http://www.lastampa.it/2018/03/27/esteri/moscovici-non-ci-intrometteremo-ma-litalia-deve-rispettare-le-regole-e-abbassare-il-debito-Rp6U69DvoJWRvpiieCoNPO/pagina.html
1. Quando parlammo più di recente della "ipotesi Calamandrei" - cioè che quando si disapplicano, per via di trattato internazionale non filtrato dall'art.11 Cost., i principi e i diritti fondamentali della Costituzione, quest'ultima "non è semplicemente modificata ma distrutta" onde "si ritornerebbe allo stato di fatto, allo stato meramente
politico in cui le forze politiche sarebbero di nuovo in libertà senza
avere più nessuna costrizione di carattere legalitario"-, finimmo per parlare, inevitabilmente, dell'incombente soluzione Citigroup.
Vale a dire, del prevalere del mito, extratestuale rispetto ai principi fondamentali della Costituzione del 1948, della c.d. "governabilità", assunta a principio-guida a prescindere da qualsiasi limite legale-sostanziale posto dalla Costituzione all'azione di un (salvifico?) governo.
Vale a dire, del prevalere del mito, extratestuale rispetto ai principi fondamentali della Costituzione del 1948, della c.d. "governabilità", assunta a principio-guida a prescindere da qualsiasi limite legale-sostanziale posto dalla Costituzione all'azione di un (salvifico?) governo.
Una formula, questa della governabilità (qui, in "Appendice di Teoria dello Stato"), che accanto ad altre (in specie il debito pubblico...come in una famiglia, qui e qui), in modo apparentemente ragionevole e persino para-legalitario (v. sotto p.5.1.), assume la prevalenza conclamata dell'ordine internazionale dei mercati sulla sovranità democratica costituzionale e pone le condizioni concrete per il definitivo superamento di ogni labile facciata della asserita continuità dello Stato di diritto costituzionale ante e post irruzione del "vincolo esterno".
2. Ma che forma assumerebbe, nella situazione di non equilibrio politico-parlamentare attuale, quale scaturito dalle ultime elezioni, questo definitivo superamento, nemmeno più formalmene dissimulato, della legalità costituzionale sostanziale?
Si badi bene: non stiamo, (non necessariamente...per il momento), parlando della legalità costituzionale formale-istituzionale, che, come abbiamo visto (p.8), è cosa diversa, data la compatibilità di tale elemento formale-organizzativo dello Stato, con il passaggio da una democrazia sociale ad una "liberale", governata (con mano di ferro) da un'oligarchia mandataria dei mercati. E quest'ultima, all'interno di un trattato internazionale liberoscambista che si autoafferma come supremo paradigma politico-legalitario, consistente in un numero ristretto di soggetti, anche istituzionali ma prevalentemente privati, rappresentativi di interessi del capitalismo finanziario estero.
3. Si tratta dunque non solo del come, in questo passaggio storico, l'Italia debba rassegnarsi alla distruzione irreversibile dell'assetto sociale della sovranità popolare pluriclasse e solidale del '48 (qui, pp. 11-14), peraltro senza particolari reazioni e resistenze popolari, ma anche del come si passi, altrettanto definitivamente, ad archiviare lo "Stato democratico sovrano [cioè] quello
le cui determinazioni dipendono soltanto dalla volontà collettiva del
suo popolo, espressa in modo democratico, e non dalla volontà o da forze
esterne, che stiano al di sopra del popolo e al di fuori dello Stato" (come paventava sempre Calamandrei, p.2).
4. Ma, richiamati questi principi, cerchiamo la risposta alla domanda su quale forma inevitabilmente assumerebbe, a seguito dell'esito sulla composizione parlamentare delle ultime elezioni, questa distruzione della sostanza della Costituzione (ribadiamo: come vedremo tra un po', paralegalitaria....).
Si tratta di un pericolo incombente, di potenziale saldarsi di una serie di elementi già ambiguamente compresenti nel sistema e che potrebbero alla fine combinarsi. Almeno, scaturendone una paralisi conclamata negli accordi tra le principali forze parlamentari, verso la soluzione Citigroup...che farebbe rientrare in gioco prepotentemente le forze de-sovranizzatrici filo€uriste, diffuse in tutto l'arco partitico.
In prima approssimazione, ce li riassume (bastano i titoli per un lettore che abbia seguito il discorso finora svolto, meglio se andando ai rinvii dei links) l'Huffington Post (molto attento, non a caso, a questo tipo di combinazioni politiche):
Pressare la Lega guardando al Pd (e a Delrio...). M5S convoca pre-consultazioni, ma i dem si tirano fuori
5. A chi non avesse colto con immediatezza la deriva potenziale derivante da questi frangenti, può risultare chiarificatore l'ennesimo richiamo "ad orologeria" di Moscovici (che no, non si intromette...):
Un monito che immediatamente avrebbe prodotto i suoi effetti sull'esercizio della sovranità delle istituzioni italiane, almeno a livello mediatico.
5.1. Ed infatti, la maggior nitidezza della congiuntura politica istituzionale legata alla incerta prospettiva politica attuale, ce la fornisce questo scritto che è talmente esplicito da non richiedere particolari commenti giuridico-costituzionali. Li lascio ai più preparati dei lettori - che sapranno benissimo capire perchè si tratta di soluzione para-legalitaria- e mi limito a usare l'evidenziatore:
Il Sole 24 Ore, 28 marzo 2018-
I poteri di «veto» del Quirinale con l’art. 81 sul pareggio di bilancio
Il Sole 24 Ore, 28 marzo 2018-
I poteri di «veto» del Quirinale con l’art. 81 sul pareggio di bilancio
Non è
con sorpresa che Sergio Mattarella ha letto le dichiarazioni del
commissario Ue agli Affari economici in cui ricordava all’Italia l’alto
livello del debito e quindi la raccomandazione a «politiche di bilancio
responsabili».
Forse chiamarlo “avvertimento” è sbagliato, può darsi che
sia un gradino sotto, ma quello che è certo è che i destinatari di
Pierre Moscovici erano la Lega e i 5 Stelle, cioè coloro che a oggi si
candidano a governare il Paese con un programma che trascura – anche
volutamente – l’aspetto del deficit.
Lasciando da parte come la giornata
di ieri abbia sempre più mostrato le difficoltà di un patto Di
Maio-Salvini, è evidente che gli allarmi dell’Europa non sono un fulmine
a ciel sereno per il capo dello Stato.
Si può immaginare che ci siano
stati contatti con i massimi livelli dell’Unione già subito dopo il
voto, è probabile che ci sia già stato uno scambio di opinioni, forse
anche di preoccupazioni.
Non c’è una versione ufficiale del Colle e
soprattutto non ci sono commenti visto che la situazione interna è
ancora molto nebulosa, sta di fatto che la nostra Costituzione consente
pure il silenzio.
Nel senso che i meccanismi di auto-tutela del sistema finanziario italiano, anche senza gli allarmi esteri, sono pienamente operativi ed efficaci.
Nel senso che i meccanismi di auto-tutela del sistema finanziario italiano, anche senza gli allarmi esteri, sono pienamente operativi ed efficaci.
Si parla dell’articolo 81, quello che
nel 2012 fu oggetto di riforma per inserire nella Carta il pareggio di
bilancio. Per intenderci quella revisione che fu fatta in pochi mesi,
approvata da una larga maggioranza qualificata durante il Governo Monti
proprio per tranquillizzare i mercati che avevano acceso la spia rossa
della speculazione sul nostro Paese.
Bene, il primo strumento nelle mani
del capo dello Stato a tutela dei conti italiani è proprio l’articolo
81 che gli consente di dare lo “stop” se si fanno provvedimenti in
aperta contraddizione con il dettato della norma. Si configurerebbero
proprio come violazioni della Costituzione e con questa motivazione
Sergio Mattarella negherebbe la firma delle leggi e le rinvierebbe alle
Camere.
Va anche chiarito che fin qui non si è mai attivato questo meccanismo perché lo stesso articolo prevede delle deroghe che fino ad ora il Governo ha sempre trattato con Bruxelles. Si tratta di quelle clausole concordate con l’Europa che hanno fatto “incassare” all’Italia una flessibilità di circa 30 miliardi in tutto il periodo del Governo Renzi.
Va anche chiarito che fin qui non si è mai attivato questo meccanismo perché lo stesso articolo prevede delle deroghe che fino ad ora il Governo ha sempre trattato con Bruxelles. Si tratta di quelle clausole concordate con l’Europa che hanno fatto “incassare” all’Italia una flessibilità di circa 30 miliardi in tutto il periodo del Governo Renzi.
Ma è lo stesso articolo 81 che prevede sia possibile il ricorso
all’indebitamento ma «solo al fine di considerare gli effetti del ciclo
economico» e «al verificarsi di eventi eccezionali», che possono
consistere in gravi recessioni economiche, crisi finanziarie e gravi
calamità naturali.
Tutte circostanze in cui si è aperto un tavolo con i
commissari europei, talvolta più complesso, ma che ha mantenuto l’Italia
dentro i binari europei. Proprio i “patti” con l’Unione hanno
consentito di restare nell’alveo della Costituzione e nello scudo
dell’Ue mentre ipotizzare una legge di bilancio che rompa il muro del
3%, metterebbe automaticamente il Governo fuori dalla Costituzione e
dalle regole europee.
Prima di tirare in ballo i mercati, un tale
Esecutivo verrebbe messo in mora dal capo dello Stato.
5.2. L'autrice dell'articolo dovrebbe però rammentare che se, successivamente al rinvio presidenziale, il governo ottenesse dal parlamento una nuova approvazione della legge "censurata" dal PdR, a quest'ultimo rimarrebbe un'unica scelta tra due soluzioni:
a) promulgare la legge rinviata ma riapprovata (art.74 Cost.); ovvero
b) con un'iniziativa che non s'è mai prima verificata (neppure di fronte alle leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati o di recepimento di altre fonti €uropee, che pure risultavano manifestamente sospette di violare i diritti fondamentali della Costituzione "lavorista") sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale (art.134 Cost.).
In questo caso la stessa Corte si troverebbe, a sua volta, di fronte ad un'alternativa - riguardo ad un redde rationem sulla comprensione dei trattati - che, in precedenti analisi economico-istituzionali, abbiamo posto in questi termini ineluttabili: RESA TOTALE...O LA FINZIONE NON PUO' PIU' CONTINUARE?
5.2. L'autrice dell'articolo dovrebbe però rammentare che se, successivamente al rinvio presidenziale, il governo ottenesse dal parlamento una nuova approvazione della legge "censurata" dal PdR, a quest'ultimo rimarrebbe un'unica scelta tra due soluzioni:
a) promulgare la legge rinviata ma riapprovata (art.74 Cost.); ovvero
b) con un'iniziativa che non s'è mai prima verificata (neppure di fronte alle leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati o di recepimento di altre fonti €uropee, che pure risultavano manifestamente sospette di violare i diritti fondamentali della Costituzione "lavorista") sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale (art.134 Cost.).
In questo caso la stessa Corte si troverebbe, a sua volta, di fronte ad un'alternativa - riguardo ad un redde rationem sulla comprensione dei trattati - che, in precedenti analisi economico-istituzionali, abbiamo posto in questi termini ineluttabili: RESA TOTALE...O LA FINZIONE NON PUO' PIU' CONTINUARE?
Da 'amante dei ricordi', non possono non venirmi in mente le parole di Sidney Sonnino nel 'Torniamo allo Statuto' di fine '800, laddove affermava che "In un Governo fondato quasi totalmente sull'elezione manca nella alta direzione della cosa pubblica la rappresentanza dell'interesse collettivo e generale". Si trattava, a ben vedere, di una affermazione che non riconosceva alla base la democrazia rappresentativa come strumento idoneo ad organizzare la collettività nel suo interesse, nonché di un'accezione perversa del primato della politica che costituiva (o voleva costituire) la "grundnorm" di uno "stato di eccezione", che a quel punto diventava una sorta di misura necessitata per salvare la democrazia da se stessa.
RispondiEliminaA mio avviso, il 'mito' della cosiddetta 'governabilità' già emergeva da questi passaggi, così come veniva definita, nelle parole successive -che evocavano un esecutivo che doveva "nella sua azione di governo, mantenersi al di sopra e al di fuori dei partiti [...] tenendo conto del solo interesse generale dello Stato"- si definiva l'ipocrisia morale che ne è alla base.
Tornando al presente, l'eventuale sollevazione di un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato da parte del Presidente della Repubblica non solo sarebbe senza precedenti, ma consoliderebbe -a mio avviso- la figura di un Capo dello Stato che non certifica la volontà delle forze politiche, bensì la determina. Tale figura, iniziata a formarsi dai tempi di Napolitano, sarebbe -a sua volta- di dubbia costituzionalità......
La tua citazione di Sonnino è ripresa proprio nel link alla "Appendice di Teoria dello Stato" inserito al punto 1 del post :-)
Elimina(Faccia tanta fatica a mettere links esplicativi, punto per punto: datemi un po' di soddisfazione!)
Chiedo venia: la mia memoria comincia veramente a fare cilecca! :-)
EliminaIl brutto dei 40 anni è che ancora sembra che il tempo non vada avanti, e invece.... :-)
E pensare che il giovane Sonnino, “non ancora chiuso in sé e, quasi fuori del mondo, cocciutamente irrigidito su posizioni immutabili" (F. Chabod, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, Laterza, Roma-Bari, 1971, pag. 387), riconosceva, nei vari lavori col Franchetti, che, per quanto riguarda le garanzie dello Statuto, queste apprestavano “difese contro mali che non arrivano alla classe inferiore, protezione di diritti che non usa, soddisfazione di bisogni che non sente. Di più, sono d’indole tale che ad essere adoprati hanno bisogno di persone di una certa intelligenza e cultura, cioè, nelle nostre presenti condizioni, di una classe agiata; sicché dato pure che la classe inferiore ne provasse il bisogno, non potrebbe usarne che per mezzo della classe superiore, in quanto questa avesse interessi identici ai suoi e ne pigliasse le difese. Ma questa classe agiata è precisamente quella contro la quale la classe inferiore ha bisogno di essere difesa; è la sua nemica e tiranna naturale . . . Abbiamo legalizzato l’oppressione esistente, ed assicuriamo l’impunità all’oppressore.”
EliminaQuanto alla partecipazione politica, “le classi inferiori che sono pure la maggioranza della nazione . . . non partecipano al giuoco delle forze politiche in Italia. Non hanno voce in capitolo, non possono farsi valere, e in conseguenza il pensiero dei loro bisogni e dei loro danni non può imporsi alla mente dei governanti in proporzione alla loro importanza . . . Insomma queste classi e i loro interessi non entrano per nulla nella vita del Paese; sono escluse da essa ... Lo Stato tutto intero, considerato nell’insieme dei suoi ordinamenti, poggia sopra una minoranza della nazione e questa sola minoranza tutela e difende.” (le citazioni di Sonnino sono tratte da Occhiocupo, Liberazione e promozione umana nella Costituzione, Giuffrè, Milano, 1984, pagg. 21-2).
Ovvero, come volevasi dimostrare, “moralismo tecnocratico” e primato della politica servono solo a erigere un muro tra la società e lo Stato: che l’irrequieto popolo-bambino se ne stia al suo posto, che gli adulti “reponsabili” sanno quel che è meglio per lui (o retoriche anche più sgradevoli).
Ciò che in sostanza, con un'ipocrisia reiterata,in una nuova forma (in apparenza ribaltata) ogni qual volta, a causa delle misure fiscali e politico-economiche impopolari, - ma senza alcuna autocritica su queste-, viene (dalla fine degli anni '80, non casualmente) ripetuto dai politici che perdono le elezioni: il distacco della politica dalla....gggente.
EliminaSecondo Stefano Folli il capo dello Stato attenderà che i partiti “consumino le loro contraddizioni", poi saranno le misure da prendere in materia economica a imporre la soluzione. E, aggiungo io, sarà pronto il nuovo Monti, che da un paio di mesi tutto il mainstream mediatico sta promuovendo in modo massiccio: l’ottimo Cottarelli, destinato a realizzare ciò che viene invocato da Moscovici, dal FMI, ma anche da molti illustri italiani. Da ultimo, il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, che su twitter dichiara senza pudore: “credo che come per Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda, sia opportuno che gli italiani sperimentino sulla propria pelle quello che salvatori come Ciampi, Amato, Monti gli hanno finora evitato, solo provando quelle sofferenze potranno capire…”. Non solo autorazzismo, qui siamo di fronte a un alto funzionario pubblico che auspica sofferenze per 'gli italiani', e questa è davvero l'anomalia del nostro paese, l'unico la cui classe dirigente odia i propri concittadini e non fa nulla per nasconderlo.
RispondiEliminaVede, in altri tempi avrebbero tirato fuori la ghigliottina. Oggi diamo retta al funzionario come se fosse Cristo in terra.
EliminaA me pare invece, più semplicemente, la conferma di quanto profondamente debba essere cambiata tale "classe dirigente" nel caso un governo politico (di avvicendamento democratico conforme al risultato elettorale) volesse diventare operativo. Presto e...bene. Ma soprattutto presto...
EliminaSe la finzione potrà o non potrà continuare dipenderà esclusivamente dalla natura politica o meno del prossimo esecutivo.
RispondiEliminaPer spiegarlo ad un mio amico (che non era in grado di apprezzare la differenza sostanziale che corre tra un governo politico ed uno tecnico) gli ho raccontato un vecchio aneddoto, a suo tempo abbastanza noto negli ambienti apicali del ministero delle poste.
Un potente ministro dell'epoca, in prossimità delle elezioni politiche, convocò il suo direttore generale per chiedere l'apertura di un secondo sportello postale a Teano (il suo collegio).
Il direttore generale (di altra corrente politica, dettaglio non trascurabile) rispose più volte che quanto richiesto non si poteva fare, perchè il regolamento stabiliva che la numerosità del bacino di utenza non giustificava l'apertura di un secondo ufficio postale.
Alla fine il ministro convocò per l'ultima volta il direttore generale e gli disse: "Ho capito, il regolamento dice..., ma qui sono due le cose. O cambia il regolamento o cambia il direttore generale."
'ça va sans dire' il regolamento non cambiò, il direttore generale rimase in carica tranquillamente ed il secondo ufficio postale fu inaugurato prima delle elezioni.
Con un governo politico di centro-destra il Presidente Mattarella (che viene proprio da quel tipo di ambiente politico) continuerà a promulgare tutte le leggi votate dal Parlamento (come ha sempre fatto), la questione del pareggio di bilancio e del rientro dal debito sarà rimandata a tempi migliori (giorno del poi, anno del mai) ed il 3% di deficit sarà sforato senza che 'leuropa' possa farci niente...
Per questo un eventuale governo politico di centro-destra in Italia viene (giustamente) percepito in Europa come un 'paletto di frassino': l'euro è come un vampiro, assetato di sangue italiano, che giace appostato nel buio vellutato della sua 'bara centrale' (no, non ho detto banca - semicit. F. Califano), in attesa del ritorno della notte.
Sa che per farla finita basta solo che il governo politico affondi il paletto di frassino nel cuore della bestia e nello stesso tempo non sa se temere di più il paletto o la luce del sole.
Al volo e senza rileggere nulla le prime elementari osservazioni che vengono in mente sono:
RispondiEliminaQui ci vuole il test di Orwell.
- l'art. 81 nella sua attuale formulazione (non modificabile per via referendaria a causa della maggioranza qualificata ottenuta per consapevole decisione politica in sede di approvazione), non è compatibile con la Costituzione perché rende impossibile la democrazia necessitata che ne è fondamento, quindi, richiamarsi ad esso non dovrebbe essere possibile da parte di chi la Costituzione deve garantire.
Quindi e contrario, farlo significherebbe...
- La "cessione" di sovranità alla UE pone l'Italia fuori dalla Costituzione (sospensione?), e i casi previsti per la sua limitazione non rientrano nelle richieste della Commissione, quindi, NON siamo rimasti nell'alveo costituzionale perseguendoli e applicandoli. Proprio perché abbiamo trattato degli accordi che oltre a non essere previsti, hanno impedito le politiche economiche a fondamento della Costituzione stessa, tanto più il rispetto di quegli accordi pone l'Italia fuori dall'alveo costituzionale.
Quindi, attenersi a quegli accordi significherebbe uscire ancor più dall'alveo stesso.
Ma gli accordi incostituzionali non dovrebbero essere oltre che impossibili, inapplicabili e privi di effetti?
E allora, e contrario, applicarli significherebbe...
Tuttavia, la necessità sentita dall'articolista e ancor più dalla testata di richiamarsi alla Costituzione, se da un lato inquieta perché potrebbe palesare l'arrivo dell'ultimo attacco ai suoi stessi principi e alla sovranità residua, dall'altro fa pensare che un simile richiamo sarebbe stato impensabile fino a qualche tempo fa. Oso dire che senza il discorso portato avanti da questo blog esso non sarebbe avvenuto.
È anche questa alfabetizzazione che bisogna distruggere. Definitivamente.
Stasera se ci riesco rileggo un po' di post.
Il giochino di ricapitolazione, almeno per tale io l'ho usato, mi incuriosisce e è molto utile!
Perdono per l'affastellamento di lievi imprecisioni :-(.
Prima cosa da rileggersi questa sulla presunto primato del diritto comunitario sulle Costituzioni - ovviamente senza dimenticare la forza degli interessi in gioco in tale accomodamento giuridico.
RispondiEliminaOra devo smettere di pensare alla Costituzione. Troppo blog è una droga ;-P.
Percorso logico (storico-giuridico) corretto: anche nel finale.
EliminaMa è da ritenere che il (far finta di voler) capire la Costituzione in un certo modo, sia una paralogica quasi inevitabile. Un'extrema ratio conservativa che sfrutta le mosse precedenti (tutte: nella loro combinazione progressiva degli ultimi anni)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaTemo che la soluzione Citigroup sia la più probabile. La "missione" del partito della trilaterale è evidente ...pian piano getteranno la maschera. Purtroppo siamo stati accertati dai collaborazionisti e ci toccherà ristabilire la legalità costituzionale sulle macerie del paese...semmai ne avremo l'opportunità!
RispondiEliminaPerdonate lo sfogo...
Quarantotto, sei piuttosto moderato rispetto al mio temperamento: quell'articolo, più che sproloquiare di strumenti "para-legali", diffonde un pensiero eversivo a mezzo stampa. Un'argomentazione i cui fini sono lesivi della salute e dell'integrità del popolo italiano e a favore di interessi materiali esteri.
RispondiEliminaTradotto dalla lingua liberale a quella democratica: « La prima istituzione garante degli interessi esteri ha ricevuto un richiamo all'ordine sul livello di patrimonio da saccheggiare dai cartelli internazionali, e quindi l'intimazione ad attuare «politiche di bilancio conformi al ruolo subalterno imposto al Paese».
« Chiamarlo “avvertimento” non è abbastanza liberale: gli ordini vanno chiamati "amichevoli consigli" »
« Ufficiosamente rappresentanti delle istituzione italiane sono andati a sentire le disposizione del Fuhrer del libero mercato »
« I destinatari ultimi del gerarca del libero mercato sono i partiti rappresentanti la sovranità popolare italiana che hanno in programma di difendere interessi non del Reich »
« Nel fantastico Reich del libero mercato, le fonti costituzionali sono poste al di sotto della soft law e degli usi e dei costumi del primo gerarca avvinazzato »
« i meccanismi di auto-tutela tecnocratici permettono lo sfruttamente economico del popolo italiano »
« il primo strumento nelle mani del capo dello Stato a tutela della totale spoglio dei beni degli italiani, è proprio l’articolo 81 »
« Il governo non eletto Monti, essendo stato supportato a grande maggioranza, avrebbe rappresentato la volontà degli italiani a venire depredati: questo governo, grazie all'appartenenza dell'Italia all'UE, ha permesso di far sì che la Costituzione da rigida sia diventata malleabile, plastica - quasi molliccia - in modo da rifondare la Repubblica sulla garanzia illimitata del patrimonio di tutti i lavoratori a favore degli speculatori esteri, al posto della sicurezza e dignità del lavoro. Il capo dello Stato si impegnerà a difendere la soft constitution secondo il volere del Reich dei mercati: chiederà di sostituire l'art.1 con l'art.81. Perché anche la forma è sostanza »
« Il capo dello Stato rappresenta quindi il Mercato sovrano e, come diceva il miglio giurista del Fuhrer, «sovrano è chi decide sullo Stato d'eccezione» »
Il capo dello Stato versus il popolo sovrano?
Però almeno riconoscimi che, fenomenologicamente, hai semplicemente applicato, a cotale "messaggio", il test di Orwell (e per una volta sei d'accordo con Pellegrina v.sopra).
EliminaDunque, la metodologia intrinseca al blog consente tali letture come corollari coerenti del suo complessivo contenuto :-)
Siccome poi non sono "moderato" quanto piuttosto "realista", nella mia...ingenuità, cerco di rivolgermi a un tipo di lettori che possa dare un'applicazione molto pratica e diretta alle informazioni date dall'analisi proposta.
Ma Quarantotto... ho fatto una supercazzola di post a tema epistemologico per dimostrare la fondazione fenomenologica del tuo "test di Orwell"! :-)
EliminaLasciamo stare poi la presunta ingenuità, che spesso si rivela essere la proiezione di uno spirito integro: spirito che ha come riflesso ciò che si banalizza con la parola "onestà". E l'onestà dovrebbe essere quella forma di impeccabilità che, per umana identificazione, si proietta nell'altro. Quell'altro che, l'aggettivo "onesto", lo intende come sinonimo di "bonario tonto" da sfruttare in qualche modo... liberalmercatistico.
(Poi con ciò che scrive generalmente @Pellegrina, al di là di condividere o meno alcune determinate posizioni più che analisi, sono tendenzialmente d'accordo: le analisi sulle scienze sociali, dato un atteggiamento etico, producono necessariamente un certo consenso come per qualsiasi discussione sviluppata secondo il metodo scientifico. La "posizione", l'«atteggiamento», hanno invece più a che fare con l'interpretazione, con la ricerca del senso, con la propria spiritualità)
(L'unica vera governabilità è quella da risolvere dentro di sé: quella sulle passioni....)
(Ogni riferimento a se stessi è puramente casuale)
Con che spirito Mattarella abbia accolto gli 'amichevoli consigli' non lo sapremo mai, ma sappiamo che conosce molto bene la storia recente d'Italia e moltissimi suoi retroscena.
EliminaEsattamente cinquanta anni fa il destinatario degli 'amichevoli consigli' fu addirittura Paolo VI.
Un autorevole cardinale (che in conclave non arrivò a ricevere abbastanza voti, motivo per cui fu eletto invece papa Montini) osò sostenere pubblicamente che i bombardamenti USA sul Vietnam del Nord 'gridavano vendetta al cospetto di Dio'.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Lercaro
Nella storia recente della chiesa non era mai accaduto che un cardinale, nominato da un predecessore, fosse destituito dal papa regnante per aver sostenuto il Vangelo, ma nel caso di Lercaro si fece prontamente eccezione.
Dopo 10 anni il premio per l'accettazione degli 'amichevoli consigli' fu l'uccisione del suo amico Aldo Moro da parte dei sicari coltivati e protetti dagli USA e (poco dopo) l'elezione di un nuovo papa (papa Luciani non era infatti quello 'giusto'), più favorevole ad utilizzare lo IOR ed il Banco Ambrosiano per triangolare i fondi necessari per il pianificato colpo di stato in Polonia.
Ma anche questo papa ricevette un bel ringraziamento: un colpo di pistola quasi letale e molti altri numerosi 'amichevoli consigli' perchè il mancato assassino (a differenza del suo 'banchiere di Dio') fosse 'graziato' e potesse tornare nel buio da cui era venuto.
Quindi l'uomo di stato accorto, anche se riceve molti 'amichevoli consigli', non si espone mai...
P.S. I 'babyboomer' come me non dimenticano nulla, ad ESSI conviene farci ammazzare tutti, meglio se di inedia a seguito della mancata erogazione della retribuzione differita.
Credo sia utile rileggere anche questo post (particolarmente la linea d'azione suggerita al n. 8).
RispondiEliminaE' buffo come la Costituzione "ricicci" ogni tanto, a seconda degli interessi che gli vengono, del tutto soggettivamente, affidati in tutela, no?
EliminaInsomma, per "costituzione" (art.81), l'austerità va ripresa alla grande per...aumentare il debito/Pil (perché questo è l'oggettivo e consolidato unico effetto sui conti pubblici), ma, sempre per Costituzione (dice qualcosa su questo l'art.47?) i soldi pubblici spesi per il "welfare bancario" non entrano nel deficit!
E senza neppure seguire le procedure previste dall'€uropa: questo perchè il risparmio va "tutelato"...con la ricapitalizzazione pubblica delle banche private.
Per poi cederle a mani estere.
Private.
Ormai si può parlare di follia metodologica. Quanto sta accadendo è semplicemente la manifestazione di un “regime”, come spiegato da Basso in sintonia con il discorso di Calamandrei:
RispondiElimina“… è necessario prima avere chiaro in mente che cosa si intende con questa espressione “regime”… si può dire che il regime e caratterizzato da un centro di POTERE EXTRACOSTITUZIONALE che si sovrappone e si sostituisce ai poteri costituzionali, creando confusioni di organi e di funzioni, e che questo centro di potere e rappresentato da una oligarchia, formata da grandi esponenti…delle potenze economiche e dell’altissima burocrazia, donde in ultima analisi il prevalere di poteri irresponsabili che paralizzano l’azione degli organi legali… che fanno sparire i confini fra il lecito e il libito, che distruggono le basi dello Stato di diritto e della sovranità popolare.
Come ulteriore conseguenza ne deriva che, siccome IL POTERE DI FATTO non coincide con il potere legale, le difese legali della democrazia, i meccanismi costituzionali, i freni e contrappesi previsti dal nostro ordinamento non funzionano più…sicché IL POTERE DI FATTO non solo può sempre estendere la propria usurpazione, senza incontrare né i controlli ne gli ostacoli previsti, ma, soprattutto (ed e questa caratteristica essenziale del “regime”) SENZA AMMETTERE LA POSSIBILITÀ DI UN’ALTERNATIVA, che è condizione di vita democratica ma che, per esprimersi, presuppone precisamente il retto funzionamento dell’ordinamento democratico…” [L. BASSO, Verso il regime? Problemi del socialismo, dicembre 1959, n. 2, 83-98].
“L’Italia DEVE rispettare le regole” imposte dall’oligarchia. TINA.
Si conferma – ne abbiamo già parlato ampiamente – proprio lo stesso scenario del ventennio (questa volta con oligarchia palesemente straniera), scenario ben descritto in modo sintetico sempre da Calamandrei:
“… Nei commenti scolastici è nei trattati scientifici di quel periodo, anche quando non furono scritti (come spesso accadeva) con deliberato proposito di servile esaltazione delle leggi fasciste, FU BUONA REGOLA ASTENERSI DAL RICERCARE DIETRO LE FORMULE GIURIDICHE LA REALTÀ POLITICA CHE VI SI CELAVA: e si continuò a qualificare i nuovi istituti colle vecchie definizioni accomodanti, IN MODO DA LASCIARE NEL LETTORE NON INFORMATO LA IMPRESSIONE CHE LE FONDAMENTA COSTITUZIONALI DELLO STATO FOSSERO RIMASTE IMMUTATE, e che l'opera del fascismo non fosse stata, a ben guardare, se non una restaurazione legalitaria dell'ordine costituito ed un ritorno alla più rigorosa ortodossia statutaria.
I trattati dei giuristi che correvano per le scuole continuavano a dissertare sui diritti di libertà del cittadino, come se non fossero stati violentemente soppressi; DELLO STATUTO ALBERTINO, COME SE NON FOSSE STATO TRADITO; DELLO STATO COSTITUZIONALE, COME SE NON AVESSE DOVUTO CEDERE IL POSTO al più arbitrario dèi regimi di polizia. La monarchia rappresentativa o il sistema parlamentare apparivano teorizzati in quelle pagine come se fossero ancora creature vive: i pochi libri giuridici in cui si osò chiamarli col loro vero nome di fantasmi, furono subito tolti di circolazione, o, stampati alla macchia, dovettero rassegnarsi a circor lare in segreto. I maestri che nell'illustrare l'ordinamento fascista non erano disposti a adoperare frasi eufemistiche, dovettero tacere: o, per poter scrivere tutta la verità, andare in esilio. (segue)
… chi vorrà tra cent'anni farsi un'idea esatta dell'ordinamento fascista, non potrà limitarsi a ricercare negli scaffali la raccolta ufficiale delle leggi del ventennio, e fidarsi alla cieca di quel che vi troverà registrato. Per non incorrere in grossolani fraintendimenti, dovrà ricordarsi che molte di quelle leggi, e specialmente quelle di natura costituzionale, furono volute da chi era al potere non col proposito di farle osservare così come erano scritte, ma col sottinteso polemico di far credere a chi guardava dal di fuori … che il fascismo avesse conservato ed anzi rafforzato certe garanzie costituzionali, che l'opinione pubblica delle nazioni democratiche continuava a considerare come conquiste insopprimibili di ogni popolo civile; ma nello stesso tempo in cui questa LEGALITÀ ILLUSORIA era iscritta come un cartellone pubblicitario sulla facciata, dietro quel muro erano segretamente predisposti, dallo stesso legislatore onnipotente, i mezzi illegali per ostacolare o per impedire l'applicazione di quelle leggi apparenti.
RispondiEliminaDi questo carattere veramente originale della dittatura fascista bisognerà che lo storico futuro non si dimentichi mai: la quale non fu una dittatura senza leggi, ma fu anzi una dittatura con molte leggi a doppio fondo, dietro le quali era legalmente organizzato con molta cura un ingegnoso apparato di ipocrisia politica, fatto apposta per annullarle impunemente colla violenza o colla frode. Il fascismo si potrebbe perciò definire, se non paresse una contradictio in adiecto, IL REGIME DELL'ILLEGALISMO LEGALE: DELL'ILLEGALISMO MANOVRATO, o, se meglio piace una parola ora di moda, DELL'ILLEGALISMO PIANIFICATO. Come antitesi alla nozione di Stato di diritto, il fascismo inventò il sistema dell'illegalismo di Stato …” [P. CALAMANDREI, La funzione parlamentare sotto il fascismo, in Il centenario del Parlamento – 8 maggio 1848 – 8 maggio 1948, Biblioteca della Camera dei Deputati, 27 luglio 1948, 261-263].
La pianificazione comprende, come sappiamo, anche il novellato art. 81 Cost., che gli espertologi del sola24ore si guardano bene dal mettere in relazione con i principi fondamentali ed inderogabili. Hanno trasformato la Carta in una “disarmonia complessa”: una sorta di “malattia autoimmune” con la quale la Costituzione si autodistrugge. L’illegalismo legale.
(Caro Quarantotto, secondo quanto affermato sopra da Calamandrei, non mi sentirei di escludere del tutto che siamo a rischio “esilio”)
Il fascismo come prassi « DELL'ILLEGALISMO PIANIFICATO »
EliminaIn pratica la storia dell'europeismo.
Il motivo sotteso a tutte le scelte politiche occidentali è questo.
RispondiEliminaOra che tutti i paesi sovrani sono in qualche modo entrati nel tavolo da gioco del capitalismo più o meno liberale (aka, "sfrenato"), i primi ad aver trasformato il casinò in una forma di governo, ed i governi in casini, vogliono garantirsi il monopolio dello sfruttamento delle risorse umane mondiali.
Imperialismo e governabilità: « l’obiettivo generale del caso Skripal e dell’ultima mossa diplomatica è aumentare la pressione sulla maggior parte dei Paesi associati alla politica degli Stati Uniti, è anche intesa a formare le relazioni tra i capi dell’UE al fine di rafforzare l’ordine mondiale del dopo Seconda guerra mondiale , contrario a quello multipolare imperniato sui principali agenti dell’Eurasia: Cina e Russia. Comprenderà sicuramente il dominio totale delle élite anglosassoni nella sfera dell’informazione e sfrutterà l’immagine del “nemico esterno” per giustificare il controllo totale sui “partner” europei, canadesi e ucraini. In altre parole, le potenze occidentali cercheranno di espandere il modello di società della paura, stato di eccezione globalizzato, testati in Ucraina e in altre parti del (terzo e quarto) mondo negli ultimi quattro anni, con l’arrivo dei neonazisti al potere [ndB, si parla di neonazisti come in Ucraina, non dei fasciorazzisti dei deliri wuminghiani]. Il caso Skripal è uno dei passi per raggiungere tale obiettivo globale.[...]
Stati Uniti e Regno Unito sintonizzano le trombe di guerra. Il problema è che il mondo multipolare ha ragioni e forza per impedire l’escalation di violenza e un paesaggio nucleare. Questo è il polso che domina questo momento globale. »
Speriamo.
Visto che, per quanto le cose in Italia siano drammatiche, finché c'è vita c'è speranza.
(Non riesco a non rimanere stupito da come la stragrande maggioranza delle persone, anche istruite, si possa bere della propaganda tanto rozza ed inverosimile: come diceva quel cittadino russo poco tempo fa, sotto l'Unione Sovietica nessun russo credeva alla propaganda. E aggiungeva che, a differenza degli "occidentali", i russi comunisti studiavano e leggevano i classici)
A proposito di classici. Leuropa ha abolito lo studio della storia antica da tutti i programmi scolastici. In Italia da due anni in prima media la storia inizia da diocleziano. Lo stufio del Risorgimento è spostato alla seconda media e non si porta più all'esame. Tutto passato nel silenzio più assordante, da vero minculpop stalinista.
EliminaIl sole 24 non si smentisce mai e partecipa con la sua "autorità"espertologica all' attacco dei media :fa brutto vedere alla 7 cottarelli e fornero,quest' ultima ospite fissa nella trasmissione di floris, martedì colpire uniti ogni possibile soluzione invisa ai "mercati".Sono consapevole che con i se e i ma non si conclude nulla ,ma sarebbe possibile una maggioranza parlamentare che possa abrogare il pareggio di bilancio inserito nell' articolo 81 ,facendo la stessa operazione che lo ha inserito 6 anni fa?
RispondiEliminaAuguri di Buona Pasqua a Quarantotto e a tutti i partecipanti di questo blog. Speriamo nella rinascita di questo grande Paese, che ha donato all'umanità i vari Dante, Petrarca, Raffaello, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Bernini, Machiavelli, Vivaldi, Rossini, Verdi, Puccini, Leopardi, Manzoni eccc...... a cui si deve anche l'invenzione del sistema Bancario e della partita doppia.
RispondiEliminaIn relazione all'eventuale conflitto di attribuzione eventualmente sollevato dal Presidente della Repubblica, una Corte Costituzionale non attratta dagli interessi alieni rispetto a quelli nazionali (dunque l€uropei, cioè francesi, tedeschi e lato sensu anglosassoni) non dovrebbe avere difficoltà a respingere il suddetto in base alla gerarchia interna della Costituzione, visto che la prevalenza dei principi fondamentali sulle restanti disposizioni (ivi compreso l'articolo 81) non dovrebbe mai essere revocabile in dubbio.
RispondiEliminaTuttavia la composizione della Corte (limitatamente ad alcuni dei suoi membri) e i precedenti non lasciano ben sperare. In particolare, la sentenza n. 175/2015, con il suo richiamo ai "vincoli di spesa" (par. 18), denota una introiezione ormai avvenuta del vincolo esterno e dei meccanismi con cui esso si riversa sulle finanze pubbliche.
Post-scriptum: l'anteprima mi visualizza come Unknown, nel caso di ulteriori commenti, imparerò a identificarmi. Inoltre chiedo scusa se il commento non sarà valutato all'altezza del blog. Continuerò comunque a fruire avidamente dei contenuti, dei quali ringrazio Quarantotto e i più assidui commentatori.