domenica 20 dicembre 2015

ORBAN E LA "UNNECESSARY" SINGLE CURRENCY: DOV'E' CHE STA LA "VERA" DEMOCRAZIA? (Con addendum sulle PMI..ungheresi)


http://www.limesonline.com/wp-content/uploads/2012/02/orban_820-e1432913241754.jpg

1. Il post che segue riguarda la stucchevole storiella, molto €uro-italiota, della non democrazia del "tirannico" Orban, portatore, a quanto pare, di nazionalismo di destra distruttivo del sogno europeo e di non ben identificati diritti fondamentali.
Certo se essere così nazionalisti, antidemocratici, e di destra (xenofoba!), significa tutelare il livello di occupazione e di reddito del proprio popolo e preservarne quello strumento coessenziale che è (sempre stato, in ogni tempo) la sovranità monetaria, passando per il modello di banca centrale legato a tale preservazione, beh, allora, si dica pure che un premier eletto a furor di popolo è "contro la democrazia".

"L’Ungheria si fida di Orbán, odiato a Bruxelles e amato a Budapest - Il leader di Fidesz stravince le elezioni e si conferma al governo. L’Ue ne critica le tendenze autoritarie, ma persino l’Fmi ha lodato la performance economica ungherese. Il premier non è contro l’Europa dei potenti: ne fa parte. 

Orbán, un leader con una visione strategica"

Magari, nelle ripetitive dichiarazioni giornaliere, dimenticano, i nostri €-media, che non è precisamente quello di Orban, in Ungheria, il partito xenofobo e antisemita; ma un altro, che non ha preso certamente il 45% dei voti del popolo ungherese (quasi il doppio degli €uropeisti-libberisti-de-sinistra, che piacciono a tutti i media italiani e alla Merkel e a Schauble...cioè agli amici della Grecia, nonchè, a quanto pare, dell'Italia tutta-tutta e dei suoi risparmiatori specialmente), nonché il 66% dei seggi in parlamento: dettagliuccio che non gli rende minimanente necessario allearsi con la destra xenofoba e antisemita (anche se in Italia pensano che sia quella di Orban).

2. E si dica pure che a favore della "vera" democrazia, purificata dalla fastidiosa interferenza dei parlamenti (nazionali), altrettanto fastidiosamente elettivi, sta l'€uropa: quella dipinta dalle alate e paradigmatiche parole di Barroso, mentre aspettiamo ancora di vedere come se la caverebbero, alle elezioni del fantomatico popolo unico istituzional-europeo, i vari rappresentanti succedutisi ai vertici delle euro-istituzioni.
Tranne poi scoprire che, insomma, tutta questa "lotta" democratica,  ma proprio in nome della "vera" d€mocrazia, contro l'Orban di lotta e di governo, non solo non la si è fatta ma che, sui temi caldi, alla fine, l'UE tutta non assume decisioni molto diverse da quelle che l'Ungheria ha promosso nell'apprezzamento del proprio interesse nazionale
Solo che ci si impunta nel sostenere, in definitiva, che tali politiche, le medesime (zuppa o pan bagnato), non le possa "decidere" autonomamente Orban, come leader eletto dal proprio popolo, ma debbano essere sovranazionali: e dunque veramente democratiche, perché aboliscono la...sovranità democratica "nazionale".
E parliamo di immigrazione: non certo di politiche economiche e di gradimento degli investitori esteri, come vedremo.

Danimarca, la proposta di legge: «Sequestrare gioielli ai migranti»

http://media.internazionale.it/images/2015/11/19/118247-md.jpg

Il piano per una polizia di frontiera europea al parlamento di Strasburgo

"La Commissione europea ha presentato all’europarlamento di Strasburgo la sua proposta per la creazione di un corpo di polizia di frontiera e di guardia costiera comunitario. L’esecutivo europeo ha illustrato nel pomeriggio i dettagli del piano, che rischia di incontrare molte resistenze tra i paesi membri: in caso di approvazione, infatti, temono una significativa perdita di sovranità. L’obiettivo della Commissione è aiutare gli stati a rafforzare i controlli sui migranti alle frontiere esterne dell’Unione europea."

3. Sul piano delle politiche economiche, a dire il vero, sebbene si accusi Orban di essere un neo-libbbbberista, a seconda dei casi (c'è sempre questo piccolo problemino che non "rispetta" la banca centrale indipendente e non vuole entrare nell'euro!), perchè diminuirebbe il tenore di vita del suo popolo, gli indicatori macroeconomici racconterebbero proprio il contrario.

Se possa definirsi "libbbberista" un governo che, tra le altre cose, esattamente al contrario di quanto in UEM diviene ogni giorno più drammaticamente irrealizzabile:

- privilegia politiche di lavori pubblici finanziate dal settore pubblico contando sulla piena sinergia con la banca centrale nazionale;  

- promuove gli investimenti privati attraverso lo stimolo dello sgravio fiscale, mentre nazionalizza gli istituti bancari nazionali dissestati; 

- difende il sistema pensionistico nazionale, ripubblicizzandolo in buona parte e garantendolo con entrate mirate a carico del sistema bancario (estero)...,

lo lascio decidere a coloro che, seguendo il blog, hanno un minimo di conoscenza economico-istituzionale non filtrata dalla "grancassa mediatica" ital-€uropeista.

4. Appunto e "stranamente", tutto questo nonostante abbia cancellato, si dice, il bene supremo della indipendenza della banca centrale (e persino della magistratura, dicono), cosa da cui deriverebbe automaticamente la preclusione del benessere, il dilagare della corruzzzzzione e la indegnità morale a entrare nel meraviglioso mondo della moneta unica (di cui, infine, vedremo la valutazione complessiva che emerge, con un "lieve" ritardo, persino dal Centro europeo per le riforme...). Qui un riassunto schematico delle inaudite azioni del "mostro":

"Nel 2010 gli Ungheresi hanno eletto il “mostro” Viktor Orban.

Che nel 2011 ha iniziato delle riforme completamente contrarie alle “raccomandazioni” dell'EU e basate sull'interesse Nazionale (una colpa gravissima questa).
Vediamo un po' cosa ha fatto Orban e poi che risultati ha avuto.

- Intanto pur mantenendo l'indipendenza della B.C. ha cambiato i criteri di nomina (che da noi ad esempio sono solo formalmente del Tesoro, perchè comunque sono su “indicazione” della B.d.I., cioè in pratica della BCE, cioè della Troika).
E così ha nominato Matolcsy, che era Ministro dell'Economia, e che segue la sua linea. Cioè ha riproposto uno schema normale in cui Governo e B.C. lavorano in accordo, e non con una B.C. dipendente da interessi e visuali prevalentemente extra-nazionali.
L'Unione Europea si è subito scatenata intentando una procedura di infrazione.
I giornali hanno parlato immediatamente di “attentato gravissimo alla democrazia”.
Contemporaneamente Moody's, S&P e Fitch hanno ribassato, per lo stesso motivo, il rating dell'Ungheria. Hanno poi attaccato il fiorino.
Ma poi hanno smesso. Perchè Orban ha tirato dritto e Matolcsy gli ha detto a muso duro che faceva default la mattina dopo e quella dopo ancora Orban nazionalizzava tutto e così ci rimettevano tutti i soldi.

- Ha messo una tassa temporanea (cosiddetta di crisi) su banche e multinazionali.
Subito l'EU ha prodotto una serie di documenti di minaccia.
Intanto i giornali hanno iniziato una musica coordinata con Orban nazista, fascista, sciovinista, razzista, antisemita ecc....
I leader e giornali “di sinistra” nostrani (Il Fatto, il Manifesto ecc...) si sono subito distinti, quanto a senso del ridicolo, perchè, a parte strapparsi i capelli sull'antidemocratico Orban, si sono guardati bene dal menzionare anche vagamente al lettore questa tassa sul grande capitale.
Come del resto gli Stiglitz e i Krugman, pure critici sull'austerity, ma mai una parola su tassare banche e multinazionali.
E più ridere ancora hanno poi fatto i Tsipras e i Varoufakis delle “linee rosse” a favore di lavoratori e pensionati ma che in 6 mesi mai però hanno proposto di fare un provvedimento analogo per reperire i soldi per quei lavoratori e pensionati. Che caso.

- Ha abbassato le tasse (flat tax) al 16% (oggi al 15%) dal 44% che erano, con ciò spingendo i consumi.
L'EU e i giornali si sono scatenati immediatamente in previsioni di default e poi di “iniquità”, mentre il default non c'è stato.
[Sono molto equi loro con aliquote arrivate al 50 - 60% - 70% di tassazione].

- Ha alzato l'IVA al 27% [che era invero un'aliquota alta nel 2011] cioè ha spostato il carico sulla tassazione indiretta (salvo alcuni beni di prima necessità dove invece ha ribassato l'IVA).
Altre critiche feroci. Però, intanto, ora, l'IVA qui da noi è già al 22% (l'anno prossimo sarà al 23%) e in Grecia è già al 23%, ma con a fianco però tassazioni dirette di oltre il 50%, e non del 15% come in Ungheria. (Rammentiamo che l'innalzamento dell'IVA è una tipica misura equivalente al contenimento delle importazioni, cioè risanatrice di saldi negativi delle partite correnti...e a quanto pare, nel caso, ha funzionato senza creare recessione, com'è invece normalmente "scontato" all'interno dell'area UEM, in nome degli effetti collaterali "competitivi" della beneamata disoccupazione deflattivo-salariale: ma tutto ciò, in Ungheria, si è potuto verificare proprio per il mix tra flessibilità del cambio e sovranità monetaria e fiscale mantenute...Ndr.)

- Ha posto in essere finanziamenti e aiuti massicci alle PMI.
Altre “procedure” della EU sulla “concorrenza violata” (Ma a loro vanno bene i monopoli della grande impresa però). Orban ha tirato dritto.

- Ha ridotto progressivamente ed aggressivamente i tassi dal 7,5% all'1,35%.

- Ha convertito i finanziamenti in valuta estera in fiorini (erano i mutui in valuta estera a basso tasso contratti dagli Ungheresi, ma che dopo la crisi e la svalutazione del fiorino erano diventati per loro molto onerosi).

- Ha ripagato in anticipo all'FMI i 20mld che avevano dato all'Ungheria quando era pressochè in bancarotta come la Grecia, per avere le mani più libere, e l'ha invitato pure a chiudere gli uffici FMI a Budapest.

-Ha nazionalizzato parte del sistema bancario nazionale e parte dei fondi privati pensionistici.

-Ha ridotto le bollette e le tariffe dei servizi.

Morale: l'Ungheria era in fallimento, con la spirale austerity-debito/PIL solita.
Oggi viaggia al 3,6% di PIL, con un deficit/PIL sotto il 3% e inoltre ha ridotto il debito dall'80,9% al 77,3%, e ovunque in Europa, invece, è aumentato.
Ha ridotto il debito estero, ha aumentato le riserve valutarie.
Tutto questo in un'Europa dove la crescita è asfittica e cresce solo il debito. 

Multinazionali e banche estere sono state più pragmatiche (ndr: delle indignate istituzioni UE e dei media italiani: a volte si fa fatica a distinguerli, ammetterete), tutto sommato.
Hanno visto che la maggior tassazione verso di loro non ha compromesso più di tanto i profitti, anzi, dato l'aumento di attività e consumi.
Questa tassazione poi sarà man mano ridotta entro il 2020 (e avranno sgravi fiscali per 10mld di fiorini) e già la ERSTE Austriaca è entrata [e con lei Tedeschi, Americani, Inglesi ecc...nei settori industriali e commerciali.]
A Febbraio è stata, dopo lotte infinite, firmata infatti una “pax bancaria” garantita pure dalla BERS (Banca Europea per la ricostruzione e sviluppo): in cambio di sgravi il sistema bancario si impegnerà però a maggiori finanziamenti di progetti, soprattutto infrastrutturali. 

...L'Ungheria ha comunicato intanto alla Ue che manterrà il programma di lavori pubblici finanziati dal Governo e manterrà i prestiti a tassi agevolati alle piccole e medie imprese e inoltre farà un altro taglio alle bollette dei servizi per ulteriori 10 miliardi di fiorini.
Bruxelles ha subito fatto sapere che “dovrà valutare” in termini di “normative sulla competizione”.

Il fatto è che a Bruxelles dovranno farsene una ragione: l’Ungheria sta dentro a tutti i parametri Europei e non ha debiti come la Grecia.
Non è perciò molto ricattabile.
Dovranno quindi tutt'al più ridursi a studiare qualche rivoluzione colorata “a la Soros” per “normalizzare” l'Ungheria.

Qui comunque uno si guarda tutto quello che vuole:
http://www.tradingeconomics.com/analytics/api.aspx?source=chart"
 

ADDENDUM - va fatta una precisazione: la procedura di infrazione per aiuti di Stato che, settorialmente, discriminino le imprese estere o favoriscano quelle nazionali ai sensi dell'art.107 TFUE (che abbiamo visto strategicamente disapplicato per la Germania), non ha a che vedere, in sè, col rispetto dei parametri fiscali di convergenza e di permanenza nella moneta unica

E ciò neppure relativamente a quella forma di "infrazione", più blanda, prevista dall'art.126 TFUE per il famoso 3% del disavanzo pubblico (v.qui, par.5), come esplicitamente stabilito dall'art.139, par.2, lettera b): in pratica, agli Stati membri "con deroga", anche de facto, come l'Ungheria, che non ha neppure fatto domanda di adesione alla moneta unica, "non si applicano" i "mezzi vincolanti per correggere i disavanzi eccessivi" (articolo 126, paragrafi 9 e 11). I due tipi di violazione sono considerati dal trattato separatamente e l'aiuto di Stato ha un'applicazione teoricamente più "stringente" perchè prescinde dall'adesione all'UEM. 

Quindi le procedure di infrazione per aiuti di Stato, l'Ungheria le subisce, anche se probabilmente, fa resistenza e la questione segue il suo corso fino alla contestazione della decisione della Commissione di fronte alla Corte UE, ai sensi dell'art.108, par.2, seconda parte: cosa che si svolge nel corso di anni. 

Nel frattempo, le procedure di infrazione contro l'Ungheria si accumulano e la casistica ci dice un dato interessante: l'Ungheria intende la progressività tributaria, al di là dell'applicazione della flat tax nell'imposizione generale sul reddito, in modo mirato sulle imprese, nel senso che lascia alle minori imprese, nate presumibilmente sul territorio nazionale, un margine di vantaggio fiscale per consolidarsi e crescere. Quindi, contro il principio dei Bad Samaritans liberoscambisti in salsa europea che, nei vari settori, privilegiano la logica, tanto amata in Italia, dell'investitore estero e della colonizzazione

Infatti, di questa sana logica di consolidamento del capitalismo nazionale sono esempi proprio i procedimenti di infrazione tipicamente più recenti, cioè nell'era Orban, come possiamo vedere da qui

"L’Ungheria tra alimenti e tabacco
È ancora alla prima fase la procedura avviata dalla Commissione contro l’Ungheria. Sotto la lente dell’esecutivo comunitario due disposizioni di carattere fiscale: una sulla tassazione della filiera alimentare e l’altra relativa all’imposta sul tabacco, entrambe entrate in vigore quest’anno.
Per quanto riguarda la filiera alimentare, le nuove regole, vigenti dal primo gennaio scorso, prevedono una tassazione progressiva per le attività dei rivenditori di prodotti alimentari, cosmetici e prodotti farmaceutici, con aliquote che variano dallo 0 al 6%. Gli operatori con un basso fatturato sono esentati totalmente o versano un’imposta sensibilmente più bassa (aliquota dello 0,1%) rispetto a rivenditori di dimensioni più grandi. Secondo la Commissione, questa nuova tassazione progressiva si configura come aiuto di stato nei confronti dei rivenditori più piccoli e viola le norme comunitarie perché può determinare danni alla libera concorrenza e limitazioni alla libertà di stabilimento delle imprese garantita dai Trattati dell’Unione.
Nel mirino dell’Ue anche la tassa sul tabacco introdotta dal Parlamento ungherese nel dicembre del 2014 ed entrata in vigore lo scorso primo febbraio. L’imposta viene applicata sulle aziende ungheresi produttrici di tabacco con aliquote progressive che vanno dallo 0,2 al 4,5%, in base al fatturato dell’impresa. Secondo la Commissione, l’applicazione di questa tassa potrebbe favorire le aziende con minor fatturato, ostacolando la concorrenza nel settore e violando, quindi, le norme europee sul libero mercato.
Contro l’Ungheria, inoltre, la Commissione ha già in corso un’altra procedura di infrazione in ambito fiscale, riguardante la tassa sulla pubblicità introdotta nel giugno 2014. Anche in questo caso, l’applicazione dell’imposta secondo aliquote progressive che spaziano dallo 0 al 50% potrebbe favorire alcune aziende e non essere, quindi, compatibile con le regole sugli aiuti di Stato.
"

4. Qui, poi, forniamo i dati aggiornati sui più recenti sviluppi della mancanza di democrazia e di indipendenza della Banca centrale, che tante sofferenze sta infliggendo al povero elettorato ungherese:

http://en.actualitix.com/chart/hun/hungary-current-account-balance.png


http://www.tradingeconomics.com/charts/og.png?url=/hungary/current-account-to-gdp

Hungary : Ranking - Balance of payments (billion $ US)

Below you will find the last recordings for the indicator : Balance of payments (billion $ US) : Hungary
Data Date Evolution
6.04 billion $ US2015~ 0.22  Evolution
5.82 billion $ US2014~ 0.29  Evolution
5.53 billion $ US2013~ 3.12  Evolution
2.41 billion $ US2012~ 1.36  Evolution
Ranking of the country (Hungary) at the global level is (from the highest to the lowest data): 25 / 186See the entire classification

Hungary : 36 records since 1980, the average of these recordings : -1.96 billion $ US
The highest data : 2015 is the highest year for the indicator : Balance of payments (billion $ US).
The result is: -11.21 billion $ US. 


"EUR/HUF: Driving the Exchange
L'economia ungherese si è comportata relativamente bene negli anni successivi alle "crisi finanziarie".
Il Paese era gravato con troppi mututi ipotecari in valuta estera, molti in euro ma la maggior parte in franchi svizzeri, molto prima che la valuta ungherese si "disaccopppiasse" dal Franco.

Mentre il Franco si apprezzava, il tasso di cambio tra Forint (fiorino ungherese, ndr.) si apprezzava, inflazionando notevolmente i pagamenti dei mutui immobiliari.
La situazione divenne critica dopo le azioni dell'SNB del 15 gennaio 2015 (RI-valutazione del franco sull'euro, effettuata dalla banca nazionale svizzera). 
...il governo del primo ministro Viktor Orban ha preso provvedimenti, prima tagliando le tasse sulle banche e istituendo una "bad bank", alleviando così il settore bancario nazionale dei cattivi prestiti ingigantiti (‘ballooning’) e poi sussidiando crediti ai consumatori, a basso interesse
Il passo più recente implica la conversione dei mutui ipotecari in valuta estera, e prestiti automatici in fiorini, inclusivi di 229.000 prestiti denominati in franchi svizzeri. 

EUR HUF Price Event CHart

Il fiorino ha registrato oscillazioni volatili relativamente all'euro quest'anno, sperimentando il suo picco più basso il giorno del provvedimento del 15 gennaio del SNB, 322,279 sull'euro, fino al suo massimo rafforzamento, il 13 aprile, a 296,565; un incremento dell'8%.
Dal picco del 13 aprile, l'inversione successiva coincide con la correzione globale del mercato obbligazionario verificatasi circa dalla metà di maggio fino ai primi di luglio. 
La combinazione di una banca centrale magiara cooperativa e dell'azione del governo, in una serie di tagli dei tassi di  interesse, hanno ridotto il tasso di base dall'1,95% in marzo all'1,35% in luglio.  
Deve osservarsi che la forte domanda di auto, - Mercedes a Suzuki ed altre assemblate in Ungheria-, ha dato una solida spinta all'economica; 3,4% sull'anno, come riportato in maggio.

Comunque, non tutto è andato bene tra l'Ungheria e i suoi partners UE (ettecredo! Ndr.)
La retorica pubblica di Orban contro l'accettazione di "rifugiati" è stata in diretta opposizione alla posizione UE.
[N.B.: la posizione attuale dell'UE-UEM "buona e democratica" peraltro, oggi, sebbene i media italiani non se ne accorgano in blocco, non appare, nella sostanza, AD OGGI molto diversa da quella assunta per primo da Orban: visto che si vuole, molto concretamente, identificare chi, e quanti siano, i ben delimitati rifugiati effettivi rispetto alle "masse" che si affacciavano ai confini dell'UE a seguito dell'apertura totale del fronte "turco" - non certo solo composto dai siriani, tutt'altro-, tanto che la stessa UE è giunta a dare alla Turchia 3 miliardi di euro per tenersi "l'accoglienza". E visto che, ora, si parla di polizia di frontiera €uropea autonomamente legittimata ad agire, d'imperio, sul territorio dei singoli Stati membri per identificare e, quindi bloccare, tutti quelli che non siano rifugiati delle limitate nazionalità "benevenute" in €uropa)]. 

6. Prosegue l'articolo in commento:
"L'Ungheria è un membro dell'area Schengen. Il 17 giugno è stato annunciato che l'Ungheria avrebbe costruito una recinzione di sicurezza lungo la sua frontiera con la Serbia.
Quando in luglio il  Monetary Council della banca centrale magiara ha deciso di ridurre il tasso base a 1,35%, ha dichiarato la fine del ciclo di espansione monetaria cominciato in marzo. Il Presidente dell'istituto centrale, Gyorgy Matolcsy ha dichiarato "Riteniamo di essere in grado di creare uno degli ambienti più favorevoli all'impresa della storia economia ungherese con questi due cicli di taglio dei tassi..." (Potenza della sovranità monetaria e fiscale: quanti "sconosciuti" e "malefici" strumenti attribuisce a chi sia fuori dall'area euro!!! Ndr.)
A tre settimane dal meeting di "policy" della banca centrale, il parlamento ungherese ha poi votato di convertire i prestiti denominati in valuta straniera in prestiti espressi in fiorini, dovendosi la conversione essere condivisa sia dal governo che dal settore dei prestatori privati.


MNBbaseRateTable
Nonostante la retorica oscillante (si intende: da parte dei partners e delle istituzioni europee, ndr.), ed una recinzione di 108 miglia (oltre 170 km, ndr.), sulla frontiera serba, e altre recinzioni in costruzione, l'economia ha sofferto un trascurabile effetto negativo, al massimo una proiezione (!) in termi di di (ipotetico) declino degli investimenti stranieri.

Ciò in quanto il punto essenziale è stato che, dall'inizio del 2015, attraverso le decisioni della banca centrale e l'azione del governo, l'economia ungherese ha registrato una notevole ripresa.

La chiave di questa ripresa sono stati fattori come la domanda globale per le automobili (in quanto molti marchi continuano ad avere impianti di assemblaggio in Ungheria); la domanda di pezzi di ricambio per auto, sempre manifatturati in Ungheria, l'attenuazione dell'onere dei prestiti contratti in valuta straniera, riduzioni di tasse per il settore bancario privato, così come prestiti sussidiati e, non ultimo, bassi tassi di prestito.

7. A conclusione dell'excursus, riportiamo un brano tratto dal blog del Financial Times, significativamente intitolato.

"E' facile dimenticarlo ora, ma la moneta unica non è stata creata solamente come un puro progetto politico.

Molti economisti, negli anni '80 e '90, pensarono che l'unione monetaria avrebbe incoraggiato investimenti e scambi oltre i confini (dei rispettivi Stati-membri e all'interno dell'Unione stessa), eliminando i premi di rischio associati alle supposte svalutazioni valutarie, destabilizzanti, del passato.
L'effetto netto sarebbe stata la convergenza degli standards di vita, lo smorzarsi dei cicli economici (avversi nei reciproci rapporti commerciali), un'inflazione più bassa, ed una più radida crescita della produttività per tutti: la "germanizzazione" benigna dell'Europa.
Tutto ciò era un obiettivo lodevole, ma "sfortunatamente" le cose non sono andate così.
Gli errori di policy che hanno esarcebato la crisi dell'eurozona, mentre sono stati profondamente distruttivi, non possono essere addossati a qualcuno (Ah, no???).
Una stimulating conference recentemente ospitata dal Centro per le Riforme Europee, ha chiarito che l'euro aveva già fallito di corrispondere alle aspettative dei suoi architetti PRIMA della crisi.
Condividere le monete è risultato unnecessary per la convergenza economica, se non attivamente dannoso."

8. L'Ungheria ne è la riprova sotto tutti i profili così, tardivamente evidenziati: e persino la risibile accusa mediatica della tirannia e non democrazia attribuita a Orban è qualcosa di cui gli investitori europei, e in genere esteri, non paiono essersi preoccupati molto, al di là dei proclami; che sono stati subito contraddetti dal fare, a propria volta, in materia di immigrazione e, a ben vedere, di Banca centrale, ciò che si vorrebbe vietare all'Ungheria.
L'Unione monetaria, esaminando il caso Ungheria al netto di un concetto UE di democrazia ridicolo e raffazzonato (e da che pulpito proveniente!), si rivela il festival in secula seculorum, dell'ipocrisia e del fallimento.
Come stanno presto imparando gli italiani, così ligi al "lo vuole l'€uropa" e così pronti, fino ad oggi, all'autorazzismo, a spese dei loro investimenti, della massa dei loro piccoli risparmiatori e dei lavoratori: senza più risparmi nè lavoro e neppure prospettive di welfare, nell'era del bail-in condizionale a favore dei creditori esteri.
Grande democrazia, non c'è che dire, nello smantellare in nome dell'Unione monetaria e della "convergenza", i principi fondamentali della Costituzione democratica nata dalla lotta alle dittature nazifasciste: questa è la "lezione" di democrazia eurofila e tutta italiana al cattivo Orban!



10 commenti:

  1. Bravissimo, grazie, sempre.
    Alberto Monaco

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  2. Orban è gravemente colpevole di attenersi alla nuova Costituzione ungherese (in vigore dal 1° gennaio 2012), testo che ha scandalizzato l’intera Europa nel corso e dopo la sua approvazione. Il problema è rappresentato quindi proprio dalla Costituzione. L’Ungheria, infatti, è rea di essersi dotata di una nuova costituzione approvata da parlamentari eletti dai cittadini ungheresi, colpevole insomma di non aver fatto direttamente redigere il testo dai funzionari delle istituzioni europee esperti di diritto costituzionale, benevoli guardiani dei diritti fondamentali, della pace, del benessere e della sicurezza dei popoli. Sì, perché questi ultimi, intesi come massa gretta ed incapace di darsi delle regole in via autonoma, privi di storia secolare, cultura e valori propri, come bambini devo essere presi per mano ed accompagnati nell’accogliente casa europea dei grandi valori condivisi.

    Madre Europa ha dovuto richiamare il bambino di turno, ha cercato con benevolenza di esercitare uno ius corrigendi tentando di mettere l’Ungheria sulla retta carreggiata. Il “lucignolo” ungherese, tuttavia, ha fatto di testa propria infischiandosene. E la madonnina di Bruxelles, ovviamente, non ha gradito ed ha cominciato a piangere. La Commissione di Venezia (organo dal nome suadente e rassicurante) ha quindi espresso dato il suo sdegnato parere (uno stralcio lo potete sentire per bocca del vicesegretario della Commissione, Simona Granata, su http://www.radioradicale.it/scheda/343126/ungheria-contestazioni-alla-nuova-costituzione-il-parere-della-commissione-di-venezia) “allarmata dal processo poco trasparente” (sic!) dei lavori (il vicesegretario Granata, nell’intervista, spiega anche come deve essere approvata una costituzione, e di questo contributo credo che non possiamo che esserle tutti grati), mica come i lavori relativi ai Trattati Europei ed al prossimo TTIP. Il discorso, ovviamente, non poteva non toccare anche i diritti cosmetici, ovvero il riferimento contenuto nella costituzione Ungherese al matrimonio inteso come unione tra un uomo ed una donna, posizione ritenuta“non cementabile” – secondo la giurista - in un testo costituzionale, vista l’evoluzione della società (segue).

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  3. Anche la Commissione (Tavares) per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, come quella di Venezia, ha puntato il dito sulla tempistica e il livello del dibattito politico e della consultazione pubblica sulla nuova costituzione, ritenuti carenti. Mica come la modifica dell’art. 81 della nostra Costituzione, oggetto di vivace ed universale dibattito, di ragionata e cauta decisione.

    Si legge infatti nel documento di lavoro (http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/libe/dt/923/923929/923929it.pdf) “Come indicato dalla Commissione di Venezia nel suo parere sulla nuova costituzione ungherese, è deplorevole che il processo di redazione costituzionale, incluse l'elaborazione e l'adozione finale della nuova costituzione, sia stato inficiato dall'assenza di trasparenza, dalle carenze nel dialogo tra maggioranza e opposizione e dalle insufficienti opportunità di un adeguato dibattito politico, nonché da un calendario decisamente serrato. Come sottolinea ulteriormente la Commissione di Venezia, l'adozione della nuova costituzione ad aprile 2011 sembra essere solo l'inizio di un più lungo processo di creazione di un nuovo ordine costituzionale globale e coerente. Ciò implica l'adozione o la modifica di molte leggi, nuovi accordi istituzionali e altre misure correlate. Affinché sortiscano pienamente i loro effetti, tali processi dovrebbero essere basati sul più ampio consenso possibile in seno alla società ungherese”.
    Non potevano che seguire gli unanimi commenti di “deriva autoritaria” dell’Ungheria, di cui Orban sarebbe il materiale esecutore con i risultati altrettanto allarmanti illustrati nel post.

    La Costituzione ungherese probabilmente non sarà la migliore tra quelle in circolazione ed io non ho certo la competenza per esprimere giudizi, a differenza della dott.ssa Simona Granata. Il punto tuttavia è un altro: chi conferisce il diritto a burocrati ordoliberali di ficcare il naso nel processo con il quale un popolo decide liberamente di darsi le regole fondamentali poste a fondamento della propria nazione?

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    1. ...e di non battere ciglio quando le stesse pecche "metodologiche" (quantomeno) riguardano identicamente, e probabilmente di più, la modifica della Costituzione italiana?

      Mi hai rammentato che, da un bel po', occorre occuparsi della Venice Commission...

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  4. In quanto commissione di Venezia, non poteva che essere una carnevalata

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    1. Temo invece che sia seriamente preoccupante...al massimo grado

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  5. Chissà, Presidente, se anche l'Ungheria è stato inserito nel novero degli "stati canaglia", meritevole di democrazia esportata con bombe a grappolo!

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  6. Nonostante i risvolti esilaranti e paradossali, credo come Lei che la questione sia seria

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  7. Che cosa è la Comissione di Venezia? Non credo di ricordarlo o di saperlo.

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  8. Secondo le dichiarazioni di intenti ufficiali(http://www.venice.coe.int/WebForms/pages/?p=01_Presentation), scopo dell'organismo è fornire ai Paesi membri una consulenza giuridica volta a consentire migliori armonizzazioni nella comune adesione a entità esterne come l'Unione europea, in coerenza con le nuove tendenze internazionali in termini di diritti umani, democrazia e pubblica amministrazione.

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