mercoledì 28 gennaio 2015

IL COLLE FUORI DAL MONDO...GLOBALE "REALE"

quirinale

Solo degli ignavi, conformisti, superficiali ed impreparati, potrebbero pensare che gli USA siano "usciti dalla crisi". Solo cioè persone che si accomodano su dati mensili o trimestrali parziali, e accuratamente selezionati dal sistema dei media e del marketing finanziario, che cerca di sopravvivere, sempre e comunque, lasciando nelle mani degli sprovveduti il bombolone con la miccia accesa negli ultimi millimetri.
Su questo punto vi invito a leggere questo articolo di Mauro Bottarelli, ricco di indicazioni e analisi eloquenti. Arricchito dalla ricerca di indicatori indizianti altamente sintomatici, ci racconta perchè, nell'economia reale, ci sia poco da scherzare.

Insomma, nella totale inconsapevolezza della situazione dell'economia reale "globale", e nell'isteria collettiva sui dati della finanza pubblica, in €uropa e in Italia soprattutto, va in scena l'allegra incoscienza di chi crede ottusamente, come un integralista religioso indottrinato e votato al sacrificio "salvifico" (nell'al di là), che le politiche monetarie, convenzionali e non, siano la condizione necessaria e sufficiente per rilanciare l'economia e attuare le riforme supply side, corroborando la legge di Say applicata alla "infinita" competitività deflattiva: questa costituisce l'unica Legge morale e pretesamente scientifica che governa l'€uropa delle banche (piene di buchi di bilancio da ripianare drenando capitali dalle tasche dei debitori insolventi!).

Questa premessa vale a raccontare l'Italia, nella sua tragica condizione di mancanza di risorse culturali, nel suo conformismo autorazzista e asservito a un paradigma eurocrate che non accenna a diminuire la presa del suo "tallone di ferro".
Inutile dire che senza informazione sui fatti e con valutazioni "pop" di tipo orwelliano, la democrazia, - che è un fatto di equilibri sociali stabiliti normativamente (perchè a questo servono le Costituzioni non a intrugliare alchimie istituzionali che sono solo strumenti e non "fini" per il benessere generale)- non è "a rischio": è già irrimediabilmente compromessa.

Basterebbe dire che un intero continente che si fondi su gold standard de facto (cioè l'euro e il suo inevitabile pendant di colonizzazione: altro che pace e giustizia tra i popoli!), legge di Say (cioè supply side per la competitività come unico residuale strumento di politica economico-fiscale) e deflazione flessibilizzante del lavoro, si autocondanna alla ripetizione delle crisi economiche del 1873 e del 1929. Anzi peggio di allora, dato che le misure oggi suggerite sono ridicole ed incapaci persino di trovare quei minimi spazi di intervento pubblico che allora furono variamente concepiti (anzi li contrastano apertamente).

Queste cose chi legge questo blog le conosce già: ma una cosa appare certa
E cioè che della realtà economica globale - cui pure anelano ad appartenere orgogliosamente e ostentatamente - i nostri politici sono sicuramente all'oscuro e vivono in una descrizione semplificata e orrendamente "pop" che li fa preoccupare solo della lotta per l'elezione al Quirinale.
Lo stato confusionale è tale che, credendo che la situazione economica mondiale sia sotto controllo e che solo l'Italia abbia "qualcosina" da correggere con le riforme supply side (in modo da reggere la sfida del gold standard e della Legge di Say!), riforme da fare il più presto possibile, occorra trovare un personaggio da eleggere che sia conforme a queste aspettative, oltre che, naturalmente, idoneo a destreggiarsi fra le esigenze di consenso di breve periodo di gruppuscoli politici completamente ignari del vulcano su cui sono seduti.

Insomma, la spasmodica e isterica attenzione al "come" si svolgerà l'elezione del Presidente della Repubblica dimostra la irresponsabile inadeguatezza di un'intera classe dirigente, che include i vertici industriali, le fondazioni-think tank senza confine tra interessi privati e funzionalità democratica delle istituzioni, e una serie di homini novi, totalmente privi della preparazione minima per accorgersi della caduta della "logica elementare" in cui si trovano immersi.
E NON SI PREOCCUPANO!
Purtroppo, non è difficile immaginare chi pagherà il conto di tutto ciò: ma è anche da temere che chiunque sarà eletto, CHIUNQUE, si troverà nella situazione di...Badoglio.
Cioè nel gestire di qui a poco una "sconfitta" che non potrà più essere nascosta dalla grancassa delle disinformazione mediatica.
Per questa classe dirigente non può esserci un grande futuro
Se non nel paradosso de "l'effetto pretoriani". Che però ricorda troppo una neo-Salò privatizzata e, naturalmente, farsesca...


5 commenti:

  1. Davvero, sembra che i politici italiani non sappiano e non leggano nulla, al di fuori dei loro media. Oggi ci sono articoli su icebergfinanza e rischio calcolato sull'avvicinamento di Tsiprias alla Russia....furbissimo e spregiudicato Tsiprias, direi.....come scrivevi poche ore fa sulla grecia " E' solo il guinea pig del folle laboratorio liberista, o meglio il canarino dentro la miniera prima dell'esplosione..."
    ecco, siamo all'esplosione?

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  2. In effetti, la partita per il Quirinale appare quasi come la roccia nei quadri di Magritte. Ossia avulsa dal resto dell'illustrazione.
    Ho letto due interessanti considerazioni di Giannuli sul punto.

    http://www.aldogiannuli.it/quirinale-alla-vigilia/
    http://www.aldogiannuli.it/perche-il-m5s-deve-votare-prodi/

    Par di capire che la partita della cosiddetta opposizione (che stenta ad essere tale ma ci si deve pur accontentare di quello che passa il convento), starebbe sostanzialmente nell'imporre al Presidente del Consiglio un Presidente della Repubblica che miri a co-determinare la politica nazionale con il primo (il Parlamento, ormai, è, di fatto ed a prescindere dalle future riforme elettorali e della forma di Governo, un attore di second'ordine, come lo era dopo le elezioni del 1924, se non addirittura dopo la marcia su Roma). Renzi, che -diciamolo brutalmente- ha una concezione non semplicemente "particolare" -come dice Giannuli- ma dichiaratamente autoritaria della democrazia (con il capo del Governo che assume un ruolo centrale e preminente e con il principio della separazione dei poteri sostanzialmente vulnerato, se non addirittura rinnegato), vorrebbe invece un Capo dello Stato assimilabile a quello che era Vittorio Emanuele III fino al 1943: una mera figura di rappresentanza che si limiti, al pari del Parlamento, a certificare la volontà del capo del Governo.
    Ma quale è l'alternativa a questa forma di governo così simile al ventennio fascista? Purtroppo, anche a voler imporre -come suggerisce Giannuli- un Prodi (o un Draghi, aggiungo io), a limitare i deliri di onnipotenza di Palazzo Chigi, il massimo che si potrebbe ottenere è il permanere nella fase pseudo-parlamentare inaugurata da Monti, fondata sulla stessa, identica, ideologia ordoliberista. Una diarchia vera al posto di una apparente. A pensarci bene, non è molto. Anzi, nella sostanza non è niente. Potrebbe forse far comodo all'Europa, perché un "duce" troppo accentratore di potere se da un punto di vista può essere un bene, dall'altro può essere un male e la storia non manca di esempi in tal senso. Ma non certo al popolo sovrano.
    Nel frattempo, Quarantotto osserva giustamente che la Storia avanza, a prescindere dalla lotta per la poltrona presidenziale. Segno curioso: i "tecnici", da Padoan allo stesso Draghi, sembrano voler "evitare accuratamente" la poltrona, come se scottasse (e sporcasse) troppo. "Ma sì" -sembra che dicano- "facciamo decidere tutto al ducetto, così poi, dopo il "25 luglio", avremo -oggi come allora- un'unica faccia da additare alla folla....."; plausibile. I fatti diranno se le cose andranno davvero così.
    Concordo: per questa classe dirigente, non sembra esserci un grande futuro. Il problema del futuro, sarà fare i conti con la sua disastrosa eredità.

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    1. Ti segnalo, per le sue peculiari implicazioni, che - checchè ne pensi (ingenuamente?) Giannuli- il m5s ha inserito, nella "rosa" da votare on web, Paolo Maddalena, insigne giurista ed ex vice-presidente della Corte Cost (nonchè facente funzioni di presidente per oltre un anno).

      Paolo è un amico e compagno di riflessioni sulla legittimità costituzionale perfettamente in linea con quanto qui sostenuto; oltrechè il "garante" del comitato scientifico di Riscossa Italiana.

      Ora non dico che questo inserimento nella "rosa" abbia qualche speranza di divenire candidatura, ma il solo rafforzarsi di un nome di questo livello sarebbe un segnale, - di avanzamento verso il ripristino della democrazia costituzionale e rispetto al "vincolo esterno"-, praticamente senza precedenti nella storia recente d'Italia.
      Diciamo da almeno 30 anni...

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  3. Auguro al paese la riflessione di Quarantotto: sarebbe un segnale, - di avanzamento verso il ripristino della democrazia costituzionale e rispetto al "vincolo esterno"-, praticamente senza precedenti nella storia recente d'Italia. Rifioriremmo ad un neorinascimento epocale ma, ormai da qualche mese su questo blog ci insegni come ESSI siano... che speranze abbiamo di avere un PDR come Paolo Maddalena? Nessuna... Al primo "nome sbagliato" scateneranno il mercati, alzeranno artificiosamente lo spred ...et voilà il debito pubblico aumenta... Sbaglierò ma la mia sensazione è che Renzi come dice Lorenzo gioca a fare il "ducetto" (certe espressioni renziane tipo: sono l'ultima spiaggia o mi gioco la faccia sono segnali inequivocabili di un accentratore egocentrico) quindi anche per me il "nome sara "una mera figura di rappresentanza che si limiti, al pari del Parlamento, a certificare la volontà del capo del Governo", figura che potrebbe essere conveniente ad ESSI. Il Renzino è ancora sulla "terra" e stà eseguendo i diktat ordoliberali per poter arrivare ad Helysium, sgomita per farsi spazio, inducendo povertà al paese e ponendo al Colle la persona congeniale, aspira ad arrivare al 2018 per indire nuove elezioni... ma nel 2018 ci sarà ancora l'Italia?
    Mah!! magari sbaglio io ...Vedremo... dalle mie parti continuiamo a dire: Sperem!!

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