mercoledì 17 aprile 2013

ATTACCO ALLA COSTITUZIONE. LA VIA ITALIANA AL RISANAMENTO NELLA CRISI CHE NON C'E'

Avevamo parlato della sentenza della Corte costituzionale portoghese che aveva dichiarato la illegittimità di 4 su 9 delle misure di austerity imposte, nella legge finanziaria approvata a fine anno, dal memorandum della trojka.
Le misure ritenute incostituzionali tagliavano pensioni e sussidi di disoccupazione (in Italia alle prime ci ha pensato la Fornero, senza colpo ferire, e ai secondi...pure: ora dovranno reperire un miliardo, ma naturalmente da tagli e tasse aggiuntivi, perchè in Costituzione c'è il pareggio di bilancio).
Ora, la situazione, come abbiamo altrettanto visto, è che la Commissione UE non demorde e neppure il FMI: i tagli in qualche modo vanno fatti e poco importa se attiveranno il moltiplicatore fiscale negativo, acuendo la recessione. Il FMI a livello di Blanchard-ufficio studi dice una cosa, ma quando poi si esprime ufficialmente conta la determinazione della Lagarde a tutelare la "stabilità finanziaria" e gli "investitori esteri", formule riassuntive di "banche straniere creditrici, essenzialmente franco-tedesche".
Insomma, "Pedro Passos Coelho, il primo ministro portoghese di centrodestra,doveva comunque tagliare, ai primi d'aprile, la spesa pubblica di 4 miliardi per adeguarsi al programma di "bail out" per 78 miliardi imposto dal memorandum della trojka. Ora, a seguito della sentenza della Corte costituzionale, deve operare tagli per 5,3 miliardi per tenere fede alle scadenze del memorandum fissate per la fine di maggio.
La decisione della Corte ha innescato a livello negli "investitori" il dubbio che si debba ricorrere a un secondo bail-out" (cioè a una procedura concordata che implica un default guidato)".
Inutile dire che "planned cuts impinge in public-sector pay, pensions and benefits".
Il che, nonostante la tregua determinata dal singolare "balletto istituzionale", preannuncia quello che la Commissione, coi suoi "warnings", pretenderà dall'Italia. In un modo o nell'altro, qualunque tipo di governo sieda a Palazzo Chigi, e senza indugio: altrimenti gli investitori si "adombrano" e, si sa, gli spread salgono. Almeno per l'Italia; e non per la Francia, pacificamente destinata a diluire il consolidamento fiscale, attutendo la recessione - sempre per effetto del moltiplicatore fiscale che, quando vogliono, ammettono che esista- in cui la stessa Francia si sta avviando secondo le previsioni del FMI. Ma, per ora, il sistema bancario di Vichy, pardon, francese, è un socio indispensabile per mantenere in piedi il sogno europeo (dei banchieri "chiusi in una stanza a decidere").

Nella situazione di obiettivo ricatto, in cui Passos Coelho pare trovarsi perfettamente a suo agio, (alla stessa stregua dei nostri governanti degli ultimi 20 anni, con punte di "eccellenza" negli ultimi tre),  che ti va a pensare l'establishment PUD€ portoghese? Seguite bene perchè rischia di anticipare il completamento del disegno già iniziato in Italia col pareggio di bilancio, (nel senso che siamo veramente all'avanguardia in Europa!), che ha il "piccolo inconveniente" di cozzare frontalmente con varie norme costituzionali programmatiche delle funzioni e prestazioni statali, direttamente connesse ai principi fondamentali.
"Passos Coelho vuole che la Costituzione sia rivista per assottigliare lo Stato (!) in modo da consentire i tagli che ha garantito alla trtojka. Con ogni probabilità, per abbattere pensioni, stipendi pubblici e sussidi di disoccupazione (magari introducendo, in nome dei filo-europei festanti, il "salario di cittadinanza", ndr.), vuole cambiare la clausole che hano consentito, al presidente della Repubblica e all'opposizione l'accesso diretto alla pronuncia della Corte costituzionale". E qui potremmo pensare a un sospiro di sollievo...paradossale: norme equivalenti nella nostra Costituzione non ci sono, essendo l'accesso, in queste materie, solo "incidentale" in un giudizio ordinario già instaurato. Peraltro, l'accesso diretto è previsto in quella tedesca sì e, infatti, ne hanno fatto uso. Anche se poi a bocciare il fiscal compact ci ha pensato direttamente il Bundesrat (nel silenzio del nostro dibattito politico e mediatico).
Ma adesso viene il bello.
"Ma la preoccupazione maggiore concerne il "welfare state". Il FMI ha proposto (una proposta esterna alle procedure di revisione costituzionale legittimamente previste, ma "molto" vincolante: un pò come il parere dei "saggi" quirinalizi?), di ridurre l'ambito dei servizi sanitari erogati dallo Stato incrementando tariffe e prezzi delle prestazioni (residue) nei "punti di erogazione". Sembra inevitabile un taglio di ampia misura per i salari dei 600.000 impiegati pubblici portoghesi (12,4% della forza lavoro), dove il FMI evidenzia sovrabbondanza di manodopera nel campo dell'istruzione e della pubblica sicurezza (il resto, per la verità, era stato già spolpato).
Nonostante le pressioni da parte del governo e degli investitori stranieri, il partito socialista rifiuta di discutere queste riforme, che vede come un attacco ideologico. Il guaio per Passos Coelho è che il PS è anche contro qualsiasi revisione costituzionale, privando il suo governo della maggioranza di 2/3 necessaria per il suo passaggio in Parlamento. L'opposizione preferisce elezioni anticipate, per consentire a un PS vittorioso di negoziare un nuovo "bail out" (cioè un altro taglio del debito...a debito, ndr.).

Ora non è chi non veda che quanto pare di difficile realizzazione in Portogallo, trova invece una strada spianata in Italia: non c'è alcuna opposizione che consideri intangibile la Costituzione, meno che mai sui "livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali". Che in realtà non si sa bene cosa siano nella mentalità dei nostri politici, tutti: visto che la spesa pubblica è "brutta" e non pare avere alcuna connessione con tali compiti costituzionalmente previsti, nella visione che ci propinano da circa 20 anni.
Questo giacchè il nuovo art.81 Cost., sesto comma, quello introdotto con la revisione costituzionale di "pareggio del bilancio", e votato praticamente da una maggioranza schiacciante e trasversale - ancora tale in Parlamento, a ben vedere-, prevede una legge il cui contenuto, tra l'altro, è fissato nella stessa legge costituzionale di revisione (L.C. 1/2012). E tale legge, quella appunto "di bilancio" deve essere redatta in modo tale che anche "nelle fasi avverse del ciclo economico o al verificarsi  di eventi eccezionali" si possa aumentare l'indebitamento affinchè lo Stato concorra "ad assicurare il finanziamento, da parte degli altri livelli di governo, dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali" (art.5, lett g), L.C. 1/2012).
Tutto bene, allora, direte voi; lo sforamento del pareggio di bilancio è consentito in tali condizioni. C'è un ma: la attuale fase recessiva non è ora considerata, nè lo sarà mai, un ciclo economico particolarmente avverso, cosa che imporrebbe di ricercarne la cause e i metodi di correzione mediante intervento fiscale.
Magari ammettendo che la recessione, cioè il ciclo economico avverso, è provocato proprio dall'asservimento alle politiche UEM, e quindi, in definitiva, dall'adesione all'euro con tutti i suoi annessi e corollari, nel tempo. Anzi, stiamo in pieno "risanamento" (di cosa? I conti pubblici peggiorano costantemente rispetto a tutte le previsioni e il debito/PIL continua ad aumentare).
 Solo che, invece, con unanime parere di tutte (TUTTE) le forze politiche presenti oggi in Parlamento, la crisi viene tutt'ora definita "finanziaria" (e provocata dalla crisi internazionale del 2008, che, invece, ha ormai esaurito i suoi effetti fuori dall'area UEM); cioè la crisi sarebbe imputabile al deficit pubblico eccessivo e all'accumularsi del debito: lo dice "l'europa"! O Harvard... e anche se non è vero, si va avanti lo stesso sulla via del risanamento.  Perciò, la causa della crisi, cioè "tasse e tagli", viene tutt'ora, unanimemente, identificata con la "cura".  
Ed allora, mentre in Portogallo si resiste allo smantellamento della Costituzione e dei diritti sociali e civili, essendovi una "opposizione" che si rende conto delle vere cause della crisi, da domanda aggregata, provocata dai memorandum sull'austerità espansiva, in Italia i livelli essenziali delle prestazioni non verranno mai garantiti, perchè non si riconosceranno mai i presupposti della loro tutela mediante un aumento dell'indebitamento. Che, comunque, l'UE non consentirebbe. Però a noi, proprio a noi. E che neanche viene richiesto: perchè, per tutti, il "male" è l'eccesso (immaginario) di spesa pubblica, mentre il bene è tutelare investitori e creditori esteri, (la credibilità).
Molto più facile che, attraverso una bella revisione costituzionale, si manipolino le norme sulle prestazioni essenziali  e sui compiti dello Stato (ad es; il diritto alla salute, art.32 Cost., o l'intervento statale sull'iniziativa economica limitabili dalla legge se contraria alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana", ar.41 Cost.). Naturalmente, "per far ripartire la crescita". E gli italiani acclameranno: tanto è tutta colpa della spesa pubblica, degli sprechi e della corruzione. Mica dell'Europa.
Insomma, pur potendo vantare effetti recessivi almeno pari a quelli portoghesi - anche se quest'anno mi sa che riusciremo a batterli, specie con le manovre di un nuovo governo "vero europeo", in attesa del twopack, andando alla fine oltre il 2%-, in Italia è più che mai il momento di "assottigliare lo Stato". E i cicli economici avversi li dobbiamo ancora vedere. Adesso stanno solo scherzando.  

42 commenti:

  1. Sto leggendo l'interessantissimo saggio di Guarino (Euro, 20 anni di depressione), linkato da un lettore in un post precedente, che, unito all'analisi economica svolta da Bagnai ed a quanto più volte ripetuto anche in questa sede, pone -nella sostanza- una pietra tombale sull'attuale disegno europeo.
    Un disegno anti-economico, anti-giuridico ed anti-politico.
    1) Anti-economico, perché si spacciano per scelte tecniche necessitate degli orientamenti ideologici (quali la stabilità dei prezzi ed il pareggio di bilancio), funzionali al benessere di ristrette e definite categorie di individui, anche e soprattutto a scapito di altre. Il carattere non tecnico della decisione, peraltro, è dimostrato dall'imposizione di politiche pro-cicliche che non fanno recuperare alcuna competitività all'economia dei paesi in crisi e che non ne aiutano i cittadini.
    2) Anti-giuridico, e in una duplice accezione: anti-costituzionale ed anti-europeo.
    2.1) Anti-costituzionale, in quanto si traduce nella sostanziale disapplicazione di norme che contribuiscono alla concreta identificazione della costituzione materiale delineata dagli articoli 1 e 139. Ed ancora perché la limitazione di sovranità non sarebbe attuata su basi paritarie con altri stati, che costituendo "maggioranze qualificate" previste dallo stesso fiscal compact potrebbero decidere, l'indirizzo economico italiano anche in senso contrario agli interessi del Paese;
    2.2) anti-europeo, perché, lo stesso fiscal compact si pone in aperto contrasto con i trattati dell'Unione.
    3) Infine, anti-politico, perché tradisce la decisione politica di base alla radice dell'intera costruzione europea, distrugge l'ossatura politica e giuridica delle nazioni sulla base di un processo volto al trionfo dell'anarchia finanziaria da un lato ed all'affermazione del progetto egemonico di una sola nazione dall'altro, che pretende, attraverso una palese forzatura dei trattati europei, di imporre ad altri stati la propria visione di politica economica.

    In effetti, la cosa che colpisce di più è l'apatia italiana rispetto ad altri. In Portogallo, il partito socialista ha deciso di fare il proprio lavoro. In Grecia, ancorché la situazione sia peggiore, c'è sempre un partito come Syriza.
    In Italia? Abbiamo al massimo poche voci che si levano da un mondo intellettuale raggrinzito, ridottosi a discutere sui pro ed i contro dell'esclusione di Fabri Fibra dal concerto del 1° maggio ed una politica lontana delle reali problematiche del Paese, che specula da quasi due mesi sul costo del ristorante dei deputati, sulla spesa pubblica cattiva e quant'altro.

    Mi verrebbe quasi da dire che tanto vale spostare la capitale d'Italia a Salò, se abbiamo così tanta voglia di essere una zona economica speciale della Germania.
    No. Dobbiamo tenerci l'ipocrisia di ratificare il fiscal compact, di vedere Bersani a Berlino col capo cosparso di cenere e di accettare una continua auto-denigrazione del Paese e del suo popolo. Al limite, per salvare la faccia, potremo sempre fare la voce grossa con quei quattro ultraottantenni ex-repubblichini, che ancora si ostinano a chiedere il riconoscimento dello status di "combattente" (che comunque, a mio avviso, gli andrebbe negato!). Almeno finché campano ancora.
    Che tristezza.......

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A onor del vero, Salò aveva un ordinamento della tutela sociale molto più avanzato di quello che vorrebbero instaurare in UEM (che poi lo volessero realizzare veramente e che non fosse solo una disperata ricerca di consenso "finale", è un altro discorso).
      Sta di fatto che il disegno restauratore e anti-lavoro (deflattivo, pro-disoccupazione e redistributivp verso l'alto) è più proprio di una dittatura del sistema finanziario (che domina le grandi imprese). Una cosa che neanche negli USA di Clinton e di Bush jr. è arrivata a tanto (tant'è che, pur enlla diversità del sistema sociale, non hanno avuto una caduta della ricchezza e un aumento della disoccupazioni paragonabili)

      Elimina
  2. Quarantotto,
    la corte costituzionale portoghese è "la moglie del medico" del romanzo Cecità di Saramago. L'unica a vedere. Ci può salvare, cavolo!!
    Ok, non dalla rapina&distruzione economica, ma può arrestare la nostra caduta in questo pozzo senza fondo. Lei vede.
    In Grecia è successo e succede di tutto e prima del Portogallo non riuscivo a trovare veri punti di ancoraggio di resistenza, non so se mi sono spiegato. A parte il danno economico e la rapina qua eravamo PIGS ciechi e senza speranza. Beh, mo' uno ci vede!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per la verità ben prima su questo blog abbiamo lanciato la prospettiva di investire la Corte costituzionale, apprestando, in vari post, gli strumenti giuridico-economici affinchè chiunque potesse provare a percorrere questa via.
      Il fatto è che in Portogallo c'è l'accesso diretto alla Corte e in Italia no. E infatti, come dico nel post, questo è il primo attacco alla Costituzione che vuol fare il PUDE portoghese.
      In Italia non ce n'è neppure bisogno. E abbiamo già inserito in Costituzione il pareggio di bilancio. E crediamo (forte maggioranza) che uscire dall'euro sia "impossibile".
      Ma noi insistiamo, i lettori si stanno espandendo, e qualcosa arriverà...

      Elimina
    2. Si, ricordo i primi post. E' necessario che un maggior numero di cittadini, giuristi e costituzionalisti passino di qui anche guidati dall'esempio portoghese dove il blocco PUDE è meno monolitico che da noi (a livello di istituzioni). In Italia siamo messi ben peggio in confronto. Ok, si, siamo spacciati. Allora a maggior ragione, come dice Sil-viar qui sotto, non devi chiudere il blog! Senza Portogallo e senza orizzonte48 saremmo messi ancora peggio (150 anni di PUDE invece dei 70 come dice Soros)

      Elimina
  3. E' inutile. Non abbiamo scampo.
    Tutti stanno dicendo che è "necessaria" la revisione della nostra Costituzione, antica vecchia e un po' stantìa; i 10 paggi hanno addirittura indicato una "nuova" strada (incostituzionale) per farlo.
    Sono tutti d'accordo. Noi troppo pochi.

    E chissà cosa ancora si inventeranno. Più potere al Governo, al Presidente? II mito della governabilità per esautorare il Parlamento. E ovviamente tutti i diritti, perché devono privatizzare tutto.
    I segnali sono tutti negativi.
    Cresce la consapevolezza tra le persone ma è sempre tutto troppo lento per fermare il processo innescato da questi traditori. D'altra parte si è radicata l'ideologia che ci vuole meno Stato da 30 anni. Sanno come manipolare la gente e ci vuole grande libertà per sfuggire al condizionamento sociale e alla mistificazione totalitaria che ci circonda.

    E' più facile far passare le nefandezze più schifose quando la gente si sta arrabattando per galleggiare. Siamo in realtà in peggiori condizioni rispetto al '43, perché almeno allora chi voleva dei riferimenti riusciva a trovarli nei partiti ed organizzazioni clandestine che avevano continuato ad esistere e a svolgere attività durante il ventennio, ma pur volendo, ora, a chi ci si può rivolgere?

    Tanto siamo governati dallo straniero, perché è tanto più "civile" di noi: infatti hanno ancora le scuole differenziali, dove ci mettono gli immigrati (compresi gli italiani), ed un sistema scolastico che immagino sarà preso a modello:
    http://romemeetsberlin.blogspot.it/2011/01/italiani-in-germania-le-insidie-del.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sto cominciando a maturare la convinzione che, in assenza di stalinismo alle porte, è impossibile replicare la stagione keynesiana-costituzionale post 1943.
      Al massimo si potrà recuperare la flessibilità del cambio e una certa limitata cooperazione delle BC (sempre nei limiti dell'interesse bancario nazionale).
      E sarebbe già tanto.
      LA democrazia redistributiva pluriclasse probabilmente è già morta, nel momento in cui è caduto il muro di Berlino (o giù di lì): senza una forza contraria e simmetricamente minacciosa i capitalisti si riprendono tutto il maltolto (secondo loro). E siccome il capitalismo si sviluppa per oligopoli sempre più grandi e transnazionali, non vedo come si possa trovare una forza capace di neutralizzare il loro dominio, in presenza delle loro strategie di manipolazione dell'informazione.
      Che faccio chiudo il blog?
      O aspetto che me lo chiudano "loro"?

      Elimina
    2. Potrà sembrare un'inutile petizione di principio.....

      Ma che siano "Loro" a chiuderlo! Si assumano la responsabilità politica della censura delle voci dissenzienti e passino alla storia per quello che sono.

      Elimina
    3. Macché chiudere il blog! Meglio aspettare che te lo chiudano "loro" (ma non lo faranno...).
      Siamo i testimoni consapevoli, conserviamo e tramandiamo la conoscenza, le cose cambiano.

      Elimina
    4. Il fatto è che le persone non riescono ad immaginare il livello delle bugie che può essere raccontato. Io ci sono riuscito perché ho un indole particolarmente sospettosa e pessimista, e quando parlo prendono me per esaurito, e magari un po' lo sono.

      Ma anche perché ho potuto anche sperimentare personalmente il compiacimento che la bugie creano in chi, nella sua piccolezza, è animato dal desiderio, anzi dal folle bisogno, di sentirsi grande fregando gli altri.

      Elimina
    5. Per compatibilità con l'ipotesi frattalica, aggiornata alla situazione mondiale attuale, direi che l'uscita da (questa) depressione-conflitto europeo sarà attuata seguendo il modello USA del momento. In questo sta l'analogia ripetitiva della Storia. Il tempo delle rivendicazioni di democrazia pluriclasse e della eguaglianza sostanziale è finito.
      Quindi, è tanto più importante cogliere i segnali e l'evoluzione USA. Dalle nuove politiche Obamiane di sostegno alla ricerca e al reinsediamento manifatturiero, al moderato ritorno alla spesa sociale, al conflitto "finale" coi tea-party/Wall street, con la riedizione della repressione finanziaria e la riseparazione tra merchant e banche commerciali.
      Più tost che nient l'è megl' più tost.
      L'alternativa è Cina=Europa (con meno prospettive)

      Elimina
    6. "LA democrazia redistributiva pluriclasse probabilmente è già morta, nel momento in cui è caduto il muro di Berlino (o giù di lì): senza una forza contraria e simmetricamente minacciosa i capitalisti si riprendono tutto il maltolto (secondo loro). E siccome il capitalismo si sviluppa per oligopoli sempre più grandi e transnazionali, non vedo come si possa trovare una forza capace di neutralizzare il loro dominio, in presenza delle loro strategie di manipolazione dell'informazione."
      Queste sono le parole più lucide cha abbia scritto (senza nulla togliere a tutto il resto).
      Ci sono due cose da fare:
      - coagulare le forze di coloro che hanno capito e costituirsi in forza politica;
      - mettere in piedi un sistema permanente e pervasivo di contro- informazione.

      Sì, un'altra alternativa c'è: aspettare l'intervento dello Spirito Santo.

      Elimina
    7. Oddio, c'è pure l'alternativa che la gente si incazzi veramente e, ovviamente, per ragioni confuse o sbagliate. E che venga tacitata con i contentini sbagliati ma ben tarati sulla opinione pubblica manipolata.
      Insomma, dalla campagna contro la casta alla campagna per la decrescita felice: che è assumibile come valvola di sfogo alla oppressione sociale, da vari e disomogenei punti di vista, ma tutti, alla fine, orchestrabili e convergenti.

      Quanto alle soluzioni che indichi tu: Oh yes! Sono le più logiche.
      Ma non pare (e per ragioni che a conoscerle in dettaglio sarebbero...sorprendentemente avvilenti) che ci sia una grande spinta verso "coagulazione" e creazione di controinformazione "a sistema".
      Paradossalmente: per quanto manchi il tempo, bisogna essere pazienti (e sopportare pressioni, diffamazioni e incomprensioni). I frutti arriveranno...

      Elimina
    8. @Giovanni: alla fine si cambiano amici.
      Siccome chi frequenti (in senso impersonale) vive nell'oscurità e tenta di riprodurre i propri schemi di vita (edonistici, a qualsiasi livello), senza rendersi conto di arretrare ogni giorno un pò (in fondo, macroeconomicamente devi spalmare -2,4 e -1,8 su 365 giorni dell'anno :-)), l'esaurito pessimista saresti tu?
      Diciamo che "loro" sono a esaurimento. Ma se può rafforzarti, ignorarli non è impossibile: QUALUNQUE nuova forma di potere e di Stato li convincerà di essere un cambiamento positivo.
      Per cui è inutile cercare "consapevolezza" in ciò che ci circonda a livello personale (per la casualità stessa dell'esistenza individuale).
      Più naturale è sfruttare la connessione cooperativa con chi nutre la stessa inquietudine e non si accontenta...

      Elimina
    9. Il capitalismo oligarchico mondiale è destinato a fallire, appunto perchè mondiale, cioè confinato in uno spazio finito. Mentre l'avidità umana è sconfinata.
      Voglio dire: non potranno aspettare che i Brics diventino ricchi per poi spolparli, hai voglia di finanza creativa e sofisticati derivati, il mondo girerà sempre più lento rispetto ai loro desideri.
      La stupidità è il nostro migliore alleato.

      Elimina
    10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    11. Perché chiudere il blog? Che almeno il compito gli si renda difficile o perlomeno indigesto.
      Condivido quanto detto sul capitalismo che dilaga incontrastato (del resto la scuola di Francoforte aveva evidenziato tutti i rischi connessi con questo modello dominante non ultimo il ruolo dell'informazione , espressione ideologica e non critica dell'esistente, qui già approfondito nel post di Sofia).

      Condivido altresì l'analisi di 48 sul ruolo dell'America, nonostante tutte le contraddizioni e il ruolo imperialista che non possiamo negare, il paese presenta una dialettica interna che in Europa, (dove peraltro il marxismo aveva avuto dimora) è totalmente rimossa, il tutto in nome di un liberismo di Sinistra (inquietante e più pericoloso di quello di destra).

      Elimina
    12. Variazioni Goldberg?
      Ti piace Glenn Gould scommetto :-)
      Per quel che ho di esperienza diretta degli USA il loro punto forte è che non sopporterebbero recessione e alti tassi di disoccupazione (intendo come quelli UEM) a lungo come stanno ostinandosi a provocare in europa. Qualsiasi amministrazione che offrisse un risultato del genere sarebbe spacciata.

      Certo gli architetti bancari del "deflazionismo espansivo" credono di poter tenere duro fino a che non sarà raso al suolo il welfare: solo che non si sono accorti che stanno agendo troppo veloci e alla fine gli USA non avalleranno la cosa, perchè sanno bene che la domanda interna, specie se non sei in possesso di una valuta di riserva, non può essere depressa per cicli economici interi (siamo arrivati a 20 anni con l'aggiunta di recessione prolungata)

      Elimina
    13. Bach? Può non piacere?
      Non posso definirmi intenditrice, ma Gould era innegabilmente originale e unico :))
      Condivido quanto dici sull'America, trovo che la dialettica Americana alla fine sia solo sano pragmatismo, nulla di rivoluzionario, nel senso ideologico. Il Punto è che l'America ha bisogno di un'Europa competitiva, e al contempo non può comprimere la propria economia , alla fine come avvenne dopo il 29 loro opteranno per una sorta di deal: necessariamente, non per virtù:). I presume:)

      Elimina
  4. Forse sarà più difficile farlo in Italia. O forse no. Ma sembra che in Grecia, il Fascismo "tradizionale" sia sceso in campo a difesa di quello economico.

    http://www.globochannel.com/wordpress/2013/02/13/la-grecia-e-collassata-lo-stato-sta-uccidendo-e-torturando-minorenni-sotto-il-silenzio-dei-media/

    Voglio sperare che non sia vero. Altrimenti l'unica cosa che l'Euro ha dato alla Grecia è davvero il ritorno della dittatura......
    Comincio ad avere paura.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In Italia non succederà: non ne hanno bisogno. La reattività è lasciata a furiose discussioni su questioni ideologiche di lana caprina, inoculate come falsi problemi nella desertificazione culturale che si somma al cattolicesimo verticistico.
      Insomma, non metteranno QUESTO Papa in condizioni di dover decidere di nuovo sul rispetto dai diritti umani da parte degli apparati polizieschi.
      E poi alla fine basta che lascino alle masse i viaggetti, e qualche "cambio auto" (lo so il mercato è crollato come non mai: "qualche", come negli anni '60)

      Elimina
    2. Sono riusciti a trasformare un'intera nazione in un gigantesco gulag, un tenebroso campo di rieducazione di cui nessuno parla, e di cui, al massimo, la "Pravda" ha il compito di negare l'esistenza quando menzionato dalla "stampa dell'occidente imperialista".

      Nel 1989 cadeva il muro di Berlino. A partire dal 1992, l'Europa di maastricht e del pareggio di bilancio è riuscita nella straordinaria impresa di esportare in occidente la cortina di ferro!

      Anche peggio: almeno, sotto Brenzev, una casa, un lavoro, ed una trabant scassata il "partito" si degnava di dartela........

      Elimina
  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarà un continuo susseguirsi di shock provocati e misure di "salvezza" fino a che...non si sarà assestato il nuovo paradigma decrescista. Cioè fino a che non sarà accettato da tutti come nuova forma di sicurezza al posto del welfare.
      Questo pianificheranno nelle dark rooms: un decrescismo digeribile molto 2.0, dove il nuovo pensiero unico progressivamente (è un fatto anche generazionale) si formerà sulla rete...smoothly

      Elimina
  6. A me la cosa che fa impazzire e' che tutti sbraitano e si indignano perche' "stiamo perdendo tempo, ci vuole governo urgentemente per affrontare la crisi"....

    Ma possibile che non ci sia un giornalista, dico uno che chieda ai "PUDE-indignados" : Ma cosa dovrebbe fare di tanto urgente sto governo?
    Perche' considera che anche la filastrocca della spesapubblicabruttaecattiva e della spesa pubblica eccessiva (i dati, ovviamente opsional) comincia a mostrare qualche crepa al cospetto di reparti degli ospedali che chiudono e cassaintegrati che gonfiano le fila...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ragionamento ineccepibile.
      Ma a leggere i giornali non è ancora abbastanza. La versione prevalente dei politici e opinionisti, divulgata a seguito di interviste che partono dalle previsioni sulle elezioni presidenziali, è che bisogna "mettere sotto controllo al più presto il debito pubblico". E i giornalisti glielo lasciano dire senza battere ciglio.
      Anche perchè se intervistano vuol dire che non sono stati ancora licenziati

      Elimina
    2. Caro 48, venendo ad argomento di giornata e molto inerente al tuo post di oggi, devo dire che i "pentastellati" stavolta ne hanno azzeccata una.
      Rodota' e' certamente uno dei pochi personaggi di spicco che ha in qualche considerazione la nostra costituzione, e cosa piu' importante, le sue linee guida, inoltre ha una certa attenzione per i beni comuni.
      Tra l' altro ha anche scritto nero su bianco che con l' art. 81 revisionato , Keynes e' stato messo fuori costituzione (e pensare che le politiche keynesiane sono "l' anima profonda" della costituzione del '48)

      E' molto apprezzato dall' elettorato di sinistra.
      Ma in questo caso "stranamente" il "metodo Grasso-Boldrini" non tira piu' tra i maggiorenti del PD...

      Sara' veramente dura per loro spiegare il niet a Rodota' al loro elettorato.

      E, questo niet, che va configurandosi, rafforza il mio giudizio positivo su Rodota'.

      Elimina
    3. Sì e no. Si è 2alzato" dopo 20 anni da maastricht.
      Quando tutto era già compiuto e di fronte all'ultimo atto. Certamente un uomo di pensiero giuridico più libero della media italiana e europea. Ma ancora oggi non riesce a pronunciare la parola euro e neppure la parola Maastricht che aveva già sovrapposto alla nostra Costituzione la struttura macroeconomica incompatibile con Keynes. E prima ancora con Mortati e Calamandrei.
      Non lo so: c'è sempre qualcosa che non mi convince in chi partecipa al big-party e a un certo punto dice: "la situazione sta degenerando: ridatemi le mie mutande!"
      Le persone coscienti in questi 20 anni hanno solo subìto e non si sono spartite null'altro che l'output gap, il saldo primario e le manovre annuali "per rientrare nei parametri UEM"

      Elimina
  7. Hai ragione, pero' sai, in mezzo ai vari Prodi, Amato, , Marini, ecc. Financo un Rodota' sembra un gigante, un partigiano....

    Come stiamo messi....

    Ps. Su analisi soprastante :fine comunismo fine socialdemocrazia e su prospettive cinesi ecc. Assolutamente d' accordo.

    RispondiElimina
  8. D'accordo Rodotà è il meno peggio che ci può capitare come PdR, ma
    non credo ci si possa aspettare che si opporrà all'assalto della Costituzione da parte di quelli che hanno deciso di modificarla, credo sia questa una delle priorità del nuovo governo, tutti i partiti sembrano d'accordo. Concordo con l'analisi di Silvia, siamo circondati, ma non ci arrenderemo. Questo Blog non deve essere chiuso.

    RispondiElimina
  9. volevo fare 2 osservazioni, anzi 3:

    1) Non è vero che l'unica litania dei media nostrani è il debito pubblico. se leggi il sole24ore, vedi che di recente stanno comparendo sempre più spesso articoli, editoriali critici nei confronti della politica economica europea. Penso che si sia passato il limite, e anche i capitalisti nostrani stiano venendo fagocitati dal sistema tedesco. Per cui, finchè era tutto utile per "disciplinare" i lavoratori ok, ora che il gioco è andato troppo oltre, anche loro iniziano ad aver paura. Un conto è Ducati che viene acquisita dalla Audi, un conto è un azienda delle dimensioni di Telecom.

    2) Io credo che un sistema alternativo, una nuova spinta contro questo turbo-capitalismo possa venire dal sistema cinese, dove una parte dell'economia molto maggiore che da noi è in mano pubblica. i Cinesi sono in tendenza assolutamente opposta a noi, stanno migliorando il loro livello di vita molto velocemente. pur essendo ancora molto più poveri, presto staranno meglio di noi. non so quanto questo possa avere effetti sul nostro continente però, distante anni luce anche culturalmente.

    3) non porvarci nemmeno a chiudere il blog :-) il tuo lavoro è fondamentale, soprattutto in questo momento storico. c'è bisogno di blog come questo. grazie e continua così. fagliela sudare la pagnotta a sti aguzzini maledetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Luca lo dico a te come risposta a tutti gli altri: la "chiusura del blog" era una battuta ironica derivante dall'implacabile ragionamento di Sil-viar.

      Sulla posizione del Sole24h: certo, ma è addirittura dal 2011 che escono articoli di Martin Wolff o LaMalfa dubitativi dell'austerità persino della sostenibilità dell'euro.
      Ma ci scrive anche Tabellini e i commenti sul mercato finanziario sono rigidamente connessi alla logica mainstream. Il cerchiobottismo, in generale, è dovuto alla crescente sindrome badogliesca: quelli che ei erano avvantaggiati del super profitti da conversione dell'euro (portati all'estero) non si limitano più a dichiarare falsi bilanci in rosso o redditi ridicoli. ADESSO E' VERO. E allora rivogliono cambi flessibili e/o spesa pubblica: ma sempre suppy side (il resto è "spreco") e sempre deflazionando il lavoro. A prescindere
      Insomma, non si manifesta una presa di posizione capace di scuotere politici che,invece, sono attestati sulla lotta al deficit e al debito con metodi che li acuiscono. Tant'è vero che i politici non registrano alcun cambio di posizione e continuano a volere "più europa" o a colpevolizzare gli italiani

      Elimina
    2. Ma sai che non son riuscito a leggere l'ultimo articolo di Wolf senza avere qualche conato? Teoria quantitativa, curva di Phillips piatta...mah...mi son cascate le braccia

      Elimina
    3. Ma certo che è così: è un neo-classico o un neo/post keynesiano alla Patinkin (cioè non è chiara la distinzione categoriale in mezzo a tali correnti; salvo l'effetto saldi reali che rinvia a un'applicazione, anticiclica, della deflazione). Insomma, evidenzia un dissidio: tra Von Hayek puri e "nmc" che vogliono (almeno) le supply side policies. Un punto importante: tant'è che persino Friedman in persona avrebbe stigmatizzato l'impostazione deflattiva pro-ciclica data dall'UEM.
      In Italia, come ho già detto rispondendo sulla posizione del Sole24h, il massimo livello di contestazione dell'UEM è proprio su questo piano.
      Laddove Giavazzi infatti ha consigliato pure il taglio integrale dei sussidi alle imprese, sul rilievo che spiazzerebbero investimenti che comunque occorrebbe effettuare in base a criteri di efficienza: non lo dimostra coi dati, ignora la crisi di liquidità ma intanto è la posizione anticiclica ufficiale del mainstrema italiano. E dei tea party che vogliono uscire dall'euro serbando la deflazione salariale e il taglio dello Stato.

      Elimina
    4. Infatti la corrente Neokeynesiana, anche Krugman ad esempio, risente dell'influsso monetarista e della teoria dell'esogeneità della moneta nel sistema economico moderno. Diciamo che la più vicina alle idee keynesiane è la "Post". Quindi Wolf, che è un giornalista molto amico di El Erian della Pimco, è più vicino ai "Neo" quali Roubini, Bernanke, Krugman, Stiglitz, Mundell, Okun, Modigliani, Meade, Samuelson. I Post erano/sono Kaldor, Kalecki, Thirlwall, Pasinetti, Graziani, Robinson, Moore, Lerner, Minsky, Keen, Lavoie...possiamo dire che qui ci si rifà più a quest'ultimo filone di pensiero?

      Elimina
    5. Ovvio: qui si "ortodossa" Keynes e ci piacciono Thirlwall, Kaldor, Pasinetti, Kalecky....proprio perchè E' pensiero scientificamente libero e non "retropensiero" professionalmente mirato (al grande cliente da compiacere e a cui dare copertura: tant'è che i "neo" sono tutti "grandi consultant").
      Per quel che so una lieve eccezione si può fare per il "primo" Samuelson ancora non contaminato :-)

      Elimina
  10. DEMOCRAZIA & DEMARCHIA

    Del “buon” maestro del pensiero economico liberista, il F. von Hayek già eviscerato dall’etica liberale di K Popper in un recente post di ’48, ne rimane l’ “opera omnia” “Law, Legislation and Liberty, 1973-1986” da donare al prossimo PdR, chiunque esso sia, con l'invito di farne l'uso che meglio preferisce.

    Un “classico” del pensiero economico e politico liberale, una trilogia che teorizza il “mondo nuovo” che si oppone allo “stato sociale”, alla moderna “tirannide parlamentare”, che informa sulla pericolosità della “giustizia sociale” e sulla “partecipazione” dei cittadini alle scelte di governo, pervaso di “caritatevole” razzismo verso i “meno” agiati o “svantaggiati” (i poveri, i malati, i “diversamente abili”, le vedove, gli orfani ...”) da proteggere con un reddito di “sopravvivenza” generato da una “rete” (il buon cuore della gente) alternativa al “libero mercato” e dallo Stato.

    Una libertà, protetta mediante la legge, da ogni forma coercitiva arbitraria (freedom from) e non come rivendicazione del diritto di ognuno a partecipare al governo (freedom to) ucon no Stato assogettato alle “leggi” del “libero” mercato (quello delle asimmetriche informazioni) con funzioni marginali ma con il compito di far rispettare la “legge”.
    “L’imperio della legge […] comporta dei limiti al campo della legislazione; esso lo restringe a quel tipo di regole generali cui si tributa il nome di leggi formali ed esclude la legislazione che miri direttamente a persone determinate o che metta in grado qualcuno di usare il potere coercitivo dello Stato ai fini di una tale discriminazione. Esso non significa che tutto deve essere regolato dalla legge, ma significa all’opposto che il potere coercitivo dello Stato può essere usato soltanto in casi anticipatamente definiti dalla legge e in maniera tale che si possa prevedere come sarà impiegato” (Verso la schiavitù, von Hayek).
    Una “nuova” democrazia (“governo della maggioranza dotato di potere illimitato”, il governo del popolo) ritradotta in “demarchia” (aver potere, dominare) per lasciare ampio spazio e autonomia individuale.
    “Questo sarebbe il nuovo nome di cui ha bisogno, se si vuole preservare l’ideale alla sua radice, in un’epoca in cui, dato il crescente abuso del termine democrazia per designare sistemi che tendono alla creazione di nuovi privilegi attraverso coalizioni o interessi organizzati, un numero sempre crescente di persone si allontana dal sistema prevalente […]. Se tale reazione giustificata contro l’abuso del termine non si vuole che porti a discreditare l’ideale stesso, e a far accettare alla gente disillusa forme di governo molto meno desiderabili, sembra necessario avere un nuovo termine come ‘demarchia’ che descriva l’antico ideale con un nome non macchiato da un lungo abuso” (Law, Legislation and Liberty).
    Uno “stato” demarchico, con nuovi organi costituzionali:
    i.) un’Assemblea legislativa, composta da uomini e donne tra i 45 e i 60 anni (i “saggi” quirinalizi) competenti e tecnocrati in carica per quindici anni, col compito di assicurare il quadro generale delle libertà individuali, impedendo ogni forma di coercizione arbitraria sulla sfera privata;
    ii.) un’Assemblea governativa (un “parlamentino”, suddiviso in partiti, eletto periodicamente col fine di occuparsi degli interessi particolari.

    “ .. davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico” (L Pirandello, Foglietti) e rimane solo l’ode "Lo avrai, camerata ..." di P Calamandrei.

    RispondiElimina
  11. Rivedo il display dopo ventiquattrore di astinenza e mi fate trovare una serie di commenti da far vergogna alla depressione? :-)
    Va bene che posso fare un commento OT ma partendo dal testo del post.
    Dove leggo : «... lo dice "l'europa"! O Harvard...»
    Il link rimanda ad un articolo dove si racconta come R-R abbiano scritto un documento ampiamente citato ("This has been one of the most cited stats in the public debate during the Great Recession.") e addirittura : "The intellectual edifice of austerity economics rests largely on two academic papers that were seized on by policy makers, without ever having been properly vetted ..." (P.Krugman) (verrebbe da commentare : te compreso a quanto pare).
    Ora!
    Quando si redige un contributo scientifico basato su dati documentali, è indispensabile allegare ... i dati utilizzati.
    Quando si redige un documento scientifico basato su un esperimento, è indispensabile allegare le procedure di realizzazione.
    Ciò per il "banale motivo" che qualcun altro deve avere la possibilità di ripetere il lavoro per controllare i risultati.
    E' pur vero che poi ci può entrare di mezzo la politica (emblematico il caso della fusione fredda) per insabbiare le verifiche coronate da successo. Ma, in linea generale, questo è il minimo per il metodo scientifico.
    Il caso R-R dimostra (nel suo ambito) la possibilità per l'economia di (poter) essere considerata una scienza a tutti gli effetti (non solo una scienza sociale). E' (nel suo ambito) la prova che sono gli economisti a non essere (talvolta) scienziati.
    E' una buona notizia.
    Ancora e sempre (di più) agli ominicchi di regime si deve richiedere lo squadernamento dei dati.

    ps è anche parecchio divertente : mi ci vedo già guardare sghignazzando le telecamere che inquadrano un pezzo grosso che le spara ancora più grosse. Uno, cento, mille gabriele paolini!

    RispondiElimina
  12. Nel frattempo si sprecano i sondaggi: chissà perchè tutti contrari all'uscita dall'Euro ed alla ripresa economica via spesa pubblica...che pena...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo del Pew(maggio 2012)per tornare alla lira sono il 40% degli italiani, il 52% sono per restare nell'euro, 7% non sanno (pag 28, link sotto). Interessanti anche le altre risposte.

      Domanda Q67: Do you think we should keep the Euro as our currency or return to the (Franc/Mark/Peseta/Lira/Drachma)?

      http://www.pewglobal.org/files/2012/05/Pew-Global-Attitudes-Project-European-Crisis-Report-FINAL-FOR-PRINT-May-29-2012.pdf

      Nell'eurobarometro76 avevamo alla domanda:
      -A European economic and monetary union with one single currency, the euro
      "For" 57% (in calo di 10 punti)
      "Against" 29%
      "DK" 14%

      http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb/eb76/eb76_anx_en.pdf (pagina 65)

      Gli italiani sono meno PUDE di quanto vogliono farci credere (vedi la Spinelli e il suo 2%)

      Elimina
    2. E bisogna anche scontare i media tambureggianti pro-PUDE. Così si avviano a perdere il controllo della situazione: cioè al 25 luglio p.v.
      Ma è proprio allora che occorrerà vigilare e, hopefully, "attivarsi" di più

      Elimina
  13. E' in Portogallo l'ultima costituzione ancora viva.
    In Brussels officials barely disguise their contempt for the black-robed judges ... “It’s the last socialist constitution in Europe,” grumbled one Eurocrat. (The Economist)

    La cattiva notizia: è l'ultima,
    la buona: è ancora viva.

    RispondiElimina