domenica 19 ottobre 2014

OLTR€ LA FRONTI€RA DEL TLTRO: AFFISSO IL 1° MANIFESTO ELETTORALE ('a carrettella")

frontiere-grenzen

Certo la Commissione...La legge di "strabilità"(cioè strabiliante) espansiva...


Tant'è che... "esulta" il Giornale di Berlusconi: “Finalmente meno tasse. Renzi fa una cosa di destra. Tagli alle imposte per 18 miliardi e sgravi alle imprese che assumono: è la ricetta di Forza Italia” (p. 1)."
Dunque, ci potrebbe essere un ulteriore fattore "politico" a pesare (negativamente, è chiaro) sull'approvazione di Bruxelles. La Merkel, si sa, certe cose se le lega al dito.
Ma non è detto: se si salvano le forme, sull'intestatario della manovra, ragioni di colossale €opportunità potrebbero consigliare un'apparente "flessibilità" degli €urocrati ordoliberisti.
Apparente nel senso già esaminato nel precedente post: perchè, come Renzi ben sa fin da ora, non potendo ignorare le molto concrete "esortazioni" già in precedenza destinate all'Italia, e provenienti dai rappresentanti dei mercati (da Draghi per finire...agli spread), la manovra che verrà approvata conterrà cose diverse, da quelle ora proposte per tirarsi la "carrettella" del consenso (delle imprese).


La  Commissione dovrà salvarsi la faccia su una duplice e concordante linea: 
1) vanno bene le supply side, cioè manovre, solo formalmente espansive, di sostegno non alla domanda ma all'offerta, perchè la crisi da domanda è un'ipotesi "inaccettabile" e la legge di Say, (orientata in questa fase storica all'autocreazione della sola domanda...estera, però), è l'unica certezza; 
2) le coperture però devono essere tutte garantite da politiche in pareggio di bilancio: cioè senza creazione di nuovo debito (indebitamento). 
Come? La Commissione lo ha già detto, il governo ne ha preso atto, da mesi: solo attende che sia la Commissione ad imporcelo.

Ci si potrebbe domandare: ma a questo punto, se si ripristinasse anche per il 2015 il principio del pareggio di bilancio "dinamico", (sui flussi, non nell'intaccare lo stock e il debito/PIL: cosa che non sta riuscendo affatto con politiche che hanno ormai portato alla deflazione ed alla riduzione del PIL persino nominale, cioè misura della recessione superiore al tasso di inflazione), come si fa a preservare il consenso legato al "messaggio" lanciato dalla originaria concezione della legge di stabilità?

Il fatto è che la macchina del "rabbioso tramonto dell'euro" si è ingolfata. Qui abbiamo appena visto perchè (lo integriamo coin links di approfondimento):
"Con il TLTRO, l'esigenza da soddisfare potrebbe ridursi a sostituire il volume di titoli pubblici già acquistati con il LTRO, la cui scadenza (con gran parte della restituzione ancora da fare) altrimenti costringerebbe le banche a liberarsene e proprio mentre gli spread si rimuovono verso l'alto. 
Ovviamente, ciò significa che i soldi non arriverebbero affatto all'economia reale.
Ma il TLTRO, sulla violazione del previsto bench mark incrementale di prestiti ai privati, si limita a sanzionare con la restituzione dopo due anni anzicchè i quattro ordinari. Sicchè, in pratica, più che "targeted" all'economia reale, è un...LTRO biennale di tentata sopravvivenza dell'euro.

Vale la pena di aggiungere che anche in questa ottica, la strategia non pare reggere molto: la salvezza dell'euro venne dall'annuncio dell'OMT, quando gli spread, ad onta dei LTRO, avevano superato i massimi della fine del 2011.
Ora, noi sappiamo - qui siamo stato i primi a spiegarlo in Italia-, che la vita dell'OMT, anche solo teorica (com'è stata finora), è moooolto a termine: la sentenza della CGUE, attesa, pare, per la tarda primavera (salvo ritardi strategici), rischia comunque di liquidare il tutto.
Se non altro perchè anche se la CGUE ne affermasse la legittimità secondo i trattati (difficilmente sostenibile...ma si sa...), la Germania, con la sua Corte costituzionale, ha già detto che ne resterebbe fuori.

Quindi la sentenza - a tacere di altri eventi prossimi venturi (verifica UE sulle banche di sistema, deflazione non corretta e situazione Grecia, per dire)- segnerebbe comunque uno spartiacque di totale scopertura della valuta unica, che si rivelerebbe per quello che è: priva del reale sostegno di una banca centrale e libera di provocare effetti gold standard senza alcuna possibilità di correzione con politiche monetarie. E certamente fiscali "federali
". 

Ma allora?
Allora, contando sulla franchigia, o meglio complicità "acclamativa", mediatica all'iniziale penZata della legge di stabilità, non sarà che quest'ultima non è altro che il primo manifesto elettorale?
In effetti, fatto il pieno di voti, poi la realtà si può aggiustare a piacimento "mediatico" e la euro-deflagrazione la si può gestire da posizioni di forza politica (l'economia reale è un'altra cosa, ovviamente).

4 commenti:

  1. Vero che c'è il rischio che la T-LTRO venga destinata a supportare l'€uro e non l'economia reale, ma non dimentichiamoci che anche senza T-LTRO, le scadenze di gennaio e febbraio 2015 relative alla "famose" due LTRO triennali sono nei fatti solo scadenze "formali". La BCE a giugno di quest'anno ha prorogato il regime di piena aggiudicazione (full allotment) delle LTRO ordinarie (aste settimanali e trimestrali) fino a inizio 2017. Quindi le banche possono convertire le triennali in scadenza su scadenze più brevi e gestirne poi il "roll-over" fino a scadenza della piena aggiudicazione, senza usare un €uro di T-LTRO. E poi - salvo black swan catartici che attendiamo tutti (noi) ma sembrano non succedere mai - chi ci dice che la BCE nel 2017 non faccia un'altra proroga?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiarimento utile, grazie. Ma il finanziamento TLTRO in non serve solo a rifinanziare i volumi legati ai LTRO in scadenza ma credo, a questo punto, a ripetere il LTRO stesso, in limiti biennali, su una situazione che preannuncia di ripetersi..
      Il sistema che ci segnali mi pare funzioni sulle scadenze a breve dei vati titoli. Che non esauriscono di certo la gamma coinvolta nei LTRO stessi.
      Senza contare che, se il mercato inizia a sudare freddo sulla sentenza CGUE; - e GIA' ora i capitali fuoriescono dell'area euro- c'è tutto l'affascinante confluire dei nuovi collocamenti sul mercato dei titoli sovrani 2015 (ricordo come si scandagliavano gli ingorghi di fine febbraio e inizio aprile 2012).
      E l'incombere di un'ondata di vendite.

      Insomma, da coprire e da giocare nei futuri bilanci delle banche ce n'è in abbondanza e senza che debbano rischiare su un'economia reale che non potrà che peggiorare il "merito" del credito.
      Poi se non ho afferrato qualcosa...

      Elimina
  2. Interessante sul punto anche quanto riportato da Lidia Undiemi:

    http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9040

    Ed inquietante la conclusione: "Vedremo quello che accadrà, probabilmente dovremo preparaci per un ritorno allo Stato. A quali condizioni? Dipenderà dalla capacità della politica italiana di stare al passo con l’evolversi degli eventi.".
    Conclusione che rimanda alla drammatica carenza delle risorse culturali.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'avevo visto. Le "condizioni" sono obiettivamente disastrose. La natura eversiva dei trattati esigerebbe fase ri-costituente. Ma non c'è il substrato legittimante popolare di un Potere Costituente in linea con quello della Costituzione - e della democrazia- che si vorrebbe difendere (non lo "Stato" nazionale in sè, che è concetto costituzionalmente neutrale)

      Elimina