, all'Atto unico e alla legislazione del 1988. E lo Sme non era un'OCA in senso proprio.
      Ma certamente, il regime di cambio fisso su più aree statali è funzionale alla eliminazione del relativo rischio (di cambio) basandosi sui differenziali di inflazione. E certo induce di necessità il deflazionismo, sotto l'etichetta ingannevole dell'inflazione come "male sociale supremo".
      In realtà il deflazionismo-neo classico è quello che ho detto: una scelta politica in cui si rinuncia a considerare le crisi cicliche come "male in sè", negando la rilevanza dei comportamenti speculativi finanziari e del sistematico crearsi di monopoli e oligopoli privati. I costi del ciclo economico vengono quindi caricati addosso all'elemento sociale: le retribuzioni dei lavoratori, agendo sulla leva della disoccupazione, di cui qualsiasi livello, in fin dei conti, viene considerato "naturale", cioè capace di indurre riequilibrio (questo nei "loro" enunciati).
      In realtà quella che è indotta è la progressiva erosione del benessere diffuso e la concentrazione della ricchezza.
      Questa è la scelta politica, il fine ultimo, dei cambi fissi in regime di libera circolazione dei capitali. E ciò può riuscire a condizione di disattivare gli Stati e i loro programmi costituzionali di intervento.

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    2. Innanzitutto ti ringrazio della cortese risposta. Hai perfettamente ragione sulle date, ovviamente (abbi pazienza: ho dato solo due esami di economia all'università e ora mi tocca riprendere in mano, e approfondire, tutto); questo il video a cui mi riferivo e che linko nel punto menzionato perché credo interesserà anche altri: http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=pvN8YAxUFvY#t=1998s In effetti Bagnai dice "se si vogliono liberalizzare i movimenti di capitale, e li si voleva liberalizzare [...], è chiaro che i tassi di interesse devono inseguire quelli del mercato finanziario egemone". Fu insomma, mi pare di capire, una decisione assunta guardando alla liberalizzazione (quanta lungimiranza...).
      Quello che è deprimente è che non esista un chiarissimo parafango costituzionale contro scelte di politica economica internazionale che hanno inevitabilmente gli effetti distruttivi che ricordavi. Mi domando quale fosse il livello di consapevolezza dei costituenti.

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  10. Grazie 48! Questo e' proprio un capolavoro! Diffondo a manetta! :-)

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  11. 48, del tutto O.T.
    vatti a vedere cosa ha detto polillo, ripeto; POLILLO! A "l' ultima parola"

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    1. Mi ha fatto molto ridere (amaro) Polillo. Ha evocato Keynes, elogiato la politica monetaria giapponese ed americana, ha definito sbagliate le politiche di austerity, ed ha giustificato il comportamento del governo Monti con il fatto che da Bruxelles avrebbero ingannato tutti imponendo una politica economica di -presunto- pareggio, mentre poi si scopre che c'è stato nel 2012 un surplus di 1,5 punti di PIL.
      (chissà a favore di chi...).
      Se pensa di saltare sul carro così facilmente....
      Non li reggo già più, figuriamoci in seguito.
      Cmq è un primo segno di ipotesi frattalica, dovranno rimangiarsi un bel po' di cose!

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    2. Bravo Vittorio: è proprio il preannunzio badogliesco. E verrà da quel lato lì: qualunque accordo di governo sia fatto non potranno durare che qualche mese, prima che debbano abbandonare la copertura politica, e l'impopolarità, di ulteriore recessione (senza capire che sono proprio i tagli ad averre l'effetto maggiore: ma quella parte del blog, Polillo non l'ha voluta imparare :-))

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  12. GRANDOLA VILA MORENA
    (grazie a StefanoC e agli uno, nessuno, centomila citizen ospitati da '48)

    Qualche settimana prima del giudizio della Corte Costituzionale portoghese sulla incostituzionalità delle misure della "troika", i citizen (ndr: devo "smarcare" il concetto dai molti meno consapevoli "cittadini" :-) ) dichiarano il loro legittimo diritto costituzionale al rispetto, alla dignità, al diritto di citizen non solo nelle piazze ma dentro le aule parlamentari.
    Continua a commuovermi, la dignità e la consapevolezza civica dei "garofani" mentre rivedo le immagini(http://www.youtube.com/watch?v=6kS8crRg0VQ).

    Occhi diversi che sanno guardare il "croco" del campo.

    Fanno bene queste testimonianze per rafforzare, tra l'italico "chiagne o fotti", la volontà di sradicare la "sentenza dei saggi" dei Quisling nostrani.

    ps: ... keep in touch!



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  13. Grândola, città dei Mori
    terra di fratellanza
    è il popolo che più comanda
    dentro di te, o città.

    Grazie Poggio! Ho visto il video. Commozione, rispetto e anche invidia.
    Stefano

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