"Vuoi dunque che ripercorriamo l'origine del diritto rifacendoci alla sua
fonte stessa? Una volta scopertala non vi è dubbio che dobbiamo riportare ad essa quanto stiamo indagando".
1. Come spesso capita, Francesco ci lascia nei commenti degli spunti fondamentali e poi...mi tocca elaborarli per conservarli alla conoscenza generale dei lettori e sistemarli nel complessivo filo conduttore del blog (naturalmente Francesco va ringraziato e questo non costituisce un rimprovero).
Cominciamo da un punto che riguarda la spiccata tendenza di Giuliano Amato a "dirci in faccia" i veri scopi e i veri effetti dei trattati €uropei e quindi del c.d. "vincolo esterno".
Le affermazioni di Amato che riportiamo più sotto, meritano di essere attentamente considerate e rammentate, proprio per avere chiaro, senza le interferenze cosmetico-propagandistiche che caratterizzano la c.d. "rivoluzione liberale", il quadro in cui l'Italia si è mossa, almeno a partire dall'Atto Unico, che predeterminava il successivo trattato di Maastricht e la fase operativa della stessa moneta unica.
Quella stessa unione monetaria la cui venuta in esistenza, come obiettivo fondamentale della costruzione europea, risale al trattato del 1957, (qui p.5.1-5.3), almeno come impegno pattizio, culminando puntualmente nel Rapporto Werner del 1971, mentre la sua teorizzazione in chiave federativa è enunciata da Hayek e Einaudi tra il 1939 e i primi anni '40 (qui, pp.6.3.-6.5) del secolo scorso.
2. Dunque lasciamo la parola ad un Amato che, nel 1989, (insieme naturalmente a Prodi), partecipa a un convegno sul tema "Moneta unica per l’Europa", (21 febbraio 1989, Roma, dibattito la cui registrazione trovate qui) e "non a caso" definisce senza mezzi termini la questione della sovranità e della sua cessione (non limitazione) irreversibile (almeno quanto, nelle intenzioni negoziali, e nelle recentissime dichiarazioni di Draghi, lo è l'euro):
“…Quando si insegna ad un ragazzino di primo anno all’università in che cosa consiste la sovranità, la prima cosa che gli si dice è “batter moneta”.Quindi c’è niente popò di meno quel problema lì di mezzo. Una volta si diceva “batti moneta e dichiara le guerre”. Ora pudicamente si dice “batti moneta e poi paga pensioni, stipendi”. Batter moneta come caratteristica dello Stato sovrano continua ad essere la prima cosa che viene in mente. E non a caso…”.
3. Le conseguenze di questa cessione di sovranità all'€uropa - e che l'€uropa reclama perentoriamente e senza mezzi termini -, perfettamente definita da Amato sul piano giuridico-costituzionale - che poi sia costituzionalmente anche legittima è tutto un altro discorso che Amato e...Prodi si guardano bene dall'affrontare- , sono contestualmente definite e preconizzate da Prodi:
“… Questi sono i problemi più grossi che noi dobbiamo affrontare, insieme ovviamente al discorso dei costi relativi dell’inflazione.
Ma su questo io non è che non ci stia perché non lo ritenga importante,
ma perché è già stato così talmente sottolineato che non voglio
aggiungere un’altra parola.
E’ stato talmente sottolineato da voler ricordare che, quando ci fu l’edesione italiana allo SME – me lo ricordo benissimo, perché coincise con quel quarto d’ora in cui sono stato Ministro dell’Industria (il problema non è durar molto, ma esserci negli appuntamenti storici!!) [risate] – quando ci fu quella discussione c’era perfettamente accordo, il Paese era d’accordo.
Il grosso problema era di trarne le conseguenze, cioè DI APPROFITTARE PER UNA IMMEDIATA NUOVA POLITICA DI TIPO SALARIALE, per quella che allora veniva chiamata, nella coda della terminologia, la “politica dei redditi” . Ma sull’accordo, sulla politica monetaria, il Paese già da allora era sostanzialmente d’accordo. Chi non lo era, era per paura, non perché non ci credesse. Diceva, “ma non ci indurre in tentazione”, cioè non esageriamo, insomma; ma l’Italia è stata sempre favorevole a questo.
Ed è abbastanza interessante perché, tutto sommato, nonostante non ci sia stato un adeguamento politico immediato…però successivamente l’adesione allo SME è stato quella specie DI FATTO CORROSIVO QUOTIDIANO CHE CI HA SPINTO AD AVERE POLITICHE LEGGERMENTE PIÙ SAGGE con il passare del tempo.
Quindi io non ritengo assolutamente che sia stato negativo, anzi CHE SIA STATO UN FATTO DI IMPORTANZA FONDAMENTALE. Anche se non ho dato mai importanza alla larghezza della “banda”, perché in materia monetaria quelle che contano sono le aspettative psicologiche. Per me l’idea che si debba litigare per avere la “banda” più larga degli altri, io non l’ho mai capita e non riuscirò mai a capirla, perché quando un Paese come l’Italia comincia a peggiorare, deve mollare il tutto, insomma…”
E’ stato talmente sottolineato da voler ricordare che, quando ci fu l’edesione italiana allo SME – me lo ricordo benissimo, perché coincise con quel quarto d’ora in cui sono stato Ministro dell’Industria (il problema non è durar molto, ma esserci negli appuntamenti storici!!) [risate] – quando ci fu quella discussione c’era perfettamente accordo, il Paese era d’accordo.
Il grosso problema era di trarne le conseguenze, cioè DI APPROFITTARE PER UNA IMMEDIATA NUOVA POLITICA DI TIPO SALARIALE, per quella che allora veniva chiamata, nella coda della terminologia, la “politica dei redditi” . Ma sull’accordo, sulla politica monetaria, il Paese già da allora era sostanzialmente d’accordo. Chi non lo era, era per paura, non perché non ci credesse. Diceva, “ma non ci indurre in tentazione”, cioè non esageriamo, insomma; ma l’Italia è stata sempre favorevole a questo.
Ed è abbastanza interessante perché, tutto sommato, nonostante non ci sia stato un adeguamento politico immediato…però successivamente l’adesione allo SME è stato quella specie DI FATTO CORROSIVO QUOTIDIANO CHE CI HA SPINTO AD AVERE POLITICHE LEGGERMENTE PIÙ SAGGE con il passare del tempo.
Quindi io non ritengo assolutamente che sia stato negativo, anzi CHE SIA STATO UN FATTO DI IMPORTANZA FONDAMENTALE. Anche se non ho dato mai importanza alla larghezza della “banda”, perché in materia monetaria quelle che contano sono le aspettative psicologiche. Per me l’idea che si debba litigare per avere la “banda” più larga degli altri, io non l’ho mai capita e non riuscirò mai a capirla, perché quando un Paese come l’Italia comincia a peggiorare, deve mollare il tutto, insomma…”
Chiosa Francesco nello stesso suo intervento:
Tutti sapevano che cosa avrebbe
significato l’€uro. Il vincolo esterno è stato utilizzato per
condizionare la politica dei redditi, è stato cioè “il fatto corrosivo quotidiano che ci ha spinto ad avere politiche leggermente più sagge”. Politiche deflattive.
4. Il "fatto corrosivo quotidiano", cioè la cessione di sovranità, e quindi, come ci insegna Amato, del potere di "battere moneta", ha quindi prodotto i suoi effetti; e questi effetti sono stati esattamente quelli che discendono dal parallelismo funzionale della moneta unica rispetto al gold standard. In particolare Carli li aveva, a sua volta, pre-descritti in modo "scultoreo" (sempre qui, p.8):
"L’argine contro il dilagare del potere d’acquisto che movendo dagli Stati Uniti minaccia di sommergere l’Europa, si continua a sostenere, potrebbe essere innalzato esclusivamente mediante il ripristino del gold standard. In realtà, concezioni del genere incontravano, un tempo, un coerente completamento nelle enunciazioni che attribuivano al meccanismo concorrenziale il compito di realizzare, mediante congrui adattamenti dei livelli salariali, il riequilibrio dei conti con l’estero.
Insomma, il ritorno alla convertibilità aurea generalizzata implicava governi autoritari, società costituite di plebi poverissime e poco istruite, desiderose solo di cibo, nelle quali la classe dirigente non stenta ad imporre riduzioni dei salari reali, a provocare scientemente disoccupazione, a ridurre lo sviluppo dell’economia."
5. Non può e neppure deve stupire, quindi, che oggi i media mainstream registrino, in una giaculatoria senza memoria di questi antecedenti ben precisi e intenzionali del paradigma €uropeo, questa realtà:
Più povertà: 1 su 4 è a rischio, record storico dall'89. Bankitalia registra peggioramenti nei bilanci delle famiglie italiane
Aumentano le diseguaglianze. Il 5% dei Paperoni detiene il 30% della ricchezza italiana.
5.1. Si tratta naturalmente di una mezza verità, poiché nel 1989 la povertà non era assolutamente agli stessi livelli attuali: semplicemente il 1989 è stato l'anno in cui sono iniziate le relative rilevazioni statistiche omogeneamente confrontabili.
Perché non solo la povertà (assoluta e relativa) in Italia è giunta a livelli senza precedenti, almeno rispetto alla fine degli anni '80, solo a seguito dell'aggiustamento austero e credibile imposto dalla crisi del debito (commerciale, cioè da squilibri nei conti con l'estero) nell'eurozona, ma abbiamo pure assistito alla proliferazione del "nuovo", ma del pari voluto, fenomeno dei working poors (frutto naturale del "quotidiano fatto corrosivo" in cui sono consistite le politiche "più sagge" che additava Prodi):
http://www.programmazioneeconomica.gov.it/2017/12/18/andamenti-lungo-periodo-economia-italiana/#Quota%20di%20popolazione%20in%20povert%C3%A0%20assoluta%20per%20aree%20geografiche
Fig.2 Dinamica delle percentuali di popolazione a rischio di povertà nell’area Euro e in alcuni dei paesi 2007 - 2015
6. Ma il 1989, non casualmente, è stato anche l'anno in cui Prodi e Amato auspicavano, come frutto di "politiche più sagge", esattamente questi effetti. "Sagge"...ma per chi?
...E il paese "era d'accordo" veramente? Come e quando è stato interpellato informandolo in modo comprensibile da tutti gli elettori (duramente) interessati?
I precedenti "referendari" non possono certo essere addotti come un argomento a sostegno, dato l'oggetto quantomeno opaco del quesito che fu posto nel mitico referendum sull'Europa del 1989, e, peraltro, anche l'inadempienza che ne seguì, rispetto agli esatti termini del pur opaco quesito, nei contenuti del successivo trattato di Maastricht (qui, pp. 6-9)!
Oggi, forse, il paese "scopre", votando, che non è, e non è mai stato, d'accordo: ma dipende da chi si debba ritenere legittimato a esprimere la volontà per tutto il paese.
7. Insomma, chi ha voluto, in un modo o nell'altro, lo ha fatto "al riparo dal processo elettorale".
E intende continuare a farlo...
A leggere questa cose uno si aspetterebbe una rivolta da un momento all'altro, invece viviamo sotto una cappa di cloroformio
RispondiElimina“...in materia monetaria quelle che contano sono le aspettative psicologiche...“
RispondiEliminaLo leggerei come “quando la tua professione è quella del ladro, devi elaborare una strategia che ti permetta di far sparire grandi ricchezze senza dare nell’occhio. Quindi ti conviene farlo senza nasconderti troppo, proprio come si dice: “alla luce del Sole”.”
Si, è strategia psicologica, non ci sono dubbi.
Addirittura la sconvolgente dichiarazione di Monti che ho avuto l’onore si seguire in diretta tv, ha fatto battere ciglio solo allo 0,001% dei cittadini. Tutti gli altri hanno assorbito il colpo come se nulla fosse accaduto, in modo completamente incosciente.
La minaccia più grave, secondo me, consiste nell’assuefazione di massa di fronte a fatti e dichiarazioni di gravità inaudita, che passano sotto il suo naso come se nulla fosse.
Qui siamo oltre la sedazione di massa.
Così facendo il limite al peggio, che giunge con junkeriana gradualità, puó essere spinto in avanti indefinitamente, temporalmente e qualitativamente.
È proprio il caso di dire che dobbiamo svegliarci, perchè il ladro non solo ci ruba nelle tasche senza nascondersi, ma ce lo dichiara apertamente e noi, che in fondo non siamo complottisti e paranoici e siamo gente onesta, non riusciamo a credere che possa esser vera una realtà tanto parossistica, quindi la rimuoviamo nell’inconscio di una comoda e pacata ingenuità collettiva.
non so Danilo, mi pare che col voto gli italiani abbiano in qualche modo dimostrato che il sedativo funziona fino ad un certo punto; considera la nostra impotenza davanti media, che si cerca di bypassare online, con spazi come questo e via socialnetwork: purtroppo le occasioni di sentire la vox populi sono praticamenete inesistenti, dando spesso l'illusione, io credo, che gli italiani siano molto più "rassegnati" e remissivi di quanto in realtà non siano
RispondiEliminaCerto, ma una cosa è vivere male, combattendo quotidianamente per riuscire a restare in piedi senza andare a vivere sotto ad un ponte, prendendosela con tutti e brancolando in cerca del primo recettore di malcontento che capita davanti agli occhi, ed un’altra è comprendere quello che accade.
EliminaIl fatto che il popolo metta il “veto” tramite il voto a politiche impopolari, come eufemisticamente definite da Monti, non significa che abbia identificato il problema.
Il problema è che la Costituzione ci è stata soffocata sotto due metri di terra e su questi è stata posta una lapide con un epitaffio che recita; “Estinta per incompatibilità ideologica con la globalizzazione e con il progressismo naturale. Riesumabile esclusivamente ai fini della propaganda liberista”.
E’ proprio Junker che, esponendo la raccapricciante strategia che avvalla, ci dice come fare per porvi contrasto: a mezzo di proteste e di rivolte.
Se queste non hanno luogo, allora ESSI vanno avanti, senza freni.
Tramite il solo esercizio del voto finiamo per dare una mano ai nostri carnefici ad aggiustare il tiro su di noi.
Con ciò non intendo dire che sia meglio l’astensionismo ma che quanto detto sia l’effetto collaterale della nostra refrattarietà a dar loro ufficialmente carta bianca in questa forma di neogenocidio legalizzato.
Se tutte le affermazioni che sono state fatte dai gerarchi di ESSI (compresa quella celebre proprio di Junker, che più volte citiamo in questa sede) non hanno provocato alcuna rivolta popolare significa che i cittadini non riescono a comprenderne il significato frontale; quello che hanno davanti al loro naso, il più elementare.
Probabilmente il disconoscimento delle corrette accezioni delle affermazioni/confessioni fatte deriva da un meccanismo psicologico quantomeno simile a quello che ho descritto nel commento precedente e che comunque vede fallire il tentativo di interpretazione di fronte alla loro veste dialettica accademico-tecnicistica; a priori fuori portata dalla maggior parte delle persone.
In definitiva la domanda che mi pongo è questa, rebus sic stantibus:
la democrazia ha bisogno della Costituzione o la Costituzione ha bisogno della democrazia?
La democrazia è lotta, perpetua, immancabile, instancabile.
La democrazia si attua tramite il popolo nelle strade, con la protesta, con la rivolta.
Le conquiste della democrazia sono i diritti dei lavoratori.
La più grande conquista della democrazia odierna è giungere all’attuazione della Costituzione.
Poi la lotta continua, per difendere costantemente la Costituzione dalle forze regressive che la minacciano eternamente con pressione costante.
Ma la lotta, perché possa porsi in essere concretamente, deve avere una gestione verticale per poter premere sul governo e fargli cambiare l’indirizzo politico e se questa non si incarna nel sindacato (non certo quello prezzolato odierno), non so proprio, altrove, dove possa farlo.
Banalmente credo, dall’”osservazione partecipata” della vita del paese, che vi sia molta confusione e che la povertà culturale sia la conseguenza della povertà “strutturale”:
Eliminaa) se sono precario e costretto a dividermi tra un numero x di lavori per portare a casa un reddito minimo, con la costante preoccupazione di come arrivare alla fine della settimana
oppure
b) se sono lavoratore a tempo indeterminato, costretto in nome di “efficacia & efficienza” a lavorare per due per mantenere alto lo standard di “produttività” con la costante minaccia del licenziamento
ovvero, se vivo con l’assillante preoccupazione di procurarmi il pane e tutte le mie energie si concentrano ed esauriscono alla ricerca del “benessere” materiale, mi sarà particolarmente arduo dedicarmi al benessere “spirituale”. Nella pratica, stravolto da 12 ore di lavoro, dall’accudimento della casa e dei figli, cercherò solo un diversivo, che sia la champions, la playstation o le 50 sfumature di grigio.
A questo proposito, di recente mi è diventato particolarmente odioso lo spin dell’”analfabetismo di ritorno” volto, secondo la mia modesta opinione, da un lato a “colpevolizzare le masse”, incapaci di comprendere un testo scritto APPOSTA per non essere compreso, come, ad esempio, i trattati (ce lo dice in faccia Amato), dall’altro a giustificare la vuota protervia e la “post-verità”di espertologi e tecnocrati nonché la millantata superiorità dei “competenti”, che hanno fatto le cose giuste ma che il povero popolo bue non è in grado di comprendere, alimentando il conflitto sezionale saputi vs ignoranti, spingendo al conformismo e riducendo al silenzio qualsiasi accenno di dissenso, seminando la paura dello stigma sociale.
Per quanto riguarda l’esercizio della democrazia, il commento di Luca, (concedimi) in puro stile antivaccinista (laddove il genitore contrario al nazivaccinismo indiscriminato di massa è tale in quanto ha passato le notti a studiare su fonti documentali, comprensibili perfino agli “analfabeti di ritorno” - checché ne dicano gli espertologi, come questa https://www.nap.edu/catalog/13164/adverse-effects-of-vaccines-evidence-and-causality o questa http://static.repubblica.it/repubblica/inchieste/pdf/relazione.pdf ) mi costringe a segnalarvi questa iniziativa https://www.genitoridelnolombardia.net/freedom-of-choice, precisando che, proprio allo scopo di superare il conflitto sezionale che inevitabilmente si porrebbe nel proporre un referendum abrogativo, nasce con lo scopo precipuo di “creare sei mesi di mobilitazione di tipo mediatico-propagandistico, una sorta di anomala campagna elettorale, al fine di far coincidere la raccolta delle firme DI PER SE' con un gigantesco referendum DE FACTO” e si configurerà “come una proposta organica che illustri responsabilmente il modello che si intende perseguire una volta ripristinata la (legalità costituzionale)”.
Per dire che, nonostante tutto, gli italiani non sono poi questi gran “rincoglioniti” e che, anche qui, molto dipenderà “da chi si debba ritenere legittimato a esprimere la volontà per tutto il paese"
Banalmente: mi pare tutto molto OT. Danilo poneva un problema di mobilitazione e rivolta. Che però, non è esattamente il modello costituzionale di attivazione delle forze sociali "coscienti", ma un sistema che si richiama allo "stato pregiuridico della politica allo stato puro". Ma ne comprendo il motivo psicologico.
EliminaInvece, organizzare un interesse sezionale per una velleitaria mobilitazione mediatico-propagandistica incentrata su tale interesse, per arrivare a una proposta organiza "che illustri responsabilmente il modello che si intende perseguire una volta ripristinata la (legalità costituzionale)", mi pare un percorso piuttosto tortuoso e velleitario. Sicuramente destinato a creare una risposta sezionale e a rafforzare, magari in buona fede, il sistema.
"il commento di Luca, (concedimi) in puro stile antivaccinista"
Elimina?
Sento di dover precisare, a scanso di equivoci, che la mia concezione di “rivolta” si traduce in manifestazione pacifica, mobilitazione nelle strade, esercizio del diritto allo sciopero. Bloccare un paese ma senza metterlo a ferro e fuoco. Finchè queste forme di protesta ci verranno concesse.
EliminaE' vero, sono andata fuori tema, ma la mia non voleva essere una critica a Danilo (con cui concordo, soprattutto sulla questione sindacati) ma sul fatto che il "popolo" abbia espresso un voto di protesta senza aver conoscenza del "problema": questo non possiamo saperlo, perchè l'opinione del "popolo", aldilà del voto referendario ed elettorale, emerge dalla rappresentazione che ne danno i media e i "sondaggi", su cui possiamo fare ben poco affidamento visto che sono in mano ad Essi. Inoltre, la dialettica necessaria alla vita democratica, laddove si manifesta (proteste, scioperi, popolo per le strade), viene bellamente ignorata, censurata o rappresentata in modo distorto nella forma di conflitto sezionale, alimentando ulteriormente l'idea che non vi sia alcuna opposizione consapevole al regime di Essi, ma solo "ignoranza".
EliminaPiù volte si è fatto notare in questo blog come la Costituzione sia stata la grande assente nel dibattito pre-elettorale, e questo è sicuramente vero se prendiamo in considerazione la rappresentazione dell'opinione pubblica mediata da stampa e tv, ma non possiamo sapere se sia stato così anche nelle piazze, nei comizi o nei circoli vari, e quanto questo abbia influenzato il voto, se non per esperienza diretta o parlando con le persone che vi hanno partecipato. Visto il ruolo dei media mainstream, non solo sedativo ma proprio mistificatorio e corrosivo, ritengo che prima di dare una qualsiasi lettura del voto, per avere un'idea di come stiano le cose, sarebbe necessaria una vera e propria ricerca su campo (cominciando, ad esempio, dalla visione di tutti i documenti video sulla campagna elettorale disponibili sui vari social network unita all'analisi delle opinioni del "popolo" commentatore).
@luca: il ruolo "sedativo" delle droghe (inteso all'inglese, includendo i farmaci) è un tema molto dibattuto - con fonti documentali, come da te citate, nei gruppi novax :-)
EliminaLa scuola è stata del tutto assente. Non gliene frega niente, se non diplomare i minorati.
Elimina@Vishnu, concordo completamente!
EliminaSull'ultimo post di goofynomics ho lasciato sull'argomento un commento (in un thread dove anche tu hai commentato), commento che non vedo apparire (probabilmente per problemi tecnici o mia disattenzione non sarà stato inviato dal mio smartphone).
Se Orizzonte48 mi ospita, visto l'aggancio col tuo commento, lo ripropongo:
«@Marcus,
che sia in atto da alcuni decenni un deliberato attacco alla qualità della scuola pubblica mi sembra ormai un dato di fatto, sostenuto da molte prove e da tantissimi indizi, gravi precisi e concordanti.
Nel 2002 iniziai a fare il docente (licenziandomi da un molto più remunerativo posto fisso). Nei primi mesi pensai ingenuamente che la scuola fosse tanto peggiorata da come me la ricordavo per colpa dell'entropia (forse la politica non se ne occupava abbastanza?).
Mi resi presto conto che mi sbagliavo: al contrario la politica di scuola si occupava continuamente, con riforme che persino si accavallavano le une con le altre. Ipotizzai perciò l'incompetenza di chi si occupava di scuola e la riformava malamente.
Ero davvero fuori strada. Mi apriì gli occhi un emendamento clamorosamente peggiorativo in fase di conversione in legge della riforma Gelmini (la "signora" del tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso; memorabile il comunicato stampa del MIUR). Senza entrare nel dettaglio, era palese il non senso dell'emendamento approvato dal parlamento (emendamento che non faceva risparmiare nemmeno un euro, tra l'altro), emendamento che andava a cancellare l'unico barlume di buon senso in una riforma per certi versi criminale (inizialmente, nel decreto estivo, il MIUR aveva previsto il diritto dei precari ad avere continuità didattida sulle classi a loro affidate, solo nel caso di posti vacanti per più anni. Il parlamento in fase di conversione in legge ha cancellato tale disposizione).
Una volta aperti gli occhi è stato fin troppo facile (e doloroso) raccogliere le prove delle menzogne che sulla scuola vengono sparse a piene mani (dai media ma non solo).
Negli ultimi lustri sono stati infatti riformati con precisione chirurgica i gradi scolastici che ancora funzionavano (le medie inferiori, buco nero da decenni, non pervenute...).
L'ultima prova l'ho raccolta ieri: mi sono state riportate le parole di persone con ruoli apicali nell'amministrazione statale-locale che mi hanno fatto comprendere l'inspiegabile ma palese ostilità che qui a Modena abbiamo subito cercando di promuovere la pedagogia Montessori nella scuola pubblica (il metodo funziona, è ormai certo). Il senso è che il pubblico non può essere Montessori, altrimenti (funzionando meglio) toglierebbe mercato alle private.
In conclusione: la scuola è sotto attacco da decenni. Non è un'idea mia. Ne parla ad esempio Lucio Russo in "Segmenti e bastoncini", libretto contro la riforma Berlinguer della fine degli anni novanta, libretto che prevede ESATTAMENTE la scuola per consumatori che abbiamo oggi. Ne parla pure il filosofo francese Michèa nel libro "Insegnare l'ignoranza", sostenendo argomenti analoghi.
La stessa UE (della serie "ce lo dicono in faccia") scrive nero su bianco nel 2006 che la scuola DEVE promuovere determinate "competenze chiave" (quindi quelle non citate non sono chiave, ovviamente). Si fa una miscela con le life skills dell'OMS (1993), ma stranamente il pensiero critico e quello creativo (due dimensioni della libertà) non vengono menzionati. Mentre compare per esempio l'imprenditorialità...
Poi ci sarebbe l'irrilevante problema del cosa siano le competenze, nuovo totem "pedagogico" della UE: cosa siano non sembra molto chiaro a nessuno. Di sicuro c'è solo che NON sono le conoscenze.
Relativamente alla scuola-problema nazionale non c'è un solo partito in Parlamento che abbia una visione CHIARA di cosa fare.
(Continua...)
(mi scuso per la lunghezza)
EliminaMi è spiaciuto constatare (dopo richiesta scritta) l'assoluto silenzio che il M5S ha avuto a livello locale sulla promozione del metodo Montessori nella scuola pubblica - il comune avrebbe potuto molto, invece l'azione di alcuni consiglieri di maggioranza (PD) è addirittura stata di chiaro ostacolo.
La Lega che ne pensa della scuola?
La Lega che ne pensa di mettere in campo un grande piano di trasformazione della scuola italiana in modo che nel giro di dieci anni almeno un terzo delle scuole dell'infanzia e delle elementari siano scuole Montessori?
Quanto scritto nel programma online della Lega non è rassicurante per la scuola pubblica. Il sostegno acritico al buono scuola ad esempio, che sposa le rivendicazioni delle private (ma quel sistema sarebbe la fine della scuola pubblica, e il ritorno alla scuola di qualità per censo).
Con il gran numero di pensionamenti dei prossimi anni la trasformazione della scuola italiana verso modelli educativi ITALIANI ed efficaci sarebbe fattibile con costi irrisori.
Intanto, si badi, per l'1% (come ad esempio Mario Draghi) le scuole Montessori in Italia ci sono), per il restante 99% no.»
"Qui siamo oltre la sedazione di massa. Così facendo il limite al peggio, che giunge con junkeriana gradualità, puó essere spinto in avanti indefinitamente, temporalmente e qualitativamente."
RispondiEliminaMa per molti versi è proprio così!
Basta leggere quello che affiora in superficie nelle pubblicazioni 'unclassified' per intuire quello che presumibilmente già viene fatto a nostra insaputa.
Tempo fa scrissi un commento su goofynomics (con relativo articolo di primaria conferenza linkato) che generò molta inquietudine (qui invece un articolo più recente http://www.nationaldefensemagazine.org/articles/2017/5/11/weaponizing-the-brain-neuroscience-advancements-spark-debate) riguardo le 'neuro weapons' (cioè circa i metodi ormai noti, sia fisico/chimici, che psicologici, che connessi alla tecnica 'narrative', inclusi i chip impiantati nell'organismo, tutti volti alla manipolazione del comportamento umano).
Direi comunque che "nihil sub sole novum" (http://www.ilgiornale.it/news/cultura/droga-hitler-oppiacei-e-metanfetamine-ai-soldati-1168478.html).
L'ultimo grido della ricerca (confesso che a seguire queste cose occorre auto-somministrarsi dosi massicce di ottimismo della volontà!) consiste nel somministrare alle masse (presumibilmente in modo occulto) l'ormone che in gravidanza fa 'amare' alla mamma il nascituro.
Evidentemente illustri 'dottor Mengele' contemporanei, al soldo di ESSI, pensano che così facendo potranno eliminare la 'xenofobia' indotta dall'immigrazione non richiesta di massa...
http://www.pnas.org/content/114/35/9314
Peraltro penso pure che il fluoro (che è una neurotossina/prodotto-di-scarto dell'industria nucleare e quindi da smaltire come l'uranio non fissile, detto 'impoveito'), fluoro che per decenni ci siamo sorbiti con allegria nel dentifricio (e spesso nell'acqua potabile), qualche decadimento del QI della specie lo avrà pure provocato...
Io faccio un appunto: la povertà relativa, così come calcolata ora (e come spiegato in un grafico qui sopra), corrisponde alla % di popolazione che vive con un reddito inferiore al 60% della mediana nazionale.
RispondiEliminaQuesto significa che in realtà non è affatto un indice di povertà...ma di disuguaglianza nei redditi nazionali. In un Paese in cui sono tutti poveri in canna questo dato sarà sottostimato rispetto ai Paesi dove c è un ceto ricco.
Così si spiega anche la maggior quota di poveri in Germania rispetto a diversi paesi dell Est.
Probabilmente non di rado un povero (secondo questa classificazione) tedesco può permettersi più cose di un non povero slovacco.
In un Paese come l Italia che viaggia a due velocità questo dato risulterà fortemente distorto. Mi spiego: si vive meglio con 950 euro a Potenza che con 1100 a Milano.però essendo la mediana appunto nazionale...e non considerando questa statistica l incidenza del costo della vita...il più povero dei due risulterà l abitante di Potenza.
Per aver un idea della povertà meglio guardare, a mio parere, ai poveri asdoluti...alle persone in stato di grave deprivazione materiale. Difatti passando a questo indicatore i Paesi dell Est, repubblica Ceca esclusa, risalgono - in peggio - prepotentemente la classifica e l Italia finisce per essere quasi in media UE.
Detto questo restiamo uno fra i Paesi col più ampio peggioramento di questi indicatori negli ultimi 10 anni.
Capita a fagiolo il libro che sto leggendo in questi giorni.
RispondiEliminaDà conto di due associazioni, diciamo, private (un caso di scuola della labilità della distinzione pubblico-privato, individuata a suo tempo da Gramsci, nell’esercizio dell’egemonia), che hanno attivamente lavorato per spingere politicamente e ideologicamente l’adozione della moneta unica, in partnership, come si dice oggi, con la Commissione Europea: la CMUE, fondata da Giscard d’Estaing e Schmidt, e l’AMUE, costituita da grandi imprenditori e banchieri europei.
La seconda è stata la più attiva: è sciolta da anni, ma rappresenta un capitolo di storia che merita di essere ricordato con attenzione.
Per dire: “On 6 October 1987, the formal founding meeting of the Association for the Monetary Union of Europe (AMUE) took place in Agnelli’s office in the via Marconi in Turin.
Giscard d’Estaing announced the idea of a new Association to the CMUE meeting on 15 June 1987. Agnelli promised to enlist the support of European employers’ associations and to look for initiatives to support the link between monetary integration and the single market.” (Collignon, Schwarzer, op. cit., pag. 57).
Nell'88 l'AMUE commissionò alla Gallup un sondaggio: “The poll by Gallop and Faits et Opinion was conducted in 1988 to find out what business leaders in the European Community thought about the European Currency. It sampled 1,036 companies with more than 300,000 million Ecu in export or import in seven countries: Belgium (82 cases), Federal Republic of Germany (174), Spain (160), France (171), Italy (182), The Netherlands (80), and the United Kingdom (187).”
Sentite un po’ i risultati (pag. 61): “Eighty-six per cent of all respondents, 60 per cent in Germany, 79 per cent in the United Kingdom and 98 per cent in Italy favoured stable exchange rates, leading to lower cost and risk in currency management and supported the idea of using money as a vehicle to Europe’s unification.”
Quindi qualcuno che era d’accordo in effetti c’era. Eccome se c’era.
Eccerto: è come se l'oste chiedesse a se stesso se il vino è buono
EliminaSul togliere istruzione ai giovani comunque sono riusciti benissimo.
RispondiEliminaSi dovrebbe iniziare a fare informazione su come comportarsi in caso di contaminazione.
RispondiElimina《 Comunicato congiunto di Gran Bretagna, USA, Francia e Germania. L'avvelenamento con l'agente nervino avvenuto in Inghilterra senza il primo attacco con armi chimiche in Europa dalla fine della Guerra Mondiale. 》
D'altronde, qual è la fase suprema del totalitarismo capitalista se non presentarsi come anti-totalitarismo?
L'alienazione suprema coincide con la massima intelligenza artificiale al servizio della massima stupidità umana. O, meglio, viceversa.
(mi ha colpito sentire americani sostenere "meglio una rivoluzione comunist, o essere morti, piuttosto della situazione presente)
Se vogliamo la pace dobbiamo abolire lo stato nazione per costruire una democrazia europea. Parola di Deutsche Bank.
Chissà se i popoli della terra sono al 98% d'accordo?
Ciao Quarantotto, perdonami per l'argomento fuori tema, voglio solo ricordare che oggi ricorre il 40 anniversario del rapimento del Presidente Aldo Moro e la barbara esecuzione dei componenti della sua scorta. La grave colpa di Moro fu di difendere la Sovranità e gli interessi di questo Paese. Sono passati 40 anni e sembra che i sistemi "democratici" degli angloamericani, vedi caso Skripal, siano sempre gli stessi e sempre con gli stessi obiettivi: cancellare le Sovranità altrui, prima blandendo e corrompendo le classi dirigenti dei paesi potenzialmente concorrenti e se questo non bastasse si ricorre all'omicidio, incolpando o usando altri. Sembra ormai certo che quarant'anni fa in via Fani non c'erano solo le brigate rosse, che su questa disgraziata vicenda hanno sempre spudoratamente mentito, ma l'universo mondo dei servizi segreti e della malavita, che come spesso accade anch'essa viene usata per i fini non confessabili del vero potere ovvero Essi.Per usare le parole di Tina Anselmi la Democrazia in Italia finì in quel giorno, poi le tappe le conosciamo tutti: Adesione allo Sme con il cadavere di Moro ancora caldo, Divorzio Tesoro/Banca d'Italia, grazie a una lettera fra Andreatta e Ciampi (Istituzione Parlamento dov'eri?) esplosione del debito pubblico, non si capisce perchè succede solo qui da noi mentre in Francia che il divorzio lo fecero nel 1973 il debito pubblico rimase sotto controllo. Maastricht, Mani pulite con i suoi strani suicidi, per tutti Cagliari e Gardini, la fissazione del cambio spudoratamente favorevole alla Germania e alla Francia, i bombardamenti umanitari in Serbia per debellare il nuovo Hitler, la totale e passiva accettazione della narrazione dell'undici settembre, con la conseguente accettazione di esportare la democrazia in Afganistan e in Irak via bombardamenti, ( le famose armi chimiche che in 45 minuti avrebbero colpito la Gran Bretagna), la passiva accettazione dello sforamento del 3% da parte di Germania e Francia, per finire con il colpo di Stato della BCE nel 2011 con la famosa letterina al governo Berlusconi e conseguente insediamento di Monti. Le massime autorità dello Stato ad iniziare da Napolitano per finire all'ex Presidentessa innominabile, che in tutti questi anni hanno continuato a chiedere cessioni di Sovranità in totale disprezzo della nostra Costituzione che avrebbero dovuto tutelare. Tutto questo, e sono passati 40 anni, senza che l'energie migliori del Paese (dirigenti e quadri) sapessero coagularsi per opporsi a questo progetto di colonizzazione totale.
RispondiEliminaFaccio solo notare che questo Paese ha avuto la Costituzione più bella e democratica del mondo, ed è riuscito a compiere il MIRACOLO economico ITALIANO, nel mentre il Maestro Manzi insegnava a scrivere ed a leggere a milioni di Italiani analfabeti. Il popolo era molto più ignorante ed analfabeta 70 anni fa che oggi, eppure il paese decollò, e cantavamo Volare, forse avevamo una classe dirigente diversa, da Basso a La Pira da Fanfani a Moro.