martedì 6 dicembre 2016

INVECE IL REFERENDUM ERA PROPRIO SULL'€UROPA: A BRUXELLES LO SANNO. IN ITALIA BOH...


Legge di Bilancio, Eurogruppo: “Servono misure aggiuntive entro marzo. Possiamo aspettare il nuovo governo”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/05/legge-di-bilancio-eurogruppo-conferma-necessarie-misure-aggiuntive-entro-marzo-possiamo-aspettare-il-nuovo-governo/3239408/
1. L'enorme "pateracchio" istituzionale scaturito dall'esito del referendum fa venire al pettine tutti i nodi dell'anomalia di un sistema politico-parlamentare ormai subordinato non tanto alle transeunti esigenze dell'Esecutivo, quanto alla natura servente di quest'ultimo rispetto ai "obblighi comunitari e internazionali" assunti nella sede europea e al connesso "vincolo dell'equilibrio di bilancio (per usare una formula ormai "cara" alla nostra Corte costituzionale).

In realtà, data la non coincidenza tra dimissioni del governo, da un lato, e decreto di scioglimento della camere in vista di nuove elezioni, ovvero incarico ad un nuovo premier per la formazione di un nuovo governo, dall'altro, dall'accettazione immediata delle dimissioni non scaturiva un impedimento costituzionalmente normativo all'approvazione della legge di stabilità entro la fine di dicembre

2. Ma, si dice, occorre evitare l'esercizio provvisorio di bilancio: ma siamo sicuri? L'esercizio provvisorio, comunque, nonostante quanto con leggerezza diffuso dagli espertoni televisivi, non influisce sull'impegnabilità, liquidazione e pagamento, delle spese ordinarie derivanti da leggi di spesa permanenti o pluriennali già in vigore e, anzi, per le spese e le entrate derivanti dal progetto non ancora approvato, ne autorizza erogazione e riscossione sia pure per "dodicesimi" pro-mese.
Nulla a che vedere col "sequester" che può inscenare il sistema parlamentare, bicamerale, anche in tema di spesa pubblica, negli USA.

Va peraltro segnalato che un governo che sia dimissionario, o dimissionario condizionato, svolge praticamente un identico ruolo "depotenziato" di fronte alle Camere ai fini dell'approvazione di bilancio e relativa "manovra": e questo tanto più che proprio da oggi stesso, l'esame in Commissione bilancio del Senato della relativa legge è già calendarizzato e si sta probabilmente svolgendo in questo momento, in vista di un rapida calendarizzazione in aula.
Dunque, l'impuntatura del Capo dello Stato pare più legata a voler far risaltare la formale assunzione di responsabilità dell'attuale governo rispetto a "questa" manovra di stabilità, al fine di rassicurare l'UE e i "mercati". 

3. Nella sostanza, come abbiamo visto, cambia molto poco. 
Il governo dimissionario, infatti, rimane in carica per gli affari correnti e per quelli urgenti; e quand'anche, su un atto "dovuto" (per obbligo di trattato €uropeo...), le Camere fossero state sciolte (il che non è), rimane sempre il loro obbligo di esercitare i loro poteri "correnti"fino alla riunione delle nuove Camere (art.61 Cost, cpv, quello "famoso" della prorogatio...ad infinitum); poteri tra i quali rientra senz'altro l'approvazione di una legge di bilancio già approvata alla Camera dei deputati, e con iter già incardinato al Senato stesso. 
Tra l'altro, anche a tal fine, risulta inoltre legittimamente esercitabile il potere di convocazione del Senato (e in genere delle Camere) spettante al PdR in base all'art.62 Cost. (dimissionario o meno che sia il governo).

4. Ma la "rassicurazione" (che dovrebbe derivare dall'approvazione della legge di stabilità e del bilancio) pare più essere in senso contrario, cioè dell'UE rispetto all'Italia: e proprio in seguito alle dimissioni del governo. Cioè, con l'accettazione momentanea, da parte dell'UE-M, di una manovra che sarebbe stata altrimenti "bocciata"!!! 
Rassicurazione, appunto, solo momentanea e in vista di una manovra aggiuntiva (di circa 15 miliardi) attesa da parte del nuovo governo (anticipando un pochino...troppo l'esito della crisi in corso): 
"Infatti, come ha precisato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, “vista la situazione politica, è impossibile chiedere al governo italiano di impegnarsi oggi per queste misure aggiuntive”.
Insomma, "l’Eurogruppo “prende nota del non rispetto ‘prima facie’ della regola del debito” e ricorda che la Commissione stenderà un nuovo rapporto ad hoc. L’Eurogruppo “monitorerà l’attuazione delle misure aggiuntive (chieste ad otto Paesi tra cui l’Italia) a marzo 2017“.
Entro marzo, quindi, una quindicina di ulteriori miliardi di entrate o di tagli di spesa, per l'€uropa, occorrerà trovarli. Sperando che bastino, perché nel frattempo viene a "maturazione" la questione della ricapitalizzazione bancaria (non solo di MPS...).

5. D'altra parte, l'€urogruppo è chiaro: la copertura, per il deficit strutturale e magari anche per l'intervento statale di ricapitalizzazione bancaria (ove mai autorizzato), va trovata con "entrate straordinarie" (windfall revenues), cioè essenzialmente quella "forte" tassazione patrimoniale (su conti correnti e immobili) che da tanto tempo l'€uropa indica come soluzione TINA. Altamente recessiva, nelle circostanze della provata economia italiana.
6. Ecco dunque, come si giustifica questa analisi Marco Zanni:

7. Ma il futuro che ci attende sarebbe quello di un governo "tecnico", con il ministro Padoan "favorito" (proprio in chiave rassicurazione €uropeista) o, al più istituzionale: ebbene, nulla è più politico, cioè operante mediante scelte niente affatto neutre e prive alternative tecnico-economiche, di un governo "tecnico" che attui le politiche fiscali ed economiche imposte dall'€uropa, assumendo cioè come prioritaria, su ogni altro obbligo e valore costituzionale, questa costante imposizione.
Solo che, come abbiamo visto, si tratta di una "diversa" politica: non quella rispondente a un (non pervenuto) indirizzo elettorale del popolo sovrano, - che pure qualche indicazione col referendum potrebbe averla data-, ma quella pedissequamente attuativa dell'indirizzo politico formatosi all'esterno di ogni espressione del voto, e fortemente caratterizzato da presupposti, obiettivi e strumenti estranei a quelli previsti da norme inderogabili della nostra (appena "confermata") Costituzione.

8. Stando così le cose, le istituzioni politiche italiane, nel loro complesso, si stanno indirizzando verso un ritorno ad una forte recessione, per via di correzione della manovra per il 2017 e per via della (ben) possibile copertura in pareggio di bilancio del salvataggio pubblico delle banche (da rivendere poi a "investitori esteri"!),  e con in più un paradosso particolarmente beffardo.
Se il pareggio di bilancio e la stessa Unione bancaria sono fortemente, se non decisamente, contrari ai principi non revisionabili della nostra Costituzione, il voto referendario, sebbene così imponente nel manifestare la volontà popolare di difendere la vigente Costituzione, minaccia di servire da presupposto per l'ennesimo "stato di eccezione" che celebri le "esequie frettolose di una Costituzione ancora viva".
Insomma, il referendum stante il quadro della legittimità costituzionale che esso intendeva ribadire, era proprio sull'€uropa: e a Bruxelles se ne sono accorti benissimo. 
Solo che, in tempi di totalitarismo ("irenico") ordoliberista, il "banco vince sempre".

ADDENDUM: poi se qualche "sognator€" più realista dell'imperatore germanico avesse qualche "ingenuo" dubbio:

A BERLINO SI PARLA DI TROIKA PER L'ITALIA

39 commenti:

  1. Sì, in effetti viene quasi da pensare che lo stesso Renzi, in cuor suo, avesse scommesso sul NO. "Scarica" infatti, come giustamente osservato, sul suo successore problemi di non poco conto.

    In realtà la partita è appena iniziata e penso che Mattarella avrà un ruolo chiave (e delicatissimo) nella questione. Onestamente, votare con l'italicum alla Camera ed il consultellum al Senato è un'assurdità: quasi necessitato l'attendere la pronuncia della Corte costituzionale(che immagino interverrà con una parziale modificazione), prima di andare a votare.
    Il nodo immediato è proprio il "danno" che potrebbe fare un eventuale governo di transizione, soprattutto consegnando l'Italia mani e piedi all'ESM. Ora: con Napolitano questa sarebbe stata una certezza, con Mattarella voglio sperare che alla fine prevalga il buon senso. Il portato politico del referendum è anche e soprattutto quello di un voto sociale che ha detto "no" all'involuzione ordoliberista europea: questo dovrebbe indurre la massima carica dello Stato, nella sua ricerca di dar vita ad un governo di transizione, ad orientarsi su un candidato più neutro possibile. Insomma, a mio avviso assai meglio Grasso di Padoan (per quello che può valere).

    Su questo stesso esecutivo, peraltro, graverebbe una grossa responsabilità. Sostanzialmente dovrebbe traghettare il Paese verso le nuove elezioni tamponando (se non addirittura respingendo) le ingerenze esterne (e "fateprestismi" vari) e limitandosi, al massimo a tentare di verificare una convergenza tra i gruppi sulla legge elettorale.

    Ovvio che, dall'altra parte si cercherà (e mi pare che Djsselboem in fondo punti su questo), di trarre il massimo "profitto" da questa stessa fase di transizione.......

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    1. Il Presidente della Repubblica, nella causazione di questa situazione, ovviamente c'entra poco.
      Certamente, però, può entrare nella soluzione da dare a questa stessa situazione.

      C'è da sperare che sia divenuto chiaro un concetto finora sconosciuto ai titolari delle istituzioni italiane: che se si devono "rassicurare i mercati", ciò è dovuto ESCLUSIVAMENTE all'appartenenza dell'Italia alla moneta unica ed alle regole che essa impone SOLO PER AUTOMANTENERSI. DANNEGGIANDO, PIU' DI TUTTI, IL POPOLO E LA DEMOCRAZIA ITALIANI.

      E' dunque una congiuntura economico-fiscale-bancaria A NATURA ARTIFICIALE e imputabile al permanere della Repubblica in un'organizzazione internazionale che è manifestamente contraria ai principi fondamentali della Costituzione.

      Questa congiuntura artificiale e illegittima, non dovrebbe, a rigore di Costituzione, servire da riferimento-guida, e meno che mai da "valore", per traghettare l'Italia fuori da questa contingente crisi governativa. T
      Una crisi, tra l'altro, extraparlamentare e non giustificata a rigore se non dalla genetica illegittimità di aver voluto fare di una revisione costituzionale, non consentita ad un Parlamento non rappresentativo (secondo la Corte costituzionale), il principale punto del programma di un governo nascente...dalla composizione illegittima dello stesso Parlamento!

      Se il referendum ha oggettivamente ribadito il legame tra popolo sovrano e Costituzione del 1948, ogni istituzione dovrebbe tenerne conto, come primo suo dovere di rispetto per questo pronunciamento popolare cos' importante. E non "interpretarlo" come subordinato ai "vincoli €uropei"!

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    2. Pure io, parlando ieri sera con mia moglie in auto, ho pensato che Renzi alla fin fine abbia preso la palla al balzo... Concordo con Lorenzo. Però Mattarella avrebbe la facoltà di accettare le dimissioni di Renzi e sciogliere le Camere a questo punto, indicendo nuove elezioni. O sbaglio? Certo è che anche la legge elettorale praticamente non c'è... bel problema (o guazzabuglio)... fa' ridere pensare che 'sto casino viene dall'Europa... quella che "la Costituzione è d'impiccio"...

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    3. E' un vero guazzabuglio. Anche per le forze politiche che hanno sostenuto il NO, sarebbe infatti una bella contraddizione voler votare con quell'italicum tanto osteggiato, e che, diciamolo, è una riedizione della legge Acerbo che va buttata nel cestino assieme alla riforma giustamente bocciata dagli elettori.
      La mia personale opinione è quella di aspettare la pronuncia della Corte costituzionale: meglio un voto "stile anni '80", con un proporzionale sostanzialmente puro. Poi, preso atto della composizione delle Camere si verificherà la sussistenza delle condizioni per un governo di coalizione.

      Penso che prima di sciogliere le Camere, Matarella "debba" provare almeno un giro di consultazioni. La strada del "Governo istituzionale" (ma giammai tecnico, alla Monti), pur dignitosa, avrebbe però un possibile punto debole: a marzo, di fronte all'UE, sarebbe infatti meglio presentarsi con un esecutivo pienamente legittimato.
      La calendarizzazione dell'italicum presso la consulta già il 24 gennaio e la voglia quasi di tutti (Renzi incluso) di andare al voto sembrano muoversi in questa direzione, nel senso che la politica italiana potrebbe aver capito qualcosa e anche solo di ipotesi di governo istituzionale non vuole sentir parlare. Forse è la strada più giusta: per evitare "scherzetti alla monti", meglio tenersi fino a febbraio un Renzi limitato agli affari correnti......

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    4. Concordo su tutta la linea Lorenzo. Grazie. Solo una cosa, la grana MPS. Tocca avere un interlocutore per vedere a quale piano affidarsi...

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    5. "L’intervento «precauzionale», che può essere attivato secondo l’articolo 32 della direttiva sul bail in (la «Brrd»), devono essere proporzionate all’esigenza di tutelare la «stabilità finanziaria» e non possono arrivare ad azzerare le perdite subite o in arrivo per l’istituto di credito.

      In quest’ottica l’intervento del Tesoro, che servirebbe a percorrere il tratto di strada dell’aumento di capitale non coperto dal mercato, dovrebbe comportare forme di conversione forzata in azioni delle obbligazioni subordinate, in un panorama che sarebbe definito in base alle dimensioni dell’intervento. In alternativa il Tesoro potrebbe acquistare direttamente i bond subordinati per convertirli in azioni da tenere in portafoglio."

      Questo sarebbe il piano B...

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    6. Prontamente smentito con comunicato all'agenzia reuters
      http://www.teleborsa.it/News/2016/12/07/banche-rumors-sull-ipotesi-di-richiesta-all-ue-di-un-prestito-salvabanche-121.html#.WEfofn1xGq9

      E come diceva Andreotti, una smentita è una notizia data due volte

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    7. Non so se questi siano precedenti alla smentita o meno:
      - Reuters "It's a de-facto nationalization with a strong presence by the state that can attract other investors and allow the transaction to be completed," said one of the sources, speaking on condition of anonymity.
      - Zerohedge There is another problem: in the past both Merkel and Schauble, not to mention Djisselbloem, have made it expressly clear that a bail-in mechanism should be used to preserve insolvent banks, and a state-funded and taxpayer backed bailout/nationalization is no longer permitted. Allowing Italy to proceed with this transaction would make a mockery of Europe's entire "bail-in" protocol, not to mention the European finance ministers' resolve and ability to implement anything, which is why the European Commission would need to assess whether the government's intervention is taking place at market prices or if it constitutes state aid, another source said.

      However, since an Italian contagion wave would inevitably slam Deutsche Bank and Germany's various other banks, Europe will find the deal to be "whatever it needs it to be, to make it possible.

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  2. "Italy might have to spend public money to rescue some of its banks, including by taking stakes in them, European Central Bank Governing Council member Ewald Nowotny said on Monday.

    "The difference between Italy and other states such as Germany and Austria is that, until now, in Italy there has not been any significant state aid or state takeovers (of banks)," Nowotny, who heads Austria's central bank, told reporters.

    "It therefore cannot be ruled out that it will be necessary for the state to take stakes (in banks) in some way," he added. Fonte Reuters . In UEM si parla di bail-out, non bail-in, per le banche italiane con problematiche (MPS su tutte...).

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    1. Più che congelamento di Renzi, infatti, pare un congelamento di MPS...

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    2. Già avevo vista questa dichiarazione; ma, certissimamente, sottintende che i fondi siano reperiti nel rispetto del fiscal compact; cioè, o accedendo a un memorandum dell'ESM o
      procurandosi le "windfall revenues" con una massiccia tassazione patrimoniale.
      Non cambia molto ai fini pratici, no?
      Sempre di maxicetriolo con effetti recessivi si tratterebbe.

      Quindi un governo tecnico, che abbia pure la scusa di dover fare la legge elettorale, è l'ideale per operare in questa direzione (sangue senza neanche più le lacrime) "al riparo dal processo elettorale".

      Intanto la Corte cost annuncia che
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-corte-costituzionale-ha-fissato-24-gennaio-2017-discussione-137175.htm

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  3. La perdita di sovranità manifesta i propri frutti velenosi in qualunque circostanza della vita istituzionale e democratica del Paese.

    In condizioni normali, il Presidente della Repubblica, preso atto della frattura tra il Paese sovrano ed il plesso Parlamento-Governo, avrebbe dovuto sciogliere le Camere. “… Fra le circostanze rilevanti ai fini delle decisioni sullo scioglimento sono da far rientrare le manifestazioni di volontà indicative di dissensi gravi da parte del corpo elettorale rispetto all’indirizzo di governo…Anche in tal caso però sembra sia da attendere che manifestazioni siffatte esercitino delle ripercussioni nell’ambito degli organi rappresentativi, determinando O REVISIONE DI PROGRAMMI …O SPONTANEE DIMISSIONI DEL GOVERNO IN CARICA, ossia eventi che riconducono alla ipotesi dello scioglimento successivo…” [C. MORTATI, Istituzioni di diritto pubblico, Padova, 1969, Vol. II, 628]. Di rivedere i programmi non se ne parla (meno che mai nell'ambito dei sacerdoti mediatici). Nella fattispecie però il governo aveva rassegnato le dimissioni, quindi nulla ostava allo scioglimento delle Camere che, in regime di prorogatio - come sottolineato dal Presidente nel post - avrebbero potuto approvare la legge di stabilità. La parola doveva passare al Popolo.

    Ma l’Italia, come sappiamo, non versa più da tempo in una situazione normale, telecomandata com’è dal vincolo esterno di matrice ordolib€rista. Già, bisogna rassicurare i mercati. E come? Approvando una legge di stabilità contraria agli interessi del Paese!! Questa è schizofrenia compulsiva.

    In fondo, mi domando, non è forse questo, in concreto, il pilota automatico di cui, sogghignando, si vantava Draghi? Il regime €urofascista è arrivato al punto di potersene fottere di eventuali instabilità o paventate crisi politiche, perché è cosciente che la quadratura autoritaria del cerchio, portata avanti da 35 anni, ormai è matura e si autoregola da sola in modo certosino. Non c’è nemmeno più bisogno dello spread, strumento antiquato (e che rischierebbe di ringalluzzire ulteriormente i “populisti” anti €uro). Comunque la si giri, il Popolo è sempre in camicia di forza e viene condotto solo dove €SSI desiderano. Cioè al macello

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    1. Ma infatti: naturalmente il problema principale è sempre mediatico. Qualsiasi decisione viene sempre giustificata con stran farfuglii legulei di espertoni giornalisti tuttologi, richiamati contro ogni evidenza della dottrina costituzionalista (quando esisteva ancora).

      La situazione non è normale perchè manca un'informazione "normalmente" al servizio della legalità democratica.

      Decenni di critica incessante (e ben pagata) al modello costituzionale, cialtronescamente accusato di essere alla base di problemi determinati, invece, proprio dalla sua disapplicazione, hanno provocato questo danno irreversibile alla democrazia sostanziale.

      L'ordoliberismo funziona proprio sugli automatismi di governo che debbono riflettere, subordinatamente, il sistema automatico di autoregolazione del mercato (in "libera concorrenza"!) tramite il sistema dei prezzi.

      Se non abbiamo più uomini delle istituzioni che si preoccupino del precetto dell'art.3, comma 2, sull'intervento dello Stato contro i POTERI ECONOMICI DI FATTO, - avendoli identificati al massimo col problema B. (e pure con notevole insuccesso), e che ignorano il potere economico di fatto sovranazionale, cioè estero, come possiamo pensare che la democrazia rinasca per autogemmazione spontanea?

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    2. Veramente l'art. 3 cpv. puo' sovvertire tutto il testo costituzionale come ricordava Basso. E' il vero spartiacque tra la salvezza ed il baratro.

      Il paradosso e' che in mesi di campagna referendaria la grancassa non ha mai parlato di Costituzione. Ma la gente il malessere lo vive quotidianamente ed il 60% di affluenza non e' solo antipatia nei confronti del personaggio.

      Come far arrivare il messaggio che l'art. 3 cpv. non permette l'esistenza di quel malessere, ma che anzi la norma rivoluzionaria e' stata scritta per prevenirlo e debellarlo?

      In Polonia 7 milioni di donne sono scese in piazza per molto meno. Ed il governo polacco ne ha tratto le conseguenze. Da noi probabilmente dovremo aspettare che ci sfilino il piatto da sotto il naso.
      Ma quel giorno arrivera' ed allora non ci saranno santi


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  4. Se per portare la situazione al punto di rottura ( dell'euro e della UE) sia strumento piu' adeguato un egomaniaco con le spalle al muro o un tecnico con le mani libere è e rimarrà un interrogativo irrisolto. Non c'è votante del No ( io per primo) che non si sia prefigurato lo spettacolo al quale stiamo assistendo: le elezioni "impossibili", le minacce teutoniche,la maturazione contemporanea di tutte le questioni nascoste sotto il tappeto ( e che tappeto....), le windfall revenues e quant'altro.
    Nessun partito e nessun leader potrebbero sopravvivere politicamene ad una patrimoniale e al ricalcolo contributivo ( Tito io scommetto su di te) e non c'è votante del no ( io per primo) che non abbia intravisto nella sua scheda elettorale il mezzo con cui crearsi uno schermo e garantirsi la sopravvivenza politica.
    Nessuno ha detto che sarebbe stato facile nè indolore ma, come dice Nero ( una persona che seguo su twitter) "le cose hanno una capacità tutta loro di andare fuori controllo".

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    1. Ehm, queste analisi le facevamo qui tre anni fa, sia per l'Italia sia, più in generale, per il paradigma neo-ordoliberista (termine che tutti, ma proprio tutti, addirittura deridevano perché non avevano...studiato abbastanza).

      Adesso è ora di informare con precisione la tanta gente che si sta lentamente svegliando e che ha un grande bisogno di capire, ogni dettaglio, ogni evento: perché è dannatamente in ritardo, essendo stata congelata da ESSI; e non eesendo preparata al crollo della facciata marmorea di ESSI (come nell'estate del 1943, v. ipotesi frattalica).

      Solo così c'è qualche remota speranza che quando le cose andranno "fuori controllo", esisterà qualche risorsa di cultura e di consapevolezza democratica (leggersi il primo post del blog)

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  5. Io scorgo dietro l'ostinazione di portare avanti questa riforma poi bocciata un'altra strategia.
    Difficile che si potesse fare digerire al paese il disegno di una compagine governativa che ha contro la maggioranza assoluta di tutte le altre forze politiche. Possibile che pensassero veramente di convincere metà paese solo con le comparsate televisive?
    Se non è solo un gradasso, Renzi (o chi per lui) deve aver fatto un certo calcolo: non solo di lasciare le patate bollenti in mano ad altri, ma anche di ottenere un risultato politico.
    Il referendum ha spaccato il paese, scavando un solco tra la parte conservatrice pro€ e la parte progressista anti-establishment. Le percentuali sono praticamente le stesse delle ultime europee: e confermano che esiste un 40% del paese che confida in una politica moderata di dialogo con i partner europei.
    La novità è che questa minoranza si sta compattando non più intorno ad un solo partito, ma addirittura intorno ad un solo leader.
    Questo processo, qualora si concretizzasse formalmente con il divorzio dalla tradizione socialista del PD e liberale di FI, non potrebbe che ridurre questo fronte, ma andando in parallelo a rafforzarlo, conferendogli chiarezza ideologica (pro€) e rapidità decisionale, mentre gli oppositori continuano a dividersi e a discutere nel tentativo di individuare delle strade comuni.
    È il solito divide et impera. Da una parte quella "accozzaglia" che, pur rappresentando la maggioranza del paese, fatica a trovare una linea condivisa. Dall'altra un unico partito personalistico dei moderati in grado di governare o comunque di fare un'efficace opposizione, a seconda della legge elettorale e della sua reale consistenza.
    Non è detto che riesca, ma potrebbe essere la strada che si sta tentando.

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    1. Troppo semplificatorio e purtroppo persino troppo ottimista.
      Che il referendum fosse sull'UE(M) lo capiscono a Bruxelles perché lì sanno di aver preparato, sviluppato e indotto la riforma.

      Ma, per contro, persino nel voto del "no" è ben presente una componente €urista e €uropeista. Addirittura maggioritaria se vi includiamo l'elettorato di gran lunga prevalente dell'euroagnostico m5s (onde, de facto "pro-euro" per il via della prosecuzione disfunzionale, rispetto all'interesse nazionale, dell'inversione del rapporto causa/effetto e dell'ordine logico-economico delle priorità).

      Poi, in media un 20% del PD ha votato "no" ma rimane saldamente eurista.
      Come gran parte di SI, a onor del vero. E persino gli Zagrelbesky, ventoteniani, per non parlare di Onida e Monti (direttamente einaudiani). E ovviamente come una parte consistente, anche se in decrescita, degli elettori dell'ex pdl.

      Sull'oggettivo significato ultimo riferito all'€uropa del referendum, dunque, il referendum sarebbe stato perso dai "no".
      Solo la Lega ha una posizione sufficientemente chiara,

      Questo disastro, da desertificazione culturale MEDIATICAMENTE INDOTTA, però, ha un lato tragicamente "positivo": il paradosso €uropeo, cioè l'identificazione degli oppressi con gli oppressori indotta dall'inversione causa/effetto (anti-Statobrutto), è destinata a divenire insostenibile a livello di massa.

      Questo perché il redde rationem che deriverà dalla reazione - rabbiosa, e frettolosa di realizzare l'agognata liquidazione finale dell'Italia- proveniente dalle istituzioni UE, provocherà un timing fin troppo tangibile per le condizioni, già ai limiti della sussistenza, della maggior parte della ex classe media italiana.

      Il che avrà un peso politico notevole nei prossimi mesi: cioè che fosse un referendum sull'€uropa diventerà chiaro a fasce sempre più vaste dell'opinione pubblica e di massa.
      Non a caso, R. vuol tornare alle urne il prima possibile o, in alternativa, coinvolgere tutti i partiti oggi presenti in parlamento nella recessione spaventosa che possono determinare la manovra correttiva unita alla crisi bancaria.

      Ci vorranno ancora mesi, di sofferenze e di inganni e ci vorranno nervi saldi, come s'è qui sempre detto.

      Ma soprattutto, ci vorrà un fattore ESOGENO aggiuntivo (e decisivo). Come nel luglio del 1943...

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    2. LA CAMICIA DI FORZA ALLA PENTOLA A PRESIONE

      Allo zootecnico cronicario di “teste di cavallo” nei talami e bovini nei corridoi non poteva mancare il migliore (forse migliorista) allegorismo medioevale considerato i tempi trascorsi nel tunnel delle fiaccole che si affievoliscono lasciando carboniosi incombusti a terra e cortine fumogene nell'aria “viziata” con la volta d'uscita che parrebbe ancora allontanarsi.

      E si, e forse no, sul sipario mediatico riappaiono i lettighieri: uno con la siringa sedativa, l'altro con la pillola magica, tre fatine ammalianti e due nerboruti con i teli di robusta canapa per assistere un “paziente” che a dato fuori di testa.

      Che abbia dato fuori di testa era il minimo (un tempo “sindacale”) che si potesse attendere dopo averlo privato d'ogni “ora d'aria” e costretto a terapie a base di mignatte (volgari anellidi definiti “sanguisughe” o qualcos'altro dell'immaginario fonetico del Bel Paese) quando la “malattia” appariva essere la ben nota “anemia mediterranea” eritoblastica.

      Mancavano i “soloni” transilvanici con la ricetta decretata “ riafferman[d]o solennemente la loro [ndr, degli anemici mediterranei] determinazione inflessibile a onorare [ndr, all'accanimento terapeutico] in pieno la loro individuale firma sovrana [ndr, che sia forse, tra si e no, del (in)solito Vidkum Abraham Lauritz Jonsson Quisilng] e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali”.

      Mai 'na gioia, mannaggia a me, forse noi, che s'è da confrontarsi ancora 'na volta con la “durezza della vita”.

      Tiremm innanz !!

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  6. Avevo letto anche io la "notizia data due volte", peraltro perfettamente in linea con le indicazioni del "saggio" tedesco Weiland Wolker. Penso che un Padoan a Palazzo Chigi sarebbe un'autentica sciagura, nonché una delle mosse privilegiate di "ESSI" per neutralizzare l'esito del referendum. Sicuramente è quello che sarebbe successo con un Napolitano al Quirinale.....

    Dato, inoltre, che non tutte le forze politiche del "fronte del No" appaiono consapevoli del rischio, il ruolo di Mattarella nella gestione della transizione verso le elezioni diventa, a mio avviso, ancora più fondamentale.
    Per come la vedo io, Padoan è improponibile: un governo "istituzionale" e/o "di responsabilità" (per usare parole "renziane"), non può certo avere al centro il ministro dell'economia di quello dimissionario, sarebbe veramente una presa in giro. E questo limitandosi alla forma. Riguardo alla sostanza, dalla presa in giro si passa allo sfregio, all'offesa: Padoan rappresenta infatti l'esatto opposto delle istanze di giustizia sociale alla base dell'esito referendario: metterlo a palazzo chigi vorrebbe dire all'elettorato "ce ne freghiamo di te". Ripeto, un Napolitano non avrebbe avuto problemi. Ma un Mattarella, per quanto criticabile, forse (dico forse), potrebbe invece farseli ed agire di conseguenza. Questo è l'auspicio che formulo.

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    1. Auspica :-)
      La situazione rimane contorta e le istituzioni appaiono stordite da troppi anni di mistica del "vincolo esterno", pacificatore e ri-disciplinatore di un popolo visto con diffidenza aprioristica. Purtroppo...

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    2. Riflettendo ancora ed ancora......
      In effetti Renzi se se la è cantata e suonata. Prima ha personalizzato la campagna elettorale, poi ha detto che l'esito del referendum non avrebbe condizionato la vita del Governo, poi ancora, dopo aver ricevuto la sberla elettorale, ha frignato come un bimbo che ha preso le botte fuori di scuola ed ha annunciato le sue dimissioni, senza che nessuno DELLA SUA MAGGIORANZA (PD, NCD, Verdini), abbia minacciato di far venire meno il rapporto di fiducia (non mi risulta che i dem per il no, come Bersani, abbiano, ad esempio, minacciato di votare contro).

      Consapevole del rischio di fare dietrologia, appare effettivamente il comportamento di chi "coglie l'occasione per smarcarsi". E sempre facendo dietrologia, va verificato se la cosa sia limitata a questo o faccia parte di un disegno più ampio. Un progetto che, magari, già aveva preso atto della vittoria del No (comunque predetta di molti sondaggi, anche se non con uno scarto così netto), e contava proprio su un..... Padoan (o chi per lui) a palazzo chigi, pronto a consegnare il paese alla Troika. Bagnai in fondo lo ha previsto: prima di essere "scaricati" dobbiamo passare per queste forche caudine. Ma "auspico" che le cose non stiano così.....

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    3. Sono rimasto a bocca aperta ascoltando la dichiarazione a caldo di Brunetta: tra le possibili alternative a Renzi indicava Padoan! Cioè il ministro dell'economia e delle finanze del governo oggetto di critica! E che è espressione di quei poteri e quelle idee che ci stanno portando al fallimento e che Forza Italia, evidentemente, non vuole contrastare.

      L'inconsapevolezza o complicità di molti rappresentanti politici è evidente.

      In effetti l'unico che dice le cose come stanno è Salvini, nella speranza che abbia compreso definitivamente che deve smarcarsi da istanze localistiche, necessariamente destinate all'irrevanza perchè sottomesse al vincolo esterno extra nazionale. (Davvero bravo Salvini, intervistato a "Di Martedì" http://youtu.be/8J2AJZnOMcw)

      Altre testimonianza della complicità o insensibilità di giornalisti e media più volte qui rilevata:

      - concentrarsi su Renzi, sui suoi tic o manifestazioni caratteriali e non sulla sua politica

      - rispolverare e dare parola ad esponenti del fronte del NO, del tutto allineati con le politiche €uropee, come D'Alema e simili.

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  7. Pone la fiducia un governo dimissionario? E se non la votano che succede? Si dimette da dimissionario?

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  8. @ Francesco, che stimo moltissimo, che afferma, in uno dei suoi commenti, quanto segue:"In Polonia 7 milioni di donne sono scese in piazza per molto meno. Ed il governo polacco ne ha tratto le conseguenze. Da noi probabilmente dovremo aspettare che ci sfilino il piatto da sotto il naso."
    Non vorrei che, magari inconsapevolmente, questo passo fosse espressione dell'autorazzismo che tanto deprecate su questo blog. Il popolo italiano non è geneticamente o antropologicamente inferiore agli altri popoli, come i polacchi, bisognerebbe sottolinearlo con più chiarezza; non è che da noi il popolo non reagisce (ma chi l'ha detto? questo voto referendario è già una reazione) perché è geneticamente inferiore e allora per farlo raddrizzare ci vuole la ramazza e la mancanza di cibo; la pancia vuota senza consapevolezza porta solo a dittature e controllo sociale, che sia chiaro. Magari Francesco non intendeva questo. Quello che manca a questo paese, rispetto ad altri paesi industrializzati, è una classe dirigente che sia tale e che non odi il popolo fino a portarlo alla morte nonostante tutte le espressioni popolari che vorrebbero invertire la rotta. In primis, ricordiamolo, vi è il tradimento della nostra classe dirigente, odiatrice del suo stesso popolo. E se il popolo italiano si trova indietro, rispetto ad altri, riguardo alla consapevolezza dei propri diritti è perché, appunto, come dice orizzonte48, è stato da decenni violentato nei suo intimo da una campagna massmediatica Eurofascista di proporzioni gigantesche, avvallata dalla nostra classe dirigente. Oltre a ciò, nello stesso periodo la scuola pubblica è stata distrutta e ha smesso di svolgere il suo compito di creare consapevolezza. Ci troviamo nelle condizioni di una donna violentata che è per lo più colpevolizzata della violenza che ha subito. Spero che sia chiaro. orizzonte48 l'ha capito. Spero molto che non si debba arrivare a morire tutti di fame in una catarsi cosmica prima di cercare di ricostruire questo paese. Chi piano piano acquisisce consapevolezza, in primis quella di classe, la sparga in ogni dove, proprio per evitare che l'élite stermini per fame, carenze e malattie la maggior parte popolo italiano.

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  9. "Ma soprattutto, ci vorrà un fattore ESOGENO aggiuntivo (e decisivo). Come nel luglio del 1943..." lo sbarco di Trump... alla casa bianca! Sempre che gli riesca, i globalisti hanno gia' comprato 2-3 delegati repubblicani. Ma lui ha nominato vari generali...

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  10. Gentile gferrari2014,

    I due periodi "In Polonia 7 milioni di donne sono scese in piazza per molto meno. Ed il governo polacco ne ha tratto le conseguenze. Da noi probabilmente dovremo aspettare che ci sfilino il piatto da sotto il naso" non possono essere estrapolati da un discorso che, già da una lettura molto attenta dei soli commenti a questo post, dovrebbe chiaramente far intendere qual è il mio pensiero al riguardo. Purtroppo mi rendo conto che, a volte, la precomprensione gioca brutti scherzi (e non vuole essere un appunto personale … o anche sì).

    Se avessi voluto tacciare – e consapevolmente - di autorazzismo “genetico” o “antropologico” il Popolo italiano (e quindi me stesso), ti assicuro che lo avrei fatto in modo un po' più erudito ed argomentato, estrapolando passi da “L’italiano” di Giulio Bollati (1792) o dal “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani” di Leopardi (1824). Mi capita, tuttavia di non condividere convintamente nessuno dei due testi. Al fine di intenderci, cercherò quindi di essere il più possibile chiaro e sintetico rinviandoti, per gli approfondimenti, al blog (oltre che a "La Costituzione nella palude" e ad "Euro e/o democrazia" di Quarantotto):

    1) l’autorazzismo italiano (che in ogni caso non era il tema del post) è evidente che non sia innato; non è necessario, al riguardo, alcun consulto clinico. Nessun uomo nasce autorazzista (figurarsi un popolo intero). Tuttavia sussiste, vive e lotta, ahimè, insieme a noi;

    2) il fenomeno è elemento costitutivo ed imprescindibile del neo-ordolib€rismo (se frequenti il blog, dovresti sapere di cosa si tratta) e base consustanziale del “vincolo esterno” operante sin dagli anni ’70 (si veda Guido Carli et similia; mi spingerei ancor prima alla strategia sovversiva e colonialista del foreign office britannico a fine anni '50). Il format ideologico del vincolo esterno - evolutosi in “questione morale” nostrana grazie agli antenati degli odierni piddini – è quindi figlio legittimo del governo sovranazionale dei mercati e del capitalismo sfrenato già messo alla porta in sede di Assemblea Costituente e rientrato poi dalla finestra dei Trattati (rinvio integralmente a Chang Ha-Joon, Cattivi samaritani). La finalità è destrutturare;

    3) il fenomeno è poi veicolato ed instillato nelle midolla degli sfortunati grazie al controllo diuturno e tecno-pop del sistema mediatico (e totalitario) di cui gli ingegneri sociali detengono l’assoluto controllo.

    A questo punto dovrebbe risultarti più chiaro cosa io intendessi dire IN MODO CONSAPEVOLE. Purtroppo, caro gferrari2014, non è più tempo di incoscienza. Ci siamo tutti dentro fino al collo (mi pare che questo tu lo abbia capito, e ciò non può farmi che piacere).

    La dose di ipnosi ordoliberista di cui sono affetti gli italiani è talmente massiccia da averne modificato la psiche profonda (anche se i morsi della fame cominciano a farsi sentire). Ciò non lascia sperare un risveglio a breve: “Ci vorranno ancora mesi, di sofferenze e di inganni e ci vorranno nervi saldi, come s'è qui sempre detto. Ma soprattutto, ci vorrà un fattore ESOGENO aggiuntivo (e decisivo). Come nel luglio del 1943...”, così Orizzonte48 (cioè lo stesso che ha capito). In senso metaforico, lo sfilare il piatto da sotto il naso aveva questo significato di evento scioccante (e che io, ovviamente, non mi auguro). Con molta probabilità il Popolo polacco non ha subito la cura da cavallo ordoliberista cui è stato sottoposto (e continua ad essere sottoposto a 360 gradi) quello italiano. Questa è la mia convinzione.

    Spero di essermi spiegato e, perché no, di aver conservato intatta la tua stima nei miei confronti. In caso contrario, me ne farò ugualmente una ragione :-)

    Un cordiale saluto

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    1. Grazie a te, Francesco, ho potuto capire il senso ultimo della democrazia: non è quella italiana. Roba da piigs.

      È quella di Obama.

      È quella di Selma e Louis che si ribellano, e anche se sono donne, lesbiche, nere, e vari attributi fondamentali per capire la democrazia sostanziale, ottengono il diritto di voto e, nonostante siano esseri costitutivamente inferiori, possono votare ed eleggere un campione di democrazia come Obama.

      Quindi possono gettarsi nel Grand Canyon.

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    2. Io però Francesco ricorderei anche il motivo per cui quelle 7 milioni di donne polacche sono scese in piazza....che non erano certo i diritti ad un lavoro degnamente retribuito.

      La società dei diritti individuali si è espansa ovunque. E anzi frequentando spesso l'est europa posso dire che fra gli slavi centro europei serpeggia spesso un certo timore reverenziale...una certa ammirazione...dell'uomo occidentale. Si sottostimano molto. Si considerano meno di quel che valgono.

      Io credo dovuta ai decenni di oppressione che hanno subito: considera che in quei Paesi (fra classi dominanti prima Ungheresi, poi Austriache, poi Russe, poi Euro-atlantiche) i popoli non hanno mai davvero potuto decidere del proprio destino.

      E' diverso che qui in Italia...ma anche là sono convinto che si faccia leva sulle insicurezze del popolo per impedirgli di rivendicare i propri diritti. Sono Paesi che si sono reindustrializzati enormemente dal 1990 in poi....ma questo ha portato a un miglioramento limitato delle condizioni di vita precedenti...che erano in declino da decenni cmq...milgioramento limitatissimo se paragonato agli enormi profitti di chi ha delocalizzato per produrre là.

      A ben vedere solo (alcuni dei) i popoli dei Paesi all'apice della piramide economico-imperialista hanno una certa fierezza. che purtroppo sfocia spesso nell'arroganza e nel razzismo indotti dai media di regime.
      Nei Paesi in posizione sfavorevole invece si verifica il processo opposto.
      Ma tutto serve al mantenimento dell'ordine sovranazionale imperialistico-coloniale.

      Certo in Italia siamo un caso un pò a parte...essendo stati un Paese a metà "classifica" per molto tempo, che poi si è collocato nelle posizioni di vertice di questa piramide mondiale...ma da outsider...giocando fuori dalle regole...essendo più democratico all'interno e meno aggressivo all'esterno quando non promotore di benessere.
      E per questo siamo stati attaccati più di altri dalla rivincita neoliberista. tutt'oggi in Italia, nonostante le privazioni e i 35 anni di sconfitte popolari, si vive meglio che nella maggioranza dei Paesi del mondo...e complessivamente non si vive peggio che nella maggior parte dei paesi europei occidentali nonostante le statistiche. Questo è dovuto al benessere assolutamente intollerabile, per ESSI, che avevamo raggiunto fino a 35 anni fa...una situazione che richiedeva una cura da cavallo.


      Tutto questo per dire che....boh...alla fine tutto il mondo è paese. e oggi la consapevolezza scarseggia ovunque.

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    3. Non so quante persone in Occidente della tua età, Luca, potrebbero vergare il tuo commento.

      By the way: sulla differenza è sul rapporto tra IDE e industrializzazione, non solo ricorderei il prof Bagnai o Chang. Parlando di Paesi dell'Est, sarebbe meglio citare Giacché.

      Ci vado spesso anche io nei paesi dell'est: chi ha l'età che gli permette il ricordo e non ha il cervello completamente sorosizzato come un piddino, te la spiattella in faccia la verità.

      Settimana scorsa, persona vincente nel darwinismo sociale della controrivoluzione liberale, mi ha apertamente confermato l'ovvio: si stava meglio prima: con il socialismo.

      (sì, proprio quello brutto, autoritario e cattivo nato dalla dittatura leninista)

      Io mi gioco le mie due lire che questo articolo ha provocato un sorriso ai servizi NATO.

      (chi non lo capisce non è fenomenologo quarantottino e presta il fianco alla tirannia dei valori occidentali - e nessuno ha ancora capito dove inizi e finisca 'sto cazzo di Occidente)

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    4. Ma infatti i genitori della mia fidanzata...che è slovacca....Che alla fine vivono abbastanza bene anche se sono normali lavoratori dipendenti (quindi non "vincenti" nel senso social-darwinista)...dicono la stessa cosa: "Si stava meglio quando si stava peggio".
      Però neanche loro vanno in piazza....neanche loro saprebbero con cosa e come esattamente sostituire questa classe dirigente (che anche là si finge contro la UE per poi applicare pedissequamente le sue indicazioni) che palesemente se ne frega dei bisogni del popolo.

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    5. in polonia si va in piazza....per il diritto all'aborto...in russia i dissidenti protestano per i diritti dei gay....in ungheria si protesta contro gli immigrati e gli zingari....devo ancora sentire di proteste per i diritti del lavoro.

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  11. @ Francesco
    Sono perfettamente in sintonia col tuo commento, la mia precisazione era solo dovuta al fatto che nel tuo precedente commento c'era questa

    frase che poteva essere fraintesa. per il resto abbiamo detto le sette cose
    @ Luca e Bazaar
    sono perfettamente in sintonia con Bazaar; Luca, secondo me, le analisi si fanno anche con i dati e le statistiche; sì, siamo stati un paese

    avanzato, la nostra Costituzione e il nostro ordinamento ci hanno portati lontano; ma vallo a dire ai piddini che adesso qui in Italia siamo

    tutti goderecci e bamboccioni nonostante decenni di ordoliberismo:
    Non sono certo delle mere fantasie inventate dai gufi contro Renzi gli indici sulla disoccupazione di questo paese, a partire da quella

    giovanile:
    "Nel 2015 il tasso di disoccupazione dei giovani 15-24enni scende al 40,3% (2,4 punti percentuali in meno rispetto a un anno prima), ma è

    record di disoccupati nel Mezzogiorno (54,1%), soprattutto in Calabria, dove si arriva a un tasso del 65,1% e tra le ragazze (58,1%)."
    http://www.wallstreetitalia.com/non-e-un-paese-per-giovani-disoccupazione-fino-a-60-nel-sud-italia/
    "Dal 2009 al 2015 hanno cessato di esistere oltre 60.000 imprese manufatturiere (Dati Unioncamere), di cui, ad esempio, oltre 3.000 nel

    settore dei mobili, 400 nel settore dei prodotti alimentari, 4.900 in quello dell’abbigliamento, oltre 1.900 nel settore dei computer e

    prodotti per ufficio, 9.000 nel settore dei prodotti di metallo. Con riferimento al solo settore manifatturiero, nel corso delle due recenti

    recessioni si è avuta una profonda riduzione del prodotto potenziale, il cui livello nel primo trimestre 2013 era equivalente a quello

    raggiunto agli inizi del 1990; rispetto ai valori massimi pre-crisi (2008) è inferiore del 15,3%. Questo è il risultato di un calo

    dell’attività manifatturiera del 24,5% e di una riduzione del grado di utilizzo degli impianti di circa 8 punti (dal 76,1% al 68,0%), solo nel

    quinquennio 2008-2013. Il ritorno sui livelli di prodotto potenziale pre-crisi, nell’ipotesi ottimistica che gli impianti produttivi lavorino

    di nuovo a pieno ritmo, richiederebbe un incremento della produzione industriale di circa il 37%."
    http://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/produzione-industriale-sovranita-46363/
    Magari tu hai il sedere al caldo in questa catastrofe, e pensi che ce l'abbiamo perciò tutti gli italiani, ma ti assicuro che ci sono molti

    tuoi compatrioti che non se la spassano bene, non hanno lavoro, muoiono di fame, non hanno risparmi, la loro ditta è fallita..si

    suicidano....non vederli vuol dire esaltare un po troppo il proprio paese e, fammelo dire, nascondere la testa sotto la sabbia, evitando di

    combattere una guerra che tutti i giorni miete VITTIME REALI, NON VIRTUALI COME UN GIOCO SULLO SMARTPHONE.

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  12. In realtà...nonostante le statistiche che sono palesemente taroccate e inattendibili, in Italia si sta ancora benino.

    Ricordiamoci che gli Italiani che emigrano a Londra finiscono, come moltissimi Inglesi, a fare i lavapiatti al minimo retributivo.

    Se quella è una vita migliore....

    La reaLTà è CHE, pochi paesi a parte, la situazione occupazionale giovanile è semplicemente DISASTROSA ovunque nel mondo. si salvano la scandinavia e alcuni paesi germanocentrici. fine della storia. e anche lì in realtà impazzano i contratti a zero ore.

    Gli Italiani che emigrano per fare i lavapiatti a Londra non avranno prospettive di vita molto diverse da quelli che restano qui per lavorare in nero presso un artigiano.

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  13. Basti pensare che il lustrascarpe in aeroporto conta come un posto di lavoro in USA...e là manco hanno il SSN.
    In Olanda TUTTI i giovani senza laurea lavorano con contratti a zero ore. TUTTI.

    Si vivrà meglio là che qui? io non ne sarei convinto.

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  14. Ciao Luca
    mi fa piacere che qui in Italia ci siano persone che se la passano ancora benino, come te; sicuramente questo è il portato della nostra Costituzione; ma io ti porto un'altra esperienza, che vivo sulla mia pelle da parecchi anni; qui, dove vivo io, ho mandato centinaia di curriculum e niente, da anni; prima lavoravo come assistenza disabili a 400 euro al mese, nella fascia notturna, 12 ore al giorno, per 4 giorni la settimana; con un contratto a prestazione occasionale durato tre anni; niente ferie, malattia, indennità di disoccupazione; non ho nemmeno trovato botteghe che mi assumessero in nero; non sono mai stato all'estero e quindi non so dirti, ma quelli che conosco della mia zona che ci sono andati mi hanno detto anche loro che non è un paradiso, ma almeno lì riuscivano in breve tempo a trovare un lavoro che magari non era la soluzione dei loro problemi, ma che però gli dava un po di respiro, respiro che qui in Italia non avevano, per via della impossibilità di trovare un qualsiasi lavoro anche in nero.
    Poi, naturalmente, anche io penso che le statistiche non dicano tutto, ma che però bisogna studiarle e pendere in considerazione, per lo meno quelle più attendibili, quelle su cui si basa l'analisi di Bagnai e Orizzonte48 ad esempio, e nel mio caso, credo che rispecchino la vita reale della zona in cui vivo. La mia non è una bella esperienza purtroppo, caro Luca; io ho più di 40 anni, sono laureato e ho fatto parecchi corsi di specializzazione, ci ho messo impegno e sacrificio per cercare di costruirmi una vita decente, e alla mia età il massimo che mi hanno dato negli ultimi anni è un impiego pagato 400 euro al mese per 12 ore al giorno di lavoro notturno come assistenza disabili; adesso sono disoccupato senza alcun sussidio di disoccupazione. Sinceramente avrei preferito di meglio per un paese che dovrebbe cavarsela ancora benino.

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  15. Mi rendo conto di aver parlato in modo che potesse essere frainteso e che mi sono spiegato male.
    Col massimo rispetto per la tua esperienza personale e con rammarico per i problemi che stai passando.
    Quello che volevo dire è che la povertà e il degrado sociale si stanno espandendo ovunque e la realtà che vediamo noi è limitata. Non credere che situazioni come la tua non si verifichino in altri Paesi.
    Negli USA si sono sempre verificate (tranne negli anni immediatamente successivi alla guerra) e non hanno mai scosso la società perchè appunto il livello di benessere raggiunto in Europa fino a pochi decenni fa è stato un unicum. Qui la povertà e l'abbandono nel bisogno fa, giustamente, indignare. Chissà per quanto ancora.

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    1. Ciao Luca
      Stai parlando con una persona che gli Usa li ha studiati da parecchi anni, quindi sfondi una porta aperta. E gli Usa li ho studiati da lontano, con le statistiche sul tasso di carcerazione, con le analisi della sulla mancanza di welfare ecc. Quello che più mi colpì è come il carcere fosse diventata l'alternativa al welfare per la povera gente, la criminalizzazione della povertà, la Tolleranza Zero.
      Ma sono state proprio le analisi scientifiche e statistiche di orizzonte48, quelle di goofynomics che mi hanno fatto capire quanto l'Italia sia precipitata indietro. Sono le analisi di orizzonte48 sul taglio draconiano alla spesa pubblica di questi ultimi anni a far capire anche quanto l'Italia sia arretrata rispetto ad altri paesi nell'erogazione dell'assistenza sociale. E' il tasso di deindustralizzazione che mi fa comprendere che, rispetto a molti altri paesi, anche europei, l'Italia sta arretrando molto. E' il drammatico tasso di laureati italiani a farmi capire che l'Italia non investe in Università e istruzione superiore. Da ultimo è la drammatica esperienza vissuta sulla mia pelle e quella di molti miei simili, l'indifferenza, il menefreghismo, il pensare solo al proprio orticello ecc., il degrado che percepisco ogni giorno nelle relazioni sociali, a farmi capire tante cose. Certo da altre parti sono avvenuti fenomeni simili, ma qua in Italia, tra i paesi europei, siamo tra gli sconfitti. E' dura ammetterlo, lo so, ma nella crisi ci sono nazioni che si sono avvantaggiate, hanno ridotto le perdite, ed altre che, come la nostra, con rigore euro autodistrittivo portato avanti da una classe dirigente traditrice, hanno perso molti punti in qualità della vita. Magari esistono ancora oasi dove si vive relativamente bene, per fortuna qua in Italia, ma per il resto per quanto riguarda il lavoro e la spesa pubblica stiamo precipitando molto ma molto in basso. Naturalmente se si emigra si è sempre stranieri, e poi bisogna conoscere almeno un po l'inglese ed avere qualche qualificazione: è naturale che sia sempre difficile; se non hai né qualifiche né conosci la lingua inglese è naturale che poi finisci a fare il lavapiatti, sei straniero, e sei dietro gli autoctoni, ma conosco anche esperienze diverse di persone sono riuscite a trovare una boccata d'ossigeno, in Europa, ma anche in Canada, in Australia, ad esempio. E qui in Italia si sarebbero suicidate a vivere a 40 anni a carico dei genitori pensionati. Comunque in linea generale anche gli italiani che emigrano in altri paesi sono disposti ad accettare stipendi minori degli autoctoni, così come avviene da noi con gli africani che abbassano il costo del lavoro, perché disposti a lavorare per 2 euro al giorno nei campi dei latifondisti a spezzarsi la schiena, costringendo poi gli italiani a fare lo stesso se non vorranno essere definiti bamboccioni. E' sempre una guerra al ribasso innescata con la competizione sui costi del lavoro. L'Europa, alla fine è stata fatta per la finanza, non per il lavoro; e ne stiamo vedendo i frutti.

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