giovedì 3 dicembre 2015

LA NEO-COSMESI AUTORITARIA DEL TINA: "IL GOVERNO PER INTIMIDAZIONE"



1. La storia dell'immigrazione, portata questa estate ai suoi vertici di contraddittorietà propagandistica, aveva funzionato malino: si è rischiata, e si rischia ancora, una crisi di rigetto dei popoli europei.
Pensate alla Danimarca dove sta per svolgersi un referendum, fortemente voluto dai "5 partiti pro-UE", per decidere se rinunciare all'opting-out in materia di giustizia e affari interni (cioè di ordine pubblico e apparati di sicurezza), trasformandolo in un opt-in; la minaccia, sarebbe quella che scadrebbe la base bilaterale dell'attuale partecipazione danese a Europol, costringendo la Danimarca a uscire da tale organismo, in caso di mancata abolizione dell'opting-out (uno dei quattro adottati dalla Danimarca a seguito dei trattati di Maastricht-Lisbona e il principale dei quali è quello relativo all'euro...aspetto, peraltro, che attualmente, nessuno vuole rimettere in discussione).

Da notare, tuttavia, che l'introduzione della disciplina UE in tema di giustizia e affari interni che conseguirebbe al "sì" nel referendum, non includerebbe le politiche dell'immigrazione, sulle quali si dovrebbe poi svolgere un distinto referendum relativo all'accettazione del sistema delle "quote" dei rifugiati (che però, da qualche parte in €uropa, prima di smistarli secondo le quote, vanno accertati come tali, distinguendoli dai meri immigrati clandestini per ragioni economiche, che, a quanto pare, nessuno, prima la Germania, vorrebbe). 

2. Allora, giunta la nuova ondata di terrorismo islamico, per la verità manifestatosi ancora una volta in Francia, il più €uropa aveva assunto la forma della guerra da muovere all'ISIS, introducendo forti limiti all'ammissione dell'immigrazione di massa, per questioni di sicurezza interna condivise da quasi tutti gli Stati, Germania in testa, ma...eccettuata l'Italia le cui autorità ancora si chiedono se vi sia una relazione certa tra mancato filtro alle frontiere, nella identificazione delle identità risultanti da passaporti più o meno esistenti e autentici, e possibile infiltrazione di terroristi.

E questo mentre, nella stessa Italia, già  si diffonde il pre-allarme antiterrorismo per l'apertura del Giubileo e in particolare per la giornata dell'8 dicembre.

3. Ma anche l'incombente minaccia terroristica non ha apportato grandi argomenti favorevoli al "più €uropa", cioè all'idea, che s'è tentata di affermare senza grande successo, che per fronteggiare la "guerra" mossa dai terroristi, occorreva una controguerra mossa dagli eserciti congiunti degli Stati-membri, cogliendo, a quanto pare, l'occasione per creare un apparato militare comune, la cui istituzione però non rientra tra le competenze dell'Unione, se non come prospettiva futura subordinata ad un eventuale accordo degli Stati, espresso in una deliberazione all'unanimità del Consiglio europeo.

Tanto più che questa guerra andava fatta non contro il terrorismo come fenomeno di destabilizzazione della sicurezza del territorio europeo, cioè essenzialmente operando un'azione di intelligence e azioni mirate sui soggetti agenti in UE e sui loro supporti logistici e ambienti di reclutamento e di fiancheggiatori, ma contro il territorio occupato dall'ISIS in Siria
Ma senza coinvolgere alcuna azione contro le potenze dell'area mediorentale (e non solo), che avevano finanziato e organizzato l'ISIS stesso e, ancor meno, contro la Turchia che pare essere sostanzialmente disinteressata a eliminare l'ISIS ma molto interessata a eliminare Assad, cioè il governo legittimo siriano, disconosciuto, per ragioni di violazione dei diritti umani mai ben identificate, principalmente dagli Stati Uniti.

4. Stati Uniti che, infatti, in un anno e mezzo di bombardamenti contro l'ISIS hanno ottenuto solo...l'indebolimento di Assad, ignorando ogni intervento contro le fonti di finanziamento dei terroristi e, anzi, disinteressanddosi del cruento attacco militare dell'Arabia Saudita contro gli sciti dello Yemen 
Perchè, intanto si è detto da tutti i media, e praticamente tutti i governi europei, che di guerra si tratta: il terrorismo, che ha visto in azione in Francia essenzialmente  cittadini francesi o belgi, si manifesta sui territori di Francia (e Belgio?), ma la guerra, poi, va portata in Siria, acuendo il disagio delle popolazioni siriane che, però, non sono affatto la preoccupazione di quelli che tale guerra di ritorsione al terrorismo, stanno muovendo: perchè infatti, il punto, - secondo gli USA, potenza che domina politicamente la Nato che, a sua volta, è la principale struttura di difesa comune contemplata dagli stessi trattati europei!-, rimane la rimozione di Assad
Quest'ultimo si oppone ai terroristi che lo vogliono abbattere, e dunque non pare chiaro perchè eliminare Assad insieme con l'ISIS, in Siria, dovrebbe eliminare il pericolo terrorista in Europa, animato com'è da migliaia di foreign fighters, di cui almeno 3000 (allo stato) di origine/cittadinanza europea, che non solo rimarrebbero operativi e trasferibili, o già operanti, sul territorio europeo, durante la guerra in Siria, ma che sarebbero ancor più motivati a farlo constatando, tra l'altro, la debole o nulla coesione degli Stati europei, nel quadro Nato, nell'appoggiare la Russia che risulta l'unico Stato impegnato con efficacia a combattere l'ISIS stesso. 
E questo mentre la Turchia, alleato Nato, mostra di essere sostanzialmente e costantemente sostenuta dagli USA nel contrastare le operazioni militari russe e nell'intrattenere ambigui (?) rapporti di commercio del petrolio, che finanziano l'ISIS con l'apporto indiretto di tutti coloro, inclusi gli Stati europei, che poi acquistano dalla Turchia quello stesso petrolio.

5. Un simile quadro, che ho solo riassunto per sommi capi (trascurando molteplici ulteriori contraddizioni che confermano quelle principali tratteggiate), non può risultare credibile agli occhi dell'opinione pubblica, anzi di massa, europea: im quadro di "azione europea" poco credibile sulla disastrosa gestione dell'immigrazione, sulla non comprensibile linea tenuta nella concreta gestione della guerra in Siria e circa la effettiva volontà di combattere il terrorismo sul territorio europeo; mentre rimane sempre sullo sfondo l'austerità di bilancio che obbliga a tagliare la spesa dei ministeri degli interni, con solo episodici e ambiguamente considerati (dalla Commissione europea), sussulti di "investimenti" nei singoli paesi, ma senza alcun coordinamento, anche e specialmente di efficacia della spesa, normativamente concordato a livello di istituzioni europee. 
Ed allora, si è tirato fuori dal cilindro internazionalista, il problema del riscaldamento globale e del clima.

 / ©: WWF USA

E anche qui, via libera a  nuove prospettive di "governo mediante intimidazione", che, senza serie e condivise basi scientifiche, profonde ondate di angoscia sulle popolazioni dei paesi interessati alla limitazione delle emissioni di anidride carbonica e dei vari gas-serra, promettendo grandi misure che limiteranno le abitudini di vita, e quindi i consumi, e la stessa gestibilità degli impianti industriali, e quindi spiazzando eventuali investimenti (in Europa comunque in via di estinzione), verso nuove tecnologie e modalità di produzione che, inevitabilmente, dovrebbero essere imposte da accordi internazionali il cui contenuto, c'è da scommetterlo, sarà conforme agli interessi delle imprese che detengono i brevetti delle tecnologie sostitutive che verranno ritenute indispensabili e senza alternative.

6. Insomma, ondate di annunci di sventura e di catastrofi conclamate o imminenti, cioè terrorismo mediatico, si legano, in concatenazione, alla immigrazione, - che sarebbe indispensabile per garantire il futuro previdenziale delle stanche masse europee (!), sterili e propense a vivere al di sopra delle loro possibilità-, a attacchi terroristici in Europa, circondati da misteriose imprevedibilità che alla prova dei fatti non risultano affatto imprevedibili, ovvero al "cambiamento climatico"; che non si capisce se minacci il futuro (anche fisico) di queste popolazioni flagellate dal TINA di turno, più dello stesso terrorismo e delle guerre che, altrettanto TINA, occorre intraprendere nell'immediato e nell'imminente futuro.
Anche se non si è ancora compreso esattamente contro chi...

7. Intanto, come previsto, il QE di Draghi non ha smosso l'inflazione, e la crisi dei BRICS, si dice e, ormai, si deve constatare, magari, unita alla questione "terrorismo", come alibi preventivo, vanifica pure l'effetto svalutazione dell'euro che è l'unico che effettivamente ne è scaturito.
http://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2014/07/01/102507868-e25a37e5-e46f-4149-9615-9fce39247cde.jpg

E Draghi ci spiegherà oggi che vorrà estendere ancora misure che, a prescindere dalla loro estensione, si ripercuotono esclusivamente sul lato dell'offerta del settore bancario, mentre nulla possono sul lato della domanda, sia di credito (visto che nessuno pensa realisticamente, specialmente in Italia, che si possano richiedere capitali per effettuare nuovi investimenti), sia di beni e servizi: cioè della domanda che, proprio perché non c'è, determina le sofferenze che rendono insolvibili i debitori bancari e fanno poi saltare le banche che si ritrovano cariche di non performing loans e di voragini in bilancio.
E queste, secondo l'Unione bancaria, vanno ripianate a carico degli obbligazionisti e dei piccoli azionisti - spesso divenuti tali per le pratiche delle banche nel condizionare i mutuatari a impiegare in tali impieghi le somme erogate, celandone i relativi rischi-, e degli stessi depositanti-correntisti, che, - in assenza di Stati nazionali che, astretti dagli obblighi di pareggio di bilancio, possano fornire una garanzia pubblica in caso di insolvenza bancaria, e in assenza del consenso della Germania a formare un fondo di garanzia con risorse degli Stati-membri (un fondo che comunque, di fronte alla potenzialità del pericolo sistemico di insolvenza bancaria, sarebbe comunque ridicolmente insufficiente)-, si ritrovano a condividere il rischio di ricapitalizzazione come se fossero degli azionisti di controllo e come se avessero potuto condividere le politiche bancarie, filo-€uriste e deflazioniste, che i consigli di amministrazione hanno intrapreso e che hanno portato, impunemente, alla insolvenza dei relativi istituti.

8. In tutto questo "governo per intimidazione", che è poi la versione accelerata e autoritaria del TINA, prosegue imperterrita la macchina €uropea di flagellazione dell'assetto sociale precedente, per instaurare il mondialismo finanziario che è l'essenza del disegno. Un disegno da perseguire ad ogni costo, anche sfruttando guerre e terrorismo. Mentre, appunto, i cittadini impoveriti e minacciati nelle loro "parassitarie" sicurezze, si ritrovano a essere distratti dalle "paure" e a non capire un bel nulla di quanto gli sta accadendo. 
E così, nella migliore delle ipotesi, si rifugiano nella neo-cosmesi della reazione alla paura, senza interrogarsi su cosa abbia veramente causato questo terrore dilagante:

CONTRO OGNI ORRORE E TERRORE CHE SPEGNE LA VOGLIA DI USCIRE E STARE CON GLI ALTRI, ROCK PARTY LUNEDI' 7 DICEMBRE AL LIAN CLUB CON DAGO E STATALE 66...









6 commenti:

  1. Mi sono imbattuto nella Lectio magistralis di un certo Massimo D’Alema sul tema della “Governance Globale” (http://www.massimodalema.it/doc/15826/perugia-lectio-magistralis-di-massimo-dalema-sul-tema-della-governance-globale.htm). Certo che il compagno piddino già nel 2007 era avanti di una spanna! Vi sono riassunti tutti i “pericoli” (a priori e assunti come reali) che Lei elenca nel post e che non potrebbero essere, ovviamente, essere risolti con quello che l’esimio intellettuale taccia come “neo-sovranismo”. I mezzi di informazione ed i centri di formazione sfornano in continuazione messaggi di tal genere ed in questo blog se n’è parlato più volte. I maestri ormai abbondano. Sarà anche grazie alla buona scuola di Renzi?

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  2. Dimenticavo: la Danimarca è affetta da “neo-sovranismo”. Stamane la notizia (a reti unificate) sui risultati del referendum in quella nazione è stata più o meno questa “L’hanno spuntata i populisti che avevano parlato di una perdita di sovranità in materia di immigrazione nel caso di una maggiore partecipazione ai programmi europei. Ora il Paese rischia di uscire dalla zona di azione di Europol, la polizia europea” (.http://it.euronews.com/2015/12/03/al-referendum-la-danimarca-rifiuta-cooperazione-europea-su-giustizia-e-sicurezza/). Le singole parole hanno un senso e lo danno all’intera proposizione; qui le parole chiave sono “populismo” e “rischio”: la decisione del popolo danese non è democratica, ma “populista” e la vittoria del no apre un “rischio” (secondo il vocabolario italiano “rischio” è la potenzialità che un'azione o un'attività scelta porti a una perdita o ad un evento indesiderabile). Insomma, la democrazia è dannosa. Non farebbero prima a scrivere in modo più chiaro quello che di malato pensano? Il metodo è quello da Lei sottolineato: il rischio evoca un pericolo imminente, qualcosa di brutto alla quale potrebbe andare incontro il popolo danese a causa della sua decisione. Siamo alle solite

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    1. Ma lo scrivono e lo dicono tutti i giorni in tutti i modi che le nostre decisioni non contano con quel che verrà fatto.
      Se poi la gente continua a tapparsi le orecchie quello è un altro discorso.

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  3. Perdonate: un gruppo di commenti più recenti è stato da me inavvertitamente cancellato invece che pubblicato.
    Chi lo volesse può rinviare il proprio commento...

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  4. A proposito di cambiamento climatico e nuovi costi correlati segnalo questo link:
    https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.linkiesta.it/it/article/2015/11/28/kyoto-litalia-ha-comprato-quote-dalla-polonia-ma-non-lo-sa-nessuno/28380/&ved=0ahUKEwiu9qWf3sLJAhXDCw8KHXQRBowQFggaMAA&usg=AFQjCNGT0LOVHhAXROW_OklcDrOrHZSUNg
    Finirà che abbasseranno limiti co2 e per produrre dovremo acquistarne tonnellate equivalenti in Africa, da qualche preveggente multinazionale?

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  5. L'atteggiamento dei governanti italiani è quello di uno stato che ha perso la guerra è che eseguisce minuziosamente senza batter ciglio tutto quello che gli viene dettato dai vincitori (lo straniero).

    Comportamento assurdo è fuori da ogni logica.

    Situazione molto preocupante.

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