domenica 24 gennaio 2016

CORVIALE...48: IL TRENO PER YUMA

http://www.cinekolossal.com/western/1950/queltrenoperyuma/tt.jpg

Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
e volavo, volavo felice più in alto del sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
una musica dolce suonava soltanto per me

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché
quando tramonta la luna li porta con sé
ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
che sono blu come un cielo trapunto di stelle

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
e continuo a volare felice più in alto del sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu
la tua voce è una musica dolce che suona per me

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
con te

1. Devo ringraziare per vari motivi Alberto Bagnai, anche se sono tra i tanti che non possono più fare commenti su Goofynomics.
Perciò lo ringrazio con questo post che, è anche dovuto agli organizzatori del convegno di ieri, al Corviale, per la presentazione de "La Costituzione nella palude". 

Un'iniziativa che, al di là di ogni altra valutazione, segnala il M5S dell'XI municipio di Roma come un'isola felix, di ricerca della consapevolezza e di effettiva libertà di espressione del pensiero. 
Una merce rara di questi tempi, all'interno di qualsiasi forza politica quando si solleva il problema dell'€uropa (ora non vorrei che li espellessero in massa, e che Marco Zanni "passasse i guai", a causa di queste aperture...alla democrazia costituzionale).

2. Detto questo ringrazio Alberto anzitutto per il resoconto del convegno, fatto a caldo e "in anteprima", la sera stessa in cui è avvenuto.
Ma lo ringrazio anche per la recensione de "La Costituzione nella palude" che lui ha fatto nello stesso post.
Si vede che ha colto lo spartito a prima lettura e che ha immediatamente eseguito, col "timbro" giusto, "tutte" le note (per usare la sua stessa metafora) dei temi conduttori: anche se trattasi di composizione in senso lato espressionista, non nell'accezione di atonale ma di anti sinfonico-neoclassico, e non del suo amato barocco. 
Insomma, è la migliore recensione che abbia ricevuto il libro: qualitativamente e fenomenologicamente.

3. Vi riporto la parte della definizione dell'espressionismo musicale che, mi pare, colga al meglio il sottofondo di un libro che denuncia l'incompatibilità della restaurazione liberista con la costruzione costituzionale keynesiana:
Le componenti di fondo di questa nuova "corrente", che traevano spunto soprattutto dal naturalismo, portarono alla costruzione di una nuova lingua, la cui sintassi poetica era incentrata sulla rivolta al potere, sull’angoscia dell’uomo a contatto con l’industrializzazione e l’emarginazione sociale espressa tramite una deformazione allucinata delle forme.

Preciso: la deformazione allucinata e l'angoscia dell'uomo erano temi espressivi che appartenevano alla condizione umana di chi subiva l'economia neo-classica. 
La nostra Costituzione aveva affrontato e risolto il problema, ridisegnando un modello che eliminasse queste presenze anti-umane e impedisse la "deformazione allucinata" delle forme sociali.
In un certo senso, la Costituzione aveva reso possibile una "nuova musica", magari più popolare ma non meno profonda, rendendo superflua la denunzia condotta dall'espressionismo musicale. Forse...E comunque, dobbiamo prendere atto che non è durata a lungo.

http://www.noteverticali.it/wordpress/wp-content/uploads/2014/08/NoteVerticali.it_DomenicoModugno.jpg
4. Se poi la stessa Costituzione finisce, appunto, oscurata in una palude, che non è altro che la restaurazione neo-liberista dell'ideologia neo-classica, l'esigenza di recuperare questa sintassi e questo linguaggio, utilizzati dall'espressionismo, - nuovi in quanto nati per contrapporsi al "vecchio" che deforma e emargina-, riemerge prepontemente
L'irrazionale che affiora dall'inconscio, in effetti, genera sempre un forte espressionismo analogico, simbolico, artistico, la cui spiegazione e "soluzione" passa, al fine di ristabilire un equilibrio, per una revisione della logica alterata, compiuta attraverso la emersione degli antefatti (traumatici e rimossi) da cui questa muove, allorché risulti dare esiti patologici.
Patologici per l'individuo, come riflesso del fatto che lo sono per l'intera società.

5. Detto questo, mi pongo una domanda e la pongo anche ad Alberto (come avrei fatto commentando).
Ma chi si è già "accorto" che nell'euro "qualcosa non va", e ci dà pure ragione vis-a-vis e in ambienti "selezionati", ma poi aggiunge che dell'€uropa è meglio non parlare perchè la base (o il vertice, o tutti e due, passando per il mezzo), non gradirebbero e/o non capirebbero, come lo dovremmo affrontare?
E specialmente: è possibile che si arrivi a capire che sta passando il treno per Yuma e poi, invece, dover raccontare, per forza, che bisogna restare sul carrello che corre sul binario morto?

Non vorrei aver usato troppe "metafere"...Ma molti capiranno lo stesso (perché in effetti non hanno molta scelta).

19 commenti:

  1. Ma alla fine che dobbiamo fare? Se si andasse a votare chi dovremmo votare? Turarsi il naso e votare lega nonostante non siamo sicuri affatto di poterci fidare? Votare 5stelle che forse può avere avere i numeri e la volontà di scardinare il sistema? Ma soprattutto. A votare prima del 2018 è difficile che ci andiamo e per quella data ci avranno dato da tempo il colpo di grazia. Se quella del voto è l'unica strada percorribile, stiamo dichiarando la nostra sconfitta impotente. La resa. Sbaglio?

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    1. Sono domande alle quali non posso e non so dare risposta. Una cosa è certa: più informazioni si acquisiscono, proprio nel nostro interesse, più è possibile capire cosa fare...

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  2. Non conoscevo l'eurodeputato Zanni, ma l'impressione, tratta dalla presentazione e da un breve colloquio, è positiva. Intanto riesce a dare una lettura "costituzionalmente orientata" dei trattati (in questo, probabilmente, aiutato dal padrone di casa di questo blog). Speriamo riesca a far breccia nel cuore dei capi (o forse meglio dire del capo) degli ortotteri. Poi ha avuto il coraggio di ammettere che all'europarlamento sostanzialmente fanno ... nulla! In effetti mi pare siano solo un pubblico privilegiato (in quanto ben pagato!) che fa solo da cornice alle decisioni prese dalla sublime porta. Se non ricordo male l'eurodeputato è stato piuttosto abbottonato sul reddito minimo/cittadinanza (a proposito: grazie per avermi fatto capire la differenza). Ma credo che il sincero applauso dell'uditorio alla Sua (intendo di Quarantotto) argomentata e inequivocabile risposta sul tema, lo abbia tolto dall'imbarazzo di doversi esprimere (spero criticamente) su un cavallo di battaglia dei pentastellati.

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  3. Gent.mo Luciano, da moderatore e da organizzatore della serata non posso fare altro che ringraziarti per la cortesia, per la gentilezza e la disponibilità. Commento poco qui ma leggo sempre. Ho capito e riconosciuto subito dallo sguardo chi era stato l'autore della domanda sul reddito minimo (Assertor) ed ho volutamente fatto questa domanda perchè sapevo quali fossero le criticità insite nella misura di sostegno al reddito da te descritte nel libro. Mi permette di dissentire Assertor sul fatto che in europarlamento non fanno nulla: come mi diceva Marco Zanni, il lavoro si fa e quello del gruppo EFDD al cui interno c'è il 5 stelle comincia ad essere molto apprezzato, ma l'incidenza è praticamente nulla perchè si tratta di far funzionare un modello che è intrinsicamente antidemocratico come ha già detto anche Giandomenico Majone in altre occasioni.
    Grazie di cuore.

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    1. Certo: il parlamente UE è un organo che non potrà mai avere le teoriche competenze legislative principali finchè non ci sarà un effettivo e reale popolo europeo, per spontanea convergenza culturale e solidale.
      Un'identità condivisa non si crea certo con un trattato liberoscambista, che acuisce la competizione, nonchè la sopraffazione, tra Stati-sistema, ponendo in costante contrasto di interessi i vari popoli.

      Diverso è che chi siede in europarlamento possa almeno tentare di penetrare a fondo i meccanismi istituzionali dell'UE e informare l'opinione pubblica (della rispettiva comunità) su questa realtà, intrinsecamente volta a depotenziare le democrazie sostanziali europee.

      Trasformare la funzione propagandistica e cosmetica del PE in una effettiva "leva" di verifica e controllo non impedirà forse ai tecnocrati di obbedire alle loro logiche, ma potrà aprire gli occhi ai cittadini che le subiscono: a condizione che le forze politiche nazionali VOGLIANO seguire e comprendere questa (rara) attività di controllo.
      E, specialmente, TRARNE LE CONSEGUENZE IN TERMINI DI POLITICA DI INTERESSE DEMOCRATICO NAZIONALE.

      E questa attività conoscitiva e di controllo, per chi la svolge (e sono veramente pochissimi a farlo, tra cui Marco) è un vero e difficile lavoro...

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    2. @Abbadessa: ammetto di aver esagerato sugli europarlamentari per cui il tuo dissenso è comprensibile. Non volevo affermare che gli europarlamentari siano dei fannulloni, ma sottolineare icasticamente il fatto che la loro attività produca esiti molti limitati. Del resto pare che ne esistano alcuni che sono dei veri stakanovisti:
      http://www.corriere.it/politica/15_gennaio_27/ecco-chi-l-eurodeputato-italiano-piu-attivo-parlamento-europeo-71a4e754-a63a-11e4-96ea-4beaab57491a.shtml
      Però mi sembra che siamo tutti concordi sul fatto che la funzione in oggetto abbia una "incidenza praticamente nulla perché si tratta di far funzionare un modello che è intrinsecamente antidemocratico" come hai giustamente affermato.
      In effetti l’europarlamento mi pare sia utile soprattutto a dare una parvenza democratica, avendo un ben limitato potere sulla realtà economico-politica europea rispetto ad altri organi e istituzioni dove l'oligarchia malthusiana (a trazione tedesca) decide veramente.
      D’altra parte dopo quanto abbiamo appreso sul Fogno €uropeo, grazie anche a due straordinari blog quali Orizzonte48 e Goofynomics, è difficile trattenersi da meccanismi di totale rigetto di “questa” Europa. Quando poi uno legge dell'incredibile spedizione degli eurodeputati alle isole alle Fiji oppure dei costi che la collettività europea sostiene per un europarlamentare:
      http://www.repubblica.it/politica/2013/08/01/news/stipendi_eurodeputati-64085258/
      o per i suoi innumerevoli assistenti:
      http://espresso.repubblica.it/palazzo/2014/10/16/news/salvatore-cicu-europarlamentare-da-record-un-onorevole-e-ben-dodici-assistenti-1.184292
      rispetto alle poche reali competenze:
      https://it.wikipedia.org/wiki/Eurodeputato
      mi sembra proprio che un’eventuale analisi dei costi-benefici (intesa come miglioramento del benessere collettivo rispetto alle risorse investite per permettere l’esercizio della carica) sia nettamente a loro sfavore.

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  4. Ormai più passa il tempo più mi convinco che l'immagine del Liberalismo quale padre della democrazia parlamentare sia un falso storico. Purtroppo, viviamo in tempi dove una serena analisi critica non è possibile, e quindi non confido di assistere ad un "vero" riesame critico di questa ideologia. Riservandomi di approfondire, lascio qui una serie di "intuizioni":

    a) Le rivoluzioni liberali altro non erano che la pretesa di una minoranza di sostituirne un'altra.
    b) Il parlamento e la democrazia parlamentare sono stati un frutto desiderato fino a un certo punto. Lo erano nella misura in cui servivano ad esaltare, per contrapposizione, l'autoritarismo delle vecchie monarchie. Ma poi, in concreto, sono diventati qualcosa d'altro, sgradito agli stessi liberali. La maggioranza bulgara che ha approvato il pareggio di bilancio in cost.testimonia, da sola, la piena incompatibilità tra l'implementazione pratica del liberalismo e la democrazia parlamentare;
    c) Riflessioni sorgono spontanee in ordine ai rapporti tra quella che pare essere la figlia prediletta del liberalismo, la "libera stampa", ed il "sovrano parlamento". Corrotto il secondo o mai realmente democratica e libera è stata la prima? Certamente, i rapporti tra i due furono difficili sin da subito, se -rimanendo al caso italiano- appena il 4 novembre 1849 "L'Opinione" di Torino accusava la Camera di "far spendere allo Stato ben cinquanta mila lire per la stampa del Bilancio", passando poi a parlare "di quella dispendiosa, e in gran parte inutile burocrazia, che coi suoi stipendi, le sue pensioni, e col cumulo d'impieghi e di salari; assorbiva una gran parte delle rendite dello Stato". Il mito del castacorruzione, come si vede, esisteva ancora prima che i socialisti e i "meridionalimafiosiefannulloni" entrassero in scena...
    d) ...e già da allora, era la stampa satirica a vedere più lungo di quella classica. Sempre in nel 1849, a Torino, il "Fischietto" definiva ironicamente il diritto elettorale come "facoltà accordata dalle leggi ai popoli di farsi spennare da chi vogliono" ed il censo come "l'ultima radice dell'albero della tirannide che, quando non venga divelta dalla libertà e dall'eguaglianza universale, può mettere il tronco e figliare il passato".

    Oggi, la nostra Costituzione è nella palude (assieme all'eguaglianza universale), ed l'albero della tirannide ha -purtroppo- nuovamente figliato.....

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    1. Riflessioni retrospettive, le tue, che, magari, un tempo, sia pure in forma più dubitativa, erano patrimonio storico-critico sufficientemente comune (diciamo nel 2° dopoguerra, almeno).

      Se mi consenti, studiando la storia del modello ancor oggi "universale" del liberalismo-mercantilismo, cioè quello del "british empire", - precursore di ogni imperialismo free-trade-, la di ESSI versione della democrazia parlamentare "liberale", si regge sempre su due punti che NON DEBBONO essere approfonditi (ma di cui, ad es; ci parla Maupassant, ex multis):

      a) chi siano e chi frequentino, al fine di garantirsi una rendita di potere e finanziaria, (beninteso), i proprietari della "libera stampa" (un fine invariabilmente solidale e opportunistico allo stesso tempo);
      b) chi siano i finanziatori delle elezioni e delle...prese di posizione di coloro che siedono in parlamento.

      Non appena si perda, anche solo in parte, il controllo totalitario di queste due filiere fondamentali (della pseudo-democrazia parlamentare liberale), automaticamente si sposta l'attenzione sull'esecutivo e si sterilizzano gli effetti del processo elettorale mediante accuse di clientelismo parlamentare e di burocratismo pubblico "sprecone".

      Cioè, ciò accade non appena degli intrusi, rispetto alla elite "naturalisticamente" autodesignatasi, si inseriscano nel sistema di potere escogitato per scalzare aristocrazia feudale e rendita ecclesiastica...

      Alla fine, nel nostro tempo, ci tocca fare un lavoro analitico e ricostruttivo enorme: riaggiornare, e persino raffinare, l'analisi marxista della struttura, per tenere conto della coessenziale sovrastruttura culturale del liberismo.

      Insomma, non si può evitare di andare alle radici dell'attuale tecnicismo-pop come prosecuzione, in altre forme, della strategia (antidemocratica) di cosmesi anti-ancien regime: che dunque fu una mera fase di avvicendamento, peraltro ben controllato, delle classi dirigenti.

      Sarà quindi vero che le AUTOINVESTITURE che legittimano le oligarchie sono una tendenza "naturalistica" del mondo sociale moderno?
      La democrazia sostanziale è sempre un intruso.
      In nomine corruptionis...

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    2. Ciò che mi ha lasciato basito negli approfondimenti di questi ultimi anni, è che tutti i temi che tocchiamo siano stati in linea di massima già affrontati e approfonditi in modo capillare negli ultimi due secoli, con le a noi note conclusioni "vaporizzate" nei meandri della propaganda "diretta", ed "indiretta": ad ora il capitalismo dimostra di essere un sistema raffinatissimo in cui con uno "spillo" si "uccide un elefante".

      In breve, guardando la struttura sociale odierna, si dovrebbe aggiornare la sociologia marxiana dei "rapporti di produzione" (capitalismo industriale) con quella dei "rapporti di corruzione" (capitalismo finanziario): il primo che sta in capo a questo sistema sociale - ovvero chi detiene il "torchio con cui stampare i biglietti" atti alla trasmissione delle "istanze di potere" - comanda.

      Insomma, proporrei che il "sistema monetario internazionale" sia lo "spillo"....

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    3. Il che ci porta a dedurre, "giocoforza", che la più colossale forma di corruzione si attua nell'indurre gli Stati, dietro compenso e senza partecipazione democratica del corpo elettorale detentore della sovranità, a cedere il "torchio" al sistema finanziario; ovviamente, quando lo "stampare" sia già un potere-dovere nella loro conquistata titolarità pubblica.

      Infatti, il corrispettivo offerto formalmente, la deflazione, non può obiettivamente essere sufficiente, per chi decide la cessione per conto degli Stati, a costituire un interesse e una convenienza ragionevoli e offribili ad un trasparente pubblico scrutinio.

      Il relativo "costo", in termini di consenso e di crescita (come evidenziavano persino Carli, Sarcinelli e Spaventa), deve logicamente trovare una compensazione in altra forma.
      Anche solo in termini di "de damno vitando": anche se, in tal caso, i rappresentanti dello Stato sarebbero soggetti a una vera e propria estorsione. Sulla quale avrebbero (avuto) il dovere di effettuare denuncia.

      In tutte e due le ipotesi (compenso diverso da quello "di facciata" o costrizione mediante minaccia), si tratta della commissione di gravi reati (ex multis, artt.246 e 629 c.p.): più gravi della corruzione "ordinaria"

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    4. Ma poi, anche in questo caso (e sempre rimanendo confinati alla sola storia d'Italia)..... a suo tempo la Finanza non deteneva forse, in concessione dallo Stato, il torchio per stampare i biglietti? E non fu lo scandalo della banca romana il risultato dell'abuso di quella concessione? E dietro non c'era forse la classica intesa -fondata sulla corruzione- tra finanza e politica?

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    5. Ciao Quarantotto ma secondo te può coesistere, deflazione, con progresso tecnologico/scientifico? E' sostenibile un modello che vede nel mondo ( l'Italia è un caso a parte purtroppo) aumentare la produttività e diminuire gli stipendi?
      E' sostenibile un mondo dove i derivati sono 10/15 volte l'economia reale? Questa massa enorme di denaro cerca di estrarre rendimenti dall'economia reale, ma questo è sostenibile nel medio lungo periodo?
      Essi hanno veramente un piano o sono mossi solamente da avidità, cupidigia, senso di onnipotenza?
      Temo che questi non hanno nessun piano, e noi siamo in mano del caso, magari basta veramente un battito d'ali di una farfalla per far crollare questo folle edificio.
      Veramente questo blog è divenuto per me un faro in questa notte buia della ragione.

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    6. Credo che l'ossessione per l'efficienza allocativa di Hayek (cioè per la restaurazione della iper-oligarchia "e il resto del mondo schiatti"), sulle cui enunciazioni si sono accumulate quintalate di studi altamente matematizzati, renda l'idea di come ESSI siano essenzialmente nostalgici del mondo della prima metà dell'800 (Bazaar forse direbbe anche molto più indietro...).

      Alla fine noi stessi (talvolta) dimentichiamo che non sono gli economisti a governare ESSI, quanto il contrario.

      E ESSI, in questo (soltanto) sono molto umani: hanno la loro naturale nostalgia per un'età dell'oro.
      In fondo, come fanno i "play-boys" che a 70 anni si vestono esattamente nel modo che andava di moda quando ne avevano 25-30.

      Il "piano" probabilmente è tutto qui.
      Poi ci stanno i tecno-pop (intellettuali 'mpegnati internazionalisti di sinistra e esperti di finanza che credono che la democrazia sia il pro-gender) e i media-pop per imbastire ogni tipo di cosmesi e di mascheratura...

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  5. Alla domanda che si fa 48, (mi) rispondo che la base è molto conservatrice, perché ha paura di perdere quello che ha e si è conquistata, spesso nell'arco di più di una generazione.
    E pur di non perderlo è stata disposta a sostenere politiche rigoriste, non capendo che non difendere gli altri dal massacro significa, tra l'altro, dare un'autorizzazione morale al prossimo massacro di se stessi.
    Prendiamo, non a caso, il tipico elettore PD, e confrontiamolo con il tipico elettore PCI. Nel primo caso, pensionati e dipendenti pubblici. Nel secondo caso, operai e, nelle regioni "rosse", anche molti piccoli imprenditori, artigiani, commercianti.
    Hai voglia a spiegare l'importanza del lavoro (e le drastiche decisioni che linearmente conseguirebbero da tale valorizzazione) a chi non lavora più e vive grazie a un reddito di cittadinanza (questo è la pensione, al di là del metodo di calcolo...) o a chi ha un idea di lavoro ... come dire ... avulsa da ogni utilità sociale (mancanza peraltro comune a ogni tipo di moderna burocrazia, pubblica o privata che sia).
    Comunque, anche per i "garantiti" i fatti si stanno rivelando più duri delle convinzioni e credo che molti di loro stiano capendo...

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  6. Chi nega la necessità di un reddito di base come sola risposta percorribile alle condizioni attuali di delocalizzazione della produzione e peggio a quelle future,
    http://scenarieconomici.it/world-economic-forum-scompariranno-tantissimi-posti-di-lavoro-causa-robotica/
    usa il pretesto che sarebbe preferibile creare lavoro.
    Però nessuno di loro spiega mai come crearlo, a quali costi e a quali condizioni.
    Soprattutto, nessuno dice che fine fanno i milioni di espulsi in via definitiva dal mondo del lavoro e le loro famiglie, nell'attesa che questi posti di lavoro forse un giorno verranno creati.

    Tralasciano minuziosamente di considerare, inoltre, che proprio il ricatto dell'esistenza costituisce la prima arma con cui s'impone lo sfruttamento delle classi subalterne, e soprattutto lo strumento mediante il quale il capitalismo può affermare e rendere sempre più pervasiva la sua natura criminogena.

    L'ultimo esempi sta nel recente scandalo riguardo il bail in di Banca Etruria: un dirigente di agenzia ha denunciato che i dipendenti dell'istituto di credito venivano sottoposti a pressioni enormi e ricattati ad appioppare a risparmiatori inconsapevoli i titoli a rischio, con la minaccia del licenziamento.

    Ciò dimostra come gli oppositori del reddito di base incondizionato facciano il gioco dello strozzinaggio finanziario sovranazionale che ha reso l'1% più ricco del restante 99% della popolazione mondiale (rapporto Oxfam 2016), comportandosi come i generali che mandarono al macello milioni di soldati durante quella carneficina disumana che fu la Prima Guerra Mondiale. 
    Quei generali, espressione dell'aristocrazia, obbligarono i loro soldati, proletari e contadini, a combattere secondo schemi vecchi di secoli nonostante l'avvento di una nuova generazione di armi, capaci di fare quantità enormi di vittime con enorme facilità, grazie alla nuova tecnologia con cui erano costruite. Tecnologia che essi stessi avevano voluto ma rifiutavano di comprendere nell'interezza delle sue conseguenze. Unico mezzo con cui i generali potevano continuare a veder cadere ogni giorno i soldati che loro stessi mandavano a morire a decine e centinaia di migliaia alla volta contro nidi di mitragliatrici che li decimavano senza pietà, armati solo di baionette.

    Non credo occorra dire altro, se non che chiunque oggi si schiera contro il reddito incondizionato agisce a favore del ricatto del forte sul debole, e quindi delle élite e del loro disegno di dominio globale. 
    Il bieco cinismo di quanti assumono una posizione simile è confermato dal fatto che riguardo al reddito incondizionato parlano quasi sempre di elemosina, dimostrando di considerare alla stregua di un mendicante chi suo malgrado, spesso dopo una vita di lavoro, è stato messo ai margini in base alle esigenze del capitale.
    Sono illuminanti al riguardo il post intitolato "Il sussidio della gleba" o le dichiarazioni di Rinaldi, il quale sostiene che “in presenza di un sussidio, le persone si disabituerebbero a lavorare” in una perfetta coniugazione del pensiero Fornerian-bocconiano. 
    Il che dimostra una volta di più che i falsi campioni del sovranismo e del riscatto delle classi impoverite da euro, UE e globalizzazione sono realtà del tutto intercambiabili con gli orgogliosi esecutori della macelleria sociale alla Padoa Schioppa, Monti &c. 

    Il motivo del loro comportamento è semplice: tutti quelli che predicano contro il reddito di base con il pretesto della piena occupazione non hanno mai fatto un solo giorno di lavoro sotto padrone, ma hanno sempre mangiato a quattro palmenti alla greppia dello Stato.

    Invece di tacere, costoro promulgano ancora le loro ricette inapplicabili che cozzano contro le teorie che essi stessi sostengono da anni. Fingendo di non accorgersene proprio come i generali della Prima Guerra Mondiale voltavano le spalle di fronte ai milioni di caduti che loro stessi avevano sacrificato.
    E paradossalmente, le vittime applaudono i loro carnefici.

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    1. E' molto maleducato entrare a casa d'altri senza aver letto tutto quello che si è scritto in materia e iniziare a insultare con pesanti accuse e insinuazioni.
      Lei non dimostra nulla: solo che ignora: pensa di aver capito tutto, e continuerà ad essere ignorante.
      Di più: lei dimostra di non conoscere affatto l'economia, e quindi di sostenere cose che sono contro l'interesse minimo di tutti i lavoratori italiani, nonchè di disprezzare la Costituzione (di cui, palesemente, non ha la minima idea).

      Il suo intervento oltre che dimostrazione di tale ignoranza è inutile per lei (ma questo mi pare del tutto trascurabile), ma per qualsiasi seria comprensione.
      Ovviamente, qualsiasi dialogo con un atteggiamento del genere è inutile.

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    2. Vabbè, ci sto: in guerra l'educazione è un fattore secondario.

      D'altronde i gerarchi nazisti erano spesso tanto educati quanto colti.

      Questo commento evidenzia il disastro fatto da Casaleggio e dalla sua grancassa: un intervento che vorrebbe essere carico di passione socialista, con ampi riferimenti all'oppressione di classe, fondato però su presupposti ideologici della peggiore matrice reazionaria.

      1 - modernismo reazionario: il progressista vede la macchina a servizio dell'uomo (lavorare di meno e guadagnare di più...), il modernista vede la macchina come inevitabile strumento di sfruttamento dell'uomo sull'uomo (aumentare i profitti ed asservire i lavoratori tramite masse di disoccupati e sottoproletari che si scannano...).

      (Per quelli che non si scannano tra loro e vanno a rompere le uova nelle ville degli sciur, Milton Friedman e von Hayek proponevano... un "reddito di cittadinanza"... solo se c'era spazio nel bilancio... altrimenti più Malthus per tutti)

      Un keynesiano sa che nonostante il progresso tecnologico sia un fattore aggravante del fattore occupazionale e delle crisi da domanda, queste rimangono crisi di domanda, quindi attribuibili al conflitto distributivo, quindi attribuibili ad una scelta politica.

      La globalizzazione è una scelta politica: il non comprenderlo è parte degli effetti della propaganda "futuristica" e reazionaria di Casaleggio.

      2 - neoliberismo: il confondere la crisi di domanda con una crisi dal lato dell'offerta in riferimento dell'aumento di produttività (tramite il progresso tecnologico), è teoria neoclassica.

      Un keynesiano - ovvero un democratico conforme a Costituzione - è consapevole che i salari reali devono crescere marginalmente con la produttività. (Ovvero la quota riservata ai salari nominali deve crescere insieme al PIL).

      3 - livore - propensione livorosa verso una generica borghesia o un generico "padronato" che, in realtà, si trova nella medesima condizione del proletariato. Funzionale al divide et impera.

      Il livore è strettamente connesso all'ignoranza dei presupposti minimi delle dinamiche economiche e politiche subite: ti hanno mentito e la rabbia non ti permette di approfondire ciò che da carne da macello ti trasformerebbe in un civile e consapevole "uomo politico". (Non un "cittadino con il secchio in testa" usato come "elmetto", che non vede nulla, sbraita, e nessuno lo sente).


      Ti ringrazio per l'esempio chiarificatore dei danni causati dalla propaganda di beppegrillo.it e dei suoi danti causa.

      Credo che nella prima guerra mondiale il vostro battaglione sarebbe stato proprio come uno di quelli mandati a farsi massacrare, allo sbaraglio.

      Gianroberto Cadorna?

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    3. Caro Bazaar, sprechi troppa grazia di ragionamento e conoscenze per una persona che non ha i requisiti minimi per poter essere considerata un interlocutore in questa sede:
      - aver tentato di capire, cioè avere alle spalle un minimo di studio del merito dei problemi (e non sproloqui e divagazioni storico-emotive prive di qualunque pertinenza);
      - aver seguito, per come esposto, il merito illustrato su questo blog (altrimenti può andare a parlare tranquillamente al suo bar preferito e fare lezioni in quella sede);
      - e SOPRATTUTTO usare toni non infarciti di accuse ingiuriose, montate sulla propria macroscopica non-preparazione e non-comprensione.

      La persona in questione non interverrà mai più in questa sede.
      Punto.

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    4. Il bello è che si dà per assodato che tutte queste macchine che andranno a sostituire l'uomo...si costruiscano da sole... mah... non ho parole. Gli attuali robot chi li assembla? I pc? I server che gestiscono la rete? Chi programma le applicazioni, i programmi stessi con cui lavorano smartphone, pc, tablet? Chi realizza le macchine che - prendiamo un esempio di grande automazione - assemblano attualmente le autovetture con cui ci spostiamo? Chi fa ricerca? I robot? Chi fa la cura agli anziani? I robot? Chi opera i pazienti (a proposito, avete letto che Ass. Medici si lamenta perchè "con riduzione costi... i bisturi attuali NON tagliano... creando maggiori costi alla PP.AA.?). Sono tutte domande che io mi porrei prima di bermi la nuova (ma in realtà già vecchia) scusa delle Elite. Ma io mi chiedo: mai sentito parlare di Corea del Sud...

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