1. Cominciamo con una breve cronistoria della vicenda sanità nel 2015, passando in rassegna il "trend" precedente:
a- Def e tagli alla sanità: il patto governo-Regioni sulla pelle dei malati- 16 aprile 2015
"...perché dovete sapere che i 2,637 mld di tagli previsti dal Def sono costituiti da 2,352 mld quale taglio volontario che le Regioni hanno deciso di apportare al fondo sanitario nazionale, mentre 285 milioni sono un taglio all’edilizia sanitaria decisi con una intesa Stato Regioni. Come è potuto accadere?Ricorderete che Renzi già lo scorso anno aveva chiesto alle Regioni ma in modo generico un contributo di alcuni mld di risparmi lasciando loro la libertà di decidere dove ricavarli e come ricavarli.Le Regioni, con l’unica opposizione del Veneto, hanno deciso di ricavarli dalla sanità ma, udite udite, questo è avvenuto all’indomani di un patto governo-Regioni che aveva sancito, pensate un po’, addirittura il rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale.A questo punto viene spontanea la domanda: possibile mai che quei risparmi richiesti non potevano essere ricavati in altro modo e da altre fonti lasciando in pace la sanità?"
b- Sanità, da beni e servizi la metà dei tagli- 5 agosto 2015
"La stangata sull'acquisto di beni e servizi e dispositivi medici che da soli, con 1,33 miliardi, contribuiranno per più della metà dei risparmi totali messi in cantiere quest'anno.La stretta per 180 prestazioni di specialistica ambulatoriale (su 1.700) che non saranno più concesse a man bassa: tac, risonanze magnetiche agli arti e alla colonna, test di colesterolo e trigliceridi ripetibili solo ogni cinque anni in assenza di fattori di rischio documentati, medicina nucleare, dialisi, test di genetica e allergologici, prestazioni di odontoiatria. E poi la minaccia, chissà quanto applicabile, di decurtazioni premiali ai medici dipendenti del Ssn e a quelli convenzionati. Un nuovo Prontuario farmaceutico con la riduzione depotenziata del prezzo di rimborso dei medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale. Anche un colpo d'accetta sui ricoveri di riabilitazione con la decurtazione dell'1% del tetto di assistenza specialistica ambulatoriale con gli erogatori privati accreditati. Dopo quello del Senato, cinque giorni dopo è arrivato ieri anche il secondo e definitivo voto di fiducia(364 sì, 185 no) per il decreto enti locali con i tagli incorporati per 2,35 miliardi alla spesa sanitaria per quest'anno. Il decreto 78 è legge e così anche la manovra 2015 per la sanità - frutto amaro dei tagli per 4 miliardi alle regioni assestati dal Governo con la legge di Stabilità 2015 - possono ora partire definitivamente".
2. Questo è il quadro finanziario 2016 sancito con l'ultima manovra che "aumenterebbe" i fondi per la sanità secondo quanto si dice continuamente in televisione.
"Questa settimana, dopo l’annuncio in Aula da parte del presidente del Senato, Pietro Grasso, ha preso ufficialmente il via l’iter del ddl stabilità a Palazzo Madama. Intanto, il servizio studi Bilancio ha appena pubblicato un ampio dossier sul provvedimento. Per quanto riguarda la sanità, da segnalare la rilevazione fatta in merito all’articolo 32, comma 14, circa il livello di finanziamento del Ssn.Il comma in esame ridetermina in riduzione il fabbisogno sanitario nazionale standard per il 2016, fissandolo in 111 mld.Come si ricorderà, il livello del finanziamento precedentemente stabilito (per il 2016) dalla legge di stabilità 2015 (commi 167 e 556 legge 190/2014) prima, e dal decreto legge enti territoriali poi, era stato fissato in 113 mld.La Relazione al provvedimento evidenzia che la rideterminazione comporta quindi, per il 2016, una riduzione pari a 2 mld. Tuttavia, in virtù delle regole di finanziamento della spesa sanitaria e di quanto disposto dal secondo periodo del comma in esame circa la “sterilizzazione” degli effetti della rideterminazione sugli obiettivi di finanza pubblica delle autonomie speciali, la stessa Relazione stima l’effettivo risparmio in 1,7 mld."
3. Da notare che per il 2015, il Fondo sanitario nazionale, come previsto dal Patto della salute, era fissato a quota 112 mld (per il 2015 stesso), con la conferma che "eventuali
risparmi nella gestione del Ssn effettuati dalle regioni rimarranno
nelle disponibilità delle regioni stesse per finalità sanitarie".
Insomma, tra quadro finanziario annuale e manovre correttive in corso di 2015, i tagli sono ammontati a circa 3,5-4 miliardi e il risultato finale è che il Fondo SSN è diminuito in termini nominali; simultaneamente, e conseguentemente, si diminuiscono le prestazioni specialistiche ambulatoriali e, naturalmente, i posti-letto, cioè l'offerta effettiva di assistenza ospedaliera da parte delle, sempre più diminuite, strutture ospedaliere pubbliche.
4. Prima però ragioniamo con qualche dato "razionalmente" correlato alle esigenze sanitarie della popolazione, almeno quali considerate dall'art.32 Cost.
http://www.istat.it/it/archivio/164869
Un esempio emblematico di correlazione tra invecchiamento della popolazione e esigenze di assistenza sanitaria (pubblica, finchè esista l'art.32 della Costituzione), con alcune considerazioni complessive e qualificate:
5. Dunque, in linea "logica", (v. immagini sopra), l'aumento numerico della povertà (assoluta e relativa, cioè anche dei c.d. working poors) e delle fasce anziane della popolazione, farebbero sì che l'offerta di sanità pubblica dovrebbe aumentare e non diminuire: e in termini reali, non solo in termini nominali, cioè rimanendo allo stesso livello al netto della (pur quasi inesistente) inflazione.
Invece, abbiamo, visto, diminuisce in termini nominali. Da anni.
"Le Regioni bocciano gli interventi per la sanità contenuti nel Dl Stabilità. Per gli Enti locali “gli ulteriori tagli previsti dopo quelli già approvati dal DL 95/2012 convertito in Legge 135/2012, minano l’equilibrio di bilancio sia delle Regioni che attualmente sono in equilibrio sia quelle che hanno già intrapreso la via del risanamento attraverso l’approvazione dei piani di rientro”. Le Regioni, infatti, evidenziano come sono già stati previsti tra il 2013 e il 2015 ben 31 mld di euro di tagli (8 mld nel 2013, 11,5 mld nel 2014 e 11,6 mld per il 2015).
Il problema per le Regioni è che gli effetti “le ultime manovre finanziarie hanno ridotto il finanziamento del fondo sanitario riportandolo nel 2013 al di sotto del finanziamento previsto per il 2012, senza tener conto del tasso di inflazione ben al di sopra di quello programmato, dell’aumento delle aliquote IVA e dei risparmi di spesa dello Stato addossati ai cittadini con l’aumento dell’addizionale IRPEF nel DL SalvaItalia (DL 201/2011- convertito in Legge 214/2011)”.
6. Forse tutto questo si svolge in tal modo sotto i nostri occhi perché, programmaticamente, si pensa che la riduzione delle aspettative di vita della popolazione divenga una realtà di fatto stabile, risolvendo il problema con un aumento dei decessi annuali. Anche se l'ISTAT, di fronte ai suoi stessi dati, si dichiara in definitiva ottimista:
"I dati al momento disponibili sui decessi
derivano dal calcolo di popolazione che i Comuni inviano all'Istat con
cadenza mensile - spiega l'istituto in un comunicato -.
Si tratta di
dati aggregati, riferiti fino ad agosto 2015, che non permettono
un'analisi dettagliata per età. Inoltre, non contemplano le cause di
morte, disponibili soltanto due anni dopo l'anno di riferimento come
previsto dal Regolamento europeo.(!!...?)
Soltanto dalla fine del primo
trimestre del 2016, allorché saranno disponibili i dati provvisori
relativi a tutto il 2015 distinti per età, sarà possibile fornire
ulteriori e più approfondite analisi".
La stima dell'Istat era di 45mila morti in più nei primi mesi
dell'anno. "La stima riportata da alcuni quotidiani di un aumento di
circa 68.000 decessi a fine 2015 si basa su un'ipotesi di mantenimento
del tasso di crescita registrato nei primi 8 mesi anche sui 4 mesi
restanti dell'anno - ribadisce l'istituto -, tale ipotesi potrebbe
invece essere smentita qualora si registrasse una stabilità o
addirittura un calo nel numero dei decessi come altre volte già
avvenuto". - See more at:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/istat-ancora-da-chiarire-le-cause-aumento-decessi-2015-d80a0e9a-17dc-4f66-8baf-eec39e973e33.html
7. Certo, se si confermasse una tendenza alla riduzione delle aspettative di vita, le riduzioni della spesa sanitaria pubblica sarebbero paradossalmente "razionali"; ma si confermerebbe, anche, che una correlazione tra tagli al SSN e tale riduzione ben possa istituirsi in modo più che "razionale", e non certo "casuale".
E anche con ulteriori "benefiche" ricadute, per ESSI, (parliamo pur sempre di uno Stato veramente €uropeo e quindi convintamente ordoliberista) sulla riduzione della spesa pensionistica: cosa che appare più che ovvia se qualche decina di migliaia di anziani "togliesse il disturbo" in misura incrementale rispetto alle aspettative (statistiche) precedenti, costantemente ogni anno.
8. Ma insomma, un "nuovo ordine mondiale", cui sempre noi aderiamo con entusiasmo (se c'è da "denazionalizzare", siamo sempre in prima fila), che promuove all'interno degli Stati il sistematico taglio dei livelli essenziali delle prestazioni sanitarie pubbliche, razionalmente stimabili (se volete, in violazione dell'art.120, comma 2, Cost., in relazione agli artt.2 e 3 Cost.), come può essere credibile nell'affermare di voler limitare le emissioni di CO2 e "gas-serra" per tutelare la salute dei cittadini?
Non vi pare che ci sia qualcosa che non va?
La tutela ambientale assunta come priorità "denazionalizzata", e, "curiosamente" scissa dalla tutela pubblica (statale) della salute, che diviene oggetto di riduzione-smantellamento programmatico, ha realmente qualcosa a che fare con la preoccupazione per il benessere degli esseri umani?
Siccome si sa, e ormai si sa, che l'austerità ammazza la gente ("Keynes pointed out that ‘in the long run we are all dead’. Stuckler and Basu argue that, without adequate government intervention, quite a lot more people are dead in the short run, too"), chiunque dica di avere a cuore la salute dei cittadini applicandola o è un totale incompetente o sta mentendo per la gola.
RispondiEliminaIn una situazione come quella italiana poi, in cui i margini di efficientamento sono, come segnalavo, di esistenza particolarmente dubbia, il gioco risulta ancora più scoperto.
D'altra parte la salute, ce lo spiegava il mai troppo compianto Padoa Schioppa, ha da essere un dono del Signore, no? Mi aspetto che il prossimo passo sarà cercare di convincerci che il vero dono è la malattia...
Come ogni valore, anche la difesa dell'ambiente, che dovrebbe essere funzionale a creare migliori condizioni di vita per i cittadini presenti e futuri, viene orwelliana capovolta in uno strumento di distruzione.
RispondiEliminaL'ambientalismo peloso si inserisce in una strategia neo(?)malthusiana di diminuzione della popolazione via sottrazione dei mezzi di sostentamento e di una prospettiva di futuro. Citofonare Club di Roma.
Sollevi un punto che, unito a quanto osservato e linkato da Arturo, merita un approfondimento un apposito post.
Eliminaoltre a essere contro l'euro e la conseguente austerità, a favore del benessere di tutti, per uno Stato Italiano libero, democratico, costituzionale e sovrano che cooperi con gli altri Stati per la pace ... mi tocca fare anche il tuffo nel fiume a Gennaio per difendere l'ambiente e l'acqua ;)
EliminaLa denazionalizzazione della questione ambientale è solo un modo per metterla in fondo alle cose da fare. Basta vedere quello che è accaduto con la questione PM 10: la questione si è risolta con una presa in giro ad opera del commercialista di Bologna, quando con un provvedimento relativamente limitato (messa al bando delle centrali a gasolio) si sarebbe ottenuto un sensibile miglioramento.
RispondiEliminaTra le priorità vere c'è lo smantellamento della sanità pubblica: questo è nell' agenda di chi comanda, il pilota automatico l'abbiamo (euro): sta a chi 'governa' riuscire a calibrare i tempi e i modi per mantenerci abbastanza tranquilli fino alla meta.