1. La questione della violazione dell'art.47 Cost., da parte delle norme imposte da fonti europee, deve partire da un presupposto essenziale: nè i trattati (TUE e TFUE), nè la Carta dei diritti di Nizza, parlano di tutela del risparmio.
Il trattato principale (TUE), ignora qualsiasi tematica legata al risparmio delle famiglie, cioè dei cittadini non costituenti gruppi economici.
Il TFUE all'art.58, par.2, tocca tangenzialmente e molto indirettamente il tema, parlando esclusivamente di questo:
"la liberalizzazione dei servizi delle banche e delle assicurazioni che sono vincolati a movimenti di capitale deve essere attuata in armonia con la liberalizzazione della circolazione dei capitali".
Punto e basta.
Trattandosi di servizi, cioè di attività esercitate da grandi imprese, il trattato si occupa dunque solo del lato dell'offerta (come tutto il diritto europeo, in tutti i settori economici considerati) degli stessi servizi bancari e assicurativi, precisandone il legame con la liberalizzazione dei capitali.
2. Comunque , se anche fosse - e non è (e dunque saremmo nell'ambito di un'ipotesi "controfattuale" sul piano normativo) - che la Carta di Nizza parlasse in qualche modo di tutela dei risparmiatori, poi, occorre tenere conto di ulteriori e decisivi fattori ostativi a qualunque teorica e astrattissima tutela del risparmio (delle famiglie) in sede europea:
a) non esiste nei trattati, e nel conseguente diritto europeo, alcun enunciato che si occupi della formazione e della promozione del risparmio - cioè del lato della domanda del credito e del fenomeno dei depositanti/correntisti, in quanto alimentino il sistema bancario con la parte del reddito non consumato, reddito sul cui livello dignitoso, come prescrive l'art.36 Cost., altrettanto la Carta di Nizza non fa alcun enunciato esplicito e diretto.
b) Al massimo, i risparmiatori e i mutuatari possono essere contemplati nell'ambito della tutela del consumatore (rectius "utente") rispetto ai servizi bancari e assicurativi, tipica categoria ordoliberista di assorbimento "sostitutivo" della tutela lavoro nell'ambito dei meccanismi di formazione dei prezzi: della "protezione dei consumatori" si occupa l'art.169 del TFUE con un'unica previsione, contenente delle generiche e scarsamente vincolanti (per le istituzioni e per gli Stati) indicazioni di mero "contributo" dell'Unione a imprecisate politiche legislative da ravvicinare e coordinare.
E infatti, hanno tirato fuori l'Unione bancaria!
c) last but not least, l'art.6 del trattato fondamentale (TUE), prevede che l'Unione, pur "riconoscendo" ciò che essa stessa ha espresso con la Carta di Nizza (o di Strasburgo che dir si voglia), - e ci mancherebbe che lo disconoscesse o lo ritenesse espressamente irrilevante-, non si assuma alcun compito ulteriore in relazione ai diritti in essa riconosciuti. Infatti, "Le disposizioni della Carta non estendono in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati".
3. Questo quadro normativo €uropeo, tuttavia, ha esercitato una forte suggestione sulla dottrina italiana in tema di interpretazione dell'art.47 Cost.
Lo abbiamo visto nei contributi al post precedentemente dedicato all'argomento.
Il clou è che l'art.47 Cost. sia oggetto di rilettura che:
a) o lo abroga per implicito, in quanto incompabitibile col diritto europeo (cosa appunto che il post, in base al dettato sistematico della Costituzione, quale agevolmente intepretabile dai lavori della Costituente riportati ne "La Costituzione nella palude", tendeva a confutare come conclusione illegittima), in particolare per incompatibilità col neo-valore supremo della stabilità dei prezzi, incompatibili col pieno impiego e quindi con livelli di occupazione e di conseguente retribuzione del lavoro che consente la formazione del risparmio delle famiglie;
b) o ne modifica il senso radicalmente e in modo del tutto extratestuale, eliminando ogni rilevanza al secondo comma dell'art.47 Cost. stesso, laddove parla del risparmio come stock, funzionalizzato all'acquisizione della proprietà di beni fondamentali secondo la Costituzione.
E questo in base ad una precomprensione tesa a legittimare ciò che l'art.47 Cost., correttamente inteso, esclude: cioè l'indipendenza della banca centrale, svincolandola dalla funzione di tesoreria e quindi da quella di strumento di finanziamento del deficit pubblico, che coincide tendenzialmente proprio col risparmio privato (certamente in situazione di equilibrio dei conti con l'estero).
Quindi, ciò si afferma contro la interpretazione letterale e sistematica dei principi fondanti della Costituzione, e si esclude la BC da ogni compartecipazione al compito della Repubblica di incoraggiare e tutelare il risparmio, funzionalizzando a tale obiettivo il coordinamento e l'esercizio del credito.
Con ciò, "anche" svincolando il senso dell'art.47 dalla volontà del Costituente espressa nel primo comma, quella di considerare il momento della formazione del risparmio, connesso agli artt. 35, 36 e 45 e 46 Cost.: cioè "elevazione sociale" di lavoratori dipendenti, coltivatori diretti e imprenditori artigiani, mediante politiche di promozione del livello del relativo reddito.
4. Questa tecnica, fortemente extratestuale e asistematica, di rilettura dell'art.47 Cost., è dunque il riflesso dell'adesione incondizionata al monetarismo europeista ed alla sua concezione delle banche centrali indipendenti dal potere di indirizzo democratico, nonché della identificazione, del tutto smentita dalle clamorose e drammatiche vicende attuali dell'area euro, della crescita economica con la stabilità dei prezzi!
Dimenticando sia i meccanismi che tale ideologia politico-economica innesca, cioè maggior disoccupazione strutturale proprio per limitare la crescita dei redditi, sia il problema di radicale contraddizione coi principi lavoristici su cui è imperniata la parte fondamentale e immodificabile della nostra Costituzione.
Immodificabile da qualunque trattato, in base alla chiara indicazione degli artt.11 e 139 Cost., quali più volte precisati dalla nostra Corte costituzionale.
5. In base alle osservazioni che precedono, qualunque attento lettore dovrebbe auspicabilmente essere in grado di comprendere la fallacia e la forzatura di interpretazioni dell'art.47 Cost - e della sua asserita idoneità a fondare l'indipendenza della banca centrale e il divieto di svolgere la sua funzione di tesoreria- come quelle che seguono:
"La stabilità dev’essere perseguita perché è presupposto funzionale
all’esercizio dei diritti, perché il diritto di avere dei diritti deve
avere una base esistenziale di convivenza, di impedimento della rottura e
dell'hybris che portano al crollo della convivenza e alla perdita dei
diritti. Evitare il crollo diventa necessità".
(A. Predieri, Euro, poliarchie democratiche e mercati monetari, Torino, Giappichelli, 1998, pag. 273);
"Ma — come anche si deduce dall’art. 47 della nostra Costituzione — il
potere sovrano dello stato sulla carta-moneta non è senza limiti, ed
anzi è strettamente collegato a un fine che lo stato deve perseguire,
sia pur in rapporto con altri: deve governare la moneta in modo da
mantenere la tendenziale stabilità dei prezzi. Nel governo della moneta
lo stato deve aver riguardo anche alla promozione dello sviluppo e della
piena occupazione: due fini, del resto, che nel lungo corso non sono
assicurati altro che dalla stabilità della moneta, valore in questo senso primario."
(Bognetti, La Costituzione economica italiana, Milano, Giuffrè, 1995, pag.59);
"il risparmio tutelato dalla Costituzione sarebbe solo quello destinato
ad entrare nel circolo economico, quale disciplina delle modalità di
garanzia degli investimenti; in sostanza, il risparmio non andrebbe
difeso quale valore in quanto tale, ma per la sua funzione strumentale
alla distribuzione della proprietà e della ricchezza, niente meno che in
conformità a quanto espresso dagli altri articoli della Costituzione
economica (si veda Baroncelli, Art. 47 voce, in Commentario alla Costituzione, a cura di Bifulco, Celotto, Olivetti, Utet, 2006; e
proprio Merusi, Commentario alla Costituzione, Rapporti economici, Foro
Italiano, 1980).
Quest'ultima teoria prescinde radicalmente dalla rilevanza dell'art.47, primo comma, Cost., in quanto inteso a tutelare il risparmio come componente del reddito di piena occupazione, (cioè come flusso connesso agli artt.4, 36 e 45, comma 2 Cost.) e lo svincola persino dalla connessione funzionale del suo accumulo-stock, quale prescritta dal secondo comma (nonchè dal precedente art.45 Cost.), e volta al privilegiato accesso diffuso, cioè per tutti i lavoratori (inclusi gli operatori economici riconducibili alla piccola imprenditoria agricola e all'impresa artigiana, intesa propriamente come PMI nel contesto attuale), alla "proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese", in connessione alla "tutela e allo sviluppo dell'artigianato".
Il punto è che non si può ritagliare la Costituzione e tenerne solo un pezzo. La Costituzione è un’armonia complessa, secondo la felice formula di Lelio Basso che Quarantotto spesso ricorda: se si tutela il risparmio, si deve tutelare anche il lavoro, da cui il risparmio deriva. Se non si vuole una disparità di trattamento tra le banche italiane e quelle degli altri paesi europei, allora si deve recuperare il senso pieno dell'art. 11.
RispondiEliminaÈ chiaro per chi segue questo blog che chi invoca l'art. 47 implicitamente sta chiedendo un ritorno alla democrazia sostanziale, visto che non è la ritualità della democrazia formale che possa servire.
Ad ogni modo, quali altre Costituzioni di paesi europei hanno disposizioni sul risparmio altrettanto esplicite? Per quanto riguarda la Francia, c’è il riferimento alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino per quanto riguarda il diritto di proprietà, ma non si tratta proprio della stessa cosa: “Article XVII – La propriété étant un droit inviolable et sacré, nul ne peut en être privé, si ce n’est lorsque la nécessité publique, légalement constatée, l’exige évidemment, et sous la condition d’une juste et préalable indemnité”.
Vero: la esplicitazione costituzionale (solo) italiana, in termini di principio che non si dovrebbe faticare a riconoscere come fondamentale, rende ancora più grottesca e paradossale la situazione di acquiescenza alla disapplicazione del testo costituzionale.
EliminaDa qui l'essenzialità portante, di tutto il costrutto, della "dottrina" nazionale (!) creatasi intorno alla rilettura dell'art.47 come norma giustificatrice della stabilità dei prezzi e della banca centrale indipendente.
In sostanza, in assenza di comprensione dei saldi settoriali e del funzionamento dell'economia, un modo di spararsi alla schiena da soli (non a caso un contorsionismo estremo...).
Si potrebbe anche affermare che l’Italia non sarebbe potuta entrare in un’unione economica con altri Paesi che non avessero una tutela del risparmio come quella voluta dall’art. 47, perché così facendo si sarebbe contravvenuto al principio di parità con gli altri Stati previsto dall’art. 11 (oltre al fatto che tale unione non avrebbe potuto assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni)?
EliminaL'osservazione che fai - come ampiamente analizzato in questi spazi - potrebbe essere universalizzabile: in linea di principio nessun trattato di libero scambio - con annessa deregolamentazione dei fattori della produzione - potrebbe passare dall'art.11 Cost., poiché la teoria dei "vantaggi comparati" comporta una disparità intrenseca, che è quella del fattore tecnologico.
EliminaA parità del fattore tecnologico ci sarebbe comunque il problema della differenza tra tassi di inflazione e differente remunerazione del capitale: qualsiasi disomonegeità porterebbe a far esplodere le differenze, in quanto le dinamiche socioeconomiche deregolamentate portano cumulativamente a circoli viziosi.
O meglio: simmetricamente viziosi per il Paese con minore potere economico e militare, e virtuosi per il capitale del Paese più forte.
Il liberalismo è il cancro della modernità.
I sistemi complessi come quelli biologici formano un'unità di ordine superiore armonizzando le eterogeneità tramite la regolazione degli scambi tra unità di ordine inferiore: l'unione avviene tramite membrane, dogane o frontiere. Non con la loro soppressione; è logica elementare.
Le gerarchie naturali esistono e non hanno nulla a che fare con quelle sociali a cui, appunto, vorrebbero sostituirsi.
Ciò che è politico non è naturale per definizione, con buona pace dei tecnosofi. E viceversa.
L'internazionalismo della nostra Carta passa dal sovranismo democratico tra ordinamenti fondati effettivamente sul lavoro.
Poiché la struttura economica può essere rivoluzionata solo tramite la coscienza politica, la sovranità popolare che si esprime tramite le istituzioni democratiche dello Stato-nazione necessita un progressivo rafforzamento dell'ordine westfalico.
La sinistra liberale e cosmopolita è anti-laburista per motivi strutturali, prima che etico-ideologici: è quindi di fatto anti-democratica e anti-umana. Ovvero, stante la morale manifestata, il relativismo etico di questo gruppo sociale deve estrinsecarsi in un "relativismo giuridico" così come espresso da giuristi che dimostrano capacità ermeneutiche al pari di un Benigni qualsiasi.
Un Benigni che vinse l'Oscar facendo liberare Auschwitz dagli americani.
"I sistemi complessi come quelli biologici formano un'unità di ordine superiore armonizzando le eterogeneità tramite la regolazione degli scambi tra unità di ordine inferiore: l'unione avviene tramite membrane, dogane o frontiere. Non con la loro soppressione; è logica elementare.". Questa è la similitudine più azzeccata che abbia potuto leggere in giro per il web. Uno spot per il pensiero che qui il padrone di casa espone. Bravo davvero.
EliminaMa infatti è supertwittato at the moment! :-)
Elimina@Flavio
EliminaA onor del vero la metafora è una ricontestualizzazione del medesimo concetto sui sistemi sociali espresso in via generale da parte del mio professore di Etica.
Sistemi sociali chiusi ed aperti: quelli "chiusi" tendono alla "necrosi", quelli "aperti" (che piacciono tanto a Soros) si sfaldano.
In entrambi i casi il risultato è la morte dell'organismo.
L'equilibrio nello scambio tra comunità sociali è tutto: infatti le cellule cangerogene sono "deregolamentate"...
(Pardon, non si dice: sono "diversamente regolate" rispetto al resto dell'organismo che vorrebbero si conformasse "a loro immagine e somiglianza"... essendo loro geneticamente modificate ovviamente in meljus: lo ha detto Darwin!)
@Quarantotto
Ma voi de Twitter ammazzate li sintetici usignoli cinguettando supercazzole?
Volenterosi fotografano le supercazzole e le allegano con link.
EliminaMa non ti buttare giù: supercazzole vere e pasciute, se vieni su tw, ne trovi fino a iperboli insospettabili persino ai più agguerriti critici del pensi€ro unico :-)
Oltre alla Costituzione Italiana, tra quelle europee, mi risulta che solo quella portoghese all’art. 101 parla del risparmio (poupança). La disposizione prevede specificamente che “O sistema financeiro é estruturado por lei, de modo a garantir a formação, a captação e a segurança das poupanças, bem como a aplicação dos meios financeiros necessários ao desenvolvimento económico e social” (ovvero, Il sistema finanziario è strutturato per legge a garantire la formazione, il finanziamento e la sicurezza del risparmio, nonché l'applicazione delle risorse finanziarie necessarie allo sviluppo economico e sociale).
RispondiEliminaAnche in quella Costituzione si garantisce la “formazione” e la “sicurezza” del risparmio. Tuttavia, non sono in grado di affermare se - come nella nostra Costituzione - il risparmio sia indissolubilmente legato al diritto del lavoro (“cosa integrante del lavoro”, come lo definiva l’on. Lucifero, collocando la difesa del risparmio tra le norme poste a protezione del lavoratore) in quel disegno organico ed armonico straordinariamente concepito dai nostri Padri costituenti ed oggi volutamente dimenticato da ESSI.
Certo, questo comporta una interpretazione “originalista” della nostra Costituzione risalendo proprio ai lavori della Costituente, onestà intellettuale ed una buona dose di buona fede, così come Lei dimostra di continuo e come la stessa Corte Costituzionale ha dimostrato in tante occasioni (si veda in proposito il bel lavoro di Chiara Tripodina ed i suoi auspici, L’argomento originalista nella giurisprudenza costituzionale in materia di diritti fondamentali, http://www.dircost.unito.it/SentNet1.01/studi/Tripodina_Argomento_originalista.pdf). Ma, come al solito, non c’è persona più sorda di chi non vuol sentire (ovviamente per chiari e dichiarati interessi che solo i fessi ormai non intendono). Fuori dall’euro? Certo, e fuori dall’Unione Europea, subito.
La definizione di interpretazione "originalista", a fronte di una interpretazione opposta forzatamente extratestuale e asistematica (oltre che naturalmente disallineata dai lavori preparatori), mi pare un po' troppo difensiva.
EliminaAncorchè sia comprensibile una tale linea di resistenza.
Torneremmo a discorsi già fatti con Bazaar: la Costituzione persegue oggettivamente e chiaramente dei fini indeclinabili. Sul piano delle politiche economiche ciò può lasciare spazio al "come", in funzione del ciclo economico, meglio perseguirli, ma non a politiche finalizzate ad obiettivi diversi.
E, si badi, questa predeterminazione dei fini-valori fondamentali è un fatto normativo, assiomatico (perchè è una Costituzione), ma ormai privo di un mero connotato ideologico (nel senso che la legge, specie se suprema, si rispetta finchè è vigente, come dovere assoluto di chi siede nelle istituzioni).
Fortemente ideologizzata, e tesa a forzare la legalità, semmai, è l'interpretazione nuovista (che come sappiamo è in realtà restauratrice di qualcosa che la Costituzione aveva esplicitamente respinto).
Come se non bastasse, lo pseudo-nuovismo ermeneutico ha anche effetti disastrosi.
E questo è un problema ormai troppo serio per essere sottaciuto...
Capisco il suo ragionamento e lo condivido. Se il vero e' l'intero, e' oggettivamente riduttivo farne una questione di mera interpretazione limitata a singole disposizioni, per quanto sia da preferire quella originalista (o autentica). In effetti, una tale impostazione rischia di distogliere l'attenzione dal corpus costituzionale nel suo intero teleologicamente orientato, dal momento che la nostra Costituzione, caratterizzata appunto da un inconfondibile assetto assiologico, individua addirittura una specifica concezione antropologica, dell'uomo come individuo e come individuo facente parte di una comunita'. Purtroppo, pero', mi rendo conto ogni giorno che l'italiano medio, sul tema, sembra abbia smarrito i fondamentali ed ogni tanto questi fondamentali vanno rammentati anche con il rischio di aggrapparsi ad una linea di resistenza (induttiva) anche a mio avviso debole e pur tuttavia necessaria. Grazie per la sua preziosa precisazione
RispondiEliminaCiao Quarantotto, io credo, ne sono pienamente convinto, che la Costituzione Italiana sia il punto più avanzato che la coscienza collettiva umana abbia mai raggiunto. Credo fermamente che il discorso di Lelio Basso dovrebbe essere il Patrimonio Spirituale del nostro Paese, che andrebbe fatto imparare a memoria in tutte le scuole d'Italia, come s'imparavano le poesie, e poi andrebbe studiato e poi ancora meditato.
RispondiEliminaLa nostra Costituzione è un punto di cesura con il passato. E’ la prima volta nel nostro Paese che cambia il rapporto di forza lavoro/capitale a favore del primo, passiamo da uno Stato Liberale, a parte la parentesi fascista, a uno Stato Democratico pluriclasse, passiamo dalla democrazia formale alla Democrazia sostanziale, passiamo dallo Stato esclusivo da cui bisogna difendersi , ad uno Stato inclusivo, che mira ad accogliere all’interno delle sue istituzioni tutti i cittadini, dall’ultimo montanaro delle Alpi all’ultimo contadino siciliano, passiamo da uno Stato fatto di padroni e servi/bestie a un Stato fatto di Cittadini, passiamo da un Io individuale, ad un Io sociale, l’uomo inteso come centro di relazioni sociali.
Passiamo da uno Stato, dove alla viglia della prima guerra mondiale la ricchezza era distribuita in modo che il 10% possedeva il 90% delle proprietà, ad uno Stato che come compito istituzionale s’imponeva di riequilibrare a favore del 90% questo rapporto.
Passiamo da un uomo/servo al servizio dell’economia e del profitto, ad una economia al servizio dell’essere umano, che grazie ad essa, diventa cittadino facente parte integrante della vita politica/economica del Paese.
E intanto parte il GACS
RispondiEliminaBuonasera. Presidente , sto rileggendo per la seconda volta e con una commozione sincera il suo ultimo libro. Qui ho ritrovato l'essenza di quello che , pur nella semplicità di famiglie contadine ed operaie quali le nostre, veniva trasmesso a noi bambini piccoli. Era l'aria che si respirava semplice , semplicissima fin che si vuole ma quella era, quella che Lei da altissimi livelli scrive . E rileggendo (a pag. 100 )MEUCCIO RUINI ( nato a Reggio Emilia) "Allora avremmo dovuto rifiutarci a riconoscere che la Nuova Costituzione è basata sul lavoro e sui lavoratori? Parlando di lavoratori noi intendiamo questo termine nel senso piu' ampio, cioè comprendente il lavoratore intellettuale, il professionista, lo stesso imprenditore in quanto è un lavoratore qualificato che organizza la produzione, e non vive senza lavorare di monopoli e di privilegi"non posso non pensare a cio' che succede da tempo ormai a Reggio Emilia, Città del Tricolore e proprio in questi giorni sotto la sede di LEGACOOP proprio in VIA MEUCCIO RUINI -RE: soci cooperatori-lavoratori in rivolta con cartelli . Un cartello dice" ex coop costruita con i veri valori distrutta da presunti cooperatori". Si oggi in Italia e a Reggio Emilia cè davvero da piangere.....
RispondiEliminaGrazie ancora .http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/foto-e-video/2016/02/10/fotogalleria/crisi-chiude-la-fabbrica-modello-i-lavoratori-della-cormo-protestano-sotto-legacoop-1.12933350?ref=search#2
RispondiEliminaPrendo spunto dalla riflessione sulla Costituzione.
Quando in questo paese lo studio e la custodia culturale della Costituzione si é trasformata in "ars mistificatoria" ? A quando risale il cambiamento nella scuola, nell'università? Posso etichettarlo a memoria nel passaggio da una cultura sui testi giuridici comparati ad uno studio di dispense monografiche del professore -di cattedra- che col metodo ristretto (della dispensa) imponeva un pensiero monoteistico. Fino ad arrivare a lauree brevi-manu (Ove, mi raccontano non esistono più testi ma solo appunti, test, crocette. Forse è un’esagerazione?) per la costruzione di un pensiero, unico, binario incontrovertibile in quanto tale. Perciò dogmatico-fideistico.
Con sorriso ricordo studenti universitari mostrarsi epitetando come “teoria illuminata” la tesi del professore per dare aurea ad un ché di mnemonica In-comprensione.
Uno studio settorializzato, diviso nell’ambito giuridico. Una fiscalità scissa dal diritto, l’economia scissa dalla politica… (Non si chiamava forse Economia politica? ) diventata puro commercio slegandosi completamente dal suo ruolo sociale-politico. Le parole hanno un peso e ritorno alla Costituzione e alla Costituente e alle sue parole di pietra.
Proprio nella terra dove la custodia della Costituzione doveva ergersi come bandiera contro tutto e tutti, si è abbracciata una visione distruttiva ( e mistificatoria) della stessa.
Eliminazione della materia nella scuola primaria e secondaria dei concetti e basi Costituzionali e politici. (L’educazione civica).
Costituzione di enti ad hoc per la custodia della memoria dei padri costituenti. che – quando non silenti--propagandavano un “ Aliud pro alio”.
Non mi stupisco oggi quindi di leggere questo paradigma dell’accaparramento culturale mediatico
http://www.affaritaliani.it/cronache/grande-oriente-italia-festa-per-i-70-anni-della-repubblica-407025.html
( Note per l’ EDit:
non ho mai postato qui un link se c’è modo di metterlo legato alla parola PARADIGMA….
Avrei anche un’immagine in google-drive da condividere ma non so come fare il link creato è questo )
https://drive.google.com/file/d/0B6ErVVNQ_0PYUHJPQ3htalZVT2lidDIzQU50T2xKa2gxdmc0/view?usp=sharing
Come e perché (e di conseguenza anche "quando") ciò sia accaduto è deducibile sulla base della lettura di questi post; ex multis, peraltro (la vicenda italiana è solo una delle proiezioni "geo-politiche" localizzate del frame)
Eliminahttp://orizzonte48.blogspot.it/2017/11/la-lunga-marcia-segreta-della.html
http://orizzonte48.blogspot.it/2017/11/esegesi-delle-fonti-della-rivoluzione.html
...colgo l'occasione per ringraziare il Presidente per questo blog, che assieme a pochi altri mi ha aperto gli occhi...non so se qui nei commenti è la sede giusta per chiedere un aiuto, ma non ho ben compreso questo passaggio "..deficit pubblico, che coincide tendenzialmente proprio col risparmio privato (certamente in situazione di equilibrio dei conti con l'estero).."...ho compreso la funzione di tesoreria di una Banca centrale come dovrebbe essere da Costituzione, ma questo passaggio continua a sfuggirmi.
RispondiEliminahttp://orizzonte48.blogspot.it/2013/11/i-gattini-ciechi-figli-del-fiscal.html (in specie parte iniziale)
EliminaAl concetto di saldi settoriali e alla loro interdipendenza è, in ogni modo, dedicata un'apposita scheda su "Euro e(o?) democrazia costituzionale"
..grazie
RispondiElimina